L'amore ci farà a pezzi

1
Le gambe della ragazza spuntano dalla soglia del negozio.
Ha perso una scarpa e giace in una posizione innaturale; la gonna è salita fino a scoprirle una coscia. A Gabriela pare il dettaglio più raccapricciante e deve tenersi salda allo sportello del Van per impedirsi di correre fin laggiù a riportare l'orlo della sottana nella posizione naturale.

Il selciato riflette impietoso i raggi del sole.
Ha il collo della camicetta madido sotto il giubbotto antiproiettile e non sa dire da quanto tempo se ne sta al riparo del furgone, di traverso nella calle de Cervantes. Fissi sulla serranda della gioielleria abbassata a tre quarti, gli occhi le bruciano.
Per allentare la tensione ogni tanto sposta lo sguardo sulla vetrina del locale accanto, dove spicca la scritta Rebajas. Riesce a distinguere una gonna di lino e s'immagina di attraversare la strada per andare a controllare se i saldi sono convenienti. Solo due porte più in là c'è l'entrata del Duque, dove si mangia il miglior maialino arrosto di tutta Segovia.
Voci e rumori alle sue spalle la distraggono da quelle fantasticherie; il grosso dei mezzi è parcheggiato un centinaio di metri più indietro, davanti all'acquedotto romano.
La via doveva essere gremita di turisti quando tutto è iniziato. Molti sono fuggiti al rumore degli spari, ma ce ne sono ancora parecchi asserragliati nei caffè e nei negozi. E a loro purtroppo si sono aggiunti i curiosi, che i fatti di sangue attirano come le mosche.
Gabriela torna a osservare l'entrata della bottega maledetta.
Si sforza di non guardare in basso, ma è inutile.
La figlia del gioielliere deve aver fatto qualche mossa avventata, altrimenti lui non l'avrebbe colpita. Ormai non si muove più da parecchi minuti; i paramedici hanno provato a raggiungerla, ma quello ha sparato di nuovo e si sono dovuti ritirare.
Gabriela osserva l'uomo seduto nel furgone, che si sta passando un fazzoletto sulla pelata. I loro sguardi s'incrociano e lei percepisce la sua sfiducia. Il negoziatore ha già tentato due volte di convincere il criminale a mollare l'ostaggio, ma per tutta risposta lui ha minacciato di fare esplodere il cervello del commerciante, se non gli consegneranno un'auto veloce con il pieno di benzina. E lei sa che non sta scherzando.
Perché Gabriela conosce bene Juan Armendariz.
Fino ai sedici anni hanno diviso tutto, dalle merendine all'asilo fino alla sordida mansarda di un palazzone ad Ayamonte, la città dove sono cresciuti.
Juan che le passava i compiti d'inglese, imparato strimpellando le canzoni dei Joy Division, Juan che sapeva sempre dove trovare il fumo e si lamentava perché lei non voleva assaggiarlo, Juan che era stato il primo ragazzo a toccarla...
Quanti anni sono passati da allora, venti? No, ventidue.
È un brusio nell'auricolare a riportarla al presente; metallica e professionale, la voce del sergente a capo della pattuglia dei corpi speciali è l'unica cosa gelida in quel pomeriggio soffocante.
«Gli uomini sono dislocati, comandante, ma non abbiamo una visione diretta del soggetto; le finestre del palazzo di fronte sono troppo alte per poterlo inquadrare da lì.»
«Non c'è un accesso dal retro?»
«No, purtroppo. Soltanto la porta e la vetrina che si affacciano sulla strada.»
«Come avete intenzione di intervenire, allora? Con un gas narcotizzante?»
«Nemmeno. Saremmo costretti a farlo tramite il condotto di ventilazione e ci vorrebbe troppo tempo; per di più l'ostaggio è anziano e metteremmo a repentaglio la sua salute. Abbiamo deciso di acconsentire alla richiesta e fargli recapitare l'auto, i tiratori scelti entreranno in azione nel momento in cui cercherà di far salire l'uomo.»
«Quando contate di agire?»
«L'auto dovrebbe essere sul posto tra sette minuti.»
«Mi dia mezz'ora, sergente. Voglio provare a convincerlo.»
«Negativo, ha visto come ha trattato il negoziatore? Non interferisca comandante, tra dieci minuti sarà tutto finito.»

Tutto finito, certo. A modo loro, però.
Non può lasciarlo andare così.
Si strappa le cuffie e un attimo dopo è già in mezzo alla strada, con le mani alzate.
Gli uomini della Guardia Civil riescono solo a urlarle di restare al riparo.


«Sono io, Gabriela» grida quando è a pochi metri dalla porta.
Nel silenzio più assoluto un gatto sguscia fuori da sotto un'auto parcheggiata e, sussiegoso, la fissa per un attimo prima di allontanarsi senza fretta.
«Getta a terra la tua arma e metti le mani dietro la testa. Cosa vuoi?»
Lei obbedisce.
«Parlarti, fammi entrare.»
Passano lunghi istanti, poi si ode lo sferragliare della serranda che si solleva di mezzo metro. Da sotto spunta la canna di una Glock.
Gabriela s'insinua in quello spazio esiguo. Le si stringe il cuore quando deve scavalcare il corpo esanime della ragazza.
Gli occhi di lui sono febbricitanti, la barba di qualche giorno ricopre lineamenti induriti, che lei non riconosce. Steso a terra, semi incosciente, il gioielliere rantola.
«Sta bene» dice lui che ha seguito il suo sguardo, «non gli ho fatto nulla. È solo sconvolto.»
Come potrebbe non esserlo? Gli hai ucciso la figlia sotto gli occhi.
«Le avevo detto di non muoversi, ma quella stronza ha premuto l'allarme» risponde Juan alla sua domanda muta.
Anche allora bastava uno sguardo per intendersi. Ma non c'è altro in lui del ragazzo che un tempo ha amato.
«Perché?» gli chiede.
«E perché no?»
«Sei venuto a Segovia perché sapevi che c'ero io?»
Lui si lascia andare a una risata sguaiata.
«Sempre così voi donne, credete che tutto vi ruoti intorno.»
«Un tempo non lo avresti detto.»
«Un tempo! Ma sentila... Sei stata tu a volere che quel tempo finisse. Tu mi hai lasciato per andare a Madrid, o sbaglio?»
«Sei ingiusto, hai sempre saputo che il mio desiderio era entrare nella scuola di polizia!»
«E infatti ora eccoci qua...»
Gabriela non sa più cosa ribattere.
Cerca di tornare con la mente al periodo spensierato in cui Juan la teneva tra le braccia, ma non ci riesce: la visione di quel povero vecchio che singhiozza e l'immagine della figlia riversa al suolo non glielo permettono.
È andata lì con uno scopo preciso, non può perdersi a rivangare il passato.
«Adesso ascoltami, devi arrenderti» dice, muovendo mezzo passo in avanti.
La mano che impugna l'arma si risolleva di scatto; ora lui gliela punta al petto.
«Non dire stronzate e prega piuttosto che quell'auto arrivi in fretta!»
Non ci crede nemmeno lui di potere uscire indenne da quella situazione, Gabriela lo sente.
«Libera almeno quel poveraccio, ora hai me.»
«Posso benissimo tenervi a bada entrambi.»
«Juan, ti prego, dammi la pistola. Usciamo assieme da qui, non ti accadrà nulla.»
«Smettila. Mi conosci, potrei mai passare la vita dietro alle sbarre?»

Una serie di immagini le sfumano davanti agli occhi; lo rivede pedalare a torso nudo lungo le stradine del borgo antico, arrampicarsi sugli alberi nel podere del nonno e poi l'ultima, che le procura una fitta al petto: loro due alla foce della Guadiana, stretti l'uno all'altro a spiare la riva portoghese, mentre l'acqua azzurra del fiume si tinge dei riflessi dorati del tramonto.
No, uno come lui non resisterebbe in carcere.
Lo guarda fisso in volto e le pare finalmente di riconoscere quei tratti.
«Ti ricordi qual era la nostra canzone preferita?» le chiede lui.
Anche la sua voce ha perso il tono arrogante di poco prima.
«Love will tear us apart, certo.»
Con la mano libera Juan le prende la sua e gliela stringe.
«Posso chiederti un favore?»
Lei annuisce.
«Voglio anch'io quelle parole scolpite, come Ian.»
«Ma...»
«Me lo prometti?»
Gabriela non capisce, ma fa ancora segno di sì. Con un gesto repentino la destra di lui scatta verso l'alto.
Lei ha soltanto la visione della canna puntata alla gola.
Poi il boato.



Nota:
Uscita postuma dopo il suicidio di Ian Curtis, il leader dei Joy Division, “Love will tear us apart” è forse la canzone più famosa della band. Il titolo del racconto ne è la traduzione letterale; i versi sono stati incisi sulla tomba del cantante.

https://www.writersdream.org/forum/foru ... 0-a-pezzi/
https://www.facebook.com/nucciarelli.ma ... scrittore/
https://www.instagram.com/marcellonucciarelli/
https://www.linkedin.com/in/marcello-nu ... -bbb4805b/

Re: L'amore ci farà a pezzi

3
paolasenzalai ha scritto: mer gen 06, 2021 1:13 am Grazie @Marcello per questo stupendo racconto. Ora ascolto la canzone e con Juan e Gabriela negli occhi sorriderò a queste vite maledette che a volte possono essere consumate anche così.

Leggerti è sempre un viaggio bellissimo. :-)
Grazie infinite, carissima.
Prima della chiusura del WD cercherò di trovare il tempo per trasportare qua i racconti che hanno qualche potenzialità, per poi in futuro rivisitarli e magari (molto in futuro) farne una second antologia.
Felice che ti sia piaciuto e, soprattutto, felice di ritrovarti qua ;).
https://www.facebook.com/nucciarelli.ma ... scrittore/
https://www.instagram.com/marcellonucciarelli/
https://www.linkedin.com/in/marcello-nu ... -bbb4805b/
Rispondi

Torna a “Racconti”