[MI151] Amore alla finestra
Posted: Sun May 23, 2021 9:29 pm
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Traccia di mezzogiorno.
«Dai Mario alzati, ché ti insegno a ballare.»
Traccia di mezzogiorno.
«Dai Mario alzati, ché ti insegno a ballare.»
Dopo aver rassettato la stanza, senza dire una parola, Adriana aveva iniziato a canticchiare una melodia. Aperta la finestra, sotto lo sguardo attonito dei curiosi, aveva teso la mano al ragazzo che la guardava trasognato.
La barba incolta, i piatti sporchi, la bottiglia vuota parlavano per lui. Adriana, dopo una settimana che non lo vedeva uscire di casa, si era decisa a bussare alla sua porta.
Qualche tempo prima Mario aveva gettato la radio in una discarica gridando come un ossesso.
In paese non si parlava d’altro: la sera del venti luglio, si era scordato di chiudere la finestra e tutti lo avevano visto ballare avvinghiato a una seggiola.
Mario possedeva una vecchia radio e certe volte si chiudeva in cucina, serrava la finestra e abbracciava la sedia. A occhi chiusi, muoveva i piedi lasciandosi trasportare dal ritmo della musica immaginando di volteggiare con Adriana.
Avrebbe voluto tanto avvicinarsi a lei, ma si limitava a osservarla da lontano: lui non sapeva ballare. Quando era più giovane avrebbe voluto imparare ma non c’erano scuole, per quello. In paese e soprattutto non c’erano soldi.
L’aveva vista una sera giù in paese alla festa della battitura del grano. Adriana ballava e l’abito ondeggiava seguendo le linee morbide dei fianchi. Tutti la guardavano: gli uomini con cupidigia sfidando le occhiate di consorti scialbe e le donne con sospetto e invidia.
Di sicuro era bella da perderci il sonno.
A dirla tutta, Adriana, figlia dei vicini di casa, sembrava interessarsi a lui, ma su di lei giravano delle voci. Si diceva che fosse una ragazza facile da abbordare. Forse era proprio per questo che all’età di quasi trent’anni non si era ancora sistemata. Di sicuro le madri non l’avrebbero mai presa in considerazione come nuora. I figli potevano divertirsi, ma di matrimonio neppure a parlarne.
Mario si considerava tutt’altro che un partito desiderabile. Non è che non gli piacessero le donne, anzi. Il fatto è che lavorare la terra era l’unica cosa che sapesse fare oltre a scrivere il proprio nome a stampatello.
Mamma Gina glielo aveva ripetuto fino alla morte che avrebbe dovuto trovarsi una buona moglie, in fondo era un ragazzo robusto e generoso, ma all’amore Mario non ci pensava.
Era stata una giornata di lavoro duro nei campi, le spalle curve nella mietitura, le braccia indolenzite e la gola riarsa dal calore e dalla polvere. Del pane raffermo messo a rinvenire nell’acqua dalla mattina, una mezza cipolla e un filo d’olio era il menù che lo attendeva, come ogni sera.