[MI 151] La traiettoria del sasso
Posted: Sun May 23, 2021 5:52 pm
Traccia di mezzogiorno.
La traiettoria del sasso
Ultimo
Otagen ossecca.
La scritta dallo schermo mi guarda beffarda. Il bug si è innescato. La pistola accanto al mouse ammicca anche lei verso di me. La prendo e la carico. Impugno il calcio e me la punto alla tempia. Mi gusto gli ultimi istanti prima del caos.
Penultimo
"Gentile sig. Ranieri,
La sua offerta è allettante, non lo nascondo. Ma deve capire che non ho intenzione di venire meno ai miei principi. Lei non ci crederà, ma quando ho capito cosa abbiamo fatto, ho lottato fino allo stremo per distruggere questo nemico subdolo e invisibile. Fuggire a Nuova Elba con Ada non è una soluzione che si confà a ciò che mi ha ispirato fin dagli esordi dei tremori. Senza contare che sarebbe inutile.
Le auguro comunque ogni bene e colgo l'occasione per salutarla cordialmente.
Ing. GianMaria Clezi"
La mail è pronta. La rileggo ancora una volta e mi pare scritta bene. Educata ma ferma. Lo schermo inizia a lampeggiare. È meglio non perdere tempo e inviarla. Il signor Ranieri se ne farà una ragione. Ha usato Ada come ultima arma, sfoderata come un asso dalla manica, per attirarmi nella sua isola artificiale e salvarsi. Che illuso! Che potere posso avere io sulla mia creatura se non quello di vederla crescere e compiersi nel suo destino? Non posso fare niente per fermarla se non ammirarne l'ascesa e il compimento. Sono solo colui che ha lanciato il sasso e che lo guarda percorrere la sua traiettoria fino all'inevitabile schianto a terra.
"Elitneg sig. Ranieri,"
Il tremore ha inizio: i pixel della prima parola sobbalzano e si invertono. Il viso sorridente di Ada appare all'improvviso come salva-schermo. Il sistema non regge quasi più e mi affretto a muovere il mouse. Ada scompare e spunta la mail alterata:
"Elitmeg gis. Ireinar,
Al aus atreffo e etnattella."
Premo invio prima che si alteri del tutto. Sullo schermo appare un'altra immagine come salva-schermo: siamo io e Ada insieme, abbracciati. Con un coltello, impugnato da entrambi, tagliamo la torta nuziale. La scritta di panna dice: "Eroma onrete". Sorrido alla traiettoria del sasso.
Terzultimo
Al molo c'è una donna ad attendermi. Non è Ada, ma la sua cameriera. Mi accoglie con aria fredda e distaccata:
- La signora non poteva venire e ha mandato me.
- Lo vedo - rispondo con altrettanto distacco.
Mi incammino dietro di lei, il trolley ci segue e il rumore delle ruote sull'acciottolato è l'unico suono che ci accompagna. Percorriamo un sentiero che si addentra nella vegetazione. Fa caldo e la fatica si fa sentire, sento le goccioline di sudore che mi rigano la schiena. Quando si intravede la costruzione tra le frasche, la cameriera si ferma e mi si para davanti:
- Lei è un mostro - mi dice con disarmante semplicità.
Non ha alcun senso provare a giustificarmi e non lo faccio.
- Ha ragione, non lo nego. A mia discolpa posso solo dire che non pensavo che le conseguenze potessero essere così tragiche.
Per la prima volta da quando l'ho vista mi sorride. È una cameriera adesso, deduco che prima doveva essere ricca, però è giovane e bella, quindi i tremori non hanno avuto conseguenze del tutto nefaste su di lei.
- Come si chiama? - le chiedo.
- Anna.
Una risata sgorga spontanea da entrambi.
- Beh, Anna, non le è andata poi così male. Ha guadagnato in bellezza e giovinezza e non c'è pericolo che il suo bel nome si alteri. Pensa davvero che io sia un mostro?
- Ingegner Izilc, mi ha tolto i miei agi, le mie comodità. Ora mi tocca pure lavorare... - risponde senza smettere di sorridere - Prego, si accomodi in casa, i signori Ireinar la stanno aspettando.
Quartultimo
Mario Ranieri mi mostra il planisfero. L'isola di Nuova Elba sorge agli antipodi esatti rispetto alla sua omologa toscana. Ha la stessa forma e, immagino, la stessa fisionomia. Il marito di Ada mi mostra anche la mappa dell'isola: rispetto alla sua omonima mi pare molto più spoglia ed essenziale, ma suppongo che l'imperfezione sia voluta.
- Caro GianMaria, questo è il sogno di Ada che si realizza, lo sa? Andare a vivere in un'isola disabitata, abbandonare la caotica Milano, rovesciare del tutto le proprie sorti.
Il mio sguardo vaga per lo studio, non oso guardare Mario negli occhi.
- Gradisce un cognac? O forse dovrei già dire un cagnoc? Che mi dice, GianMaria, sarà altrettanto buono nel suo mondo alla rovescia?
Mi costringo a guardarlo negli occhi, in fondo anche lui ha le sue responsabilità. Senza il suo finanziamento il progetto sarebbe rimasto tale.
- Signor Ranieri, il progetto dei tremori l'ha voluto anche lei. Ha dimenticato l'entusiasmo ai risultati dei primi esperimenti? Un mondo virtuale in cui tutto si ribalta, le lettere invertono il loro senso e i destini si rovesciano?
- Un mondo virtuale, ha detto bene. Non un mondo reale.
- Non potevo prevedere questa conseguenza - mento. Che il mondo virtuale avrebbe rovesciato la sua natura e il suo destino, scambiandosi con il mondo reale, è la logica conseguenza del principio stesso di ribaltamento che i tremori hanno scatenato. E io lo sapevo già, mio malgrado.
Mario sospira, sembra credermi: - Ma che Ada non sarà più mia moglie, l'avevi previsto, GianMaria?
Non rispondo. Non riesco a mentire su questo.
Quintultimo
Lo schermo trema. Le icone del desktop si invertono, le scritte si ribaltano. Guardo il mio avatar nel mondo virtuale. AiramNaig è nella sua casa di Nuova Elba, seduto sul divano accanto a sua moglie Ada. Ai loro piedi c'è un gatto. Ada lo chiama: - Vieni, Xam.
Il gatto le salta sulle ginocchia e si acciambella. Ho un sussulto. Mi alzo e iniziò a chiamare Max, il mio cane. Non risponde. Lo trovo accasciato in cucina.
La traiettoria del sasso
Ultimo
Otagen ossecca.
La scritta dallo schermo mi guarda beffarda. Il bug si è innescato. La pistola accanto al mouse ammicca anche lei verso di me. La prendo e la carico. Impugno il calcio e me la punto alla tempia. Mi gusto gli ultimi istanti prima del caos.
Penultimo
"Gentile sig. Ranieri,
La sua offerta è allettante, non lo nascondo. Ma deve capire che non ho intenzione di venire meno ai miei principi. Lei non ci crederà, ma quando ho capito cosa abbiamo fatto, ho lottato fino allo stremo per distruggere questo nemico subdolo e invisibile. Fuggire a Nuova Elba con Ada non è una soluzione che si confà a ciò che mi ha ispirato fin dagli esordi dei tremori. Senza contare che sarebbe inutile.
Le auguro comunque ogni bene e colgo l'occasione per salutarla cordialmente.
Ing. GianMaria Clezi"
La mail è pronta. La rileggo ancora una volta e mi pare scritta bene. Educata ma ferma. Lo schermo inizia a lampeggiare. È meglio non perdere tempo e inviarla. Il signor Ranieri se ne farà una ragione. Ha usato Ada come ultima arma, sfoderata come un asso dalla manica, per attirarmi nella sua isola artificiale e salvarsi. Che illuso! Che potere posso avere io sulla mia creatura se non quello di vederla crescere e compiersi nel suo destino? Non posso fare niente per fermarla se non ammirarne l'ascesa e il compimento. Sono solo colui che ha lanciato il sasso e che lo guarda percorrere la sua traiettoria fino all'inevitabile schianto a terra.
"Elitneg sig. Ranieri,"
Il tremore ha inizio: i pixel della prima parola sobbalzano e si invertono. Il viso sorridente di Ada appare all'improvviso come salva-schermo. Il sistema non regge quasi più e mi affretto a muovere il mouse. Ada scompare e spunta la mail alterata:
"Elitmeg gis. Ireinar,
Al aus atreffo e etnattella."
Premo invio prima che si alteri del tutto. Sullo schermo appare un'altra immagine come salva-schermo: siamo io e Ada insieme, abbracciati. Con un coltello, impugnato da entrambi, tagliamo la torta nuziale. La scritta di panna dice: "Eroma onrete". Sorrido alla traiettoria del sasso.
Terzultimo
Al molo c'è una donna ad attendermi. Non è Ada, ma la sua cameriera. Mi accoglie con aria fredda e distaccata:
- La signora non poteva venire e ha mandato me.
- Lo vedo - rispondo con altrettanto distacco.
Mi incammino dietro di lei, il trolley ci segue e il rumore delle ruote sull'acciottolato è l'unico suono che ci accompagna. Percorriamo un sentiero che si addentra nella vegetazione. Fa caldo e la fatica si fa sentire, sento le goccioline di sudore che mi rigano la schiena. Quando si intravede la costruzione tra le frasche, la cameriera si ferma e mi si para davanti:
- Lei è un mostro - mi dice con disarmante semplicità.
Non ha alcun senso provare a giustificarmi e non lo faccio.
- Ha ragione, non lo nego. A mia discolpa posso solo dire che non pensavo che le conseguenze potessero essere così tragiche.
Per la prima volta da quando l'ho vista mi sorride. È una cameriera adesso, deduco che prima doveva essere ricca, però è giovane e bella, quindi i tremori non hanno avuto conseguenze del tutto nefaste su di lei.
- Come si chiama? - le chiedo.
- Anna.
Una risata sgorga spontanea da entrambi.
- Beh, Anna, non le è andata poi così male. Ha guadagnato in bellezza e giovinezza e non c'è pericolo che il suo bel nome si alteri. Pensa davvero che io sia un mostro?
- Ingegner Izilc, mi ha tolto i miei agi, le mie comodità. Ora mi tocca pure lavorare... - risponde senza smettere di sorridere - Prego, si accomodi in casa, i signori Ireinar la stanno aspettando.
Quartultimo
Mario Ranieri mi mostra il planisfero. L'isola di Nuova Elba sorge agli antipodi esatti rispetto alla sua omologa toscana. Ha la stessa forma e, immagino, la stessa fisionomia. Il marito di Ada mi mostra anche la mappa dell'isola: rispetto alla sua omonima mi pare molto più spoglia ed essenziale, ma suppongo che l'imperfezione sia voluta.
- Caro GianMaria, questo è il sogno di Ada che si realizza, lo sa? Andare a vivere in un'isola disabitata, abbandonare la caotica Milano, rovesciare del tutto le proprie sorti.
Il mio sguardo vaga per lo studio, non oso guardare Mario negli occhi.
- Gradisce un cognac? O forse dovrei già dire un cagnoc? Che mi dice, GianMaria, sarà altrettanto buono nel suo mondo alla rovescia?
Mi costringo a guardarlo negli occhi, in fondo anche lui ha le sue responsabilità. Senza il suo finanziamento il progetto sarebbe rimasto tale.
- Signor Ranieri, il progetto dei tremori l'ha voluto anche lei. Ha dimenticato l'entusiasmo ai risultati dei primi esperimenti? Un mondo virtuale in cui tutto si ribalta, le lettere invertono il loro senso e i destini si rovesciano?
- Un mondo virtuale, ha detto bene. Non un mondo reale.
- Non potevo prevedere questa conseguenza - mento. Che il mondo virtuale avrebbe rovesciato la sua natura e il suo destino, scambiandosi con il mondo reale, è la logica conseguenza del principio stesso di ribaltamento che i tremori hanno scatenato. E io lo sapevo già, mio malgrado.
Mario sospira, sembra credermi: - Ma che Ada non sarà più mia moglie, l'avevi previsto, GianMaria?
Non rispondo. Non riesco a mentire su questo.
Quintultimo
Lo schermo trema. Le icone del desktop si invertono, le scritte si ribaltano. Guardo il mio avatar nel mondo virtuale. AiramNaig è nella sua casa di Nuova Elba, seduto sul divano accanto a sua moglie Ada. Ai loro piedi c'è un gatto. Ada lo chiama: - Vieni, Xam.
Il gatto le salta sulle ginocchia e si acciambella. Ho un sussulto. Mi alzo e iniziò a chiamare Max, il mio cane. Non risponde. Lo trovo accasciato in cucina.