[MI151] All'inizio

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Traccia di Mezzogiorno

In un modo o nell’altro era la fine di quella storia, non sapeva ancora se fosse il caso di chiamare il suo avvocato.
 
“Allora, ci sta dicendo che non ricorda chiaramente l’accaduto?” Il PM fissava Mayer negli occhi, come a tentare di estorcergli una verità che nemmeno lui conosceva davvero.
“Ve l’ho già detto, qualcuno era in casa, deve avermi colpito alla testa e da lì il buio più totale.” C’era qualcuno, sì, ne era sicuro. “Sono io la vittima; perché non siete fuori a cercare il colpevole?”
“La lieve ferita che ha alla testa sembra compatibile con la bottiglia trovata sul pavimento della cucina, ma non sembra tale da giustificare uno svenimento. Potrebbe essere stato un fattore emozionale. Però il rilevamento delle impronte nell’appartamento riporta solo a lei e alla vittima, Bellasi.”
Franco. Quando si era svegliato, l’aveva ritrovato a terra in una pozza di sangue. Franco il suo amico. Franco il suo compagno. E quella bottiglia di vino che si erano bevuti per concludere la serata.
Aveva accettato l’interrogatorio per essere scagionato più rapidamente, ma se il PM gli stava rivelando quei dettagli, aveva già delle idee precise; doveva cominciare a preoccuparsi.
“Erano oggetti di uso quotidiano e Franco era un amico, uno che frequentava casa mia. All’assalitore sarebbero bastati un paio di guanti.”
“Bene, anche se non ci sono segni d’effrazione, e tutti gli oggetti paiono in ordine” il PM sembrava uno bravo a mantenere la calma e le distanze, impeccabile il suo completo scuro, come i modi indecifrabili. Sembrava distratto, sfogliando il dossier riguardante il caso, mentre il massiccio poliziotto nell’angolo non spiccicava una parola, ma non li perdeva di vista.
“Abbiamo cercato di ricostruire gli antefatti, lei ci ha detto che avevate cenato insieme al Grottino a Lamone, prima di rientrare in casa.”
“Confermo.”
Quella cena, nel loro ristorante preferito; cominciava a ricordare più chiaramente. Filetto al pepe verde con patate e verdure, una bottiglia di Chianti riserva. Tortino caldo al cioccolato, delizioso. Fin lì tutto normale.
“Pensa che qualcuno abbia potuto notarvi, seguirvi…”
“Mi pare improbabile, è un posto tranquillo, ci siamo stati spesso.”
“Cene di lavoro, giusto?”
“Certo, io e il signor Bellasi facciamo affari insieme.”
“Facevate. Sì, ci risulta dai conti che abbiamo visionato.”
“Avete avuto accesso ai miei conti? Sono un sospettato, adesso?”
“Dai conti del signor Bellasi: abbiamo accesso a tutto, è un caso di omicidio. Ci risultano dei prestiti molto sostanziosi di cui lei non sembra mai essere rientrato.”
Il PM era sempre serafico e freddo, come il tavolo in acciaio della stanza per gli interrogatori, e imperscrutabile, come lo specchio alla parete, da cui invisibili osservatori monitoravano. Di tutt’altra pasta era fatto Mayer, che cominciava a innervosirsi.
“Posso avere una sigaretta?”
Il PM lo osservò per qualche secondo, prima di fare un cenno allo sbirro nell’angolo che gliene allungò una e lo aiutò ad accendere. Marcus fece un lungo tiro liberatorio.
“Franco… il Bellasi, aveva delle buone idee, ma era piuttosto ‘sfortunato’ quando si parlava di metterle in pratica per un ritorno economico.”
“Finalmente cominciamo a parlare. I conti dicono altro, i rientri c’erano, ma finivano in spese piuttosto… ‘ambigue’. In che rapporti eravate lei e la vittima?”
Difficile dirlo. Amanti forse? Quello che Franco perdeva nei suoi volgari passatempi, lo compensava in molti altri modi.
“Eravamo comunque in rapporti di amicizia, non vedo dove vuole arrivare.”
“Quello che vedo io è: un paio di bottiglie di vino svuotate, una boccetta di Xanax mezza vuota e altre sostanze psicotrope nel suo appartamento, nessuna traccia di un terzo uomo sui sistemi di sorveglianza esterni, prestiti mai restituiti e un uomo con la cassa toracica fracassata e la gamba di un tavolo piantata in gola, nel suo appartamento.” Fece una pausa “Un uomo che ha ereditato il suo cospicuo patrimonio da un’anziana signora, sposata per convenienza. Indagini stranamente all’acqua di rose sull’accaduto.”
La memoria, la più dolorosa delle torture. Adesso tutto l’accaduto stava tornando alla luce, per quanto Marcus lo respingesse giù. Era stato premuto un interruttore e tutto gli passò davanti a ritroso, senza possibilità di distogliere lo sguardo.
 
L’ultimo ansito di furia omicida con l’ambigua e disgustosa gamba del tavolo a chiudergli per sempre la bocca.
La colluttazione, il colpo in testa, calci e pestoni mentre l’altro era a terra.
Il confronto finale con la negazione del suo amante.
Altri uomini e donne. I tradimenti di Franco.
La piacevole ultima cena.
Il litigio e il rappacificamento.
Le sue indagini e le scoperte.
Altre richieste di soldi.
E molto più indietro, le bocche chiuse con la corruzione, l’omicidio per i soldi di Eugenia, tornato anch’esso come uno spettro dopo anni di oblio.
Forse era ora di chiamare il suo avvocato.
Ora non capiva più chi fosse, dopo essere riuscito ad arrampicarsi sulla vita usando gli altri come scalini.
All’inizio almeno lo sapeva, quando non aveva nient’altro che sé.
All’inizio.
Ultima modifica di Shinobi il dom mag 23, 2021 4:57 pm, modificato 1 volta in totale.

Re: [MI151] All'inizio

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@Almissima grazie di essere passata e dell'apprezzamento! 
Se la bottigliata sia durante il litigio o autoinflitta lo lascio all'immaginazione del lettore, il fatto che la scena del crimine non sia mistificata con maestria, invece, è dato proprio dal fatto che l'assassino all'inizio è in stato confusionale e di 'dissociazione'. E' un'argomento che sta venendo trattato parecchio in psicologia, a sostituire il concetto freudiano di 'rimozione' di un dato evento traumatico.
Pensa che ho romanzato un fatto di cronaca realmente accaduto tra due nostri ex-clienti abituali!  :s

Re: [MI151] All'inizio

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Ciao Shinobi,

il tuo racconto mi è piaciuto e l'ho letto con piacere. Purtroppo in questo contest sono un po' intontita, tutto questo ragionare a ritroso è disorientante. :facepalm: Ho scelto te come prima cavia per il commento e spero che sarai indulgente. Cioè, dovrei esserlo io, :D ma non garantisco sulla mia lucidità, quindi scusa se non sono chiarissima nell'esporre.

Un primo punto che mi ha colpito è quello in cui Mayer afferma:
  ha scritto:Sono io la vittima; perché non siete fuori a cercare il colpevole?”
mi sono chiesta se in quel momento avesse davvero un vuoto di memoria circa l'esistenza dell'amico cadavere, perché è ovvio che Franco è più vittima di lui. Siccome Mayer pensa che:
  ha scritto:C’era qualcuno, sì, ne era sicuro.
sembra questo il caso di una rimozione e va bene, ma allora in questo punto
  ha scritto:Franco. Quando si era svegliato, l’aveva ritrovato a terra in una pozza di sangue. Franco il suo amico. Franco il suo compagno. E quella bottiglia di vino che si erano bevuti per concludere la serata.
in cui riemerge il ricordo, sento la mancanza di una sfumatura emotiva, come quando uno fa mente locale all'improvviso su qualcosa che lì per lì aveva rimosso. Franco era cadavere, l'emersione di questo ricordo di fatto dovrebbe scuoterlo, ma non ce n'è traccia.
Però, continuando a leggere,  il narratore spiega
  ha scritto:Aveva accettato l’interrogatorio per essere scagionato più rapidamente, ma se il PM gli stava rivelando quei dettagli, aveva già delle idee precise; doveva cominciare a preoccuparsi.
quindi Mayer era consapevole che dell'omicidio nel momento in cui aveva accettato l'interrogatorio. L'accettazione dell'interrogatorio è antecedente all'interrogatorio. Non può ricordare-scordare-ricordare. Quindi quando afferma "sono io la vittima", qualcosa non mi torna, non mi suona coerente.
Se non ricorda l'amico cadavere, non ha senso che il narratore dica che ha accettato l'interrogatorio per essere scagionato.
Se lo ricorda, ma finge di non ricordare, non ha senso il narrato qui sotto.
  ha scritto:“Ve l’ho già detto, qualcuno era in casa, deve avermi colpito alla testa e da lì il buio più totale.” C’era qualcuno, sì, ne era sicuro. “Sono io la vittima; perché non siete fuori a cercare il colpevole?”
Scusami se non sono molto chiara.

Terminerei il periodo seguente con un "?"
  ha scritto:“Pensa che qualcuno abbia potuto notarvi, seguirvi…”
L'incipit è breve e immediato, ci mette subito di fronte alla fine di una storia e il riferimento all'avvocato ci proietta nel genere thriller che andremo a leggere.
Mi è piaciuta molto la differenza di ritmo tra le due parti. Nella prima il ritmo è più lento, accresce la suspense e permette di cogliere dettagli e atmosfera che delineano i personaggi e quello che è successo.
Nella parte finale, dove è più marcato il succedersi degli eventi a ritroso, la scena di violenza è disturbata solo da un aggettivo:
  ha scritto:L’ultimo ansito di furia omicida con l’ambigua e disgustosa gamba del tavolo a chiudergli per sempre la bocca.
"ambigua" che non ho saputo bene interpretare. In che senso è ambigua la gamba del tavolo?
Le frasi si susseguono con ritmo crescente grazie ai capoversi e alla riduzione di articoli e verbi.

Un altro piccolo dettaglio che avrei cambiato è l'ordine delle seguenti frasi, ma sono aperta al dibattito se non sei d'accordo :D
  ha scritto:Il litigio e il rappacificamento.
Le sue indagini e le scoperte.
Il rappacificamento dopo il litigio.
Le scoperte delle sue indagini.

Tanto per mantenere quel senso di rovesciamento di ordine temporale.

Bella anche la chiusura, mi è piaciuta. Il percorso a ritroso secondo me è stato rispettato in tutte e due le parti del brano. Forse nella prima c'è qualcosa da aggiustare, ma funziona.
I dialoghi sono scritti bene. Si legge con piacere.
Bravo. (y)
"Fare o non fare, non c'è provare." Yoda - Star Wars

Re: [MI151] All'inizio

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Ciao @ElmoInverso, grazie per il commento e per i consigli! :D 

Nella prima parte in realtà non c'è ancora stata l'accettazione col ricordo, ma lui teme di essere tirato in mezzo alle indagini ingiustamente, come può succedere e sfortunatamente a volte succede anche in casi di innocenza. Allo stesso modo si sente al centro dell'aggressione, probabilmente a causa di una personalità narcisista. Mi spiace si percepisca questo effetto di memoria che va e viene.

Per quanto riguarda la gamba del tavolo, era il modus operandi di un assassino di cui avevo letto tempo fa, a cui è stato attribuito dagli inquirenti un simbolismo erotico di vendetta per un tradimento, che ti lascio immaginare.
Poi il termine 'ambiguo' con cui mi ci sono riferito, sicuramente è rivedibile  :libro:
Per il resto l'inversione ci sta, pure io mentre scrivevo quel pezzo ero un po' imbambolato. :D 
Per il resto, grazie dei consigli, penso mi stiano aiutando a migliorare. Ci leggiamo!  (y)

Re: [MI151] All'inizio

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Ciao! Un thriller psicologico, anzi un thriller psichiatrico il tuo :D Molto originale la lettura dell'omicidio dissociativo e la relazione tra i due che scopriamo riga dopo riga, attraverso le domande degli inquirenti e i ricordi del protagonista. Molto particolare l'uccisione tramite una gamba del tavolo nella gola! Mi è rimasta molto impressa. Il testo si legge con interesse e sono arrivato alla fine/inizio con molto interesse! Ottima prova <3

Re: [MI151] All'inizio

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@Shinobi
Ciao! La tua storia mi è piaciuta nella forma tanto quanto nella sostanza!
Mi piace il tuo stile, anche se in alcuni pti mi sono trovato confuso (ho i miei limiti O_o  ).
Ad esempio qui non ho capito subito se Bellasi e Franco fossero la stessa persona o meno:
Shinobi ha scritto:
Però il rilevamento delle impronte nell’appartamento riporta solo a lei e alla vittima, Bellasi.”
Franco. Quando si era svegliato, l’aveva ritrovato a terra
Oppure qui non ho capito chi chiedeva di fumare:
Shinobi ha scritto:
Di tutt’altra pasta era fatto Mayer, che cominciava a innervosirsi.
“Posso avere una sigaretta?”
Credevo che fosse Mayer. E a tal proposito mi sorprende un cognome straniero tra tanti nomi italiani. 
Agghiacciante l'uso della gamba del tavolo, anche se rimane secondo me l'incongruenza tra quell'atto e la bottigliata in testa. Qualcosa non quadra  :libro: 
Dettagli che non cambiano la sostanza: bravo! Ottimo lavoro!
A Rileggerti

Re: [MI151] All'inizio

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Ciao @Shinobi,
Il tuo racconto è scritto molto bene e ha un ottimo ritmo. Ho letto infatti tutto d'un fiato. Mi è piaciuta anche la storia, in particolare il rapporto tra il protagonista e Franco che si delinea man mano. Ho trovato interessante la questione psichiatrica che fa dimenticare l'accaduto ma, onestamente, dalla sola lettura non avevo colto molto bene che si trattava di questo. Siccome è la chiave di tutto il racconto avrei insistito di più su questo, in modo che non sembri un semplice recupero della memoria, dato magari dalla botta in testa. Non so se ci sono sintomi particolari, sia durante che dopo la momentanea amnesia, immagino di sì, quindi inserirli nella narrazione aiuterebbe il lettore a inquadrare meglio la questione e darebbe maggiore spessore psicologico al personaggio. Comunque un ottimo thriller.
A presto

Re: [MI151] All'inizio

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Ciao @Shinobi! :)
Allora, il tuo racconto mi è piaciuto molto, trovo anche io che abbia un ottimo ritmo, davvero azzecato per il tipo di narrazione. Il fatto che sia ispirato a una storia che hai "vissuto" realmente mi ha davvero incuriosito, perchè penso tu abbia inserito il giusto peso "romanzato" per renderla un ottimo racconto, per di più anche perfettamente in tema con la traccia proposta.

Shinobi ha scritto: Filetto al pepe verde con patate e verdure, una bottiglia di Chianti riserva. Tortino caldo al cioccolato, delizioso. Fin lì tutto normale.
Qui non posso che notare la tua esperienza in cucina, mi hai fatto venire fame! :P


Tornando seri, trovo che la parte finale del tuo racconto sia scritta molto bene. Le frasi corte, il modo in cui anche "graficamente" sono spezzate e una sotto l'altra hanno reso perfettamente la valanga di emozioni e ricordi che tornano a galla, e che chiudono una narrazione veramente piacevole.

Complimenti! :)

Re: [MI151] All'inizio

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Shinobi ha scritto: Per quanto riguarda la gamba del tavolo, era il modus operandi di un assassino di cui avevo letto tempo fa, a cui è stato attribuito dagli inquirenti un simbolismo erotico di vendetta per un tradimento, che ti lascio immaginare.
Poi il termine 'ambiguo' con cui mi ci sono riferito, sicuramente è rivedibile 
Rieccomi  ;) volevo solo aggiungere che secondo me "ambiguo" è un di più di cui potresti fare a meno. Come lettrice avevo già colto il riferimento erotico, paradossalmente l'aggettivo mi ha confusa (che vuoi, 'sto contest è una giostra, :D  prima capisci, poi non capisci, vai indietro, torna avanti...)
"Fare o non fare, non c'è provare." Yoda - Star Wars

Re: [MI151] All'inizio

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@ElmoInverso vero! Probabilmente è anche il fatto di dover scrivere in una struttura prefissata a cui non siamo abituati  :asd: Per me lo scoglio iniziale è stato il genere da scegliere per una struttura simile.

@Ólafr Pensa che sono i piatti che prendevano abitualmente, vino escluso, quello non lo ricordo  :libro:
Nel finale ho cercato di rendere giustizia alla traccia con questa specie di flashback chiaro e schematico a scalare.

Grazie mille del passaggio! :D

@ivalibri Ho letto un po' di cose in merito e sembra che il ricordo riemerga per i motivi più impensabili: Narcisismo, desiderio di notorietà per il fatto, sensazione di potere (mi avete preso solo perché ho confessato io). A volte la mente umana è inquietante.  :si:

Grazie mille per il passaggio e per il feedback!  (y)

@L'illusoillusore in effetti ho dato un po' per scontati gli abbinamenti di nomi alle azioni, nel privilegiare l'agilità.

La bottiglia non era il più interessante degli espedienti, ma lì per lì mi ha divertito, dato che passa da elemento scagionante (aggressione subita) ad elemento aggravante (comportamenti alterati dall'alcol).

Per quanto riguarda i nomi, il racconto si svolge in ticino, dove c'è una, seppur molto lieve, commistione linguistica e si trovano vari Muller, Mayer e simili.

Grazie mille per il passaggio e i consigli! :D 

Re: [MI151] All'inizio

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Ciao @Shinobi
Adoro i thriller e ho trovato questa tua prova davvero interessante. Leggendo ho avuto la sensazione di essere risucchiata anzichè spinta in avanti e penso che proprio questo doveva essere l’effetto di una trama a rebour.
La trama è ben condotta e nella brevità hai concentrato tanti elementi che disvelano piano piano accadimenti e movente . Davvero un bel lavoro, complimenti! Mi è piaciuto moltissimo  :ola:

Re: [MI151] All'inizio

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Mi piacciono moltissimo i film gialli e i thriller, pertanto il tuo racconto, @Shinobi, l'ho letto d'un fiato per capire cosa fosse successo, e poi l'ho riletto attentamente. Che lo spunto sia un fatto di cronaca, per di più accaduto a conoscenti, mi turba non poco, ma allo stesso tempo ammiro chi, come te, ha la freddezza di entrare dentro storie come questa. Mi ha scosso sapere che i piatti descritti (eccellenti, oltretutto) costituivano il menu consueto della coppia, in quanto mi pare quasi di violare un'intimità perduta.
Shinobi ha scritto: il PM sembrava uno bravo a mantenere la calma e le distanze, impeccabile il suo completo scuro, come i modi indecifrabili.
Questa frase, secondo me, suonerebbe meglio così (scusa se mi permetto): "... e le distanze: impeccabile nel suo completo scuro e indecifrabile nei modi".
Mi è piaciuto come hai ricostruito i fatti a ritroso e come hai distribuito le scene: ti ho letto davvero volentieri, Vito. 

Se ti va di lasciarci una tua ricetta (non quelle segrete!) o di darci consigli culinari, abbiamo un topic apposito: viewtopic.php?f=12&t=561  :gnam:

Qui mi fermo, altrimenti comincio a bersagliarti di domande sul tuo lavoro...
https://www.amazon.it/rosa-spinoZa-gust ... B09HP1S45C

Re: [MI151] All'inizio

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@Shinobi  Ben ritrovato!  :)

Come ho già avuto modo di dire, è una difficoltà in più (non bastando lo scriverlo al rovescio  ;) ...  )   comporre un racconto traendolo dalla realtà: 
l'hai fatto bene. Doppi complimenti!  :)

Inoltre, è un giallo a tutti gli effetti, con la ricostruzione sulla base degli indizi che affiorano man mano, con la giusta dose di torbido a delineare i caratteri e le personalità sia della vittima che del suo assassino.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi
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