Ciò che fece Sandra

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Faceva ancora buio quando suonò il cellulare. Prima di rispondere, Franco dette un’occhiata alla sveglia. Sbirciò attraverso le palpebre appiccicate dal sonno: erano le 5.47. Con la punta delle dita ancora intorpidite fece quasi cadere il telefono nel tentativo di afferrarlo in modo da non rifiutare la chiamata. Era Paolo.
- Franco! Ti devo avvisare di una cosa importante… c’è Sandra che… sta facendo delle cose, in giro… la polizia la sta cercando per fermarla!-
Franco maledisse la propria sbadataggine per aver dimenticato di silenziare il cellulare. Paolo era un vero rompipalle: puntiglioso, nevrastenico ed esagerato.
- Cosa? Paolo… non ho capito niente… stavo dormendo… cos’è successo a Sandra?-
- È successo un casino. Le ha dato di volta il cervello, credo per via della morte di suo padre. Adesso sta dando la caccia ai suoi amici uno ad uno!-
- Ma che dici? Sandra? Dà la caccia agli amici di suo padre?-
In quel momento qualcuno bussò alla porta d’ingresso e Franco quasi cadde dal letto per il soprassalto.
- A noi! Sta dando la caccia a noi! A me! A te! A noi! -
- Ha…hanno bussato…- Franco scostò le lenzuola e si alzò lentamente. Ebbe la sensazione di non essersi ancora svegliato, di essere nelle prime fasi di un brutto sogno. La camera era illuminata solo dal display del suo Samsung.
- È lei! Non aprire! Ha spaccato il cranio a Claudio!-
- Co…?- Non riuscì a finire la frase perché un groppo in gola gliela mozzò. Nonostante si sentisse frastornato si diresse brancolando verso il corridoio buio. Da fuori bussarono più forte.
- È così! Fà finta di non essere in casa! Chiama subito la polizia! Fà come ti dico!-
- Ma che cavolo… m-ma perché?-
- Ha un martello, Franco! Ha un martello e lo ha già usato per spaccare la testa a Claudio! Adesso riattacco così chiami subito la polizia.-
- No! Aspe…- L’altro aveva chiuso la chiamata. Franco guardò con sgomento la porta, come se da un momento all’altro si aspettasse di vederla sfondare da qualche forza malvagia.
D’improvviso una nuova scarica di colpi gli dette una scossa elettrica al cuore, tanto che ebbe paura di vederselo espellere fuori dal petto.
Deglutì. Respirò. Come poteva trattarsi di Sandra? Era possibile che la sua amica fosse uscita di senno e avesse preso a girare per la città di notte, portandosi dietro un martello ed aggredendo i suoi stessi amici? L’immagine di Claudio, riverso in una pozza di sangue, gli balenò davanti.
Doveva esserci una spiegazione, si disse, mentre stringeva in mano il cellulare e cominciava a comporre le prime cifre del 113, più per darsi coraggio che non per l’intenzione di chiamare. In fondo la conosceva da anni e non era possibile che tutt’ad un tratto si fosse trasformata in una serial killer.
“Queste cose non succedono nella vita reale. A Claudio sarà capitato un incidente… oppure lo avrà aggredito qualcuno… ma non lei!”
Prese una decisione.
-Chi è?- Chiese, cercando di non lasciar trasparire la paura nel tono della propria voce.
- Franco? S-sono io… Sandra.- Era proprio la sua voce.
- Sandra?- Le gambe di Franco erano pronte a correre in direzione contraria alla porta, nonostante questa fosse ancora chiusa.
- Scusa per l’ora. Ho… bisogno di parlarti. Mi è successa una cosa…-
- Stai bene? – Franco pensò di prendere tempo facendole delle domande.
- Sì… cioè no.- Lui accostò l’orecchio alla porta per cercare di capire cosa succedeva dall’altra parte. La sentì sospirare. – La polizia mi sta cercando. Pensano che abbia fatto… una cosa orribile. –
- Perché? – Domandò. Ma subito si sentì stupido a parlarle attraverso una porta chiusa: lei sembrava spaventata ed era andata da lui per cercare aiuto, mentre lui si stava mostrando spaventato come un coniglio finito in mezzo a un’autostrada.
Sentì dei singhiozzi provenire dall’esterno. Sandra stava piangendo. Ed era da sola.
Girò la maniglia. Non fece in tempo ad aprire la porta che l’anta gli piombò sul naso ed il pavimento tutt’ad un tratto si alzò e gli venne contro colpendolo alla nuca. Capì, mentre fuochi d’artificio gli scoppiavano davanti agli occhi sgranati, di essere stato gettato a terra con violenza.
Fu allora che girò la testa per dire qualcosa e vide il martello, stretto nella mano di Sandra.
- È questo il rapporto che vuoi avere con me? È questo, Franco? – Gli chiese lei chinandosi sul suo volto coperto di sangue. Il suo tono era completamente cambiato.
- Cosa? – Fece lui, incredulo e impotente.
- Non ci posso ancora credere. Dopo tutto questo tempo… Non posso credere di essermi sbagliata così tanto su di te. –
Lui cercò di muoversi da quella posizione ma lei con un gesto gli fece intendere che era pronta ad usare il martello contro di lui.
- Ci mancava solo che aggiungessi un’emoticon triste, come ha fatto quell’altro mentecatto. –
- Non capisco…- Franco cercava di riconnettersi con la realtà, ma nel cervello gli stava rombando una grancassa e il naso cominciava a fargli un dolore cane.
- Ah, non capisci, eh?- Lo guardò sprezzante con i suoi occhi profondi, il mascara sbavato. Con gesti lenti si raccolse i capelli dietro la testa, tralasciando una o due ciocche. – “Ti faccio le mie più sentite condoglianze, Sandra.“–
Quella frase gli diceva qualcosa. Rivide il post che aveva scritto sulla bacheca di lei, un paio di giorni prima, dopo aver saputo della morte di suo padre. Aprì la bocca cercando di dire qualcosa di sensato. Alzare la testa da terra gli provocò una fitta lancinante alla base del collo, come se una lama gli si fosse conficcata tra le vertebre.
- Pensavo che fossimo amici. Che magari con uno di voi sarei anche andata a letto. Ma questo… non me lo aspettavo. La peggiore forma di oscenità contemporanea. Le condoglianze su Facebook. A me. Dopo una perdita così dolorosa. –
Franco si ricordò del telefono. Doveva essere caduto da qualche parte, ma non doveva essere lontano. Forse muovendo piano un avambraccio, tastando il pavimento intorno…
- Sai che significa quando una persona cara smette di riconoscerti, ti tratta come fossi una ladra, ti urla addosso cose irripetibili, e tu devi convincerla persino a farsi accompagnare in bagno? No… non lo sai, per te la vita è una ininterrotta condivisione di stronzate sui social. – Improvvisamente la ragazza schiacciò di impeto col tacco di uno stivaletto qualcosa che si ruppe sotto la violenza del colpo. Addio cellulare.
Con uno sforzo Franco riuscì a dire qualcosa. - È… per questo che… Claudio… -
- Già. Claudio. E adesso tu. Poi Paolo, poi Anna… vi ammazzo tutti. Anzi, vi rompo, come questo telefono. Non avete più niente di umano. Scricchiolate quando vi colpisco. E vi spegnete. –
Sandra avanzò verso il ragazzo inerme, il metallo scuro balenò nel buio.
- N-no… ti prego… -
- In fondo lo so che quello che ti dispiace di più è andartene senza un pubblico che ti commenti. - Alzò il martello sulla testa di Franco.
- Polizia! Mettilo giù! – Gridò una voce sconosciuta.
Passò un secondo. Franco udì uno sparo e sentì il tonfo di un corpo che cadeva vicino a lui.
Riuscì a girare la testa e vide Sandra, seduta per terra a gambe distese con la schiena appoggiata al divano. Una macchia color rosso scuro le si stava allargando sul petto.
- Quante… faccine… adesso? –
La ragazza chinò il capo e rimase immobile a fissare il pavimento.
- Franco! Oddio… come stai? – Questa era la voce di Paolo, ma era fuori dal campo visivo del ragazzo, ancora disteso e impietrito dal dolore e dallo shock.
- Si faccia da parte! Non può stare qui! –
- Va bene… volevo solo… oddio, Franco! Non dovevi aprire… che ti avevo detto? Oddio… – La voce dell’amico si allontanava piano.
Prima di perdere i sensi Franco ebbe come l’impressione di udire, per un paio di volte, il flash di una fotocamera.

Re: Ciò che fece Sandra

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Ciao @RicMan 
Questa è la prima volta che leggo qualcosa di tuo :)
Il racconto è molto particolare e vorrei tu lo approfondissi, perché sento che manca qualcosa. Ad esempio: come mai Sandra diventa una serial killer? Capisco il trauma della morte di suo padre e le la delusione di vedersi arrivare delle sterili condoglianze, però magari la ragazza qualche disturbo già ce l'aveva?
RicMan ha scritto: - Franco! Ti devo avvisare di una cosa importante… c’è Sandra che… sta facendo delle cose, in giro… la polizia la sta cercando per fermarla!-
Tutti questi puntini di sospensione non mi convincono molto perché il tono sembra quasi imbarazzato, invece dovrebbe essere allarmato, spaventato, terrorizzato!
RicMan ha scritto: - Ha un martello, Franco! Ha un martello e lo ha già usato per spaccare la testa a Claudio! Adesso riattacco così chiami subito la polizia.-
Perché non la chiama lui la polizia? (Ok, alla fine del racconto qualcuno la chiama comunque, però mi è sembrato strano che una persona ti avvisi che qualcuno stia per ucciderti e poi ti liquidi dicendo "riattacco, chiama la polizia, arrivederci" :P)
RicMan ha scritto: - Sai che significa quando una persona cara smette di riconoscerti, ti tratta come fossi una ladra, ti urla addosso cose irripetibili, e tu devi convincerla persino a farsi accompagnare in bagno? No… non lo sai, per te la vita è una ininterrotta condivisione di stronzate sui social. – Improvvisamente la ragazza schiacciò di impeto col tacco di uno stivaletto qualcosa che si ruppe sotto la violenza del colpo. Addio cellulare.
Con uno sforzo Franco riuscì a dire qualcosa. - È… per questo che… Claudio… -
Quindi il padre si è ammalato, e lei non sopporta la mancanza di empatia dei suoi amici (soprattutto, degli amici del padre o i suoi amici?)
RicMan ha scritto: Passò un secondo. Franco udì uno sparo e sentì il tonfo di un corpo che cadeva vicino a lui.
Credo che sparare a vista sia più una cosa da polizia americana :P
RicMan ha scritto: Anzi, vi rompo, come questo telefono. Non avete più niente di umano. Scricchiolate quando vi colpisco. E vi spegnete. –
Molto bella questa osservazione, e vorrei che fosse approfondita perché, almeno secondo me, racchiude tanto. Stiamo diventando i nostri cellulari e le nostre pagine facebook, e molti, di empatico e umano, non hanno più niente.
RicMan ha scritto: Prima di perdere i sensi Franco ebbe come l’impressione di udire, per un paio di volte, il flash di una fotocamera.
Ok, invece questa cosa mi è sembrata un po' rindondante.


Comunque, penso che sia un racconto che vada approfondito e spero non ti dispiaccia se ho puntualizzato così tante cose, è che devo pubblicare un racconto mio. Comunque, sfoltisci un po' alcuni passaggi del dialogo, approfondisci alcune riflessioni, e l'idea di base è molto carina.
A presto :)

Re: Ciò che fece Sandra

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Ciao  @RicMan, ti mando alcune mie impressioni sul tuo racconto.
RicMan ha scritto: - Franco! Ti devo avvisare di una cosa importante… c’è Sandra che… sta facendo delle cose, in giro… la polizia la sta cercando per fermarla!-
Gusto personale, troppi puntini di sospensione non li trovo necessari, secondo me in questo caso i primi due si possono omettere. Ti devo avvisare di una cosa importante: c'è Sandra che sta facendo delle cose in giro...
RicMan ha scritto: Franco maledisse la propria sbadataggine per aver dimenticato di silenziare il cellulare.
Non mi convince il termine sbadataggine, anche questo personale, si deduce che normalmente silenzia il cellulare e proprio quella sera non l'ha fatto?
RicMan ha scritto: - Cosa? Paolo… non ho capito niente… stavo dormendo… cos’è successo a Sandra?-
Anche qui come sopra, mi sembrano troppi, anche se in questo caso Franco è mezzo addormentato e forse è più giustificabile lasciare in sospeso le frasi.
RicMan ha scritto: - È successo un casino. Le ha dato di volta il cervello, credo per via della morte di suo padre. Adesso sta dando la caccia ai suoi amici uno ad uno!-
- Ma che dici? Sandra? Dà la caccia agli amici di suo padre?-
In quel momento qualcuno bussò alla porta d’ingresso e Franco quasi cadde dal letto per il soprassalto.
- A noi! Sta dando la caccia a noi! A me! A te! A noi! -
- Ha…hanno bussato…- Franco scostò le lenzuola e si alzò lentamente. Ebbe la sensazione di non essersi ancora svegliato, di essere nelle prime fasi di un brutto sogno. La camera era illuminata solo dal display del suo Samsung.
- È lei! Non aprire! Ha spaccato il cranio a Claudio!-
- Co…?- Non riuscì a finire la frase perché un groppo in gola gliela mozzò. Nonostante si sentisse frastornato si diresse brancolando verso il corridoio buio. Da fuori bussarono più forte.
In questo periodo si avverte la tensione come in un classico thrilling, mi piace. Il personaggio pervaso dalla paura, ancora astratta, non riesce a riflettere.
RicMan ha scritto: RicManHa un martello, Franco! Ha un martello e lo ha già usato per spaccare la testa a Claudio! Adesso riattacco così chiami subito la polizia.-
Qui forse viene fuori il panico in maniera un po' eccessiva. Una donna, che tra l'altro conoscono, con un martello in mano che miete terrore. Potrebbe essere facilmente neutralizzata, fosse stato un macete o una mannaia come la vecchia di profondo rosso più preoccupazione la darebbe. Il punto debole forse è che conoscono l'assassino mentre se fosse stato oscuro certamente il martello in mano di qualcuno avrebbe dato più terrore. E infatti giustamente, nel prosieguo, il dubbio sorge in Franco.
RicMan ha scritto: Girò la maniglia. Non fece in tempo ad aprire la porta che l’anta gli piombò sul naso ed il pavimento tutt’ad un tratto si alzò e gli venne contro colpendolo alla nuca. Capì, mentre fuochi d’artificio gli scoppiavano davanti agli occhi sgranati, di essere stato gettato a terra con violenza.
Fu allora che girò la testa per dire qualcosa e vide il martello, stretto nella mano di Sandra.
- È questo il rapporto che vuoi avere con me? È questo, Franco? – Gli chiese lei chinandosi sul suo volto coperto di sangue. Il suo tono era completamente cambiato.
- Cosa? – Fece lui, incredulo e impotente.
- Non ci posso ancora credere. Dopo tutto questo tempo… Non posso credere di essermi sbagliata così tanto su di te. –
Lui cercò di muoversi da quella posizione ma lei con un gesto gli fece intendere che era pronta ad usare il martello contro di lui.
- Ci mancava solo che aggiungessi un’emoticon triste, come ha fatto quell’altro mentecatto. 
Tutta questa parte la trovo ben descritta, la suspense mi pare palpabile. Ottima la chiusa.

RicMan ha scritto: - Non capisco…- Franco cercava di riconnettersi con la realtà, ma nel cervello gli stava rombando una grancassa e il naso cominciava a fargli un dolore cane.
- Ah, non capisci, eh?- Lo guardò sprezzante con i suoi occhi profondi, il mascara sbavato. Con gesti lenti si raccolse i capelli dietro la testa, tralasciando una o due ciocche. – “Ti faccio le mie più sentite condoglianze, Sandra.“–
Quella frase gli diceva qualcosa. Rivide il post che aveva scritto sulla bacheca di lei, un paio di giorni prima, dopo aver saputo della morte di suo padre. Aprì la bocca cercando di dire qualcosa di sensato. Alzare la testa da terra gli provocò una fitta lancinante alla base del collo, come se una lama gli si fosse conficcata tra le vertebre.
- Pensavo che fossimo amici. Che magari con uno di voi sarei anche andata a letto. Ma questo… non me lo aspettavo. La peggiore forma di oscenità contemporanea. Le condoglianze su Facebook. A me. Dopo una perdita così dolorosa. –
  Bella trovata! Dimostra che i social possono mandare fuori di senno.
RicMan ha scritto: - Sai che significa quando una persona cara smette di riconoscerti, ti tratta come fossi una ladra, ti urla addosso cose irripetibili, e tu devi convincerla persino a farsi accompagnare in bagno? No… non lo sai, per te la vita è una ininterrotta condivisione di stronzate sui social.
Questa parte mi piace meno, un po' retorica.
RicMan ha scritto: Franco! Oddio… come stai? – Questa era la voce di Paolo, ma era fuori dal campo visivo del ragazzo, ancora disteso e impietrito dal dolore e dallo shock.
- Si faccia da parte! Non può stare qui! –
- Va bene… volevo solo… oddio, Franco! Non dovevi aprire… che ti avevo detto? Oddio… – La voce dell’amico si allontanava piano.
    Tutti questi oddio mi sembrano esagerati, come ancora i puntini...
Hai scritto un racconto che potrebbe essere la trama di un thriller a tutti gli effetti. Mi ha ricordato qualcosa di Dario Argento.
L'idea è buona. Forse bisognava lavorare un po' di più sulla figura di Sandra, dare qualche elemento in più sulla sua follia. Sei stato bravo nella descrizione e nel creare la tensione. Mi sembra scritto bene con buoni dialoghi; forse in alcuni passaggi traspare un eccessivo stupore del quale non ce n'è bisogno.
Il finale è molto classico, che non è un male anzi, però una trovata più sopra le righe ci sarebbe stata bene, qualche spezia di Tarantino magari.
A rileggerti


Re: Ciò che fece Sandra

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@RicMan ciao.
E' la prima volta che ti leggo. Faccio questo commento per poter partecipare a MI 151.
Ovviamente spero di darti qualche spunto utile, ma prendi quello che ritieni utile e butta via il resto.
Innanzitutto il racconto mi è piaciuto. Mi è piaciuta l'idea. Estrema e potente. Alla fine mi è quasi dispiaciuto che Sandra venisse uccisa.
Riguardo alla scrittura, l'ho trovata altalenante. In alcune parti agile, in altre ridondante, in altre ancora da "luogo comune".
Cerco di spiegarmi.
In questa frase, le parti che cancellerei non aggiungono nulla, anzi, spezzano il ritmo:
RicMan ha scritto: Prima di rispondere, Franco dette un’occhiata alla sveglia. Ssbirciò attraverso le palpebre appiccicate dal sonno: erano le 5.47. Con la punta delle dita ancora intorpidite fece quasi cadere il telefono nel tentativo di afferrarlo in modo da non rifiutare la chiamata.
 In questa invece mi sembra non efficace, un po' banale, la parte sottolineata:
RicMan ha scritto: c’è Sandra che… sta facendo delle cose, in giro… 
Un altro suggerimento: attenzione ai puntini di sospensione. Rendono il discorso involuto, usali con grande parsimonia e l'intera narrazione ne gioverà.

Bello questo fraintendimento:
RicMan ha scritto: - Ma che dici? Sandra? Dà la caccia agli amici di suo padre?-
RicMan ha scritto: di essere nelle prime fasi di un brutto sogno. 
Perché "nelle prime fasi"?
La seguente invece secondo me non funziona, l'inciso tra le virgole spezza il flusso, forse meglio metterlo a inizio frase. Ma in generale, il fatto che era stato sbattuto a terra era già chiaro, è ridondante.
RicMan ha scritto: Capì, mentre fuochi d’artificio gli scoppiavano davanti agli occhi sgranati, di essere stato gettato a terra con violenza.
Molto efficace questo passaggio, da senso al martello:
RicMan ha scritto: vi ammazzo tutti. Anzi, vi rompo, come questo telefono
Per finire la veloce panoramica, forse questa frase deve puntare più al vedere il flash attraverso le palpebre piuttosto che sentire il suono.

RicMan ha scritto: di udire, per un paio di volte, il flash di una fotocamera
Mi fermo qui facendoti ancora i complimenti e sperando di rileggerti presto!\

Re: Ciò che fece Sandra

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Ciao @RicMan , contento di leggerti per la prima volta. 
Ti lascio qualche osservazione, con la speranza che possano tornarti utili.
RicMan ha scritto: Franco dette un’occhiata alla sveglia. Sbirciò attraverso le palpebre appiccicate dal sonno: erano le 5.47.
Secondo me potresti snellire questa parte, che risulta un po' ridondante. Magari anche con un semplice: "Franco dette una sbirciata alla sveglia attraverso le palpebre appiccicate. Erano le 5.47". è solo un esempio eh, puoi fare di meglio ;)
RicMan ha scritto: fece quasi cadere il telefono nel tentativo di afferrarlo in modo da non rifiutare la chiamata.
Idem. Quel "nel tentativo di afferrarlo in modo da non rifiutare la chiamata" è ridondante. Eliminerei la seconda parte. Nel tentativo di afferrarlo. Punto.
RicMan ha scritto: Franco maledisse la propria sbadataggine per aver dimenticato di silenziare il cellulare. Paolo era un vero rompipalle: puntiglioso, nevrastenico ed esagerato.
Anche qui: perché non "Franco si maledisse per non aver silenziato il cellulare"? più easy e snello, non trovi? :) 
La descrizione di Paolo è superflua. Ce lo dimostri con le azioni, che Paolo è puntigliose, nevrastenico ed esagerato.
RicMan ha scritto: Le ha dato di volta il cervello, credo per via della morte di suo padre.
Quel "credo per via ecc" non mi piace. Suona artefatto. Eliminerei. Lascia solo le ha dato di volta il cervello (puoi anche cambiare la frase, anzi meglio. Le ha dato di volta il cervello è un po' un cliché". 
RicMan ha scritto: Franco quasi cadde dal letto per il soprassalto.
Anche questo è un po' banale, sforzati e modificalo in qualcosa di tuo, di unico!
RicMan ha scritto: ebbe paura di vederselo espellere fuori dal petto.
Non mi piace molto questa espressione.
RicMan ha scritto: serial killer.
Killer, senza serial. Serial killer è chi ne commette tanti, di omicidi :)
RicMan ha scritto: ed il pavimento tutt’ad un tratto si alzò e gli venne contro colpendolo alla nuca
Questo mi piace, l'unico appunto è che, cadendo indietro, non è una scena che Franco può vedere. Ma ci sta, bella, originale :)
RicMan ha scritto: - Quante… faccine… adesso? –
Qui non ho capito: chi pronuncia la frase?

Più in generale: il racconto mi è piaciuto abbastanza, trovo i dialoghi per la maggior parte riusciti, credibili vista la situazione narrata. Sul finale non so, forse avrei troncato prima dell'arrivo della polizia, lasciando il lettore all'oscuro di quanto sarebbe successo poi :) Che suspance.
Il testo è scritto bene, lavorerei un po' sulle cose che ti ho indicato, ma tieni presente che si tratta anche di gusto personale.

A rileggerti

Re: Ciò che fece Sandra

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E' un bel racconto @RicMan Mi è piaciuto leggerlo. L'iatmosfera è carica di concitazione e l'dea che una brava ragazza voglia risolvere le cose a martellate è deliziosa.
Il problema è : quali cose?. Non intendo la dinamica dei fatti, quella l'hai tratteggiata bene. Sto parlando di loro: Franco, Paolo, Claudio e Sandra.
Chi sono? Cosa li lega, oltre la consuetudine? 
RicManPaolo era un vero rompipalle: puntiglioso, nevrastenico ed esagerato.
Bene, anche se in quella situazione lascia che sia Paolo ad occuparsi dei soccorsi, cosa che, per un attimo mi ha fatto pensare fosse lui l'anima nera.
RicManÈ lei! Non aprire! Ha spaccato il cranio a Claudio!-
Dunque lo sa! Come? Era presente? Ipotesi succosa, in modalità Amichetti di Satana

"Era possibile che la sua amica fosse uscita di senno e avesse preso a girare per la città di notte, portandosi dietro un martello ed aggredendo i suoi stessi amici? "

Evidentemente sì. 
Ma pure questi benedetti figlioli, diciamocelo, l'hanno trattata maluccio.  Insomma, pazza lei, stronzi sciocchini imprudenti loro.
Ecco, questi nodi non vengono dipanati e la cosa, ti confesso, mi è un po' mancata. Sarebbero bastate poche frasi, appena qualcosina in più di quelle che hai usato per l'ambiguo (perché lo è, eccome se lo è!) Paolo.
Detto questo, al netto delle pulci formali che ti hanno già fatto, hai maneggiato l'azione benissimo e la mancanza di empatia è ampiamente compensata dal divertimento
RicManGirò la maniglia. Non fece in tempo ad aprire la porta che l’anta gli piombò sul naso ed il pavimento tutt’ad un tratto si alzò e gli venne contro colpendolo alla nuca. Capì, mentre fuochi d’artificio gli scoppiavano davanti agli occhi sgranati, di essere stato gettato a terra con violenza.
Fu allora che girò la testa per dire qualcosa e vide il martello, stretto nella mano di Sandra.

Dopo il piagnucolio fuori porta, questa e tutto quello che segue, sono vere chicche da cinefilo esperto.
Bravo!

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