[MI149] A vent'anni, dietro una foglia

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Traccia di mezzanotte

Le foglie dei platani sul Lungotevere erano gialle e rosse, le ricordo bene. Una si sollevò col vento e venne a posarsi fra i tuoi capelli. 
Prendesti il picciolo tra due dita e ti copristi il viso con quella grande mano frastagliata, e intanto ridevi. 
Scendemmo le scale dei muraglioni fino a raggiungere il fiume, e ci accomodammo su due sediole in formica lasciate lì da qualche pescatore, alle spalle degli argini.
Il sole del pomeriggio inoltrato increspava di luce l'acqua verde del fiume, e mi riempii come al solito di malinconia. A quell'ora, in ogni stagione, dovrei chiudermi in casa, non gironzolare insieme a una bella ragazza tra le foglie dorate e i bagliori.

«Disegna sulla foglia gli occhi e la bocca e parliamoci così, ti va? Resto nascosta dietro. È un bel gioco!»
«Se ci passo sopra la biro si spezzerà» ti dissi, ma tu mi pregasti di provare lo stesso, premendo la penna con delicatezza: solo due ovali per gli occhi e un cuore come bocca.
Continuammo a parlare così, tu con la foglia sul viso e io che avrei voluto guardarti negli occhi. Poi anche la foglia ti venne a noia e la gettasti per terra.
«I topi! Guarda quanti topi! Che schifo! Uno sull'altro, guarda! Corrono arrampicandosi addosso! Ma quanti ce ne sono? Che vomito!»
Dove il Tevere toccava terra, dietro casa dei miei, a Fiumicino, c'era un fitto intrico di rami e assi di legno scuro, mescolati a buste di plastica nera e cassette della frutta. Su quella specie di collinetta salivano e scendevano decine di pantegane. Da bambino, con mio fratello, cercavo di colpirle sul cranio con la fionda. 
Ma non ebbi voglia di raccontartelo, forse per non sembrarti brutale.

«Vuoi andare via? Dai, risaliamo. Le rive del fiume sono piene di topi, non è una novità. Andiamo a prendere un caffè. O un gelato, se preferisci» ti dissi, ma tu, ammaliata dai movimenti rapidi delle bestiole, mi scostasti con le dita la mano che ti sfiorava la spalla.
«Non è strano che facciano di continuo lo stesso movimento? Voglio dire: non fanno altro che correre, saltarsi addosso, ruotare su sè stessi, rosicchiare qualcosa, dimenare quella codaccia grassa. Dicono che sono intelligenti, i topi. Ma che fanno, nella vita, oltre a cercare il cibo e giocare ad acchiapparella?»
«E noi, in fondo, cosa facciamo? Non siamo mica tanto diversi, sai» provai a dirti, e raccolsi da terra la foglia con gli occhi e la bocca.
«Be', proprio non direi che ci somigliamo! Noi andiamo al cinema, a teatro, ai musei, viaggiamo per il mondo, conosciamo gente, ci innamoriamo.»
«Ci innamoriamo, hai ragione» dissi poggiando la foglia sul tuo viso, e avvicinando la bocca al cuore disegnato a penna. Accettasti quel bacio ridendo.
«Non è un vero bacio, però! Ho sentito il sapore della foglia, non delle tue labbra.»
Fosti tu a spostare la foglia e a baciarmi ancora, ma la malinconia mi aveva preso di nuovo con sè e invece di guardare i tuoi occhi osservavo i ratti ammucchiati uno sull'altro.
«Non mi va di fare come quei topi» dicesti staccandoti da me, «non ho nessuna voglia di avere figli. Mi va di laurearmi, e di andare a perfezionarmi all'estero. Negli Stati Uniti, o in Australia. Molto lontano da qui. 
A Roma, in fondo, non c'è niente, a parte i ruderi sparsi ovunque. Oh, scusa, non l'ho detto per offenderti, non ho nulla contro il tuo lavoro. Il fatto è che il passato mi annoia. Sono giovane, voto per il futuro. Ahahah, che cosa strana ho detto, sembra quasi uno slogan: "Io voto per il futuro". Non è simpatico come motto?»
«Sì, un po' sciocco ma simpatico» ti risposi guardando l'orologio.
«Sciocco? E perchè mai ti sembra sciocco, si può sapere? Anche se ho dieci anni meno di te non significa che sia scema: guarda che un giorno potremmo essere colleghi. Mmm... no, non credo davvero che la vita accademica faccia per me. Io voglio viaggiare, vedere sempre facce nuove e cose diverse. La tua vita mi annoierebbe a morte.»
«Pensi che frequentando biologia avrai una vita così ricca di viaggi e novità?» dissi, pentendomene subito dopo. Non volevo certo polemizzare, ma ormai il guaio era fatto, e temetti una tua reazione isterica. Furono i topi a venirmi in aiuto.
«Guarda! Si baciano anche loro! Osserva quei due, come si strofinano il muso. E quelle zampette sulle spalle, come sono graziose. Quasi ti fanno scordare che animali laidi sono. Vieni qui, butta quella foglia.»

Anche i baci possono essere tristi. Se l'aria intorno è malinconica, e il fiume scorre lento verso il mare e i gabbiani stridono nel cielo rosa, e se è ottobre, o anche maggio, ed è il crepuscolo, e una famigliola di topi chiacchiera allegra intorno a un tavolo imbandito per la cena, e i genitori sorridono mentre ascoltano i figlioli parlare del loro futuro di topi astronauti o topi pompieri, se tutto, intorno, prende il colore della foglia del platano in autunno, allora anche i baci possono essere tristi.
Sei partita per gli Stati Uniti, anni dopo. Hai viaggiato, hai conosciuto tante persone, tante cose. Biologia l'hai lasciata perdere, non faceva per te. 
Ti ricordo dietro quella foglia, a vent'anni, con gli occhi ovali e la bocca a cuore.
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Re: [MI149] A vent'anni, dietro una foglia

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@Ippolita   :)

Un racconto soffuso di poesia sull'incontro tra due innamorati che si lasceranno presto.
Uno stile delicato e misurato come te.
Inserire nella narrazione la presenza, tra i due,  delle pantegane sulle derive del Tevere è stata una bella mossa: ispirare ai protagonisti, coi loro accoppiamenti frenetici o gli strofinii dei musetti, paralleli diversi su come vedere la vita e il loro futuro.

Grazie della bella lettura.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI149] A vent'anni, dietro una foglia

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@Ippolita
Malinconico racconto di un addio del passato. Ambientazione e suggestione da film romantico/realista e tanti bei passaggi poetici in punta di penna.
Complimenti!
Il mio problema è che non riesco a godermelo appieno perché si lega all'immagine del groviglio di ratti e alla loro massa vorticante. Era la traccia, ovviamente, ma è come una ghigliottina che  trancia l'emozione. troppo distoniche le due immagini per il mio stomaco  :aka:

Ma sono io!
Di nuovo complimenti

Re: [MI149] A vent'anni, dietro una foglia

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Ippolita ha scritto: Anche i baci possono essere tristi. Se l'aria intorno è malinconica, e il fiume scorre lento verso il mare e i gabbiani stridono nel cielo rosa, e se è ottobre, o anche maggio, ed è il crepuscolo, e una famigliola di topi chiacchiera allegra intorno a un tavolo imbandito per la cena, e i genitori sorridono mentre ascoltano i figlioli parlare del loro futuro di topi astronauti o topi pompieri, se tutto, intorno, prende il colore della foglia del platano in autunno, allora anche i baci possono essere tristi.
Vado a piangere...

Delicato e malinconico, mi ci sono rispecchiato molto perché lo sono il più delle volte, malinconico. Mi hai fatto riaffiorare vecchi ricordi, di quand'ero bambino e passeggiavo lungo il fiume, non  il Tevere ma il Seveso: marrone e schiumoso con dei toponi giganti che pensavo fossero dei castori. E dire che col mio amichetto ne catturavamo diversi e li mettevamo vivi in un sacchetto per farli vedere ai genitori. "Guarda papà, ho preso un castoro!" 
Lascio immaginare la sua reazione...
Bello @Ippolita

Re: [MI149] A vent'anni, dietro una foglia

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Ciao @Ippolita,
Un racconto delicato, come la foglia dietro cui si nasconde la protagonista. E i ricordi hanno una natura simile... L'uso del passato remoto calca il senso di nostalgia e di lontananza del ricordo e aiuta a creare un'atmosfera rarefatta.
Ho trovato molto interessante l'inserimento dei topi in questo ricordo così delicato. Oltre alle ovvie esigenze di traccia, hai creato un'immagine che contrasta molto con il resto, forse difficile da inquadrare e cogliere in pieno nel suo significato, ma proprio per questo particolarmente suggestiva ed enigmatica, e molto particolare.
Piaciuto molto!

Re: [MI149] A vent'anni, dietro una foglia

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ciao @Ippolita . Pensavo di trovare la tua solita verve anticonformista, e invece, ecco un racconto intriso di nostalgia e romanticismo. :o
Anche a me è piaciuta la scena della foglia che cade; preludio dell'autunno, mese dell'addio al bel tempo, e chissà, anche agli amori estivi.
I ratti che fanno da contorno mi lasciano un po così!, per un attimo ho pensato a lei, biologa, con tanti topolini in gabbia da studiare. Poi invece lei cambia lavoro, peccato, magari ha preso a lavorare in una industria di topicidi, come chimica... va bè! il finale non è come l'avevo immaginato.
ciao, a presto :sss:
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI149] A vent'anni, dietro una foglia

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L ha scritto: Era la traccia, ovviamente, ma è come una ghigliottina che trancia l'emozione
Come ti capisco, @L'illusoillusore! I topi mi fanno davvero schifo. Grazie per essere riuscito a leggere, nonostante i topastri... e grazie per i complimenti. 
Kasimiro ha scritto: Mi fatto riaffiorare vecchi ricordi, di quand'ero bambino e passeggiavo lungo il fiume, non il Tevere ma il Seveso
Grazie a te, @Kasimiro, per il tuo ricordo bello e divertente e grazie per aver apprezzato il brano. 
Tra malinconici ci si comprende.
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Re: [MI149] A vent'anni, dietro una foglia

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@Ippolita  Ho pensato alla gioventù, all'arroganza della gioventù e alla sua mancanza di tatto nell'illusione che la sincerità diretta sia la migliore qualità di una persona.
I topi non mi hanno disturbato. Anche loro rosicchiano ai margini della nostra realtà, così come noi sentiamo il tempo che rosicchia le nostre relazioni.
Vado a fare compagnia a @Kasimiro almeno stavolta non mi commuovo da sola.
Bello!

Re: [MI149] A vent'anni, dietro una foglia

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Ciao @Ippolita 
Un racconto molto delicato, dolce, se escludiamo i topi.
I topi non riesco a farmeli amici, non riesco a includerli, ma erano nella traccia.
Conosco un po il Lungotevere, tanti anni fa ci sono passato, le tue descrizioni me lo hanno riportato alla mente. Quei platani in autunno sono molto romantici, i dialoghi le azioni dei due ragazzi (anche se lui ha dieci anni in più di lei) sono dolci, tipici degli innamorati e la questione delle foglie lho trovata particolare, inusuale ma bella, credibile come timido e indiretto approccio. Poi le strade della vita hanno separato i due e questo rende la storia melanconica, come un rimpianto, unoccasione persa per sempre, come purtroppo accade davvero.
Mi è piaciuto.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [MI149] A vent'anni, dietro una foglia

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Almissima ha scritto: Ho pensato alla gioventù, all'arroganza della gioventù e alla sua mancanza di tatto nell'illusione che la sincerità diretta sia la migliore qualità di una persona
Hai ragione. Scrivendo non ci ho pensato in modo razionale ma, rileggendo, anch'io ho avuto questa impressione. 
Grazie per essere passata tra noi, @Almissima! Felice che il racconto ti sia piaciuto.
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Re: [MI149] A vent'anni, dietro una foglia

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Ciao @Ippolita, davvero un bel racconto. Mi hai trasportata nel languore del protagonista con maestria, inchiodato a un sentimento, in un'atmosfera di sospensione interrotta solo dalle esternazioni distaccate di lei. L'egoismo dell'amata che non vuole catene, ma che di tutto vuole prendere solo il meglio, perché il mondo esiste solo per lei.
Ed anche lo sguardo sui topi è intimimante diverso: lei vedi creature stupide che si agitano, giocano e pensano al cibo (in fondo la ricordano), lui vede creature che esprimono un'affettività fisica. Non solo, verso la fine, il tuo protagonista riconosce in loro una trasposizione umana del senso della famiglia.
Tocco di classe! <3
"Fare o non fare, non c'è provare." Yoda - Star Wars

Re: [MI149] A vent'anni, dietro una foglia

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Alberto Tosciri ha scritto: Conosco un poil Lungotevere, tanti anni fa ci sono passato, le tue descrizioni me lo hanno riportato alla mente. Quei platani in autunno sono molto romantici
Ciao, Alberto! Sono felice che tu abbia gradito il racconto e che ti siano tornati alla memoria i platani del Lungotevere. Specialmente nel punto in cui si affacciano sull'Isola Tiberina, hanno un fascino senza pari. Sull'altro lato c'è la Sinagoga, e dietro, nel magnifico Quartiere ebraico, il Portico d'Ottavia. In quelle vie vi sono botteghe che preparano specialità ebraiche squisite. 
Grazie per il bel commento, @Alberto Tosciri.
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Re: [MI149] A vent'anni, dietro una foglia

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[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]In bel racconto, @Ippolita [/font][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]. Non perfetto ma bello. L'irrompere dei topi spezza molto l'atmosfera che stavi creando. Di per sé può essere un valore aggiunto, anche per il suo valore simbolico, ma proverei a integrare meglio le due atmosfere. Alcuni dialoghi, poi, sono troppo spiegati. Lavorei di queste due cose in fase di revisione. Ma è un pollice in su  (y)[/font]
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI149] A vent'anni, dietro una foglia

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Kore ha scritto: e presenta i topi in maniera buffa senza creare un senso di distanziamento creato dall'idea che tutti (o quasi) abbiamo dei topi come animali sporchi.
Grazie mille, @Kore! Sono contenta che i topastri del Tevere non ti abbiano infastidito. Sei gentilissima, grazie ancora.
ElmoInverso ha scritto: ... L'egoismo dell'amata che non vuole catene, ma che di tutto vuole prendere solo il meglio, perché il mondo esiste solo per lei.
....
Non solo, verso la fine, il tuo protagonista riconosce in loro una trasposizione umana del senso della famiglia.
Cara @ElmoInverso, grazie infinite per l'attentissima lettura e il delizioso commento.
Un abbraccio a entrambe.
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Re: [MI149] A vent'anni, dietro una foglia

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Edu ha scritto: L'irrompere dei topi spezza molto l'atmosfera che stavi creando. Di per sé può essere un valore aggiunto, anche per il suo valore simbolico, ma proverei a integrare meglio le due atmosfere. Alcuni dialoghi, poi, sono troppo spiegati. Lavorei di queste due cose in fase di revisione.
@Edu, grazie per il commento e i suggerimenti, molto graditi. 
Ti chiederei, senza nessun impegno, quando e se avrai tempo e voglia, di farmi degli esempi su come integrare meglio le atmosfere e soprattutto su come rendere i dialoghi meno spiegati. È un mio punto debole, ne sono consapevole. 
Sono contenta che nel complesso il racconto ti sia piaciuto. Grazie! 
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