[MI149] Mi chiamo Anna e un giorno sono passata di qua

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https://www.costruttoridimondi.org/forum/viewtopic.php?p=14171#p14171

Traccia di mezzogiorno 

«Settemiliardi e mezzo di esseri umani vivevano in centoquarantottomilioni di metri quadrati di terra.» 
La mia insegnante ci tiene che impariamo i dati a memoria. Dice che ci torneranno utili per comprendere la storia dell’evoluzione umana. 
Oggi che la terra è popolata da due miliardi di uomini e che la terra disponile é trentacinque milioni di metri quadrati, più o meno, sembra impossibile che un tempo le cose fossero tanto diverse.
Dopo la grande inondazione che ha ridotto gli spazi abitabili, per garantire a tutti una buona sopravvivenza nel pianeta, gli uomini hanno imparato a gestire le risorse disponibili e tutto funziona a meraviglia.
La mia scadenza naturale sarà fra quindici anni e sette mesi sempre che non mi capiti qualche imprevisto. Trenta anni esatti dalla nascita come è scritto nel contatore che mi hanno installato nel petto, sopra la zona del cuore. 
Pensare che prima gli uomini nascevano e non sapevano quale scadenza avessero, mi fa rabbrividire. Nella terra regnavano il caos e l’ingiustizia.
Alcuni uomini vivevano anche più di cento anni, altri non arrivavano a tre. E che dire del cibo? C’era chi mangiava moltissimo e che moriva di fame. 
Queste ingiustizie sono state rimosse, per fortuna. La razione di cibo è per tutti la stessa, ovviamente tenuto conto del sesso, dell’età e del tipo di lavoro. 
Man mano che ci si avvicina alla scadenza, le razioni vengono ridotte, così si facilita il distacco. 
Anche per lavorare non ci sono problemi. La scelta viene fatta dal calcolatore in base alle caratteristiche di ognuno. Ci sono lavoratori del mare e lavoratori della terra. Si viene indirizzati in un percorso di studio per prepararsi a servire la comunità. 
Qualche mese prima della scadenza dobbiamo provvedere a istruire i nuovi arrivati e così non ci sono intoppi. 
I miei genitori sono scaduti cinque anni fa. Mio padre costruiva ponti e mia madre lavorava alla diga di dissalazione per rendere l’acqua potabile. Mi ha insegnato tutto quanto c’è da sapere e fra un anno, quando avrò completato gli studi, farò anch’ io lo stesso mestiere.
L’ insegnante ci ha detto che molti anni fa c’erano persone che, per lavoro, regalavano emozioni alla gente. Si chiamavano “artisti”, una parola molto difficile da pronunciare.
Io non so a cosa potessero servire le emozioni. Di sicuro non si mangiavano e neppure si bevevano. Pare che le emozioni facessero stare bene. 
Devo dire che sarei molto curiosa di provarle, ma mi hanno spiegato che sono pericolose e ormai introvabili.
Io sento una sensazione strana quando, di notte,  mi metto a osservare le stelle. Non l’ho mai detto a nessuno prima. È come se il cuore mi balzasse dal petto e raggiungesse il cervello per poi uscire, come una goccia, dagli occhi. 
In quei momenti, mi viene voglia di scrivere. È una pulsione irrefrenabile, come se una parte di me venisse da un luogo sconosciuto. 
Penso che sia importante farlo e che quando non ci sarò più, qualcuno potrà ricordarsi di me.  
Queste parole le ho scritte stanotte e voglio condividerle. Forse un giorno non ci saranno più neppure le stelle. Chissà.

Terra piccolo fragile miracolo 
nel freddo e buio illuminato dal tuo azzurro
Terra da respirare, terra da nutrirsi 
Terra sudata, calspestata, sfruttata
Madre e padre 
Terra da amare, da odiare,da conquistare.
E sentire che alla Terra appartengo 
sono della sua stessa sostanza.
Eppure anelo il cielo
mi lascio stupire da stelle ignare
della mia esistenza
Raggiungerle un giorno vorrei
e incamminarmi con loro
verso l’infinito.

Ciao, mi chiamo Anna e un giorno sono passata di qua. 

 

Re: [MI149] Mi chiamo Anna e un giorno sono passata di qua

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@Ciao Monica (non so perchè non riesco a taggarti e il testo sta facendo le bizze) passo velocemente per un commento.
@Trovo l'incipit particolarmente chiaro e conciso che introduce immediatamente l'azione (i miei complimenti!) 
Parto immediatamente con le riflessioni di tipo formale: credo che qui dopo mesi ci vada una virgola.
@
@Monica ha scritto: La mia scadenza naturale sarà fra quindici anni e sette mesi sempre che non mi capiti qualche imprevisto.
Credo che qui sia meglio inserire una virgola prima di "sempre"
@Monica ha scritto: Pensare che prima gli uomini nascevano e non sapevano quale scadenza avessero, mi fa rabbrividire
il fatto che tu divida la principale con una virgola e la metta alla fine mi suona un po' "impostato" perciò consiglierei "mi fa rabbrividire il pensiero che"
@Monica ha scritto: Qualche mese prima della scadenza dobbiamo provvedere a istruire i nuovi arrivati e così non ci sono intoppi
Forse sarebbe meglio "così che non ci siano intoppi"
@Monica ha scritto: Mi ha insegnato tutto quanto c’è da sapere e fra un anno, quando avrò completato gli studi, farò anch’ io lo stesso mestiere.
Qui non mi è chiaro chi è il soggetto. La madre o il padre?

Dal punto di vista contenutistico sono estasiata, il distopico/utopico è il mio tipo di ambientazione preferita e il fatto che tu abbia speso veramente poche righe di incipit per porre le basi del worldbuilding e poi sviluppare il personaggio di Anna mi ha catturata subito.
Ho apprezzato molto "l'analisi dei sentimenti" che fai, il fatto che spieghi quale sintomatologia la porti a voler scrivere e anche se la poesia non è il mio genere (non so davvero come commentarla) hai reso benissimo come l'arte sia il mezzo per lasciare la traccia di noi stessi sulla Terra.


Complimenti

Re: [MI149] Mi chiamo Anna e un giorno sono passata di qua

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@Monica ha scritto: é
Fesseria, ma l'accento è grave. Refuso.

@@Monica ciao. Allora, allora, trovo che in questo schizzo ci siano degli spunti, alcuni mi sono piaciuti, Altri meno punti. anche io amo il distopico, la prima idea, quella della scadenza alla vita umana, l'ho trovata meno originale della seconda, ovvero quella della perdita delle emozioni. Magari, avrei scelto una strada e approfondito un po' più quella, perché sembra che il racconto sia un po' ondivago e alla fine vada a parare altrove, verso la poesia. A tal proposito, non posso che rammaricarmi che @poeta zaza abbia fatto proseliti: come io ho ripetuto sempre a lei, l'operazione non mi persuade. Sì avrei scelto una strada e approdondito un po' di più quella.
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI149] Mi chiamo Anna e un giorno sono passata di qua

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@@Monica
Ciao! Ho trovato il racconto piacevole e la scrittura fluida ed efficace. L'idea della "scadenza" non è nuova ma ogni volta mi raggela il sangue. Quindi per me è efficace, soprattutto perché legata alla privazioni di emozioni. Angosciante.
Ovviamente la protagonista apre il barlume di speranza finale.
Ecco, ripensando alla lettura, sento il tuo racconto come l'incipit di qualcosa di maestoso, di cosmico che avverrà nel proseguo del romanzo, dove alla fine trionferà l'irrazionale beltà dell'essere umano!

Una nota sola: non mi suona bene il fatto che in una società così controllata si insegni l'esistenza delle emozioni.

Complimenti!

Re: [MI149] Mi chiamo Anna e un giorno sono passata di qua

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@Monica ha scritto: Pare che le emozioni facessero stare bene. 
Devo dire che sarei molto curiosa di provarle, ma mi hanno spiegato che sono pericolose e ormai introvabili.
Io sento una sensazione strana quando, di notte,  mi metto a osservare le stelle. Non l’ho mai detto a nessuno prima. È come se il cuore mi balzasse dal petto e raggiungesse il cervello per poi uscire, come una goccia, dagli occhi. 
Questa è poesia.
@Monica ha scritto: calspestata
refuso.

Cara @@Monica   :)

Mi è piaciuto il tuo racconto, impostato in un mondo futuribile dove gli uomini (molto ridotti di numero e con meno spazi di Terra vivibile) vengono alla luce con la propria scadenza già fissata: trent'anni. Si lavora e si mangia. Qualche nozione di storia con una visione unilaterale e negativa del passato. Si parla male delle "emozioni" come se fossero droghe da evitare.
Ma ecco che nella giovane protagonista queste sbocciano comunque (in quel pensiero poetico che ti ho evidenziato, Monica) e nei versi finali, che ci stanno, oh sì che ci stanno come epilogo di questa storia futuribile, avveniristica e (speriamo) irrealistica oltre ogni dire!
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI149] Mi chiamo Anna e un giorno sono passata di qua

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ciao @@Monica @@Monica. Partirei subito con quello che mi hai trasmesso. C'è il solito quartierino di illuminati che decidono quanto devi campare con la scusa che il mondo è piccolo... Sinceramente spero di poterli accoppare prima che vadano a comandare... :D Hai toccato un tema che è stato ripreso in varie serie televisive e pure dal grande schermo e quindi niente di nuovo. Invece trovo interessante l'inserimento dei versi perché alla fine, i sentimenti non si possono limitare, ne estrapolare dal contesto umano. Concordo con @Edu  che Zaza sta facendo proseliti... scherzo! della poesia è molto bella l'introduzione, mi è piaciuta tanto in quanto riflette il tempo distopico, ma con il proseguo dei versi, questa sensazione un po si perde... Come al solito è un piacere leggerti e commentarti.. ciao
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI149] Mi chiamo Anna e un giorno sono passata di qua

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Grazie ragazzi del passaggio e dei generosi commenti 
@Kore grazie delle correzioni. Questo mini racconto è pieno di difetti, a rileggerlo mi sono diventati i capelli ricci
@Edu questo è il posto giusto per sperimentare e... ebbene sì @Poeta Zaza è contagiosa. Grazie della tua opinione, ne farò tesoro.
@L'illusoillusore sì, comprendo la tua perplessità, ma considerata la brevità del testo non mi sono posta troppi limiti. Però condivido l’osservazione. Grazie!
@Poeta Zaza che dire... sono contenta che ti sia piaciuto l’inserimento poetico. La poesia è infettiva... 💖
@bestseller2020 grazie. Mi fa piacere che tu abbia apprezzato l’inserimento di alcuni versi. Come ho detto a Edu ho voluto sperimentare... per il resto, è difficile essere originali. Mi rendo conto. Alla prossima!

Re: [MI149] Mi chiamo Anna e un giorno sono passata di qua

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@Monica ha scritto: Ciao, mi chiamo Anna e un giorno sono passata di qua. 
Ciao, ti ho citata solo perché non riesco a taggarti.
Sono immagini molto suggestive quelle che hai descritto, per lo meno la parte dove descrivi lei che guarda il cielo e la vince la voglia di scrivere.
Un bel racconto, anche se l'idea è già stata sfruttata, sei riuscita a essere originale.

Re: [MI149] Mi chiamo Anna e un giorno sono passata di qua

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Ciao @@Monica,
Il racconto è scritto bene e scorrevole. Mi piace l'atmosfera che hai creato e anche l'inserimento della poesia (probabilmente è anche questione di gusti, visti i commenti precedenti). La mia unica perplessità riguarda le spiegazioni che la voce narrante fornisce. Mi spiego: funziona bene la parte iniziale in cui a partire da una nozione di scuola, la protagonista spiega la situazione in cui vive lei. Ma molte altre informazioni che dà in seguito non seguono la stessa logica, ad esempio quando spiega come funziona la questione del lavoro. Quindi l'effetto è quello di una serie di spiegazioni ad uso del lettore, che altrimenti non coglierebbe le peculiarità del mondo descritto.
Il racconto, essendo ben scritto, scorre ugualmente bene e si legge con interesse, ma si sente un certo scollamento tra ciò che viene raccontato e il motivo per cui viene raccontato.
Alla prossima!

Re: [MI149] Mi chiamo Anna e un giorno sono passata di qua

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Ciao @Monica un tema arduo da affrontare in poche righe. Ma sei riuscita nell'impresa. Comprendo la difficoltà di spiegare in poche parole un'organizzazione futuristica e lo fai in maniera veramente plausibile. Poi entrano in scena le emozioni che, anche se qualcuno ce la mette tutta, non possiamo reprimere.
Forse, poteva essere reso questo spaccato in maniera più allusiva, senza entrare troppo nei dettagli e lasciare più immaginare al lettore... come hai fatto nella seconda parte.
La scrittura è sempre ottima e scorre che è una meraviglia

Re: [MI149] Mi chiamo Anna e un giorno sono passata di qua

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@Monica ha scritto: Alcuni uomini vivevano anche più di cento anni, altri non arrivavano a tre
Un bel racconto, @@Monica, in cui sparpagli semi di riflessione: non importa che alcuni spunti già si conoscano, perché la riflessione che li concerne è immensa e non arriva a un fondo. Mi è sembrato d'intendere, ma forse è una mia iperlettura, che Anna, l'io narrante, si chieda tra le righe: e se il raggiungimento di quella che pare giustizia si rivelasse poi la somma ingiustizia? Nella seconda lettera di Pietro si dice che di fronte a Dio un giorno è come mille anni e mille anni come un solo giorno: pare quasi che Anna cambierebbe volentieri i suoi quindici anni di pseudo-vita pur di comprendere cosa significhi quella parola così "difficile da pronunciare". 
Interessante il fatto che l'androide verrà a scadenza dopo tot anni a meno che "non vi siano imprevisti": quindi anche gli androidi sono soggetti al caso?
La modalità di scrittura, in cui spieghi ciò che è accaduto e accade, è giustificata dal fatto che il testo è strutturato come una testimonianza di Anna: vorrei pertanto salutarla e farle sapere che le sue parole mi hanno coinvolta e le ho trovate belle. 
Grazie, @@Monica;)
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Re: [MI149] Mi chiamo Anna e un giorno sono passata di qua

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Ciao @@Monica,
prima le pulci:
@Monica ha scritto: C’era chi mangiava moltissimo e che moriva di fame.
=chi
@Monica ha scritto: farò anch’ io lo stesso mestiere
C'è uno spazio tra le due parole.

Bellissima e terrificante questa frase:
  ha scritto:Man mano che ci si avvicina alla scadenza, le razioni vengono ridotte, così si facilita il distacco
  ha scritto:Io sento una sensazione strana quando, di notte,  mi metto a osservare le stelle.
C'è uno spazio in più anche tra "notte," e "mi".
Manca invece uno spazio nella poesia, sesto verso.

A me questo racconto è piaciuto molto anche se l'idea non è nuova.

Intanto, leggendo si avverte una certa piattezza di linguaggio della protagonista, che incuriosisce perché ti chiedi dove voglia andare a parare l'autrice. Trovo che questo dettaglio, che permea buona parte del racconto, sia pregevole. Infatti poi si comprende: una società produttiva che impone la scadenza, che rende introvabili le emozioni, rare e quindi pericolose perché non si sanno gestire. Una società che accorciando la vita, elimina la ricchezza che deriva dalla varietà e dall'esperienza. Una società che eliminando le ingiustizie, elimina anche ogni forma di ribellione e di autoderminazione. Senza contare la giovane età di Anna.
La protagonista, una delle dissidenti più pericolose, smossa da pulsioni incontenibili, scrive una poesia. :yahoo: Mi piace.

Ma qui casca l'asino, però: è troppo brava! Non è credibile che sia un primo tentativo. Davvero, non lega.

Finale del racconto: magnifico. <3
"Fare o non fare, non c'è provare." Yoda - Star Wars

Re: [MI149] Mi chiamo Anna e un giorno sono passata di qua

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Ciao @@Monica 
@Difficile taggarti, questioni tecniche.
@
@Il meraviglioso mondo degli insetti, potrebbe essere. Fino in fondo. Poi arrivi a un bivio e ti accorgi che manca qualcosa.
@Ciò che non hai conosciuto. E continui a desiderare: le emozioni.
@Ne ignori il nome ma nei hai disperatamente bisogno.
@Altrimenti ci riduciamo a poco più che materia organica. Carbonio. E quanti ne incontriamo...
@
@Grazie per aver condiviso
@Atlab
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