Re: [MI149] L'ultimo gondoliere

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Gran bel racconto, scorrevole e gradevole. Ho adorato questa italianità che hai fatto trapelare dai dialoghi, cosa che risalta molto in un racconto distopico. Inoltre in poche righe hai fatto emergere la personalità del protagonista, archetipo del marito un po' scanzonato dal 'mah, sì, risolverò una cosa alla volta', contro la moglie che è preoccupata per i propri focolare e abitudini. Un classico, chi è sposato lo sa. :D
Altro tratto distintivo è l'attaccamento alla gondola, più che alla casa, in quanto può portarsela dovunque e gli dà il pane.
Unico neo, l'inserire Como come metà. Mi spiace deluderti, ma già ora si allaga con un semplice lago, e difficilmente sopravviverà a Bergamo alta. :D

Re: [MI149] L'ultimo gondoliere

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Ciao @bestseller2020 , gran bel racconto, scorrevole e gradevole. Ho adorato questa italianità che hai fatto trapelare dai dialoghi, cosa che risalta molto in un racconto distopico. Inoltre in poche righe hai fatto emergere la personalità del protagonista, archetipo del marito un po' scanzonato dal 'mah, sì, risolverò una cosa alla volta', contro la moglie che è preoccupata per i propri focolare e abitudini. Un classico, chi è sposato lo sa. :D
Altro tratto distintivo è l'attaccamento alla gondola, più che alla casa, in quanto può portarsela dovunque e gli dà il pane, oltre alla leggerezza con cui il protagonista libera le spigole e ridona loro la libertà.
Buffo che la moglie, identificata dalla parola 'menga', sia proprio quella che non vuole vivere a Milano.
Unico neo, l'inserire Como come meta. Mi spiace deluderti, ma già ora si allaga con un semplice lago e un po' di acqua alta, e difficilmente sopravvivrà a Bergamo alta. :D

Per quanto riguarda la parte grammaticale, penso sia stato detto tutto nei commenti sopra, soprattutto da ElmoInverso, tranne forse
flotte > frotte di turisti
e qualche ripetizione evitabile come vie sommerse, vie lagunari, che forse poteva essere reso in modo più pittoresco con calli o callette.
Il resto è formattazione e punteggiatura, un po' scanzonata come tutto il racconto, e figlia sicuramente dei tempi stretti a disposizione. 
C'è anche il fatto che non si intuisca come possano esserci ancora apparecchi elettrici/elettronici funzionanti come i cellulari in un setting simile, ma in un racconto così, penso il surreale sia parte integrante del divertimento e a tratti un pregio. :) 

Re: [MI149] L'ultimo gondoliere

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[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Personalmente uso poco il passato remoto. Pochissimo anzi. Gusto personale ovviamente, ma trovo che tolga l'immediatezza alla narrazione e che spesso venga abusato in vece del presente o il passato prossimo, molto più dinamici e vicini al parlato quotidiano. Gusto personale, ripeto, perché non c'è niente di più squisitamente intimo del tempo in cui decidiamo di ambientare le azioni, ma quel "previsse" proprio stona a mio avviso. Pensiamo a ciò che racconti: un gondoliere che si reinventa trasportatore in un mondo che secondo dopo secondo si allaga sempre di più. Siamo sulla narrazione minuto per minuto, io lettore mi sento trasportato ancor di più in questi eventi se li vivo sul momento e il passato remoto li allontana da me.[/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Chiuso il panegirico sul tempo della narrazione, passiamo al resto. Tutto molto buono. Apertura e chiusura in dialetto hanno un potere evocativo straordinario. Ci fanno capire che chi parla è un gondoliere autentico in un attimo, con un inizio in media res perfetto. A fronte di un eventuale character building che ti avrebbe portato via spazio, tempo e la naturalezza che hai ottenuto magicamente in questo modo. Riusare poi la stessa pratica a fine racconto ha un valore aggiunto: quello della circolarità, un ottimo espediente per ciò che riguarda i racconti brevi. Mi spiego meglio: un racconto breve non ha spazio per costruire personaggi a tutto tondo o eventi che ci catturino con particolari colpi di scena. Si devono cercare quindi degli espedienti narrativi che abbiano il merito di dare una certa "memorabilità" al testo, passami il termine. Diventa memorabile quindi un testo che abbia una frase che torna spesso come tormentone, un richiamo alla fine dell'inizio (il tuo caso), un finale aperto e così via. [/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Molto bene anche la trama con questo conflitto con la moglie, che si va ad aggiungere in modo tragicomico a un mondo e una vita già difficilissimi per il protagonista.[/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Meno mi ha convinto la parte finale, con questa nuova vita per lui solo accennata, che avrebbe meritato qualche spazio in più e magari qualche trovata ironica delle tue, che credo siano attualmente il tuo punto forte, da quel poco che ho letto.[/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Se tu ti diverti a creare situazioni comiche, il lettore si divertirà con te, questa è una certezza. Il mio consiglio è di insistere su questa strada, perché le armi ci sono tutte. A rileggerti <3 [/font]
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