Ciao
@bestseller2020 , gran bel racconto, scorrevole e gradevole. Ho adorato questa italianità che hai fatto trapelare dai dialoghi, cosa che risalta molto in un racconto distopico. Inoltre in poche righe hai fatto emergere la personalità del protagonista, archetipo del marito un po' scanzonato dal 'mah, sì, risolverò una cosa alla volta', contro la moglie che è preoccupata per i propri focolare e abitudini. Un classico, chi è sposato lo sa. :D
Altro tratto distintivo è l'attaccamento alla gondola, più che alla casa, in quanto può portarsela dovunque e gli dà il pane, oltre alla leggerezza con cui il protagonista libera le spigole e ridona loro la libertà.
Buffo che la moglie, identificata dalla parola 'menga', sia proprio quella che non vuole vivere a Milano.
Unico neo, l'inserire Como come meta. Mi spiace deluderti, ma già ora si allaga con un semplice lago e un po' di acqua alta, e difficilmente sopravvivrà a Bergamo alta. :D
Per quanto riguarda la parte grammaticale, penso sia stato detto tutto nei commenti sopra, soprattutto da ElmoInverso, tranne forse
flotte > frotte di turisti
e qualche ripetizione evitabile come vie sommerse, vie lagunari, che forse poteva essere reso in modo più pittoresco con calli o callette.
Il resto è formattazione e punteggiatura, un po' scanzonata come tutto il racconto, e figlia sicuramente dei tempi stretti a disposizione.
C'è anche il fatto che non si intuisca come possano esserci ancora apparecchi elettrici/elettronici funzionanti come i cellulari in un setting simile, ma in un racconto così, penso il surreale sia parte integrante del divertimento e a tratti un pregio.