[MI149] i topi non avevano nipoti

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Traccia di Mezzanotte.

I topi non avevano nipoti
Un urlo acuto risuonò nell’aria fino ad arrivare alle orecchie dei braccianti che stavano spigolando lì vicino. Per un momento il lavoro si fermò, tutti trattennero il respiro. La bambinetta reggeva tra le mani la cuffia bianca, i capelli biondi scompigliati nel vento.
“Mamma! Aiuto! Ho visto il topo portarsi via la chiave del granaio!” La sua voce stridula fece scoppiare a ridere gli altri contadini, non era raro che i topi sgraffignassero il grano ma addirittura una chiave! Doveva averne di fantasia, quella bambina!
La madre raccolse le gonne e con sguardo deciso coprì i pochi metri che la dividevano dalla figlia, assestandole sulla guancia uno schiaffo, quando le fu davanti. Un uomo restò a fissarle attento, e si sfregò le mani sul cappello, preoccupato.
“Quante volte ti ho detto di non addestrare i topi? Solo quei maledetti aristocratici di città hanno queste manie! Noi abbiamo i cani e i gatti, sono quelli i nostri animali da compagnia!” la sgridò la donna. I pianti della ragazzina arrivarono fino alle orecchie del roditore che allontanandosi, smuoveva appena i fili d’erba.
Le piccole zampe si affrettavano verso la libertà. Interno esterno, interno esterno e ogni falcata era un passo in più verso la capitale. 
Allungò la testa poco sopra i fili d’erba e tese le vibrisse: il giallo oro del grano, il verde dell’erba, lo scintillante azzurro dell’acqua piovana e quei profumi di natura e pane caldo erano così diversi da Londra, dove ogni anfratto era oscuro e persino la più limpida acqua di pozza era di un insalubre grigio. 
Spiccò un salto per evitare la tana di una biscia e si voltò indietro. In altri tempi ne avrebbe schiacciato la testa con lo stivale con noncuranza. Arrivò trafelato alla roccia dove aveva lasciato gli altri del suo branco: un topolino bianco, un ratto grigio e uno fulvo che lo scrutarono quando lo videro arrivare, senza smettere di ingozzarsi di nocciole.
Li fissò in attesa che capissero, forse ancora abituato agli sguardi con cui gli umani si comprendevano poi allentò la presa delle mascelle sul ritaglio di giornale quadrato che aveva rubato, il sapore di catrame e inchiostro non gli lasciava ancora la lingua. 
Senza smettere di guardarli urinò su un angolo della carta rimasta a terra, con disprezzo, un’antica abitudine che ricordava di aver sempre avuto. Gli si strinse lo stomaco perciò quando Il più grosso del gruppo si affrettò a ingurgitare la carta stampata, facendo svanire tra le proprie mascelle la notizia della disfatta degli zeppelin tedeschi di appena qualche giorno addietro, ad opera della flotta inglese nei cieli della Norvegia. Quello non fece alcuna reazione che potesse tradire malessere o ripugnanza anzi, non appena ebbe terminato di ingurgitarla prese la chiave tra i denti e si affrettò a dirigersi verso Hyde Park.

Gli occhi di Sir Henry Cole si restrinsero. Finalmente era riuscito a aprire lo stomaco del ratto grigio morto quella mattina. Ne stava esaminando il contenuto, il naso e la bocca coperti da una benda di cotone che gli si calcò sulle guance ancor di più quando si lasciò sfuggire un sorriso. 
L’uomo era chino con il viso molto vicino al muso dell’animale. Si rigirava una chiave tra le mani e stava cercando di decifrare resti smangiucchiati di carta di giornale.
“Sir Cole, quali novità?” Il maggiordomo si schiarì la voce fingendosi interessato all’attività del padrone. Non approvava che vi fosse quel continuo viavai di ratti nella sua casa, tra le intercapedini dietro i muri perché era costretto a controllare l’inventario della dispensa più volte di quanto non fosse decoroso. La notizia era addirittura arrivata alle orecchie del fratello che aveva impedito alla giovane nipote di far visita all’uomo.
Il baronetto ne soffriva, lo sapeva, ma tutto era stato fatto per il bene dell’Inghilterra e per la Regina. 
“Whitby, non vi avevo sentito, grazie per aver portato il tè.” mormorò sir Cole, senza alzare gli occhi.
Il maggiordomo rizzò la schiena, inorgoglito: Il tè delle cinque era una tradizione e mantenere le tradizioni era suo dovere e il suo contributo alla grandezza della propria nazione mentre Sir Cole si occupava di idee più progressiste per vincere la guerra contro i tedeschi. 
Non amava vederlo chino su cadaveri di roditori una volta al giorno e non gli piaceva vedere che quel plebeo acchiapparatti di Jack Black frequentasse così spesso la sua casa per rifornirsi di topi.
“Per favore, lasciate un piattino con dell’uva fuori dalla finestra della mia stanza come ricompensa e scrivete una lettera per farla recapitare a Buckingham Palace; fate sapere che abbiamo trovato un altro tedesco nelle campagne del Kent. Immagino che il nostro aiutante a quattro zampe lo abbia chiuso nel granaio”.
L’uomo in livrea si allontanò dalla stanza del padrone, addolorato di vederlo perdere la testa se dava tali notizie dopo aver esaminato lo stomaco di un topo.

Le vibrisse dell’animale si mossero, preannunciandogli un pericolo; valutò la possibilità di rintanarsi nell’intercapedine da cui era sgusciato fuori, ma trovava spiacevole dover piegare i muscoli e raggomitolarsi su sé stesso, il pelo in eccesso gli appesantiva la schiena; gli ricordava troppo la sensazione che aveva provato dopo aver bevuto il tonico di Jack Black, che lo aveva ridotto a quello stato. 
La bevanda gli aveva acuito i sensi, certo, ma danneggiato irrimediabilmente la memoria: a volte gli pareva di aver avuto un'altra forma, sentiva di aver visto il mondo da un’altra prospettiva, senza quei colori vibranti, blu e verde, senza quella visione chiara come luce anche in piena notte; ma ora il cibo ora era il suo bisogno primario. Il continuo rifornimento di uva e nocciole sul davanzale di un aristocratico londinese lo aveva spinto ad intrufolarsi nelle case più profumate, nei cunicoli più maleodoranti e nelle campagne più sgargianti pur di dare a quell’uomo tutte le informazioni che desiderava sui tedeschi nascosti in Inghilterra, in cambio di tutto il cibo che desiderava.
Il tappeto di quell’abitazione odorava di tabacco, polvere da sparo, pioggia ma non gli parlava di alcun tipo di animale domestico. Si rizzò comunque sulle zampe posteriori, attento: una tazza tintinnò argentina contro il piattino di porcellana, il battito di un cuore agitato contro le stecche rigide di un bustino, una donna in sala da pranzo si lisciò il corpetto. 
“Lord Richter vi ringrazio per avermi ricevuta nella vostra dimora…” iniziò, ma venne subito interrotta dalla voce dell’altro che le arrivò da dietro il giornale aperto.
“Herr Richter, signorina. Se la vostra sovrana mi consente di vivere qui cambiando titolo, ciò non cambia la mia essenza. Vi pregherei di usare questo titolo in casa mia”.
“Non siete altro che un traditore della vostra patria, e non meritate alcun titolo!” replicò la ragazza piccata.
L’uomo ripiegò il giornale in un fruscio gracchiante.
“Siete venuta ad insultarmi?” Le domandò lui di rimando, articolando la domanda in una serie di consonanti rigide, la tensione gli fece arricciare le labbra e i baffi sembrarono indurirsi.
“Sono qui per avere notizie di mio zio Sir Cole” intervenne, bloccando la replica dell’uomo.
“Non so niente di vostro zio, avevamo un appuntamento ma non si è mai presentato”
Ci fu un momento di silenzio e l’animale, che era intento a rotolarsi sui cibi nel carrello vicino al tavolo, vide la stanza riflessa nel servizio di posate d’argento accanto a lui in strani angoli, i due umani ridotti a figure oblunghe.
Forse sarebbe riuscito a sbocconcellare un po’ della salsiccia avanzata dal piatto di lei, prima che la nuova portata fosse servita.
“Forse signorina, dovreste leggere con più attenzione i giornali”, la rimproverò lui, con l’accento straniero molto marcato. Le indicò un articolo con il dito accusatore.
“C’è chi dice che topi londinesi siano quelli che stanno contribuendo di più alla disfatta dei miei connazionali. So che vostro zio passava ore a studiarli, vi siete chiesta se non sia proprio lui a saper qualcosa di questa notizia?”



commento
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Re: [MI149] i topi non avevano nipoti

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Kore ha scritto:
KoreCi fu un momento di silenzio e l’animale, che era intento a rotolarsi sui cibi nel carrello vicino al tavolo, vide la stanza riflessa nel servizio di posate d’argento accanto a lui in strani angoli, i due umani ridotti a figure oblunghe.
Ciao @Kore  quella che ho citato qui sopra è solo una delle tante delizie di questo racconto. Mi ha trasportata in un mondo parallelo, ho visto i docks di Londra, la campagna con i contadini piegati al lavoro e i topi addestrati come spie efficienti.
Scritto benissimo, con uno stile scorrevole impreziosito da immagini e colori. 
Che dirti? È stato bello leggerti. Anzi, ti dirò che questa storia meriterebbe un sequel.
Complimenti! 👏👏👏 
Ps bellissimo il titolo palindromo!

Re: [MI149] i topi non avevano nipoti

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Ciao @Kore . Noto che sei arrivato (o arrivata?) sul filo degli ottomila caratteri, e infatti vedo tanta tanta carne a cuocere in questo racconto, il che è un'arma a doppio taglio: tanta roba, ok, ma forse troppa per la corta misura. Mi viene il dubbio non sia uno stralcio di qualcosa di più lungo, anche perché la situazione e i personaggi iniziali si perdono...
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI149] i topi non avevano nipoti

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Kore ha scritto: “Per favore, lasciate un piattino con dell’uva fuori dalla finestra della mia stanza come ricompensa e scrivete una lettera per farla recapitare a Buckingham Palace; fate sapere che abbiamo trovato un altro tedesco nelle campagne del Kent. Immagino che il nostro aiutante a quattro zampe lo abbia chiuso nel granaio”.
Ciao @Kore  per quanto la storia sia intrigante e molto ben scritta, non posso fare a meno di chiedermi: da cosa Sir Cole deduce che quella sia la chiave di un granio, e per quanto possa aver corso il topo, dalla campagna alla città, non poteva risparmiarsi di digerire il pezzetto di giornale.
la sospensione dell'incredulita è un patto silente tra chi scrive e chi legge, ma meglio non esagerare altrimenti è un guaio.
Mi sembra molto azzeccata invece l'idea che dei soldati avessero ingerito una sorta di pozione perchè si trasformino in topi, in questa frase ho pensato che tu volessi dire che il topo un tempo sia stato un uomo.
Kore ha scritto: Spiccò un salto per evitare la tana di una biscia e si voltò indietro. In altri tempi ne avrebbe schiacciato la testa con lo stivale con noncuranza.
Avrei voluto saperne di più, forse questo è un estratto di un racconto più lungo? perchè anche il finale lascia ogni strada aperta.
Il racconto è sicuramente tratto da un'idea molto valida, mi piacerebbe leggerlo nella versione più estesa.

Re: [MI149] i topi non avevano nipoti

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@Kore
Ciao,
sembra anche a me che a questo racconto (il cui spunto è intrigante, non c'è che dire) manchi qualcosa. Se è un 8.000 caratteri fatto e finito allora la storia non è ottimamente bilanciata, mi sembra che manchi di un climax e di un finale. Se è parte di una storia più lunga, allora sarebbe da leggere tutta, perché a seconda della tipologia (racconto lungo? romanzo?) lo stile e la gestione dei tempi possono essere più o meno quelli giusti.
Nel complesso l'ho trovato gradevole, con alcune immagini molto efficaci ma anche momenti in cui non capivo chi era chi e da dove veniva, ma sono venialità risolvibili con un'attenta rilettura (o una mia rilettura?  :libro: )
 
Insomma: complimenti e a rileggerti presto!

Re: [MI149] i topi non avevano nipoti

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Kore ha scritto: Per un momento il lavoro si fermò, tutti trattennero il respiro. La bambinetta reggeva tra le mani la cuffia bianca, i capelli biondi scompigliati nel vento.
“Mamma! Aiuto! Ho visto il topo portarsi via la chiave del granaio!” La sua voce stridula fece scoppiare a ridere gli altri contadini, non era raro che i topi sgraffignassero il grano ma addirittura una chiave! Doveva averne di fantasia, quella bambina!
La madre raccolse le gonne e con sguardo deciso coprì i pochi metri che la dividevano dalla figlia, assestandole sulla guancia uno schiaffo, quando le fu davanti. Un uomo restò a fissarle attento, e si sfregò le mani sul cappello, preoccupato.
“Quante volte ti ho detto di non addestrare i topi? Solo quei maledetti aristocratici di città hanno queste manie!
Mi è piaciuto moltissimo il modo in cui inizi il racconto: vi sono parecchi indizi interessanti che meriterebbero sviluppi adeguati. Sono infatti d'accordo con gli amici sopra, secondo i quali il testo sembra parte di un contesto più ampio. L'immagine della donna che raccoglie le gonne è molto suggestiva, e il racconto tutto è pieno di fascino, ma appare monco. La punteggiatura, a mio avviso, necessiterebbe di un'attenta revisione.
Ti ho letta con molto piacere, @Kore: grazie.
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Re: [MI149] i topi non avevano nipoti

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Kore ha scritto: La bevanda gli aveva acuito i sensi, certo, ma danneggiato irrimediabilmente la memoria: a volte gli pareva di aver avuto un'altra forma, sentiva di aver visto il mondo da un’altra prospettiva, senza quei colori vibranti, blu e verde, senza quella visione chiara come luce anche in piena notte; ma ora il cibo ora era il suo bisogno primario. Il continuo rifornimento di uva e nocciole sul davanzale di un aristocratico londinese lo aveva spinto ad intrufolarsi nelle case più profumate, nei cunicoli più maleodoranti e nelle campagne più sgargianti pur di dare a quell’uomo tutte le informazioni che desiderava sui tedeschi nascosti in Inghilterra, in cambio di tutto il cibo che desiderava.
Fai intravedere un'ipotesi allucinante: che il topo - spia fosse un tempo un uomo!
Ma non hai voluto confermarlo nel prosieguo del racconto.
Il lettore resta in sospeso per una non risposta importante, secondo me.
Comunque, complimenti per il titolo palindromo e per come hai imbastito la tua prova. Con vivide immagini. Brava, @Kore :)  
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI149] i topi non avevano nipoti

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@Kore 
Ho trovato il racconto interessante e intrigante, di sicuro meritevole di maggiori approfondimenti.
Geniale l'idea del topo, dei topi spia nella campagna inglese che presumo sia ai tempi della 1^ Guerra Mondiale, visto il riferimento agli zeppelin tedeschi.
In questa storia i topi sono addirittura piacevoli, non suscitano ripulse, si comportano in modo quasi umano.
Mi è piaciuta anche l'esposizione, molto chiara e comprensibile, senza troppi patemi. Si capisce tutto e subito, chi compie le azioni, chi si muove, chi pensa e il racconto è lineare, conseguenziale.
Mi è piaciuto.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [MI149] i topi non avevano nipoti

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Ciao @kore,
bell'incipit, mi ha coinvolta subito. All'inizio credevo che la protagonista fosse la bambina, poi ho capito che era il topo quando sono arrivata alla prima bella sorpresa:
Spiccò un salto per evitare la tana di una biscia e si voltò indietro. In altri tempi ne avrebbe schiacciato la testa con lo stivale con noncuranza
e alla seconda:
Li fissò in attesa che capissero, forse ancora abituato agli sguardi con cui gli umani si comprendevano poi allentò la presa delle mascelle sul ritaglio di giornale quadrato che aveva rubato, il sapore di catrame e inchiostro non gli lasciava ancora la lingua. 
davvero ben inserite, provocano un interesse crescente. Ho avuto qualche problema con la tua gestione delle virgole, che mi hanno costretta a letture rapide in punti in cui io avrei fatto una pausa (ne avrei inserita una dopo le parole evidenziate).
Senza smettere di guardarli urinò su un angolo della carta rimasta a terra, con disprezzo, un’antica abitudine che ricordava di aver sempre avuto. Gli si strinse lo stomaco perciò quando Il più grosso del gruppo si affrettò a ingurgitare la carta stampata, facendo svanire tra le proprie mascelle la notizia della disfatta degli zeppelin tedeschi di appena qualche giorno addietro, ad opera della flotta inglese nei cieli della Norvegia. Quello non fece alcuna reazione che potesse tradire malessere o ripugnanza anzi, non appena ebbe terminato di ingurgitarla prese la chiave tra i denti e si affrettò a dirigersi verso Hyde Park.
Quello non fece alcuna reazione che potesse tradire malessere o ripugnanza anzi, non appena ebbe terminato di ingurgitarla prese la chiave tra i denti e si affrettò a dirigersi verso Hyde Park.
Non approvava che vi fosse quel continuo viavai di ratti nella sua casa, tra le intercapedini dietro i muri perché era costretto a controllare l’inventario della dispensa più volte di quanto non fosse decoroso. La notizia era addirittura arrivata alle orecchie del fratello che aveva impedito alla giovane nipote di far visita all’uomo.
Qui ti segnalo una piccola distrazione: "ma ora il cibo ora era il suo bisogno primario."
In questo periodo, invece, sono incerta sulla necessità di una virgola dopo sgargianti.
Il continuo rifornimento di uva e nocciole sul davanzale di un aristocratico londinese lo aveva spinto ad intrufolarsi nelle case più profumate, nei cunicoli più maleodoranti e nelle campagne più sgargianti pur di dare a quell’uomo tutte le informazioni che desiderava sui tedeschi nascosti in Inghilterra, in cambio di tutto il cibo che desiderava.
Al di là della punteggiatura, mi sono rimasti molti dubbi sulla trama. Ho provato a rileggere il brano con più attenzione, ma non sono riuscita a cogliere risposte. Mi sembra di capire che l'acchiapparatti Jack Black si rifornisca di topi a casa di Sir Cole, quindi sono essere umani ospiti di sir Cole trasformati dalla bevanda?

L'introduzione del nuovo personaggio, Herr Richter, mi ha destabilizzata ancora di più. Chi è? Perché sir Cole aveva un appuntamento con lui? Perché era un informatore tedesco? E come mai la nipote lo conosce e si presenta da lui?
Anche la domanda finale mi lascia perplessa. Richter suggerisce che sir Cole abbia a che fare con la disfatta dei tedeschi. E quindi? Sarebbe sparito per quel motivo?
:aka: Naaaaaa!
Non è che per caso stai dicendo che anche sir Cole sia diventato un topo? Il topo che assiste al dialogo tra Richter e la nipote, è sir Cole? Dimmi se sbaglio, ci sono tre topi nel racconto: quello che scappa con la chiave, quello che mangia il giornale e porta la chiave a Londra per poi morire e infine sir Cole, che chissà cosa ha bevuto col tè.
In caso avessi ragione credo che dovresti inserire qualche indizio in più. Se sto sbagliando scusami, perché se il topo è sempre lo stesso, qualcosa non mi torna nel blocco finale. Spero tanto che mi risponderai. Ho bisogno di saperlo. :)
"Fare o non fare, non c'è provare." Yoda - Star Wars

Re: [MI149] i topi non avevano nipoti

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Ciao @Kore,
piacere di conoscerti e di leggerti.
Il racconto mi è piaciuto: in particolare l'idea di fondo e l'ambientazione, l'aver dato un ruolo ai topi in questioni del tutto umane, come la guerra e lo spionaggio. Anche il tuo modo di scrivere mi è piaciuto, ci sono molte belle immagini nel testo. Nell'insieme ho fatto però fatica nel seguire lo svolgimento narrativo e mi pare di capire dai commenti precedenti che non sia solo un problema di lettura mio. Una maggiore chiarezza nella presentazione dei vari personaggi, in particolare il topo (o i topi?) gioverebbe senz'altro a un racconto che ho molto apprezzato comunque.
Bello anche il titolo!
Ciao!

Re: [MI149] i topi non avevano nipoti

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ciao! 
scusate se non ho risposto immediatamente a tutti
@MonicaX1974 (spero sia tu Monica, è l'unica tag che mi permette di fare), ti ringrazio per i complimenti che mi hai fatto, soprattutto per aver segnalato che secondo te la storia meriterebbe un sequel  :arrossire:

Grazie di essere passato @Edu, sono arrivata per un soffio agli ottomila caratteri e come giustamente fai notare avevo tante cose da dire ed a un certo punto lo spazio è diventato poco per dirle tutte, e quindi mi pare di capire che ti ho un po' confuso con il racconto. Grazie comunque per avermi dato consigli preziosi.

@Alba359 grazie per il commento, e hai ragione. Ho posto le tue stesse domande ed ho cercato di dar loro una risposta (ma evidentemente nel testo non si è colta completamente) l'idea era di far trasformare uomini in topi per farli diventare una sorta di spie nella guerra. Mi rendo conto che gli 8000 caratteri erano uno spazio un po' stretto per articolare bene quest'idea.

@L'illusoillusore grazie per essere passato con un commento e grazie per avermi fatto notare che manca un climax, è una cosa su cui devo lavorare. Per le altre cose, ossia il fatto che questi caratteri stanno un po' stretti ad una storia così, eh già.

@Almissima grazie per i complimenti, e scusa per averti lasciato un senso di confusione! 

@ivalibri ciao, grazie per i complimenti sul mio stile di scrittura e per i consigli per chiarire i nodi narrativi attraverso la presentazione dei personaggi.
 
@Kasimiro grazie anche a te per essere passato (mi fa piacere ti piaccia il mio stile anche se io e la punteggiatura siamo due cose completamente distinte) però hai ragione, manca di unitarietà perchè mi sono un po' persa nei dettagli.

@Alberto Tosciri grazie mille per i complimenti, soprattutto perché mi pare tu sia l'unico che dica che si capisce tutto e subito (mi pare di aver messo un po' tanta carne al fuoco e di aver creato un senso di necessità di altro spazio per avere spiegazioni), grazie per i complimenti sullo stile. 
Per quanto riguarda l'ambientazione però volevo creare qualcosa di velatamente Steampunk ma non mi sono documentata abbastanza. Felice comunque che il racconto ti sia piaciuto.

@ElmoInverso cara (penso, altrimenti chiedo scusa e cambio in "caro") grazie per i complimenti. Devi sapere che io e la punteggiatura viaggiamo su due binari paralleli e non ci capiamo tantissimo, quindi faccio sempre pasticci quando devo inserire le virgole.
Grazie per aver posto tutte le domande, la mia idea iniziale (che non sono riuscita a esporre se hai dovuto rileggere e ti ho lasciata ogni volta più confusa) era che Cole e Jack fossero in società per trasformare esseri umani in topi e usarli come spie (perchè chi mai sospetterebbe di un topo?) solo che Cole è anche quello da cui i topi tornano con le informazioni e tutto questo viavai ha allontanato la sua famiglia. La nipote sarebbe andata a chiedere informazioni a Richter. (Che però ha un ruolo nella parte della storia che non ho fatto in tempo a scrivere).Grazie comunque di aver posto le domande, mi fanno capire quali siano i buchi di trama che generano confusione.


@Poeta Zaza sì, l'ipotesi era proprio quella! Però poi mi sono resa conto di essere arrivata al limite dei caratteri consentiti e di non aver avuto modo di spiegarlo (disastro!).
@
@Ippolita grazie dei complimenti, ho capito che il punto comune che mi è stato fatto notare da tutti è che ho usato un'idea che richiedeva troppo spazio pergli ottomila caratteri canonici nostri, ed ho creato un po' di confusione. Mi fa piacere che nel complesso il testo ti sia piaciuto.

Re: [MI149] i topi non avevano nipoti

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Kore ha scritto: ciao! 
scusate se non ho risposto immediatamente a tutti
@MonicaX1974 (spero sia tu Monica, è l'unica tag che mi permette di fare), ti ringrazio per i complimenti che mi hai fatto, soprattutto per aver segnalato che secondo te la storia meriterebbe un sequel  
No, non sono io ;)
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Re: [MI149] i topi non avevano nipoti

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ciao @Kore . Scusami ma benché abbia letto il tuo lavoro, non ti ho lasciato un commento.  Si sente l'atmosfera molto brithis e non solo degli ambienti, ma anche dei personaggi. Ho trovato curioso che hai utilizzato il nome di una band come incipit... Comunque un racconto denso di immagini e di un buon contesto storico... ciao ...
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