A life at the cinema / Una vita al cinema
Posted: Sat Jan 02, 2021 1:58 pm
Contenuto rimosso su richiesta dell'autore.
Un testo breve per la tua passione
https://www.costruttoridimondi.org/forum/
https://www.costruttoridimondi.org/forum/viewtopic.php?f=8&t=157
Ton wrote: Era finita così com’era cominciata, col buio prima della luce, gli occhi chiusi prima di riaprirli, il silenzio prima del boato. Come comincia una vita. Così come finisce.Ho riletto più volte l’incipit perché non riuscivo ad avere chiara la sequenza. Cosa era accaduto? Quel “riaprirli” mi ha fatto immaginare una persona addormentata (a occhi chiusi, al buio), svegliata all’improvviso da un bagliore (prima della luce) e un boato (forse lo scoppio di un ordigno?). Se fai la similitudine con la vita che nasce, forse sarebbe preferibile dire “gli occhi chiusi prima di aprirli”.
Ton wrote: Una volta sono andato in gita all’Apollo, giù la 125esima strada, tra la Clayton Powell Boulevard e la Douglass. Sembrava un carillon o un portagioie, come quello che aveva mia nonna sul comodino, ma a differenza di quello, come coperchio aveva il cieloComplimenti! Davvero originale
Ton wrote: Anche in questo posto, sopra di noi, c’è solo il cielo, ma è l’unica cosa che ha in comune con l’Apollo. Non sono mai stato bravo in matematica, ma per quello che vi posso dire, è alto almeno quanto il Chrysler e lungo mille o più Central Parks.Qui mi sono persa un po’ perchè mi hai riportata sulla scena “drammatica” iniziale, ma sono disorientata. Non riesco a capire dove vi trovate. Te la dico così, possibile che tu stia parlando delle twin towers? In parallelo, il ricordo del cinema all’aperto.
Dal buio, luce. Colpisce in faccia come il pugno di un nero di Harlem incazzato con la vita che sta dando a te la colpa di tutte le sue sfighe.
Ton wrote: Quando sono arrivato, ero da poco stato in ospedale per una diverticolite. Poi credo di essermene andato con una prescrizione medica e una pacca sulla spalla. Ero a piedi, ed ero da solo. Avrei anche preso un taxi, ma pioveva di quella pioggia sottile che trasforma le strade in specchi e non ho resistito ad una passeggiata.Qui inserisci di nuovo un flash di vita vissuta prima del dramma in cui sei rimasto coinvolto. La descrizione crea un’atmosfera intensa e mi è piaciuta molto.
Ton wrote: Alla mia sinistra sento echi di un lamento corale. Alle mie spalle, un gruppetto di persone discute di una scena del film in cui Dominik, il protagonista, viene coinvolto in un incidente d’auto la sera del prom, il ballo di fine anno del liceo. Siamo in molti qui, più di quanti ne riuscirei a contare. A guardarci bene, siamo quasi tutti uomini. Ho visto una donna dai capelli rossi circa dodici file più in giù, sarà stata sulla trentina, e un’altra sulla destra che nel momento dell’impatto si è tirata il maglione verde acqua sulla testa. Per il resto, più o meno ci somigliamo tutti. Ci si comincia ad alzare e a mettersi in fila, che per uscire da qui ce ne vorrà di tempo.Questa scena mi ha suscitato l’immagine dell’attesa dopo la morte. Tante anime che attendono di essere “smistate” . Un po’ alla “il paradiso può attendere” . Ti prego di scusarmi se sto travisando tutto
Gruppi di Jack, di Simòn, di Andrew, di Michele, di Peter, Stefano, Stephan, Stephen, Steve. Qualcuno da lontano grida «C’è un altro Carmichael, qui?». Nessuno. Ci guardiamo di sbieco con un sorrisetto imbarazzato. Poverino.
Ton wrote: nocciola.Le “anime” in attesa si [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]raccontano le proprie esperienze di morte. [/font]
«Sì, ma poi quella birra… e quel botto… a me l’auto è andata sottosopra» disse fra sé e sé un Antony, riportando un triste equilibrio tra i presenti.
Ton wrote: Inizia il film. Dominik apre appena gli occhi, nocciola. Stringe forte i pugni rosa e vagisce. Dominik che va all’asilo, Dominik che toglie le rotelle alla bicicletta, Dominik che ad Halloween si veste da Chaplin, Dominik che arrotonda qualche soldo d’estate, Dominik che va al liceo, vai Dominik sei tutti noi! Dominik che va al “Ballo del Cobalto” con Anne, Dominik che beve troppo, Dominik e Anne che si schiantano, Dominik in ospedale, Dominik al college che studia legge, Dominik in chiesa con Jenny, Dominik in aula col colletto stirato, Dominik all’ospedale, Dominik sbattuto fuori di casa, Dominik che invecchia, Dominik di nuovo in chiesa, Dominik in ufficio, Dominik con dei nipotini, Dominik di nuovo all’ospedale, Dominik per l’ultima volta.Questo passaggio a loop è inquietante. Tutta una vita contenuta in poche righe.
Ton wrote: Esistono forse delle anime che sono legate fra loro, indissolubili, attorcigliate al centro della propria stessa essenza. E non importa quante vite uno possa vivere, quante volte si possa andare a sbattere da qualche parte, o magari non arrivarci neanche a sbattare da qualche parte. Magari, quel giorno hai preso l’autobus e non ci sei neanche salito in auto. Però Anne era lì, lo stesso. È stata lì per tutte le decine di migliaia di vite, e per tutte le decine di migliaia di film proiettati in questa sala. Anne. E New York. Perché in fondo vivere a New York è un po’ come vivere in un film, e se ti siedi in ultima fila, con il pulviscolo nel fascio di luce del proiettore che passa a pochi centimetri sopra la tua testa, forse quel film puoi anche guardartelo. O vivertelo. In pace.E la chiusa, quel senso dì ineluttabilità degli eventi. Mi è piaciuto quando dici “[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Esistono forse delle anime che sono legate fra loro, indissolubili, attorcigliate al centro della propria stessa essenza. ” [/font]
Ton wrote: Quando sono arrivato, ero da poco stato in ospedale per una diverticolite. Poi credo di essermene andato con una prescrizione medica e una pacca sulla spalla. Ero a piedi, ed ero da solo. Avrei anche preso un taxi, ma pioveva di quella pioggia sottile che trasforma le strade in specchi e non ho resistito ad una passeggiata. Forse ho anche canticchiato qualcosa, mi sono guardato intorno, avrò visto un’insegna luminosa. “La vita di Dominik Pavel - ultimo spettacolo”. Il nome non mi diceva nulla, ma era una giornata perfetta, di quelle che a New York si vedono sempre di meno, e quand’ero giovane si vedevano molto di più. Se proprio non sai che fare, qui, un film ti ricollega alla vita."Quando sono arrivato" dove il qui sottinteso potrebbe essere una sorta di non luogo; "poi credo di essermene andato" nel senso che è morto e in qualche modo si è ritrovato a camminare per una New York fittizia con un cinema infinito sotto il cielo, dove ha assistito a una proiezione di un tizio il cui nome non gli ricorda niente (ma che credo che per ciascuno spettatore sia il proprio, dimenticato). Paragrafo poi chiuso da una splendida frase sibillina "Se proprio non sai che fare, qui, un film ti ricollega alla vita."
Ton wrote: Accanto a me un tizio con un paio di baffi alla chevron, baffi da maschio vero, ha il volto rigato dalle lacrime. Mi somiglia.Tra le correzioni ti suggerisco queste:
Ton wrote: giù la 125esima stradainserirei un "per" tra "giù" e "la"
Ton wrote: Sembrava un carillon o un portagioie, come quello che aveva mia nonna sul comodino, ma a differenza di quello, come coperchio aveva il cielo."come coperchio" è un inciso, virgola dopo "coperchio"
Ton wrote: Dal buio, luce. Colpisce in faccia come il pugno di un nero di Harlem incazzato con la vita che sta dando a te la colpa di tutte le sue sfighe.vita virgola
Ton wrote: Adesso che la proiezione è terminata, ho tempo per guardarmi attorno ed osservarne meglio le proporzioni:In questo caso non abbiamo una disgiuntiva eufonica, toglierei la d. Si legge meglio senza.
Ton wrote: Alla mia sinistra sento echi di un lamento corale. Alle mie spalle, un gruppetto di persone discute di una scena del film in cui Dominik, il protagonista, viene coinvolto in un incidente d’auto la sera del promprom - lo indicherei in corsivo o tra virgolette, essendo un termine inglese.