[MI148] Per scaldare l'entusiasmo
Posted: Sun Apr 11, 2021 9:27 pm
Traccia di mezzogiorno: La maledizione delle piccole cose.
Per scaldare l’entusiasmo.
"Non esco mai di casa senza il mio entusiasmo
e quando torno lo incerotto e disinfetto."
Sul treno, Achille è rimasto solo nel vagone con la ragazza stramba, che adesso tiene in grembo un libro, come lui.
Per tutto il tragitto, l’aveva vista sollevare il sopracciglio, corrugare la fronte, serrare la mascella, parlare poco mentre il vagone accoglieva via via una varia umanità, che entrava e usciva. Lei aveva arricciato il naso accanto all’anziano trasandato, e distolto lo sguardo con una smorfia quando una donna di mezz’età si era messa, continuando a parlare come prima, a masticare un panino col prosciutto. I due avevano reagito con sguardi eloquenti e simili.
- Decisamente scostante – si era detto Achille. Ma poi l’aveva vista alle prese con la bambina annoiata. Aveva tirato giù il tavolino da viaggio e l’aveva pulito con l’amuchina. Con la piccola accanto, le aveva fatto vedere come fare barchette dai fogli usati. E poi accettare una caramella al miele con un sorriso grato.
Il ragazzo chiude il suo libro giallo “Senza colpevole” e le chiede del suo, presentandosi col suo nome e quello della sua città.
(Non gli chiederò dell’assurdità del titolo in un libro di quel genere.)
- Sono una tua concittadina, Laura, e il mio libro si chiama “Per scaldare l’entusiasmo”. È una raccolta di racconti comici.
- Forte! Sai che mi ispira una massima sull’argomento? – dice lui dopo un po’, sfogliando il libro che gli ha passato lei.
- Quale? - Ecco di nuovo il sopracciglio alzato, il dubbio, l’attesa pietosa, il pregiudizio.
"Non esco mai di casa senza il mio entusiasmo
e quando torno lo incerotto e disinfetto."
Sul treno, Achille è rimasto solo nel vagone con la ragazza stramba, che adesso tiene in grembo un libro, come lui.
Per tutto il tragitto, l’aveva vista sollevare il sopracciglio, corrugare la fronte, serrare la mascella, parlare poco mentre il vagone accoglieva via via una varia umanità, che entrava e usciva. Lei aveva arricciato il naso accanto all’anziano trasandato, e distolto lo sguardo con una smorfia quando una donna di mezz’età si era messa, continuando a parlare come prima, a masticare un panino col prosciutto. I due avevano reagito con sguardi eloquenti e simili.
- Decisamente scostante – si era detto Achille. Ma poi l’aveva vista alle prese con la bambina annoiata. Aveva tirato giù il tavolino da viaggio e l’aveva pulito con l’amuchina. Con la piccola accanto, le aveva fatto vedere come fare barchette dai fogli usati. E poi accettare una caramella al miele con un sorriso grato.
Il ragazzo chiude il suo libro giallo “Senza colpevole” e le chiede del suo, presentandosi col suo nome e quello della sua città.
(Non gli chiederò dell’assurdità del titolo in un libro di quel genere.)
- Sono una tua concittadina, Laura, e il mio libro si chiama “Per scaldare l’entusiasmo”. È una raccolta di racconti comici.
- Forte! Sai che mi ispira una massima sull’argomento? – dice lui dopo un po’, sfogliando il libro che gli ha passato lei.
- Quale? - Ecco di nuovo il sopracciglio alzato, il dubbio, l’attesa pietosa, il pregiudizio.
- "Non esco mai di casa senza il mio entusiasmo, e quando torno lo incerotto e disinfetto."
- Come fai a incerottare prima di disinfettare?– Stavolta è sorpresa: puntigliosa ma sorridente.
- Vero, però suona meglio dirlo nell’ordine inverso, non trovi?
- La stessa metrica dà il giusto ritmo, vero, e comunque si può non citare la progressione pratica, perché le due azioni avvengono comunque una accanto all’altra.
Laura continua: - Devo ammettere che sono pedante quando inquadro i piccoli particolari di ogni cosa. Come in un bar, quando al bancone del caffè mi accorgo subito se ci sono tazzine di foggia diversa, oppure conto i destri e i mancini.
- Vero, però suona meglio dirlo nell’ordine inverso, non trovi?
- La stessa metrica dà il giusto ritmo, vero, e comunque si può non citare la progressione pratica, perché le due azioni avvengono comunque una accanto all’altra.
Laura continua: - Devo ammettere che sono pedante quando inquadro i piccoli particolari di ogni cosa. Come in un bar, quando al bancone del caffè mi accorgo subito se ci sono tazzine di foggia diversa, oppure conto i destri e i mancini.
È più forte di me, è un assillo continuo.
Con un’aggravante, però. Stigmatizzo qualsiasi piccola cosa che non sia comme il faut… Ecco!
Fiera, la ragazza si alza in piedi. Sono entrati nel loro territorio e lei indica un piccolo molo proteso sul mare. Sulla sagoma del modellino della prua di una nave svetta una bandiera italiana nuova di zecca. Gli spiega che era andata giorni prima in Comune a riferire del precedente vessillo, ridotto dal vento e dal tempo a uno straccio verde e bianco che nessuno sembrava "vedere".
Lui gli fa il gesto del pollice alzato e le strizza l’occhio: - E se uno non si lava o non osserva il galateo, come i due nostri compagni di prima, glielo fai capire col linguaggio non verbale?
Laura ride.
Achille la prende bonariamente in giro:
Lui gli fa il gesto del pollice alzato e le strizza l’occhio: - E se uno non si lava o non osserva il galateo, come i due nostri compagni di prima, glielo fai capire col linguaggio non verbale?
Laura ride.
Achille la prende bonariamente in giro:
- Non esci mai di casa senza il pregiudizio, e quando torni non lo lavi mai di dosso?
- Pensandoci bene, è una seconda pelle: scomoda, brutta e dura da togliere. So che avrei una vita
meno stressante se la smettessi di esaminare così meticolosamente come si presenta o si comporta il mondo esterno.
I due si guardarono negli occhi, senza riserve.
Achille le chiede del suo libro.
(Mi ha inquadrata bene, non c’è che dire. Si sta allungando verso di me, con empatia. Il suo sguardo manifesta interesse, non tanto per il libro quanto per me. Deve sbarbarsi un po’, e farsi la manicure… Ma ha una bella pelle, non una macchia o un brufolo. Belle mani, grandi. Ha anche sensibilità poetica, che gli dà fascino. E mi fa parlare e parlare come mai nessuno.)
- Mi diverte. Non ha grandi pretese ma qualche sorriso me lo strappa.
- Mi segno l’autore e me lo prendo. Adesso stiamo arrivando. Mi piacerebbe prendere un caffè con te, magari fare due passi in un parco. Tu in che zona abiti?
- Potremmo vederci al Parco Comunale: è davanti al mio caseggiato. Qui vicino.
- Quando?
- Se vuoi, già oggi alle tre. Ciao! C’è mio padre a prendermi – dice lei mentre il treno rallenta in stazione.
- Ci sarò: all’ingresso. - Achille è sorpreso. Così ravvicinato l’appuntamento non se lo aspettava. “Ho fatto colpo” si ritrova a pensare. Meno male che quel giorno è in ferie e in moto riesce a andare e tornare da casa in tempo utile.
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(Mi ha inquadrata bene, non c’è che dire. Si sta allungando verso di me, con empatia. Il suo sguardo manifesta interesse, non tanto per il libro quanto per me. Deve sbarbarsi un po’, e farsi la manicure… Ma ha una bella pelle, non una macchia o un brufolo. Belle mani, grandi. Ha anche sensibilità poetica, che gli dà fascino. E mi fa parlare e parlare come mai nessuno.)
- Mi diverte. Non ha grandi pretese ma qualche sorriso me lo strappa.
- Mi segno l’autore e me lo prendo. Adesso stiamo arrivando. Mi piacerebbe prendere un caffè con te, magari fare due passi in un parco. Tu in che zona abiti?
- Potremmo vederci al Parco Comunale: è davanti al mio caseggiato. Qui vicino.
- Quando?
- Se vuoi, già oggi alle tre. Ciao! C’è mio padre a prendermi – dice lei mentre il treno rallenta in stazione.
- Ci sarò: all’ingresso. - Achille è sorpreso. Così ravvicinato l’appuntamento non se lo aspettava. “Ho fatto colpo” si ritrova a pensare. Meno male che quel giorno è in ferie e in moto riesce a andare e tornare da casa in tempo utile.
Quando arriva al parco, all’ingresso Laura non scorge nessuno ma, cento metri più in là, lo riconosce di profilo, seduto e con una bici appoggiata alla panchina.
(Gli avevo detto di trovarsi davanti al cancello alle tre e lui non lo fa? L’ha vista come un’imposizione e vuole farmelo capire? Grr... Aggirerò lo sgarbo, per ora.)
- Ciao, Achille. Sembri accaldato: hai fatto un bel giro?
- Ehm… - il ragazzo la osserva con dei flash di incertezza, interesse e approvazione, mentre sembra raccogliere le idee. - Mi riposavo qui perché sono un po’ stanco in verità. Siediti anche tu, prego.
(Achille ha avuto il buon gusto di radersi e la volontà di tenersi in forma nell’attesa di vederci. La tuta gli dona ma le scarpe da ginnastica sono sporche.)
Mentre lei si accomoda, lui spiega ancora:
- Vengo dal mio terreno in collina, dove ho curato il mio orto e le mie galline. Questo parco mi è di strada anche se mi ci fermo di rado.
- So già di due hobby tuoi, anzi tre, con gli aforismi, e niente del tuo lavoro. A proposito, io faccio la commessa alla Coop centrale. – fa lei, curiosa con simpatia.
Lui si blocca per un attimo, poi si sistema meglio sulla panchina grattandosi il naso: - Studio Agraria. Il mio terreno mi impegna molto. Inoltre, ci vado due volte al giorno perché alla sera devo chiudere le galline e non è facile, sono tre, farle andare dentro prima del buio. Le rincorro per un bel po’.
- Se vuoi, io ho saputo di un trucco. Dal cellulare, cerchi sul Web un verso della volpe o della faina: glielo fai sentire, senza far vedere che viene da te. Se no, te le inimicherai. Vedrai come si precipitano al riparo!
- Wow. Che figata, grazie! Ci provo già stasera, sì.
Il cellulare del ragazzo segnala un messaggio.
Lui legge e impallidisce. Caduto dalla moto, Achille si è rotto il tendine: nomen omen... Sfortunato due volte, adesso che Ettore capisce il quadro d'insieme.
- Mio fratello mi scrive che ha avuto un incidente: è in ospedale. Devo andare. Dammi il tuo cellulare, ci risentiamo. -
Lei si allarma: - Cos’è successo? Quanti anni ha? –
- Niente di grave grave. – E poi: - Siamo gemelli - aggiunge sovrappensiero, mordendosi la lingua subito dopo. Ma dicendo tra sé e sé: - Tanto questa crede di capire tutto degli altri, sta a sfiancare con i particolari, e dal mattino al pomeriggio non vede chi ha di fronte.-
Laura si limita ad annuire con aria ragionevole.
Però, mentre lui fa per andarsene con la bici, lo trattiene:
- Com’era la tua massima sull’entusiasmo?
- …
(Gli avevo detto di trovarsi davanti al cancello alle tre e lui non lo fa? L’ha vista come un’imposizione e vuole farmelo capire? Grr... Aggirerò lo sgarbo, per ora.)
- Ciao, Achille. Sembri accaldato: hai fatto un bel giro?
- Ehm… - il ragazzo la osserva con dei flash di incertezza, interesse e approvazione, mentre sembra raccogliere le idee. - Mi riposavo qui perché sono un po’ stanco in verità. Siediti anche tu, prego.
(Achille ha avuto il buon gusto di radersi e la volontà di tenersi in forma nell’attesa di vederci. La tuta gli dona ma le scarpe da ginnastica sono sporche.)
Mentre lei si accomoda, lui spiega ancora:
- Vengo dal mio terreno in collina, dove ho curato il mio orto e le mie galline. Questo parco mi è di strada anche se mi ci fermo di rado.
- So già di due hobby tuoi, anzi tre, con gli aforismi, e niente del tuo lavoro. A proposito, io faccio la commessa alla Coop centrale. – fa lei, curiosa con simpatia.
Lui si blocca per un attimo, poi si sistema meglio sulla panchina grattandosi il naso: - Studio Agraria. Il mio terreno mi impegna molto. Inoltre, ci vado due volte al giorno perché alla sera devo chiudere le galline e non è facile, sono tre, farle andare dentro prima del buio. Le rincorro per un bel po’.
- Se vuoi, io ho saputo di un trucco. Dal cellulare, cerchi sul Web un verso della volpe o della faina: glielo fai sentire, senza far vedere che viene da te. Se no, te le inimicherai. Vedrai come si precipitano al riparo!
- Wow. Che figata, grazie! Ci provo già stasera, sì.
Il cellulare del ragazzo segnala un messaggio.
Lui legge e impallidisce. Caduto dalla moto, Achille si è rotto il tendine: nomen omen... Sfortunato due volte, adesso che Ettore capisce il quadro d'insieme.
- Mio fratello mi scrive che ha avuto un incidente: è in ospedale. Devo andare. Dammi il tuo cellulare, ci risentiamo. -
Lei si allarma: - Cos’è successo? Quanti anni ha? –
- Niente di grave grave. – E poi: - Siamo gemelli - aggiunge sovrappensiero, mordendosi la lingua subito dopo. Ma dicendo tra sé e sé: - Tanto questa crede di capire tutto degli altri, sta a sfiancare con i particolari, e dal mattino al pomeriggio non vede chi ha di fronte.-
Laura si limita ad annuire con aria ragionevole.
Però, mentre lui fa per andarsene con la bici, lo trattiene:
- Com’era la tua massima sull’entusiasmo?
- …