Il kintsugi e l'arte del ricamo
Posted: Sat Jan 02, 2021 1:50 pm
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Ton wrote: Le cicatrici hanno l’insolito dono di ricordarci il passato.Insolito: Trovo sia un dono,quello delle cicatrici, del tutto naturale e inoltre positivo. Io toglierei del tutto l'aggettivo.
Ton wrote: Sat Jan 02, 2021 1:50 pmAnche a distanza di decenni, magari in una città diversa, con un altro clima, senza il trambusto della metropoli o privi del silenzio carico di umori della campagna dei nonni, uno sguardo subitaneo al piccolo cartoccio di pelle zigrinata e smorta straccia il muro dei veli che divide l’Oggi dallo Ieri, rimescola le carte con abilità, e tutti i tempi si ritrovano declinati al presente.Meeterei un punto fermo dopo nonni. Continuerei così: uno sguardo subitaneo al piccolo cartoccio di pelle, straccia il muro dei veli che divide l’Oggi da Ieri, rimescola le carte con abilità, e tutti i tempi si ritrovano declinati al presente.
Ton wrote: Sat Jan 02, 2021 1:50 pmpenzolava dal moncherino del polso, l’osso pisiforme bianco e polposo in bella vista:Troppi aggettivi: non serve ribadire con tre termin,i anche se diversi. L'osso è esposto e si capisce benissimo.
Ton wrote: Sat Jan 02, 2021 1:50 pmper la mia carriera nel violino di professione.Carriera da violinista.
Ton wrote: Sat Jan 02, 2021 1:50 pmLo fece in un modo inusuale, lei che era così abituata a dare ordini con il piglio sicuro e il tono tagliente di chi è nato con la bacchetta in mano e si aspetta, sa già, che a un suo minimo cenno gli strumenti dell’orchestra attaccheranno a suonare, o resteranno muti, castrati. Me lo chiese sussurrando,Tra la prima frase sottolineata e la seconda c'è troppa roba, perfino un punto fermo. Eppure, secondo me, le due frasi dovrebbero stare nello stesso periodo.
Ton wrote: Sat Jan 02, 2021 1:50 pme si aspetta, sa già,Anche quì io taglierei la seconda, secondo me è inutile ridire la stessa cosa, nel parlato ve anche bene ma in narrativa a volte è superfluo: tu la stai già descrivendo come una donna autoriataria e sicura di sè.
Ton wrote: Sat Jan 02, 2021 1:50 pmNon ero sicura di cosa volesse dire, ma la vista di mia madre in quello stato supplichevole bastò, se non a convincermi, per lo meno a farmi mettere da parte la voglia di ribattere.é una bella frase carica di aspettativa, ma alla fine non ho capito perchè sua madre le chiede piangendo di andare in vacanza dalla zia.
Ton wrote: Sat Jan 02, 2021 1:50 pmMia madre si asciugò una lacrima che s’era suicidata gettandosi dalla guancia, e mi guardò senza rispondere.C'è dell'altro in questo racconto? qualcosa che fa parte di un racconto più lungo?
Ton wrote: Sat Jan 02, 2021 1:50 pmEravamo andate a passeggiare sul molo delle tonnare, bastioni di cemento armato e ferro battuto che sembravano escludere la luce estiva dalle ragioni delDue punti dopo tonnare
Ton wrote: Sat Jan 02, 2021 1:50 pmEra un paesaggio diverso da quello a cui ero abituata io, anche se si sarebbe potuto dire che gli alti grattacieli di Tokyo ragionassero allo stesso modo.Non si comprende subito il paragone tra i grattaceli e i bastioni di cemento.
Ton wrote: Sat Jan 02, 2021 1:50 pmAvevo aiutato zia Sachi a curare il piccolo giardino zen su cui ci si affacciava dalla parete ovest attraverso un pannello scorrevole in carta di riso e che, più che un giardino, somigliava ad una zolla di terra incolta con qualche masso posato qua e là, sporco di muffa salmastra, che zia Sachi aveva probabilmente requisito al mare dai margini del porto.Questo periodo è molto lungo. Ne farei due, spiegando anche sulla parete ovest di cosa, si affaccia il pannelo di carta di riso.
Ton wrote: Sat Jan 02, 2021 1:50 pmAscoltavo registrazioni su nastro di Yoko Watanabe nella sua interpretazione, vita natural durante,Metti i titoli in corsivo, io mi sono persa leggendo "vita natural durante" non so a cosa si riferisce.
Ton wrote: Sat Jan 02, 2021 1:50 pmPerché a Tokyo non c’era più niente da ricucire, Rei.questa è una bella metafora!
Ton wrote: Sat Jan 02, 2021 1:50 pmSentivo quasi l’odore dell’alcol prendere forma come quei demoni del folklore che esistono solo fintanto che non li si scovi con la coda dell’occhio, e poi si smaterializzano nell’aria.molto bellissima!
Ton wrote: Sat Jan 02, 2021 1:50 pmMi alzai dal futon pensando di andare ad affacciarmi sul piccolo giardino zen che, protetto almeno dalle pareti in carta di riso, poteva vivere e respirare come un polmone naturale che filtrava il mare, ne disperdeva la salubrità, e al massimo se ne scorgeva qualche scoria sul muschio dei sassi.molto bellissima assai!
Ton wrote: Sat Jan 02, 2021 1:50 pme non me n’ero accorta prima perché mancava contraria.non ho capito cosa mancava, Sigh!
Ton wrote: Sat Jan 02, 2021 1:50 pmsente. Come un muro di ombre che pur trattenendo quel po’ di luce che gli permette di materializzarsi, non ne ricava abbastanza forza vitale da potersi staccare dalla parete, varcare la terza dimensione, e prendere corpo.Sai descrivere colorando le scene, molto bravo in questo punto. Complimenti.
Mi avvicinai lentamente tentando di fare il meno rumore possibile, ma capii poi che sarebbe stato inutile quanto tentare di camminare strisciando i piedi sull’acqua e aspettarsi di non affondare.
Ton wrote: Sat Jan 02, 2021 1:50 pmpiccolo massoUn masso é bello grosso, se è piccolo da stare stare tra le mani è un sasso bello grande ma un sasso. Masso si riferisce più a una pietra che non si può spostare a forza di braccia.
Ton wrote: Sat Jan 02, 2021 1:50 pmIl volto di zia Sachi era quello del terrore. Non per se stessa, ma per chiunque avesse osato penetrare lo spazio sacro compreso idealmente tra lei e la statuetta. Quando si è terrorizzati a tal punto da volersi nascondere da se stessi, e in un certo senso si abbandona il proprio corpo e ci si rintana in qualche zona profonda della ghiandola pineale, o sotto una costola, dietro un polmone, si mostra in superficie uno sguardo assente, come di chi stia tentando di contare gli atomi nell’aria circostante. E quello sguardo terrorizza più di un volto arcigno o di un rabbioso digrignare, perché si percepisce che è scaturito da un ordine superiore e involontario su cui chi lo produce non ha alcun controllo.Bella scena sei riuscito a rappresentare benissimo il tormento della zia.
Ton wrote: Sat Jan 02, 2021 1:50 pmNella mano destra, zia Sachi teneva un pugnale da seppuku rivolto verso il proprio stomaco.Dopo aver terminato la lettura non ho capito bene se la zia volesse far tornare indietro il tempo o suicidarsi.
Ton wrote: Sat Jan 02, 2021 1:50 pmtendini che legavano a doppio filo le mie dita a quel polso che così tanto avevo allenato, si aprirono come un mazzo di carte.Wow!
Ton wrote: Sat Jan 02, 2021 1:50 pmMi risvegliai da uno di questi sogni in preda a un’agitazione nevrotica. Nel sogno, al posto dell’archetto, tentavo di adoperare il moncherino. Lo facevo scivolare sulle corde ma era tozzo, e le corde vibravano sorde al tocco della mia pelle.che il pugnale abbia inferto una ferita profonda da tagliare i tendini è plausibile ma chela mano sia stata staccata del tutto meno, in ospedale io pensavo, che le avessero ricucito un pò di pelle e tendini, invece parli di moncherino, in pratica ha perso tutta la mano?
Ton wrote: Sat Jan 02, 2021 1:50 pmAll’altezza del polso, una sottile cicatrice dorata ricuciva assieme le due estremità.La fontana ha fatto riapparire la mano ma le ha lascito una cicatrice per ricordo! Giusto collegamento all'incipit.
Ton wrote: uno sguardo subitaneo al piccolo cartoccio di pelle zigrinata e smorta straccia il muro dei veli che divide l’Oggi dallo Ieri,Ciao @Ton e complimenti. Ti dico la mia come lettrice. Una frase come quella sopra citata mi fa storcere subito il naso. La trovo eccessivamente ricercata e prediligo la semplicità e l’asciuttezza. Bella l’immagine del cartoccio di pelle ma quello “stracciare il muro dei veli che divide l’Oggi dallo Ieri” lo trovo pesantuccio.
Ton wrote: tutti i tempi si ritrovano declinati al presente.
Ton wrote: l’osso pisiformedetesto dover ricorre a internet per capire. Questo è un problema mio, s’intende. E poi, visto che si tratta di un ricordo dubito che la ragazzina [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]avesse la più pallida idea di cosa fosse un osso pisiforme.[/font]
Ton wrote: Senza contare che, per mio nonno, mia madre era l’unica figlia che avesse ancora in vita.Questa costruzione è poco fluida. Potresti semplificarla. L’inciso “per mio nonno” trovo che rallenti la lettura.
Ton wrote: che s’era suicidata gettandosi dalla guancia,anche questa similitudine non mi fa impazzire (nel contesto)
Ton wrote: ferro battuto che sembravano escludere la luce estiva dalle ragioni del mare: perché il mare è solo inverno e oscurità, dicevano, e la luce inganna. Era un paesaggio diverso da quello a cui ero abituata io, anche se si sarebbe potuto dire che gli alti grattacieli di Tokyo ragionassero allo stesso modo.
Ton wrote:Altra citazione medica troppo dettagliata. Ė una violinista che sta parlando, queste incursioni scientifiche non mi sembrano aporopriate.
TonQuando si è terrorizzati a tal punto da volersi nascondere da se stessi, e in un certo senso si abbandona il proprio corpo e ci si rintana in qualche zona profonda della ghiandola pineale, o sotto una costola, dietro un polmone, si mostra in superficie uno sguardo assente, come di chi stia tentando di contare gli atomi nell’aria circostante.
Ton wrote: l’asfissia dell’aria aveva messo in risalto nel rivolo di globuli rossi a contatto con l’oro della fontanella. Poi svenni.Di nuovo... stessa considerazione.
Ton wrote: Ricordo quello che zia Sachi mi disse quando mi portarono di corsa all’ospedale, con la mano sinistra che penzolava dal moncherino del polso, l’osso pisiforme bianco e polposo in bella vista:[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]"Eravamo andate a passeggiare sul molo delle tonnare, bastioni di cemento armato e ferro battuto che sembravano escludere la luce estiva dalle ragioni del mare: perché il mare è solo inverno e oscurità, dicevano, e la luce inganna."[/font]
– Tranquilla Rei. Ti rimarrà solo una cicatrice, e un giorno ti servirà. Le cicatrici sono come un album di ricordi, sai?
Ton wrote: Tonzia Sachi si riebbe e iniziò tra di noi una danza dell’antimorte (...)[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif] Espressioni che forse nel tentativo chirurgico di penetrare il senso delle cose, riescono solo a scalfirlo con il suono, a volte stridente, delle parole.