Blu-ve
Posted: Mon Mar 22, 2021 6:59 pm
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Blu, ovunque. È l’effetto collaterale dello spray: il pizzicore alle narici passa ai nervi ottici in quattro secondi, già dopo cinque non lo noti più. Il naso è isolato, i feromoni non passano. Le ti guarda sorridente, le guance tonde che tremano un po’ mentre il vagone sobbalza nella galleria. Ha visto che hai usato il Blu-ve. Si tira indietro i capelli e continua a sorriderti. Fruga nella borsetta; anche il seno trema, ma non ti fa effetto. Il cuore ha rallentato subito, i capelli rossi di lei ti sembrano viola attraverso la lente dello spray. Anche lei tira fuori una boccetta, l’etichetta che conosci bene rivolta verso di te. Sei un bell’uomo, dopotutto, meglio andarci caute. Se la porta al naso con un sorriso, preme. Le labbra si rilassano mentre il livello di serotonina si stabilizza, la dopamina pure, e viaggiate tranquilli, finalmente, liberi di concentrarvi su altro che sull’amore.
Lei ha tirato fuori un libro, tu giochi col telefono. Ripensi a Marta, alla casa, fai il conto di quanto durerà ancora l’effetto dello spray. Ti troverà ancora così? Ai tuoi occhi avrà la faccia blu, ma se ne accorgerà?
È un tradimento anche averne bisogno, non me ne frega che con quella non c’hai fatto nulla.
E insisterà che la fedeltà è un’altra cosa, e parlerà dei suoi genitori, dell’ossitocina, che è su quella che bisogna puntare, che bisogna aumentare i dosaggi.
La ragazza sul treno non ha una Marta a casa ad aspettarla, non ha l’anello al dito. Perché allora ha usato lo spray? Per decenza? Il battito accelera di mezzo secondo, un rush di adrenalina sale alle guance e il blu sta scomparendo dagli angoli della visione periferica, dove un cartellone pubblicitario dice «Blu-ve: allevia i sintomi del mal d’amore e ne previene la comparsa». Provi con un altro spruzzo: di nuovo tutto è blu, navigate nel blu mentre la metro scorre e la ragazza legge. Ha visto che l’hai dovuto usare di nuovo. Si pulisce l’unghia dell’indice con l’angolo della pagina del libro, ma ti controlla, le labbra distese, neutrali.
Prendi l’ossitocina, ti aveva detto Marta, ma per te è quella la resa, è quella la scorciatoia contro il tradimento: dopo tutti quegli anni ancora ti serve l’ossitocina?
Domani doppia dose, dopo il sesso. Ma intanto tutto è così blu che il pene ha smesso di esistere. È un tutt’uno col sedile, con i sobbalzi del treno, con il tempo che passa. Un altro spruzzo, per sicurezza. Il naso formicola. La ragazza si alza. Ha gambe lunghe, una borsa a tracolla che le solleva l’orlo della gonna. Legge l’elenco delle fermate dandoti le spalle. Le porte si aprono e lei scende senza guardarti; forse ti avrebbe già dimenticato, non fosse per l’azzurrognolo che le sfuma negli occhi mentre si allontana.
Quella dopo è la tua. Forse è bel tempo mentre sbuchi all’aperto, non ci sono nuvole. I bambini a casa staranno facendo i compiti, ti aspettano. Però tutto quel blu ti rimane addosso. Di che colore sono gli occhi di Marta?
Blu, ovunque. È l’effetto collaterale dello spray: il pizzicore alle narici passa ai nervi ottici in quattro secondi, già dopo cinque non lo noti più. Il naso è isolato, i feromoni non passano. Le ti guarda sorridente, le guance tonde che tremano un po’ mentre il vagone sobbalza nella galleria. Ha visto che hai usato il Blu-ve. Si tira indietro i capelli e continua a sorriderti. Fruga nella borsetta; anche il seno trema, ma non ti fa effetto. Il cuore ha rallentato subito, i capelli rossi di lei ti sembrano viola attraverso la lente dello spray. Anche lei tira fuori una boccetta, l’etichetta che conosci bene rivolta verso di te. Sei un bell’uomo, dopotutto, meglio andarci caute. Se la porta al naso con un sorriso, preme. Le labbra si rilassano mentre il livello di serotonina si stabilizza, la dopamina pure, e viaggiate tranquilli, finalmente, liberi di concentrarvi su altro che sull’amore.
Lei ha tirato fuori un libro, tu giochi col telefono. Ripensi a Marta, alla casa, fai il conto di quanto durerà ancora l’effetto dello spray. Ti troverà ancora così? Ai tuoi occhi avrà la faccia blu, ma se ne accorgerà?
È un tradimento anche averne bisogno, non me ne frega che con quella non c’hai fatto nulla.
E insisterà che la fedeltà è un’altra cosa, e parlerà dei suoi genitori, dell’ossitocina, che è su quella che bisogna puntare, che bisogna aumentare i dosaggi.
La ragazza sul treno non ha una Marta a casa ad aspettarla, non ha l’anello al dito. Perché allora ha usato lo spray? Per decenza? Il battito accelera di mezzo secondo, un rush di adrenalina sale alle guance e il blu sta scomparendo dagli angoli della visione periferica, dove un cartellone pubblicitario dice «Blu-ve: allevia i sintomi del mal d’amore e ne previene la comparsa». Provi con un altro spruzzo: di nuovo tutto è blu, navigate nel blu mentre la metro scorre e la ragazza legge. Ha visto che l’hai dovuto usare di nuovo. Si pulisce l’unghia dell’indice con l’angolo della pagina del libro, ma ti controlla, le labbra distese, neutrali.
Prendi l’ossitocina, ti aveva detto Marta, ma per te è quella la resa, è quella la scorciatoia contro il tradimento: dopo tutti quegli anni ancora ti serve l’ossitocina?
Domani doppia dose, dopo il sesso. Ma intanto tutto è così blu che il pene ha smesso di esistere. È un tutt’uno col sedile, con i sobbalzi del treno, con il tempo che passa. Un altro spruzzo, per sicurezza. Il naso formicola. La ragazza si alza. Ha gambe lunghe, una borsa a tracolla che le solleva l’orlo della gonna. Legge l’elenco delle fermate dandoti le spalle. Le porte si aprono e lei scende senza guardarti; forse ti avrebbe già dimenticato, non fosse per l’azzurrognolo che le sfuma negli occhi mentre si allontana.
Quella dopo è la tua. Forse è bel tempo mentre sbuchi all’aperto, non ci sono nuvole. I bambini a casa staranno facendo i compiti, ti aspettano. Però tutto quel blu ti rimane addosso. Di che colore sono gli occhi di Marta?