[MI146] Non ti curar di lor ma guarda e passa

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Commento d’altrui testo


Traccia di Mezzanotte: "Quando perdiamo la facoltà di agire con coscienza diventiamo tutti pupazzi" (cit. Nerio)


Non ti curar di lor ma guarda e passa


“Il fato che ci opprime è l'ignavia del nostro spirito“ ( Novalis)


Qui si mostrano Dante e il suo méntore Virgilio che discettano, in una pausa tra i gironi dell’Inferno, facendo il punto della situazione.

Virgilio: Fermiamoci a ristoro in questo luogo ch’è parallelo a’ strazi dei golosi. È il nostro anfitrione che lo vuole: che guardino e che soffrano di più.

Separati da uno pseudo vetro divisorio tra il pantano maleodorante dei dannati per il peccato di gola (questi fiaccati dalla pioggia e dall’incombere di Cerbero dalle tre gole), i due compagni sono comodamente seduti a ristorarsi davanti alla locanda “Solo cibo alla brace” con sottotitolo: "Per ospiti graditi di passaggio."

Dante: Questa carne per certo è fiorentina, pur se mai la mangiai con questo taglio. E il vino è della terra mia: il buon Chianti!

I dannati si struggono al vederli libare e banchettare con entusiasmo, e battono frenetici sul vetro, ma senza che il rumore disturbi i due compagni di viaggio. Che neanche li vedono, dal lato del vetro oscurato.

Dante: Tu mi hai detto, Maestro: “Non ti curar di lor ma guarda e passa” a proposito di quei che correan indarno dietro un vessillo, tormentati da insetti, e sangue e lacrime di loro ai vermi. Perdonami se ardisco approfondire. Ho colà riconosciuto il papa che del cielo avea solo il colore sbiadito.
Ben altro colore avea la sua aura da eremita predicatore, nel mezzo del cammin di sua vita: il bianco dell’asceta, mistico e spiritualissimo. Ma divenne pedina nelle mani dei poteri forti di monarchie che volevano tacitare l’avversa opinione pubblica. Sì, altri lo indussero ad accettare il sacro soglio, ed altri a rifiutarlo quando si vide tremar per ogni vena…
Non seppe scegliere di restare quello che meglio sapeva essere: predicatore che, nell’eremitaggio, affinava, nella sua ascetica contemplazione, la dottrina che voleva trasmettere. Vieppiù, dopo essere stato costretto ad accettare, senza ribellarsi, si lasciò guidare a non decidere, così trasmettendo di fatto il sacro soglio proprio a colui che ha portato quel francese in Toscana per paciere, e invece ci lasciò il paese in guerra.


Virgilio: N’hai ben donde a dimandarmi. Son gli ignavi color che fan perenne anticamera all’Inferno, che non li vuole, come non li vuole il Paradiso.
"Caccianli i ciel per non esser men belli,
né lo profondo inferno li riceve…"

Essi sono le tristi anime che vissero senza infamia e senza lode, sempre irresoluti a decidere di operare nel bene o nel male, per viltà, per opportunità, per pusillanimità. Risolsero invece di lasciarsi non decidere, o di affidarsi a chi avrebbe deciso per loro.
Un uomo degno di questo nome, invece, deve ascoltare la sua coscienza, sgombrando i pregiudizi e i biechi opportunismi che lo farebbero propendere per un verso anziché per l’altro. Le sue convinzioni devono essere travagliate, setacciate e meditate: la sua strada deve snodarsi lungo le pietre miliari della sua coscienza. Non farsi condurre passivo e inerme sulle altrui strade!

Dante: Capisco, Maestro. Io seguo te non con lo spirito di giudizio chiuso e passivo, bensì con un continuo raffronto e filtro con quello che mi ispira la coscienza. Quel che mi insegni e che mi mostri è un dono che va a colmare il mio bisogno di sapere, con logica e nell’ambito dei valori comuni ed ancestrali.

Virgilio: È il nostro spirito che ci dà la forza per costruire il nostro mondo; nel mentre, dobbiamo opporci a chi invade i nostri spazi, avanzando schiacciandoci con dei valori che non condividiamo.
Mai rassegnarci a essere pedine manovrate da altri nella scacchiera della vita.
Tu sei un decisionista, Dante: come il mio Enea!


I due finiscono la pausa col dolce libum e brindano col Frascati.
Al di là del vetro, i golosi dannati si contorcono nella melma, ululando rabbiosi nell’impotenza.


(Scritto in forma di testo teatrale: Atto unico)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [MI146] Non ti curar di lor ma guarda e passa

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Scelta singolare, la tua, Zaza. Un atto unico teatrale, una dedica al Sommo poeta in un anno speciale.
A parte la gustosa cenetta che amplia i tormenti dei golosi, ma non solo...
Celestino V come Manifestazione terrena di un burattino incapace di agire le proprie mosse senza che qualcuno muova i fili per lui. L’immagine è azzeccata e pienamente resa dal dialogo tra i due.
Un a scelta originale e bel realizzata. Mi è piaciuto questo tributo dantesco.

Re: [MI146] Non ti curar di lor ma guarda e passa

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Un tributo molto elaborato e cosciente, con scelte stilistiche e di linguaggio molto molto ardite. Hai scelto un personaggio iconico, del quale basta solo il nome a evocare un certo tipo di pensieri. Personalmente avrei caricato meno i dialoghi con l'italiano volgare, sebbene sia perfetto e ben lineare con quello di Dante, perché appesantisce il testo in prosa. Dove la Commedia ha invece dalla sua la musicalità e la rapidità delle terzine in rima e quindi si lascia leggere anche oggi con estrema versatilità. Un problema solo di proporzioni dunque, che con un maggior uso della prosa si può dipanare e dar vita a un ottimo omaggio a Dante, che solo chi come te conosce la poesia e la sa manovrare, può permettersi <3

Re: [MI146] Non ti curar di lor ma guarda e passa

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Allora, carerrima @Poeta Zaza , partiamo dalle cose buone: usare Dante e Virgilio come personaggi è una genialata, e qui

"Qui si mostrano Dante e il suo méntore Virgilio che discettano, in una pausa tra i gironi dell’Inferno, facendo il punto della situazione."

mi stavo già leccando i baffi.

La traccia è rispettata.

La scena del ristorante col pannello divissorio in plexiglass è ecceziomitica... c'erano tutte le premesse per far virare il tutto verso il comico... ma poi le hai tradite.
Secondo me cimentarsi nello scimmiottamento del linguaggio dantesco è un po' un suicidio: o sei bravissimissima o sei destinata a schiantarti... io avrei preso le mosse dal pannello per far esprimere i nostri con linguaggio moderno e giocare ad alterare l'atmosfera. Hai voluto invece spiegare quello che Dante ha spegato già, inevitabilmente meglio di te; il risultato alla fine è didascalico: un esito che, perdonami, non poteva che essere fallimentare. Non puoi provare a dire le stesse cose che ha detto Dante, con la medesima lingua, senza pagare l'enorme divario con l'originale. Ma devo dire che sei forse la più coragiosa degli utenti per il solo fatto di provarci.
Se poi mi sbagli pure la citazione... "Non ragioniam di lor ma guarda e passa", non ti curar è una storpiatura divenuta non si sa come più celebre dell'originale.

Insomma, hai avuto un'intuizione di partenza che poteva essere strafica, ma ti sei persa nello svolgimento. Io riscriverei il tutto ripartendo dalla scena del ristorante, e tenendo bene a mente una delle regole auree di Umberto Eco: esprimiti siccome ti nutri.
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI146] Non ti curar di lor ma guarda e passa

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@Monica ha scritto: lun mar 08, 2021 8:50 am Scelta singolare, la tua, Zaza. Un atto unico teatrale, una dedica al Sommo poeta in un anno speciale.
A parte la gustosa cenetta che amplia i tormenti dei golosi, ma non solo...
Celestino V come Manifestazione terrena di un burattino incapace di agire le proprie mosse senza che qualcuno muova i fili per lui. L’immagine è azzeccata e pienamente resa dal dialogo tra i due.
Un a scelta originale e bel realizzata. Mi è piaciuto questo tributo dantesco.
Mi rincuori, @@Monica

Grazie mille! :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [MI146] Non ti curar di lor ma guarda e passa

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Loscrittoreincolore ha scritto: lun mar 08, 2021 9:45 am Un tributo molto elaborato e cosciente, con scelte stilistiche e di linguaggio molto molto ardite. Hai scelto un personaggio iconico, del quale basta solo il nome a evocare un certo tipo di pensieri. Personalmente avrei caricato meno i dialoghi con l'italiano volgare, sebbene sia perfetto e ben lineare con quello di Dante, perché appesantisce il testo in prosa. Dove la Commedia ha invece dalla sua la musicalità e la rapidità delle terzine in rima e quindi si lascia leggere anche oggi con estrema versatilità. Un problema solo di proporzioni dunque, che con un maggior uso della prosa si può dipanare e dar vita a un ottimo omaggio a Dante, che solo chi come te conosce la poesia e la sa manovrare, può permettersi <3
Grazie delle tue utili note e dell'apprezzamento, caro @Loscrittoreincolore :)
Di sabbia e catrame è la vita:
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Re: [MI146] Non ti curar di lor ma guarda e passa

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Edu ha scritto: lun mar 08, 2021 2:51 pm ahahah, e, no, dai, carerrima, non mi reagire così, ogni passo falso è un gradino della scala per il successo... Lo ha detto pure Ibrahimovic a San Remo ( :facepalm: )
Parti dalle cose buone, hai il premio speciale per l'originalità ;-)
Scherzavo col pianto, carerrimo @Edu ;)

Ho capito le tue giuste critiche eh! :si:

Carezze al mio ego, però, me le do anch'io. Esempio:

Con le battute di inizio, faccio periodare i due Poeti in endecasillabi, guarda:
Virgilio: Fermiamoci a ristoro in questo luogo ch’è parallelo a’ strazi dei golosi. È il nostro anfitrione che lo vuole: che guardino e che soffrano di più.
Dante: Questa carne per certo è fiorentina, pur se mai la mangiai con questo taglio. E il vino è della terra mia: il buon Chianti!
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Re: [MI146] Non ti curar di lor ma guarda e passa

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Buongiorno, sono la signora Pina della letteratura classica.
Premetto questo, per precisare che ho sofferto la Divina Commedia a scuola, la mia insegnante d'italiano oltre che essere arcigna di suo, era anche una donna estremamente noiosa e a parte l'entrata nel bosco, il resto l'ha trasformato in un tedioso elenco di personaggi. Si salvarono Paolo e Francesca dal massacro della sua voce monocorde e il mitico "di cul fece trombetta", perché una compagna era affetta da meteorismo da stress.
Tutto questo per dire che invece io ho apprezzato molto. Mi é piaciuta la lingua, ho avuto un momento di soddisfazione riconoscendo Celestino e mi hai fatto venire la voglia di prendere in mano la Divina Commedia. In un certo senso l'hai smitizzata e l'hai avvicinata a quelli come me, che sono stati lesi da insegnanti incompetenti e stanchi.
Ammiro la tua capacità di calarti nell'epoca e a me il tuo racconto é piaciuto moltissimo.
Brava!

Re: [MI146] Non ti curar di lor ma guarda e passa

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Almissima ha scritto: mar mar 09, 2021 9:39 am Mi é piaciuta la lingua, ho avuto un momento di soddisfazione riconoscendo Celestino e mi hai fatto venire la voglia di prendere in mano la Divina Commedia. In un certo senso l'hai smitizzata e l'hai avvicinata a quelli come me, che sono stati lesi da insegnanti incompetenti e stanchi.
Questa è una gran bella soddisfazione per me! Grazie, @Almissima :)
Almissima ha scritto: Ammiro la tua capacità di calarti nell'epoca e a me il tuo racconto é piaciuto moltissimo.
Brava!
:love3:
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Re: [MI146] Non ti curar di lor ma guarda e passa

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@Poeta Zaza mi sa che do assai ragione a @Edu
L'esercizio di stile è grazioso e si legge con piacere, lo spunto arguto della taverna col plexiglass a far salivare i dannati anche, però il succo e le motivazioni mi lasciano perplessa.
Non c'è una storia, si limita a commentare (spiegare?) le colpe degli ignavi e ribadire il dovere di scegliere e schierarsi. Forse come nuova forma di commento/esegesi/parafrasi delle Commedia potrebbe essere un'idea originale e dinamica, ma come testo narrativo (o teatrale) a sé non ne vedo il senso, né cosa aggiunga di nuovo.
Insomma, lettura gradevole sì però boh :)
I intend to live forever, or die trying.
(Groucho Marx)

Re: [MI146] Non ti curar di lor ma guarda e passa

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Bef ha scritto: mar mar 09, 2021 11:27 am Non c'è una storia, si limita a commentare (spiegare?) le colpe degli ignavi e ribadire il dovere di scegliere e schierarsi.
C'è la storia di Papa Celestino V, il suo essere una pedina sulla scacchiera dei potenti. Un ignavo, incapace di agire e interagire con la propria coscienza. Certo, mi sono dilungata a descrivere cos'è un ignavo, per fare meglio capire la sua storia: questo sì :si:

Quindi capisco le critiche e grazie comunque del passaggio, Marezia! :)
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Re: [MI146] Non ti curar di lor ma guarda e passa

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Adel J. Pellitteri ha scritto: mar mar 09, 2021 11:55 am @Poeta Zaza un pezzo molto originale nel quale potevi osare di più. Simpatica la scena iniziale, ma poi c'è stata la virata e il testo ha perso un po' dello smalto promesso nei primi paragrafi. In ogni caso si legge molto piacevolmente. Ho apprezzato l'uso della lingua e le parole scelte che, per armonia e bellezza, superano l'essenza della trama.
Brava
Grazie, cara @Adel J. Pellitteri per la lettura e il commento :)

C'è da considerare che l'idea mi è venuta col MI, Contest che, si sa, ci dà solo dodici ore per creare (la sua forza e il suo limite). Mi era passato per la mente di virare tutto il brano nel genere comico o comunque in una parafrasi ironica di qualche strofa del Nostro. Non ne ho avuto la possibilità ma non è detto che non ne faccia una revisione in tal senso, in futuro. Lo dico anche a @Edu che ringrazio per l'ispirazione. :sss:
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Re: [MI146] Non ti curar di lor ma guarda e passa

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bestseller2020 ha scritto: mar mar 09, 2021 6:49 pm @Poeta Zaza ciao. Sei stata coraggiosa assai, l'ho apprezzato molto. Anch'io tendo sempre a inventare qualcosa di nuovo a rischio del risultato finale. C'è poco da dirti, Mariangela, non resisti al richiamo della poesia; è più forte di te! e cosa di meglio vi può essere che un pezzo di Dante?
ciao a presto.. :sss:
Esatto, @bestseller2020! Hai inquadrato bene la mia penna. :)
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Re: [MI146] Non ti curar di lor ma guarda e passa

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Macleobond ha scritto: lun mar 22, 2021 8:20 am @Poeta Zaza, parte in endecasillabi, ma poi diviene piuttosto faticoso da leggere. Quando hai tempo riscrivi tutto come hai iniziato, anche se ci metterai un casino di tempo. Ma è Dante che lo vuole, e a Dante non si può dire di no.
Hai ragione. Non voglio scontentare il mio méntore. Di certo, almeno ci proverò! :si:
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Re: [MI146] Non ti curar di lor ma guarda e passa

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Premessa doverosa: adoro @Edu, punto e a capo.
No, scherzo. Condivido le sue riflessioni e se non le avesse espresse lui, lo avrei fatto io! (meno bene di lui, però)
Ma, c'è un "ma" :asd:, @Poeta Zaza hai avuto un'idea fighissima, ma così fighissima issima, che alla fine, l'esperimento, non fosse altro che per l'originalità, a me è piaciuto da pazzi. Cara Poeta Zaza tu sei avanti, vedi oltre. E hai abbattuto regole e confini.
La sacralità di Dante, dunque, è stata dissacrata (mi sono impicciata con le parole? No! credo di no). Voglio dire, a me l'irriverenza piace assai :D
Quindi, niente altro da aggiungere.
Brava! Anzi, figa! ;)

Re: [MI146] Non ti curar di lor ma guarda e passa

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ioly78 ha scritto: mar mar 23, 2021 5:54 pm @Poeta Zaza hai avuto un'idea fighissima, ma così fighissima issima, che alla fine, l'esperimento, non fosse altro che per l'originalità, a me è piaciuto da pazzi. Cara Poeta Zaza tu sei avanti, vedi oltre. E hai abbattuto regole e confini.
Che complimentone, @ioly78 ! Grazie mille!

:romance-heartsthree:
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