[MI145] Mal comune mezzo gaudio
Posted: Sun Feb 21, 2021 9:07 pm
viewtopic.php?p=9059#p9059 Commento.
Traccia di mezzanotte.
Mal comune mezzo gaudio.
Francesca percorre nervosamente il corridoio ricavato tra le strutture delle postazioni .
Si ferma di fronte alla scrivania di Luca: “ Cos'hai? Mi sembri come se ti scappasse da un momento all'altro la pipì! Non che mi dispiacerebbe raccoglierla! Anzi!”, esclama lui squadrandola da capo a piedi. Come rinunciare ai soliti apprezzamenti? Per Luca, trovarsi a contatto di lei, è la cosa che gli fa passare più serenamente la giornata dietro alla scrivania. “ Francesca , bella e fresca”, è il pensiero che ogni volta gli balena appena lei appare.
“ Fossi in te non starei tanto tranquillo”, fa lei con quel tono capace di togliere il sorriso persino ai più spavaldi. “ Non so cosa stia succedendo, ma secondo me, ci sono grane in arrivo per tutti; questa mattina il Gran capo ha già mandato a chiamare nel suo ufficio Alfredo e Pierpaolo e da quanto ho visto, sono usciti verdi e pallidi, direi che hanno ricevuto una gran lavata di capo”, aggiunge andando via e lanciando l'ultima occhiata d'avvertimento.
Luca si blocca, come se fosse colui che di fronte al lanciatore di coltelli, legato mani e piedi alla parete di legno, aspettasse la lama passargli ad un centimetro dalla tempia. “ Quelle due mezze seghe, chissà cosa avranno detto”, prese a pensare in quella tesa atmosfera che regnava silenziosa in tutto l'ufficio, e dove nessuno dei suoi venti colleghi, mostrava segni di vita. Solo i passi frettolosi di Francesca sono percettibili, indicando la sua direzione: nuovamente nella postazione di Luca.
“ Cazzo! che vuoi da me ancora?”, dice lui. “ Vogliono anche te in ufficio fra dieci minuti, appena esce Roberto”. Luca rimane per un attimo immobile pensando ai suoi tre colleghi che hanno già varcato la soglia dell'ufficio del Gran capo. Pensa a cosa mai avrà da dirgli quell'uomo sfruttatore del suo lavoro, che tanto odia e disprezza, e quale attinenza lo lega ai tre colleghi. “ porca troia! Mi auguro che non sia per i contratti extra lavoro”.
Nel mentre i minuti passano, Luca sistema le carte sparse sulla scrivania, e poi si alza in piedi.
I moduli bassi delle postazioni non ostacolano la sua vista, lasciandola libera di spaziare e di ricadere sulla porta, che in fondo, si apre lentamente. Luca capisce che adesso tocca a lui, si incammina verso Roberto. A metà corridoio i due già si guardano in cagnesco, come i due duellanti pronti a sparare in “ mezzogiorno di fuoco”.
Nel silenzio dell'ufficio si sente l'ansia salire e lo sguardo tra i due non passa inosservato al resto dei colleghi.
Luca apre la porta senza bussare: “ Mi ha chiamato, dottore?”.
“ Sì! Venga, Luca, e si sieda pure”. “ L'abbiamo chiamato perché siamo venuti a sapere che lei ha rapporti di lavoro con la Recruter's; e vorremmo delle spiegazioni”.
Luca accavalla le gambe con tranquillità. Il dottor Stigazzi lo scruta attentamente, mentre al suo fianco , il figlio Giulio, pare attento a guardare dei documenti. “ Deficiente figlio di papa! Non sai neanche leggerlo un contratto, che cazzo tieni in mano”, pensa tra di se Luca.
“ Dottore non ho nessun rapporto con la Recruiter's “. Foglio alla volta scivolano sul tavolo di vetro, e si posano in bella mostra alla vista di Luca.
“ Questi contratti hanno la sua firma Luca! “. Uno sguardo fulmineo identifica l'intestazione della Recruiter's e la sua firma in calce. “ Che figura di merda! Ma come hanno fatto a trovare i contratti, chi può avermi fatto questo? Roberto? Alfredo? Pierpaolo?”, prende a pensare.
“ Dottore, le ricordo che sono a partita IVA e in teoria posso nelle ore mie libere, fare altra attività professionale”.
“ Ma tale attività non deve essere diretta a una nostra diretta concorrente; capisce bene che lei fa concorrenza sleale, avendo dei doveri verso questa società”, ribatte Stigazzi.
“ Dottore! Mi permetto di farle notare che questi contratti sono stipulati con nuovi clienti che io ho espressamente cercato e che non hanno nessuna attinenza a noi. Io devo portare avanti i contratti verso i clienti che ho in elenco, e questo elenco non lo faccio io, me lo passate voi.”
La discussione si protrae per diversi minuti animatamente. Fuori dalla stanza, Roberto, Alfredo e Pierpaolo, pensano alla strigliata ricevuta e aspettano l'uscita di Luca.
Ed eccolo apparire nero di livore, uscire dall'ufficio, prendere la direzione della sua postazione. Passare di fronte ai suoi colleghi e alzare il dito medio verso di loro: “ merde!”.
Roberto gli ricambia il dito medio: “ ma guarda sto stronzo! Che faccia di merda! Sono sicuro che è stato lui a dire a Stigazzi dei miei contratti con la Recruiter's. D'altronde solo lui ha interesse di farmi fuori, dato che lui vuole diventare il responsabile del settore. Ma mi sa che ti è andata male questa volta.”
Anche Pierpaolo e Alfredo ricambiano il dito medio di Luca. Distintamente i due hanno bene in mente lo scontro al vertice per la poltrona di responsabile settore. Tutti la volevano.
La lista dei richiamati si è conclusa e un leggero vociferare sembra rianimare l'intero ufficio.
Dentro al suo ufficio, il dottor Stigazzi, pare tutto soddisfatto.
“ Papà! Alla fine si sono fatti la forca tra di loro!”
“ Hai detto bene Giulio! Come vedi l'essere umano è sempre pronto a vendicarsi. Ognuno di loro ha pensato che fosse stato tradito e per vendetta ha spiattellato i nomi dei compagni.”
“ Ma papà! Noi comunque avevamo le prove dei contratti fatti da tutti e quattro e loro non lo sapevano e non lo hanno neanche sospettato. La tua è stata una idea geniale; hai mostrato ad ognuno i loro contratti senza far vedere quelli degli altri. Hanno immaginato che solo i loro contratti erano in questione e quando si sono visti scoperti, non hanno fatto che giustificarsi dicendo i nomi di chi facevano altrettanto. Spiegami però perché non li abbiamo chiamati tutti e quattro assieme; che senso ha averli ripresi singolarmente?”.
“ Perché? Ma è chiaro, Giulio. Hai presente il detto “ divide et impera?”. Questi quattro stavano alzando le pretese, le richieste. Volevano essere assunti con contratto di dipendenza a tempo indeterminato e da tempo si lamentavano che lavorando a partita IVA non era per loro conveniente.
Che avremmo dovuto fare? Assumerli? Con le enormi spese dei contratti che ci saremo dovuti accollare? A noi sta bene così, che lavorino ancora a partita IVA per un bel pezzo. Di certo non avranno di che lamentarsi nella loro posizione, dato che sanno che potremmo rompere il rapporto di lavoro e lasciarli a casa.”
“ Ma allora non li licenziamo! Ho capito, ce li lavoriamo per bene con la paura e li facciamo sottostare alle nostre regole; adesso ho capito.”
“ Giulio, è meglio avere dei dipendenti piegati e mortificati per le loro colpe, che dei dipendenti onesti che aspirano a fare richieste di maggiori compensi. L'uomo è più governabile quando è colpevole. Lo stesso atteggiamento vendicativo che hanno messo in scena verso i colleghi, dimostra che sono di poco valore e non meritano altro.”
“ Certo che non avrebbero mai pensato che la Recruiter's è cosa nostra, dato che l'abbiamo acquisita per i suoi numeri che faceva anche grazie a loro. Alla fine con questi contratti extra ci hanno fatto guadagnare!”
“ Li abbiamo fregati alla grande, figlio mio! Bisogna saper gestire il personale per averne il giusto vantaggio. Comunque dobbiamo non esagerare e dopo il bastone dovremmo darci la carota, ma questo al momento debito. Per adesso lasciamoli godere della loro vendetta personale tra di loro e si consoleranno con il mal comune mezzo gaudio.
Traccia di mezzanotte.
Mal comune mezzo gaudio.
Francesca percorre nervosamente il corridoio ricavato tra le strutture delle postazioni .
Si ferma di fronte alla scrivania di Luca: “ Cos'hai? Mi sembri come se ti scappasse da un momento all'altro la pipì! Non che mi dispiacerebbe raccoglierla! Anzi!”, esclama lui squadrandola da capo a piedi. Come rinunciare ai soliti apprezzamenti? Per Luca, trovarsi a contatto di lei, è la cosa che gli fa passare più serenamente la giornata dietro alla scrivania. “ Francesca , bella e fresca”, è il pensiero che ogni volta gli balena appena lei appare.
“ Fossi in te non starei tanto tranquillo”, fa lei con quel tono capace di togliere il sorriso persino ai più spavaldi. “ Non so cosa stia succedendo, ma secondo me, ci sono grane in arrivo per tutti; questa mattina il Gran capo ha già mandato a chiamare nel suo ufficio Alfredo e Pierpaolo e da quanto ho visto, sono usciti verdi e pallidi, direi che hanno ricevuto una gran lavata di capo”, aggiunge andando via e lanciando l'ultima occhiata d'avvertimento.
Luca si blocca, come se fosse colui che di fronte al lanciatore di coltelli, legato mani e piedi alla parete di legno, aspettasse la lama passargli ad un centimetro dalla tempia. “ Quelle due mezze seghe, chissà cosa avranno detto”, prese a pensare in quella tesa atmosfera che regnava silenziosa in tutto l'ufficio, e dove nessuno dei suoi venti colleghi, mostrava segni di vita. Solo i passi frettolosi di Francesca sono percettibili, indicando la sua direzione: nuovamente nella postazione di Luca.
“ Cazzo! che vuoi da me ancora?”, dice lui. “ Vogliono anche te in ufficio fra dieci minuti, appena esce Roberto”. Luca rimane per un attimo immobile pensando ai suoi tre colleghi che hanno già varcato la soglia dell'ufficio del Gran capo. Pensa a cosa mai avrà da dirgli quell'uomo sfruttatore del suo lavoro, che tanto odia e disprezza, e quale attinenza lo lega ai tre colleghi. “ porca troia! Mi auguro che non sia per i contratti extra lavoro”.
Nel mentre i minuti passano, Luca sistema le carte sparse sulla scrivania, e poi si alza in piedi.
I moduli bassi delle postazioni non ostacolano la sua vista, lasciandola libera di spaziare e di ricadere sulla porta, che in fondo, si apre lentamente. Luca capisce che adesso tocca a lui, si incammina verso Roberto. A metà corridoio i due già si guardano in cagnesco, come i due duellanti pronti a sparare in “ mezzogiorno di fuoco”.
Nel silenzio dell'ufficio si sente l'ansia salire e lo sguardo tra i due non passa inosservato al resto dei colleghi.
Luca apre la porta senza bussare: “ Mi ha chiamato, dottore?”.
“ Sì! Venga, Luca, e si sieda pure”. “ L'abbiamo chiamato perché siamo venuti a sapere che lei ha rapporti di lavoro con la Recruter's; e vorremmo delle spiegazioni”.
Luca accavalla le gambe con tranquillità. Il dottor Stigazzi lo scruta attentamente, mentre al suo fianco , il figlio Giulio, pare attento a guardare dei documenti. “ Deficiente figlio di papa! Non sai neanche leggerlo un contratto, che cazzo tieni in mano”, pensa tra di se Luca.
“ Dottore non ho nessun rapporto con la Recruiter's “. Foglio alla volta scivolano sul tavolo di vetro, e si posano in bella mostra alla vista di Luca.
“ Questi contratti hanno la sua firma Luca! “. Uno sguardo fulmineo identifica l'intestazione della Recruiter's e la sua firma in calce. “ Che figura di merda! Ma come hanno fatto a trovare i contratti, chi può avermi fatto questo? Roberto? Alfredo? Pierpaolo?”, prende a pensare.
“ Dottore, le ricordo che sono a partita IVA e in teoria posso nelle ore mie libere, fare altra attività professionale”.
“ Ma tale attività non deve essere diretta a una nostra diretta concorrente; capisce bene che lei fa concorrenza sleale, avendo dei doveri verso questa società”, ribatte Stigazzi.
“ Dottore! Mi permetto di farle notare che questi contratti sono stipulati con nuovi clienti che io ho espressamente cercato e che non hanno nessuna attinenza a noi. Io devo portare avanti i contratti verso i clienti che ho in elenco, e questo elenco non lo faccio io, me lo passate voi.”
La discussione si protrae per diversi minuti animatamente. Fuori dalla stanza, Roberto, Alfredo e Pierpaolo, pensano alla strigliata ricevuta e aspettano l'uscita di Luca.
Ed eccolo apparire nero di livore, uscire dall'ufficio, prendere la direzione della sua postazione. Passare di fronte ai suoi colleghi e alzare il dito medio verso di loro: “ merde!”.
Roberto gli ricambia il dito medio: “ ma guarda sto stronzo! Che faccia di merda! Sono sicuro che è stato lui a dire a Stigazzi dei miei contratti con la Recruiter's. D'altronde solo lui ha interesse di farmi fuori, dato che lui vuole diventare il responsabile del settore. Ma mi sa che ti è andata male questa volta.”
Anche Pierpaolo e Alfredo ricambiano il dito medio di Luca. Distintamente i due hanno bene in mente lo scontro al vertice per la poltrona di responsabile settore. Tutti la volevano.
La lista dei richiamati si è conclusa e un leggero vociferare sembra rianimare l'intero ufficio.
Dentro al suo ufficio, il dottor Stigazzi, pare tutto soddisfatto.
“ Papà! Alla fine si sono fatti la forca tra di loro!”
“ Hai detto bene Giulio! Come vedi l'essere umano è sempre pronto a vendicarsi. Ognuno di loro ha pensato che fosse stato tradito e per vendetta ha spiattellato i nomi dei compagni.”
“ Ma papà! Noi comunque avevamo le prove dei contratti fatti da tutti e quattro e loro non lo sapevano e non lo hanno neanche sospettato. La tua è stata una idea geniale; hai mostrato ad ognuno i loro contratti senza far vedere quelli degli altri. Hanno immaginato che solo i loro contratti erano in questione e quando si sono visti scoperti, non hanno fatto che giustificarsi dicendo i nomi di chi facevano altrettanto. Spiegami però perché non li abbiamo chiamati tutti e quattro assieme; che senso ha averli ripresi singolarmente?”.
“ Perché? Ma è chiaro, Giulio. Hai presente il detto “ divide et impera?”. Questi quattro stavano alzando le pretese, le richieste. Volevano essere assunti con contratto di dipendenza a tempo indeterminato e da tempo si lamentavano che lavorando a partita IVA non era per loro conveniente.
Che avremmo dovuto fare? Assumerli? Con le enormi spese dei contratti che ci saremo dovuti accollare? A noi sta bene così, che lavorino ancora a partita IVA per un bel pezzo. Di certo non avranno di che lamentarsi nella loro posizione, dato che sanno che potremmo rompere il rapporto di lavoro e lasciarli a casa.”
“ Ma allora non li licenziamo! Ho capito, ce li lavoriamo per bene con la paura e li facciamo sottostare alle nostre regole; adesso ho capito.”
“ Giulio, è meglio avere dei dipendenti piegati e mortificati per le loro colpe, che dei dipendenti onesti che aspirano a fare richieste di maggiori compensi. L'uomo è più governabile quando è colpevole. Lo stesso atteggiamento vendicativo che hanno messo in scena verso i colleghi, dimostra che sono di poco valore e non meritano altro.”
“ Certo che non avrebbero mai pensato che la Recruiter's è cosa nostra, dato che l'abbiamo acquisita per i suoi numeri che faceva anche grazie a loro. Alla fine con questi contratti extra ci hanno fatto guadagnare!”
“ Li abbiamo fregati alla grande, figlio mio! Bisogna saper gestire il personale per averne il giusto vantaggio. Comunque dobbiamo non esagerare e dopo il bastone dovremmo darci la carota, ma questo al momento debito. Per adesso lasciamoli godere della loro vendetta personale tra di loro e si consoleranno con il mal comune mezzo gaudio.