Re: Sono Joshua

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Il tuo personaggio ha un disordine mentale, comunica con un pesciolino rosso che chiama come la marca di un rasoio e scrive annotazioni su un taccuino. Non sappiamo cosa lo abbia portato a quel punto, lo vediamo nel suo isolamento che, presumibilmente dura da tempo. Si comprende quando dice:"Fuori di mio non ha niente". Probabilmente non ricorda nemmeno che sua madre è morta perchè dice: "e mia madre muore ogni volta che chiedo di parlare con lei". Questo, almeno, è ciò che mi è venuto in mente appena ho letto l'affermazione. Potrebbe anche essere che la donna soffra nel vedere il figlio in questo stato, ma la prima ipotesi è quella che mi ha intrigato di più.
Non c'è soluzione al suo malessere, solo un prendere appunti per non perdere la rotta e un cercare di rimanere presente a se stesso ripetendo Io sono Joshua.

I miei ricordi sono note mischiate a caso su un pentagramma, li lascio scorrere ma non c’è melodia. Sono frammenti di uno specchio che sparpagliano pezzi sconnessi di chissà quale immagine riflessa.

Questa frase sembra di un registro diverso rispetto al resto del racconto, che lungo il testo ha frasi più coincise e cadenzate. Un ritmo che accompagna bene l'idea del disadattato.

Fuori c’è luce e un giorno che passa.
Fuori c’è rumore e qualcosa che accade.
Fuori c’è voce e gente che vive.
Fuori di mio non ha niente.


Questa parte mi è piaciuta molto

Un bel racconto che, per quanto non mi porti molto lontano da lì, si ascolta e si vede chiaramente. Bravo

Prima o poi capirò l'editor del sito. E' saltata l'impaginazione.

Se prima di pubblicare vai all'editor completo puoi sistemare nuovamente i margini
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