Re: La poesia cura

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Non sono scritte a penna, peccato: la mano lascia passare tutta lʼemozione, le parole stampate no” (...) “e ci vuole pazienza con la poesia, bisogna aspettarla e poi trattarla bene…”.
Quanta fatica viene spesa per essere poi gettata tra i rifiuti! Fatica per guadagnare, perché bisogna comprare, perché bisogna avere di più. Poi abbiamo troppo e allora fatica per liberarci dal troppo e poi fatica per smaltire questo troppo: troppo, troppo, tutto troppo…”.
(...) e intanto è felice. Felice di poter guardare le nuvole sopra di lei senza paura che qualcuno gliele possa rubare, senza preoccuparsi di dove nasconderle o come farle fruttare
.

Anche se non ci fosse stato il nome, @Irene cara, avrei riconosciuto come tue queste parole. L'"idea di Poesia" è personificata dalla vecchia barbona: poetessa scomparsa e in disgrazia (perché la poesia non si mangia! ;) ), costretta a vivere di rifiuti, ma consapevole e felice. Soprattutto, piena ancora di energia vitale e generosità. Attraverso questa figura proietti anche una visione del mondo più sana e semplificata: "tutto è troppo", e questo troppo porta alla nausea. Lo spettacolo delle nuvole (altro elemento fondamentale del tuo immaginario) sarebbe di per sé bastevole alla serenità del cuore, soffocata da mille inutili artifici: la poesia, ci insegni, risponde se facciamo tacere il caos che ci circonda. Un racconto che non nasconde una sana finalità didascalica, e che ho letto davvero volentieri. Grazie!
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Re: La poesia cura

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Ippolita ha scritto: mer gen 20, 2021 5:18 pm Anche se non ci fosse stato il nome, @Irene cara, avrei riconosciuto come tue queste parole. L'"idea di Poesia" è personificata dalla vecchia barbona: poetessa scomparsa e in disgrazia (perché la poesia non si mangia! ;) ), costretta a vivere di rifiuti, ma consapevole e felice. Soprattutto, piena ancora di energia vitale e generosità. Attraverso questa figura proietti anche una visione del mondo più sana e semplificata: "tutto è troppo", e questo troppo porta alla nausea. Lo spettacolo delle nuvole (altro elemento fondamentale del tuo immaginario) sarebbe di per sé bastevole alla serenità del cuore, soffocata da mille inutili artifici: la poesia, ci insegni, risponde se facciamo tacere il caos che ci circonda. Un racconto che non nasconde una sana finalità didascalica, e che ho letto davvero volentieri. Grazie!
Grazie a te, carissima!
Sì, questo è uno dei primi miniracconti che ho scritto, e all'epoca in effetti avevo un po' la fissa "didascalica" :D (che poi ho cercato piano piano di limare); ci sono affezionata perché l'ho scritto in un periodo di rivoluzione personale (e anche perché a Relia ho prestato il cognome di mia nonna <3).
Grazie ancora, Ippolita! :)
https://lapoesianonsimangia.myblog.it/c ... i-sono-io/

Re: La poesia cura

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Buongiorno cara Irene, è un bel pezzo che non ci si incontra più nell'officina, anzi, qui su cdm mi sa che è la prima volta.
Ho deciso di commentare qualcosa di tuo, perché personalmente ti ritengo spettacolare. Per uno come me tu sei una specie di miracolo.
E lo hai dimostrato anche con questo bellissimo racconto.
A parere mio questi tuoi non sono più esercizi di stile, ma lavori con una già ben definita identità.
Questa perla che ci hai gentilmente proposto, ricalca tutto ciò che si dovrebbe perseguire con la scrittura: minimalista, profonda, semplice nel linguaggio, poetica ed evocativa senza essere aulica o forzatamente ricercata. Eh beh, tu hai questo gran dono, ma non lo sai mica. Non sai che con la prosa sei brava quanto con la poesia.
La poesia. La prosa. In questo racconto si fondono più che mai e si dànno al gioco brillante di scambiarsi il testimone in corsa.
E allora capita di chiedersi se si stia leggendo l'una o l'altra. Alla fine io dico tutte e due.
Trovo che in queste righe si percepisca il tuo padroneggiare della serenità e della profondità, perché a leggerle ci si commuove ma al contempo "si sta bene". È quasi come bere una tisana bollente d'inverno, mentre si discute di argomenti emozionanti e dalla finestra si guarda scendere la neve.
Sono convinto che anche tu percepisca queste cose durante la scrittura, e che quest'ultima sia proprio un mezzo per darti (e dunque trasmettere)  quella serenità, di cui sopra, con cui riesci a mettere alla luce le dinamiche più profonde e interessanti dell'anima.
Forse non potevi trovare ambientazione migliore scegliendo Venezia. Scegliendo Venezia per fare muovere Aurelia come se fosse un angelo discreto e premuroso. Perché qui, oltre a toccare la tematica sociale, e lo fai magistralmente là dove metti accanto Aurelia col suo niente materiale (ma che è moltissimo a livello di coscienza di libertà) al troppo del mondo, a quel troppo che è il centro da cui passano tutte le vite e per cui ci si affanna, perdendo tutto, per prima la libertà stessa, e tra Aurelia e il mondo frenetico, c'è un abisso pauroso; dicevo: oltre alla tematica di disegualianza sociale, metti in evidenza l'aspetto umano. Chi ha poco e niente in proporzione dà di più di chi ha molte ricchezze. Certo non è una regola universale, ma in questo caso è così, perché Aurelia era una poetessa, una persona dunque mossa dalla bellezza e dal cuore delle cose semplici.
Il momento in cui trova la busta e la apre è magico, evidenzia come Aurelia che si è appena nutrita di cibo sporco (in tutti i sensi) ma che leggendo i versi di Caterina non sente nemmeno più la sete, viva con la stessa serenità sia questo bel momento che gli altri di tribolazione.
Onestamente non ho trovato alcun difetto nella tua scrittura. Non so se si era capito...
Tu non sai le colline
dove si è sparso il sangue.
Tutti quanti fuggimmo
tutti quanti gettammo
l’arma e il nome. Una donna
ci guardava fuggire.
Uno solo di noi
si fermò a pugno chiuso,
vide il cielo vuoto,
chinò il capo e morì
sotto il muro, tacendo.
Ora è un cencio di sangue
il suo nome. Una donna
ci aspetta alle colline.

Re: La poesia cura

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Louca c. ha scritto: ma al contempo "si sta bene". È quasi come bere una tisana bollente d'inverno, mentre si discute di argomenti emozionanti e dalla finestra si guarda scendere la neve.
  Luca, grazie! Che dire... adesso sono ufficialmente commossa! :sob:
Louca c. ha scritto: e tra Aurelia e il mondo frenetico, c'è un abisso pauroso
mi fa davvero, davvero piacere se si percepisce questo.
Grazie di cuore, Luca, per il tuo commento!
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Re: La poesia cura

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Irene ha scritto:   Luca, grazie! Che dire... adesso sono ufficialmente commossa! :sob: mi fa davvero, davvero piacere se si percepisce questo.
Grazie di cuore, Luca, per il tuo commento!
No, ma quale grazie. Grazie a te, piuttosto. Lo sai che quello che penso ti dico. 
In passato avevo letto cose tue che mi ero permesso di criticare (e per me erano già bellissime) . Ma quando una cosa è perfetta e tocca tutte le corde possibili, be'...  :arrossire:
Tu non sai le colline
dove si è sparso il sangue.
Tutti quanti fuggimmo
tutti quanti gettammo
l’arma e il nome. Una donna
ci guardava fuggire.
Uno solo di noi
si fermò a pugno chiuso,
vide il cielo vuoto,
chinò il capo e morì
sotto il muro, tacendo.
Ora è un cencio di sangue
il suo nome. Una donna
ci aspetta alle colline.

Re: La poesia cura

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Ciao @Irene , ho letto con interesse il tuo racconto. Intanto ti ringrazio per avermi fatto vedere con i tuoi occhi Venezia, una città che ho sempre voluto visitare. Ho trovato ben dettagliata e appropriata la routine di una persona senza fissa dimora, e mi è sembrato appropriato, da parte tua, assegnare una vita interiore sfaccettata a una di queste persone che consideriamo marginali. Questo crea un senso d'empatia nel lettore.
Sappiamo come spesso la poesia e chi scrive poesia siano considerati a loro volta marginali nella nostra società, come la madre che lavora al supermarket ma cerca comunque di coltivare il suo talento. Un incoraggiamento da una persona in apparenza improbabile, ma in realtà (scopriamo alla fine) esperta, come la protagonista del racconto, può voler dire molto per persone del genere. Sappiamo che in tanti scrivono poesia senza essere letti, e questo è un peccato, ma il mercato purtroppo fa selezione premiando alcuni e ignorando molti. Tu hai espresso plasticamente il senso di frustrazione per i tanti rifiuti che un poeta può subire nel corso della sua carriera, facendo sì che lo gettasse in un bidone, e, poeticamente, hai voluto che uno di questi manoscritti fosse, in qualche modo, "accettato." 
Ho trovato interessante come il racconto, in più di un punto, critichi la nostra abitudine a scartare troppo facilmente, tramite un personaggio che, purtroppo, vive di scarti. 
Mi è piaciuta la psicologia della protagonista principale, Aurelia, mentre quella di Caterina è appena accennata. Ti faccio una proposta (per un'eventuale riscrittura del racconto): non sarebbe interessante se Aurelia (e il lettore) leggessero una delle sue poesie, di quelle che hanno colpito maggiormente la persona senza dimora? Non potrebbe essere riportata la poesia all'interno del racconto? Questo, a mio avviso, rafforzerebbe l'epifania che ha Aurelia leggendo il manoscritto.

Sarebbe interessante vedere uno sviluppo al racconto, come un'amicizia che si possa instaurare fra queste due amiche poetesse, a mio avviso. In questo modo, approfondendo la maggiormente la psicologia delle professioniste potresti asciugarlo dal leggero sentimentalismo (mia unica critica) che mi pare di avere a volte riscontrato.

Ti ringrazio per la bella lettura. A presto,
Domenico
https://domenicosantoro.art.blog/

Re: La poesia cura

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Domenico S. ha scritto: Intanto ti ringrazio per avermi fatto vedere con i tuoi occhi Venezia, una città che ho sempre voluto visitare.
Grazie a te, @Domenico S.  per il tuo commento (sììì, ci devi andare a Venezia! :sù: :) );
Domenico S. ha scritto: mi è sembrato appropriato, da parte tua, assegnare una vita interiore sfaccettata a una di queste persone che consideriamo marginali. Questo crea un senso d'empatia nel lettore.
mi fa piacere!
Domenico S. ha scritto: spesso la poesia e chi scrive poesia siano considerati a loro volta marginali nella nostra società,
più che altro chi scrive poesia è considerato inutile (in questo suo scrivere) e fuori di testa dal mondo, e lo so bene perché io stessa scrivo poesia :D ; sì,  come dici tu, l'idea era quella di fare arrivare a Caterina una risposta significativa da parte della poesia, attraverso una voce sensibile e "fuori mercato". E hai assolutamente ragione riguardo al sentimentalismo che un po' aleggia in questo testo: in effetti nella primissima versione lo era ancora di più... era un testo di tanti anni fa, oltretutto avevo una visione molto ingenua del mondo editoriale (adesso per esempio non sarebbe più tanto attuale dato che i manoscritti, per fortuna, non circolano quasi più per posta fisica).  Ed effettivamente sì, Caterina potrebbe essere approfondita come personaggio, magari descrivendo in parallelo qualche momento in più di quella sua giornata, oppure anche la tua idea sarebbe buona, cioè di  inserire una sua poesia (ne ho messo solo qualche frammento a metà del testo). 
Ancora grazie mille Domenico,  per esserti fermato a commentare! :)
https://lapoesianonsimangia.myblog.it/c ... i-sono-io/
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