La verità ha gli occhi verdi

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https://www.costruttoridimondi.org/forum/viewtopic.php?p=39803#p39803

Una volta di nuovo la dottoressa De Rosa rimpianse di non avere per sé un’altra giovinezza.
Sospirò, mentre passava sotto lo scan l’ennesimo codice fiscale. 
«È tutto in regola?» chiese la signora, un po’ intimorita e decisamente fuori dalle grazie degli altri utenti, perché occupava lo sportello da una vita.
«Tutto in regola signora» rispose la dottoressa De Rosa, guardandola, aprendo e chiudendo gli occhi sbiaditi dal tempo. La donna, finalmente, s’acquietò. Lasciò il posto in fila a chi aveva il numerino dopo il suo. Il signore era già fornito di codice fiscale, da scannerizzare.
La dottoressa De Rosa, una volta di più, rimpianse di non avere a sua disposizione un’altra giovinezza.

Verso l’una, quando finiva il suo turno, notò che nella sala d’attesa dell’ufficio c’era ancora seduto un signore, con un cappello e una bella sciarpa colorata che correva lungo i lati del cappotto.
«Signore, ha bisogno?»
Lui si girò. Guardò la dottoressa De Rosa. Sorrise.
«No guardi, ho finito anch’io.»
«Lei non ha il numerino?»
«Nessun numerino, no» rispose il signore. «Grazie della bella mattinata» aggiunse, un po’ incongruamente. Nessuno andava mai volentieri di quelle parti.
«Va bene…» disse la dottoressa, raccogliendo la borsa e il resto delle sue cose. Il signore diede ancora uno sguardo ai dipinti della sala d’attesa, quindi lasciò la stanza.

Il mattino dopo, il signore era di nuovo lì. Senza numerino. Senza codice fiscale da sfoderare. Di nuovo seduto a guardare i dipinti della sala d’attesa.
Per la pausa delle dieci e mezza la dottoressa De Rosa, che non era più tanto giovane, ma non si considerava priva d’intuito, prese due caffè della macchinetta automatica, si sedette accanto al signore e gli porse il suo.
«Lei è qui per i dipinti, vero?»
«Lei ha intuito» disse il signore, prendendo il caffè.
«È un conoscitore d’arte?»
«Ero impiegato, come lei. Però mi ha sempre appassionato. Ho anche scritto qualcosa. Una monografia su un fiammingo minore, di qualche successo. Nulla di che. Non mi faccia diventare vanitoso.»
«Un vero conoscitore, quindi.»
«Le arti, la confesso, non hanno mai smesso di appassionarmi.»
«Pensa che questi dipinti abbiano qualcosa?»
«Bella domanda» disse il conoscitore d’arte, sorseggiando il suo caffè. «Lei cosa crede?»
La dottoressa De Rosa, allora, si concentrò sulla vista della ragazza dagli occhi verdi, che non aveva mai notato veramente, nonostante fosse in quell’ufficio ormai da anni.
«Mi sembra che i colori e le forme siano molto elementari.»
«Certo.»
«Inoltre non sono sicuro che le proporzioni siano sempre esatte.»
«No, non lo sono. Lei ha buon occhio.»
«Non mi sembra si rifaccia a uno stile corrente, o passato, o lo rielabori creativamente.»
«No, certo, è arte naïf.»
«Però lei trova qualcosa in questi dipinti.»
«Sì, c’è qualcosa.»
«La ragazza dagli occhi verdi» disse la signora, riferendosi alla protagonista dei ritratti. «Prima è chiusa in una gabbia, poi vola in cielo aggrappata a una sorta di corvo nero. In quell’altro sta scavando una fossa con una pala d’oro.»
«Che ne pensa di queste immagini?»
«Sono inventive.»
«Sì.»
«Direi anche suggestive.»
«Molto.»
«Atemporali.»
«Lei è brava.»
La dottoressa De Rosa sorrise.
«Mi sembra di essere di nuovo all’interrogazione dell’ora d’arte.»
«Non sono un professore. Non si preoccupi.»
La dottoressa finì il suo caffè. 
«La donna dagli occhi verdi. Cosa pensa stesse cercando di esprimere l’artista, raffigurandola?»
«Questa domanda mi sembra fondamentale.»
«Ossessione?»
«Sì?»
«Bellezza?»
«Sì, questi quadri sono bellissimi» rispose il signore, annuendo in modo entusiastico. «Siete molto fortunati ad averli.»
«Non l’avevo mai notato.»
«A volte la bellezza è ogni giorno sotto i nostri occhi, ma ci vuole una persona estranea che ce la faccia notare. Niente di male. Succede spesso.»
Intanto, un’altra signora si avvicinava allo sportello con un numerino e il codice fiscale, ma la dottoressa De Rosa, che, in qualche modo, sentiva di starsi riappropriando di un po’ di giovinezza, decise di farla attendere.
«Lei cosa vede in questi quadri, signore?» chiese infine la donna.
«Anch’io, quando ero giovane» ripose semplicemente lui, «ero innamorato di una ragazza dagli occhi verdi.»
«Oh.»
«In lei io vedevo tutto quanto di più bello, di più onesto, di più casto c’è nella vita. Con lei mi sentivo completo.»
«Per questo ama molto questi quadri, e viene qui a vederli?»
«Vengo soprattutto perché ammiro molto il lavoro dell’anonimo artista. Talmente umile da non firmare neppure il suo lavoro.»
«Posso chiedere al dirigente. Forse lui lo conosce.»
«Non lo faccia.»
«Toglierei la poesia, giusto?»
«Non amo incontrare gli artisti di persona. Preferisco conoscerli tramite la loro opera.»
Intanto, gli utenti dell’ufficio prendevano i numerini e continuavano a mettersi in fila di fronte allo sportello muto.
«Beh, può venire qui a vederli quando vuole» disse la dottoressa De Rosa. «Io, ahimè, devo tornare al lavoro.»
«Ha ragione, le forme sono semplici. I colori… non sempre ben bilanciati» continuò il signore, continuando fra sé e sé. «Però sa cosa fa la differenza, a mio avviso, fra un prodotto dimenticabile e quello di un grande artista?»
«Mi dica…» disse ancora la dottoressa, guardando un po’ preoccupata la fila che s’ingrossava.
Il conoscitore d’arte si dedicò a quel quadro dove la ragazza era accasciata in un prato e leggeva un libro di poesie di un lirico tedesco. Quel quadro dove, semplicemente, era raccontata una storia che non cessava di stupirlo. Tutta la storia del mondo.
«Verità» disse lui, girandosi verso la donna, guardandola coi suoi occhi semplici. «In questi quadri vedo verità.»
«La verità ha gli occhi verdi» disse lei, senza potersi impedire di sorridere e guardare a sua volta il dipinto. «Grazie. Finora, non l’avevo mai compreso.»
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Re: La verità ha gli occhi verdi

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Ciao @Domenico S.,
ho finito di leggere questo racconto e devo dire che non ho capito bene cosa volessi esprimere, sicuramente non sapere da quale traccia tu sia partito, non aiuta.

Ipotizzo abbia a che fare con le occasioni perdute, con una giovinezza non pienamente vissuta, tuttavia mi sfugge sia il passato, sia il presente.
Quale verità scoprono i protagonisti?
Domenico S. ha scritto: Prima è chiusa in una gabbia, poi vola in cielo aggrappata a una sorta di corvo nero. In quell’altro sta scavando una fossa con una pala d’oro.»
Sono le fasi della vita?

Domenico S. ha scritto: Quel quadro dove, semplicemente, era raccontata una storia che non cessava di stupirlo. Tutta la storia del mondo.
«Verità» disse lui, girandosi verso la donna, guardandola coi suoi occhi semplici. «In questi quadri vedo verità
Perché tutta la storia del mondo è raccontata da questa immagine? Quale verità?


In riferimento alla scorrevolezza del testo, volevo invece segnalarti:
Domenico S. ha scritto: la dottoressa De Rosa, che non era più tanto giovane
Non credo serva sottolinearlo, hai già scritto due volte che rimpiange di non avere una seconda giovinezza.

Domenico S. ha scritto: conoscitore d’arte
È ripetuto tre volte, appesantisce, dapprima sembra non esserlo, poi forse, poi diventa il suo appellativo.

Domenico S. ha scritto: «A volte la bellezza è ogni giorno sotto i nostri occhi, ma ci vuole una persona estranea che ce la faccia notare
Giusto!

Domenico S. ha scritto: sentiva di starsi riappropriando di un po’ di giovinezza
Solo perché fa qualcosa di diverso dalla solita routine?


Credo che il testo necessiti in generale di una sistemata, i contenuti non sono a mio parere molto chiari. Interessante la comprensione della propria vita attraverso l'arte, ma secondo me va spiegato meglio.

Alla prossima.
<3

Re: La verità ha gli occhi verdi

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Domenico S. ha scritto: Nessuno andava mai volentieri di quelle parti.
Refuso: da
Domenico S. ha scritto: La donna, finalmente, s’acquietò.
Non mi pare sia il termine adatto, di solito si acquietano gli animali
Domenico S. ha scritto: la confesso
Refuso: le
Domenico S. ha scritto: «Pensa che questi dipinti abbiano qualcosa?»
«Bella domanda» disse il conoscitore d’arte, sorseggiando il suo caffè. «Lei cosa crede?»
La dottoressa De Rosa, allora, si concentrò sulla vista della ragazza dagli occhi verdi, che non aveva mai notato veramente, nonostante fosse in quell’ufficio ormai da anni.
«Mi sembra che i colori e le forme siano molto elementari.»
«Certo.»
«Inoltre non sono sicuro che le proporzioni siano sempre esatte.»
«No, non lo sono. Lei ha buon occhio.»
Refuso: sicura (oppure è sbagliata la sequenza delle risposte)
Domenico S. ha scritto: In lei io vedevo
Elimina il pronome, è già sottointeso nel verbo.
Domenico S. ha scritto: un libro di poesie di un lirico tedesco.
Questa precisazione è eccessiva, si sarebbe potuto leggere il nome del lirico tedesco sulla copertina, difficile che fosse anche sulla pagina dove è facile intuire si tratti di poesia. Quindi per riformulare in modo più generico fermati a "poesie". Oppure la ragazza non stava "leggendo" ma teneva in mano un libro di poesie di un lirico tedesco. Non se se riesco ad essere chiara nello spiegare dove sta la differenza tra le due immagini.

Il tuo racconto, a mio vedere, ha un errore significativo. Inizi la narrazione suggerendo che alla donna manchi una seconda giovinezza (si supponge sia questa la ricerca avviata dall'autore, e a me lettore tocca scoprire, leggendo, se riuscirà ad averla o no,  oppure se la fine sarà più amara dell'inizio). Invece, mi trascini per riflessioni e commenti che conducono ad altro lasciando senza risposta la domanda iniziale.  Infatti, chiudi il racconto con la "verità" che ha gli occhi verdi. L'appiglio con la "giovinezza" sta nell'uomo innamorato della ragazza con gli occhi verdi al tempo della sua gioventù, d'accordo. Ma alla dottoressa De Rosa cosa porta questa scoperta?
In mezzo al racconto, poi, fai una disquisizione sull'arte e, commentando i quadri,  parli della bellezza che sta sotto i nostri occhi e spesso non riusciamo a vedere; quindi hai inserito un nuovo elemento "la bellezza".  Cosicché  gli elementi diventano tre: giovinezza, bellezza, verità. 
In più, nei dialoghi spesso si confondeno i soggetti. Personalmente sono dovuta tornare indietro per capire "chi" diceva "cosa". 
Per tutti questi motivi il tuo racconto andrebbe rivisto in diversi punti. Non so se avevi una traccia che ti obbligava a prendere in considerazione tutti e tre gli elementi, in questo caso, tra questi, mancherebbe la sinergia.
In sintesi, per me, difetta nella focalizzazione.

Spero non me ne vorrai. 
Ciao e alla prossima.  :sss:

Re: La verità ha gli occhi verdi

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@Modea72 @Adel J. Pellitteri

Ciao, vi ringrazio per le utili notazioni. Il racconto mi sembrava sviluppasse bene i suoi temi, ma siccome entrambe mi fate notare i suoi limiti immagino di aver fallito. "Acquietarsi" nel senso di trovare pace, che io sappia, non si usa solo per gli animali -- ciò detto, l'uomo è anche un animale.

A presto, grazie,
Domenico
https://domenicosantoro.art.blog/

Re: La verità ha gli occhi verdi

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Provo a elencare gli elementi costitutivi di questo racconto breve - che a me è piaciuto forse proprio in virtù della sua leggerezza e della scarsa pretenziosità (è un complimento) - a partire dai personaggi. Dottoressa di mezza età, non dico stanca di vivere ma che accusa in una certa misura il peso della vita, annoiata dalla routine del proprio lavoro e dall'omologato panorama sociale che le sfila ogni giorno davanti agli occhi; sicuramente una persona pratica, poco incline all'idealizzazione e ai romanticismi di ogni età; non una persona pessimista ma nemmeno ottimista, con la buona capacità di osservazione che hanno tutte le persone con i piedi per terra e una buona dose di vissuto (e forse di sofferto); una persona disincantata, ma che ancora possiede la curiosità necessaria per conoscere meglio uno sconosciuto, una donna che possiede senza dubbio un buon potenziale empatico. Uomo anziano ai margini del contesto sociale, o perlomeno della sua parte attiva, che dispone del tempo necessario per annoiarsi, probabilmente (ma è poi così brutta la noia? Io a volte la trovo estremamente rilassante e rigenerante), ma anche quello per guardarsi attorno e pensare, e perdere giornate intere nella contemplazione di un quadro; un uomo tranquillo, credo, avvezzo alla solitudine ma ancora sintonizzato sul vivere altrui, sul quadro generale, cioè sulla Vita. Terzo elemento: la scena, i quadri. L'unico appunto che mi sento di muovere al testo è quello che avrei speso qualche parola in più per introdurli meglio, cioè per rendere in merito edotto il lettore, cosciente dell'importanza della scena ai fini della narrazione e curioso di sapere in che modo vi interagiscano i personaggi, il tutto prima che il vecchio cominci a parlare dei quadri, ovviamente. Per il resto, ripeto, a me è piaciuto. Non è che ogni cosa che scriviamo debba necessariamente trasmettere un concetto, o un messaggio o una morale al lettore (e comunque il racconto trasmette anche questo). Può tranquillamente e semplicemente fotografare una scena, creare un'atmosfera, lasciare un'impronta emotiva nei personaggi e in noi che leggiamo, e tutto questo il racconto lo fa. Sono sicuro che la dottoressa ritorni al suo lavoro, dopo la conversazione, con uno stato d'animo diverso, in positivo, stanchezza e noia momentaneamente dissipate dalla bellezza di quei quadri (o dalla rinnovata capacità di guardarli) che ha sempre avuto intorno ma ai quali non ha mai prestato l'attenzione necessaria forse proprio perché troppo concentrata sulla propria stanchezza e sulla propria noia. Quasi un paradosso. In questo senso il racconto possiede anche un suo messaggio etico.
Grazie della lettura @Domenico S. Alla prossima.  :super:

Re: La verità ha gli occhi verdi

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@Bob66
Ciao, ti ringrazio per il lungo e approfondito commento. Devo dire che mi ha sorpreso. Vista la reazione degli altri utenti, mi ero convinto che la storia non fosse delle mie migliori. Diciamo che tu hai messo in luce altri aspetti. Immagino che la verità stia un po' nel mezzo, però ora mi sono convinto che tenendo conto delle vostre notazioni si possa trasformarlo in qualcosa di migliore. Grazie a te per essere passato di qui, comunque sono molto contento che tu abbia colto con una certa sensibilità alcuni aspetti non secondari della storia e che ti sia piaciuta. A presto!
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Re: La verità ha gli occhi verdi

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Ciao @Domenico S., ti lascio un pensiero personale su questo racconto.
Per come ho seguito altri racconti tuoi, credo che tu qui stia sperimentando qualcosa, un percorso forse allineato al racconto dove alla fine il protagonista si vede nella casa degli specchi al luna park. Mi associo ad altri commenti sulla situazione un po' offuscata dal punto di vista della chiarezza (soprattutto del dialogo) ma l'impressione è che tutto sia voluto e che il racconto stesso sia una ricerca e/o un quadro. Questa atmosfera, ovattata verso l'esterno e protesa tutta alla sensazione interna, è qualcosa che mi piace e che cerco di fare anch'io anche se con scarso successo.
I personaggi, in fondo, sono standard: la dottoressa intrappolata in una catena di montaggio e il signore che magari non ha nulla da fare. Una scena vista altrove, in ogni contesto dove ci si trova a fare la fila dietro altri che alla fine sono lì per ingannare la giornata. Forse leggo questo perché mi ritrovo nella protagonista, incastrato in una vita senza scopo se non quello di dedicare quasi tutta la giornata al lavoro in cambio di un minimo indennizzo mensile. Lontano da una fine sempre più lontana (si parla in questi giorni di quota 41, io sto a 8 e mezzo, non la vedo breve) e ormai arido nell'apprezzare tutto quello che sta al di là del vetro.
E niente, alla prossima lettura. :libro: 
https://www.facebook.com/curiosamate

Re: La verità ha gli occhi verdi

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@bwv582 Ciao, ti ringrazio per essere passato al leggere questa mia storia e per l'attenzione che poni sia sul mio racconto, sia sugli altri che ogni tanto condivido sul forum. Onestamente non so se io cerchi di sperimentare in una direzione in particolare. Di certo, alla fine di ogni storia mi piace raccontarne una nuova e, se possibile, interessante. Dati i miei limiti, magari a volte posso risultare confuso, e non andare sempre vado a segno, come notato da altri commentatori. In tanti ci troviamo a fare, ahinoi, lavori che non sempre sono molto gratificanti; anche a me è capitato in passato, ma ho avuto la fortuna di riuscire a cambiare. Un saluto.
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Re: La verità ha gli occhi verdi

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Ciao @Domenico S. 
Sparo subito: il racconto nel complesso non mi ha convinto. 
Nell'incipit mi sembra sia troppo ribadito il senso di noia e ripetitività della dottoressa De Rosa ("di nuovo", "ennesimo", "finalmente", "una volta di più"). A volte è preferibile dirlo una sola volta forte e chiaro, le restanti sembrano mosse dal timore di dover chiarire ciò che è già chiaro.
Nel suo senso complessivo penso tu abbia voluto aprire come una "porta laterale d'uscita" all'ordinario senso di noia: lo sconosciuto che viene a mostrare la bellezza. Come giustamente dici, la bellezza ci sta davanti agli agli occhi e a volte c'è bisogno che qualcuno la mostri. Ok, però il messaggio diventa un po' moraleggiante e astratto, dunque poco credibile, se è un deus ex machina che viene a sradicarci dal nostro senso di noia e a mostrarci che il mondo è bello. Da questo punto di vista, l'improvvisa conversione e adesione alla prospettiva del nuovo venuto della protagonista suona un po' forzata. Nella realtà non funziona così, magari la scappatoia verso il bello/il sensato/il buono è davvero a portata di mano, ma non basta un incontro a farcela imboccare.
Non tutto mi è dispiaciuto, però, eh. Ho trovato la scrittura piacevole e brillante, innanzitutto. Poi, quando ho visto comparire il personaggio che stava volontariamente lì dove gli altri non volevano stare, mi sono incuriosito davvero; ho pensato a uno sviluppo surreale, all'eccezione che sconferma la regola di De Rosa, a un personaggio che non si comporta come gli altri ma vuole stare lì. Intendo non per i quadri, ma proprio per stare alle poste (o quello che è). Magari trovando il bello nelle poste, invece che nelle liriche tedesche (quello è un elemento davvero un po' posticcio, in un quadro, sorry). Te la lascio come suggestione surreale  :P
Scrittore maledetto due volte

Re: La verità ha gli occhi verdi

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Ciao @Edu mi spiace il racconto non ti abbia convinto tanto. Di certo non voleva essere particolarmente realistico, ma comprendo che tu lo abbia trovato un po’ moralistico. Ad alcuni commentatori è piaciuto, ad altri meno, devo dire che non sono cieco ai suoi difetti. Non comprendo perché in un quadro non ci possa essere un libro di poesia tedesca, magari per sottolineare che la protagonista è una giovane di spirito romantico, ma devo dire che non sono un pittore, quindi magari hai ragione tu. Sono contento che ti sia piaciuta la scrittura. Alla prossima!
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