[H2022R] Una mezza sovrana d'oro

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Carta: L'annegato - Lo scorrere - L'inesorabile


Avevo nove anni quando la miniera di carbone in cui lavorava mio padre crollò, intrappolandolo insieme ad altri ventuno minatori nelle sue viscere. Il proprietario della miniera ci disse che erano stati fortunati: erano morti rapidamente, annegati. Nei tre giorni precedenti aveva piovuto senza interruzione, tanto da far straripare il fiume. Le pareti della galleria laterale si erano staccate precipitando sulle pompe di drenaggio.
All’epoca non capii perché mio padre e gli altri minatori fossero stati fortunati a morire subito e in quel modo; pensavo che fosse più ovvio resistere a lungo al buio, al freddo e nel terrore, ma vivi, nell’attesa dei soccorsi che avrebbero potuto andare a salvarli. Chiesi spiegazioni a mia madre, e lei per tutta risposta mi ordinò di radunare le mie cose, perché saremmo andati ad abitare nella contea dello Yorkshire, da una sua sorella che aveva sposato un servitore della dimora di Lord e Lady Chatswood.

Gli zii vennero a prenderci alla stazione. La zia volle sapere se il viaggio era stato confortevole. Lo zio, che avevo visto una sola volta prima di allora, si accertò che non avessi pidocchi tra i capelli. Indossavano dei paltò di lana pesante; le loro scarpe erano talmente pulite che mi sembrò che fossero arrivati fin lì camminando sull’aria. Lo zio frustò i cavalli e condusse il carro attraverso la proprietà di Lord Chatswood, fino a che non arrivammo a un capanno in riva al fiume. Ci scaricarono assieme a un sacco di liscivia, delle coperte lise e sacchetto con una decina di patate. Queste ultime, disse mio zio, erano un dono a cui non ci dovevamo abituare: a partire dal giorno seguente, il cibo avremmo dovuto guadagnarcelo come tutti gli altri.
Il lavoro era sfiancante, ma mia madre mi ripeteva che eravamo fortunati. Oltre alle patate e agli avanzi della domenica dalla cucina dei padroni, avevamo un paio di galline che scorrazzavano in un recinto e tanta legna per riscaldarci facendo ardere il fuoco sotto il pentolone in cui lavavamo la biancheria di Milord e Milady. Gli zii e gli altri servitori, invece, avevano solo dei bracieri nelle loro gelide stanze nelle soffitte di Chatswood Manor. Arrivò l’estate, e il caldo e il vapore diventarono una tortura; mia madre mi ripeteva che eravamo fortunati a vivere isolati nel capanno, perché non dovevamo sottostare alle bizze e allo staffile di Milady.
Avevamo anche il permesso di Milord di pescare le trote. Le prendevo con una canna alla quale avevo attaccato uno spago; dall’amo facevo penzolare i vermi scovati sotto i sassi. Mia madre mi insegnò a infilzarli in modo che non morissero subito e continuassero a contorcersi sott’acqua, dovrai solo sederti, tirare l’amo e aspettare che abbocchino, mi disse, e mi indicò un punto lì vicino, in cui la corrente aveva scavato un letto profondo dove c’erano tante trote, e rane e lumache tra le canne che ricoprivano la sponda. L’aveva saputo la prima volta che Milord era venuto al capanno.
Il fiume era un serpente liquido che cambiava forma ingrossandosi e sgonfiandosi con il passare delle stagioni. Un giorno (mi ero appena seduto sulla riva della sponda pescosa, dove andavo tutte le volte che vedevo Milord sopraggiungere lungo il sentiero che portava al capanno), lo vidi rimontare in groppa al suo cavallo e spronarlo al galoppo. Corsi a casa e trovai mia madre seduta sulla sedia a fissare una mezza sovrana d’oro che luccicava al centro del tavolo. Alzò gli occhi su di me senza quasi senza vedermi, poi si alzò, si infilò la moneta in una tasca, si mise lo scialle sulle spalle e uscì, dicendomi che andava al villaggio a fare una commissione. Rientrò molte ore dopo, e andò a coricarsi senza dire una sola parola.
Il mattino dopo la chiamai dal mio giaciglio, sorpreso perché non si era ancora alzata, poi andai a scuoterla afferrandola per il braccio. Ritirai la mano, inorridito: la sua pelle era fredda e bianca come il marmo. Sollevai le coperte. Il sangue aveva impregnato il materasso e la chiazza si era estesa a partire dall’altezza del bacino fin quasi all’altezza dei piedi e delle spalle. Non avrei mai creduto che mia madre, una donna così minuta, potesse avere avuto tanto sangue in corpo.


L’avevo appena seppellita nel cimitero del villaggio, ma dovetti ricacciare indietro le lacrime, perché i miei zii mi portarono quel giorno stesso al cospetto dei padroni.
Dovetti restare in silenzio e tenere lo sguardo fisso sulle mie scarpe. L’odore rancido del sudore di Milady, misto al suo profumo di essenza di rose, mi dava il voltastomaco.
“Sarà di certo un bastardo, come quello che sua madre ha estirpato dal suo ventre di cagna, di chiunque fosse figlio. Quanti anni ha?” disse Milady, rivolta a mio zio.
“Dodici, vossignoria. Sa leggere e scrivere.”
“Davvero? Che cosa stramba. Certo, è troppo magro, ma è forte e sano...” disse Milady quasi a sé stessa, toccando le mie spalle con lo staffile. “Ma se continuassimo a tenerlo a servizio getterebbe un’ombra sulla tradizione di rettitudine morale della servitù, che mi costa tanta fatica preservare. Non ne convenite, marito caro?”
“Non posso che convenirne, moglie cara” rispose Milord. “Siete una donna saggia.”
“Dovremmo far bruciare il capanno sul fiume” disse Milady. “È diventato un rifugio per i peccatori.”
“Lo farò di persona” disse Milord.
Avvertii il suo sguardo posato su di me.
“Non gli spetterebbe nulla, ma voglio essere generoso” continuò Milord, e dopo aver riflettuto su quanto valevano i tre anni che io e mia madre avevamo trascorso facendo bollire la sua biancheria, decurtò dalla somma la perdita del capanno e forse anche le trote che avevo pescato nel fiume, poi estrasse dal panciotto una mezza sovrana d’oro e la diede a mio zio. “Fagli prendere le sue cose, accompagnalo alla stazione e dagli questa” gli disse.
“Dovrò pensare a una punizione per te, Mary, per avermi messo in questa incresciosa situazione portando qui tua sorella. Lo capisci?” disse Milady.
La zia tacque, e a stento soffocò un singhiozzo.
Sono passati tanti anni da allora, che hanno cancellato dalla mia memoria il viso di mia zia e il suono della sua voce, ma ricordo come se fosse ieri quel mezzo singhiozzo. Sebbene non fossi certo che non fosse dovuto alla rassegnazione più che al dolore alla rabbia, mi diede lo sprone per portare avanti i propositi che maturai davanti alla tomba di mia madre.

Il giorno seguente mio zio, eseguendo gli ordini ricevuti da Lord Chatswood, mi accompagnò alla stazione e dopo avermi dato una pacca sulla spalla, mi consegnò la mezza sovrana d’oro. Salii sul treno, con la valigia di cartone in una mano e la moneta nell’altra. Affacciato al finestrino, aspettai che lo zio si fosse allontanato nella direzione opposta a quella in cui sempre più veloce si stava muovendo la bestia di metallo e poi, mentre un fischio stridulo e il vapore riempivano l’aria, aprii lo sportello e saltai giù toccando terra malamente. Una donna mi vide e gettò uno strillo, costringendomi a rialzarmi in fretta, nonostante il dolore lancinante alle ginocchia. Lo zio non si era accorto di nulla. Era già sparito dalla vista.
Per tornare al capanno seguii per quindici miglia il corso del fiume verso nord. Arrivai a notte fonda. Del fuoco che aveva arso le mura di legno erano rimasti dei tizzoni fumanti e del rossore tra le cenere. Mi nascosi nel canneto, l’unico posto nel quale mi sentivo a casa.

Milady si recava nel roseto tutti i pomeriggi alla stessa ora e lì restava per un po’, tutta sola, quando non aveva ospiti e il marito era occupato in tutt’altre faccende. Sedeva a un tavolino, si faceva versare il tè da una serva e poi la cacciava via, come se la sua presenza potesse guastare la bellezza di quel luogo incantato.
Studiai i suoi movimenti per una settimana, acquattato dietro a un cespuglio di rose. Me ne stavo immobile, ad osservare come sorseggiava il suo tè, i suoi ricchi abiti, le sue rughe scavate dall’espressione di costante cipiglio, le braccia e la parte scoperta di seno; immaginavo il resto del suo corpo flaccido ricoperto dalle crinoline che qualcun altro, ora, lavava per lei. La osservavo e aspettavo.
L’occasione si presentò il giorno in cui, esaudendo i miei silenziosi desideri, Milady si lasciò scivolare all’indietro sulla sedia da giardino, reclinò il capo e si assopì. Mi guardai in giro: c’erano solo uccelli sugli alberi e insetti svolazzanti tra le rose.
Uscii dal mio nascondiglio, raccolsi una pala lì vicino e la raggiunsi. Le sue labbra erano socchiuse, e il respiro si era fatto pesante. Mi sarebbe piaciuto che aprisse gli occhi e mi guardasse dal basso, atterrita da quella inconsueta vicinanza, ma l’urlo avrebbe richiamato la servitù, e perciò fui costretto ad agire prima che si svegliasse. Misurai l’inclinazione della pala in modo che colpisse di taglio la nuca di Milady: volevo che facesse rumore il meno possibile e così fu, perché il delizioso crepitio delle ossa che si frantumarono nell’impatto fu udito da me soltanto. Con uno strattone estrassi la pala che si era conficcata nel cervello, tirandone via un pezzo che mi imbrattò i vestiti. Usai un lembo della gonna di Milady per ripulirmi, poi la afferrai per i capelli e la trascinai via con me, lasciandomi dietro una scia rossa che si interruppe nel punto in cui la caricai su un carretto, per poi sparire indisturbato nel bosco che circondava la tenuta.

Quella sera, con il cappello calato sulla fronte e il capo abbassato, mi unii alla folla che si era radunata nella piazza del villaggio. Era stato il diavolo in persona a portarsi via Milady, dicevano.
I servitori della tenuta, terrorizzati, furono mandati quella stessa notte a stanarlo prima che ritornasse nell’antro da cui era stato sputato. I riflessi delle torce danzavano sull’acqua del fiume che scorreva tranquillo.
Nei giorni successivi si unirono alle ricerche anche lo sceriffo e alcuni abitanti del villaggio. Cercarono me e Lady Chatswood invano, mentre io, nascosto in una buca naturale che avevo allargato per farne la mia tana, con un coltello tagliavo dal corpo di Milady striscioline e di carne e pelle da attaccare all’amo per pescare le trote di Milord. Quando il fetore della decomposizione cominciò a diffondersi nell’aria, legai il corpo a un masso e lo lasciai sprofondare nell’acqua.

Gli abitanti del villaggio, ormai, non parlavano d’altro che della scomparsa di Lady Chatswood; al calare della sera correvano a rinchiudersi in casa sprangando porte e finestre. Venni a sapere che era stato arrestato un fabbro che un mese prima si era ubriacato nella locanda e aveva parlato male di Milord; parve anche a me di sentire le sue urla provenire dalle segrete in cui lo sceriffo lo stava interrogando.

“Ehilà, Alfred, tutto bene?”
“Qui tutto bene!”
Lord Chatswood aveva organizzato i turni per la ronda di guardia. Conficcate nel terreno, qua e là delle fiaccole accese squarciavano il buio. 
I servitori si chiamavano l’un altro per darsi coraggio. Non sapevano che il diavolo di cui dovevano aver paura era già dentro Chatswood Manor: vedevo la sua ombra sulla tenda di una finestra del primo piano. Era l’unico ancora sveglio in tutta la tenuta, a parte i servitori di ronda. Tutti gli altri si erano già coricati, dovendosi alzare prima dell’alba. Immaginavo Milord chino sulla scrivania, a contare il suo denaro; era diventato un uomo terrorizzato ma anche molto più ricco, da quando lo avevo reso vedovo. I beni della moglie, che aveva potuto solo amministrare, ora erano suoi.
L’uomo che si stava avvicinando al punto in cui mi ero nascosto reggeva con una mano la fiaccola, e con l’altra accarezzava il fucile da caccia appeso alla spalla. Era più alto di me di almeno due spanne, e ben piazzato. Non lo temevo. Avevo dalla mia l’agilità e la determinazione.
Lasciai che mi si avvicinasse e lanciai un urlo, imitando il verso della civetta. L’uomo sobbalzò, spaventato. Come mi aspettavo, restò immobile, con la torcia alzata, a fissare la boscaglia scura, poi riprese a camminare accelerando il passo e senza voltarsi indietro.
Potevo già vedere la luce della fiaccola dell’altro servitore: dovevo agire in fretta. Spiccai una corsa e raggiunsi il lato nord della costruzione. L’edera lambiva il tetto su cui si aprivano gli abbaini delle stanze della servitù. Nessuno si aspettava che il mostro che aveva ucciso Lady Chatswood potesse penetrare in casa arrampicandosi sull’edera; non immaginavano che potesse essere un ragazzo magro e ancora basso di statura. Io stesso, del resto, temevo che i rami non potessero reggere il mio peso. Mi feci coraggio, sistemai sulla schiena la sacca che avevo portato con me e cominciai a scalare la parete, badando di restare sempre aggrappato ai rami con una mano, mentre con l’altra cercavo un altro punto con cui procedere. 
Giunto in cima, restai per un attimo sul cornicione, al sicuro, a riprendere fiato.
Dovevo avere il diavolo dalla mia parte. Le finestre degli abbaini erano tutte buie, lasciate socchiuse per dare aria alle stanze. Era stata una giornata insolitamente calda, e il sole aveva infuocato il tetto.
Ne aprii una, e silenziosamente scivolai dentro. Sentii un ronfare rassicurante. Presi dalla sacca una lanterna, sfregai un fiammifero sul pavimento e l’accesi. Non mi curai dell’uomo e della donna che dormivano della grossa salvo scoprire, con sollievo, che non erano i miei zii. Li lasciai come li avevo trovati, e mi avventurai in corridoi sconosciuti.
Cercai di tenere a mente le direzioni che prendevo a ogni svolta. Ero penetrato da un abbaino del lato est, lo stesso in cui si trovava la finestra accesa di Milord.
Riuscii a scendere senza difficoltà al primo piano e lì mi persi, tra quadri appesi, lunghi corridoi e troppe porte chiuse. Ero io, adesso, ad avere paura. Come potevo individuare la stanza che stavo cercando?  E se qualcuno fosse uscito all’improvviso da una di quelle stanze e mi avesse visto lì, fermo, con la lanterna in mano?
Sorrisi, e mi diedi dello stupido. Soffiai all’interno del lume e spensi la fiamma. Dovevo solo aspettare che gli occhi si abituassero alla totale oscurità, e avrei distinto la lama di luce sotto la porta dello studio di Milord.

Non si accorse della porta che si apriva lentamente; la spinsi quel tanto che mi bastava per infilarmi all’interno. Proprio come avevo immaginato, l’uomo era assorto sulle sue carte. Sulla scrivania c’era un bicchiere di liquore, e un posacenere con un sigaro acceso. Non aveva l’aria del vedovo affranto, e dentro casa si sentiva al sicuro.
C’era un solo candeliere acceso vicino alla finestra, e non riusciva a illuminare tutta la stanza.
Milord non mi vide strisciare sul pavimento rasentando il muro in ombra. Avanzai pollice dopo pollice, come un serpente. Non alzò una sola volta gli occhi dalle sue carte. Era stato fin troppo facile, mi dissi, quando dopo un po’ mi ritrovai alle sue spalle.
Presi lo stiletto dalla sacca. Sentii un brivido di eccitazione mentre mi tiravo su dal pavimento. Trattenni il respiro. Ora potevo vedere la sua nuca, i suoi capelli radi, il colletto della sua giacca da camera. Potevo sentire la puzza di brandy e di sigaro del suo fiato. Impugnai lo stiletto e mi preparai a sferrare il colpo.
In quel momento si girò e mi vide.
I suoi occhi e la sua bocca si spalancarono per lo stupore. Se anche non fossi riuscito a scappare, e mi avessero torturato e impiccato, sarei morto felice: in quel brevissimo attimo, prima che lo stiletto affondasse sul suo collo, Milord mi aveva riconosciuto.
Sentii il calore del suo sangue che mi bagnava il volto, le braccia, la camicia. Rigirai lo stiletto, godendo dell’urlo strozzato che gorgogliò ancora un po’ nella sua gola, poi estrassi dalla mia tasca la mezza sovrana d’oro e gliela infilai in bocca.
Ancora oggi mi chiedo se non fosse stato davvero il diavolo a guidare la mia mano e a permettermi di andarmene con il candeliere in mano, nel silenzio più assoluto, uscendo dalla porta principale.
Già.

Re: [H2022R] Una mezza sovrana d'oro

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Ilaris ha scritto: delle coperte lise e un sacchetto con una decina di patate.
Ilaris ha scritto: Mia madre mi insegnò a infilzarli in modo che non morissero subito e continuassero a contorcersi sott’acqua, (due punti)  dovrai solo sederti, tirare l’amo e aspettare che abbocchino, mi disse, e mi indicò un punto lì vicino, in cui la corrente aveva scavato un letto profondo dove c’erano tante trote, e rane e lumache tra le canne che ricoprivano la sponda.
Usa le virgolette per il discorso diretto.
Ilaris ha scritto: Uscii dal mio nascondiglio, raccolsi una pala lì vicino e la raggiunsi. Le sue labbra erano socchiuse, e il respiro si era fatto pesante. Mi sarebbe piaciuto che aprisse gli occhi e mi guardasse dal basso, atterrita da quella inconsueta vicinanza, ma l’urlo avrebbe richiamato la servitù, e perciò fui costretto ad agire prima che si svegliasse. Misurai l’inclinazione della pala in modo che colpisse di taglio la nuca di Milady: volevo che facesse rumore il meno possibile e così fu, perché il delizioso crepitio delle ossa che si frantumarono nell’impatto fu udito da me soltanto. Con uno strattone estrassi la pala che si era conficcata nel cervello, tirandone via un pezzo che mi imbrattò i vestiti. Usai un lembo della gonna di Milady per ripulirmi, poi la afferrai per i capelli e la trascinai via con me, lasciandomi dietro una scia rossa che si interruppe nel punto in cui la caricai su un carretto, per poi sparire indisturbato nel bosco che circondava la tenuta.
Mi sembra improbabile questa premeditazione e l'attuazione della vendetta da parte di un ragazzino dodicenne.
Ilaris ha scritto: Era stato il diavolo in persona a portarsi via Milady, dicevano.
Così dicevano i servi di Milord.
Ilaris ha scritto: Cercarono me e Lady Chatswood invano, mentre io, nascosto in una buca naturale che avevo allargato per farne la mia tana, con un coltello tagliavo dal corpo di Milady striscioline e di carne e pelle da attaccare all’amo per pescare le trote di Milord. Quando il fetore della decomposizione cominciò a diffondersi nell’aria, legai il corpo a un masso e lo lasciai sprofondare nell’acqua.
Perché cercavano lui? Nessuno aveva visto il ragazzino tornare alla tenuta...
Per la sostituzione dei vermi con strisce del corpo di Milady, devo dire che hai rispettato la consegna dell'horror in pieno! @Ilaris  :aka:  
Ilaris ha scritto: Sentii il calore del suo sangue che mi bagnava il volto, le braccia, la camicia. Rigirai lo stiletto, godendo dell’urlo strozzato che gorgogliò ancora un po’ nella sua gola, poi estrassi dalla mia tasca la mezza sovrana d’oro e gliela infilai in bocca.
Ancora oggi mi chiedo se non fosse stato davvero il diavolo a guidare la mia mano e a permettermi di andarmene con il candeliere in mano, nel silenzio più assoluto, uscendo dalla porta principale.
Finale col botto, brava!
Quindi le mezze sovrane (due in tutto il racconto) erano il metro di misura per pagare una madre abusata e un orfano sfrattato? Giusto usarla per chiudere i conti col turpe nobile.
Anche se l'età del vendicatore inesorabile mi sembra troppo fresca per tanto orrore e determinazione!

Lieta di ritrovarti, @Ilaris. Grazie per la lettura.  :libro:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [H2022R] Una mezza sovrana d'oro

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Bravissima @Ilaris 
Hai saputo creare un'atmosfera dickensiana, disseminata di piccoli gioielli visivi e psicologici che mi ha tenuto attaccata alla storia con il solo dispiacere di vederla finire.
la cupa ruvidezza dell'incipit
Ilaris ha scritto: Chiesi spiegazioni a mia madre, e lei per tutta risposta mi ordinò di radunare le mie cose, perché saremmo andati ad abitare nella contea dello Yorkshire, da una sua sorella che aveva sposato un servitore della dimora di Lord e Lady Chatswood.
Il disegno d personaggi così vivi che sembrano uscire dalla pagina
Ilaris ha scritto: La zia volle sapere se il viaggio era stato confortevole. Lo zio, che avevo visto una sola volta prima di allora, si accertò che non avessi pidocchi tra i capelli. Indossavano dei paltò di lana pesante; le loro scarpe erano talmente pulite che mi sembrò che fossero arrivati fin lì camminando sull’aria.
La tessitura elegante tra piccoli privilegi e grandi sottomissioni 
Ilaris ha scritto: Mia madre mi insegnò a infilzarli in modo che non morissero subito e continuassero a contorcersi sott’acqua,........ L’aveva saputo la prima volta che Milord era venuto al capanno.
L'incidente scatenante svelato con la reticenza dello scrittore di razza
Ilaris ha scritto: si infilò la moneta in una tasca, si mise lo scialle sulle spalle e uscì, dicendomi che andava al villaggio a fare una commissione. Rientrò molte ore dopo, e andò a coricarsi senza dire una sola parola.
Ilaris ha scritto: Non avrei mai creduto che mia madre, una donna così minuta, potesse avere avuto tanto sangue in corpo.
Ilaris ha scritto: “Sarà di certo un bastardo, come quello che sua madre ha estirpato dal suo ventre di cagna, di chiunque fosse figlio.
Potrei continuare ad evidenziare quello che mi è piaciuto, cioè tutto.
Solo un piccolo appunto, che nulla toglie a quanto detto: non è un Horror, piuttosto un Noir.
Cosa che mi ha fatto pensare che il problema sia nella scelta del POV.
Forse, se avessi lasciato il nostro eroe nel canneto e ti fossi spostata nella residenza dei Chatwood, se avessi condotto in soggettiva l'ottima descrizione, macabra il giusto, dell'uccisione di Milady e del suo vigliacchissimo Lord, se l'avessimo potuto vedere preda della colpa e della paura, allora anche noi ci saremmo potuti chiedere
Ilaris ha scritto: se non fosse stato davvero il diavolo a guidare la mia quella mano
E se la risposta fosse stata Sì, allora avresti scritto un bellissimo Horror
<3
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Re: [H2022R] Una mezza sovrana d'oro

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Ciao @Ilaris Il tuo è uno dei racconti che mi ha preso di più finora. Per la trama e per la bella scrittua.
Le cose che non mi tornano sono queste: Dove ha trovato il carretto, la lanterna e lo stiletto? Ci sono voluti giorni per mettere in pratica la vendetta, dove mangiava, come provvedeva ai suoi bisogni?  teneva il cadavere dentro la buca con lui mentre lo tagliava a fettine? l'odore nauseabondo non sarebbe dovuto arrivare anche alle persone che stavano cercando Milady? insomma, è stato troppo facile, con più caratteri, però, vorrei sentire di più  lo stato d'animo del ragazzo quando architetta e mette in prtica gli omicidi
La trama è sicuramente avvincente, ma richiede più caratteri.

Re: [H2022R] Una mezza sovrana d'oro

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Ilaris ha scritto: nell’attesa dei soccorsi che avrebbero potuto andare a salvarli.
Suggerisco: "... nutrendo la speranza di essere tratti in salvo".
Ilaris ha scritto: Ci scaricarono assieme a un sacco di liscivia, delle coperte lise e sacchetto con una decina di patate
Potrei sbagliarmi, ma credo che la "a" dovrebbe essere ripetuta ad ogni iterazione: " [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Ci scaricarono assieme a un sacco di liscivia, a delle coperte lise e a un sacchetto con una decina di patate"[/font]

Ilaris ha scritto: Mia madre mi insegnò a infilzarli in modo che non morissero subito e continuassero a contorcersi sott’acqua, "dovrai solo sederti, tirare l’amo e aspettare che abbocchino", mi disse
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Dato che il protagonista cita letteralmente la madre forse bisognerebbe mettere le quelle parole nel virgolettato.[/font]

Ilaris ha scritto: Uscii dal mio nascondiglio, raccolsi una pala lì vicino e la raggiunsi. Le sue labbra erano socchiuse, e il respiro si era fatto pesante. Mi sarebbe piaciuto che aprisse gli occhi e mi guardasse dal basso, atterrita da quella inconsueta vicinanza, ma l’urlo avrebbe richiamato la servitù, e perciò fui costretto ad agire prima che si svegliasse. Misurai l’inclinazione della pala in modo che colpisse di taglio la nuca di Milady: volevo che facesse rumore il meno possibile e così fu, perché il delizioso crepitio delle ossa che si frantumarono nell’impatto fu udito da me soltanto. Con uno strattone estrassi la pala che si era conficcata nel cervello, tirandone via un pezzo che mi imbrattò i vestiti. Usai un lembo della gonna di Milady per ripulirmi, poi la afferrai per i capelli e la trascinai via con me, lasciandomi dietro una scia rossa che si interruppe nel punto in cui la caricai su un carretto, per poi sparire indisturbato nel bosco che circondava la tenuta.
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Insomma, qui la sospensione dell'incredulità vacilla un pochino... Faccio tutto il più silenziosamente possibile, per evitare che qualcuno si accorga della mia intromissione (pure il colpo di vanga è rifilato con la giusta inclinazione per questo scopo) e poi mi metto a trascinare la morta in giro per mezza tenuta? E nessuno si accorge di niente? E lo faccio, dapprima a mani nude (senza sentire fatica, nonostante abbia dodici anni!), poi con un carretto (quando l'ho portato fin lì?), ancora una volta, attraverso una tenuta che sembra caduta in catalessi, tanto che nessuno si accorge di me, né del carretto, né della Lady stramazzata sul carretto? Beh, beh...   [/font]

Ciao @Ilaris, ben trovata al contest.
Allora, che dire del tuo racconto? Ho fatto delle annotazioni: poca roba ad eccezione del problemino, un poco più consistente, che riguarda il modo in cui il nostro prode vendicatore confeziona il primo assassinio (ma, in realtà, neanche il secondo è del tutto esente da qualche dubbio di fattibilità...)
Tra gli aspetti positivi, la lenta, meticolosa costruzione del racconto; il che significa che scrivi bene, che riesci a creare una bella ambientazione "old england" e dei personaggi, Lady e Lord, davvero odiosi e ben caratterizzati (nel caso della donna la caratterizzazione è anche fisica).
Tra gli aspetti negativi, come già altri ti hanno fatto notare, c'è che non fa molta paura. È una vendetta, voluta, pianificata ed eseguita freddamente, peraltro raccontata dal punto di vista dell'assassino. Lo sviluppo della storia stessa è, in maniera coerente a questi propositi, molto lineare e procede senza strappi o sorprese verso il finale in cui tutto si compie.
Insomma, bella storia, ben scritta e raccontata, ma non particolarmente "horror".
A rileggerci!

Re: [H2022R] Una mezza sovrana d'oro

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Bentrovata @Ilaris  Il tuo finora è uno dei miei racconti preferiti.
A colpirmi è stata soprattutto la capacità di ricreare luogo, tempo e atmosfera con pochi cenni e alcuni dettagli concreti molto ben scelti, come questi:
Ilaris ha scritto: Lo zio, che avevo visto una sola volta prima di allora, si accertò che non avessi pidocchi tra i capelli. Indossavano dei paltò di lana pesante; le loro scarpe erano talmente pulite che mi sembrò che fossero arrivati fin lì camminando sull’aria.
Il dettaglio dei pidocchi rende subito la ruvida concretezza dello zio, mentre la sorpresa di vedere qualcuno con scarpe pulite, a cui evidentemente il bambino non è abituato, accentua il suo ambiente di provenienza

Ilaris ha scritto: Non avrei mai creduto che mia madre, una donna così minuta, potesse avere avuto tanto sangue in corpo.
Anche questo è un bel dettaglio (nel suo essere macabro) che rende l'idea dello choc causato

Ilaris ha scritto: L’aveva saputo la prima volta che Milord era venuto al capanno.
Questo invece è un bell'indizio, buttato lì in modo talmente naturale che alla prima lettura non l'avevo colto subito

Ilaris ha scritto: Alzò gli occhi su di me senza quasi senza vedermi
Qui ti è sfuggito un refuso

Ilaris ha scritto: Sebbene non fossi certo che non fosse dovuto alla rassegnazione più che al dolore alla rabbia, mi diede lo sprone per portare avanti i propositi che maturai davanti alla tomba di mia madre.
qui cambierei il tempo in "avevo maturato" visto che il funerale è venuto prima

Ilaris ha scritto: Mia madre mi insegnò a infilzarli in modo che non morissero subito e continuassero a contorcersi sott’acqua, dovrai solo sederti, tirare l’amo e aspettare che abbocchino, mi disse,
Anch'io qui metterei le virgolette, o il corsivo. Si capisce lo stesso, ma visto che non è un flusso di coscienza, ci andrebbero

Ilaris ha scritto: Certo, è troppo magro, ma è forte e sano..
Un dodicenne insolitamente alto e robusto per la sua età sarebbe forse più credibile come vendicatore. Ma da come hai descritto la sua vita capisco che non può essere che magrolino. Io non ho avuto grossi problemi di credibilità (prendendo le vittime di sorpresa, ci può stare) ma nel caso volessi riprendere in mano il racconto potrebbe essere un'idea farlo ritornare lì non subito ma qualche anno dopo, più robusto e con più conoscenze.


Il racconto comunque è scritto molto bene e ha il giusto mix di sensazioni fisiche, descrizioni e azione. Complimenti, e alla prossima!
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: [H2022R] Una mezza sovrana d'oro

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@Ilaris 
Piaciuto molto e letto tutto d'un fiato.
CI sono dei punti dove ho la sensazione che ci siano troppe parole, che ho dovuto rileggere e che un pochino mi hanno spezzato il ritmo della storia.
Nella trama c'erano dei momenti in cui mi aspettavo un pochino più di suspense ( quando salta dal treno, lui e il cadavere di Milady, quando entra nel maniero), ma tutto fila liscio, anche troppo.
Qualche ostacolo avrebbe reso più "stressante" la lettura.
Nel complesso però un ottimo racconto, per quanto non troppo horror.

Re: [H2022R] Una mezza sovrana d'oro

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Grazie, grazie, grazie   @Poeta Zaza , @aladicorvo , @Alba359 , @Pulsar , @Silverwillow , @Almissima 

per gli apprezzamenti fin troppo lusinghieri  <3 e per le utilissime critiche  <3  <3
Poeta Zaza ha scritto: Mi sembra improbabile questa premeditazione e l'attuazione della vendetta da parte di un ragazzino dodicenne.
Mi sono chiesta anch'io se non fosse il caso di farlo crescere un altro po', e infine ho deciso di lasciarlo così. Il racconto non è ambientato ai tempi di oggi: i ragazzini, soprattutto quelli poveri, crescevano in fretta e lui è sveglio e ha tanta rabbia in corpo (con l'aggravante dell'horror)

aladicorvotre, mi sono ha scritto: Solo un piccolo appunto, che nulla toglie a quanto detto: non è un Horror, piuttosto un Noir.
Cosa che mi ha fatto pensare che il problema sia nella scelta del POV.
 Giustissimo: qui casca l'asino (cioè io). Sapevo che mancava quella sorta di "radiazione di fondo horror" al racconto, e arrivata alla parte in cui ammazza la donna ho addirittura riportato la prima parte in terza persona, prima di andare avanti. Sappiamo che non basta cambiare i verbi per passare dalla prima alla terza, e infatti è stato come se avessi fatto il bucato con il detersivo sbagliato. A quel punto o alternavo la prima e la terza (sono contraria per partito preso, nei racconti) oppure riportavo tutto in prima. Non avevo tempo di riscrivere, e rischiavo pure di fare peggio...
Alba359 ha scritto: Dove ha trovato il carretto, la lanterna e lo stiletto?
Giusto anche questo. Per paura di sforare i caratteri me li sono mangiati
Almissima ha scritto: Qualche ostacolo avrebbe reso più "stressante" la lettura.
Vero! 
Silverwillow ha scritto:


Anch'io qui metterei le virgolette, o il corsivo. Si capisce lo stesso, ma visto che non è un flusso di coscienza, ci andrebbero
In word c'era il corsivo, me lo sono perso per strada   :facepalm:

Sono contentissima di aver partecipato: mi avete mosso delle critiche utilissime e ho potuto sfogare in modo truculento la mia avversione per 
gli sfruttatori impuniti dei poveri  :diavolo2:
Già.

Re: [H2022R] Una mezza sovrana d'oro

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Devo trattenermi da farti tre pagine di pulci, perché il racconto è così bello che nella mia testa ho sottolineato tutti i refusi e le frasi non del tutto riuscite e le ripetizioni ecc, perché merita davvero d'essere limato per essere perfetto.
Oltre al carretto e compagnia, di cui ti hanno detto sopra, anche il fatto che la gente parli subito del diavolo, appena sparita la lady, mi sembra strano, dovresti far nascere i rumori di interventi demoniaci dopo qualche giorno di ricerche infruttuose.
Per il lato horror, forse avrebbe funzionato meglio se non fosse il ragazzino a raccontare, allora ci sarebbero la tensione e il mistero vissuto dalle due vittime della vendetta e da servitori e paesani.
Ma che tu lo voglia fare horror o lasciarlo com'è, lima le pecche e tienilo da conto perché è davvero un bel racconto e merita.
Ciao!
I intend to live forever, or die trying.
(Groucho Marx)

Re: [H2022R] Una mezza sovrana d'oro

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 Ciao @Ilaris 

Mi è piaciuto e non trovo strano che un ragazzino dodicenne, inglese dell'epoca vittoriana, sia così sveglio, deteminato e crudele nel compiere la sua vendetta. Specialmente in una nazione con una storia fantastica come l'Inghilterra, ma sarebbe una lunga storia. I ragazzi di allora, specie quelli della classe povera, non erano come quelli di oggi di tutte le classi sociali, dementi viziati... (mia considerazione).
Ho letto una sola volta, d'un fiato, e con il desiderio di vedere come sarebbe andata  a finire.
Va bene alcuni refusi e altre piccole cose da sistemare, tutto fattibile e rimediabile, capita a tutti.
E, lasciami dire, fa sempre piacere che ci sia ancora chi ama scrivere storie, di qualunque tipo siano, ambientate nel passato. Quindi ci sono persone che sanno che un passato è esistito e possiamo attingere a esso, nel bene e anche nel male, non siamo perfetti. Perché ho la sensazione che molti non lo sappiano. 
A parte questa mia uscita fuori corso...  che non c'entra quasi niente, o forse un po' sì,  ti faccio i miei complimenti. Si può scrivere horror alla vecchia maniera, anche senza fiumi di sangue. Il mondo non sentirà la mancanza di persone come Lord e Lady Chatswood.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [H2022R] Una mezza sovrana d'oro

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Ciao @Ilaris, davvero un bel racconto, complimenti.
È scritto bene, scorre, si legge tutto d'un fiato, la trama è avvincente, anche se per me non è un horror, per questo credo che le allusioni al demonio siano un po' "tirate" per andare in quella direzione.

Ti lascio qualche annotazione, sperando ti sia utile 
Ilaris ha scritto: coperte lise e sacchetto con
Piccolo refuso, manca "un"
Ilaris ha scritto: dove c’erano tante trote, e rane e lumache tra le canne che ricoprivano la sponda
Non mi dispiace la doppia congiunzione, ma secondo me dopo lumache manca la virgola 
Ilaris ha scritto: mi ero appena seduto sulla riva della sponda pescosa, dove andavo tutte le volte che vedevo Milord sopraggiungere lungo il sentiero che portava al capanno
Periodo troppo lungo, cambierei "tutte le volte che Milord veniva al capanno andavo a pescare, quella volta..."
Ilaris ha scritto: Sebbene non fossi certo che non fosse dovuto alla rassegnazione più che al dolore alla rabbia
Qui rivedrei la punteggiatura.

Ribadisco: davvero un bel racconto, molto ben scritto, mi è piaciuto molto. Relativamente al contest invece, a mio avviso non rientra nel genere.
Alla prossima.
<3

Re: [H2022R] Una mezza sovrana d'oro

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 @Bef , @Alberto Tosciri , @Modea72 

Grazie! Sono contenta che l'abbiate trovato interessante   <3
Modea72 ha scritto: per questo credo che le allusioni al demonio siano un po' "tirate" per andare in quella direzione.
Bef ha scritto: anche il fatto che la gente parli subito del diavolo, appena sparita la lady, mi sembra strano, dovresti far nascere i rumori di interventi demoniaci dopo qualche giorno di ricerche infruttuose.
Ho citato il diavolo per descrivere lo sgomento degli abitanti del villaggio e con funzione di... portafortuna per la facilità con cui il ragazzo porta a compimento la sua vendetta. Solo alla fine, mannaggia, quando ho scritto: "Ancora oggi mi chiedo se non fosse stato davvero il diavolo a guidare la mia mano e a permettermi di andarmene con il candeliere in mano, nel silenzio più assoluto, uscendo dalla porta principale", mi sono resa conto che poteva essere la chiave che mancava al racconto, ma ormai non avevo più il tempo di provare ad aggiustarlo   :facepalm:

Lo so, sono decisamente negata per l'horror! 
Già.

Re: [H2022R] Una mezza sovrana d'oro

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@Ilaris Lo stile di questo racconto mi ha davvero colpito! A volte ho avuto l’impressione di leggere un Hemingway limato della sua ruvidezza “testosteronica”. Non leggevo da parecchio un tuo testo, mi è parso che ci sia stato un salto di qualità di cui essere soddisfatti.
Poi il racconto in sé ha qualche debolezza qua e là, eliminabile con una revisione a freddo, e ti hanno fatto notare la poca attinenza al genere del contest… ma io ne faccio un discorso più generale, a prescindere da halloween e contro-halloween. Bel lavoro!

Re: [H2022R] Una mezza sovrana d'oro

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Racconto molto bello e molto oscuro, compimenti! 
Hai descritto molto bene la ricerca della vendetta da parte del ragazzo, ed anche il contesto che porta a quest’ultima è reso e descritto molto bene 
Visto il finale, ed il dubbio del ragazzo, avrei forse calcato un poco la mano sul lato sovrannaturale che accenni appena, anche per spiegare effettivamente come un ragazzino di dodici anni può mettere in atto una tale vendetta in modo così semplice 

Re: [H2022R] Una mezza sovrana d'oro

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Ciao @Ilaris  :)
Ilaris ha scritto: Avevo nove anni quando la miniera di carbone in cui lavorava mio padre crollò, intrappolandolo insieme ad altri ventuno minatori nelle sue viscere.
spezzerei la prima frase in due più corte. Magari puoi anche rigirarle, decidi quali sono le informazioni più importanti, quelle che colpiranno di più il lettore e le inserisci nella prima frase. Avevo nove anni quando mio padre rimase intrappolato. Mio padre rimase intrappolato nella miniera quando avevo nove anni. Insomma, puoi creare tutte le variabili e variazioni che ti servono.
Ilaris ha scritto: Il proprietario della miniera ci disse che erano stati fortunati: erano morti rapidamente, annegati.
perché non è contenuta nella prima frase questa informazione? Il proprietario della fabbrica avrà un ruolo? Per questo era necessario nominarlo? Secondo me, queste due prime frasi contengono tantissime informazioni che puoi ripensare e ridistribuire a seconda della priorità.
Ilaris ha scritto: nell’attesa dei soccorsi che avrebbero potuto andare a salvarli.
eliminerei andare a, la frase funziona bene anche senza
Ilaris ha scritto: le loro scarpe erano talmente pulite che mi sembrò che fossero arrivati fin lì camminando sull’aria. 
bella osservazione che contiene tante cose: da dove proviene il protagonista, a che cosa è abituato, quali sono le cose importanti, che probabilmente mancano nella sua vita e anche come si rapporterà in seguito a questo zio. Metterei: camminando per aria.
Ilaris ha scritto: delle coperte lise e sacchetto con una decina di patate
manca un prima di sacchetto
Ilaris ha scritto: L’aveva saputo la prima volta che Milord era venuto al capanno.
non capisco bene a cosa fai riferimento, messa cosa sembra che tu stia parlando della pozza con le trote, ma non riesco a capire bene perché
Ilaris ha scritto: potesse avere avuto tanto sangue in corpo.
avuto non è necessario: potesse avere tanto sangue in corpo.
Ilaris ha scritto: Dovetti restare in silenzio e tenere lo sguardo fisso sulle mie scarpe.
capisco cosa vuoi dire, ma essendo state le scarpe il primo simbolo della nuova vita a cui andava incontro, o le connoti meglio come segnale di passaggio oppure, secondo me, sarebbe meglio se gli facessi fissare altro
Ilaris ha scritto: come quello che sua madre ha estirpato dal suo ventre di cagna, di chiunque fosse figlio.
è troppo esplicito. Serve davvero inserire questa informazione qui? Il lettore sa già che cos'è successo, a chi altro serve?
Ilaris ha scritto: Sebbene non fossi certo che non fosse dovuto alla rassegnazione più che al dolore alla rabbia, mi diede lo sprone per portare avanti i propositi che maturai davanti alla tomba di mia madre.
cercherei di togliere la doppia negazione da questa frase e di renderla più semplice e diretta, perché è importante: stabilisce le azioni future del protagonista
Ilaris ha scritto: eseguendo gli ordini ricevuti da Lord Chatswood,
questo si può eliminare, l'abbiamo appena letto e sappiamo che l'ordine è stato dato dal Lord. Non sappiamo che cosa ne pensi lo zio
Ilaris ha scritto: Sedeva a un tavolino, si faceva versare il tè da una serva e poi la cacciava via, come se la sua presenza potesse guastare la bellezza di quel luogo incantato.
la prima cosa che ho pensato è che lui non può sapere niente di tutto questo, poi, nella frase seguenbte dici che ha studiato le sue abitudini per una settimana, e allora si spiega come ne è venuto a conoscenza. In ogni caso, perché funzioni meglio, rispetta l'ordine cronologico delle azioni, ti basta invertire l'ordine delle frasi in modo che il lettore non si fermi nemmeno un secondo a chiedersi il come e il perché.
Ilaris ha scritto: punto in cui la caricai su un carretto, per poi sparire indisturbato nel bosco che circondava la tenuta.
da dove salta fuori il carretto? E simo sicuri che lui sia abbastanza forte da trascinare via un corpo e poi caricarlo su un carretto? Secondo me, c'è da pensare meglio all'aspetto fisico e logistico della vicenda.
Ilaris ha scritto: Quando il fetore della decomposizione cominciò a diffondersi nell’aria, legai il corpo a un masso e lo lasciai sprofondare nell’acqua.
immagino che la buca sia più una grotta e che ci troviamo nel bosco, giusto? Non ci sono animali attirati dal fetore?
Ilaris ha scritto: I beni della moglie, che aveva potuto solo amministrare, ora erano suoi.
non so bene in che epoca ci troviamo, mi sembra che tu non lo abbia indicato chiaramente da nessuna parte, però, secondo me, i beni di sua moglie erano già suoi dal momento in cui lei era diventata sua moglie
Ilaris ha scritto: grossa salvo scoprire, con sollievo, che non erano i miei zii. L
perché con sollievo se poi non gli fa niente? E comunque mi pare che una parte di vendetta potrebbe rivolgersi anche verso gli zii per i quali non direi che nutra un gran affetto. O loro per lui.
Ilaris ha scritto: Sulla scrivania c’era un bicchiere di liquore, e un posacenere con un sigaro acceso.
c'erano
Ilaris ha scritto: Milord non mi vide strisciare sul pavimento rasentando il muro in ombra.
com'è possibile che questo pavimento non faccia rumore? Io l'ho immaginato di legno, non lo è?
Ilaris ha scritto: Avanzai pollice dopo pollice
perché non centimetri? Dove ci troviamo?
Ilaris ha scritto: suoi occhi e la sua bocca si spalancarono per lo stupore.
Spalancò gli occhi e la bocca. Il punto di vista nè del ragazzino, può immaginare che si tratti di stupore, ma non lo può affermare con certezza. In effetti, potrebbe essere paura, o altro. Rigirando la frase così eviti anche la ripetizioni dei possessivi
Ilaris ha scritto: Se anche non fossi riuscito a scappare,
toglierei anche
Ilaris ha scritto: prima che lo stiletto affondasse sul suo collo, M
nel suo collo... affondare dentro qualcosa. Sul rimane sopra, fuori, in superficie

Allora, lascia perdere che ho fatto mille note, mi è davvero piaciuto moltissimo. 
Secondo me, dovresti lavorarci e ampliarlo perché si sente che è piaciuto anche a te mentre lo scrivevi. Il punto di vista del bambino è azzeccato e anche abbastanza da brivido, è lo sguardo ingenuo sulla cattiveria che si rivela poi di altra natura. 
Mi lascia perplessa solo il fatto che del protagonista, in realtà, sappiamo pochissimo. Sul suo stato d'animo intendo; credo che questa sia una delle prime persone più impersonali che ho mai letto. A me è mancato sapere di lui, informazioni che puoi distribuire attraverso scene e gesti, come quella delle scarpe dello zio all'inizio del racconto. In questo modo, così come lo hai scritto, lo trovo molto freddo, quasi meccanico e questo mi dispiace un po'.
Rimane il mistero della provenienza dei diversi oggetti, come il carretto e lo stiletto. Rimane il mistero di quel buco. Rimangono tante cose non dette che secondo me dovresti davvero ampliare in un romanzo. Questo racconto è uno spunto fantastico che per qualcosa di più lungo e articolato, non credo sia importante il genere, ma mi sembra proprio che tu abbia la storia e i personaggi già in mano.

 
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Linda e la montagna di fuoco

Re: [H2022R] Una mezza sovrana d'oro

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Ciao @Ilaris,
Niente male questo racconto. Avevo unaezza idea di chi votare, mi mancava il tuo da leggere. Sicuramente uno tra quelli che ho più apprezzato. 
Complimenti a parte, anche se meritati, credo però che sia un racconto da rivedere. Ci sono diversi punti che mi hanno lasciata perplessa.
Ilaris ha scritto: Avevo nove anni quando la miniera di carbone in cui lavorava mio padre crollò, intrappolandolo insieme ad altri ventuno minatori nelle sue viscere. Il proprietario della miniera ci disse che erano stati fortunati: erano morti rapidamente, annegati. Nei tre giorni precedenti aveva piovuto senza interruzione, tanto da far straripare il fiume. Le pareti della galleria laterale si erano staccate precipitando sulle pompe di drenaggio.
L'incipit ha sviato molto la mia attenzione nel seguito della storia. La disgrazia del preambolo serve solo per giustificare il trasferimento di madre e figlio dagli zii. Voglio dire: è chiaro che sia necessario ai fini della storia ma ho letto tutto il resto aspettandomi una ripresa, in qualche modo, della vicenda iniziale, che invece viene del tutto abbandonata. Non che non sia credibile di per sé, ma poco funzionale per la narrazione. 
Ilaris ha scritto: All’epoca non capii perché mio padre e gli altri minatori fossero stati fortunati a morire subito e in quel modo; pensavo che fosse più ovvio resistere a lungo al buio, al freddo e nel terrore, ma vivi, nell’attesa dei soccorsi che avrebbero potuto andare a salvarli.
Questo ho dovuto rileggerlo più volte per capire. Il concetto non è espresso bene,:"pensavo che fosse più ovvio ( forse sarebbe meglio dire preferibile)".
Ilaris ha scritto: Un giorno (mi ero appena seduto sulla riva della sponda pescosa, dove andavo tutte le volte che vedevo Milord sopraggiungere lungo il sentiero che portava al capanno), lo vidi rimontare in groppa al suo cavallo e spronarlo al galoppo. 
Costruirei il periodo in maniera diversa, eliminando le parentesi. Il periodo risulta macchinoso.
Per il resto, gli assassinii risultano un po' troppo facili, sia l'uccisione in sé che l'occultamento del cadavere di lei. Non che non siano possibili ma risulta un poco forzato il tutto nell'insieme. 
Ilaris ha scritto: Potevo sentire la puzza di brandy e di sigaro del suo fiato. Impugnai lo stiletto e mi preparai a sferrare il colpo.
In quel momento si girò e mi vide.
Un po' forzato che senta la puzza del fiato se lui è girato.
Insomma, piccolezze che puoi aggiustare facilmente. 
Ciao!

Re: [H2022R] Una mezza sovrana d'oro

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Ammazza @Ilaris, che racconto!
Bravissima, mi è piaciuto molto. Sì è vero, qualche difettuccio c'è, ma nulla di troppo importante... è vero anche che si tratta di un racconto molto poco horror (manca completamente l'elemento fantastico, che per me è praticamente fondamentale nel genere), lo definirei più un racconto d'azione, di vendetta.
Mi sono piaciute molto sia la trama sia lo stile e il ritmo che hai saputo imprimere alla narrazione. Magari parte piano, fino alla morte della madre... ma da lì in poi è stata davvero una lettura avvincente!

Re: [H2022R] Una mezza sovrana d'oro

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La sorte ha riservato all'autrice una delle carte più suggestive, e mi sono approcciato al racconto con grandi speranze.
Una paura che ho percepito con forza durante la lettura è stata quella di aver mal riposto le suddette speranze, affiancata da un'altra, altrettanto forte, ovvero che tanta cura ed efficacia stilistica fossero sprecate al servizio di una storia insipida, in cui le premesse del fiume e dell'annegamento altro non fossero che uno spunto per parlare d'altro, e al contempo dare al lettore disattento o indulgente un elemento per ritenere soddisfatta l'aderenza alla traccia.
Terminata la lettura, il mio crescendo di paure ha trovato compimento. Mi complimento con l'autrice per essere riuscita nell'intento.

Re: [H2022R] Una mezza sovrana d'oro

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Ilaris ha scritto: Ci scaricarono assieme a un sacco di liscivia, delle coperte lise e sacchetto con una decina di patate.
"A un sacchetto con..."
 A parte questa svista, Ilaris devo dire che la frase è molto efficace. Una donna e un ragazzino trattati come cose, come merce. Non avresti potuto mostrarlo meglio.
Ilaris ha scritto: Il sangue aveva impregnato il materasso e la chiazza si era estesa a partire dall’altezza del bacino fin quasi all’altezza dei piedi e delle spalle
Un'immagine davvero potente che non lascia dubbi sulla tragedia avvenuta e sul perché la madre del protagonista fosse andata in città con la mezza sovrana d'oro.
Ilaris ha scritto: Ancora oggi mi chiedo se non fosse stato davvero il diavolo a guidare la mia mano e a permettermi di andarmene con il candeliere in mano, nel silenzio più assoluto, uscendo dalla porta principale.
Ecco, il diavolo del tuo racconto non è propriamente soprannaturale. È molto più "umano", è il sentimento di rancore e  la voglia di vendetta di un ragazzo verso una padrona a dir poco dispotica (mi sentirei di dire che il vero diavolo qui è Milady) e un marito remissivo e codardo, alla completa mercè della moglie. Ho molto apprezzato questo scambio di battute,hai caratterizzato molto efficacemente il rapporto tra i due: 
Ilaris ha scritto: “Ma se continuassimo a tenerlo a servizio getterebbe un’ombra sulla tradizione di rettitudine morale della servitù, che mi costa tanta fatica preservare. Non ne convenite, marito caro?”
“Non posso che convenirne, moglie cara” rispose Milord. “Siete una donna saggia.”
Così come ho apprezzato il fatto che ci presenti da subito Milady con lo staffile. Capiamo immediatamente di che razza di persona si tratti.


Le uniche due pecche, secondo me, sono che il genere non è propriamente horror, è più una rilettura in chiave macabra di certi racconti ottocenteschi...e che l'annegato non è abbastanza centrale nella trama. Sì, il padre muore annegato ma sarebbe potuto morire in altri modi, non avrebbe fatto alcuna differenza. 
Ma a parte ciò, uno stile molto curato (non ho trovato refusi) e una lettura piacevole. Grazie!

Re: [H2022R] Una mezza sovrana d'oro

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Grazie @Adriano Strinati , @Bardo96@Kikki@ivalibri@Joyopi  , @ScimmiaRossa 

grazie mille per l'apprezzamento <3 e gli utili appunti :)  
Adriano Strinati ha scritto: A volte ho avuto l’impressione di leggere un Hemingway limato della sua ruvidezza “testosteronica”
        :aka:     E io che credevo di avere in comune con Hemingway solo la nidiata di gatti a cui offro colazione, pranzo e cena! 
 Scherzi a parte, ho capito il senso dell'accostamento ardito: non può che fare strafelice una che scrive tenendo costantemente a mente la teoria dell'iceberg. Grazie di cuore, @Adriano Strinati   
ivalibri ha scritto: L'incipit ha sviato molto la mia attenzione nel seguito della storia. La disgrazia del preambolo serve solo per giustificare il trasferimento di madre e figlio dagli zii. Voglio dire: è chiaro che sia necessario ai fini della storia ma ho letto tutto il resto aspettandomi una ripresa, in qualche modo, della vicenda iniziale, che invece viene del tutto abbandonata. Non che non sia credibile di per sé, ma poco funzionale per la narrazione. 
Kikki ha scritto:
eliminerei andare a, la frase funziona bene anche senza
edgardo ha scritto: al servizio di una storia insipida, in cui le premesse del fiume e dell'annegamento altro non fossero che uno spunto per parlare d'altro, e al contempo dare al lettore disattento o indulgente un elemento per ritenere soddisfatta l'aderenza alla traccia.
Premesso che se non si è capito lo stesso è perché l'ho scritto male, il problema è che non ho avuto abbastanza caratteri per far ammazzare anche il ricco proprietario della miniera che avrebbe dovuto andare in visita dal suo amico Lord Chatswood qualche tempo dopo la morte della madre del ragazzo. Per quest'ultimo è un altro sfruttatore contro cui sfogare la sua rabbia, perché tutti sapevano (tranne lui, all'epoca) che non avrebbe mai speso tempo e denaro per salvare dei poveracci; per questo ha rigirato la frittata parlando ipocritamente di fortuna dei minatori morti subito.
Taglia di qua, taglia di là...mi sa che sarebbe stato meglio non pubblicare il racconto.


@Kikki , grazie del tempo che hai dedicato al mio testo; solo qualche precisazione:
Kikki ha scritto:
avuto non è necessario: potesse avere tanto sangue in corpo.
ho scritto 
Ilaris ha scritto: Non avrei mai creduto che mia madre, una donna così minuta, potesse avere avuto tanto sangue in corpo.
è morta dissanguata, non ha più sangue in corpo  :s
Kikki ha scritto:
è troppo esplicito. Serve davvero inserire questa informazione qui? Il lettore sa già che cos'è successo, a chi altro serve?
per delineare la cattiveria di Milady che insulta il ragazzo e parla male della madre in sua presenza poche ore dopo che è morta
Kikki ha scritto:
perché non centimetri? Dove ci troviamo?
nell'Inghilterra vittoriana 
Kikki ha scritto:
Spalancò gli occhi e la bocca. Il punto di vista nè del ragazzino, può immaginare che si tratti di stupore, ma non lo può affermare con certezza. In effetti, potrebbe essere paura, o altro. Rigirando la frase così eviti anche la ripetizioni dei possessivi
Una espressione di stupore è diversa da quella della paura (che non ha il tempo di provare). Si stupisce di vedere a pochi centimetri da li il ragazzino a cui prima non aveva mai prestato attenzione. 
Già.

Re: [H2022R] Una mezza sovrana d'oro

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Ciao @Ilaris 

Il racconto è ben scritto e si legge con piacere.
Una vera saga esistenziale di gusto ottocentesco, si respira un'aria Dickensiana da Oliwer Twist, con variante omicida.
Le descrizioni dei personaggi e dell'ambientazione sono ottime e godibili.
Nondimeno latita l'Horror, la storia resta nel filone della cronaca nera, dove sulla base d'un'infanzia di vessazioni subite da perfidi padroni anglosassoni, matura un delitto che possiamo definire come "vendetta di classe".
La cruenta estrema punizione di quei nobili protervi e crudeli non può che appagare il senso di giustizia del lettore, ma non suscita grandi tremori orrorifici o tensioni emotive di alcuna natura.
Si tratta di un bel racconto di gusto tardo-romantico.

Complimenti per l'ottima scrittura.

Ciao, un abbraccio.
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