[Lab13] Esuberanze

1
Genere Fantastico
Traccia Partenze

[1)

“Domani ho una partenza, non mi considerate alla comune, mi butto a letto appena torno.”

Tau non riesce a non esprimere il dissenso.

“Io veramente non ti capisco Pad. Sei tra quelle che hanno rotto più di tutti per organizzare la comune, la rete di resistenza come tu la chiami. Rischi con un’altra partenza, stai esagerando. Si vede che non ti sei ancora ripresa dall’ ultima. Perfino il codice ne prevede al massimo tre al mese, tu stai partendo ogni quanto, due volte a settimana?”

Ha ragione, sono stanca, spossata, dolorante e non ho alcuna voglia di cimentarmi in una discussione. Taglio corto:

“Viaggio con i Caltarone, questa volta mi scontano quattro settimane.”

Tau ha uno sguardo indecifrabile, gli occhi svelano bramosia, in totale contrasto con la smorfia di disgusto.
Tutti provano a scontarsi la liberazione. Un viaggio extra si vende per una settimana di sconto. Ho quadruplicato il valore perché quando hanno provato con altri il viaggio non è riuscito, non hanno varcato la nebulosa.
Con me hanno quasi la sensazione di riuscire a toccare il figlio, credono che anche lui li abbia percepiti.
Quattro settimane per viaggiare domani, per non aspettare dodici giorni.

Devo dormire subito. Avrei dovuto riposare tutto il giorno invece di andare con Clu alle fabbriche di sbobba, non siamo riusciti a boicottare nulla e per poco non mi beccavano, lenta com’ero.

Mangio al volo lo schifo di similcibo che mi spetta. Dovevamo farla saltare in aria quella maledetta fabbrica di intrugli chimici.

2

Oggi viaggio solo con la signora, è la prima volta che il marito non è presente.

Loro volevano rimanerci dall’altra parte, insieme al loro bambino morto a soli sei anni nonostante abbiano depredato gli organi di due piccoli esuberi ancora in età da istituto.

Io sono una dei milioni di esuberi adulti di questa società di merda.

Pochi giorni dopo il primo viaggio con me, si sono fatti iniettare il bludream insistendo che potevano viaggiare da soli.
Per poco la signora non crepa e non sono riusciti nemmeno ad avvicinarsi alla soglia.
Io sono considerata estremamente dotata per i viaggi. Mi domando se si possa rimanere davvero di là.
Quando arrivo a destinazione non sento più dolore, ma ne esco sempre come un rottame, non credo si possa durare a lungo sotto bludream.

Ci siamo.

Non riesco a non irrigidirmi quando mi attaccano lo split alla piastra neuroconnettiva. Quella sanguisuga di Woris mi percula, continuando a ripetere che non posso sentire nulla in questa fase, ma appena aggancia la rete con gli ospiti, il loro dramma diventa il mio dolore, in senso fisico.
Quel maledetto di Woris sogghigna prima di iniettarmi il bludream: quello fa terribilmente male, arroventa le vene, che sembrano stringersi in seguito a spasmi, sento lo stomaco risucchiato in un vortice, mi contraggo, i tendini sembrano sfilacciarsi, le palpebre inferiori strattonate verso gli zigomi, un chiodo che arriva al centro del cranio.

Gli ospiti non sentono nulla, una botta di sonnifero e partono verso il regno dei morti lasciando a me gli effetti collaterali dell’addittivo, viaggiamo insieme, ma attraverso il mio corpo. Io li conduco e dreno per loro qualsiasi cosa non rientri nel concetto di piacevole viaggio.

Partiamo.
Ogni volta ho la sensazione di finire in uno scarico, mi sento vorticare in un liquido inesistente, sento gli organi sottosopra, le ossa che si spostano. Vogliono convincermi che è un viaggio esclusivamente cerebrale, che il mio corpo rimane tranquillo, ma le mie sensazioni fisiche sono con il mio cervello, sento la mie corporeità dall’altra parte, sono certa di esserci appieno.

Stiamo accelerando, dopo la partenza in discesa vorticosa, ora attraverso in orizzontale un caleidoscopio di immagini, suoni, colori, tutto avvolto in una nebulosa consistente. La Caltarone fluttua all’altezza delle mie gambe, sembriamo avere velocità totalmente diverse, eppure è sempre agganciata a me; di solito è più evanescente, oggi ha contorni più definiti.

Il viaggio standard dura circa tre ore, ma appena partiamo il nostro tempo si dilata, in un’occasione abbiamo vissuto tra i morti per due giorni.
Ora il caleidoscopio si sta trasformando in un’immagine integra, ricomincio a vorticare mentre l’ambiente intorno a noi diventa tridimensionale.
Spero che la mia spossatezza non sia di ostacolo per attraversare la nebulosa e farle vedere il figlio, altrimenti rischio che mi neghi lo sconto.
Eccoci, anche questa volta la sto percorrendo, raggiungo suo figlio.
Sono sempre riuscita ad individuarlo guardando la sua foto prima di cedere ai dolori del bludream in vena.
In questa dimensione ognuno ha la sua aurea e la sua icona, per questo lo riconosciamo subito. Ora è trasformato in un ulivo, la volta scorsa era musica, con la sua aurea color indaco piena di gechi stilizzati, che fluttuavano seguendo le note.

Trasalisco quando mi sento afferrare il braccio, non realizzo subito che è la signora a toccarmi. Sono sconvolta, continua a stringermi, gli occhi supplichevoli. Vorrei non darle alcuna confidenza, non resisto:

“Come hai fatto?”

“Nelle ultime settimane ho scontato del tempo ad un contrabbandiere per farmi iniettare giornalmente piccole dosi di bludream, mi ha assicurato che è un sistema che funziona. Io devo rimanere qui; in eterno.”

Vorrei risponderle con cattiveria che poteva farsi ammazzare e la faceva più semplice, ma lei mi anticipa:

“Solo con te riesco a raggiungere mio figlio, altri mi hanno portata in luoghi dove Pier non c’era, in nessuna forma. Non voglio correre il rischio che mi riportino indietro, mi devi uccidere qui, così sarò al mio posto insieme a lui.”

La guardo nauseata, ho sempre sognato di uccidere personalmente tutti i superior con il loro fottuto diritto di chiederci qualsiasi prestazione due volte a settimana solo per permetterci di sopravvivere. Siamo carne da macello. Nel codice di mantenimento sono previste tutte le richieste non esaudibili da robot e intelligenza artificiale, da pulirgli il culo con delicatezza, ai viaggi con il bludream, passando per prestazioni sessuali minuziosamente descritte.
L’ultima cosa che desidero, è rischiare per farle un favore.

Navigando nei miei pensieri non le rispondo, lei si morde il labbro guardando con struggenza suo figlio, che ora ha ripreso le sembianze di un bimbo, insiste:

“Sei ancora giovane, mi sono informata, hai solo ventinove anni, quindi da diciassette devi subire qualsiasi richiesta prevista dal codice per giustificare la tua esistenza e ne hai trentuno davanti prima di liberarti dalla schiavitù.”

Mi sento bruciare, sento che potrei colpirla, mi limito ad aggredirla verbalmente, urlando una vittoria che sancisce la sua verità:

‘Mi sono già scontata 87 settimane!”

Mi guarda con una compassione vomitevole, tenta un tono materno:

“Molte più di quelle che mi avevano riferito, so che ti sei prestata ad altre richieste fuori codice, noi finora ti abbiamo scontato 18 settimane per i viaggi oltre il limite mensile; ti sei data da fare in tanti modi. Devi avere molto pelo sullo stomaco e una notevole resistenza.”

La odio, sono ad un nulla da esaudire la sua richiesta, le vomito addosso il mio disprezzo:

“Siete dei bastardi egoisti, non ci lasciate scelta, voi vivete nel lusso sfrenato, senza problemi e pensate di essere generosi pagando la nostra sopravvivenza in casermoni privi di dignità, a mangiare schifezze chimiche perché le poche terre che non avete depredato sono a solo vostro uso e consumo.
I robot hanno sostituito i lavoratori, l’intelligenza artificiale da risorsa è diventata una condanna. Siete sempre più basici e tronfi.
Per scontarci del tempo dalla schiavitù dobbiamo assecondare le vostre perversioni. Fate schifo.”

È troppo presa dalla speranza di rimanere con suo figlio per contraddirmi o minacciare punizioni, crede di aver trovato la leva per convincermi.

“Io non l’ho mai trovato giusto, so che sei un’ idealista, hai detto cose giustissime.
Ora guardami, quale sofferenza più grande che perdere un figlio?
Tu puoi vendicarti, mi uccidi, ho già predisposto tutto.
Se morirò qui, tu avrai scontato tutto il tempo di schiavitù che ti resta e non solo per la sopravvivenza, ti verranno intestati dei beni e dei crediti, non puoi diventare superior, ma non credo tu voglia chiedere ai tuoi pari delle prestazioni.”

‘Ai tuoi pari… anche se sono l’unica che può esaudirti, tu rimani superior ed io esubero.
Dici che ho ragione, ma gira voce che avete prelevato due bambini dall’ istituto che dovrebbe accudire gli esuberi fino ai dodici anni, per cercare di salvare vostro figlio.
Siamo meno di spazzatura per voi e non ci sono deroghe al divieto di uccidere un fottuto superior.”

Neanche prova a negare l’uccisione di quelle creature, ha tolto la maschera di impossibile complicità.

“Non ti sembra di avere un buon motivo per uccidermi? Pensi di essere migliore di me? Non fai parte della fantomatica resistenza che vorrebbe distruggerci? E ora che ne hai l’occasione mi dici che è vietato.”

Sono in trance. Mi è apparso tra le mani un kanjar, l’ideale per sbudellarla, incredibile come la mia mente in questa dimensione sia più evoluta. Lei se ne è accorta, le si è accesa dapprima una speranza, poi un’intuizione.
Si avventa su di me con uno scatto da animale selvatico, mi prende alla sprovvista, urla un suono gutturale che articola un’unica parola.

“Dammi!”

È un attimo.

Sono totalmente sporca del suo sangue. Lei è esanime ai miei piedi. Intorno a noi non c’è più nulla. Siamo sospese in un vuoto lattiginoso, un silenzio che mi fa esplodere il cuore nel petto. Prima di essere risucchiata nuovamente nel mio mondo riesco solo a pensare che la Caltarone è priva di qualsiasi aura.

3)

La Caltarone è rientrata con me. Il corpo nel nostro mondo è intatto, ma non è più presente a sé stessa. Il marito ha provato a convincermi per un nuovo viaggio, per tentare di recuperarla. Posso rifiutare fino alla fine del mese, non cedo ad alcuna trattativa.

Mi sento diversa, forte.

Non può esserci libertà per gentile concessione.
<3

Re: [Lab13] Esuberanze

2
Modea72 ha scritto: guardando con struggenza suo figlio,
Ti consiglio "struggimento".
Modea72 ha scritto: “Io non l’ho mai trovato giusto, so che sei un’ idealista, hai detto cose giustissime.
Ora guardami, quale sofferenza più grande che perdere un figlio?
Tu puoi vendicarti, mi uccidi, ho già predisposto tutto.
Se morirò qui, tu avrai scontato tutto il tempo di schiavitù che ti resta e non solo per la sopravvivenza, ti verranno intestati dei beni e dei crediti, non puoi diventare superior, ma non credo tu voglia chiedere ai tuoi pari delle prestazioni.”

‘Ai tuoi pari… anche se sono l’unica che può esaudirti, tu rimani superior ed io esubero.
Dici che ho ragione, ma gira voce che avete prelevato due bambini dall’ istituto che dovrebbe accudire gli esuberi fino ai dodici anni, per cercare di salvare vostro figlio.
Siamo meno di spazzatura per voi e non ci sono deroghe al divieto di uccidere un fottuto superior.”

Neanche prova a negare l’uccisione di quelle creature, ha tolto la maschera di impossibile complicità.

“Non ti sembra di avere un buon motivo per uccidermi? Pensi di essere migliore di me? Non fai parte della fantomatica resistenza che vorrebbe distruggerci? E ora che ne hai l’occasione mi dici che è vietato.”
Tra superior ed esuberi non si capisce chi sia messo peggio. Sei brava a rappresentare questa fantascientifica dimensione!  (y)
Modea72 ha scritto: La Caltarone è rientrata con me. Il corpo nel nostro mondo è intatto, ma non è più presente a sé stessa. Il marito ha provato a convincermi per un nuovo viaggio, per tentare di recuperarla. Posso rifiutare fino alla fine del mese, non cedo ad alcuna trattativa.

Mi sento diversa, forte.

Non può esserci libertà per gentile concessione.
La frase di chiusura è di grande profondità, brava!  (y)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Lab13] Esuberanze

5
Modea72 ha scritto: Domani ho una partenza, non mi considerate alla comune, mi butto a letto appena torno.”

Tau non riesce a non esprimere il dissenso.

“Io veramente non ti capisco Pad. Sei tra quelle che hanno rotto più di tutti per organizzare la comune, la rete di resistenza come tu la chiami. Rischi con un’altra partenza, stai esagerando. Si vede che non ti sei ancora ripresa dall’ ultima. Perfino il codice ne prevede al massimo tre al mese, tu stai partendo ogni quanto, due volte a settimana?”

Ha ragione, sono stanca, spossata, dolorante e non ho alcuna voglia di cimentarmi in una discussione. Taglio corto:

“Viaggio con i Caltarone, questa volta mi scontano quattro settimane.”

Tau ha uno sguardo indecifrabile, gli occhi svelano bramosia, in totale contrasto con la smorfia di disgusto.
Tutti provano a scontarsi la liberazione. Un viaggio extra si vende per una settimana di sconto. Ho quadruplicato il valore perché quando hanno provato con altri il viaggio non è riuscito, non hanno varcato la nebulosa.
Con me hanno quasi la sensazione di riuscire a toccare il figlio, credono che anche lui li abbia percepiti.
Quattro settimane per viaggiare domani, per non aspettare dodici giorni.

Devo dormire subito. Avrei dovuto riposare tutto il giorno invece di andare con Clu alle fabbriche di sbobba, non siamo riusciti a boicottare nulla e per poco non mi beccavano, lenta com’ero.

Mangio al volo lo schifo di similcibo che mi spetta. Dovevamo farla saltare in aria quella maledetta fabbrica di intrugli chimici.
Ciao 

Boh… ho fatto molta fatica a leggere questa prima parte. Con un inizio così… non sono riuscita a visualizzare il luogo e neppure a capire bene la situazione.
Potrebbe essere una specie di carcere (ma in realtà si parla di una specie di “comune” una resistenza (da cosa?)  in un luogo imprecisato della Galassia  in cui i condannati (perché condannati? Che hanno fatto?)  possono  ottenere uno sconto di pena trasportando (chi? E perché ?) fuori dalla “nebulosa” qualcuno.  Chi sono i Caltarone? Mafiosi galattici?  E poi Pad,  Tau, Clu, Caltarone… ma chi sono?

Troppo nebuloso come incipit
Modea72 ha scritto: con la signora, è la prima volta che il marito non è presente.
Quale signora? Questa da dove spunta? moglie di chi?
Modea72 ha scritto: gli organi di due piccoli esuberi
esuberi?
Modea72 ha scritto: Loro volevano rimanerci dall’altra parte, insieme al loro bambino mort
Modea72 ha scritto: Per poco la signora non crepa e non sono riusciti nemmeno ad avvicinarsi alla soglia.
Boh… mi perdo di continuo.


Ciao @Modea72

percepisco chiaramente che in questa storia c’è un grande potenziale “fantastico” più o meno sono arrivata a capire qualcosa arrivando a leggerla con molta fatica (lo ammetto) fino in fondo. La fatica non è dovuta a una cattiva scrittura, anzi il racconto è scritto bene, ma sono le domande che continuamente si manifestano durante la lettura a interrompere il flusso. Mancano le coordinate per portare il lettore nel mondo che stai descrivendo.
Ci sono situazioni e luoghi che vengono dati “per scontati” non descritti a sufficienza e dunque si resta spiazzati . È un po’ come quando vedi un film partendo dalla metà, perdendoti l’inizio non capisci chi cosa dove quando perché  e devi concentrarti molto per riuscire a  sbrogliare la matassa.
Ti faccio i complimenti per la trovata originale rispetto ad altre storie che ho letto ma sulla stesura secondo me c’è da lavorarci ancora e penso anche che dovresti lavorarci perché come idea mi sembra interessante. Scusa la franchezza ma visto che stiamo facendo u. Laboratorio credo che un feed back debba essere utile a riflettere e mi auguro che tu non te la prenda per ciò che ti ho detto.  :sss:

Re: [Lab13] Esuberanze

6
Grazie @@Monica, mi è sicuramente utile il commento.
Inizialmente subito dopo l'incipit Pad rimuginando spiegava la situazione ma mi sono detta:l'ennesimo spiegone, non va bene!
Ho provato a dare indizi nei dialoghi, tentando di renderlo più fluido, ma effettivamente è un po' intricato per renderlo bene nei diecimila caratteri.
Non riesco a trovare un buon equilibrio tra evitare pesanti spiegoni, lasciare indizi per fare il gusto al lettore di capire, fargli realmente capire il tutto.
Grazie per le perplessità, ci lavorerò meglio.
<3

Re: [Lab13] Esuberanze

7
@Modea72 ciao bella visionaria :D

Allora eccomi qui. Ho riletto due volte il pezzo e credo che Monica abbia descritto una sensazione che anch'io ho colto da subito.
Credo che tu lo abbia scritto con la tecnica visiva tralasciando quel percorso narrativo che dovrebbe trasportare il lettore. Ci sono molte immagini splendide, ma che solo chi ha mente fotografica può cogliere. Troppo complicato il ragionamento di lei, anche se mi è piaciuto il suo confidarsi.
Per quanto riguarda la storia vera e propria, come non cogliere la classica saga alla Blad Runner. Gli androidi sfruttati da una umanità disumanizzata che decidono di ribellarsi e mostrare la loro natura "umanizzata". Si coglie anche una certa attinenza ai temi trattati in quel splendido film di Tom Cruise "Minority report". Thriller fantascientifico record di incassi dove attraverso le visioni di tre giovani poliziotte veggenti che galleggiano dentro a dei liquidi di una vasca, si arrestano in anticipo gli assassini... nel tuo pezzo vi è un po' di questo mondo visionario supertecnologico, brulicante di esseri straordinari, ma dove vi è un contrasto forte con i valori umani della nostra epoca, o meglio, quella romantica dell'ottocento/novecento.
Ripeto che leggendolo per immagini è molto bello, ma non essendo un film che ti aiuta con le immagini, viene difficile comprendere la trama.  Ciao.
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [Lab13] Esuberanze

9
Modea72 ha scritto: Perfino il codice ne prevede al massimo tre al mese, tu stai partendo ogni quanto, due volte a settimana?”
Metterei l'interrogativo anche dopo quanto.
    Modea72“Viaggio con i Caltarone, questa volta mi scontano quattro settimane.” Tau ha uno sguardo indecifrabile, gli occhi svelano bramosia, in totale contrasto con la smorfia di disgusto. Tutti provano a scontarsi la liberazione. Un viaggio extra si vende per una settimana di sconto. Ho quadruplicato il valore perché quando hanno provato con altri il viaggio non è riuscito, non hanno varcato la nebulosa. Con me hanno quasi la sensazione di riuscire a toccare il figlio, credono che anche lui li abbia percepiti. Quattro settimane per viaggiare domani, per non aspettare dodici giorni.
Nella prima parte aleggia il mistero il che non è un male, anzi. Però forse aggiungerei qualche elemento in più per non rischiare di far smarrire              il lettore subito, ma rientriamo nella scelta  personale. Si ripete molto il termine scontare, magari qualche volta lo sostituirei con un sinonimo.

Modea72 ha scritto: Non riesco a non irrigidirmi quando mi attaccano lo split alla piastra neuroconnettiva. Quella sanguisuga di Woris mi percula, continuando a ripetere che non posso sentire nulla in questa fase, ma appena aggancia la rete con gli ospiti, il loro dramma diventa il mio dolore, in senso fisico.
Quel maledetto di Woris sogghigna prima di iniettarmi il bludream: quello fa terribilmente male, arroventa le vene, che sembrano stringersi in seguito a spasmi, sento lo stomaco risucchiato in un vortice, mi contraggo, i tendini sembrano sfilacciarsi, le palpebre inferiori strattonate verso gli zigomi, un chiodo che arriva al centro del cranio.

Gli ospiti non sentono nulla, una botta di sonnifero e partono verso il regno dei morti lasciando a me gli effetti collaterali dell’addittivo, viaggiamo insieme, ma attraverso il mio corpo. Io li conduco e dreno per loro qualsiasi cosa non rientri nel concetto di piacevole viaggio.

Partiamo.
Ogni volta ho la sensazione di finire in uno scarico, mi sento vorticare in un liquido inesistente, sento gli organi sottosopra, le ossa che si spostano. Vogliono convincermi che è un viaggio esclusivamente cerebrale, che il mio corpo rimane tranquillo, ma le mie sensazioni fisiche sono con il mio cervello, sento la mie corporeità dall’altra parte, sono certa di esserci appieno.

Stiamo accelerando, dopo la partenza in discesa vorticosa, ora attraverso in orizzontale un caleidoscopio di immagini, suoni, colori, tutto avvolto in una nebulosa consistente. La Caltarone fluttua all’altezza delle mie gambe, sembriamo avere velocità totalmente diverse, eppure è sempre agganciata a me; di solito è più evanescente, oggi ha contorni più definiti.

Il viaggio standard dura circa tre ore, ma appena partiamo il nostro tempo si dilata, in un’occasione abbiamo vissuto tra i morti per due giorni.
Ora il caleidoscopio si sta trasformando in un’immagine integra, ricomincio a vorticare mentre l’ambiente intorno a noi diventa tridimensionale.
Spero che la mia spossatezza non sia di ostacolo per attraversare la nebulosa e farle vedere il figlio, altrimenti rischio che mi neghi lo sconto.
Eccoci, anche questa volta la sto percorrendo, raggiungo suo figlio.
Sono sempre riuscita ad individuarlo guardando la sua foto prima di cedere ai dolori del bludream in vena.
In questa dimensione ognuno ha la sua aurea e la sua icona, per questo lo riconosciamo subito. Ora è trasformato in un ulivo, la volta scorsa era musica, con la sua aurea color indaco piena di gechi stilizzati, che fluttuavano seguendo le note.
Complimenti per la la fantasia spregiudicata. Ora si inizia a intuire il senso del racconto. Mi sembra di capire che questi esuberi abbiano però un potere immenso. Senza di loro non potrebbero “viaggiare” gli altri. Questo può far apparire strano il fatto che siano così sottomessi e che non abbiano portato avanti una ribellione per sovvertire le parti. Citi una "comune" come rete di resistenza, però si spegne subito. Sarebbe stato interessante saperne di più, come  avrebbero potuto organizzare  la  lotta.



Modea72 ha scritto: Se morirò qui, tu avrai scontato tutto il tempo di schiavitù che ti resta e non solo per la sopravvivenza, ti verranno intestati dei beni e dei crediti, non puoi diventare superior, ma non credo tu voglia chiedere ai tuoi pari delle prestazioni.”
Mi sfugge il motivo del perchè potrà avere scontato tutto il tempo di schiavitù. Forse perché il superior intraprenderà un viaggio perenne?


Modea72 ha scritto: Sono in trance. Mi è apparso tra le mani un kanjar, l’ideale per sbudellarla
Da dove salta fuori?


Modea72 ha scritto: incredibile come la mia mente in questa dimensione sia più evoluta. Lei se ne è accorta, le si è accesa dapprima una speranza, poi un’intuizione.
Si avventa su di me con uno scatto da animale selvatico, mi prende alla sprovvista, urla un suono gutturale che articola un’unica parola.

“Dammi!”

È un attimo.
Una sorta di Harakiri indotto!


Modea72 ha scritto: Sono totalmente sporca del suo sangue. Lei è esanime ai miei piedi. Intorno a noi non c’è più nulla. Siamo sospese in un vuoto lattiginoso, un silenzio che mi fa esplodere il cuore nel petto. Prima di essere risucchiata nuovamente nel mio mondo riesco solo a pensare che la Caltarone è priva di qualsiasi aura.

3)

La Caltarone è rientrata con me. Il corpo nel nostro mondo è intatto, ma non è più presente a sé stessa. Il marito ha provato a convincermi per un nuovo viaggio, per tentare di recuperarla. Posso rifiutare fino alla fine del mese, non cedo ad alcuna trattativa.

Mi sento diversa, forte
Bello questo epilogo.


Ciao @Modea72 un racconto interessante con dei notevoli spunti creativi e un'idea davvero fantastica. Mi sembra disomogeneo nella struttura, il senso arriva un po' a pezzi e si riesce a ricucirne alla fine le parti. Hai una bella capacità di rendere le visioni e aumentando i caratteri può venir fuori un'opera molto affascinante. Questa divisione in classi con nutrimento di sbobba da parte degli esuberi mi ha anche a me ricordato un film molto interessante. Lo consiglio vivamente se non lo hai già visto: “Snowpiercer” di un regista coreano con cast internazionale.
A rileggerti.

Re: [Lab13] Esuberanze

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Grazie @Kasimiro 
per il passaggio e per gli utilissimi consigli.
Kasimiro ha scritto: Nella prima parte aleggia il mistero il che non è un male, anzi. Però forse aggiungerei qualche elemento in più per non rischiare di far smarrire              il lettore subito
hai assolutamente ragione, questo può essere il giusto equilibrio per agganciare il lettore, grazie.
Kasimiro ha scritto: questi esuberi abbiano però un potere immenso
In realtà no, la protagonista è estremamente dotata per i viaggi nel mondo dei morti e per questo, oltre gli obblighi bisettimanali, va in trattativa con i superior per richieste aggiuntive, oppure extra codice, quindi particolarmente pericolose, o perverse.
In generale gli esuberi sono tutti coloro che, non possedendo un livello sufficiente di ricchezza, non avendo più modo di lavorare, vengono mantenuti con obblighi che li rendono quasi pari agli schiavi.
Kasimiro ha scritto: Mi sfugge il motivo del perchè potrà avere scontato tutto il tempo di schiavitù
La madre del bambino è convinta di poter rimanere nel mondo dei morti accanto al suo bambino, se verrà uccisa esattamente lì ed essendo una trattativa privata, le dice di aver già predisposto il pagamento degli anni rimanenti di schiavitù, se dà seguito alla sua richiesta.
Kasimiro ha scritto: Da dove salta fuori?
:arrossire: mi serviva ed ho approfittato del genere fantastico, dal momento che il viaggio si compie attraverso lo stato onirico, ho fatto materializzare quanto Pad cercava di respingere.

Grazie anche per l'apprezzamento, ho avuto un vero e proprio blocco di scrittura per questo laboratorio e quando finalmente ho avuto un' idea, mi sono ritrovata a cambiarla in corso d'opera. Diciamo che mi sono lasciata trascinare dalla fantasia e mi ha dato una certa soddisfazione!
<3

Re: [Lab13] Esuberanze

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Modea72 ha scritto: “Domani ho una partenza, non mi considerate alla comune, mi butto a letto appena torno.”

Tau non riesce a non esprimere il dissenso.

“Io veramente non ti capisco Pad. Sei tra quelle che hanno rotto più di tutti per organizzare la comune, la rete di resistenza come tu la chiami. Rischi con un’altra partenza, stai esagerando. Si vede che non ti sei ancora ripresa dall’ ultima. Perfino il codice ne prevede al massimo tre al mese, tu stai partendo ogni quanto, due volte a settimana?”

Ha ragione, sono stanca, spossata, dolorante e non ho alcuna voglia di cimentarmi in una discussione. Taglio corto:

“Viaggio con i Caltarone, questa volta mi scontano quattro settimane.”

Tau ha uno sguardo indecifrabile, gli occhi svelano bramosia, in totale contrasto con la smorfia di disgusto.
Tutti provano a scontarsi la liberazione. Un viaggio extra si vende per una settimana di sconto. Ho quadruplicato il valore perché quando hanno provato con altri il viaggio non è riuscito, non hanno varcato la nebulosa.
Con me hanno quasi la sensazione di riuscire a toccare il figlio, credono che anche lui li abbia percepiti.
Quattro settimane per viaggiare domani, per non aspettare dodici giorni.

Devo dormire subito. Avrei dovuto riposare tutto il giorno invece di andare con Clu alle fabbriche di sbobba, non siamo riusciti a boicottare nulla e per poco non mi beccavano, lenta com’ero.

Mangio al volo lo schifo di similcibo che mi spetta. Dovevamo farla saltare in aria quella maledetta fabbrica di intrugli chimici.
Inizio intrigante. C'è tanta carne al fuoco e, naturalmente, molte risposte da cercare nel prosieguo. Quello che ho letto fin qui, però, mi stimola a proseguire.
Modea72 ha scritto: Oggi viaggio solo con la signora, è la prima volta che il marito non è presente.

Loro volevano rimanerci dall’altra parte, insieme al loro bambino morto a soli sei anni nonostante abbiano depredato gli organi di due piccoli esuberi ancora in età da istituto.

Io sono una dei milioni di esuberi adulti di questa società di merda.

Pochi giorni dopo il primo viaggio con me, si sono fatti iniettare il bludream insistendo che potevano viaggiare da soli.
Per poco la signora non crepa e non sono riusciti nemmeno ad avvicinarsi alla soglia.
Io sono considerata estremamente dotata per i viaggi. Mi domando se si possa rimanere davvero di là.
Quando arrivo a destinazione non sento più dolore, ma ne esco sempre come un rottame, non credo si possa durare a lungo sotto bludream.
Ok, un po' delle nebbie iniziali cominciano a dissolversi. Comprendiamo che in questa società esistono cittadini di serie A e cittadini di serie B (i primi dei quali possono usare i secondi persino per raccattare "pezzi di ricambio" - e qui vedo echi del film "Tha island") e che la ragazza, Pad, è una specie di medium la cui abilità è quella di viaggiare nella dimensione in cui risiedono i defunti, noi diremmo l'aldilà. Ecco spiegate le partenze cui si accennava nel primo capitolo. Per aiutare le proprie naturali (?) capacità, Pad utilizza un farmaco, una specie di allucinogeno chiamato Bluedream.
Modea72 ha scritto: Non riesco a non irrigidirmi quando mi attaccano lo split alla piastra neuroconnettiva. Quella sanguisuga di Woris mi percula, continuando a ripetere che non posso sentire nulla in questa fase, ma appena aggancia la rete con gli ospiti, il loro dramma diventa il mio dolore, in senso fisico.
Quel maledetto di Woris sogghigna prima di iniettarmi il bludream: quello fa terribilmente male, arroventa le vene, che sembrano stringersi in seguito a spasmi, sento lo stomaco risucchiato in un vortice, mi contraggo, i tendini sembrano sfilacciarsi, le palpebre inferiori strattonate verso gli zigomi, un chiodo che arriva al centro del cranio.

Gli ospiti non sentono nulla, una botta di sonnifero e partono verso il regno dei morti lasciando a me gli effetti collaterali dell’addittivo, viaggiamo insieme, ma attraverso il mio corpo. Io li conduco e dreno per loro qualsiasi cosa non rientri nel concetto di piacevole viaggio.
 Bella descrizione dell'effetto del bluedream, molto vivida e dura al punto giusto. 
Modea72 ha scritto: Partiamo.
Ogni volta ho la sensazione di finire in uno scarico, mi sento vorticare in un liquido inesistente, sento gli organi sottosopra, le ossa che si spostano. Vogliono convincermi che è un viaggio esclusivamente cerebrale, che il mio corpo rimane tranquillo, ma le mie sensazioni fisiche sono con il mio cervello, sento la mie corporeità dall’altra parte, sono certa di esserci appieno.

Stiamo accelerando, dopo la partenza in discesa vorticosa, ora attraverso in orizzontale un caleidoscopio di immagini, suoni, colori, tutto avvolto in una nebulosa consistente. La Caltarone fluttua all’altezza delle mie gambe, sembriamo avere velocità totalmente diverse, eppure è sempre agganciata a me; di solito è più evanescente, oggi ha contorni più definiti.

Il viaggio standard dura circa tre ore, ma appena partiamo il nostro tempo si dilata, in un’occasione abbiamo vissuto tra i morti per due giorni.
Ora il caleidoscopio si sta trasformando in un’immagine integra, ricomincio a vorticare mentre l’ambiente intorno a noi diventa tridimensionale.
Spero che la mia spossatezza non sia di ostacolo per attraversare la nebulosa e farle vedere il figlio, altrimenti rischio che mi neghi lo sconto.
Eccoci, anche questa volta la sto percorrendo, raggiungo suo figlio.
Sono sempre riuscita ad individuarlo guardando la sua foto prima di cedere ai dolori del bludream in vena.
In questa dimensione ognuno ha la sua aurea e la sua icona, per questo lo riconosciamo subito. Ora è trasformato in un ulivo, la volta scorsa era musica, con la sua aurea color indaco piena di gechi stilizzati, che fluttuavano seguendo le note.
Continuano le descrizioni - e sono ben fatte - che il lettore "traduce" in sensazioni fisiche: autentica immedesimazione in ciò che legge.
Modea72 ha scritto: “Come hai fatto?”

“Nelle ultime settimane ho scontato del tempo ad un contrabbandiere per farmi iniettare giornalmente piccole dosi di bludream, mi ha assicurato che è un sistema che funziona. Io devo rimanere qui; in eterno.”

Vorrei risponderle con cattiveria che poteva farsi ammazzare e la faceva più semplice, ma lei mi anticipa:

“Solo con te riesco a raggiungere mio figlio, altri mi hanno portata in luoghi dove Pier non c’era, in nessuna forma. Non voglio correre il rischio che mi riportino indietro, mi devi uccidere qui, così sarò al mio posto insieme a lui.”
D'accordo: ora sappiamo cosa vuole la signora Caltarone e la storia che vuole raccontare l'autrice.
Modea72 ha scritto: “Siete dei bastardi egoisti, non ci lasciate scelta, voi vivete nel lusso sfrenato, senza problemi e pensate di essere generosi pagando la nostra sopravvivenza in casermoni privi di dignità, a mangiare schifezze chimiche perché le poche terre che non avete depredato sono a solo vostro uso e consumo.
I robot hanno sostituito i lavoratori, l’intelligenza artificiale da risorsa è diventata una condanna. Siete sempre più basici e tronfi.
Per scontarci del tempo dalla schiavitù dobbiamo assecondare le vostre perversioni. Fate schifo.”
Questa battuta mi suona un po' "riassunto per fare capire al lettore in che razza di pessima società vive Pad". Hai già fatto un, necessario, inciso di questo tipo poche righe più su, ripeterlo sembra un modo semplicistico per dire al lettore: che aspetti? Odia anche tu i superiors! 
Personalmente, mi sarei limitato a qualcosa del tipo: "Fottetevi tu e tutti quelli come te. Parassiti bastardi!" 
Modea72 ha scritto: La Caltarone è rientrata con me. Il corpo nel nostro mondo è intatto, ma non è più presente a sé stessa. Il marito ha provato a convincermi per un nuovo viaggio, per tentare di recuperarla. Posso rifiutare fino alla fine del mese, non cedo ad alcuna trattativa.

Mi sento diversa, forte.

Non può esserci libertà per gentile concessione.
Finale abbastanza soddisfacente. Resta da capire come Pad intende dare forma all'ultima affermazione

Ciao Modea72, bentrovata al contest.
Comincio col dire che il tuo racconto mi è piaciuto molto: apprezzo il fantastico, specie Fantasy e Fantascienza e, quella del tuo racconto, è l'idea più "fantascientifica" tra quelle che hanno ispirato i lavori dei partecipanti. Almeno dei lavori letti fin qui. Tra l'altro, mi sento molto "vicino" al tema trattato, avendo scritto un racconto simile al tuo, in passato. 
Non posso che elogiare le tue capacità di descrivere scene vivide e suggestive: gli effetti del bludream, ad esempio, sono rappresentati con una descrizione che, per quanto rapida ed essenziale, è assolutamente efficace; da applausi. 
Anche i dialoghi, direi che sono ok, con l'eccezione, forse, di quello che ti ho segnalato.
Personalmente, non ho avuto difficoltà a comprendere il testo, già alla prima lettura. Nessun senso di straniamento, solo la determinazione a trovare le risposte che mi servivano nel seguito della storia. 
Trovo che il racconto abbia fantastiche potenzialità: con un po' di pianificazione supplementare potrebbe trasformarsi in un romanzo o in un racconto lungo da quaranta-cinquanta pagine. Ecco, forse, la ricca idea di partenza avrebbe giovato di più spazio per sviluppare tutte le sue potenzialità: qualche scena in più, qualche episodio in più, specie per descrivere visivamente la società disumana in cui vive la protagonista, anziché descriverla in poche, spicce, righe di narrato. E vogliamo metterci qualcosa sulla "rete"? Qualche episodio di sabotaggio, ad esempio. Il povero Tau fa una comparsata e poi viene abbandonato all'oblio!
Concludendo, hai cercato di infilare un body builder in una tutina per neonati e qualcosa (un po' più di qualcosa) è rimasto fuori, ma la storia mi è piaciuta e la tecnica c'è. Pollice su! 

Re: [Lab13] Esuberanze

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Ciao @Modea72, complimenti per l'idea davvero originale. L'hai saputa sviluppare legandola a una tematica importante e, allo stesso tempo, creando una bella ambientazione fantascientifica, nonostante il limite di caratteri.
Modea72 ha scritto: Tutti provano a scontarsi la liberazione
Qui il termine "scontare" è una ripetizione (lo usi nella frase successiva) ed è poco chiaro. Userei qualcosa come "guadagnarsi la liberazione".
Modea72 ha scritto: Quella sanguisuga di Woris mi percula, continuando a ripetere che non posso sentire nulla in questa fase, ma appena aggancia la rete con gli ospiti, il loro dramma diventa il mio dolore, in senso fisico
Questo passaggio, di base, è molto bello e il concetto mi ha catturata. Trovo che sia leggermente smorzato dall'uso di "in senso fisico", espressione che conclude la frase in modo un po' anticlimatico. Suggerirei qualcosa di più vivido (come hai fatto, molto bene, nel periodo successivo), che catapulti il lettore in questa dimensione corporea del dolore, come "il loro dramma diventa il mio dolore, lo sento nelle ossa" o simili.

Lo stile è semplice ed efficace e la prima persona esprime molto bene i sentimenti della protagonista, centrali nel raccontare la discriminazione su cui questa società distopica si basa. L'unico appunto stilistico che ti faccio è che, in certi casi, tendi a mettere più frasi in fila separandole con la virgola, creando una paratassi che risulta a momenti un po' piatta. 
Modea72 ha scritto: Gli ospiti non sentono nulla, una botta di sonnifero e partono verso il regno dei morti lasciando a me gli effetti collaterali dell’addittivo, viaggiamo insieme, ma attraverso il mio corpo
Questi sono un paio di passaggi dove avrei preferito l'uso di qualche punto e virgola o punto fermo, per dare maggiore espressività e dinamismo. Ma per il resto, ribadisco, ho trovato la scelta stilistica molto calzante.

Le descrizioni del "viaggio" nella dimensione onirica che tocca l'aldilà, del dolore fisico della protagonista, dell'escalation della sua rabbia e poi del sentimento finale di forza, sono molto ben riuscite. Hai usato in modo equilibrato il racconto della partenza allo stesso tempo per caratterizzare la protagonista e per dare informazioni sul retroscena sociale in cui i personaggi si muovono. Sarebbe stato bello avere qualche informazione in più su questo spazio popolato da aure mutevoli, spiriti dei morti e dall'inconscio di chi si muove in essa. Sembra si tratti di uno stato psico-fisico-mentale creato tramite questo bludream, ma è anche uno spazio esterno al corpo dei viaggiatori? Il momento in cui la protagonista si prepara alla partenza, in cui ti soffermi un po' sulla tecnologia che sta alla base e sulle sue sensazioni fisiche, forse sarebbe stato adatto ad approfondire un minimo, visto che è l'ambientazione chiave del racconto.
Anche se ha avuto un po' meno spazio, molto bella anche la caratterizzazione della signora Caltarone. Pur essendo una carnefice sfruttatrice, disposta al sacrificio di altri esseri umani per motivi egoisti, mostra una fragile e ipocrita convinzione di essere, sotto sotto, una persona ragionevole e capace di compassione. Ma l'esperienza con la protagonista la costringe a guardare in faccia la realtà.
Il messaggio finale è chiaro e d'impatto, punto d'arrivo del conflitto interiore vissuto dalla protagonista mentre era sola con una dei suoi schiavisti. 

Che altro dire se non complimenti e a rileggerci :D

Re: [Lab13] Esuberanze

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Cari @Pulsar@Areeanna grazie, grazie davvero! 
Sono veramente felice che per voi la lettura non sia stata poco comprensibile e che abbiate apprezzato il racconto.
Farò tesoro dei consigli, non mi dispiacerebbe ampliare questo racconto e dare spazio alle tante situazione appena accennate... Ed anche ai poveri Tau e Clu.
Pulsar ha scritto: Questa battuta mi suona un po' "riassunto per fare capire al lettore in che razza di pessima società vive Pad
Non hai idea di che spiegone ho eliminato prima di inserire questo!  :facepalm: Temevo che questo fosse il minimo per fare capire qualcosa in così poco spazio.

Grazie ancora per gli utilissimi consigli e per gli apprezzamenti

A presto 
<3

Re: [Lab13] Esuberanze

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Ciao @Modea72! Mi è piaciuto molto il mondo che hai creato, molto originale e sfaccettato. Adoro come hai creato delle nuove regole - il bludream - e hai giocato subito con i limiti delle stesse: cosa accade se si muore mentre si sta di là? Per me è un motore fortissimo della curiosità verso un'ambientazione fantastica, e infatti ora brucio di curiosità per sapere dov'è l'aura della Caltarone. L'ambientazione quindi per me è riuscitissima. Anche la protagonista, con la sua grande dote per i viaggi, è eccellente per una storia fantastica; con un po' di caratteri a disposizione in più, avrei gradito vederne il passato tragico, magari l'infanzia, la perdita dei genitori, in modo tale anche da creare un punto di contatto con la storia della Caltarone.
Per contro, l'incipit l'ho trovato un po' dispersivo. Getti sul lettore tante informazioni senza fornire il tempo per orientarsi, perché si tratta di termini e concetti non particolarmente intuitivi: sarei un po' più graduale nell'immersione. Alcuni passaggi, poi, li ho trovati un po' infodump, specialmente questo:
Modea72 ha scritto: “Siete dei bastardi egoisti, non ci lasciate scelta, voi vivete nel lusso sfrenato, senza problemi e pensate di essere generosi pagando la nostra sopravvivenza in casermoni privi di dignità, a mangiare schifezze chimiche perché le poche terre che non avete depredato sono a solo vostro uso e consumo.
I robot hanno sostituito i lavoratori, l’intelligenza artificiale da risorsa è diventata una condanna. Siete sempre più basici e tronfi.
Per scontarci del tempo dalla schiavitù dobbiamo assecondare le vostre perversioni. Fate schifo.”
Fatico a sentire la rabbia della protagonista, vedo più il narratore che vuole dare informazioni al lettore (informazioni che, tra l'altro, hai già ben distribuito nel resto del racconto).
Modea72 ha scritto: Tau ha uno sguardo indecifrabile, gli occhi svelano bramosia, in totale contrasto con la smorfia di disgusto.
Ti soffermi poco su questo particolare, ma mi ha colpito. La diffidenza e il fascino per l'inconscio onirico archetipico mi ha ricordato Ballard.
Davvero complimenti, un racconto coi fiocchi e decisamente nelle mie corde!
A presto

Re: [Lab13] Esuberanze

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Modea72 ha scritto: Non riesco a trovare un buon equilibrio tra evitare pesanti spiegoni, lasciare indizi per fare il gusto al lettore di capire, fargli realmente capire il tutto.
Ci sono tante tecniche per questo. Una è l'esposizione tramite dialogo a un personaggio esterno a questi concetti (non in un dialogo tra due persone che già dovrebbero sapere tutto). È un equilibrio complesso, ma a me piace quando una storia descrive concetti senza farti capire che ti sta imboccando spiegazioni. Può sembrare descrivere qualcosa dando per scontato che il lettore la conosca, ma è in realtà fornire tutti gli elementi necessari per la comprensione. Ti faccio un esempio veloce.
"Mentre erano in esplorazione, videro un proteo. Si trattava di una creatura di grotta senza occhi, dal corpo simile a un serpente, quattro zampe, e completamente bianca. Passava tutta la vita a nuotare in acque lontane dalla luce del sole." Questo è uno spiegone poco elegante.
"I due esploratori stavano avanzando nella caverna. Guarda, laggiù, un proteo! È una creatura di grotta senza occhi, dal corpo simile a un serpente, quattro zampe, e completamente bianca, e passa tutta la vita a nuotare in acque lontane dalla luce del sole." Questa è una esposizione non necessaria in un dialogo irrealistico tra due persone che già dovrebbero sapere di cosa si parla, e si perde tutta l'immersione.
"L'esploratore e il ragazzo erano accampati all'ingresso della caverna. Potrebbero esserci protei, disse l'esploratore. Cosa sono? Chiese il ragazzo. Sono creature di grotta senza occhi, dal corpo simile a un serpente, quattro zampe, e completamente bianche, e passano tutta la vita a nuotare in acque lontane dalla luce del sole." Questa è una esposizione vagamente verosimile.
"Nello specchio d'acqua sotterraneo stava nuotando un proteo. Ondeggiava il corpo serpentiforme, aiutandosi con le quattro zampette nel movimento. Ogni tanto si fermava e sollevava la testa priva di occhi, in attesa di captare vibrazioni delle prede. La luce delle torce degli esploratori ne illuminava il corpo bianco." Questa è la spiegazione più difficile, ma è quella che personalmente gradisco di più 
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