[LAB8] Un fantastico viaggio anacronistico

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Labocontest nr 8: Documentazione

Tema: Ricchezze
Titolo: Un fantastico viaggio anacronistico

Una carrozza di un treno senza tempo, su binari di spazi paralleli, con due personaggi uno davanti all’altro: una donna dei nostri giorni, appassionata di poesia e letteratura, e un uomo di due secoli fa, Giacomo Leopardi, dal grande spirito libero e introverso, intramontabile famoso poeta e filosofo. Entrambi pensano sui generis, lei formulando domande come se facesse un’intervista, mentre le risposte di lui sono espresse in forma di sintesi dalla raccolta “I Pensieri”,  111 affermazioni filosofiche e sociali sul mondo e sulla natura umana.
I Pensieri scelti sono preceduti dal numero romano che li contraddistingue nel compendio.

Personaggi: Zaza e Giacomo Leopardi (Z. e G.L.)

ZSono davanti a Giacomo Leopardi, su questo treno che viaggia verso Recanati, nel bel paesaggio marchigiano, e non so come ci sia salita; me lo sono trovato, da subito, seduto davanti a me; ne riconosco il viso malinconico dai miei ricordi di antologie scolastiche, il corpo brevilineo ingobbito, fasciato in una redingote, la camicia col collo alto e inamidato, il farfallino scuro, intento a leggere un libro su carta pergamena in ottimo stato. Sembra un uomo d’altri tempi, anzi, lo è. Sembra uno che voglia piegarsi su se stesso, come un introverso dentro e fuori, ma lo scintillio dei suoi occhi mentre legge rivela la passione di uno spirito libero e appagato.

Ai suoi tempi, non c’ero né io né il treno, ma pare a suo agio come se fosse una sua abitudine e come se fosse solo; per me, i suoi versi e i suoi Pensieri non sono anacronistici, e mi ritrovo a guardarlo come un illustre coetaneo che ammiro.
Per quanto capisco, forse lui non si accorge neppure di avere davanti qualcuno. Nel mentre, mi avvedo di avere tra le mani una copia "postuma - futuribile" dei suoi 111 Pensieri.
Il mio animo giornalistico prende vita a sé stante e mi sorprendo a formulare le domande che il mio inarrivabile interlocutore si aspetta, rivolgendole al poeta, al filosofo e al sociologo che sono nell’uomo Giacomo Leopardi. Mi chiedo se appellarlo Messere o Signore, e mi risolvo a utilizzare la seconda opzione.
Mi decido di saltare i convenevoli per mantenere l’armonica distanza che si è creata spontanea tra noi.

Comincio:

Z. — Sono onorata di rivolgermi a lei, Signor Leopardi. 
(La sua presenza mi ispira per prima la seguente domanda, cui lui risponderà con pronta naturalezza.)

Qual è il suo parere sulla semplicità dei grandi?

G.L.  —   LXIV 
Quasi tutti gli uomini grandi sono modesti: perché si paragonano continuamente, non cogli altri, ma con quell'idea del perfetto che hanno dinanzi allo spirito, infinitamente più chiara e maggiore di quella che ha il volgo; e considerano quanto siano lontani dal conseguirla.
CX  
È curioso  vedere che quasi tutti gli uomini, che valgono molto, hanno le maniere semplici; e che, quasi sempre, le maniere semplici sono prese per indizio di poco valore. 

Z.  —  Come farsi notare in un contesto estraneo?

G.L. — LXXVIII
Due o più persone in un luogo pubblico o in un'adunanza, che stiano ridendo tra loro in modo osservabile, né sappiano gli altri di che, generano in tutti i presenti tale apprensione, che ogni discorso tra questi divien serio, molti ammutoliscono, alcuni si partono, i più intrepidi si accostano a quelli che ridono, procurando di essere accettati a ridere in compagnia loro...
Il ridere concilia stima e rispetto anche dagl'ignoti, tira a sé l'attenzione di tutti i circostanti, e dà fra questi una sorte di superiorità. E se, come accade, tu ti ritrovassi in qualche luogo alle volte o non curato o trattato con alterigia o scortesemente, tu non hai a far altro che scegliere tra i presenti uno che ti paia a proposito, e con quello ridere franco e aperto e con perseveranza, mostrando più che puoi che il riso ti venga dal cuore: e se forse vi sono alcuni che ti deridano, ridere con voce più chiara e con più costanza che i derisori. Tu devi essere assai sfortunato se, avvedutisi del tuo ridere, i più orgogliosi e i più petulanti della compagnia, e quelli che più torcevano da te il viso, fatta brevissima resistenza, o non si danno alla fuga, o non vengono spontanei a chieder pace, ricercando la tua favella, e forse profferendotisi per amici. Grande tra gli uomini e di gran terrore è la potenza del riso: contro il quale nessuno nella sua coscienza trova sé munito da ogni parte.
Chi ha coraggio di ridere è padrone del mondo, quasi come chi è preparato a morire.

Z. — Come evitare di far conoscere la nostra ignoranza?
G.L.  — LXXXVI 
Il più certo modo di celare agli altri i confini del proprio sapere è di non trapassarli. 

Z.  —  Su una  vera esperienza di vita, cosa ci può dire?
G.L. —  LXXXII
Nessuno diventa uomo innanzi di aver fatto una grande esperienza di sé,  la quale rivelando lui a lui medesimo, e determinando l'opinione sua intorno a se stesso, determina in qualche modo la fortuna e lo stato suo nella vita.       .          
Agli altri il conoscimento e il possesso di se medesimi suole venire o da bisogni e infortuni, o da qualche passione grande, cioè forte; e per lo più dall'amore; quando l'amore è gran passione; cosa che non accade in tutti come l'amare.          
Ma, accaduta che sia, certo all'uscire di un amor grande e appassionato, l'uomo conosce già mediocremente i suoi simili, conosce ab esperto la natura delle passioni, poiché una di loro che arda, infiamma tutte l'altre; conosce la natura e il temperamento proprio, sa la misura delle proprie facoltà e delle proprie forze; e oramai può far giudizio se e quanto gli convenga sperare o disperare di sé, e, per quello che si può intendere del futuro, qual luogo gli sia destinato nel mondo. In fine la vita a' suoi occhi ha un aspetto nuovo, già mutata per lui di cosa udita in veduta, e d'immaginata in reale; ed egli si sente in mezzo ad essa, forse non più felice, ma per dir così, più potente di prima, cioè più atto a far uso di sé e degli altri. 

Z. — Quale riflessione le ispira l'intolleranza?
G.L  —   XXXVII  Nessuna qualità umana è più intollerabile nella vita ordinaria, né in fatti tollerata meno, che l'intolleranza.

Z.  — Come fare per farsi perdonare la superiorità e battere il grande nemico dell’invidia?
G.L. —  XV e CVI
Chilone, annoverato fra i sette sapienti della Grecia, ordinava che l’uomo forte di corpo fosse dolce di modi, a fine, diceva, d’ispirare agli altri più riverenza che timore. Non è mai soverchia l’affabilità, la soavità de’ modi, e quasi l’umiltà in quelli che di bellezza o d’ingegno o d’altra cosa molto desiderata nel mondo, sono manifestamente superiori alla generalità: perché troppo grave è la colpa della quale hanno a impetrar perdono, e troppo fiero e difficile il nemico che hanno a placare; l’una la superiorità, e l’altro l’invidia. La quale credevano gli antichi, quando si trovavano in grandezze e in prosperità, che convenisse placare negli stessi Dei, espiando con umiliazioni, con offerte e con penitenze volontarie il peccato appena espiabile della felicità o dell’eccellenza.

Il mondo, a quelle cose che altrimenti gli converrebbe ammirare, ride; e biasima, come la volpe d'Esopo, quelle che invidia. Una gran passione d'amore, con grandi consolazioni di grandi travagli, è invidiata universalmente; e perciò biasimata con più calore. Una consuetudine generosa, un'azione eroica, dovrebbe essere ammirata: ma gli uomini se ammirassero, specialmente negli uguali, si crederebbero umiliati; e perciò, in cambio d'ammirare, ridono. Questa cosa va tant'oltre, che nella vita comune è necessario dissimulare con più diligenza la nobiltà dell'operare, che la viltà: perché la viltà è di tutti, e però almeno è perdonata; la nobiltà è contro l'usanza, e pare che indichi presunzione, o che da sé richieda lode; la quale il pubblico, e massime i conoscenti, non amano di dare con sincerità.

Z  —  Cosa ci può dire lei sui libri di successo?
G.L. — LX
Dice il La Bruyère una cosa verissima, che è più facile ad un libro mediocre di acquistar grido per virtù di una riputazione già ottenuta dall'autore, che ad un autore di venire in riputazione per mezzo di un libro eccellente. A questo si può soggiungere, che la via forse più diritta di acquistar fama, è di affermare con sicurezza e pertinacia, e in quanti più modi è possibile, di averla acquistata.

Z. — Facciamo una digressione poetica… Come si spiega che la sua malinconica lirica “Il passero solitario” nasconda al suo interno un inno alla gioia? Mi spiego: ho estrapolato dal suo testo queste parole e ne ho fatto un’altra poesia, dedicandola: Al mio core

Su
vai
brilla
esulta
core libero
mille giri
il tempo miri
canti
così
di più

Z.—  Leggo una risposta sibillina nel suo sguardo, ed è la seguente:
G.M.:  — L’ho detto anche in chiaro: Il sommo bene è la felicità. Aggiungo qui che, se come meta naturale dell'uomo il bene è quello, il meglio è il viaggio.

Z. — Qual è uno dei maggiori segni di scarsa saggezza?
G.L.   XXVII
Nessun maggior segno d'essere poco filosofo e poco savio, che volere savia e filosofica tutta la vita.

Z.  — Cosa c’è di più raro al mondo?
G.L. —  LXXVI
Nulla è più raro al mondo che una persona abitualmente sopportabile. 

Z. — Per concludere, quale metafora o allegoria le ispira la presunzione?
G.L.   XVIII
Io vidi in Firenze uno che strascinando, a modo di bestia da tiro, come colà è stile, un carro colmo di robe, andava con grandissima alterigia gridando e comandando alle persone di dar luogo; e mi parve figura di molti che vanno pieni d’orgoglio, insultando gli altri per ragioni non dissimili da quella che causava l’alterigia in colui, cioè tirare un carro.

Z. — La ringrazio, Signor Leopardi, per la ricchezza dei suoi pensieri condivisi, e mi permetto, dato l’ultimo argomento, quello sulla presunzione, di mettere in rima io il testo allegorico citato come esempio: 

Un conducente andava trascinando 
il suo carro di robe, comandando 
a destra e manca di lasciar passare 
e grande l’alterigia del suo fare. 
E mi parve, il suo stile e la figura, 
uguali a quanti, orgoglio a dismisura, 
insultan gli altri come a loro pare
per la ragion d'un "carro" da tirare.


Z.: Ho come l’impressione che  Giacomo Leopardi mi guardi e mi sorrida.


Bibliografia
Blackout poetry
Il passero solitario di G. Leopardi

D'in su la vetta della torre antica,
passero solitario, alla campagna
cantando vai finché non more il giorno;
ed erra l'armonia per questa valle.
Primavera d'intorno
brilla nell'aria, e per li campi esulta,
sí ch'a mirarla intenerisce il core.
Odi greggi belar, muggire armenti;
gli altri augelli contenti, a gara insieme
per lo libero ciel fan mille giri,
pur festeggiando il lor tempo migliore:
tu pensoso in disparte il tutto miri;
non compagni, non voli,
non ti cal d'allegria, schivi gli spassi;
canti, e così trapassi
dell'anno e di tua vita il più bel fiore.



Al mio core (dalla tecnica Blackout poetry):

Su
vai
brilla
esulta
core libero
mille giri
il tempo miri
canti
così

di più
P.S.
P.S.: mi sono permessa di fare alcune correzioni ai Pensieri originali, necessarie a ritoccare alcune parole arcaiche, tipo maraviglia, sofferire, veggiamo, anco, veggono ecc. , ma ho lasciato "ab esperto" ad esempio; e gli ho tolto qualche virgola.

Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [LAB8] Un fantastico viaggio anacronistico

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È difficile commentare il tuo racconto come tale. 
Più bello è pensare che sia un'opera sospesa tra due generi: Teatro moderno e narrativa. Lo avevo già letto nell'altra versione e il contrasto che avevi creato tra passato e presente mi aveva illuminato, andai a cercare e a leggere i pensieri del Poeta. La versione che hai postato qui, mi pare ancora più ricercata, hai fatto un lavoro certosino! L'attinenza con il tema è esposto molto bene, non che ce ne sia bisogno, ma mi piace affermare che la cultura produce ricchezza, e non solo nella personalità dell'individuo: è chiaro che ogni opera, letteraria, pittorica, scultorea, architettonica...Sia del passato o quelle più moderne arricchiscono gli uomini e le donne di domani.

Ho trovato geniale l'incastro delle domande di Zaza, con i datati (ma attuali) pensieri di Leopardi.
Come qui:
Poeta Zaza ha scritto: mar mag 09, 2023 2:52 pmÈ curioso  vedere che quasi tutti gli uomini, che valgono molto, hanno le maniere semplici; e che, quasi sempre, le maniere semplici sono prese per indizio di poco valore. 
Poeta Zaza ha scritto: mar mag 09, 2023 2:52 pmIo vidi in Firenze uno che strascinando, a modo di bestia da tiro, come colà è stile, un carro colmo di robe, andava con grandissima alterigia gridando e comandando alle persone di dar luogo; e mi parve figura di molti che vanno pieni d’orgoglio, insultando gli altri per ragioni non dissimili da quella che causava l’alterigia in colui, cioè tirare un carro
O anche qui: Il mondo è pieno di gente che adotta simili comportamenti, e a volte non ha nemmeno un carro da tirare!

Passiamo ai versi che hai inserito:
Poeta Zaza ha scritto: mar mag 09, 2023 2:52 pmFacciamo una digressione poetica… Come si spiega che la sua malinconica lirica “Il passero solitario” nasconda al suo interno un inno alla gioia? Mi spiego: ho estrapolato dal suo testo queste parole e ne ho fatto un’altra poesia, dedicandola: Al mio core

Su
vai
brilla
esulta
core libero
mille giri
il tempo miri
canti
così
di più
Così piccola, leggera, oserei dire candida. Mi è piaciuta tantissimo.

Infine, come ti dico sempre, lo Zazaismo è il tuo stile inconfondibile. 
Complimenti per l'idea ma soprattutto per come l'hai elaborata.

Re: [LAB8] Un fantastico viaggio anacronistico

3
Alba359 ha scritto: È difficile commentare il tuo racconto come tale. 
Più bello è pensare che sia un'opera sospesa tra due generi: Teatro moderno e narrativa. Lo avevo già letto nell'altra versione e il contrasto che avevi creato tra passato e presente mi aveva illuminato, andai a cercare e a leggere i pensieri del Poeta. La versione che hai postato qui, mi pare ancora più ricercata, hai fatto un lavoro certosino! L'attinenza con il tema è esposto molto bene, non che ce ne sia bisogno, ma mi piace affermare che la cultura produce ricchezza, e non solo nella personalità dell'individuo: è chiaro che ogni opera, letteraria, pittorica, scultorea, architettonica...Sia del passato o quelle più moderne arricchiscono gli uomini e le donne di domani.

Ho trovato geniale l'incastro delle domande di Zaza, con i datati (ma attuali) pensieri di Leopardi.
Ho unito nel brano le mie passioni: giornalismo, teatro, letteratura, narrativa e poesia.  :libro:    :)    :occhiali:
Alba359 ha scritto: Infine, come ti dico sempre, lo Zazaismo è il tuo stile inconfondibile. 
Complimenti per l'idea ma soprattutto per come l'hai elaborata.
Grazie, @Alba359  :love:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [LAB8] Un fantastico viaggio anacronistico

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Ciao @Poeta Zaza 
 
Questo più che un racconto credo lo si possa annoverare in qualcosa di più. 
Ricorderai penso, alcuni anni fa, che alla radio c’era una bellissima trasmissione, io la seguivo sempre, intitolata “Le interviste impossibili” dove giornalisti e scrittori dialogavano con grandi personaggi del passato, ponevano delle domande e gli attori che impersonavano questi personaggi rispondevano con citazioni originali, adattate con le loro eventuali opere o adeguavano le risposte basandosi su fatti della loro biografia. Ricordo che uno degli autori e intervistatori in questa trasmissione era Umberto Eco, ma c’erano anche altri illustri nomi della cultura che vi collaboravano. Non era certo materiale adatto alle trasmissioni e ai conduttori odierni di radio e televisione, salvo poche eccezioni; infatti penso che una trasmissione come quella non sarebbe più possibile.
Ho apprezzato molto questa tua intervista "impossibile”, qualcosa di nuovo e di stimolante. Mi permetterei di suggerire allo Staff di esaminare la possibilità di creare un laboratorio apposito, un contest, con la possibilità di intervistare vari personaggi del passato basandosi sulle loro opere e sulla loro vita, confrontandole con la vita dei nostri giorni, credo ne verrebbe fuori qualcosa di interessante come l’approccio dei vari autori,  utile e costruttivo oltre al puro esercizio di scrittura.
Ho apprezzato in modo particolare il pensiero CVI
Poeta Zaza ha scritto: Il mondo, a quelle cose che altrimenti gli converrebbe ammirare, ride; e biasima, come la volpe d'Esopo, quelle che invidia. Una gran passione d'amore, con grandi consolazioni di grandi travagli, è invidiata universalmente; e perciò biasimata con più calore. Una consuetudine generosa, un'azione eroica, dovrebbe essere ammirata: ma gli uomini se ammirassero, specialmente negli uguali, si crederebbero umiliati; e perciò, in cambio d'ammirare, ridono. Questa cosa va tant'oltre, che nella vita comune è necessario dissimulare con più diligenza la nobiltà dell'operare, che la viltà: perché la viltà è di tutti, e però almeno è perdonata; la nobiltà è contro l'usanza, e pare che indichi presunzione, o che da sé richieda lode; la quale il pubblico, e massime i conoscenti, non amano di dare con sincerità.
Questa è la storia della nostra società che ride di persone che per il fatto di pensarla diversamente dalla maggioranza, in tutto o in parte, li tratta diciamo male. E più queste persone denigrate, uomini e donne normali che amano la cultura, il sapere, addirittura anche valori obsoleti come la propria patria, (...) la famiglia, il proprio retaggio, non nomino divinità in quanto è in pieno atto la loro ridicolizzazione e messa al bando, più vengono ghettizzati, alla faccia delle tanto ipocritamente e a sproposito sbandierate libertà. 
La cultura non è un qualcosa che serve, non deve servire a mettere crocette su quiz di assunzione a risposta multipla, come una volta nelle scuola guida. Superato il quiz, dimenticato tutto. La cultura ti fa vedere le cose in maniera diversa e non è un qualcosa di settoriale, ideologico, ma di olistico, che coinvolge tutto l’essere umano.
Grazie per la divulgazione e la messa in opera, è il caso di dirlo, di questi Pensieri sotto forma di cronaca, domanda e risposta, che portano a ulteriori pensieri e confronti.
 
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [LAB8] Un fantastico viaggio anacronistico

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Alberto Tosciri ha scritto: Ricorderai penso, alcuni anni fa, che alla radio c’era una bellissima trasmissione, io la seguivo sempre, intitolata “Le interviste impossibili” dove giornalisti e scrittori dialogavano con grandi personaggi del passato, ponevano delle domande e gli attori che impersonavano questi personaggi rispondevano con citazioni originali, adattate con le loro eventuali opere o adeguavano le risposte basandosi su fatti della loro biografia.
Non lo sapevo, non ho mai seguito la radio. Una bella trasmissione. E io che credevo di essere una pioniera del genere!  :facepalm:
Alberto Tosciri ha scritto: Mi permetterei di suggerire allo Staff di esaminare la possibilità di creare un laboratorio apposito, un contest, con la possibilità di intervistare vari personaggi del passato basandosi sulle loro opere e sulla loro vita, confrontandole con la vita dei nostri giorni, credo ne verrebbe fuori qualcosa di interessante come l’approccio dei vari autori,  utile e costruttivo oltre al puro esercizio di scrittura.
Magari! Certo, sarebbe impegnativo per la ricerca delle fonti, ma io mi sono appassionata al pensiero del Leopardi, parallelo al mio.
Cambia la forma di esporre il proprio sentire, ma i contenuti essenziali restano inalterati nel tempo. E ti fa meditare con ragionamenti che senti di 
condividere.
Alberto Tosciri ha scritto:
Grazie per la divulgazione e la messa in opera, è il caso di dirlo, di questi Pensieri sotto forma di cronaca, domanda e risposta, che portano a ulteriori pensieri e confronti.
 
Grazie a te, caro @Alberto Tosciri , per questo commento.  :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [LAB8] Un fantastico viaggio anacronistico

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Poeta Zaza ha scritto: Non lo sapevo, non ho mai seguito la radio. Una bella trasmissione. E io che credevo di essere una pioniera del genere!  :facepalm:
Io la seguivo, avevo 15/16 anni, mi pare la trasmissione andasse in onda la domenica mattina, per cui stavo a casa a fare i compiti in cucina, dove avevamo una vecchia radio a valvole degli anni Cinquanta (che ho ancora e funziona, ma non l'ascolto più, l'ho messa come ricordo in salotto).
Prova a guardare qui, troverai bellissime sorprese  :)
Trovi anche molto materiale su youtube.

https://it.wikipedia.org/wiki/Le_interviste_impossibili
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [LAB8] Un fantastico viaggio anacronistico

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Sì @Poeta Zaza anche a me è venuta in mente “Intervista impossibile”. 
Hai fatto un ottimo lavoro, ben pensato, profondo. Un’opera divulgativa che sarebbe bello veder rappresentata. Mi è piaciuto anche il tuo personale contributo nello “smembramento” dei versi, la tua back-poetry che stravolge il pessimismo cosmico. Bella e ammirevole opera la tua. Proprio brava, complimenti e grazie per averla ideata e condivisa  :yahoo:

Re: [LAB8] Un fantastico viaggio anacronistico

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@Monica ha scritto: Sì @Poeta Zaza anche a me è venuta in mente “Intervista impossibile”. 
Hai fatto un ottimo lavoro, ben pensato, profondo. Un’opera divulgativa che sarebbe bello veder rappresentata. Mi è piaciuto anche il tuo personale contributo nello “smembramento” dei versi, la tua back-poetry che stravolge il pessimismo cosmico. Bella e ammirevole opera la tua. Proprio brava, complimenti e grazie per averla ideata e condivisa  :yahoo:
@@Monica Grazie cara, sono commossa  :arrossire:
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Re: [LAB8] Un fantastico viaggio anacronistico

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Mina ha scritto: Ciao @Poeta Zaza e complimenti  :D Mi è piaciuto, molto originale, in particolare la parte iniziale che inquadra l'intervista è ben scritta e godibile. Se posso provare a dare un consiglio, direi di creare un maggior filo conduttore tra una domanda e l'altra, che a volte sembrano abbastanza slegate.
Comunque grande!
Grazie,  @Mina !   :arrossire:

Hai ragione sulla "slegatura" tra una domanda e l'altra. Sembra quasi che l'intervistatrice stia scorrendo davanti a lui i suoi Pensieri. Come se lo interrogasse, formula le domande saltando di Pensiero in Pensiero:
Poeta Zaza ha scritto: Nel mentre, mi avvedo di avere tra le mani una copia "postuma - futuribile" dei suoi 111 Pensieri.
Il mio animo giornalistico prende vita a sé stante e mi sorprendo a formulare le domande che il mio inarrivabile interlocutore si aspetta
Non trovi?  :D
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Re: [LAB8] Un fantastico viaggio anacronistico

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Ciao @Poeta Zaza 


Titolo: Un fantastico viaggio anacronistico
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Cosa intendi per anacronistico? Il fatto che tu e Leopardi vi incontrate fuori dal tempo, o che tutto il virtuoso discorso è fuori tempo, oramai superato dalla nostra società consumistica e egocentrista?
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Una carrozza di un treno senza tempo, su binari di spazi paralleli, con due personaggi uno davanti all’altro: una donna dei nostri giorni, appassionata di poesia e letteratura, e un uomo di due secoli fa, Giacomo Leopardi, dal grande spirito libero e introverso, intramontabile famoso poeta e filosofo. Entrambi pensano sui generis, lei formulando domande come se facesse un’intervista, mentre le risposte di lui sono espresse in forma di sintesi dalla raccolta “I Pensieri”,  111 affermazioni filosofiche e sociali sul mondo e sulla natura umana.
I Pensieri scelti sono preceduti dal numero romano che li contraddistingue nel compendio.
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Questa è una introduzione che avrei posto in maniera diversa. Qualcuno direbbe che vi sia un poderoso infodump. Certo, tu fai la parte di una giornalista, ma tale scelta ha reso tutto il racconto molto freddo.
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Personaggi: Zaza e Giacomo Leopardi (Z. e G.L.)
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Questa impostazione la potevi evitare.

ZSono davanti a Giacomo Leopardi, 
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R -Idem.
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Z. — Sono onorata di rivolgermi a lei, Signor Leopardi. 
(La sua presenza mi ispira per prima la seguente domanda, cui lui risponderà con pronta naturalezza.)
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R-  Idem. Il timbro che hai scelto manca di emotività. Avresti dovuto far trasparire le emozioni di Leopardi dalle sue stesse parole, dal suo porsi nei tuoi confronti.  A vederla così, mi pare un discorso quasi a senso unico.
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Qual è il suo parere sulla semplicità dei grandi?

G.L.  —   LXIV 
Quasi tutti gli uomini grandi sono modesti: perché si paragonano continuamente, non cogli altri, ma con quell'idea del perfetto che hanno dinanzi allo spirito, infinitamente più chiara e maggiore di quella che ha il volgo; e considerano quanto siano lontani dal conseguirla.
CX  
È curioso  vedere che quasi tutti gli uomini, che valgono molto, hanno le maniere semplici; e che, quasi sempre, le maniere semplici sono prese per indizio di poco valore. 
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I pensieri che hai citato sono molto belli. Ma ripeto che rappresentati in questo modo, tutto appare come una "conferenza tra luminari" che poco di reale hanno, considerata la trasposizione dell'epoche.
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Z. — Facciamo una digressione poetica… Come si spiega che la sua malinconica lirica “Il passero solitario” nasconda al suo interno un inno alla gioia? Mi spiego: ho estrapolato dal suo testo queste parole e ne ho fatto un’altra poesia, dedicandola: Al mio core

Su
vai
brilla
esulta
core libero
mille giri
il tempo miri
canti
così
di più
Z.—  Leggo una risposta sibillina nel suo sguardo, ed è la seguente:
G.M.:  — L’ho detto anche in chiaro: Il sommo bene è la felicità. Aggiungo qui che, se come meta naturale dell'uomo il bene è quello, il meglio è il viaggio.
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Molto bello questo componimento, brava; è il tuo lato migliore. Però ci vedo tanta "autoproclamazione", in considerazione che ti poni come una giornalista. Mi pare che tu stia intervistando "te stessa".  :D  <3
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Z. — Qual è uno dei maggiori segni di scarsa saggezza?
G.L.   XXVII
Nessun maggior segno d'essere poco filosofo e poco savio, che volere savia e filosofica tutta la vita.
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Ecco! Mi pare di capire che anche leopardi vede la saggezza non come il filosofare, ma bensì, il vivere semplice. Da qui, la contraddizione di tutto il "Vostro filosofare"  :D 
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Z.  — Cosa c’è di più raro al mondo?
G.L. —  LXXVI
Nulla è più raro al mondo che una persona abitualmente sopportabile.     
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R- Se le persone sono insopportabili, il mondo è degli insopportabili: è fatto così e pare inutile qualsiasi filosofia.
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Z. — Per concludere, quale metafora o allegoria le ispira la presunzione?
G.L.   XVIII
Io vidi in Firenze uno che strascinando, a modo di bestia da tiro, come colà è stile, un carro colmo di robe, andava con grandissima alterigia gridando e comandando alle persone di dar luogo; e mi parve figura di molti che vanno pieni d’orgoglio, insultando gli altri per ragioni non dissimili da quella che causava l’alterigia in colui, cioè tirare un carro.
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 Bei pensieri, anche se ripeto,  essendo fuori dal nostro tempo, esposti con il parlato dell'epoca, siano poco attuali.
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Che altro dire? Anche questa volta hai preferito contare su ciò che ti viene bene, invece di affrontare il discorso "azione e trama".  Eppure attraverso la costruzione di un perfetto paradigma avresti potuto risolvere diverse cose. A mio parere la poca azione che riscontro è dovuta dal fatto che hai pensato che l'unica soluzione di incontrare Leopardi fosse attraverso un viaggio surreale. Non era l'unica possibilità che avevi.  A parte che sono sempre difficili da gestire. Se tu avessi usato l'arte del paradigma, avresti potuto avere questo "confronto filosofico" con un protagonista odierno e amante del poeta. Insomma, due che apprezzando "i suoi pensieri" rendono possibile e attuale, anche con un dialogo più naturale, questo confronto. Magari anche con l'uso di una storia d'amore che veicola i due per tutto il racconto. Possibilità ce ne sono sempre tante: bisogna saperle cercare. D'altronde dovevi esporre i suoi pensieri e trovare la persona adatta.
Spero che al prossimo contest tu prenda questo toro per le corna. Ciao  :hug:
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [LAB8] Un fantastico viaggio anacronistico

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Caro caro  @bestseller2020  :) Grazie del passaggio!

Avevo previsto non ti piacesse il mio Zazaismo e la sponda teatrale che ho scelto. D'altronde, de gustibus non est disputandum , per ambo le parti, qui!

Per il mio modesto parere, i Pensieri di Leopardi sono ancora oggi attuali e condivisibili: ti consiglio di leggere i cento che non ho potuto riportare, e sono certa che converrai con me, anche se appesantiti dal lessico di due secoli fa.

Obietto solo quanto rispondi a questo Pensiero:
Poeta Zaza ha scritto:
Z. — Qual è uno dei maggiori segni di scarsa saggezza?
G.L.   XXVII
Nessun maggior segno d'essere poco filosofo e poco savio, che volere savia e filosofica tutta la vita.
... eccependo questo:
bestseller2020 ha scritto: Ecco! Mi pare di capire che anche leopardi vede la saggezza non come il filosofare, ma bensì, il vivere semplice. Da qui, la contraddizione di tutto il "Vostro filosofare"  :D 
No, amico mio, in questo Pensiero non voleva certo dire quello che affermi tu! :nono:

Voleva dire che il saggio sa bene che non si può volere "savia e filosofica tutta la vita" e che è sintomo di scarsa saggezza il pensarlo.  :si:


:hug:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [LAB8] Un fantastico viaggio anacronistico

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@Poeta Zaza ciao. Grazie per la tua risposta pacata.
Poeta Zaza ha scritto: D'altronde, de gustibus non est disputandum , per ambo le parti, qui!
Qui ti sbagli! Io ho voluto solo farti presente che i nostri contest servono a migliorarci: ognuno secondo le proprie difficoltà. Io apprezzo sempre le tue correzioni e le ritengo utili al mio lavoro. Considero la gratuità delle correzioni e ne faccio tesoro. Figurati se dovessi andare a fare ripetizioni di grammatica!  :D Con questo spirito ti dico che devi vincere la tua battaglia a riguardo dell'uso proficuo della azione in una storia. Io ritengo che sia indispensabile. Fare ciò che produce consenso non è utile dal punto di vista didattico.  :P
Poeta Zaza ha scritto: No, amico mio, in questo Pensiero non voleva certo dire quello che affermi tu! :nono:
Qui mi hai frainteso: hai ragione nella tua osservazione, ma non era riferito al pensiero di Leopardi, ma alla tua smodata propensione al filosofare come base del tuo racconto. Ciao e grazie  :hug:
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [LAB8] Un fantastico viaggio anacronistico

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bestseller2020 ha scritto: Con questo spirito ti dico che devi vincere la tua battaglia a riguardo dell'uso proficuo della azione in una storia. Io ritengo che sia indispensabile. 
Questa è la tua opinione. Io la rispetto ma non ritengo sia indispensabile, per la mia crescita,  stravolgere lo stile che mi viene naturale, sia che scriva un giallo, o un noir, o un romance.  :)
bestseller2020 ha scritto: Fare ciò che produce consenso non è utile dal punto di vista didattico.  :P
Ti assicuro che non l'ho mai fatto per quel motivo, e il consenso che ho mi fa piacere il doppio, quando succede.  :si:
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Re: [LAB8] Un fantastico viaggio anacronistico

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Ciao @Poeta Zaza 


Ti sei cimentata in un genere che molti della mia età ricordano con nostalgia, quando la TV pubblica si occupava, con un certo successo, di mandare in onda programmi a tema culturale.

Prima che l'avvento della carovana di reti Mediaset riducesse il mezzo televisivo a una kermesse di spettacoli confezionati per un pubblico di analfabeti funzionali, anestetizzati come beoti dalle forme più becere e volgari di trasmissioni.

Quando appunto, la TV pubblica non scimmiottava la TV privata e dava vita a programmi quali: “Le interviste impossibili”.

Era il titolo di un programma della seconda rete radiofonica Rai andato in onda nel 1974 e nel 1975, curato da Lidia Motta, in cui uomini di cultura contemporanei reali fingevano d'intervistare 82 fantasmi redivivi di persone appartenenti a un'altra epoca, impossibili da incontrare nella realtà. 
Oggi, in ambito letterario, il genere viene identificato come "Colloquio fantastico postumo".

Questa tua fantasiosa rappresentazione mi è assai piaciuta, poiché il personaggio letterario scelto è uno dei prediletti della mia gioventù di studente.

Prima di conoscere Sartre, Leopardi era uno dei miei miti: la sua poesia m'incantava, il suo spirito schivo e malinconico rispecchiavano perfettamente il mio sentimento verso l'esistenza.

A dodici anni copiavo il suo stile per scrivere le mie (infantili) poesie dedicandole, senza alcuna fortuna, a una bella ragazzina di cui ero innamorato.
Gliele facevo leggere: ma quella dei miei afflati poetici se ne stropicciava, aveva due anni più di me, e cercava di farsi caricare dai sedicenni o dai diciottenni del quartiere.

Bella idea amica mia, complimenti. <3

Re: [LAB8] Un fantastico viaggio anacronistico

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Grazie del passaggio e della tua opinione, caro @Nightafter  :)

:hug:
Nightafter ha scritto: Oggi, in ambito letterario, il genere viene identificato come "Colloquio fantastico postumo".
Secondo me, se uno dei due che colloquia è tuttora in vita, è errato l'aggettivo "postumo": meglio "anacronistico" associato a fantastico..

Non trovi?  ;)
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Re: [LAB8] Un fantastico viaggio anacronistico

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Poeta Zaza ha scritto: io che credevo di essere una pioniera del genere!  :facepalm:
E, invece no, purtroppo ;)
Il genere dell'intervista impossibile è stato esplorato da molti autori e saggisti. In tempi moderni mi sentirei di citare, primo fra tutti, Giorgio Manganelli.
In particolare, poi, riguardo la citazione radiofonica di Alberto, Le interviste impossibili sono quasi tutte riascoltabili cercando l'argomento su Wikipedia, che ha creato una pagina apposita.
Io posseggo l’edizione cartacea integrale (Donzelli, 2006), curata da Lorenzo Pavolini (che, vedo, non è più in commercio, e ciò è un vero peccato). Manganelli era, assieme a Eco, Calvino, Ceronetti e altri grandi, proprio fra gli autori di alcune di queste interviste.

Avresti, comunque, una tua originalità, perché fra queste celeberrime interviste, il tuo interlocutore manca (chissà perché: non credo che fra gli autori di quelle interviste avesse ragione d'esistere una qualsiasi forma di timore d'inadeguatezza, visto che non mancano intervistati illustri quanto Leopardi).

E, insomma, per venire a questo tuo lavoro, quello che trovo manchi, per essere un riuscito "esercizio di stile", è la sensazione di vero e proprio dialogo, fra intervistatore e intervistato. Addirittura, secondo me, l'intervista impossibile ideale è quella in forma di vero e proprio dialogo platonico: una disputa dialettica nella quale si contrappongono le opinioni, ma dove le argomentazioni di ciascuno offrono lo spunto all'interlocutore per esprimere il proprio punto di vista. Mi dirai: come ci si può contrapporre a pensieri ancora validi e "incontestabili" come quelli che ho qui citato, del Leopardi? Ebbene, a parte il fatto che proprio Leopardi ci fa da maestro: in molti dialoghi delle Operette Morali, ha dato prova di essere inarrivabile anche nel sostenere (o far sostenere) opinioni opposte alle proprie, questo è un problema che si è trovato ad affrontare anche qualcuno degli autori di quelle "mitiche" interviste del programma radio della Rai. In particolare ricordo quella di Calvino che intervista l'uomo di Neanderthal (l'audio che si può ascoltare contiene anche un delizioso fuori onda nel quale Calvino spiega proprio come, scrivendo l'intervista, si sia reso conto di condividere più la posizione dell'intevistato, che dell'intervistatore  :D ).
E, insomma, magari spersonalizzandosi, facendo condurre l'intervista a un personaggio volutamente "antipatico" (senza esagerare, dando comuqnue anche a lui un minimo di ragione condivisibile, fornendogli in qualche modo argomenti ragionevoli per la contesa dialettica), dovrebbe essere possible condurre un vero e proprio dialogo.

Perché, anche dal punto di vista strettamente giornalistico, cioè senza la pretesa di costruire un dialogo platonico, trovo che questo tuo lavoro qualche limite comunque lo abbia, ed è la sensazione che le domande si limitino a essere pre-costruite sulle risposte. "Sensazione inevitabile", mi dirai, e io sono d'accordo, perché sono sicuro che nel tempo, tutto sommato limitato, di un contest, seppur "lungo", sarebbe stato difficile per molti di noi fare meglio di così. 
Ma non è affatto detto che non ci si possa lavorare su. E, permettimi, in una eventuale revisione, io ti consiglierei anche di cercare di curare una possiblie continuità fra i temi di domande e risposte, perché leggendo ho anche avuto la sensazione di saltare troppo "di palo in frasca".
Insomma: se tu riuscissi a raccordare tematicamente, in qualche modo, gli argomanti trattati, cercando di sfruttare la chiusura di ciascun pensiero leopardiano per introdurre la domanda successiva, facendo in modo che, a quel punto, anche la forma di pura intervista, nella quale l'umile intervistatore scelga (giustamente) di giungere in punta dei piedi al cospetto del Mito e di parlare sottovoce con lui (altroché disputare! :arrossire: ), risulti credibile dando almeno la sensazione di un'interazione. Ecco: forse è proprio questo che mi sento d'incoraggiarti a fare. Allontaneresti il rischio di vedere la tua intervista paragonata a veri e propri capolavori della nostra letteratura, cambiando decisamente la forma da dialogo (inarrivabile) a vera e propria intervista (credibile).

Dal punto di vista del tema proposto dal contest: come negare la centralità della ricchezza in questo tuo lavoro? Io la considererei addirittura doppia: per il valore dei pensieri leopardiani, e per il sogno di qualunque intervistatore di trovarsi al cospetto di un tale Maestro.

A rileggerti.

Re: [LAB8] Un fantastico viaggio anacronistico

22
queffe ha scritto: Insomma: se tu riuscissi a raccordare tematicamente, in qualche modo, gli argomanti trattati, cercando di sfruttare la chiusura di ciascun pensiero leopardiano per introdurre la domanda successiva, facendo in modo che, a quel punto, anche la forma di pura intervista, nella quale l'umile intervistatore che scelga (giustamente) di giungere in punta dei piedi al cospetto del Mito e di parlare sottovoce con lui (altroché disputare! :arrossire: ), risulti credibile dando almeno la sensazione di un'interazione. Ecco: forse è proprio questo che mi sento d'incoraggiarti a fare. Allontaneresti il rischio di vedere la tua intervista paragonata a veri e propri capolavori della nostra letteratura, cambiando decisamente la forma da dialogo (inarrivabile) a vera e propria intervista (credibile).
Grazie del tuo suggerimento, @queffe - Ci provo!   :si:

Il tuo parere è analogo a quello espresso da @Mina, qui:
Mina ha scritto: Se posso provare a dare un consiglio, direi di creare un maggior filo conduttore tra una domanda e l'altra, che a volte sembrano abbastanza slegate.
al quale avevo risposto:
Poeta Zaza ha scritto: Hai ragione sulla "slegatura" tra una domanda e l'altra. Sembra quasi che l'intervistatrice stia scorrendo davanti a lui i suoi Pensieri. Come se lo interrogasse, formula le domande saltando di Pensiero in Pensiero
perché era come se sfogliassi quel testo che mi ero trovata tra le mani e gli formulassi le domande sulla base delle sue risposte, saltando di palo in frasca.
Questo avevo scelto di fare, mentre quello che mi proponete voi due è più difficile, ma mi intriga mettermi alla prova.
Se dovessi credere di esserci riuscita, lo riproporrò.  :)
Di sabbia e catrame è la vita:
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Re: [LAB8] Un fantastico viaggio anacronistico

23
Poeta Zaza ha scritto: Nel mentre, mi avvedo di avere tra le mani una copia "postuma - futuribile" dei suoi 111 Pensieri.
Il mio animo giornalistico prende vita a sé stante e mi sorprendo a formulare le domande che il mio inarrivabile interlocutore si aspetta
Vero, mi ero fatto un appunto su questo, poi mi ero... "trattenuto" ;) dall'inserirlo nel mio commento, sembrandomi, in verità, un po' troppo pedante.
Ma visto che ne stiamo parlando, te lo dico: in quel "si aspetta" io trovo (esagero un po') tradito lo spirito di Leopardi, che avrebbe, anzi, goduto di un vero e proprio dialogo. Non semplicemente per il gusto di smontare pezzettino per pezzettino ogni obiezione che gli si potesse muovere, ma proprio per la sua grande passione (ci ha letteralmente dedicato la vita, dopotutto, non sei d'accordo?) nell'argomentare il proprio pensiero.

Re: [LAB8] Un fantastico viaggio anacronistico

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queffe ha scritto: Insomma: se tu riuscissi a raccordare tematicamente, in qualche modo, gli argomenti trattati, cercando di sfruttare la chiusura di ciascun pensiero leopardiano per introdurre la domanda successiva, facendo in modo che, a quel punto, anche la forma di pura intervista,... (omissis) risulti credibile dando almeno la sensazione di un'interazione. Ecco: forse è proprio questo che mi sento d'incoraggiarti a fare. 
Ho provato a fare la revisione seguendo le tue istruzioni, qui:

viewtopic.php?p=50743#p50743
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