[Lab7] Azzurra

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Azzurra

Vieni a prendermi, sono sola e senza un soldo, ti prego, non farmi aspettare, ti amo.
Scopro, dalle righe anonime del telegramma, che sei a Pittsburgh.
Le altre cose di te le ho sapute da Angela. Ho pianto, davanti a lei, come un disperato per sapere.
Duecentotredici giorni, sì, li ho contati uno per uno. Le tue amiche sono tornate e tu no, senza nessuna spiegazione.
Angela ha tenuto il segreto finché ha potuto, poi, quando non hai risposto più nemmeno a lei, è sbottata:
— Ha conosciuto uno, Matteo, non tornerà mai più in Italia. Voleva tornare una settimana dopo di noi, voleva dirtelo di persona, ma …Adesso non risponde più al telefono. Non sai i soldi che ho speso per chiamare in America! ‘Sta stronza, mi ha fatto dire dalla vicina che si sono trasferiti, non mi ha nemmeno telefonato per dirmelo. Lasciala perdere, Matteo, dimenticala.
Il silenzio sulla fine del nostro amore mi ha devastato per altri interminabili giorni e adesso, questo telegramma…
Adesso che stavo per rinunciare, finalmente.
Il risentimento e la voglia di partire mi spaccano il cuore e…e io non so che cosa fare.

Il conducente del taxi si ferma all’indirizzo che gli ho fornito; un posto brutto perfino per passarci di striscio… Scendo e dico di aspettare, non ci vorrà molto. L’odore nauseabondo che viene dal fiume mi fa odiare ancora di più il fatto che io sia qui, nonostante tutto. Sulle scale che portano al tuo portone c’è un enorme donna di colore: mangia qualcosa da un contenitore di carta, si sbrodola addosso una salsa marrone e non alza lo sguardo, quando la supero e allungo una mano per suonare il campanello…Aspetto. Sono impaziente, non vedo l’ora di risalire sull’aereo per tornare a casa.
Mi giro per controllare che il taxi sia ancora lì, mi accorgo che la donna ha un serpente vivo intorno al collo, accoccolato al caldo sotto uno scialle, le tiene la testa sulla spalla,
Lei, si accorge che la sto osservando, mi fa un sorriso scemo, beve da una lattina di coca cola ed esplode in un rutto sonoro, poi senza guardarmi dice.
— Quella non torna mai prima delle dieci di mattina, stai fresco ad aspettare.
Si fa una grassa risata che quasi soffoca ma continua a ridere sguaiata alla sua battuta.
Maledico te, maledico me e la mia stupida voglia di riabbracciarti, sto pensando di andarmene ma tu, per fortuna, apri la porta e mi voli tra braccia. Ti scosti quasi immediatamente.
— Presto!— Scendi i gradini di corsa, poi ti volti. — Presto! Non voglio stare qui un minuto di più.
Sono sconvolto, avrai perso almeno dieci chili, hai i capelli sporchi e spettinati, il viso così spento che stento a riconoscerti, tu, che non uscivi mai se non eri perfettamente truccata e vestita.
— Non hai bagagli? Almeno il cappotto. Fa freddo!
— Certo, sulla poltrona, per favore vai tu, la porta è aperta, ti aspetto in taxi.
Entro, la puzza di cibo andato a male m’investe, trattengo un conato e mi metto la sciarpa su naso e bocca.
L’appartamento è tutto lì: un angolo cottura un bagno e un letto. Prendo il cappotto e mi giro a guardare le lenzuola che l’hanno avvolta insieme a un altro uomo. Chiudo gli occhi per la rabbia, darei fuoco a tutto. Quando li riapro distolgo lo sguardo dal letto; sul comodino c’è un libro e la sua bambolina portafortuna, prendo anche lei, la metto in tasca ed esco di corsa.
— Ci riporti all’aeroporto, dico ad alta voce, salgo sull’auto. Lei, accovacciata sul sedile, mi sorride. Le passo il cappotto.
— Mettilo o ti ammalerai. L’auto parte, qualcuno ci taglia la strada, il tassista tira giù qualche santo delle sue parti.
— Perdonami, ha la voce bassa e un’aria dimessa che non le riconosco. Cambio discorso, non posso affrontarlo ora.
— Sul comodino c’era il tuo portafortuna, l’ho…
— Non importa, hai fatto bene a lasciarla lì. Ora sei tu il mio talismano. Allunga il collo e mi schiocca un bacio sulla guancia. Potrei perdonarla ora, potrei dirle che l’amo ancora, sono tentato ma voglio vederci chiaro. Perché non ha chiamato sua madre? Sarebbe stato più logico. Ora non voglio pensarci però…Distolgo a fatica lo sguardo dalle sue labbra.
— Mi dispiace, perdonami ti prego.
—Per favore, è già abbastanza difficile per me, sono qui perché mi hai chiesto aiuto, per riportarti a casa, non chiedermi altro adesso.

Non ha più detto una parola fino all’albergo. Ho svuotato il conto in banca per lei e fa pure l’offesa. Sembrava perfino stupita che avessi prenotato due stanze. È finita davvero, non sarà mai più quella che conoscevo. Aveva ragione Angela.

È buio, parcheggio al solito posto, sotto casa sua. Per un attimo sembra che il tempo sia tornato indietro, che non sia successo nulla, sembra tutto come prima. Scendiamo, l’accompagno alla porta come facevamo una volta. La osservo, cammina a testa bassa poco davanti a me, sento che non potrò vivere senza di lei, la mia fermezza si sta sbriciolando ma, lei si ferma sul portone, si gira mi guarda con gli occhi umidi.
— Non andrò mai più via, te lo prometto.
— Sono stanco ora, ti auguro una buona notte.
— Buonanotte Matteo, a domani, vero?
— A domani.

Ventisesi anni dopo:

Te ne sei andata troppo presto. Domani nostra figlia si sposa e tu non ci sarai. Non è giusto, ogni madre dovrebbe posare gli occhi su sua figlia vestita di bianco il giorno delle sue nozze. Ci manchi davvero tanto, sai?
Prendo la bottiglia di plastica, verso l’acqua, metà per ognuno dei due vasi,
I fiori freschi, la lapide pulita, la tua immagine sorridente, è tutto a posto.
Azzurra, tra poco tornerà. Voglio prepararle qualcosa di speciale. Faccio la spesa di corsa e subito a casa, prima che lei torni; pasta al pesto, il suo piatto preferito.

— Papà? Sei a casa?
— Si, Sono in cucina, vieni, il pranzo è pronto.
La sento camminare verso la sua stanza e mi sembra di vederla: poggia la borsa sulla sedia, le chiavi sul comodino, un’occhiata allo specchio, un sorriso alla vita e poi, eccola! Mi dà un bacio sulla guancia e illumina la mia esistenza.
— la prova capelli è andata benissimo sai? Clara è davvero brava. Vedrai domani, ti farò svenire. Pasta al pesto! Papà, grazie!
— Siediti, dai. Parliamo un po’ del tuo viaggio. La Grecia! Io e la mamma abbiamo programmato non so quanti viaggi, alcuni fatti e alcuni rimandati, ma la Grecia… Mai andati. Cos’hai perché non mangi?
— Papà, ho paura.
— Paura? Di cosa?
— Il matrimonio, mi spaventa. Continuo a pensare che forse avremmo dovuto convivere per un po’ di tempo. La sorella di Carla si è separata dopo soli sei mesi, ed erano insieme da quattro anni! Ti rendi conto?
— Non pensarci, Luca è un bravo ragazzo, e se lo dico io…
— Si, lo so ma…
— Io e tua madre non ti abbiamo mai raccontato della nostra crisi americana, vero?
— Eh no, quando chiedevo alla mamma del viaggio in America cambiava discorso. Dai, raccontami, parlami di lei.
— La mamma mi perdonerà se ti svelo il suo segreto. Un buon motivo per restare o per tornare insieme si trova sempre, sai?
Io e tua madre ci siamo schivati al liceo, lei mi piaceva già. La guardavo da lontano e lei nemmeno mi vedeva.
Ci ritrovammo all’università: la stessa facoltà, stessi corsi, stesse feste, sai cosa voglio dire. Ci siamo innamorati. Passarono due anni, tutto filava liscio, poi, un professore organizzò un viaggio, scelse quattro studentesse meritevoli e le fece assegnare un premio per studiare sette mesi in America. Le sue amiche tornarono, lei no. Mi lasciò senza darmi nessuna spiegazione.
— La mamma? Oddio, non posso crederci!
— Non giudicarla. Era una ragazza molto libera. Sua madre non abitava qui, lei viveva con suo padre e lui era sempre in viaggio. Io non sapevo a chi chiedere sue notizie e le sue amiche, all’inizio, non volevano dirmi niente. Ma dopo mesi di silenzio, Angela, la sua migliore amica, sbottò. Mi disse che viveva con un altro uomo e che non sarebbe più tornata in Italia. Basta, chiuso, non dovevo pensare più a lei.
Riaffiora l’amarezza, trattengo il respiro.
—Papà tutto bene?
— Si, si, fammi bere un po’ d’acqua. Ero quasi rassegnato, quando arrivò un telegramma: Vieni a prendermi, sono sola e senza soldi, Ti amo.
Non credevo che provasse ancora qualcosa per me… Ma è difficile essere razionali in certe situazioni.
— Si, ti capisco.
— Sono partito e l’ho riportata a casa, il resto puoi immaginarlo. Se non fossi andato, tu non saresti qui. Quel viaggio è stato la nostra felicità, non trovi?
— Perché non ha chiesto aiuto alla nonna?
— A quei tempi non andavano molto d’accordo. Per orgoglio credo. Ho provato a indagare, ma non sono riuscito a scoprire la verità.
— Mi sembra strano, conoscendo la nonna.
— E forse l'ha fatto, ma non andavano molto d'accordo. Devo darti una cosa a cui tua madre teneva molto, prima di quel viaggio.
Mi alzo, prendo dal cassetto un involto e lo poggio sul tavolo. Lei lo guarda incuriosita.
— Era di mamma?
.— Sì, aprilo dai.
La carta ingiallita crepita sotto le sue dita.
— Una bambolina!
— Il suo vestitino é scolorito, ma era azzurro come i tuoi occhi. Lei non la voleva più ma, io l'ho tenuta senza dirglielo. Faceva parte del prima, a quel punto ero io a tenerci.
—  L'hai protetta tutto questo tempo, è commovente, Papà. Oh, guarda la testa è quasi staccata, che peccato.
— Fa vedere, ci mettiamo un po’ di colla.
— C’è qualcosa dentro, sembra…
— È un foglietto, sarà un messaggio segreto? Oggi uno scoop dietro l’altro… vado a prendere le mie pinzette?
— No, no. Ecco, ce l’ho fatta. È la sua calligrafia, la riconosco.
Leggiamo insieme con le guance che quasi si toccano:

Non so perché ti sto scrivendo, tanto non troverai mai questo messaggio, ma farò finta che tu sia qui.
Matteo sta venendo a prendermi. Lui non è più niente per me, lo sai, ne abbiamo parlato.
Gli regalerò la tua paternità, e darò a questo bambino un padre degno di questa parola.
Non sacrificherò una vita in nome dell’amore che provo per te, se fosse stato reciproco non mi avresti chiesto di abortire. Matteo mi ama, e io proverò ad amarlo quello che basta per allevare il nostro bambino, insieme a lui.
Azzurra singhiozza, le asciugo le lacrime.
Riesco provare solo gratitudine. Lei è il più bel regalo che la vita possa darmi.

Re: [Lab7] Azzurra

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Alba359 ha scritto: Lei, si accorge che la sto osservando
Perché quella virgola?
Alba359 ha scritto: poi senza guardarmi dice.
Perché il punto prima del discorso diretto? Ci vanno i due punti.
Alba359 ha scritto: Quando li riapro virgola distolgo lo sguardo dal letto
Alba359 ha scritto: — Ci riporti all’aeroporto chiudi trattino, dico ad alta voce, e salgo sull’auto. Lei, accovacciata sul sedile, mi sorride. Le passo il cappotto.
— Mettilo o ti ammalerai. chiudi trattino  L’auto parte, qualcuno ci taglia la strada, il tassista tira giù qualche santo delle sue parti.
— Perdonami chiudi trattino, ha la voce bassa e un’aria dimessa che non le riconosco. Cambio discorso, non posso affrontarlo ora.
— Sul comodino c’era il tuo portafortuna, l’ho…
— Non importa, hai fatto bene a lasciarla lì. Ora sei tu il mio talismano. chiudi trattino Allunga il collo e mi schiocca un bacio sulla
I trattini non si chiudono quando si va a capo.
Alba359 ha scritto: la mia fermezza si sta sbriciolando ma, lei si ferma sul portone, si gira mi guarda con gli occhi umidi.
La virgola va messa prima del "ma" nella frase sopra, non dopo.
Alba359 ha scritto: Ventisesi anni dopo:
refuso
Alba359 ha scritto: e te ne sei andata troppo presto. Domani nostra figlia si sposa e tu non ci sarai. Non è giusto, ogni madre dovrebbe posare gli occhi su sua figlia vestita di bianco il giorno delle sue nozze. Ci manchi davvero tanto, sai?
Sono pensieri del protagonista, andrebbero messi in corsivo, secondo me.
Alba359 ha scritto: I fiori freschi, la lapide pulita, la tua immagine sorridente, è tutto a posto.
anche questi
Alba359 ha scritto: Azzurra, tra poco tornerà.
Di nuovo la virgola tra soggetto e verbo... Perché, Alba? La metti per fare pausa?
Alba359 ha scritto: Cos’hai perché non mangi?
Potresti dire: "Cos'hai? perché non mangi?"
Alba359 ha scritto: — Paura? Di cosa?
— Il matrimonio, mi spaventa.
Secondo me, per la risposta hai due scelte:

Il matrimonio mi spaventa.

oppure

Del matrimonio, mi spaventa.

Di sicuro, la tua frase, con l'ennesima virgola tra soggetto e verbo, non va.
Alba359 ha scritto: Ci ritrovammo all’università: la stessa facoltà, stessi corsi, stesse feste, sai cosa voglio dire. Ci siamo innamorati. Passarono due anni, tutto filava liscio, poi, un professore organizzò un viaggio, scelse quattro studentesse meritevoli e le fece assegnare un premio per studiare sette mesi in America. Le sue amiche tornarono, lei no. Mi lasciò senza darmi nessuna spiegazione.
Secondo me, parlando al passato, devi scegliere la forma verbale e, una volta scelta, continuare con quella. Non passare dal passato remoto al passato prossimo.
Alba359 ha scritto: Non sacrificherò una vita in nome dell’amore che provo per te, se fosse stato a parti invertite reciproco, tu non mi avresti chiesto di abortire.
C'è una cosa che mi è saltata agli occhi, una volta che mi sono ripresa dalla sorpresa dell'epilogo (brava @Alba359  (y) )

Quando lui è andato a riprenderla, lei doveva essere quasi al termine della gravidanza. Perché non ne fai cenno? Anzi, dici che aveva perso almeno dieci chili... non capisco... Oppure volevi dire che aveva preso almeno dieci chili?  ;)

La pistola è la bambolina, l'aringa rossa non so. Di azzurro ce n'è poco, secondo me.

Comunque, complimenti, mi è piaciuto!  :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Lab7] Azzurra

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Poeta Zaza ha scritto: Quando lui è andato a riprenderla, lei doveva essere quasi al termine della gravidanza. Perché non ne fai cenno? Anzi, dici che aveva perso almeno dieci chili... non capisco... Oppure volevi dire che aveva preso almeno dieci chili? 
Ma no! lo sapeva appena di essere incinta, Ha volutamente fatto credere a Matteo che Azzurra fosse sua figlia. Era ancora in tempo per abortire, visto che l'altro le aveva chiesto di farlo. Per questo aveva fretta di farsi perdonare.
L'aringa rossa è il sospetto che la madre di Azzurra avesse un segreto, o qualcosa che sembra stia per venire fuori quando la pistola spara
Non c'è bisogno di mettere i pensieri in corsivo quando racconti in prima persona, non devo distinguere quello che fa da quello che pensa. 
Grazie per le tue preziose correzioni @Poeta Zaza 

Re: [Lab7] Azzurra

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@Alba359 che bel racconto! Al netto delle sviste che ti ha fatto notare Poeta Zaza, il tuo testo mi è piaciuto molto. Non so se il nome Azzurra risponda all'azzurro richiesto dalla boa. La pistola è senza dubbio la bambolina, mentre l'aringa rossa credo sia il biglietto che svela l'inganno. Lei non è tornata per amore, ma solo per salvare la figlia che teneva già in grembo. Non so perché Poeta Zaza abbia avuto l'impressione che fosse avanti con la gravidanza. Trovo, invece, attendibile che avesse perso dei chili e potesse ancora nascondere il suo stato. Brava

Re: [Lab7] Azzurra

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Ma che storia @Alba359… come ci sono rimasta male alla fine per il “tontolone” buon ignaro coniuge. Brava tu a depistare l’attenzione, brava tu a trovare una pistola davvero originale.
Il racconto si legge molto bene con una sana incazzatura contro il tontolone (scusa se continuo a chiamarlo così ma non troverei altri aggettivi) che corre a riprendersi la fedifraga e si lascia abbindolare di nuovo dalle sue “perdute” grazie (mi sembra che la ragazza fosse un bel po’ sciupacchiata quando se l’è ripresa. Ok, lo hai capito, io non ho un temperamento romantico 💕 .
Ancora brava, un racconto che, per qua to mi riguarda, assolve più che bene la difficile sfida del contest.  :libro: :sss:

Re: [Lab7] Azzurra

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Ciao @Alba359 

Bello questo racconto d’un amore travagliato, con implicazioni sentimentali complicate e finale amaramente rivelatorio,
superato da un amore troppo generoso per non cedere al perdono.

Il racconto si sviluppa sull’onda dei ricordi, con scene frammentate di momenti salienti del remoto passato.
La scansione delle scene è secca, a tratti ruvida, restituendo la visione di luoghi e situazioni che contengono ancora le emozioni ostili e dolorose di quelle esperienze.
Un racconto denso di asperità, ma con un happy end che a dispetto di una rivelazione deprimente per chi ha vissuto quell’amore a senso unico, lascia trionfare la speranza, il compenso più che consolatorio, che possa nascere un germoglio di cui si è grati anche da un cumulo di menzogne dure come pietre.

Complimenti amica mia.

Un saluto e un abbraccio. <3

Re: [Lab7] Azzurra

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  ha scritto:Poeta ZazaDi nuovo la virgola tra soggetto e verbo... Perché, Alba? La metti per fare pausa?
:D
No, assolutamente. Pesavo ti ricordassi, ne abbiamo, anche se vagamente, parlato in privato. Forse non sono stata chiara a suo tempo.
La mia è disortografia media. Nei test risulto positiva al settantacinque per cento. 
Per scrivere un commento corretto, io ci impiego molto di più di chi non ha problemi, o che non ne ha mai avuti.
Ho una lista di errori seriali da consultare ogni volta che revisiono un mio testo: Scambio la a con la e, confondo le lettere delle palore,  in questo modo. Molto spesso.
I verbi e le virgole mi sfuggono e per riacchiapparli ci vogliono ore. Ma non è solo questo, per esempio, se devo comporre un numero telefonico è meglio che io me lo faccia dettare, altrimenti mi impicco, confondo la destra con la sinistra se devo dare indicazioni stradali... Durante la pandemia ho studiato un metodo che mi ha aiutato molto ma è lungo e faticoso lo stesso, per me, scrivere e correggere. Seguendo la lista degli errori ci impiego tantissimo, uso questo sistema quando commento. Quando devo postare un racconto e mi stanco allora qualcosa sicuramente mi sfugge. 

Ti rispondo qui e non in privato, perché mi è tornata in mente una ragazza che scriveva su Wattpad.
Lei, all'inizio di ogni racconto metteva questo avvertimento:
Sono dislessica, io scrivo così, se vuoi leggimi, altrimenti chiudi e arrivederci, non ho bisogno dei tuoi commenti acidi e delle tue prese in giro.   
Sai cosa ha ottenuto? Un sacco di visualizzazioni di persone che la confortavano, nessuno osava correggerla o fargli notare anche piccole sviste che non avevano a che fare con l'ortografia.
Io gli scrissi: invece di parlare del tuo problema e continuare a postare testi illeggibili, non potresti provare a correggerli? O magari lasciarti aiutare da qualcuno?
Lei mi bloccò senza rispondere. 

Io non ho mai voluto parlare apertamente del mio problema, con  te e con chi mi faceva notare i miei errori: non approvavo quella ragazza quindi io non avrei mai parlato apertamente della mia difficoltà.
Lo faccio adesso perché credo di essere migliorata, anche se ogni tanto come in questo racconto, mi fido troppo di me stessa pensando di non aver fatto grossi errori...e invece sarebbe meglio che io non abbassasi mai la guardia.
Non smettere mai di correggermi, @Poeta Zaza  a me fa sempre piacere. 
Ultima modifica di Albascura il gio mar 30, 2023 9:31 pm, modificato 1 volta in totale.

Re: [Lab7] Azzurra

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@Monica ha scritto: Il racconto si legge molto bene con una sana incazzatura contro il tontolone (scusa se continuo a chiamarlo così ma non troverei altri aggettivi) che corre a riprendersi la fedifraga e si lascia abbindolare di nuovo dalle sue “perdute” grazie (mi sembra che la ragazza fosse un bel po’ sciupacchiata quando se l’è ripresa. Ok, lo hai capito, io non ho un temperamento romantico 💕 .
Nemmeno io. Scrivere questo racconto non è stato facile.
Volevo che la scelta di non abortire arrivasse come messaggio principale del racconto. 
Lei prima di scrivere a Matteo ha fatto i conti con se stessa. Da futura madre non ha scelto la passione, non ha inseguito l'avventura americana ma la vita del bambino.
Nei millesettecento caratteri che ho tagliato, c'era una parte di lei molto bella. La ragazza da donna adulta si è fatta amare e ha dato tutto quello che poteva per contraccambiare Matteo. Purtroppo tutto è condensato nella frase:
Alba359 ha scritto: Matteo mi ama, e io proverò ad amarlo quello che basta per allevare il nostro bambino, insieme a lui.
Era quello a cui si è votata per il resto della sua vita e l'ha fatto, Matteo è stato felice con lei. Peccato che avrei dovuto avere più spazio per rendere meglio il suo personaggio.

Una curiosità: sai il foglietto nella bambola? È successo davvero, in casa di una cugina di mio marito: Dopo cena, eravamo amici e parenti, tutti sul divano a chiacchierare del più e dl meno, prendo in mano un bambolotto di plastica, ci giocherello un po' e gli si stacca la testa: 
"Oh, s'è rotto," dico ad alta voce, Armando prende la bambola per aggiustarla... Insomma quella sera ho aperto il vaso di pandora, Il marito della cugina non la prese bene.
Il biglietto dimenticato, li dentro da sedici anni, era dedicato al primo amore della padrona di casa. Il ragazzo l'aveva lasciata per trasferirsi in America a studiare.
A volte la realtà supera davvero la fantasia, non credi?

Re: [Lab7] Azzurra

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Alba359 ha scritto: Non smettere mai di correggermi, @Poeta Zaza  a me fa sempre piacere. 
E che, Alba, mi metto a deludere un'amica?  :D

So che non hai avuto la fortuna di un buon insegnamento di grammatica nei primi anni di scuola, questo mi ricordavo, che ti sei impegnata molto per colmare le tue lacune, e ci sei riuscita alla grande. Di recente, ho letto tuoi racconti in cui non ti ho toccato una virgola. In questo, sono prevalse le sviste, se ti riferisci ai miei appunti. 

Colgo l'occasione per chiederti io una cosa:
Non smettere mai di farmi notare una stonatura, una incongruenza (come hai fatto in questo Contest con la mia "pistola"), un passaggio che non si capisce: a me fa sempre piacere il tuo intervento mirato.

Di sicuro sono più utili i tuoi commenti ai miei testi che le mie virgole ai tuoi.  :libro:   :si:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Lab7] Azzurra

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Alba359 ha scritto: Una curiosità: sai il foglietto nella bambola? È successo davvero, in casa di una cugina di mio marito: Dopo cena, eravamo amici e parenti, tutti sul divano a chiacchierare del più e dl meno, prendo in mano un bambolotto di plastica, ci giocherello un po' e gli si stacca la testa: 
"Oh, s'è rotto," dico ad alta voce, Armando prende la bambola per aggiustarla... Insomma quella sera ho aperto il vaso di pandora, Il marito della cugina non la prese bene.
Il biglietto dimenticato, li dentro da sedici anni, era dedicato al primo amore della padrona di casa. Il ragazzo l'aveva lasciata per trasferirsi in America a studiare.
A volte la realtà supera davvero la fantasia, non credi?
Figata! 

Re: [Lab7] Azzurra

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Ciao @Alba359 
Quando ho letto la lettera della moglie di Matteo ci sono rimasto male, mi aspettavo che sia Matteo che la figlia Azzurra, che a questo punto si scopre che non è sua figlia, reagissero  o ci restassero male.
Invece no, a parte le lacrime di Azzurra,  e questa è una cosa che fa bene, che spiega molte cose. Non avrebbe avuto senso arrabbiarsi o quant’altro o meglio, lo avrebbe avuto, ma non sarebbe servito a niente, solo ad avvelenarsi inutilmente la vita. 
Matteo deve essere una gran bella persona, uno che ha capito cosa deve essere veramente l’amore, sia per la propria donna che per i figli, biologicamente suoi o di un altro. Sempre figli, cresciuti e amati da lui e dalla moglie. Il fatto che Matteo abbia conservato la bambolina dentro alla quale era nascosta la lettera a sua insaputa è molto indicativo.
La moglie non voleva più vedere la bambolina, che le ricordava il suo periodo americano e Matteo l’aveva nascosta fino a quel giorno dopo la sua morte, per trovarla casualmente e leggerla con Azzurra, sua figlia.
Un destino molto particolare. Mi chiedo come avrebbe reagito Matteo se lo avesse saputo prima, ad esempio quando era andato a prenderla in America. Ma sono sicuro che avrebbe reagito allo stesso modo, tanto era il suo amore.
Bella storia, finale davvero inaspettato; sapere una cosa del genere dopo una vita passata insieme.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [Lab7] Azzurra

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Ecco, io sono una di quelle che per Mattero ha provato tenerezza e simpatia. E' vero che è corso da qualcuno che l'ha lasciato senza dire una parola, senza una spiegazione, è vero che si è "fatto usare", ma... la sua umanità è ciò che mi ha conquistata (e forse è ciò che, alla fine, ha imparato ad amare pure Angela). Io l'ho letta così: ti sei comportata male, è vero, ma ti ho amata e non è una vendetta ciò che cerco; voglio che tu stia bene, al sicuro, ancora prima di quanto voglia che tu stia con me. E niente...  non è nemmeno il romanticismo a colpirmi. Forse mi scalda solo il cuore il poter essere così. Lui tentenna, si rimprovera da solo, esita, eppure fa ciò che sente "giusto" (per se stesso in primis).
Sotto questo aspetto è stata una vera sorpresa il finale. Leggendo la lettera i miei pensieri erano già: "oh no, ecco l'inghippo, ecco che viene cancellato in un attimo tutto il bello che sembrava esserci stato". E invece:
Alba359 ha scritto: Riesco provare solo gratitudine. Lei è il più bel regalo che la vita possa darmi.
E' stato un colpo molto forte. Mi sono commossa. Wow...

Ti segnalo alcune piccole cose che non mi hanno convinta a livello di scrittura:
Alba359 ha scritto: — Ha conosciuto uno, Matteo, non tornerà mai più in Italia.
Per come è posta la frase, all'inizio ho pensato che Matteo fosse il nome del tizio che Angela ha conosciuto in America. Forse ometterei il nome, tanto lo inserisci poco più avanti e basta quello.
Alba359 ha scritto: Maledico te, maledico me e la mia stupida voglia di riabbracciarti, sto pensando di andarmene ma tu, per fortuna, apri la porta e mi voli tra braccia. Ti scosti quasi immediatamente.
— Presto!— Scendi i gradini di corsa, poi ti volti. — Presto! Non voglio stare qui un minuto di più.
Sono sconvolto, avrai perso almeno dieci chili, hai i capelli sporchi e spettinati, il viso così spento che stento a riconoscerti, tu, che non uscivi mai se non eri perfettamente truccata e vestita.
All'inizio, nei suoi pensieri, Matteo si rivolge ad Angela direttamente. "Riabbracciarti", "tu", "hai", ecc.
Mentre dopo...
Alba359 ha scritto: Prendo il cappotto e mi giro a guardare le lenzuola che l’hanno avvolta insieme a un altro uomo. Chiudo gli occhi per la rabbia, darei fuoco a tutto. Quando li riapro distolgo lo sguardo dal letto; sul comodino c’è un libro e la sua bambolina portafortuna, prendo anche lei, la metto in tasca ed esco di corsa.
— Ci riporti all’aeroporto, dico ad alta voce, salgo sull’auto. Lei, accovacciata sul sedile, mi sorride. Le passo il cappotto.
La narrazione cambia, adesso Angela diventa "lei": "l'hanno avvolta", "la sua bambolina", "le passo" e così via. Forse uniformerei.
Alba359 ha scritto: — Si, Sono in cucina, vieni, il pranzo è pronto.
Piccolo refuso, "Sono" con la S maiuscola dopo la virgola. A mio gusto, metterei un punto dopo "cucina", ma non è un vero errore.
Gli altri refusi direi te li abbia già segnalati Poeta Zaza.

Grazie @Alba359  per avermi fatta emozionare  :sss:

Re: [Lab7] Azzurra

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Canis ha scritto: Per come è posta la frase, all'inizio ho pensato che Matteo fosse il nome del tizio che Angela ha conosciuto in America. Forse ometterei il nome, tanto lo inserisci poco più avanti e basta quello.
Sono andata  a rileggere, il nome della madre di Azzurra non lo dico mai nel racconto. Angela è l'amica che ha spifferato a Matteo

 la verità.
Alba359 ha scritto: Le altre cose di te le ho sapute da Angela. Ho pianto, davanti a lei, come un disperato per sapere.
Alba359 ha scritto: Angela ha tenuto il segreto finché ha potuto, poi, quando non hai risposto più nemmeno a lei, è sbottata:
— Ha conosciuto uno, Matteo, non tornerà mai più in Italia. Voleva tornare una settimana dopo di noi, voleva dirtelo di persona, ma …Adesso non risponde più al telefono. Non sai i soldi che ho speso per chiamare in America! ‘Sta stronza, mi ha fatto dire dalla vicina che si sono trasferiti, non mi ha nemmeno telefonato per dirmelo. Lasciala perdere, Matteo, dimenticala.
Ti ringrazio per la lettura e le correzioni, forse dovrò fare in modo di essere più chiara.

Sono contenta che il messaggio che volevo trasmettere ti sia arrivato. Si, lui parte perché la ama e vuole saperla al sicuro, prima di tutto.

Re: [Lab7] Azzurra

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@Alba359 oddio scusami, è un errore mio. Nono, è chiaro che Angela sia l'amica: mentre commentavo, non mi veniva in mente il nome della donna (giustamente direi, visto non lo nomini mai), per cui in maniera superficiale ho scorso il testo, ho letto "Angela" e il mio cervello ha deciso di aver trovato il nome giusto senza andare a controllare come si deve. Insomma, una stupida svista  :facepalm:
Chiedo ancora scusa!

Re: [Lab7] Azzurra

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Ciao @Alba359  :D Un racconto che, al netto di diversi errori di punteggiatura, mi è piaciuto parecchio. Il colpo di scena finale non è del tutto inaspettato, ma funziona ugualmente per l'impatto che ha sui personaggi. Proprio a tal proposito, penso che espandere un pochetto quella parte possa solo giovare alla storia e fornire un impatto emotivo adeguato anche al lettore
Alba359 ha scritto: Leggiamo insieme con le guance che quasi si toccano:
Qui, ad esempio, avrei aggiunto qualche dettaglio sullo stato emotivo del protagonista
Alba359 ha scritto: Riesco provare solo gratitudine. Lei è il più bel regalo che la vita possa darmi.
E anche qui espanderei, è difficile liquidare un sentimento così complesso in due frasi
Alba359 ha scritto: — Siediti, dai. Parliamo un po’ del tuo viaggio. La Grecia! Io e la mamma abbiamo programmato non so quanti viaggi, alcuni fatti e alcuni rimandati, ma la Grecia… Mai andati. Cos’hai perché non mangi?
— Papà, ho paura.
— Paura? Di cosa?
— Il matrimonio, mi spaventa. Continuo a pensare che forse avremmo dovuto convivere per un po’ di tempo. La sorella di Carla si è separata dopo soli sei mesi, ed erano insieme da quattro anni! Ti rendi conto?
— Non pensarci, Luca è un bravo ragazzo, e se lo dico io…
— Si, lo so ma…
— Io e tua madre non ti abbiamo mai raccontato della nostra crisi americana, vero?
— Eh no, quando chiedevo alla mamma del viaggio in America cambiava discorso. Dai, raccontami, parlami di lei.
— La mamma mi perdonerà se ti svelo il suo segreto. Un buon motivo per restare o per tornare insieme si trova sempre, sai?
Questo dialogo funziona meno di quanto potrebbe. Ci sono alcune battute che sono leggermente innaturali e sono evidentemente per dare informazioni al lettore (ad esempio, la Grecia); inoltre avviene tutto un po' troppo rapidamente, con tempi da romanzo più che da vita reale, e forse potresti smorzare questa sensazione intervallando le battute di dialogo con delle azioni compiute dai personaggi, anche per rendere il tutto più vivo e farci "vedere" l'ambiente in cui i due stanno conversando
Alba359 ha scritto: Le sue amiche tornarono, lei no. Mi lasciò senza darmi nessuna spiegazione.
— La mamma? Oddio, non posso crederci!
— Non giudicarla. Era una ragazza molto libera. Sua madre non abitava qui, lei viveva con suo padre e lui era sempre in viaggio. Io non sapevo a chi chiedere sue notizie e le sue amiche, all’inizio, non volevano dirmi niente. Ma dopo mesi di silenzio, Angela, la sua migliore amica, sbottò. Mi disse che viveva con un altro uomo e che non sarebbe più tornata in Italia. Basta, chiuso, non dovevo pensare più a lei.
Riaffiora l’amarezza, trattengo il respiro.
—Papà tutto bene?
— Si, si, fammi bere un po’ d’acqua. Ero quasi rassegnato, quando arrivò un telegramma: Vieni a prendermi, sono sola e senza soldi, Ti amo.
Non credevo che provasse ancora qualcosa per me… Ma è difficile essere razionali in certe situazioni.
— Si, ti capisco.
— Sono partito e l’ho riportata a casa, il resto puoi immaginarlo. Se non fossi andato, tu non saresti qui. Quel viaggio è stato la nostra felicità, non trovi?
Tutta questa parte la cancellerei e la sostituirei con un sommario: quello che fai è ripresentare al lettore sotto forma di dialogo gli eventi che ci hai appena mostrato narrandoli. Non ce n'è bisogno. Basta qualcosa sulla linea del: "Racconto la verità ad Azzurra"
Alba359 ha scritto: sul comodino c’è un libro e la sua bambolina portafortuna, prendo anche lei, la metto in tasca ed esco di corsa.
Visto l'importanza che ha l'oggetto, che comunque incuriosisce subito, spenderei qualche parola a descriverlo


Un racconto sicuramente forte per quello che lascia al lettore. Io, personalmente, ho empatizzato con Matteo per il gesto che ha fatto - non abbandonare qualcuno nel momento del bisogno - ma meno per essersi fatto illudere a tal modo. Insomma, condivido il gesto, non le intenzioni, sono più per un altruismo disinteressato  :asd: Nel finale, si è comunque rivelato una gran persona, e anche per questo dico che meriterebbe più caratteri. Sulla moglie, sono combattuto; nobile la scelta di pensare alla figlia, meno come ha deciso di portarla a termine, ed è triste che non abbia mai avuto il coraggio di affrontare la verità, triste che abbia dovuto vivere tutta una vita nella menzogna, posso solo immaginare la sofferenza
Be', in ogni caso è una storia che tocca l'etica di chi legge. Grandissima  :D
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