[Slab6] L'interrogatorio

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Laboratorio 6: La Sinossi.
Traccia: Risvegli.


L'interrogatorio

Il racconto poliziesco verte su quattro personaggi, di cui due rimangono sullo sfondo, anche se sono loro i protagonisti di un dramma coniugale, almeno all'apparenza. 
I due che interagiscono sono la testimone e l'agente scelto che la interroga.
Sono l'anziana ma arzilla signora Elvira, conoscente e vicina di casa dei coniugi di cui sopra, e l'agente scelto Franco Montana, che la interroga in via informale come persona informata sui fatti.

Prima dell'interrogatorio vero e proprio, che prende la quasi totalità del racconto, l'autrice delinea per sommi capi il rapporto di buona conoscenza preesistente tra la donna e l'agente.
Il nucleo del racconto, cronologicamente, parte dalle ore 15.58 del 2 ottobre 2004 e termina, in pari data, alle 16.20.
C'è il focus della vicenda noir nell'interrogatorio, a monte ci sono delle istruzioni da seguire, ma il non detto fa da cornice inquietante che potrebbe prendere il sopravvento sul quadro. Che fine ha fatto la moglie?
L'autrice ha scelto di lasciare "tanto" in sospeso: nelle battute conclusive del testo si insinua un rovello che tocca la sostanza stessa del noir.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Slab6] L'interrogatorio

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ciao @Poeta Zaza... a sangue freddo, ti dico che ci vedo poca azione... però potresti vincerla con una storia , quella che traspirerebbe dal confronto tra Elvira e Montana, se avesse la forza di colpire l'attenzione. Questa tua sinossi  non concede spazio ad interventi esterni, perché è ancora tutta dentro la tua testa. Nel nostro caso ci siamo prefissati di fare una sinossi da cui ricavare un racconto. Troppo mistero in questa tua: è come se tu volessi nascondere il tuo lavoro, e questo non lo capisco. Mi sembra di capire che non vuoi stare al gioco! :P ciao 
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [Slab6] L'interrogatorio

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bestseller2020 ha scritto: ciao @Poeta Zaza... a sangue freddo, ti dico che ci vedo poca azione... però potresti vincerla con una storia , quella che traspirerebbe dal confronto tra Elvira e Montana, se avesse la forza di colpire l'attenzione. Questa tua sinossi  non concede spazio ad interventi esterni, perché è ancora tutta dentro la tua testa. Nel nostro caso ci siamo prefissati di fare una sinossi da cui ricavare un racconto. Troppo mistero in questa tua: è come se tu volessi nascondere il tuo lavoro, e questo non lo capisco. Mi sembra di capire che non vuoi stare al gioco! :P ciao 
Ho chiesto nel topic ufficiale a @Poldo  se potevo partecipare con una revisione di un testo già postato. Lui ha detto di sì, che questo Lab è una buona occasione per una revisione. Quindi la trama non è ancora un abbozzo nella mia testa, è già nero su bianco. Però sul W.D. ...  ;)

Il mio dubbio è se devo lasciare "tanto" in sospeso nel noir che rielaborerò o "meno". 

Ad esempio, è d'obbligo in un noir specificare che la vittima sia viva o morta?

bestseller2020 ha scritto:  Mi sembra di capire che non vuoi stare al gioco! :P ciao 
A me dici questo? In guardia, @bestseller2020   :duello:


:festeggiamo:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [Slab6] L'interrogatorio

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Ciao @Poeta Zaza
Più che una sinossi mi sembra una quarta di copertina. In quel caso è ovvio che l'autore nasconda le proprie carte per invogliare il lettore a scoprire cosa gli riserva il racconto, ma nella sinossi questo non dovrebbe succedere.
A maggior ragione, visto che si tratta di una revisione di un racconto già scritto, dovresti avere già tutti gli elementi ben chiari per poterli descrivere qui.
In questo caso non devi temere lo spoiler, non si tratta di scrivere al futuro lettore, ma di elaborare uno strumento tecnico che possa consentire di verificare la congruenza della storia che vuoi raccontare.
La storia dovrebbe essere l'elemento centrale della sinossi. Il fatto che possa essere raccontata attraverso un dialogo, da un narratore esterno, interno, onnisciente, non cambia la storia ma lo stile. Lo stile potrà essere valutato solo nel racconto, mentre qui serve solo la trama.

Re: [Slab6] L'interrogatorio

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@Poldo

Davvero, avevo impostato la sinossi diversamente, poi, non so come spiegarlo, l'ho cambiata ed è venuta fuori in questo modo...
Non ho nemmeno fatto capire che il racconto finisce e non c'è contezza della fine della vittima, neppure se è viva o morta.
C'è quel rovello della testimone che non sa se dirlo o non dirlo.

Comunque ho sbagliato:  :facepalm:
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Re: [Slab6] L'interrogatorio

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Ciao @Poeta Zaza 

tutto dipenderà dalla tensione che riuscirai a trasmettere al lettore. La trama, per come ce l’hai descritta, si presta a varie elaborazioni e sono curiosa di leggere come la svolgerai. L’importante è dare un buon equilibrio tra parte raccontata e dialogo e caratterizzare bene i personaggi. 
La cosa che mi sembra un po’ debole è il tema “risveglio”.  A leggerci presto! e tanti cari auguri 🎁 

Re: [Slab6] L'interrogatorio

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@Monica ha scritto: Ciao @Poeta Zaza 

tutto dipenderà dalla tensione che riuscirai a trasmettere al lettore. La trama, per come ce l’hai descritta, si presta a varie elaborazioni e sono curiosa di leggere come la svolgerai. L’importante è dare un buon equilibrio tra parte raccontata e dialogo e caratterizzare bene i personaggi. 
La cosa che mi sembra un po’ debole è il tema “risveglio”.  A leggerci presto! e tanti cari auguri 🎁 
@@Monica  Grazie dei graditi suggerimenti! :flower:
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Re: [Slab6] L'interrogatorio

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Poeta Zaza ha scritto: Ad esempio, è d'obbligo in un noir specificare che la vittima sia viva o morta?
È d'obbligo scriverlo nella sinossi. Anche Io mi ricordo del tuo racconto. So già come andrà a finire e i motivi che spingono Elvira a non dire alcune informazioni durante l'interrogatorio. Avresti sicuramente avuto una sinossi completa se li avessi specificati. Quel rovello avrebbe sicuramente aiutato i lettori a mettersi nei panni della protagonista e a volerne sapere di più.
Non vedo l'ora di vedere la revisione del tuo racconto.

Re: [Slab6] L'interrogatorio

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Alba359 ha scritto:
È d'obbligo scriverlo nella sinossi. 
Il problema è che non sapevo cosa scrivere. Nel racconto non do per certa la morte della vittima, quindi potrebbe essere in coma, per esempio. Lascio la cosa indefinita. Secondo te, nella revisione tolgo questo dubbio? La faccio morire?  :grat:
Alba359 ha scritto: Anche Io mi ricordo del tuo racconto. So già come andrà a finire e i motivi che spingono Elvira a non dire alcune informazioni durante l'interrogatorio. Avresti sicuramente avuto una sinossi completa se li avessi specificati. Quel rovello avrebbe sicuramente aiutato i lettori a mettersi nei panni della protagonista e a volerne sapere di più.
Non vedo l'ora di vedere la revisione del tuo racconto.
Mi dispiaceva di rivelare già tutto. Di solito, tutti i miei racconti terminano con una sorpresa. Ho aggirato la compilazione di una sinossi "comme il faut"
per lasciare quella sorpresa. 
Grazie, cara @Alba359  - cercherò di non deluderti. :rosa:
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Re: [Slab6] L'interrogatorio

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Poeta Zaza ha scritto: Lascio la cosa indefinita. Secondo te, nella revisione tolgo questo dubbio? La faccio morire?  :grat:
Per quello che mi ricordo non è determinante. Anzi, quando si capisce il motivo della reticenza di Elvira, i lettori vorranno che non muoia.
La vittima è l'unica testimone, se resta in vita l'assassino è fregato, me nel racconto dovresti andare avanti, creare almeno una scena dove l'assassino mancato capisce che è perduto: non l'ha fatta fuori, quindi lei parlerà.
Se la fai morire va bene lo stesso, lasci il finale originale e il racconto rimane sempre un bel racconto.
Poeta Zaza ha scritto: Mi dispiaceva di rivelare già tutto.
Purtroppo la sinossi non è dedicata ai lettori, ma a una persona che deve decidere se pubblicarti o no. Lo sappiamo che questo che stiamo facendo è solo un gioco, nessun editore leggerà le nostre sinossi, però noi dovevamo fare finta di sì, correggerci e commentarci in questo senso.
Dovevamo, credo, testare la nostra capacità di attirare attenzione e riuscire a scrivere il racconto dopo la sinossi, cosa non  usuale per nessuno.
Poeta Zaza ha scritto: cercherò di non deluderti
Tranquilla, aspetto con molta curiosità la revisione del tuo racconto.

Re: [Slab6] L'interrogatorio

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Poeta Zaza ha scritto: Prima dell'interrogatorio vero e proprio, che prende la quasi totalità del racconto, l'autrice delinea per sommi capi il rapporto di buona conoscenza preesistente tra la donna e l'agente.
Questo passaggio, in una sinossi, mi stona un po', sia per il riferimento all'autrice sia perché stai dicendo cosa fa la narrazione (delineare il rapporto di conoscenza) piuttosto che cosa fanno i personaggi. Inoltre, nel racconto, penso che un passaggio del genere non funzionerebbe, perché sarebbero delle informazioni che piovono dall'alto sui lettori: è meglio che questo rapporto emerga dal dialogo tra i due personaggi, direttamente nella storia
Poeta Zaza ha scritto: Il nucleo del racconto, cronologicamente, parte dalle ore 15.58 del 2 ottobre 2004 e termina, in pari data, alle 16.20.
A cosa serve un'informazione così dettagliata?

Poeta Zaza ha scritto: C'è il focus della vicenda noir nell'interrogatorio, a monte ci sono delle istruzioni da seguire, ma il non detto fa da cornice inquietante che potrebbe prendere il sopravvento sul quadro. Che fine ha fatto la moglie?
Qui non ho capito cosa succede. Quali istruzioni? Il riferimento alla moglie scomparsa andrebbe a inizio sinossi, quando citi il dramma coniugale, così da informare subito chi legge la sinossi che il delitto in questione è questo

Poeta Zaza ha scritto: L'autrice ha scelto di lasciare "tanto" in sospeso: nelle battute conclusive del testo si insinua un rovello che tocca la sostanza stessa del noir.
Qui espliciterei il finale, nella sinossi credo dovrebbero esserci tutti gli elementi della storia


La storia sembra interessante e promette bene. Attenta a tenere un buon ritmo nel dialogo e non spezzarlo con frammenti di infodump. La sinossi secondo me è un po' da rivedere. Comunque non vedo l'ora di leggere il racconto. A presto!

Re: [Slab6] L'interrogatorio

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Mina ha scritto: La storia sembra interessante e promette bene. Attenta a tenere un buon ritmo nel dialogo e non spezzarlo con frammenti di infodump. La sinossi secondo me è un po' da rivedere. Comunque non vedo l'ora di leggere il racconto. A presto!
Scusa il ritardo con cui ti rispondo, @Mina  :)

Credevo di averlo già fatto.   :facepalm:

I tuoi suggerimenti li terrò presenti, con gli altri, quando riprenderò in mano il testo. Sono molto utili e spero di essere all'altezza del compito. 
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[Lab6] L'interrogatorio

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Laboratorio 6: Dalla trama al racconto.

Tema: Risvegli.

[Lab6] L'interrogatorio

L'anziana Elvira conosce il poliziotto Franco da un decennio, da quando è arrivato nella caserma del paese e si è sistemato in un alloggio a cento metri da casa sua.
Lui era in strada quando la sentì urlare: - Le vespe!... Aiuto... - Franco si precipitò in suo soccorso, neutralizzando il nido il vespe con una nuvola di fumo indotto. Poi, armato di un bastone, una volta scappate le vespe, distrusse il nido perché non tornassero. - Come posso ricambiare? - gli aveva chiesto lei. - Mi sembra di sentire un'altra puzza di bruciato... - la replica di lui. - La mia torta! - e lei era corsa in casa, con lui dietro, e tra il fumo in cucina era emersa con quello che restava della sua crostata alla marmellata di mele. - Fumo per fumo, provo a assaggiarla - la  pronta replica del ragazzo. 
Come una zia, una volta gli aveva tastato la fronte per sentire se fosse febbricitante, ma non si era mai permessa di tastare il suo territorio interiore, la sua vita privata. Come lui con la vita privata di Elvira, del resto.
C'è un rispetto naturale come tra conoscenze consolidate ma non antiche. Nel senso dell'orbita delle cose, del quotidiano, non occorre conoscere a fondo tutti. Non servono frulli di curiosità. Anzi, è meglio uno schermo che ci faccia stare tranquilli con il prossimo: conoscerlo in superficie, e, se questa ci piace, tanto basta per un sorriso, una cortesia ricevuta e donata.

L'interrogatorio

Nella sala interrogatori sono in due.
Un giovane prestante, in divisa, dall'atteggiamento compunto, sul forzato, e una donna anziana ma dal fisico non appesantito, col vestito fresco di stiratura e i tratti del volto segnati da rughe a sottolineare approcci positivi con la vita.

Il registratore è in funzione.

- Agente scelto Franco Montana per il caso Blesi. 2 ottobre 2004: ore15,53.
Inizio l'interrogatorio del testimone. Dichiari le sue generalità, prego signora.
- Come sei formale, Franco. - chiosa lei, gli  occhi che saettano... -  No, non arrabbiarti. - mette le mani avanti subito dopo, guardandolo in faccia. Scorge un lampo negli occhi che la intimorisce. Non è a suo agio, no davvero.
Il poliziotto interrompe la registrazione e riavvolge il nastro.
- Divagherai ancora?
- No, è una promessa.
- Dirai quello che hai visto dell'accaduto e basta? - chiede lui, serio in viso.
- Sì, è una promessa.
Il registratore riparte.
- Agente scelto Franco Montana per il caso Blesi. 2 ottobre 2004: ore15,58.
Do inizio all'interrogatorio della testimone. Dica le sue generalità.
- Mi chiamo Elvira Cenci, ho 68 anni e risiedo in Via Roma 52.
- Cosa ha visto da casa sua ieri sera?
- Il mio giardino è di fronte a quello della villa dei Blesi. Ieri sera alle dieci era buio ma il lampione mi  ha permesso di vedere la scena - rabbrividisce la donna.
- Vada avanti.
- Siamo vicini da tempo. Non siamo amici, ma non mi sono sorpresa dei toni arrabbiati della lite che stavano facendo. In realtà, ieri non ne capivo l'argomento. Le parole chiare erano solo insulti tra marito e moglie finché lei è uscita in giardino, in vestaglia, sconvolta e scarmigliata. Correva verso il cancello, mi ha visto alla finestra e ha gridato il mio nome. Il tempo di uscire di casa e lei era già per terra. Capisce? - si mette le mani davanti alla faccia, scuotendo il capo.
- La scena che ha visto in quel momento, la descriva.
- Lui era chino su di lei, coperti parzialmente dalla staccionata del cancello. Non aveva niente in mano che io riuscissi a vedere, ma lei non si muoveva. Era a terra, lunga distesa. "Luigi!" l'ho chiamato, anche se avevo paura per me, perché di certo mi aveva vista. - si contorce le mani.
- E allora?
- Lui ha il cellulare in mano e l'ho sentito dire: "Mia moglie è esanime a terra in giardino. Urgente ambulanza Via Roma 63."
- Vada avanti.
- Mi sono fatta coraggio,  ho attraversato la strada e li ho raggiunti. "E' viva?" ho gridato aprendo del tutto il loro cancello. "C'è battito in gola" sta dicendo al 112.  "L'hai colpita? gli chiedo, dura. Intanto, le sollevo la testa sul mio grembo e lui le apre la bocca a forza e le soffia dentro. Bisogna dire che l'ha fatto fino all'arrivo dell'ambulanza.
- Come si presentava l'aspetto della signora Blesi?
- Sembrava morta. Non reagiva, o almeno io non ho sentito nessun segno di vita.
- Cosa le ha detto il marito?
- Niente. Non ha voluto spiegarmi quei pochi secondi che io non ho visto tra la finestra e la mia porta per andare a vedere. Neanche dopo.
- Ha altro da aggiungere? La donna ha solo un attimo di esitazione:
- No.
- Fine registrazione ore 16,35.

- Posso andare, Franco?
- Sì, Elvira. Hai raccontato dell'accaduto di ieri sera per intero. Sei stata brava.
La donna sa che tecnicamente ha fatto la sua parte di testimone da manuale, e stando bene attenta a non sconfinare sull'orario serale del dramma, ma c'è un dubbio che la segue come un'ombra: perché Franco, anche lui abitante in Via Roma, è uscito dal retro della casa  dei Blesi alle due del pomeriggio dello stesso giorno? Muovendosi con circospezione come un ladro? 
Per quanto a sua conoscenza, lui non ha frequentazioni con i Blesi.
Elvira sa di essere stata vista e che lui non aveva piacere in quel momento di vederla...
Sa di essersi intimidita quando è stata chiamata a dare una prima testimonianza a caldo in caserma, e di non avere osato essere lei a interrogare l'agente Franco, 
Certo è che Franco è stato molto insistente sull'argomento della testimonianza sul pezzo: il testimone deve limitarsi ai fatti specifici del momento esaminato e non allargarsi ad altri eventi che non spetta a lui correlazionare.

Sarà, ma il senso dell'orbita delle cose sembra essersi inceppato. Che fare? Lei sente qualcosa che si risveglia dentro, le apre orizzonti, sblocca gli ingranaggi. Non sono frulli di curiosità. Non solo frulli.

I giorni passano attraverso una bolla d'aria nel quotidiano.

Ha appena saputo, dal macellaio, che in giro si dice che la signora Blesi si sia risvegliata dal coma. E si fanno congetture sulle corna del marito.
Deve tornare a casa, mettere in forno una crostata tutta per lei e, nell'attesa, riordinare fatti, circostanze, perché. Prima di un altro interrogatorio, a parti invertite. Prima che il ritmo del vivere torni regolare, così, con un nuovo respiro.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [Lab6] L'interrogatorio

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Questo il link del testo, del quale il presente racconto è la revisione:

viewtopic.php?p=35393#p35393

Questi i criteri che ho seguito per la costruzione del mio racconto:
- il fatto di cronaca lo faccio evincere dall'interrogatorio "a caldo" dell'unica testimone oculare, mentre ho scelto di non approfondire i tratti salienti della coppia protagonista dell'evento;
- ho scelto di lasciarli sullo sfondo, mentre, "prima" e "dopo" il pezzo in corsivo dell'interrogatorio, presento i miei due veri personaggi: l'anziana Elvira e il giovane agente Franco; parlo della relazione di conoscenza tra i due, che cambia dopo il giorno del fattaccio;
- ho scelto di mantenere in vita la vittima, lasciando ignote le vere cause dell'"incidente".

In conclusione, ho scelto un finale aperto, sullo sfondo di una relazione extraconiugale, che ha di certo inciso sull'accaduto.
Ma, di più: non è una storia di cronaca nera: è uno spaccato di vita di provincia, un microcosmo dove, se la vita si altera, in tanti cercano di aggiustarne l'orbita.

Come motivo queste mie scelte?
Mi sono sembrate congrue col mio intento, che è stato quello di raccontare (soprattutto)  cosa accade a una persona comune quando il senso dell'orbita delle cose viene alterato da un evento drammatico cui le tocca di assistere.
Accade che la donna qualunque si senta pure lei coinvolta nell'ingranaggio del ripristinare l'ordine delle cose.
Al di là dell'ingerenza nella vita privata altrui, c'è l'orbita del microcosmo da ripristinare.
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o scorre o si lega alle dita.


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Re: [Lab6] L'interrogatorio

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@Poeta Zaza hai scelto l'incipit di tipo narrativo che ben introduce i due personaggi,  Elvira e il poliziotto. C'è "l'incidente scatenante" che mette in discussione il rapporto tra i due. In questo racconto, infatti, non è sotto esame il tentato omicidio o quel che è, ma il rapporto di fiducia tra i due personaggi principali. Il poliziotto ammonisce Elvira chiedendole di descrivere ciò che ha visto in un determinato momento, mentre lei ha visto ben altro, e ciò che ha visto lo riguarda. La narrazione è fluida, l'unico punto di perplessità l'ho avuto qui
Poeta Zaza ha scritto: Deve tornare a casa, mettere in forno una crostata tutta per lei e, nell'attesa, riordinare fatti, circostanze, perché. Prima
Secondo me quel perché va eliminato, forse è un refuso. 
Non ho percepito altre sbavature e la costruzione sia dei personaggi che del testo in toto mi sembra molto buona. Più limpida rispetto alla sinossi. Brava. 

Re: [Lab6] L'interrogatorio

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Adel J. Pellitteri ha scritto: @Poeta Zaza hai scelto l'incipit di tipo narrativo che ben introduce i due personaggi,  Elvira e il poliziotto. C'è "l'incidente scatenante" che mette in discussione il rapporto tra i due. In questo racconto, infatti, non è sotto esame il tentato omicidio o quel che è, ma il rapporto di fiducia tra i due personaggi principali. Il poliziotto ammonisce Elvira chiedendole di descrivere ciò che ha visto in un determinato momento, mentre lei ha visto ben altro, e ciò che ha visto lo riguarda. La narrazione è fluida, l'unico punto di perplessità l'ho avuto qui

Secondo me quel perché va eliminato, forse è un refuso. 
Non ho percepito altre sbavature e la costruzione sia dei personaggi che del testo in toto mi sembra molto buona. Più limpida rispetto alla sinossi. Brava. 
Grazie, cara. Sei di manica larga.    ;)

@Adel J. Pellitteri :flower:
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Re: [Lab6] L'interrogatorio

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Ciao carissima @Poeta Zaza 

 
Bel noir amica mia, con un taglio stilistico che mi rammenta certi ambienti e vicende create da Simenon per il suo commissario Maigret.
Molto riuscito il ritratto dell’anziana protagonista, che vive in armonia con il mondo attraverso una serena esistenza fatta di piccole soddisfazioni e certezze: le sue crostate di mele, sicuramente un piccolo giardino fiorito da curare, di cui non ci parli nel racconto, ma il fatto che sia visitato dalle vespe ce lo lascia immaginare.

Il personaggio ama circondarsi di relazioni positive, con rapporti amicali che non introducano digressioni nello scorrere quaotidiano di questo suo mondo semplice e ordinato, sono emblematiche, infatti, le sue parole:

“Anzi, è meglio uno schermo che ci faccia stare tranquilli con il prossimo: conoscerlo in superficie, e, se questa ci piace, tanto basta per un sorriso, una cortesia ricevuta e donata.”

Quando avviene lo strappo su questa tela dorata, e si ritrova coinvolta, suo malgrado, in una vicenda violente, si percepisce il disagio l’incertezza, il senso di smarrimento che la destabilizzano.
La cosa diviene ancor più critica nel momento in cui, come testimone oculare, viene chiamata a dare una deposizione sui fatti accaduti.
Il giovane poliziotto, suo vicino di casa, mostra qui un volto meno rassicurante e amichevole, poiché in qualche maniera è parte in causa del fatto delittuoso accaduto.
L’anziana donna avverte il dubbio e impotenza di chi si senta ingabbiato nella procedura tecnica di un’indagine che difficilmente condurrà a chiarire le reali motivazioni che hanno scatenato il dramma.
Il dialogo tra lei e il poliziotto assume il tono di una velata minaccia:

“- Divagherai ancora?
- No, è una promessa.
- Dirai quello che hai visto dell'accaduto e basta? - chiede lui, serio in viso.
- Sì, è una promessa.”

Tutto è circoscritto e rigidamente arginato in queste parole.

Il testimone, non può porsi domande che esulano dalla descrizione oggettiva di ciò che ha visto, ogni appendice è considerata irrilevante, indiziaria, non pertinente alla deposizione di quanto è accaduto.

Una costrizione che gli appare coercitiva, una sorta di violenza verso il suo senso di giustizia e ragione, qualcosa che turba in maniara grave l’armonico procedere della sua serena esistenza.
Il finale col risveglio dal come della vittima, lascia intuire una futura opportunità di ristabilirne il corretto flusso.

Buon racconto mia diletta amica, l’unico punto di domanda che mi resta, è cosa abbia causato la perdita di coscienza della signora Blesi: poiché il marito non aveva nulla di contundente in mano, mi chiedo se l’abbia stesa con un colpo di karate o se, semplicemente, la donna sia inciampata nella corsa alla cieca e abbia magari battuto, incidentalmente, la testa contro qualche spigolo o petra del suo giardino.
Sono certo che me lo rivelerai uno di questi giorni.

Un grande abbraccio, ciao.  <3

Re: [Lab6] L'interrogatorio

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ciao @Poeta Zaza..

La prima cosa che mi verrebbe da dire è che hai rispettato fedelmente l'impianto proposto con la sinossi. Ti ricorderai che ti dissi che volevi nascondere troppe cose al punto di non dare la possibilità di entrare e darti qualche informazione utile affinché costruissi un racconto avvincente? Vedo che non hai tenuto conto di qualche consiglio e questo non è una critica, ma solo una osservazione. 

Il tuo racconto è gradevole nella parte raccontata ma nella parte dei dialoghi, la voce narrante non riesce a gestire l'interrogatorio che a tratti sembra essere un dialogo tra amici  e a momenti, la voce narrante spiega questioni tecno-giuridiche che male si possono apprezzare.  A mio vedere, la voce narrante ha un deciso timbro tra il casalingo e il provinciale, e come dice @Nightafter , si avverte in effetti questo noir di stampo paesano. Ma ripeto che esserti cimentata in passi come questo: 
Poeta Zaza ha scritto: La donna sa che tecnicamente ha fatto la sua parte di testimone da manuale,
Questi passi non vanno bene: sono troppo tecnici, rispetto al timbro usato nella parte raccontata. Vorrei anche dire, per chi non avesse mai affrontato un interrogatorio, (non so quanti ne ho fatti io, come testimone o parte lesa) che in questa fase di indagine, qualsiasi notizia risulta utile. Infatti, chi interroga, ti lascia parlare e dire qualsiasi cosa... poi, arrivano le domande secche. 

Però, quello che vorrei dirti, è che questo interrogatorio prende troppo spazio nel racconto. Mi domando, a questo punto, come mai hai deciso di concentrare tanto su questa parte, quando, avresti potuto bilanciare i due corpus del racconto, aggiungendo, tante altre informazioni utili sulla questioni che pare messa in sordina, e che invece poteva risultare proficua: mi riferisco alla presunta storia di Franco con  la signora Blesi. A parte le poche informazioni disseminate qua e la, del tipo: quanti anni ha Franco? e la Blesi, non ha un nome? eppure Elvira chiama il marito di lei "Luigi" e mi aspetterei che avesse parlato della vittima con lo stesso tono confidenziale. Insomma, sono i suoi vicini, e questa "signora Blesi" non torna.
Poeta Zaza ha scritto: Intanto, le sollevo la testa sul mio grembo e lui le apre la bocca a forza e le soffia dentro. Bisogna dire che l'ha fatto fino all'arrivo
Mariangela! Questa descrizione è inverosimile. Per fare la respirazione bocca bocca, la testa deve essere in piano e non nella posizione da te descritta. E poi, una tale respirazione la può fare solo uno che ha fatto corsi di pronto soccorso. Poi, non è chiaro il motivo per cui ha insistito fino all'arrivo dei soccorsi... se non respirava, dopo cinque minuti, era morta. Dovresti modificare tutta la frase e anche in modo notevole. 

Concludendo, direi che ti sei intestardita a puntare troppo sull'interrogatorio, quando potevi contare su tanti altri passi che hai lasciato incompleti.
Eppure, avevi tanti di quei caratteri da utilizzare ancora. Peccato. Se tu avessi proseguito con lo stesso passo, con lo stesso timbro usato all'inizio, coinvolto meglio i quattro protagonisti della storia, evitato particolari tecnici investigativi, ti veniva meglio. Però, so come sei fatta e ti prendi sempre la briga di fare di testa tua.. ed è giusto così!   :P  <3 ciao Mariangela
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [Lab6] L'interrogatorio

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@bestseller2020   :)

Capisco le tue critiche ma sappi che ho seguito diversi consigli che mi sono stati dati qui e nella precedente stesura.
L'interrogatorio, che doveva essere informale e immediatamente successivo al fattaccio, è stato pilotato dall'agente Franco, e chiaramente non è svolto coi crismi del rituale di polizia.

Per capire meglio i perché delle mie scelte narrative, ti allungo il link della mia auto-analisi, questo:

viewtopic.php?p=46092#p46092

:P   <3
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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