[Lab1] L'erba del vicino

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 L'ERBA DEL VICINO


«Ciao! Io sono Jenny. Come posso esserti utile?»
«Il tosaerba non funziona» dico.
«Qual è il modello del tuo tosaerba?»
Sulla scocca dell'aggeggio trovo un codice. Scandisco la sigla: «MW158U»
«L'ultimo modello! Complimenti a te per la scelta, è il top di gamma» cinguetta l'assistente virtuale.
Inizia a traballarmi un piede. «Sì, proprio un bell'acquisto ho fatto. L'ho spacchettato ieri e già non funziona.» Voglio solo risolvere al più presto.
«Spiegami pure qual è il problema.»
Sullo schermo del telefono, vedo Jenny aggrottare le sopracciglia in attesa della risposta. Ma guarda te come li fanno realistici questi modelli 3D, penso.
«E che ne so io qual è il problema? Sembra incantato, non va in automatico e non risponde ai comandi vocali.»
«In dotazione c'è un telecomando. Hai provato con quello?»
«La pubblicità diceva...»
Non mi fa finire la frase. «Prova con il telecomando.» Dice, e la sua voce è una carezza. Inclina il capo di lato e mi sorride.


Insomma, entro in casa a prendere il telecomando dalla scatola ed esco di nuovo in giardino. Premo un tasto, poi un altro. Il tosaerba gira le lame, ma continua a stare fermo nello stesso posto.
«Niente. Non funziona neppure con quello.»
«Dunque, il passo successivo è provare a scollegarlo dalla rete domotica.»
«Non sono sicuro di volerlo fare. A questo punto non sarebbe meglio chiamare un tecnico? Non vorrei rovinare l'impianto di casa.»
«Noo, tranquillo. Sono qui apposta per aiutarti, ti do' io le istruzioni su come fare. Vai alla centralina.»
Esito un po'. Poi alla fine: «Bah, proviamo...»


«Ok, sono davanti alla centralina.»
«Inquadrala con la telecamera, così ne individuo il tipo e cerco le istruzioni nei miei data base.»
Eseguo gli ordini. Il suo tono mi dà sicurezza, devo dire che l'hanno programmata proprio bene. Talmente realistica che la fanno scartabellare sul suo tablet per simulare la ricerca. Sorride trionfante, mi guarda.
«Evvai, modello individuato. Premi il tasto tondo a destra.»
Il suo entusiasmo mi conquista. «Ok, premuto.»
«Adesso premi di seguito più volte il tasto con il triangolo finché non ti compare la scritta Reset.»
«Ok, fatto. Ora?» Questo gioco inizia a piacermi.
«Premi il tasto Invio»
«Fatto!» Dondolo sulle ginocchia tutto carico.
«Oops!» Jenny sbarra gli occhi.
«Che c'è?»
«Era il tasto per resettare tutto l'impianto. Scusami.»
«Come?» Vacillo.
«È andato tutto in default. Mi sa che devi chiamare il tecnico della domotica.»
Inspiro profondamente. «Va bene. Tanto l'avrei voluto chiamare.»
«È che i tasti sono simili, mi sono confusa.»
«Ma perlomeno questa operazione ha sbloccato il tosaerba, giusto?
«Mmh, no. Finché non esaurisce le batterie prosegue con l'ultimo comando.»
«Vado a togliergli le batterie.»
«Mmh, no. Le batterie sono inaccessibili. Sai, per evitare manomissioni...»


Nel frattempo, sotto il tosaerba l'erba è fatta e finita, e la macchina, sempre ferma nello stesso punto, comincia a smuovere la terra sottostante.
«Ehi! S'è messo a scavare la terra! Di questo passo scaverà una fossa!»
«Fossa...» Jenny gira gli occhi di lato, si porta il dito indice sul mento e spinge il labbro inferiore all'insù. Le labbra rosse si raggruppano a cuore. «Fossa...» Ripete.
«Ma non puoi fermare 'sto coso da remoto?»
«Certo! Se mi dai il permesso di accedere ai tuoi dati.» Abbassa il capo senza staccare gli occhi da me, si stringe nelle spalle e sorride.
Roteo gli occhi. Mi scoccia sempre un po' condividere i dati, ma il tosaerba si è messo a inseguire il gatto.
Click. «Ok, dai, dati condivisi.»
«Bene, Vincenzo. Lo bloccherò via satellite.»
«Fa' in fretta, però! No, ah!»
«...Iiaaooo!»
«M-mi sembra di aver udito il feedback positivo del tosaerba. Confermi, Vincenzo?»
«No. Era il gatto. Lo sta tosando.»
Esco e vado a recuperare il gatto, che mi guarda indispettito e si arrampica mezzo spelacchiato sull'albero.
Sparito il gatto, il tosaerba non trova di meglio che inseguire me. E per farlo sale anche sul marciapiedi. Mi barrico in casa.
«Ma ti rendi conto? Quella macchina è impazzita!»
Jenny non dice nulla, si volta di profilo e fa un sospirone. Il tessuto della maglietta si tende, si tende, si tende... Accidenti! Molto ben fornita! Che belle tette le hanno fatto!
«Oh, Jenny. Caruccia sei proprio caruccia, ma sei un completo disastro.» Scuoto la testa.
Lei si rabbuia. Mi sento un po' in colpa.
«Vi- Vin-ce-n-zo» inizia a singhiozzare. «Buuh, buuuuh!» Tira fuori un fazzoletto dalla tasca – ma pensa, l'hanno fornita di fazzoletti - e si soffia il naso.
«Jenny, non ho mai visto piagnucolare un'assistente virtuale...»
Mi pento d'averlo detto.
«Mi dismetteranno, sai?»
Sospiro.


«Ci sarà pure un modo per fermare l'indemoniato, Jenny, no?» Domando con cautela.
Ha lo sguardo sperso, mi sa che non conosce altri sistemi per risolvere.
Le cade un foglio per terra. Giurerei che l'abbia fatto cadere apposta. La visuale della telecamera si allarga. Uh? Non è solo mezzobusto, la ragazza. Certo, non hanno badato a spese per progettare un siffatto modello 3D. Ah, però! Ha pure la minigonna. Mmh, che fisicuccio.
Jenny si alza, si volta di spalle e inclina il busto in avanti per raccogliere il foglio.
Sgrano gli occhi e inclino di lato la testa. Mi piego sempre di più su un fianco, come se potessi guardarla dal basso.
«Che fai? Iiih, Iiih!» Ride come un'ochetta.
Mi tiro su di scatto. Schiarisco la voce con due colpetti di tosse e liscio la camicia per darmi un contegno.
Sfodero il tono più serio che mi riesce. «Allora, Jenny, come la mettiamo con questo tosaerba? La pubblicità prometteva che non sarebbe mai più stata quella del vicino l'erba più verde del vicinato. Non suonava così lo slogan?»
«Ah. Ok. Provvedo subito, Vincenzo.» Stringe le labbra e tira di fuori la punta della lingua mentre è impegnata a gesticolare sul suo tablet.
Dalla finestra del soggiorno vedo il tosaerba partire e scavalcare la siepe per approdare nel giardino del vicino. Non vedo bene che cosa sta combinando, là, ma temo di saperlo. Corro a prendere la cassetta degli attrezzi e mi precipito fuori. Rincorro il tosaerba e lo prendo a mazzate finché non è ridotto a un rottame.
«Sistemato, finalmente!» Butto via la mazza e mi punto i pugni sui fianchi.
Dalla tasca della camicia la voce di Jenny mi chiama preoccupata. Sfilo il telefono e lo afferro con la stessa forza con cui prima afferravo il manico della mazza.
Sullo schermo Jenny sbatte le palpebre. Dondola dispiaciuta, la sua boccuccia si fa piccola piccola.
«T-tutto bene, Vincenzo?» Chiede.
«Tutto a posto, Jenny, risolto. Senti... I miei dati ce li hai. Quando ci risentiamo? Vuoi?»

Re: [Lab1] L'erba del vicino

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Ah, ah @Otta che storia da incubo!  Racconto divertente, ai confini della realtà (ma non troppo) . In effetti l’assistenza virtuale dopo l’acquisto è un vero dramma. 
Trovo il pezzo molto simpatico e ben scritto. L’assistente virtuale procace e svampita funziona e fa sorridere. Tutto il dialogo ha un’impronta comica e fumettistica. Il gatto rincorso e tosato dal macchinario fuori controllo (che alla fine si è sbloccato… non era fermo che stava scavando una buca verso il centro della terra? Come fa a mettersi a rincorrere il povero micio?) l’acquirente che prende a mazzate il tosaerba e flirta con l’assistente virtuale.
Sembra una puntata dei Simpson.  Nel suo genere, lo trovo un buon lavoro. 

Re: [Lab1] L'erba del vicino

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Ciao @@Monica, quando ho letto il tema "La promessa", subito mi è venuto in mente di scrivere un racconto con tutt'altra ambientazione, tutt'altri personaggi e serio. L'ho pure scritto, ma non mi convinceva, troppo serioso, non mi dava soddisfazione. Poi all'ultimo (sabato notte) mi è venuto in mente questo racconto e non mi abbandonava... Alla fine l'ho scritto. E mi sono divertita!
@Monica ha scritto: Racconto divertente, ai confini della realtà (ma non troppo) .
Mi piace che dici che è ai confini della realtà, perché è proprio il territorio che più mi piace esplorare.
@Monica ha scritto: Tutto il dialogo ha un’impronta comica e fumettistica. [...] Sembra una puntata dei Simpson.
A parte che adoro i Simpson, che lanciano pungenti critiche alla società ma lo sanno fare con ironia, quindi grazie. Sul fatto del fumettistico, in effetti altri miei racconti sono stati disegnati e sono diventati dei veri fumetti. Hai colto nel segno!
@Monica ha scritto: Nel suo genere, lo trovo un buon lavoro. 
... E qui la nota dolente. Quel "Nel suo genere" è il motivo per cui mi dico spesso che dovrei mettermi a scrivere generi più popolari. Spesso ho riscontrato che il genere speculative incontra solo una ristretta nicchia di lettori. Mentre è il genere che più mi piace leggere e scrivere. Ho iniziato da poco a scrivere, avrò tempo per virare altrove.

Mi fa piacere che lo consideri ben scritto e un buon lavoro, anche perché ho letto il tuo lavoro e mi è piaciuto. Andrò a commentarlo.

Re: [Lab1] L'erba del vicino

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Ciao @Otta 

 
L’ho trovato divertente, ben scritto e non lontano dalla realtà nella quale la maggioranza dell’umanità va a precipitarsi con gioia. Vincenzo e Jenny sembra una storia d’amore, a tratti comica, a tratti dolce. Evidentemente l’uomo è entrato nella fase in cui non si riesce più a separare la realtà dal virtuale. Ammesso che poi la realtà sia davvero realtà. Ma in questo caso Vincenzo si è fatto totalmente compenetrare dall’artificiale, come purtroppo hanno fatto e fanno in continuazione molti umani, ancora prima di imparare a camminare (ho visto un bambino su un carrozzino che premeva pulsanti di un tablet e faceva saltare dei palloncini, come ipnotizzato…). I più giovani sono lasciati scientemente senza difese, senza confronti, senza paragoni e alternative davanti a uno schermo. E i risultati li vediamo, per il momento, nella cronaca di tutti i giorni dove si perpetuano le più disparate azioni (aggressioni, pestaggi, bullismo, eccetera) sempre riprendendo da super cellulari come una continuazione perpetua, un filo ombelicale con un videogame. Ma nella realtà la carne può farsi molto male e soffrire. La coscienza non so, bisognerebbe averla per soffrire nella coscienza. L’uomo ha addormentato la mente e l’anima e ormai prova più gioia a vivere virtualmente. Questo tuo racconto fa riflettere. Non so se sarà possibile farne un fumetto divulgativo, a me piacerebbe molto, ma tieni conto che se fa riflettere troppo per qualcuno non va bene.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [Lab1] L'erba del vicino

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Ciao @Otta sei riuscita a farmi sorridere in una giornata di quelle anche no perciò complimenti per la stravagante idea e per come sia riuscita a dare il giusto equilibrio tra dialoghi e parti narrate.
A leggerlo quasi mi pareva di sentire la tipica musica che accompagna le scene di questo tipo, l'ho riletto due volte nella inquietante speranza di trovare qualcosa di negativo ma personalmente non ne ho trovato.
Otta ha scritto: «Mi dismetteranno, sai?»
Sospiro.
Il non aver specificato ulteriormente una situazione come questa (ma anche altre)  rende tutta la vicenda una sorta di presa diretta e, a mio parere, è stato anche questo un ulteriore punto di forza.
Grazie della piacevole lettura e a presto :)

Re: [Lab1] L'erba del vicino

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Otta ha scritto: Il tosaerba gira le lame, ma continua a stare fermo nello stesso posto.
Mmm... Il tosaerba gira le lame, proprio no! Che ne dici di: "Le lame girano, ma il tosaerba rimane piantato sul posto".

Ciao @Otta: felice di conoscerti!
Comincio col dirti che il tuo racconto mi è piaciuto molto; non ne ho letto che una manciata, fin qui, di quelli del Labocontest (ah, tempo tiranno!), ma questo tuo è una piccola perla. Divertente ma curatissimo, nulla è stato lasciato al caso per dar vita ad un episodio in cui le gag si susseguono senza soluzione di continuità.
È pure scritto assai bene! Le mie antenne non sono sensibili come quelle di altri utenti di "Costruttori di Mondi", per quanto riguarda refusi o strutture lessicali - diciamo - "ardite", ma non ho trovato altro che la roba del tosaerba -che-gira-le-lame e, magari, l'hai lasciato cadere apposta per simulare l'informale ragionamento del tuo protagonista.
Niente, che altro dire? Beh, un sacco di cose. Cominciamo dai dialoghi. Brillanti quando occorre, il loro merito principale è che quasi non si notano. E dire che la gran parte del racconto è dialogato (cosa che, talvolta, pesa)! Non direi nemmeno che siano "credibili", piuttosto hanno il registro giusto per il tipo di storia che hai immaginato. 
E veniamo al punto forte: a me è proprio piaciuta la tua inventiva! Ma come hai fatto a concepire una storia simile? Apprezzo anche l'idea (perché si presta bene al comico) di fare quasi flirtare Vincenzo e Jenny, l'assistente virtuale civettuola e ben carrozzata. 
Concludendo, non ho voti da dare (partecipo solo da lettore e con un fuori concorso) ma se ripenso al tuo racconto, "per me è sì!"

Re: [Lab1] L'erba del vicino

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Ciao @Alberto Tosciri , il rapporto uomo macchina è problematico. Non per niente c'è una branca della psicologia che studia proprio l'interazione tra l'uomo e la macchina, quali fenomeni psicologici suscita, quali sensazioni pruduce, quali reazioni potrebbe avere l'uomo nei confronti di robot dalle sembianze umane.

Io ho messo in forma comica un argomento che ha aspetti molto seri. Non però tutti negativi, tutto sta a come si utilizza la tecnologia.
Parecchi anni fa, più di 20 ormai, durante un tragitto in treno stavo lavorando al computer. Un uomo anziano seduto di fronte a me si è preoccupato per la mia salute, perché vedeva nel computer un oggetto pericoloso. Allora mi aveva fatto sorridere, e ora anche più di allora, vista la l'ubiquità del computer, l'utilizzo ormai quotidiano.
Certo, qualche soggetto sviluppa delle patologie nei confronti del computer, ma questo succede per qualsiasi cosa. Tutto dipende dall'utilizzo che se ne fa.
Come anche tu suggerisci, bisognerebbe educare a questo nuovo mondo tecnologico, per evitare derive assurde che oltre che comiche possono essere anche molto inquietanti.

Sono contenta che il mio racconto faccia riflettere! 
Mi dici che il racconto è divertente, scritto bene e fa riflettere. Penso che siano tre cose molto importanti e quindi ti ringrazio!

Re: [Lab1] L'erba del vicino

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Ciao @Ilaria Piras
Ilaria Piras ha scritto: sei riuscita a farmi sorridere in una giornata di quelle anche no
:lol: non sai quanto mi fa piacere
Ilaria Piras ha scritto: Il non aver specificato ulteriormente una situazione come questa (ma anche altre)  rende tutta la vicenda una sorta di presa diretta e, a mio parere, è stato anche questo un ulteriore punto di forza
Ho la tendenza ad avere una scrittura asciutta, senza fronzoli, e mi sto allenando per essere un po' meno criptica. Però in alcuni casi la scrittura asciutta aiuta, come in questo caso.

Re: [Lab1] L'erba del vicino

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Ciao @Pulsar
Pulsar ha scritto: Che ne dici di: "Le lame girano, ma il tosaerba rimane piantato sul posto".
Dico che in effetti suona meglio così
Pulsar ha scritto: magari, l'hai lasciato cadere apposta per simulare l'informale ragionamento del tuo protagonista.
... E no, non era cercato  :)
Pulsar ha scritto: dialoghi. Brillanti quando occorre, il loro merito principale è che quasi non si notano. E dire che la gran parte del racconto è dialogato (cosa che, talvolta, pesa)! Non direi nemmeno che siano "credibili", piuttosto hanno il registro giusto per il tipo di storia che hai immaginato. 
Se mi dici che I dialoghi quasi non si notano, è un bel complimento. Perché è proprio quello che cerco di fare con i dialoghi, è quello che mi piace leggere quando leggo un romanzo e cerco di farlo a mia volta quando scrivo.
Pulsar ha scritto: a me è proprio piaciuta la tua inventiva! Ma come hai fatto a concepire una storia simile?
Beh... La fantasia non mi manca!  :P
Semmai il mio problema è cercare di tenerla a freno :o
In questo caso l'idea mi è venuta dall'osservare il mio gatto alle prese con il robottino aspirapolvere.

Re: [Lab1] L'erba del vicino

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Ciao @Otta, ho letto con molto piacere il tuo racconto. Scritto bene con i dialoghi che scorrono via che è una meraviglia. Hai saputo dosare bene la storia con un crescendo calibrato, seppur in poche battute, in cui la situazione, da semplice e banale, perde il controllo e sfugge di mano.
Hai dato un'impronta comica esilarante che si evolve nell'assurdo, ma poteva avere anche dei risvolti horror. Già me lo vedo: il tosaerba assassino!.
Una storia che fa pensare e preannuncia già una realtà che sta avanzando: la relazione e l'innamoramento verso il virtuale (chissà perché, succede soprattutto agli uomini)
Otta ha scritto: Jenny non dice nulla, si volta di profilo e fa un sospirone. Il tessuto della maglietta si tende, si tende, si tende... Accidenti! Molto ben fornita! Che belle tette le hanno fatto!
Una cavolata, ma se è un pensiero, credo che sarebbe stato meglio evidenziarlo: o con le virgolette o corsivo; forse qualcuno è più pratico di me.
Otta ha scritto: «T-tutto bene, Vincenzo?» Chiede.
«Tutto a posto, Jenny, risolto. Senti... I miei dati ce li hai. Quando ci risentiamo? Vuoi?»
Il finale, ma è un mio personalissimo parere, sembra precipitoso, come troncato all'improvviso. Può essere voluto e ci sta tutto. Ma ci vedevo Vincenzo che poteva inventarsi qualcosa di raffinato per incontrare nuovamente Jenny. Non so,un tosaerba di scorta, un frullatore, una vaporella...o un aperitivo virtuale per non dire altro...
Ciao, alla prossima

Re: [Lab1] L'erba del vicino

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Ciao @Otta  Eccomi quì.
Allora, il testo è ben curato, non ho tovato errori di grammatica o di interpunzione. Anche la forma è ottima e i dialoghi sono a mio parere buoni. Solo  volte mi viene il dubbio se è necessario inserire le azioni oppure no.
Come in questo caso
Otta ha scritto: «Il tosaerba non funziona» dico.
Serve specificare che è il punto di vista a parlare? io credo di no, la frase viene attribuita senz'altro a lui. Nella frese successiva è tutto chiaro.

Questo è solo un mio dubbio.
Otta ha scritto: «È che i tasti sono simili, mi sono confusa.»
Questo mi pare eccessivo. Che un'intelligenza virtuale vada in confusione intendo. Secondo me è un controsenso che sia così perfetta nelle movenze, nel riprodurre un inguaggio  ed espressioni realistiche, per poi cadere in confusione. Un'itelligenza virtuale è comunque impostata da umani, se sbaglia la colpa risale agli imput impostati, lei non può confondere i tasti.

Mi è piaciuta molto l'idea, ma non mi stupisco: ogni volta che partecipi fai centro! sie davvero brava.

 

Re: [Lab1] L'erba del vicino

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Apprezzo il  tecno-surreale, o come chiamarlo, e il racconto mi ha divertita. Il tutto esagerato, ma ci sta e, come scritto non ricordo da chi,  un fumetto didattico sulla schiavitù digitale lo vedrei bene. Anche la scrittura, asciutta, e i dialoghi, in genere efficaci.
 Le "pulci" sono già commentate, a quanto vedo, per cui (causa anche il mio ritardo) non starò a riproporle.  Giusto  l'avatar ridicolmente sexy: che sbagli i tasti regge poco.  Che lui voglia rivederla invece convince, la prendo come un'allusione azzeccata (voluta?) al sesso virtuale.
La "promessa" a un certo punto mi sembrava persa, ma l'attrezzo tosatore di gatti, comandato da remoto,  salta su  (boh!) ad affrontare l'erba del vicino. E l'umano infine prevale con la forza  bruta: liberatorio per tutti noi!
" ...con mano ferma ma lenta sollevò la celata. L'elmo era vuoto." (Calvino)
Pagina autrice fb: virginialess/21 Blog "Noi nonne": https.//virginialess.wordpress.com

Re: [Lab1] L'erba del vicino

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Ciao @Kasimiro, non ho mai scritto qualcosa di horror, credo di non esserci portata. Anche quando ho scritto del gatto in balia del tosaerba, sono corsa a specificare che stava bene  :D
Kasimiro ha scritto: Una storia che fa pensare e preannuncia già una realtà che sta avanzando: la relazione e l'innamoramento verso il virtuale (chissà perché, succede soprattutto agli uomini)
Eh, sì. Un argomento tutt'altro che banale, anche se l'ho reso in forma comica.
Sei l'unico ad aver rilevato che l'ho fatto succedere a un cliente uomo. Perché, in effetti, al contrario non mi suonava bene. E' più facile che siano gli uomini a lasciarsi ingannare da un corpo. Un bene? Un male? Da una parte, penso che noi donne avremmo molte cose da imparare dagli uomini in fatto di lasciarsi andare. Dall'altro penso che voi uomini dovreste imparare a non farvi ingannare. Magari ci guadagneremmo entrambi!

Il finale, che dici precipitoso, avrebbe anche quella funzione: evidenziare che Vincenzo, anziché capire di essere stato ingannato da un'azienda che investe più nell'accattivante assistenza virtuale che nel prodotto, ci si butta a capofitto volendo, nonostante tutto, rimanere ingannato da un bel corpo, seppure virtuale.

Re: [Lab1] L'erba del vicino

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Ciao @Alba359, hai ragione, quel "dico" lo volevo togliere anch'io! Poi alla fine l'ho lasciato a favore di una maggiore comprensibilità, ma in effetti è superfluo.
Alba359 ha scritto: Questo mi pare eccessivo. Che un'intelligenza virtuale vada in confusione intendo. Secondo me è un controsenso che sia così perfetta nelle movenze, nel riprodurre un inguaggio  ed espressioni realistiche, per poi cadere in confusione. Un'itelligenza virtuale è comunque impostata da umani, se sbaglia la colpa risale agli imput impostati, lei non può confondere i tasti.

 
Sì, è tutta virtuale, l'assistente. L'hanno programmata così degli umani, per confondere i clienti. Sanno che, come nella realtà, una bella donna può distogliere da sottostanti magagne e rendere inermi i clienti più battaglieri.
Se l'assistente sbaglia, è perché hanno investito di più a programmare bene la sua "carrozzeria" che la sostanza. Ovviamente, è programmata per dire "oops, mi sono confusa" qualora ci siano degli errori di programmazione. Jenny insomma mette in atto ogni tecnica seduttoria possibile per distogliere l'attenzione da un prodotto scadente e, financo, da un'assistenza scadente.

Mi piaceva rendere più umana possibile Jenny, per rendere più plausibile che Vincenzo ci caschi in pieno.

Re: [Lab1] L'erba del vicino

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Ciao @sefora
sefora ha scritto:  un fumetto didattico sulla schiavitù digitale lo vedrei bene
Sì, anch'io. Ma bada bene, è la trasposizione digitale di una schiavitù del tutto reale, che ha millenni di storia! Come sempre, la tecnologia mette in evidenza comportamenti mooolto umani.

E' ciò che fa la fantascienza, genere che adoro (non quella di astronavi e marziani, ma quella di nuove tecnologie e del rapporto tra queste e l'uomo): in fondo indaga il comportamento umano. Vedere il comportamento delle persone di fronte alle nuove tecnologie ci fa capire come siamo. E dove andremo, nel bene e nel male.

Riguardo all'assistente che sbaglia i tasti, come ho scritto sopra, è la programmazione che ne hanno fatto gli uomini a essere sbagliata.

L'allusione al sesso virtuale era del tutto voluta! E prossimamente ne sentiremo molto parlare.

Mi fa piacere che dia un senso liberatorio la distruzione dell'aggeggio fuori controllo. E' stato liberatorio anche per me scriverlo!  :P  

Re: [Lab1] L'erba del vicino

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Brava @Otta  (y)

Un bell'esempio di un racconto comico breve di "taglio" moderno.
Tutto ben congegnato (ho compreso anche dai precedenti interventi i motivi di alcune tue scelte di costruzione), per cui mi spiace 
dirti che non riesco a trovare suggerimenti o critiche al tuo testo, che mi ha fatto bene leggere e che mi ha fatto ridere bene!  :D

Grazie!
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Lab1] L'erba del vicino

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Ciao @Otta 

Lasciami dire che il tuo racconto è davvero spassoso.
Leggerlo mi ha divertito molto, la costruzione della storia è costruita i maniera eccellente.
Il tono è da perfettamente da situation comedy, sei riuscita a inserire tutti gli ingredienti che il genere richiede.
L'uomo moderno vittima della tecnologia più avanzata, dove ogni situazione è programmata e dotata d'istruzioni per l'uso fruibili in via telematica, è perfettamente reso nella sua impotenza a fronteggiare anche una piccola emergenza, nel momento in cui qualcosa sfugge alle modalità previste dal sistema.
Fortissima la figura dell'assistente virtuale, che dalla più ferrea convinzione di poter risolvere il problema del cliente, fallimento dopo fallimento, diviene più insicura, passando dall'iniziale natura tecnologica a quella umana.
Divenendo via, via, solo un'attraente e desiderabile bella ragazza: confusa, desolata e preoccupata di mantenere in posto di lavoro.
La chiusura finale con il cliente che vuole continuare quel singolare rapporto in forma intima e privata, è un vero classico dell'happy end.

Brava, racconto spumeggiante, divertente e scritto con mano felice.

Complimenti e a presto rileggerti. Ciao.  (y)

Re: [Lab1] L'erba del vicino

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Graziosissimo. Brava @Otta.  
Con leggerezza e originalità hai saputo smarcarti dall'arcinota cineletteratura 
sui grovigli distopici tra intelligenza (?) umana e artificiale.
Originale, perché l'assistente virtuale non lo è nemmeno un po', né assistente, tantomeno virtuale e tu, con mano divertita e senza pedanterie,
hai saputo sfiorare temi importanti come la condizione di tutte quelle povere Jenny , scelte proprio perché inadeguate e dunque ricattabili
Otta ha scritto: «Mi dismetteranno, sai?»
A cui non spetta nemmeno un licenziamento onorevole.
Ma soprattutto ho trovato godibile come hai disegnato il maschietto imbecille, che risolve i problemi a mazzate, che deve sbirciare le gambe di lei, che la vede come un'ochetta e che, rassicurato dalla cosa, sta già progettando festeggiamenti della sua virilità. 
Otta ha scritto: Senti... I miei dati ce li hai. Quando ci risentiamo? Vuoi?»
Apparentemente gentile, sembra chiedere un permesso che non gli serve. Perché I miei dati ce li hai  
e dunque non si prenderà nemmeno il disturbo di cercarla.
Brava davvero, @Otta. Racconto intrigante.
Come un cioccolatino al veleno  :diavolo2:
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Re: [Lab1] L'erba del vicino

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Complimenti per il racconto, molto ben scritto e molto scorrevole, con una trama semplice ma molto divertente 
Bello il rapporto e lo scambio di battute tra l’assistente virtuale ed il protagonista, mi ha fatto trovare simpatiche le voci registrate dei call center 
Per quanto sia paradossale, il personaggio che più mi è piaciuto è proprio Jenny, anche se non riesco a capire bene, o almeno ad inquadrarla, se l’idea di fondo sia che si tratta di una semplice assistente virtuale, oppure se di un’intelligenza artificiale dotata di una “coscienza”. Sarei più per la seconda, visto come si pone verso il protagonista. 

L’unico appunto che mi sento di fare, più una considerazione personale, è che il tema di base, la promessa, non è ben presente; avrei calcato un poco di più la mano, magari facendo più riferimenti alla pubblicità del tosaerba ed a come non si comporti come deve 

Re: [Lab1] L'erba del vicino

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Mi è piaciuto un sacco! La spinta della trama è semplice, ma tiene alta la curiosità - riuscirà a far funzionare 'sto tosaerba?
I dialoghi funzionano bene; [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]le personalità di entrambi i "personaggi" [/font]emergono sia dalle battute sia dai gesti. Interessante che hai deciso di far dialogare l'uomo con la tecnologia, è una scelta riuscita. Un confronto diretto e d'impatto col tema del racconto: ci ho letto la frustrazione di vivere in un mondo completamente domotizzato, e la dipendenza da quello che invece dovrebbe essere solo uno strumento. Questo mi spaventa, e infatti fino alla fine non ho smesso di chiedermi se Jenny avesse cattive intenzioni; di sicuro, se le avesse, sarebbe onnipotente su Vincenzo.
Otta ha scritto: «L'ultimo modello! Complimenti a te per la scelta, è il top di gamma» cinguetta l'assistente virtuale.
Qui mi stava già partendo un vaff... poi ho letto "l'assistente virtuale" e allora sì, è esattamente così che parlano, e in effetti il vaff è il mio mood quando ci interagisco  :asd:
Otta ha scritto: «Allora, Jenny, come la mettiamo con questo tosaerba? La pubblicità prometteva che non sarebbe mai più stata quella del vicino l'erba più verde del vicinato. Non suonava così lo slogan?»
«Ah. Ok. Provvedo subito, Vincenzo.» Stringe le labbra e tira di fuori la punta della lingua mentre è impegnata a gesticolare sul suo tablet.
Dalla finestra del soggiorno vedo il tosaerba partire e scavalcare la siepe per approdare nel giardino del vicino. Non vedo bene che cosa sta combinando, là, ma temo di saperlo.
Qui mi sono un po' perso, cosa stava cercando di fare Jenny? Semplicemente mandare il tosaerba guasto a rovinare il prato dei vicini, o c'è dell'altro? Mi sono immaginato di tutto, dal fatto che in realtà Jenny abbia sempre avuto il controllo (d'altronde, come fa un'intelligenza artificiale a "confondersi"?) al risvolto splatter in cui Jenny, misinterpretando la richiesta di Vincenzo, mandi il tosaerba a far fuori i vicini. Insomma, non ho capito  :umh:
Otta ha scritto: «Tutto a posto, Jenny, risolto. Senti... I miei dati ce li hai. Quando ci risentiamo? Vuoi?»
Bellissimo questo finale, e in effetti per tutto il racconto non ho potuto fare a meno di pensare al film her  :D
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