[Lab1] Gli altri dentro

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Qualche tempo fa ho letto la storia di Billy Milligan. Una storia vera che mi ha impressionato. 
Ventiquattro personalità completamente diverse hanno convissuto e dialogato nella stessa mente. Allucinante! Avevo cominciato questo racconto per capire come gestire un dialogo senza ambientazione, tag di dialogo o verbi di azione, tipo sorrise, si grattò la testa o alzò gli occhi al cielo. Niente di tutto questo può avvenire tra gli alter che abitano una mente. Volevo usare solo dialoghi e farne un racconto.
Spero di essermela cavata più o meno bene.
«Che diavolo, neanche da fumare. Questo posto fa schifo, questi matti, queste pareti, perfino le tapparelle mi fanno schifo, qui dentro tutto mi da il vomito. Ah, ma io lo so di chi è la colpa: il giorno che mi mettono fuori gliela faccio pagare a quella troia.»
«Non puoi fumare adesso, stiamo aspettando la terapia. E poi, hanno dovuto legarti alla sedia, dove vorresti andare? Lascia che sia io a prendere le pillole, se vuoi che ci dimettano. Lo sai, con me sono più comprensivi.»
«Non rompere, non fai altro che parlare della terapia, non voglio prendere quelle pillole, mi fanno stare male, mi fanno venire i vuoti di memoria. Prima eri tu quello che dormiva tutto il giorno, adesso, io sto via sempre di più. Che cazzo succede quando non ci sono? E poi, sempre a dire il dottore qui, il dottore lì; ci sta fottendo! Sei sempre il solito scemo.»
«Te lo chiedo per favore, dobbiamo fare la cura. Devo tornare da Marina, le ho fatto una promessa. Fammi tornare da lei. Il dottore dice…»
«Perché vuoi andare da quella rompipalle che stava sempre a criticare, non me ne frega niente di lei. Se riusciamo a uscire da qui, te lo faccio vedere io, voglio ammazzarla di botte, anzi prima la scopo e poi l'ammazzo.»
«Lei mi amava, ci amavamo. Aveva paura di te... Non aveva fatto niente e tu? L'hai picchiata. È stata colpa tua se mi ha lasciato, sei crudele, mi hai scavalcato mentre ero con lei. Hai infranto le nostre regole. »
«Tutti abbiamo infranto le regole, qui dentro. Tu dormivi quasi sempre, gli altri venivano fuori a ogni piccolo cambiamento esterno. Ho dovuto lottare per ogni problema che creavano la fuori, ma sono io il più forte: li ho confinati tutti. E tu vorresti confinare me? Te lo scordi mio caro.
«Non ti credo, che vuoi dire. Io avverto la tua presenza e basta. Il dottore me lo avrebbe detto. Gli ho parlato di te, lui sa che tu ci sei, mi ha chiesto di te e di nessun altro.»
«Il dottore, certo. Sei diventato il suo amichetto vero? Ora l'ho capito, vuoi farmi sparire per fare il tuo comodo con lui, scordatelo, non potrai mai liberarti di me.»
«Io...io non credo, non sono più un bambino. Prima mi bastava spostare l'attenzione, ti ricordi? Quando papà ci faceva quelle cose, io non potevo sopportarlo ma tu sì. Io non meritavo le cose che ci faceva papà....io gli volevo bene, ma non avevo scampo, per questo sei arrivato, perché tu eri…ma  ora sei diventato come lui, io no, io voglio sposare Marina, le ho promesso che sarei tornato e lo farò.»
«Papà non ti voleva bene, nessuno ti vuole bene. Non fare lo scemo e scordati quella stronza. Dammi una mano, cerchiamo di liberarci da queste cinghie prima che entri l’infermiere.»
«Il dottore ha detto che ora dipende soltanto da me. La cura sta funzionando e tu dovrai andartene, non possiamo sopravvivere insieme. Vuoi farti punire? Ok, soffrirò anch'io, ma non andrò via. Tra poco tempo sparirai, io uscirò da questo posto e andrò da Marina, mi perdonerà e la sposerò; Prendi la pillola e non ci pensare»
«Mi avete rotto le palle, tu, la tua cura e quella stronza che, per due schiaffi, ha chiamato la polizia; ci avessi combinato qualcosa almeno tu. Amore platonico del cazzo. Mi avessi dato retta, noi…
«Zitto, sta arrivando, ricordati che se rifiuti la terapia andrà sempre peggio per noi. Io non rinuncerò a Marina.»
«Buongiorno signorine, vi avverto, oggi mi girano. Il primo che fa storie finisce in isolamento prima che se ne renda conto.»
« Eccolo quel maiale nero, scommetto che si caga sotto se comincio a dar di matto. Dai, divertiamoci un po', mettiamogli paura; gli voglio saltare addosso e prenderlo per il collo. Ti ricordi quella volta che papà ci ha legato in cantina? Ci hai messo un minuto a uscire dai nodi, fallo ancora, ti prego, quanto vorrei cavargli gli occhi. Tanto non la prendo la pillola, non ci penso proprio ad andarmene a dormire.»
«Sì che la prenderai, lo sai. Lo costringerai alle maniere forti ma, la prenderai. Guarda Benito, nemmeno se ne è accorto; poveraccio mi fa una pena, sembra così solo. Tra poco toccherà a tei»
«Sei sempre stato un rammollito. Ma chissene frega di quello scemo di Benito, io voglio andarmene da qui ora. Guardagli quelle dita grasse e nere, sembrano merda di cane, ti rendi conto? Maledetto schifoso negro, Non voglio che mi passi la terapia, mi fa schifo.»
«Per favore non dire niente, smettila, che ti frega se è nero o giallo.»
«Senti, ti ricordi del mio piano? Facciamolo stanotte, poi andiamo da Marina, la facciamo fuori, prendiamo la sua macchina, i suoi soldi e ce ne andiamo in Spagna, alle Canarie.»
«Ti ho detto di no! Io devo tornare da lei.»
«E ora tocca al nostro Luigi, chi c’è al citofono? Lo svitato o il babbeo? Ma guardati, ti hanno infiocchettato come un salame. Ti conviene non fare storie e aprire la bocca, altrimenti chiamo Oscar, ti faccio tappare il naso e, bada Gige',  se la sputi ti addormentiamo e questa pillola te la mettiamo nel culo.»
«Cazzo vuoi? sei solo una merda in camice bianco, non mi serve quella cazzo di pillola, stramaledetto tu e tutta la tua razza di scimmie schifose…»
«Oscar! Trattamento speciale al numero sette. Subito!»
«No! No, vattene lontano da me, negro di...mmhm schifossmmh..»
***
«Buongiorno Luigi, chiudi la porta e siediti.»
«Buongiorno dottore, bello il suo studio, non ero mai stato qui.»
«Infatti, qui passano solo quelli che se ne vanno. Oggi è il tuo ultimo giorno, no? Stavo controllando la tua scheda. Niente sintomi negli ultimi otto mesi. Ormai posso dire che sei guarito, contento?»
«Sono felice, dottore, gli amici dell'Associazione Diamounamano mi aspettano per pranzo, ci sarà una festa in mio onore. 
«Bene, mi congratulo per la tua determinazione. Sono certo che riuscirai a rifarti una vita.»
« Si, sicuramente, in questi due anni non ho pensato ad altro. Grazie dottore.»
«Ti firmo la ricetta e puoi andare, non scordarti di passare in segreteria per il primo appuntamento di controllo, dovrai continuare con la terapia e farti rivedere ogni tanto.»
«Non lo dimenticherò. Ora la saluto dottore, gliel'ho detto, mi aspettano.»
«Vai, vai e comportati bene.»
***
«È strano, non mi sento poi così diverso, e non è cambiato niente neanche fuori alla fine. Prendo il tram o faccio una camminata? Cammino, mi piace guardarmi la punta delle scarpe che fanno la spola sulla loro ombra»
«Non andiamo a pranzo vero? Stiamo andando da Marina?»
«Io vado a trovare Marina, le faccio una sorpresa.»
«La ammazziamo vero?»
«Questa era la tua intenzione. Lei capirà la mia non appena mi vedrà. Tu capirai piano piano, ma sarà troppo tardi.»
«Cosa? Sono ancora qui nonostante tutto, ammetto che sei diventato bravo, ma ora che siamo fuori io...»
«Non la spaventerai stavolta, non la toccherai, lei non vedrà nemmeno l'ombra di te sul mio viso. Tu non esisti, qui dentro sei solo un ricordo che sta per svanire e per sempre.»
***
«Oooh, sarà davvero un bel volo! Ma tu guarda che cazzo di situazione di merda. Ma davvero ci credevi che ti avrebbe perdonato? Eccola la sotto la tua troia, guardala,  scommetto che non vede l’ora. Di la verità, un po’ tu te l'aspettavi, vero? »
«Sì, ma è solo colpa tua,»
«Dai, ma hai visto che stronza? Invece di perdonarti ha chiamato di nuovo la polizia. Non le importa niente di te, Le hai detto che vuoi suicidarti e lei ti ha detto ammazzati.»
«Le peserà sulla coscienza per il resto della sua vita. Non mi dimenticherà.»
«Oddio, che scemo sei. Pensa che scena: ti raccoglieranno in mezzo a un lago di sangue, le braccia spezzate e la testa spaccata. Dai, fallo! Mi perderò il divertimento ma, a questo punto, il pensiero mi dà perfino sollievo. Bèh, Che aspetti? Cos'è, vuoi mica tornare indietro adesso? Stanno arrivando anche i pompieri, le senti le sirene? Dai! Spicchiamo il volo.»
«Non ci riesco perché tu sei qui, voglio farlo da solo.»
«Lo so, per questo io ci sono sempre stato, per impedirtelo ogni volta che ci hai provato. Risolvevo sempre i nostri problemi: procuravo i soldi, le donne ... ma adesso, vuoi fare di testa tua? Sei tu che comandi?  Allora accomodati, o vuoi restare su questo parapetto tutto il giorno?»
«Aspetto che tu stia zitto.»

Re: [Lab1] Gli altri dentro

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Ciao @Alba359

Mi è piaciuto molto il tuo esperimento.
Il fatto che tu abbia messo in spoiler la chiave di lettura mi ha consentito di leggerlo senza pregiudizio già imbeccata sul tipo di storia. Non so, se tu non avessi dichiarato le intenzioni prima cosa ne avrei tratto. Forse ti sarebbe stato più utile capire se un lettore arrivava da solo a comprendere la situazione senza il tuo indirizzamento.
L’ambientazione è chiara, che sia un “dialogo” tra le diverse personalità di un soggetto disturbato forse all’inizio un po’ meno. Siccome sono in un ospedale è possibile che sia un dialogo tra due pazienti. Non so se riesco a spiegarmi. 
Attraverso il dialogo mentale, sei riuscita a introdurre pezzi della storia è addirittura a inserire l’omicidio, prima e il suicidio poi.
Mi è piaciuta molto la chiusa. 
Alba359 ha scritto: Buongiorno signorine, vi avverto, oggi mi girano. Il primo che fa storie finisce in isolamento prima che se ne renda conto.»
L’introduzione della frase di Benito, l’infermiere di colore, per esempio non trovo che sia funzionale.  Come pure il dialogo col medico che interrompe il ritmo. 

Non ho ben capito chi dice questa frase. L’infermiere o una delle personalità del protagonista?  Se la dice l’infermiere ė davvero troppo costruita. Sembra la battuta di un film. Se è una delle personalità, ci può stare.  
Alba359 ha scritto: «E ora tocca al nostro Luigi, chi c’è al citofono? Lo svitato o il babbeo? Ma guardati, ti hanno infiocchettato come un salame. Ti conviene non fare storie e aprire la bocca, altrimenti chiamo Oscar, ti faccio tappare il naso e, bada Gige',  se la sputi ti addormentiamo e questa pillola te la mettiamo nel culo.»
 
In totale il racconto funziona, forse alcuni passaggi avresti potuto ometterli, sopratutto gli interventi esterni. 
Complimenti, bella idea! A rileggerci.

Re: [Lab1] Gli altri dentro

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@Monica ha scritto: dom mag 15, 2022 8:16 amIl fatto che tu abbia messo in spoiler la chiave di lettura mi ha consentito di leggerlo senza pregiudizio già imbeccata sul tipo di storia. Non so, se tu non avessi dichiarato le intenzioni prima cosa ne avrei tratto.
Buongiorno Monica. Mi dispiace che tu abbia letto prima il contenuto nascosto sotto la tendina dello spiler. Non pensavo che qualcuno lo avrebbe letto prima del racconto. Dopotutto è spoiler.
Mi scuso con te e con tutti quelli che lo leggeranno prima. Forse dovevo metterlo alla fine? O magari dovevo evitarlo proprio.

@Monica ha scritto: dom mag 15, 2022 8:16 am
L’introduzione della frase di Benito, l’infermiere di colore, per esempio non trovo che sia funzionale.  Come pure il dialogo col medico che interrompe il ritmo. 
Questa frase non la dice Benito, Benito è un paziente in attesa della terapia.


@Monica ha scritto: dom mag 15, 2022 8:16 am
 
In totale il racconto funziona, forse alcuni passaggi avresti potuto ometterli, sopratutto gli interventi esterni. 
Qesta è sempre dell'infermiere che, finito il giro arriva da loro. Lo introduce una delle voci qui:

Alba359 ha scritto: ven mag 13, 2022 10:22 pm«Zitto, sta arrivando, ricordati che se rifiuti la terapia andrà sempre peggio per noi. Io non rinuncerò a Marina.»
Grazie, mi ha fatto piacere il  tuo commento.
PS. quando faccio l'anteprima sparisce una parte deltuo commento citato da me, spero che comprenderai lo stesso il senso.

Re: [Lab1] Gli altri dentro

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@Alba359  
Anch'io ho letto lo spiler prima di leggere il tuo testo.
Non so se mi ha aiutato, perché in realtá il ritmo del dialogo mi ha fatto cair immediatamente che era un dialogo interiore.
Ho avuto difficoltá a riconoscere l'infermiere e ho identificato almeno quatto personalitá del paziente.
Mi ha emozionato e colpito questo dialogo, ho percepito la sofferenza di questa persona e al contempo, mentre leggevo, mi rendevo conto che non potrei mai immaginare qualcuno dentro di me che agisce contro la mia volontá, che reitera il male che ho subito.
Questa lettura per me é stata davvero un'esperienza interessante e mi é piaciuta molto.

Re: [Lab1] Gli altri dentro

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Ciao Alba, ho letto il tuo testo tutto d'un fiato e mi è dispiaciuto giungere alla fine, avrei certamente voluto poter approfondire la lettura e attraversare la storia di questo personaggio con più minuzia. L'idea quindi  mi è davvero piaciuta moltissimo, io amo il genere noir perciò non ne sono mai sazia.
Mi piace come scorrono i dialoghi e al di là di qualche difficoltà nell' identificare gli interventi dell'infermiere e di Benito per il resto è scorrevolissimo e desta molta, molta curiosità. 
Se posso permettermi, tuttavia, trovo che frasi come quella citata siano troppo artificiose se si considera che sono dette da una personalità del genere in questione, credo che non ci possa essere una tale lucidità  nell'affrontare l'istinto ad un'aggressione e che, all'interno di una dialettica così serrata le battute dovrebbe essere appena appena meno riconoscibili nelle intenzioni. Forse anche per destare maggiore suspence e mistero, sarà che io lo adoro.
Comunque, a mio parere, è davvero un argomento ricco di fascino e nell'insieme il dialogo funziona alla grande.
Alla prossima (y)

Re: [Lab1] Gli altri dentro

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@Alba359 mi sei davvero piaciuta.
Per quanto riguarda lo spoiler su cui stiamo ragionando in tanti, direi che se c'è, se l'hai usato, perché non leggerlo?
Tutto dipende da come vogliamo affrontare la lettura: se godercela o fare laboratorio.
Scelgo il secondo e uso lo spoiler come un strumento di valutazione tecnica, per capire se e quanto tu abbia centrato l'obiettivo.
Dialogo interiore - conflitti - Chiusa con tilt. Funziona tutto.
E il fatto che non sia sempre chiaro chi dice cosa, lo trovo coerente con la condizione del protagonista,
che non è un semplice ospite di anime diverse, ma una creatura frammentata eppure intera. 
Affascinante contraddizione, radicalizzata nella patologia, ma in fondo condivisa dalla natura umana (Jekyll e Hyde insegnano)
Ed è qui, se mi permetti, che vedo una certa fragilità della struttura. Quasi un accontentarsi della contrapposizione tra bene e male.
Scavando un po' di più, forse avresti trovato maggiore articolazione, ma soprattutto complicità.
Le personalità multiple spesso reclamano nomi, persino sessi diversi, cosa che avrebbe aiutato a definirne la funzione. 
Il Cattivo, brutale e violento, è forza vitale, è volontà di riscatto da tutto quello che il Buono ha dovuto subire da bambino. 
E' quello che gli ha impedito più volte la resa al suicidio, che vuole orizzonti da esplorare. In sostanza, in un modo tutto suo, è la parte sana.
Arrivare a questo rovesciamento, vederlo in azione, avrebbe aggiunto una marcia in più ad un racconto già buono di suo.
https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/gia ... /mens-rea/
https://www.facebook.com/profile.php?id=100063556664392
https://emanuelasommi.wixsite.com/manu

Re: [Lab1] Gli altri dentro

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Ciao @Alba359, premetto che non avevo letto lo spoiler alla prima lettura. Secondo me la scelta di solo dialoghi è azzeccatissima. Si percepisce tutto senza nulla aggiungere. Parte con questo dialogo a due, bello e dinamico. Poi quando entra in scena l'infermiere cambia qualcosa.

Alba359 ha scritto: «Buongiorno signorine, vi avverto, oggi mi girano. Il primo che fa storie finisce in isolamento prima che se ne renda conto.»
« Eccolo quel maiale nero, scommetto che si caga sotto se comincio a dar di matto. Dai, divertiamoci un po', mettiamogli paura; gli voglio saltare addosso e prenderlo per il collo. Ti ricordi quella volta che papà ci ha legato in cantina? Ci hai messo un minuto a uscire dai nodi, fallo ancora, ti prego, quanto vorrei cavargli gli occhi. Tanto non la prendo la pillola, non ci penso proprio ad andarmene a dormire.»
«Sì che la prenderai, lo sai. Lo costringerai alle maniere forti ma, la prenderai. Guarda Benito, nemmeno se ne è accorto; poveraccio mi fa una pena, sembra così solo. Tra poco toccherà a tei»
«Sei sempre stato un rammollito. Ma chissene frega di quello scemo di Benito, io voglio andarmene da qui ora. Guardagli quelle dita grasse e nere, sembrano merda di cane, ti rendi conto? Maledetto schifoso negro, Non voglio che mi passi la terapia, mi fa schifo.»
«Per favore non dire niente, smettila, che ti frega se è nero o giallo.»
«Senti, ti ricordi del mio piano? Facciamolo stanotte, poi andiamo da Marina, la facciamo fuori, prendiamo la sua macchina, i suoi soldi e ce ne andiamo in Spagna, alle Canarie.»
«Ti ho detto di no! Io devo tornare da lei.»
«E ora tocca al nostro Luigi, chi c’è al citofono? Lo svitato o il babbeo? Ma guardati, ti hanno infiocchettato come un salame. Ti conviene non fare storie e aprire la bocca, altrimenti chiamo Oscar, ti faccio tappare il naso e, bada Gige',  se la sputi ti addormentiamo e questa pillola te la mettiamo nel culo.»
«Cazzo vuoi? sei solo una merda in camice bianco, non mi serve quella cazzo di pillola, stramaledetto tu e tutta la tua razza di scimmie schifose…»
«Oscar! Trattamento speciale al numero sette. Subito!»
«No! No, vattene lontano da me, negro di...mmhm schifossmmh..»
L'infermiere che esordisce con: "Buongiorno signorine..." già fa capire che non si tratta di un ospedale psichiatrico ma di un istituto di pena.  Però mi ha colpito (o forse sfugge a me qualcosa) la risposta successiva: "Eccolo quel maiale..."

Ho l'impressione è che i commenti si susseguono come se l'infermiere non fosse di fronte. Parlano di cavargli gli occhi ecc. come se quasi non fosse presente. Poi però prosegue con "E ora tocca al nostro Luigi, chi c'è al citofono? Per lui invece sono proprio di fronte. Poi quel citofono mi ha fatto pensare per un attimo: è reale o è simbolico? Reale mi è sembrato strano, sennò come avrebbe potuto infilargli la pillola in bocca? Inoltre da questo punto inizia a sorgere il dubbio che non si trattino di due persone con due corpi. Se puoi delucidarmi mi farebbe molto piacere.
Non so perché, ma quando entra in scena l'infermiere di colore, si percepisce un'atmosfera che mi ha fatto pensare a un'ambientazione negli Stati Uniti. Se questo era il tuo intento, sei stata bravissima.
Dopo lo stacco, quando si prepara ad uscire perché "guarito" si intuisce che terminerà con un epilogo tragico. Mi è piaciuto molto, soprattutto la chiusa finale.
Brava, mi sono molto piaciuti questi dialoghi e mi piacerebbe leggere altre storie con questo approccio.
A presto

Re: [Lab1] Gli altri dentro

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Alba359 ha scritto: Lascia che sia io a prendere le pillole, se vuoi che ci dimettano. Lo sai, con me sono più comprensivi.
Le diverse personalità convivono in un solo "corpo fisico", sicché "tutti" prendono le pillole. Alcune di quelle personalità possono volerlo più di altre, o non volerlo affatto, ma l'esito non cambia: una volta ingollate, tutti le hanno prese. Perciò, penso che sia più corretto scrivere: 
"[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Lascia che prenda le pillole, se vuoi che ci dimettano. Lo sai, con me sono più comprensivi."[/font]
Alba359 ha scritto: adesso, io sto via sempre di più
 "... adesso sono io a stare via sempre di più."
Alba359 ha scritto: Perché vuoi andare da quella rompipalle che stava sempre a criticare, non me ne frega niente di lei. Se riusciamo a uscire da qui, te lo faccio vedere io, voglio ammazzarla di botte, anzi prima la scopo e poi l'ammazzo.
Questa frase non mi convince, non la trova abbastanza "ficcante". La personalità che sta parlando, d'ora in poi la chiamerò la "sadica", odia Marina (la vuole uccidere, dopo averla ridotta all'impotenza e oltraggiata, umiliandola), non è solo blandamente infastidito da lei, perciò mi sembrerebbe più nella parte se dicesse qualcosa del tipo:
"Ma anch'io voglio tornare da quella stronza! Eccome, se lo voglio. Lasciamici mettere le mani addosso e vedrai: l'ammazzo di botte, le riduco la faccia in poltiglia... anzi prima me la fotto e poi l'ammazzo. E speriamo che strilli un sacco, mentre mi diverto con lei!"
Alba359 ha scritto: Ora l'ho capito, vuoi farmi sparire per fare il tuo comodo con lui
 In che senso? Dovrebbe essere meglio esplicitato, questo sospetto.
Alba359 ha scritto: Io...io non credo, non sono più un bambino.
 Quindi, quando era bambino, il protagonista ha subito indesiderate attenzioni da parte del padre e la "sadica" è diventata la sua forma di reazione/ribellione. Ok. Ma questa frase non mi è chiara. Vuol dire che, sì, può liberarsi della personalità più aggressiva? Se ho capito bene dovresti fargli dire qualcosa tipo:
"Sì che posso, non sono più un bambino, papà non c'è più e tu non mi servi più."
Alba359 ha scritto: «Mi avete rotto le palle, tu, la tua cura e quella stronza che, per due schiaffi, ha chiamato la polizia; ci avessi combinato qualcosa almeno tu. Amore platonico del cazzo. Mi avessi dato retta, noi
 Questa frase è più centrata per la "sadica". Ah, vedi che ti sei scordata di chiudere le caporali.
Alba359 ha scritto: «Cazzo vuoi? sei solo una merda in camice bianco, non mi serve quella cazzo di pillola, stramaledetto tu e tutta la tua razza di scimmie schifose…»
Non mi piace. A parte le parolacce è troppo fiacca. "Ah, ma sei proprio un tipo cazzuto; quasi quasi mi metti paura. Sai che ti dico? Slegami che ti cancello dalla faccia quel ghigno del cazzo e poi vediamo che fine fa la pillola!"

Ciao, @Alba359 ! Bentrovata.
Allora, devo dire che il tuo è un esperimento davvero interessante. Nella mia lunga e disonorata carriera di pseudo-esordiente (nel senso che non ho mai realmente esordito), non mi sono mai misurato con un personaggio con multiple personalità. La tua esecuzione mi ha incuriosito: chissà che non ci provi una volta di queste.
Partiamo col dire che la promessa è un po' tirata per i capelli: cioè l'ha fatta Gigè a Marina, ma non sembra che lei se ne fosse accorta o che fosse interessata alla profferta. Una promessa, a senso unico, diciamo; d'altro canto, sempre una promessa è.
I dialoghi sono ok, ma come ti ho scritto potrebbero essere più incisivi. Inoltre, non mi dispiacerebbe che le due personalità si sfidassero, per così dire, a scacchi. Specialmente la personalità "buona" dovrebbe cercare di mettere in saccoccia l'altra, dovrebbe usare giri di parole, dire e non dire, insomma il più debole dovrebbe cercare di prevalere con l'astuzia. E a nulla conta che "la sadica" saprebbe sempre, lo stesso, la verità (dopotutto, sono la stessa persona).
Perciò, risultato interessante, anche alla luce delle difficoltà della materia trattata ma, secondo me, meritevole di ulteriore applicazione.
Bye.

Re: [Lab1] Gli altri dentro

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Ciao @Alba359, io lo spoiler non l'ho letto prima di leggere la prima volta il racconto e devo dire che pensavo fosse un dialogo tra due pazienti fino a questo:
Alba359 ha scritto: «Non ti credo, che vuoi dire. Io avverto la tua presenza e basta. Il dottore me lo avrebbe detto. Gli ho parlato di te, lui sa che tu ci sei, mi ha chiesto di te e di nessun altro.»
Il che significa che il tuo esperimento è riuscito. Sei riuscita a rendere la confusione che c'è nella testa di quel soggetto.

I dialoghi scorrono, li trovo realistici. Nonostante il racconto sia fatto di soli dialoghi, non pesano. Anzi, per essere sincera ho percepito che ci fossero solo dialoghi solo alla seconda lettura, perciò brava! Significa che sei riuscita a esporre bene la situazione senza far uso di parti spiegate.

Nella scena II speriamo che davvero sia guarito... Ma, quando appena fuori dall'istituto già parla all'"altro", capiamo che sarà un epilogo tutt'altro che confortante.

Purtroppo, decenni di serie televisive pseudo-poliziesche che ci hanno dato in pasto ogni genere di disagio mentale, annacquano un po' la portata di un racconto che parla di personalità multiple. Ma questo, certo, non dipende dal tuo racconto. Sono d'accordo con aladicorvo quando dice che la trattazione della semplice contrapposizione buono/cattivo è piuttosto semplicistica. Sarebbe stata interessante una trattazione più articolata e allora ci sarebbe stato quel quid che elevava ancora di più il racconto.

Re: [Lab1] Gli altri dentro

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Otta ha scritto: Sono d'accordo con aladicorvo quando dice che la trattazione della semplice contrapposizione buono/cattivo è piuttosto semplicistica.
E sono d'accordo anch'io ma, vedi, quando una personalità si frantuma dopo essere stata vittima di un abuso così atroce, non c'è più un buono e nemmeno un cattivo. Io ne ho tirate fuori solo due: uno svalvolato, e uno un pò tonto, di buoni o cattivi nel senso comune non ce ne sono nel racconto; sono solo pezzi di un uomo che potrebbe aver avuto il suo carattere unico e personale se avesse avuto un'infanzia.
Billy Millighan ha dormito per anni, è stato il dottore a svegliarlo, a lavorare sulle ventiquattro personalità. Ogni diverso alter usciva per agire all'esterno, secondo le necessità del momento che il corpo di Billy stava vivendo.
Io ho creduto che nella situazione in cui è finito lo svitato, dovesse uscire fuori la personalità più accondiscendente verso le cure e la medicina, prendere il posto del pezzo svitato a tutti i costi e la scusa che ho trovato è Marina e la sua promessa di tornare da lei.  

Otta ha scritto: Anzi, per essere sincera ho percepito che ci fossero solo dialoghi solo alla seconda lettura, perciò brava! Significa che sei riuscita a esporre bene la situazione senza far uso di parti spiegate.
Ecco, di questo sono molto felice. Mi sono concentrata molto su come fargli vivere una storia senza poter usare le azioni, i verbi che di solito si usano nei dialoghi o l'ambientazione in cui si trovano a dialogare i due. Non c'è nulla intorno mentre si parlano.

Grazie @Otta  mi ha fatto molto piacere il tuo commento, presto passerò a commentare il tuo. Mi sembra che ne ho ancora quattro da commentare.


Pulsar ha scritto: Marina, ma non sembra che lei se ne fosse accorta o che fosse interessata alla profferta. Una promessa, a senso unico, diciamo; d'altro canto, sempre una promessa è.
Infatti, @Pulsar, ci hai preso: Luigi si è fatto un sacco di film, la ragazza, ho immaginato una vicina di casa, o la barista, insomma, una che lui si è ficcato nella mente (almeno il pezzetto che gli spetta) quella donna e ne ha fatto la sua fidanzata; promessa, amore, matrimonio, tutto inventato naturalmente.
Pulsar ha scritto: A parte le parolacce è troppo fiacca. "Ah, ma sei proprio un tipo cazzuto; quasi quasi mi metti paura.
E ci credo che è fiacca!, gia ho fatto fatica a fargli dire tutte quelle parolacce, insulti razzisti ecc. La prossima volta dovrò immedisimarmi in Jack Torrance. Mi riuscirà sicuramente meglio.
Grazie per essere passato a leggere.

 

Re: [Lab1] Gli altri dentro

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Cara @Alba359   :)

io non ho anteposto volutamente la lettura dello spoiler alla lettura del testo, e mi sono resa conto di chi fossero i due protagonisti qui, in questi paragrafi:
Alba359 ha scritto: «Lei mi amava, ci amavamo. Aveva paura di te... Non aveva fatto niente e tu? L'hai picchiata. È stata colpa tua se mi ha lasciato, sei crudele, mi hai scavalcato mentre ero con lei. Hai infranto le nostre regole. »

Bello e originale la scelta del dialogare con se stessi! C'è un uomo disturbato che parla in continuo col suo brutto alter ego per convincerlo a curarsi per tornare guarito dall'amata Marina come da promessa.
Non ce la farà la parte buona a prevalere. Tornerà da lei e lei chiamerà la polizia, memore del passato violento.
Lui si uccide, alla fine, con entrambe le sue anime in contrasto.
Lessico all'altezza, testo corretto salvo alcuni refusi e sviste che ti hanno già fatto notare.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Lab1] Gli altri dentro

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Ciao @Alba359 

Devo dire che il tuo esperimento di costruire una storia sorretta solo da dialoghi diretti è pienamente riuscito.
Non solo, ne hai tratto anche una vicenda assai godibile alla lettura, dando un ritratto a tutto tondo di questa duplice personalità fortemente disturbata.
Il tuo presupposto ha ottenuto due felicissimi risultati: quello di dimostrare che un dialogo può fare a meno di accessori espressivi, pur risultando pieno di potenza espressiva nelle nude parole.

Credo che Carmelo Bene, sarebbe entusiasta del risultato che hai colto.

La seconda cosa è che il dialogo abbia creato lo “spazio” e l’ambiente, senza alcuna necessità di descrizione aggiuntiva.
La storia è piacevole da leggere, è ovviamente (a mio giudizio) scritta assai bene, i dialoghi delle due anime del protagonista risultano ben congegnati e non cadono mai di tono.

Una storia con connotazioni drammatiche, come sempre appaiono quelle che toccano apetti di devianza nella mente umana, ma che trova nel suo finale una sorta di riscatto morale per la parte oscura della mente duale: ovvero l’essere alla fine l’agente che, attraverso percorsi tortuosi e insoliti, riesce a tenere in vita il corpo che occupa.
Bel racconto, originale e coraggioso nella sperimentazione.

Complimenti e un caro saluto.  :D

Re: [Lab1] Gli altri dentro

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Condivido gli apprezzamenti sull'esperimento delle "personalità multiple", tematica di cui avevo letto/visto qualcosa.
Sì, anch'io avrei posposto lo spoiler e tagliato un po' di battute. Soprattutto , visto il numero, oltre al buono e al cattivo, poteva starci una personalità "mediatrice". Comunque un buon lavoro!
" ...con mano ferma ma lenta sollevò la celata. L'elmo era vuoto." (Calvino)
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