[LAB1] Ti ho incontrata al tramonto

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–Adesso spiegami perché diavolo siamo qui.
–Ma… ma non riconosci la spiaggia? Non dirmi che non…
–Sì, cazzo, la riconosco! Ma cosa ti è saltato in mente di venire qui proprio questa sera? Siamo lontani da casa, i ragazzi arriveranno tra poco e dovevo uscire con Alice. Rovini sempre tutto, Guido. Tutto.
Non lo guardò, mentre parlava. Teneva lo sguardo fisso all’orizzonte.
–Adesso perché piangi, Rita?
–Perché non volevo esser qui. Tu non dovevi esserci! Sei un tale idiota!
Aprì la portiera e scese di scatto, lasciandolo solo nell’abitacolo. Lui annusò l’aria salmastra che si era intrufolata.
Attraverso il parabrezza guardò la moglie allontanarsi:
–Il mare profuma come cinquant’anni fa.– mormorò a se stesso, –Come la sera in cui ci siamo incontrati, amore mio. Quella in cui feci la promessa per cui sono qui oggi.
Scese anche lui dall’auto e lentamente raggiunse la donna, al confine tra l’asfalto e la sabbia.
–Mi stai spezzando il cuore, Guido. Portami via, ti prego. Andiamocene adesso.
–Sono solo ricordi, non possono farci del male.
–No, i ricordi non possono, hai ragione. Non loro…– scosse il capo e infine parve rassegnarsi, –Abbracciami, ho freddo.
Lui la cinse con tenerezza, la sua nuca contro il petto. I capelli gli solleticavano il viso:
–Non ti ho detto dove volevo portarti, ma davvero le altre faccende sono così importanti da non voler essere qui?
–Sei uno stupido. Dimmi perché siamo qui.
–Perché noi…
–La verità Guido!
Rispose un lungo silenzio.
Poi lui sciolse l’abbraccio e si sedette sulla sabbia:
–Ricordi? Ti ho incontrata al tramonto. Il sole aveva appena toccato l’orizzonte e il mare…
–…era una distesa in fiamme che ardeva solo per noi. Quante volte lo hai raccontato agli amici, ai nostri figli o a chiunque volesse ascoltarti?
–Sembra che te ne dispiaccia. Sei pentita della nostra vita?
Lei gli prese il volto tra le mani, con le labbra vicino alle sue. La voce quasi impercettibile nel lungo bacio:
–Oh, sciocco d’un uomo. Di nulla mi pento. Mi hai dato un amore che serberò per l’eternità. Una gioia di vivere che non pensavo di poter provare. Hai dato un senso alla mia esistenza.
–Tu piangi di nuovo, Rita. Non devi. Non c’è ragione. Siamo invecchiati, è vero, ma una simile malinconia non deve esistere. Sorridimi. Sorridi con la gioia di quella prima sera… Ecco, così amore mio… scaccia i cattivi pensieri. Ricorda quel che provammo allora.
–Oh, io ricordo. Ricordo tutto, lo sai. Sempre: il tuo impaccio, il tuo arrossire e la tua… velocità…
–Non sfottermi. Avevo sedici anni e non lo avevo mai fatto. E poi dopo ho recuperato, no?
–Oddio, sei inguaribile! Ne hai quasi settanta adesso, abbiamo tre figli, e davvero senti il bisogno di difendere la memoria della tua virilità?
–Brava, continua a prendermi in giro: quasi ti preferivo triste.– la schernì, rialzandosi in piedi: –Ecco, il sole sta per toccare le acque, tra poco potremo tornare alla nostra vita. Nulla di cui preoccuparsi, vedi? Non c’è nulla…
–Eppure la tua voce è tesa: te lo chiedo ancora, perché siamo qui, Guido?
Con un sospiro lui si voltò indietro a guardarla:
–Una promessa.
–Dimmi.
–Non posso, non ancora: fa parte della promessa stessa. Per adesso sappi che ho giurato che sarei stato qui oggi, al momento del tramonto, per parlare con una persona. Ma è una cosa di cinquant’anni fa, avvenne pochi minuti prima di incontrare te e non può esserci nessuno che… Cos’hai? Cosa succede?
In risposta, lei alzò il braccio per indicare alle spalle del marito, verso la spiaggia:
–C’è qualcuno.
Lui stava per dire che era impossibile, che non si vedeva anima viva, quando scorse la figura nel tramonto.
–Ma come…
–Dimmi cos’hai promesso, Guido. Viola il patto e dimmelo, ti prego. Per il nostro futuro.
–Non, non posso…– tentò di riacquistare sicurezza –Non posso dirtelo. Prima devo andare a parlargli e quando tornerò potrò spiegarti.
Fece alcuni passi, poi esitò e si voltò nuovamente per guardarla:
–Aspettami. Lo sai che nulla mi tiene lontano da te troppo a lungo.
Lei gli sorrise malinconica:
–Lo so, lo so. Io non mi muovo. Ti aspetto qui.
Così, l’uomo si diresse verso la figura in riva al mare. Era seduta di schiena e si trovava controsole, per cui gli appariva come una sagoma nera su uno sfondo abbacinante. Ugualmente ebbe l’impressione che si trattasse di un ragazzo.
–Com’ero io cinquant’anni fa…
Piangevo, preda di una disperazione senza scampo.
Ero convinto di essere solo in quel tramonto, ma sbagliavo, perché una voce profonda mi aveva sorpreso:
–Cosa ti succede, giovane? Ho sentito il richiamo del tuo dolore.
–Non sono affari tuoi, vecchio. Vattene! Non voglio nessuno intorno.
Non mi ero neppure voltato a guardarlo, ma non aveva desistito:
–Per quale ragione vuoi restare solo? Raccontami le tue pene.
–Ti ho detto di andartene! Tu non… non…
–Ah! Sono tanto brutto che ti mancano le parole?
Avevo scosso il capo:
–No, non è quello, anzi, al contrario. È che la tua voce è così bassa che credevo fossi un uomo… invece sei un ragazzo come me.
–Tu dici?
Lo avevo osservato confuso e lui ne aveva approfittato:
–Permetti che mi sieda accanto a te, ragazzo.
–Non è possibile, adesso anche la tua voce è diversa, più femminile. Chi sei?
–Io? Sono qualsiasi cosa e nulla, temo. Tu invece sei Guido, io lo so. Io so tutto…– aveva esitato un istante e poi scosso le spalle, –Beh, quasi tutto.
–Se è vero, sai già perché sono qui.
–Certo. Tu vuoi nuotare verso il largo fino a che non avrai più speranza di poter tornare.– aveva indicato la mia testa: –E lo vuoi fare perché ti hanno diagnosticato tre mesi di vita.
Ero sbalordito:
–Cosa sei tu? Un angelo?
–Strana domanda. Se fossi un angelo dovrei risponderti sinceramente di sì, sai: gli obblighi sulla Verità e quella roba lì. Ma se fossi il diavolo? Ti ingannerei e ti direi altrettanto, non credi? Quindi la domanda è mal posta.
–Merda. Ho un tumore che mi mangia il cervello! Puoi salvarmi, chiunque tu sia?
–Ecco! Questa è LA domanda. Ma io ti chiedo: perché?
–Perché cosa?
–La ragione per cui vorresti essere salvato. In fondo la morte è il tuo destino in ogni caso.
–Ma io voglio vivere, voglio amare, provare esperienze, sbagliare. Essere felice.
Aveva sbuffato:
–La felicità è oppio, ragazzo. Quante persone conosci che lo sono davvero? Realmente felici, intendo.
–Nessuno può essere sempre felice, ma è proprio questo che dà più valore ai momenti di gioia.
Alla mia risposta si era alzato in piedi con un movimento fluido, il sole stava per toccare le acque.
Dopo un lungo silenzio aveva domandato:
–Cosa pensi che ti renderebbe felice?
–Non lo so. Credo una persona da amare, un buon lavoro, dei figli. La salute.
–Banalità. Mi hanno chiesto ben altro nei secoli, ma mi incuriosisce l’idea di una felicità così mediocre. È da provare. Facciamo un patto…
L’uomo si affiancò alla figura che lo attendeva seduta in riva al mare.
–Eccomi.
–Hai mantenuto la parola.
–Come tu la tua. Grazie per la vita che mi hai donato.
–Io? No, sbagli. Io non sono lui: sono solo un suo emissario. Mi ha mandato a dirti che sei un idiota.
–Non capisco.
–Non avevi obbligo di presentarti e rendere l’anima. Potevi continuare a vivere la tua felicità. Potevi non essere qui, stasera.
–Le stesse parole di Rita.
–Già, idiota: lei è lui.
–Lui?
–Cinquant’anni fa lo hai talmente incuriosito che ha deciso di essere lui la persona al tuo fianco. Di tastare la tua mediocre felicità. Perché pensi di aver trovato l’anima gemella dopo pochi minuti?
–Rita…
–Già! E sai cosa? Avevi convinto il Diavolo che vale la pena. Mediocre felicità e tutto il resto. Sperava che non venissi qui perché non vuole perderti. Non credeva che fossi un tale idiota.
–Ma se avessi violato il patto…
–Cosa avrebbe fatto? Mandato la tua anima negli inferi? È già sua!– rise ironico –Lui non può violare l’accordo ma se l’avessi fatto tu sareste stati liberi.
L’uomo abbassò il capo:
–E ora?
–Gli hai promesso l’anima, qui e adesso. Siete vincolati al tempo e al luogo.
–Quindi devo tornare da lei…
–Certo, e rendergli l’anima: tu andrai nel suo inferno e lui rimarrà qui nel tuo, con il cuore spezzato.– scosse il capo –Mi spiace, ma il finale è questo.

Re: [LAB1] Ti ho incontrata al tramonto

2
Ullalla @L'illusoillusore mi hai davvero congelata con questo finale!
Mi è piaciuta la tensione che hai saputo tenere alta per tutta la narrazione. Il climax crescente fino al finale inatteso è un altro plus del
Racconto che parte come una storia normale per concludersi nel fantastico attraverso un lungo flashback.
Per quanto riguarda i dialoghi non li ho trovati sempre naturali e convincenti soprattutto in alcuni punti. Ad esempio:
L ha scritto: –Il mare profuma come cinquant’anni fa.– mormorò a se stesso, –Come la sera in cui ci siamo incontrati, amore mio. Quella in cui feci la promessa per cui sono qui oggi.
Questo dialogo interiore mi sembra tanto costruito. Mi è difficile immaginare che una persona formuli un pensiero così articolato. 
L ha scritto: Cinquant’anni fa lo hai talmente incuriosito che ha deciso di essere lui la persona al tuo fianco. Di tastare la tua mediocre felicità. Perché pensi di aver trovato l’anima gemella dopo pochi minuti?
Questo disvelamento, spiazza ma la frase è piuttosto contorta. Sono inciampata leggendola. 
L ha scritto: Brava, continua a prendermi in giro: quasi ti preferivo triste.– la schernì, rialzandosi in piedi: –Ecco, il sole sta per toccare le acque, tra poco potremo tornare alla nostra vita. Nulla di cui preoccuparsi, vedi? Non c’è nulla…
Ecco il sole che sta per toccare ecc. Anche in questo caso trovo la frase un po’ troppo costruita.

In totale il racconto mi è piaciuto e l’ho letto con curiosità fino al finale. 
Il tema che hai scelto non è originale ma di sicuro hai saputo renderlo avvincente. 
Complimenti!

Re: [LAB1] Ti ho incontrata al tramonto

3
Che botta!
Il diavolo col cuore, ma dico proprio cuore, spezzato!
Fino ad un certo punto mi cullavo tranquilla nella versione da mare del Faust e poi all'improvviso il plot twist con un diavolo curioso che nutre speranze e sentimenti.
Adoro questo tipo di letture che mi fanno credere di sapere dove sono, per poi svelare con un'abile colpo di scena che mi trovo altrove.
Sei stato l'ultima lettura di questo contest e sono piú che soddisfatta. Complimenti!

Re: [LAB1] Ti ho incontrata al tramonto

4
Racconto molto intrigante, con un gran bel finale.
Lascio giusto qualche nota:
Adesso spiegami perché diavolo siamo qui
Potresti provare a stressarlo di più, mettendo il diavolo in prima fila, tipo “Perché siamo qui lo sa solo il diavolo, eh Guido?”
Lui annusò l’aria salmastra che si era intrufolata.
Attraverso il parabrezza guardò la moglie allontanarsi
Suggerirei di rimuovere i verbi di percezione (annusò, guardò) lasciandone solo i risultati. A titolo di esempio:
L’aria salmastra aveva invaso l’abitacolo in un attimo.
La moglie si allontanava sulla spiaggia, i contorni sfumati dal buio dell sera e dalla sabbia che s’era depositata sul parabrezza.
Lui la cinse con tenerezza, la sua nuca contro il petto.
Per la serie “no agli avverbi” (e alle locuzioni che svolgono medesima funzione), potresti eliminare il tell e lasciare solo lo show (tantopiù che lei ha appena detto “abbracciami”): le braccia di lui avvinghiate alla vita di lei, la nuca di lei contro il petto di lui.
Eppure la tua voce è tesa
Troppo “pulito”: non sarebbe meglio “non me la dai a bere, Guido” o “a giudicare dalla tua voce…” e lasci in sospeso, un anacoluto che si risolve nel “te lo chiedo ancora” etc etc
Io? No, sbagli. Io non sono lui: sono solo un suo emissario. Mi ha mandato a dirti che sei un idiota.
Questo è il punto di svolta e arriva un po’ troppo veloce. Potresti provare a spezzarlo e alzare la tensione:
Io? No, sbagli. Io non sono lui: sono solo un suo emissario.
Un che?
Mi ha mandato a dirti che sei un idiota.
Mi spiace, ma il finale è questo.
Qui mi pare un’occasione sprecata: molto veloce e netto, ‘sto finale, pure troppo…
Potresti immaginare di amplificare il dispiacere:
Mi spiace
Anche a me
Anche a lui

Re: [LAB1] Ti ho incontrata al tramonto

5
L ha scritto: –Già, idiota: lei è lui.
Sei un pazzo  :aka: che figata!
Ero convinto di aver già capito tutto a metà racconto - un patto con la morte, o col diavolo - ma qui hai stravolto tutto. Geniale.
Mi è piaciuto moltissimo questo racconto. La tensione che costruisci tra i personaggi è interessante e tiene in piedi la storia nella parte iniziale, il loro rapporto è molto vero, così come lo sono i loro gesti, ad esempio
L ha scritto: Lui la cinse con tenerezza, la sua nuca contro il petto. I capelli gli solleticavano il viso
I gesti che contornano i loro dialoghi sono molto efficaci. I dialoghi in sé, invece, li ho trovati a tratti abbastanza macchinosi:
L ha scritto: –Oh, sciocco d’un uomo. Di nulla mi pento. Mi hai dato un amore che serberò per l’eternità. Una gioia di vivere che non pensavo di poter provare. Hai dato un senso alla mia esistenza.
Mi ritrovo a chiedermi: chi mai parlerebbe così? Non sembra di sentire una persona vera, ma l'idealizzazione della figura della donna narrativa. Un po' manieristico. Nella discussione generale sui dialoghi abbiamo avuto scambi interessanti su quanto il dialogo debba essere realistico e quanto invece l'idealizzazione di un dialogo reale, quindi forse è un po' una questione di gusto; io personalmente in un paio di punti ho storto il naso, perché certe battute mi hanno fatto perdere l'immersione per quanto sono costruite
L ha scritto: –Certo, e rendergli l’anima: tu andrai nel suo inferno e lui rimarrà qui nel tuo, con il cuore spezzato.– scosse il capo –Mi spiace, ma il finale è questo.
Il finale è super accattivante. Secondo me funziona tutto: personaggi credibili e tensione narrativa all'inizio, plot twist dolceamaro alla fine.
Mi ha ricordato una delle mie canzoni preferite
https://youtu.be/vwLQw_95hX0

Re: [LAB1] Ti ho incontrata al tramonto

6
Ciao @L'illusoillusore 


Una storia tremendamente bella e intrigante. L’unico appunto che potrei farti è sulla sua brevità, nonostante tu abbia saputo condensare e descrivere bene i passaggi temporali del lungo periodo che rappresenti.
Mi viene da pensare sul fatto che Guido in tanti anni non si sia mai accorto di nulla, neanche per una sorta d’istinto sulla vera natura della donna che aveva sposato, forse non proprio in una chiesa consacrata, cinquanta anni prima. Forse oggi sarebbe possibile farlo però, con tutte le “aperture” che abbiamo avuto anche questa troverebbe il suo spazio.
Ho cominciato ad avere qualche “sospetto” sulla vera natura di Rita quando dice
L ha scritto: –Oh, sciocco d’un uomo. Di nulla mi pento. Mi hai dato un amore che serberò per l’eternità. Una gioia di vivere che non pensavo di poter provare. Hai dato un senso alla mia esistenza.
Perché parla come qualcuno di passaggio, che ha potere e che si è volutamente fermato di sua volontà per il gusto di provare qualcosa. Questo “qualcuno” mi ha incuriosito e quando sono arrivato a capire chi poteva essere mi ha piacevolmente spiazzato.
Dunque anche il diavolo ha voluto fare esperienze con gli umani, di sicurò ne avrà il potere.
Poi dopo ho ripensato alla prima frase di Rita
L ha scritto: –Adesso spiegami perché diavolo siamo qui.
Che proprio Rita dica "perché diavolo" mi ha fatto sorridere. Si è compenetrata bene nella parte umana.
Mi viene da immaginare su come possa essere stata questa vita a due, hanno anche avuto dei figli se non ho capito male, una storia davvero particolare, inusuale che si potrebbe arricchire di innumerevoli episodi. Ho molto apprezzato anche la tua scrittura, per me molto chiara e scorrevole, una lettura davvero piacevole.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [LAB1] Ti ho incontrata al tramonto

8
Ciao @L , bravo, sei riuscito a spiazzare due volte nel giro di poche righe!
Il tuo è un racconto ben architettato. Ruota attorno a un tema visto e rivisto, ma l'hai reinterpretato in modo originale.

La struttura è chiara: preambolo sulla spiaggia di sapore familiare, flashback con primo colpo di scena, ritorno sulla spiaggia con secondo colpo di scena, finale agghiacciante.
La parte centrale, che metti in corsivo per differenziare quel che avvenne cinquant'anni prima, io la metterei anche visivamente separata da un rigo rispetto al resto (un rigo prima e un rigo dopo), in un paragrafo a se stante.

 Solo alla fine si capisce il perché di quell'aria infastidita della moglie, e alla seconda lettura, alla luce di ciò che si è appreso, si apprezza la totalità del racconto. Il che lo rende interessante, non è per nulla un difetto, l'ho apprezzato.

La scrittura è precisa anche se un po' barocca, il che può essere una caratteristica che riguardi le parti spiegate, a seconda dei gusti, ma nei dialoghi pare troppo forzata, poco naturale. Sembrano dialoghi filtrati da una penna che li vuole rendere aulici. Questo non permette di immedesimarsi e di sentire come veri i personaggi.

 

Re: [LAB1] Ti ho incontrata al tramonto

9
Una "rivisitazione" di tipo faustiano abbastanza originale. Il tuo Mefistofele  regala mezzo secolo al giovane malato e,  curioso di una felicità "banale", si fa moglie amorevole e pure prolifica.
Il ritmo del racconto è convincente, gli stacchi giusti...  Come dai commenti precedenti, solo alcune battute sono naturali ed efficaci, altre suonano artificiose, "auliche" ha scritto un lettore, e non favoriscono l'immedesimazione. Scrittura corretta e in genere scorrevole.
" ...con mano ferma ma lenta sollevò la celata. L'elmo era vuoto." (Calvino)
Pagina autrice fb: virginialess/21 Blog "Noi nonne": https.//virginialess.wordpress.com

Re: [LAB1] Ti ho incontrata al tramonto

10
@@Monica ciao!
Eccomi per un paio di riflessioni più approfondite sul tuo commento.
@Monica ha scritto: Questo dialogo interiore mi sembra tanto costruito. Mi è difficile immaginare che una persona formuli un pensiero così articolato. 
Sono d'accordo con te, non funziona bene!
@Monica ha scritto: Questo disvelamento, spiazza ma la frase è piuttosto contorta. Sono inciampata leggendola.
Qui invece, pur rispettando la tua opinione, faccio fatica a condividerla, ma ci rifletterò su!
@Monica ha scritto: Ecco il sole che sta per toccare ecc. Anche in questo caso trovo la frase un po’ troppo costruita.
Qui sono d'accordo con te, ma era voluta: ho pensato che un uomo di settant'anni, che ha vissuto per cinquant'anni con la spada di Damocle di un patto col diavolo, nel momento chiave in cui pensa di averla "sfangata" possa lasciarsi andare a un po' di retorica. In fondo noi stessi usiamo toni e vocaboli diversi a seconda del contesto, no?
@Monica ha scritto: In totale il racconto mi è piaciuto e l’ho letto con curiosità fino al finale. 
Il tema che hai scelto non è originale ma di sicuro hai saputo renderlo avvincente. 
Complimenti!
Sono contento e grazie per i tuoi spunti!

Re: [LAB1] Ti ho incontrata al tramonto

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@Almissima
Almissima ha scritto: Che botta!
Il diavolo col cuore, ma dico proprio cuore, spezzato!
Fino ad un certo punto mi cullavo tranquilla nella versione da mare del Faust e poi all'improvviso il plot twist con un diavolo curioso che nutre speranze e sentimenti.
Adoro questo tipo di letture che mi fanno credere di sapere dove sono, per poi svelare con un'abile colpo di scena che mi trovo altrove.
Sei stato l'ultima lettura di questo contest e sono piú che soddisfatta. Complimenti!
Grazie! Apprezzo sempre molto il tuo stile e la tua scrittura, quindi sono maggiormente contento di aver soddisfatto il tuo gusto!

Re: [LAB1] Ti ho incontrata al tramonto

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@Gualduccig
Gualduccig ha scritto: Potresti provare a stressarlo di più, mettendo il diavolo in prima fila, tipo “Perché siamo qui lo sa solo il diavolo, eh Guido?”
Ciao! 
Non sono così convinto che girare la frase (sicuramente come la proponi tu è più bella) sia in linea con la psiche del diavolo/Rita: è un po' troppo ironica, mentre lei è preoccupata, se non spaventata, per quel che dovrà accadere: vuole spiegazioni, non ironia.
Gualduccig ha scritto: Suggerirei di rimuovere i verbi di percezione (annusò, guardò) lasciandone solo i risultati. A titolo di esempio:
L’aria salmastra aveva invaso l’abitacolo in un attimo.
Giusto! Ammetto che nel tentativo di minimizzare le parti on dialogate, mi è sfuggita questa possibilità!
Gualduccig ha scritto: Per la serie “no agli avverbi” (e alle locuzioni che svolgono medesima funzione), potresti eliminare il tell e lasciare solo lo show (tantopiù che lei ha appena detto “abbracciami”): le braccia di lui avvinghiate alla vita di lei, la nuca di lei contro il petto di lui.
ci può stare, sì. Anche se sono del partito "pochi avverbi utili" e non del "no agli avverbi" :-) 
Gualduccig ha scritto: Questo è il punto di svolta e arriva un po’ troppo veloce. Potresti provare a spezzarlo e alzare la tensione:
Io? No, sbagli. Io non sono lui: sono solo un suo emissario.
Un che?
Mi ha mandato a dirti che sei un idiota. Qui mi pare un’occasione sprecata: molto veloce e netto, ‘sto finale, pure troppo…
Potresti immaginare di amplificare il dispiacere:
Mi spiace
Anche a me
Anche a lui
Queste "maggiorazioni" sono giuste e ti confesso che all'inizio c'era qualcosa di simile, poi sono dovuto scendere dall'Everest fin sotto gli ottomila e sforbiciare a destra e a manca. mi sono fermato a 7997, con le conseguenti rinunce!

Grazie dei commenti!

Re: [LAB1] Ti ho incontrata al tramonto

13
@Mina
Mina ha scritto: Sei un pazzo  :aka: che figata!
Ciao!  :arrossire:
Mina ha scritto: I gesti che contornano i loro dialoghi sono molto efficaci
grazie. trovo sempre spiazzante il fatto che uno stesso passaggio possa piacere ad alcuni ed essere oggetto di proposta di miglioramento da parte di altri. 

Mina ha scritto: I dialoghi in sé, invece, li ho trovati a tratti abbastanza macchinosi: Mi ritrovo a chiedermi: chi mai parlerebbe così? Non sembra di sentire una persona vera, ma l'idealizzazione della figura della donna narrativa. Un po' manieristico. Nella discussione generale sui dialoghi abbiamo avuto scambi interessanti su quanto il dialogo debba essere realistico e quanto invece l'idealizzazione di un dialogo reale, quindi forse è un po' una questione di gusto; io personalmente in un paio di punti ho storto il naso, perché certe battute mi hanno fatto perdere l'immersione per quanto sono costruite
Sono d'accordo con te che una donna non parlerebbe così: è il diavolo a farlo, infatti!  :diavolo2:

Lo ha colto @Alberto Tosciri :
Alberto Tosciri ha scritto:
Ho cominciato ad avere qualche “sospetto” sulla vera natura di Rita quando dice
Perché parla come qualcuno di passaggio, che ha potere e che si è volutamente fermato di sua volontà per il gusto di provare qualcosa. Questo “qualcuno” mi ha incuriosito e quando sono arrivato a capire chi poteva essere mi ha piacevolmente spiazzato.
Dunque anche il diavolo ha voluto fare esperienze con gli umani, di sicurò ne avrà il potere.
  
Mina ha scritto: Il finale è super accattivante. Secondo me funziona tutto: personaggi credibili e tensione narrativa all'inizio, plot twist dolceamaro alla fine.
Mi ha ricordato una delle mie canzoni preferite
https://youtu.be/vwLQw_95hX0
Grazie per le belle parole, sono contento che ti sia piaciuto!

E viva i B.S. !!!

Re: [LAB1] Ti ho incontrata al tramonto

14
Alberto Tosciri ha scritto:
Una storia tremendamente bella e intrigante. L’unico appunto che potrei farti è sulla sua brevità, nonostante tu abbia saputo condensare e descrivere bene i passaggi temporali del lungo periodo che rappresenti.
Mi viene da pensare sul fatto che Guido in tanti anni non si sia mai accorto di nulla, neanche per una sorta d’istinto sulla vera natura della donna che aveva sposato, forse non proprio in una chiesa consacrata, cinquanta anni prima. Forse oggi sarebbe possibile farlo però, con tutte le “aperture” che abbiamo avuto anche questa troverebbe il suo spazio.
@Alberto Tosciri ciao!
Grazie per le parole e sì, ci sarebbe stato bisogno di ben più spazio. Tra l'altro non avevo proprio pensato al problema che potrebbe avere il diavolo per sposarsi in chiesa. Magari si è confessato e ha avuto l'assoluzione?? :facepalm:
Alberto Tosciri ha scritto:
Ho cominciato ad avere qualche “sospetto” sulla vera natura di Rita quando dice
Perché parla come qualcuno di passaggio, che ha potere e che si è volutamente fermato di sua volontà per il gusto di provare qualcosa. Questo “qualcuno” mi ha incuriosito e quando sono arrivato a capire chi poteva essere mi ha piacevolmente spiazzato.
Dunque anche il diavolo ha voluto fare esperienze con gli umani, di sicurò ne avrà il potere.
Grazie! Sono commosso che tu abbia colto il messaggio dietro quel parlar strano! Grazie!
Alberto Tosciri ha scritto: Che proprio Rita dica "perché diavolo" mi ha fatto sorridere. Si è compenetrata bene nella parte umana.
A me ha fatto ridere sin dal momento in cui l'ho pensata!
Alberto Tosciri ha scritto: Mi viene da immaginare su come possa essere stata questa vita a due, hanno anche avuto dei figli se non ho capito male, una storia davvero particolare, inusuale che si potrebbe arricchire di innumerevoli episodi.
Già! Magari questo racconto è solo il prologo a una storia sul diavolo e i suoi tre demoniaci figlioli che scorrazzano sulla Terra!
Alberto Tosciri ha scritto: Ho molto apprezzato anche la tua scrittura, per me molto chiara e scorrevole, una lettura davvero piacevole.
Che bel complimento!
Grazie e a presto.

Re: [LAB1] Ti ho incontrata al tramonto

15
@Otta
Otta ha scritto: Ciao @L , bravo, sei riuscito a spiazzare due volte nel giro di poche righe!
Il tuo è un racconto ben architettato. Ruota attorno a un tema visto e rivisto, ma l'hai reinterpretato in modo originale.

La struttura è chiara: preambolo sulla spiaggia di sapore familiare, flashback con primo colpo di scena, ritorno sulla spiaggia con secondo colpo di scena, finale agghiacciante.
La parte centrale, che metti in corsivo per differenziare quel che avvenne cinquant'anni prima, io la metterei anche visivamente separata da un rigo rispetto al resto (un rigo prima e un rigo dopo), in un paragrafo a se stante.

 Solo alla fine si capisce il perché di quell'aria infastidita della moglie, e alla seconda lettura, alla luce di ciò che si è appreso, si apprezza la totalità del racconto. Il che lo rende interessante, non è per nulla un difetto, l'ho apprezzato.
Ciao, e grazie per le parole. Son contento che ti sia piaciuto, ma soprattutto:
Otta ha scritto: La scrittura è precisa anche se un po' barocca
aiutami a migliorare: la mia scrittura è stata definita in molti modi ma mai barocca (a meno che non volessi falo espressamente), mi citi esempi su cui io possa riflettere?

Anche sull'aulicità dei dialoghi, please!

Re: [LAB1] Ti ho incontrata al tramonto

17
Ti riporto le frasi che a me sembrano stonare perché troppo artificiose, non riesco a immaginare qualcuno che si esprime così:

Il mare profuma come cinquant’anni fa.– mormorò a se stesso, –Come la sera in cui ci siamo incontrati, amore mio. Quella in cui feci la promessa per cui sono qui oggi.

Ricordi? Ti ho incontrata al tramonto. Il sole aveva appena toccato l’orizzonte

Mi hai dato un amore che serberò per l’eternità

una simile malinconia non deve esistere. Sorridimi. Sorridi con la gioia di quella prima sera… Ecco, così amore mio… scaccia i cattivi pensieri. Ricorda quel che provammo allora

Ecco, il sole sta per toccare le acque

fa parte della promessa stessa. Per adesso sappi che ho giurato che sarei stato qui oggi

Lo sai che nulla mi tiene lontano da te troppo a lungo



Soprattutto non riesco a immaginare che ce ne siano tante di frasi di questo tipo. Nei dialoghi reali, solitamente, può uscire ogni tanto una frase un po' più artificiosa delle altre, ma non succede - anche solo per il calcolo delle probabilità - che ne escano di seguito così tante.

Intendevo questo. Ma può essere un mio gusto personale.

Re: [LAB1] Ti ho incontrata al tramonto

19
L ha scritto: Non sono così convinto che girare la frase (sicuramente come la proponi tu è più bella) sia in linea con la psiche del diavolo/Rita: è un po' troppo ironica, mentre lei è preoccupata, se non spaventata, per quel che dovrà accadere: vuole spiegazioni, non ironia.
Giustissimo: la mia proposta (frettolosa) è troppo ironica e poco coerente con la scena.

Confermo solo la logica sottostante: l’espressione “perché diavolo” cita il diavolo ma non ne fa nucleo fondante della frase, se riesci a trovare una struttura sintattica che metta il diavolo in rilievo crei fin dall’inizio un sottotesto che, arrivati al finale, arricchirà l’intero racconto.

Re: [LAB1] Ti ho incontrata al tramonto

20
Ciao @L'illusoillusore   bella la storia, da profonda estimatrice di Dylan Dog e di tutti gli "anti eroi" della storia non ho potuto che apprezzare il personaggio di Guido e della sua inguaribile onestà. Personaggio davvero ben riuscito!
Forti, secondo me l' inizio con la frase "perché diavolo...?  e la realizzazione della storia intervallata dal flashback doveroso e molto ben riuscito considerando il limite dei caratteri.
Aspetti che mi sono piaciuti meno senz'altro la mancanza di spontaneità in alcune parti del dialogo:
L ha scritto: Perché non volevo esser qui. Tu non dovevi esserci! Sei un tale idiota! 
"Un tale idiota" leva un po' di franchezza alla discussione, meglio, secondo me andare direttamente al punto attraverso un esclamazione tipo: "idiota!" appunto.
 Il finale, nonostante riesca comunque a raggiungere il suo scopo, probabilmente risente un po' dei limiti poiché risulta un po' frettoloso ma nulla che non si possa risistemare.
Altra straordinaria nota positiva  è data dall'aderenza al tema della promessa. Complimenti e alla prossima lettura (y)

Re: [LAB1] Ti ho incontrata al tramonto

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L ha scritto: Certo, e rendergli l’anima: tu andrai nel suo inferno e lui rimarrà qui nel tuo, con il cuore spezzato.– scosse il capo –Mi spiace, ma il finale è questo.
Oh, ma porca miseria che finale! Mi è piaciuto tutto, la trama congegnata ad arte, le descrizioni e i personaggi.
I dialoghi sono gestiti molto bene e altre piccole cose te le hanno fatte già notare. Mi dispiace essere arrivata ultima a commentarti, ma questo non ha per nulla rovinato la gradevolissima lettura. Mi è piaciuto tantissimo.

Re: [LAB1] Ti ho incontrata al tramonto

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  Caro @L'illusoillusore  , presa dall’entusiasmo il mio commento è stato superficiale.
Per prima cosa la terza battuta del tuo dialogo mi ha subito catturato: ho davanti una mamma sboccata che non vuole essere dove si trova, che allo stesso tempo è in piena tempesta emotiva.
Ed è proprio qui che la tua storia mi cattura, perché mi sono subito chiesta cos’abbia da nascondere questa donna.
Lui al contrario passa subito come un onesto romanticone, un uomo di parola, ligio ai suoi doveri.
I tuoi dialoghi svelano battuta dopo battuta le caratteristiche dei personaggi, lasciano intendere che c’è un “segreto”, qualcosa che non va nonostante il fatto che da ogni parola traspaia armonia e complicità.
Per me l’apice del racconto è quando la moglie lo implora di violare il patto e poi rassegnata lo vede andare incontro al loro destino consapevole che l’onestà, la correttezza e la lealtà riservano anche amare sorprese.
Mi sono immaginata come si fosse sentito truffato l’uomo che per una vita ha amato il diavolo in un gioco di finzione oppure il fatto che lo avesse implorato di non rispettare il patto glielo ha fatto rivalutare, gli ha fatto sentire di essere amato.
L’esito è incerto. Vince il diavolo che beffa ancora una volta l’uomo o vince l’uomo che risveglia sentimenti nel diavolo?
Tutto il racconto a mio avviso è ben equilibrato, non sono mai inciampata nella lettura che ho trovato scorrevole e accattivante.
Insomma riconfermo il mio commento precedente: piaciutissimo nella forma e nel contenuto!

Re: [LAB1] Ti ho incontrata al tramonto

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Ciao illusore (a proposito, bel nick!). Allora, il tuo racconto è proprio un bel trip... parte dando l'impressione di essere un semplice dialogo sentimentale (e magari esistenziale) tra due vecchietti innamorati, poi si comincia a capire da un certo punto che c'è qualcosa sotto. E allora avviene la virata verso il fantastico, con il flashback che inizialmente mi ha fatto pensare a una sorta di incontro con un doppio borgesiano, per poi invece svelarsi come un omaggio al Faust... insomma, un po' di carne al fuoco c'è!
Entrando in po' nel dettaglio, a mio parere l'idea funziona abbastanza, ma c'è qualcosa che non mi convince in pieno: innanzitutto il dialogo tra i due sposati (o meglio, il primo dialogo del testo che in realtà ne contiene ben tre, quello tra la coppia di vecchietti, quello del flashback tra il protagonista giovane e il diavolo, quello tra il protagonista vecchio e l'emissario) a volte mi è sembrato un po' artificioso, a tratti leggermente smielato, almeno a gusto mio. Già in altri commenti ti hanno fatto notare quello che non ha funzionato nei dialoghi, quindi non mi dilungo troppo, confermo solo l'impressione di eccessiva "classicità" (si può dire? Boh!) in alcuni passaggi. Forse a pensarci bene, visto il riferimento al Faust, è stata una scelta voluta, però io ti suggerirei di rivedere un po' il registro verso il basso o al contrario di spostare il tutto in un contesto più definibile e che giustifichi un linguaggio più legato.
Riguardo alla storia in sé ti dicevo di aver apprezzato l'idea: sul patto col diavolo se ne sono viste tante, ma tu hai saputo scavarti un solco di originalità, quindi complimenti. Il tema della promessa è perfettamente rispettato e anzi lo hai usato come elemento che aggiunge pathos e spinge il lettore a voler sapere come andrà a finire. Ecco, sul finale ti dico la verità forse mi sarei aspettato qualcosina in più, non saprei nemmeno dire cosa, o forse qualcosa di diverso, boh. Comunque mi sei piaciuto.

Re: [LAB1] Ti ho incontrata al tramonto

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Ciao @L'illusoillusore 

 
Questo racconto ti lascia il sapore di una favola amara, senza happy end.

Hai creato una forte tensione iniziale nei dialoghi della coppia protagonista,
si comprende che ci sia qualcosa che turba molto la donna, per nulla felice di essere stata riportata, in quel momento, sulla scena del loro primo incontro.
Il comportamento di lei sulle prime appare poco comprensibile, scostante, di certo il luogo, in riva al mare, le rammenta momenti felici legati alla loro lunga storia d’amore, ma allo stesso tempo non appare contenta di ricordare quel lontano passato.

Le cose si chiariscono quando lui si allontana per incontrare qualcuno sulla spiaggia e inizia il dialogo con il nuovo arrivato.

Ecco qui, confesso che il meccanismo dell’intervento diabolico mi appare un filino debole, ovvero (parere del tutto personale) ho trovato improbabile l’idea che il diavolo possa commuoversi per la malattia del giovane protagonista e la sua disperata voglia di vivere.
Intervenire a salvare un umano da un suicidio, offrendogli una vita felice in cambio dell’anima, mi risulta uno sforzo gratuito del maligno.
Che tornaconto avrebbe nell’ottenere l’anima del giovane in cambio di una promessa di felicità, se comunque lasciando che si suicidi, la avrebbe comunque d’ufficio e senza necessità di alcun baratto?

Ma i dubbi non si fermano qui, infatti mi appare altrettanto inverosimile, che
il diavolo debba restare sofferente in quella condizione umana (femminile,
una volta che lo scambio del baratto si sia compiuto.

Nell’insieme mi pare che sia un lavoro rimasto in bozza, con elementi che avrebbero meritato più attenzione e spessore, cosa che, conoscendoti, sono certo siano nella tua capacità e sensibilità narrativa.


Un saluto e a presto rileggerti. Ciao.
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