Re: Labocontest n.1 - off topic

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Poldo ha scritto: D'altra parte si dice che il lettore ha sempre ragione, ovvero ha il suo punto di vista con cui giudica ciò che legge.
Questo è tratto dal catechismo dello scrittore, Vero?

In un commento sopra parlavo dell'esigenza di saper comunicare con un eventuale editor, ma questo ancora non basta.
Mettiamo che io abbia scritto il solito racconto, pago un editor, prendo accordi con un beta reader o lo faccio leggere a mia nonna. A questo punto  dovrei essere consapevole che quella storia io l'ho scritta per loro, e che l'editor ha il mio stesso obiettivo: produrre un testo piacevole, che emozioni. Ma mettiamo che a loro non piaccia, non posso dire a me stessa che sono incompresa e che nessuno capisce il mio stile, la mia scrittura... no, ho solo buttato via il mio tempo.
Allora, se sono una brava scrittrice mi sforzerò, sempre, di scrivere per loro, (i lettori, l'editor, il beta reader e pure per mia nonna) ogni loro critica sarà una manna per me. Quello che conta è il responso del fruitore del prodotto della mia fantasia.

Noi facciamo questo nei contest, ci leggiamo come lettori critici e scriviamo per testare la nostra scrittura, uniti dallo stesso obiettivo: Produrre ottimi lavori.
Quindi non fatevi pigliare dalla tremarella e partecipate.

Se poi dovete proprio scrivere un brutto commento fate così  :D

Re: Labocontest n.1 - off topic

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Alba359 ha scritto: Allora, se sono una brava scrittrice mi sforzerò, sempre, di scrivere per loro
Non credo che sia così; a parte i Ken Follett & C. che devono ovviamente pensare al loro pubblico, sensibilmente diverso dal nostro in fatto di numeri, tutti noi – intendo scrittori emergenti, esordienti, in procinto di esordire e comunque tutti coloro che non fanno della scrittura il proprio mezzo di sostentamento – scriviamo per noi stessi.
Credo che ci sia un fraintendimento tra "piacere" e "farsi capire".
Provo a fare un esempio: se io desidero che il protagonista del mio romanzo sia un personaggio totalmente privo di empatia, che non prova alcun sentimento di umana compassione per chi gli vive accanto, devo essere preparato a sapere che non piacerà a tutti i miei venticinque lettori (sarebbe lo stesso anche se avesse caratteristiche diverse, perché è provato che non si può piacere a tutti).
Se però venti di quei venticinque lettori riporteranno l'impressione che il mio protagonista sia malvagio e goda della sofferenza dei suoi simili, allora significa che l'ho tratteggiato male e non sono riuscito a presentarlo nella maniera in cui avrei voluto. Questo mi servirà per rivedere la mia scrittura e capire dove ho sbagliato nel comunicare quanto intendevo esprimere; non perché il mio protagonista "piaccia", ma soltanto perché appaia come io lo voglio far apparire.
I commenti servono anche, e direi soprattutto, a questo: a comprendere come ciò che scriviamo viene recepito dal lettore.
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Re: Labocontest n.1 - off topic

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Marcello ha scritto: Provo a fare un esempio: se io desidero che il protagonista del mio romanzo sia un personaggio totalmente privo di empatia, che non prova alcun sentimento di umana compassione per chi gli vive accanto, devo essere preparato a sapere che non piacerà a tutti i miei venticinque lettori (sarebbe lo stesso anche se avesse caratteristiche diverse, perché è provato che non si può piacere a tutti).
Ciao @Marcello, non ho capito se la tua è una constatazione in negativo, oppure, pensi che un aspirante scrittore non dovrebbe stare lì ad analizzare i propri testi in modo critico. Mi spiego meglio: decido di scrivere la storia di uno che non piacerà a nessuno, sapendo che non mi leggeranno?
Perchè creare un simile protagonista? io non scirverei la sua storia. Solo nel caso decidessi di dargli un carattere schivo e antipatico all'inizio, per poi farlo cambiare nel corso del romanzo, potrei farlo. Non voglio essere preparata a sapere che non piacerà a tutti, voglio che piaccia parecchio. Che catturi l'immaginazione di molta gente.
Se ho scelto bene il mio targhet di lettori, e devo scrivere per ragazzini, inventerò la storia di un bambino di dieci anni, orfano, che scopre di essere un mago; per loro non scriverei mai un romanzo tipo Seta di Baricco, giusto per fare un esempio.
Ogni storia ha un protagonista empatico al quale il lettore può affezionarsi, anzi, il lettore deve mettersi nei suoi panni e vivere la sua storia. Ogni aspirante scritttore dovrebbe saperlo e metterlo in pratica, non ti pare? Non si scrive per se stessi, ribadisco, ma per comunicare un'idea, che non possa piacere a tutti è certo, ma almeno dovremmo tentare di acchiapparne più possibile.
 

Re: Labocontest n.1 - off topic

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Marcello ha scritto: Se però venti di quei venticinque lettori riporteranno l'impressione che il mio protagonista sia malvagio e goda della sofferenza dei suoi simili, allora significa che l'ho tratteggiato male e non sono riuscito a presentarlo nella maniera in cui avrei voluto. Questo mi servirà per rivedere la mia scrittura e capire dove ho sbagliato nel comunicare quanto intendevo esprimere; non perché il mio protagonista "piaccia", ma soltanto perché appaia come io lo voglio far apparire.
I commenti servono anche, e direi soprattutto, a questo: a comprendere come ciò che scriviamo viene recepito dal lettore.
Però, in questa parte del tuo commento capisco che il tuo esempio voleva spiegare qualcosa che io non ho afferrato subito.
Il protagonista senza cuore deve essere caratterizzato in modo che risulti, alla fine, una vittima, e se quei venti lettori non l'hanno capito è perche lo scrittore ha fallito nel suo intento: Cercare di farsi capere è molto importante. Giusto?

Re: Labocontest n.1 - off topic

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Alba359 ha scritto:
Però, in questa parte del tuo commento capisco che il tuo esempio voleva spiegare qualcosa che io non ho afferrato subito.
Il protagonista senza cuore deve essere caratterizzato in modo che risulti, alla fine, una vittima, e se quei venti lettori non l'hanno capito è perche lo scrittore ha fallito nel suo intento: Cercare di farsi capere è molto importante. Giusto?
Era esattamente quello che intendevo, l'hai detto meglio di come sarei riuscito a fare io, brava.

L'esempio è il primo che mi è venuto alla mente (anche perché dovevo andare a preparare la cena e non avevo troppo tempo per pensarci su :facepalm: ): volevo un protagonista che non risultasse immediatamente accattivante; avrei potuto scegliere, che so, un criminale, un fedifrago, un complottista... 
Quello che mi premeva sottolineare era che il personaggio può piacere oppure no – dipende dal gusto individuale di chi legge –, ma il mio compito è di farlo arrivare come io l'ho in testa. Se alla fine Tizio mi dice: "sì, ho capito: lui in fondo è una vittima; vorrebbe essere diverso e provare dei sentimenti giusti, ma non ci riesce. Con tutto ciò a me non piace e non mi sono entusiasmato per nulla nel leggere il tuo romanzo", io mi metto l'animo in pace. Sono riuscito a mettere nel personaggio ciò che volevo, ma a Tizio non è piaciuto; speriamo che piaccia a Caio e Sempronio.
Se invece Tizio mi dice: "eh, ma che personaggio schifoso; è di una cattiveria unica, l'ho odiato fin dalla prima pagina: come fa a non impietosirsi davanti alla scena in cui...", posso solo sperare che Tizio sia un lettore poco attento o poco perspicace. Se rimane una voce isolata posso tirare un sospiro di sollievo, ma se anche Caio e Sempronio la pensano così, ahimè, vuol dire che ho commesso dei gravi errori.  
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Re: Labocontest n.1 - off topic

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Se posso dire la mia, quando scrivo qualcosa cerco sempre il riscontro dei lettori, che siano amici, o editor di una rivista o il pubblico generale. A volte scrivo delle cose che piacciono solo a me: non è detto che siano brutte, ma prendo atto che non tutti hanno il mio stesso gusto. Alla fine uno scrittore vuole sempre avere un buon numero di lettori. Cioè, mi ritengo al servizio del lettore, cerco di fare storie oggettivamente buone e che piacciano a chi legge. A questo aggiungo che cerco sempre di trasmettere qualcosa che va oltre il semplice "divertire," come un'emozione o uno spunto di riflessione, se posso. Però se una mia storia non diverte, non emoziona e non fa pensare, devo constatare che non tutte ciambelle riescano col buco.
https://domenicosantoro.art.blog/

Re: Labocontest n.1 - off topic

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Domenico S. ha scritto: Però se una mia storia non diverte, non emoziona e non fa pensare, devo constatare che non tutte ciambelle riescano col buco.
Certo, ed è proprio qui l'importanza dei commenti: è da quelli che capisci di non essere riuscito a trasmettere ciò che intendevi trasmettere.
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Re: Labocontest n.1 - off topic

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Non me la sono sentita di partecipare (l'ultimo racconto ci ho impiegato tre mesi a scriverlo) ma l'idea di questo contest mi sembra molto carina e anche utile, quindi seguirò, e se riesco commenterò qualche racconto. Magari per il prossimo riuscirò anche a scrivere qualcosa  :si: 
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Labocontest n.1 - off topic

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Poldo ha scritto: @Silverwillow allora ti segno già per il prossimo? 
  :D
Sì, segnami  ;) Bisogna che mi do una mossa e ricomincio a scrivere sul serio.
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Labocontest n.1 - off topic

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Dopo alcuni giorni vago malessere  (soprattutto mal di testa, di cui non soffro),  ho fatto il tampone e sono positiva. Scocciatissma :aka: , perché tri-vaccinata, tuttora mascherina al chiuso ecc.  Credo di aver letto tutti i racconti, ma i commenti mi vengono faticosi... Dovrei essere a posto prima della scadenza, scusatemi. 
" ...con mano ferma ma lenta sollevò la celata. L'elmo era vuoto." (Calvino)
Pagina autrice fb: virginialess/21 Blog "Noi nonne": https.//virginialess.wordpress.com
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