[RNT1] Il Tempo è solo un'opinione

1
viewtopic.php?p=19355#p19355


· Traccia 2: 48 A.C. Giulio Cesare ordina una spedizione militare contro l'Egitto. Vi trovate ad Alessandria poco prima dell'incendio della grande biblioteca cittadina.
· Personaggio: Teresa. Un chimico; appassionata di tutte le scienze sperimentali.



Caldo. Odore dolciastro, bituminoso. Le tornò alla mente quell'hotel extra-lusso di Tunisi, specchi e seta, bitume e sterco di cammello. Certa Africa è come certo Oriente. Tutto uguale .
«Capra. Se è questo quello che ti riporti a casa, tanto vale che smetti di viaggiare.» 
E infatti aveva smesso. Ma per un altro motivo. Per quella palla da tennis che gli si era abbarbicata al cervello, che ci aveva montato dentro una sala di proiezione e mandava vecchi film a vanvera. «Allucinazioni,Teresa. È un effetto collaterale. L'importante è che tu sappia riconoscerle.» L'importante sarebbe stato chiudere quel cinema una volta per tutte. «Mi spiace. Non è operabile.» Balle. L'unico dispiacere era dover rinunciare ai ventimila euro dell'intervento . Professor Amerigo Vespucci. La sua America si chiamava Villa Salus. Le era sempre stato sulle palle, soprattutto per quel vizietto di sbattersi le ragazze senza chiedere
permesso . Presto l'antipatia divenne reciproca. Probabilmente a seguito di quell'incidentino con la  Dark-Blue
«Fidati,Amerigo. Con questa te la scopi tutta la notte.» 
«Sei tu il chimico. A buon rendere.» 
Aveva omesso di dirgli che la faccenda avrebbe riguardato anche le dimensioni. Sparì per una settimana. Difficile andare in giro con un tronco di mezzo metro. Gli disse che era un inaspettato effetto collaterale. Non la prese bene .

« Mi spiace. Non è operabile. » Lo disse lentamente. Era la sua rivincita. 
«Ma figurati, Amerigo. Cosa vuoi che sia.»

Caldo. Odore dolciastro, bituminoso. La testa le scoppiava. 
Il braccio cominciò a pulsare. Mille aghi. Cercò di alzarsi. 
«Ferma, stai giù» L'uomo si avvicinò e le mise una pezza fresca sulla fronte. 
Teresa cercò di mettere a fuoco l'immagine «Chi?...»
«Sunu. Ci chiamano così.»
«Significa dottore.» 
L'uomo annuì «Il braccio ti farà male ancora per un po'. Ma non per molto. Quello che mi preoccupa è la gamba.» 
Fu allora che Teresa lo sentì. Come il morso di una tigre inferocita L'uomo si avvicinò con un boccale di coccio.
«Bevi. Piccoli sorsi.»
Denso. Amaro. Teresa tentò di voltare la testa.
«Tutto» 
Il liquido scese giù a bruciarle la gola, lo stomaco. D'un tratto il fiume di lava si spense. Si mutò in acqua cristallina, penetrò ogni fibra del suo corpo e , a poco a poco , dissolse ogni dolore. 
Si guardò il braccio. Pelle integra, nessuna ferita. L'uomo era chino sulla sua gamba. Le doleva ancora, ma non come prima. 
«Dove siamo? Cosa è successo?» 
L'uomo la guardò, sorrise e riprese ad occuparsi della gamba. 
«D'accordo, dottor Sunu.» 
«Sunu e basta. È inutile ripetere le cose.» 
«Giusto. Cominciamo dall'inizio: dove siamo?» 
«Ecco fatto» disse l'uomo. Versò in un bacile un liquido verdastro, vi immerse le mani e le asciugò con un panno di lino candido «Siamo al sicuro. Sei stata aggredita dai miliziani di Cesare. Hanno daghe infette, cosa che li rende più pericolosi del dovuto, anche se sono troppo cretini per rendersene conto.» 
«Aggredita? Perché?» 
«Credi di potertene andare in giro con i tuoi aggeggi senza conseguenze?» disse mettendole in grembo il cellulare. 
«Ma è solo un telefono… Un momento! Hai detto miliziani di Cesare?» 
Sunu annuì «Credo che sia tu ad avere un mucchio di cose da spiegare, non credi?» disse divertito.
«Ma allora ce l'ho fatta!» 
«Sì, non morirai. Non per ora, almeno.» 
«Laurionite, 240% di potenziamento del sistema immunitario. E Natron.» 
«Va bene, e allora?» 
«Sono un chimico.» 
«Mi fa piacere.» 
«Vengo dal ventunesimo secolo.» 
«Pure questo mi fa piacere. Anche se lo capisco un po' meno.» 
«Però sai usare la Laurionite e il Natron.»
«Come ogni buon imbalsamatore.» 
«E noi, qui, adesso, siamo nella biblioteca di Alessandria, giusto?» 
Sunu si irrigidì «Non esattamente.» 
«Invece sì. Perché sarebbe ben strano che il deposito di tutto quello che si sa, il più grande al mondo, restasse così, senza che nessuno si chieda cosa farne. Senza avere un laboratorio dove esplorarne i confini, dove sperimentarne le possibilità.» 
«Ti sbagli.» 
«No. E tu lo sai. Così bene che mi hai guarito.» 
«Erano ferite superficiali.» 
«Daghe infette che in pochissimo tempo non lasciano tracce?» 
Sunu la fissò con la fronte aggrottata «Cosa vuoi da me?» 
«Ho un cancro che mi sta divorando il cervello. Avevo trovato un modo per risolvere la faccenda, molto simile a quello che hai usato con le mie ferite superficiali. Ho bisogno di saperne di più.» 
Sunu sospirò «Sei sicura?» 
«Ho un conto in sospeso con certa Africa e certo Oriente. Mi piacerebbe vivere ancora per saldarlo. Se non altro per rispetto.» 
«Seguimi.» 
Scesero una scalea di pietra che si inabissava nell'ombra. Scesero e scesero ancora finchè giunsero davanti a un portale di legno e ottone. Di lato, un pannello quadrato con nove tasselli. Sunu ne spinse alcuni. Si udì uno scatto secco e il portale si aprì lentamente. Percorsero un corridoio, una sala dietro l'altra. Scaffali ingombri di rotoli, tavoli con vasi di terracotta e fuochi su cui ribollivano ampolle di varia grandezza. 
Il laboratorio segreto della biblioteca di Alessandria. 
«Lo sapevo, doveva esserci! » disse Teresa «Non poteva che essere così.» 
Sunu la condusse a un tavolo su cui giaceva un corpo grigiastro con le braccia incrociate sul petto. 
Al collo, polsi e caviglie, cannule collegate a recipienti di vetro piene di liquido scuro. 
«Guarda.» disse Sunu. 
Azionò alcune levette e dai recipienti il liquido cominciò a defluire nelle cannule. Quasi subito il corpo prese colore. Labbra, pelle e muscoli di distesero, mentre nelle orbite i bulbi oculari riprendevano il loro posto e la cassa toracica cominciava ad alzarsi e abbassarsi. 
«Respira» disse Teresa incredula «sta respirando!» 
Sotto i suoi occhi quel corpo tornava alla vita. Alzò la testa, la guardò e le regalò il sorriso più dolce che avesse mai visto. All'improvviso, tutto si fermò. La pelle tornò grigia e raggrinzita sulle orbite vuote.
«In quelle teche ne ho a decine» disse Sunu indicando il fondo della sala. 
«Direi che sei a un punto morto.» 
«Spirito chimico, mi piace.» 
«A me un po' meno. Il processo ha collassato perché il ponte cellulare non è riuscito a creare un connettivo stabile.»
«Tu dici?» 
«Dico. Non ci sono riuscita nemmeno con l'elettrolisi. Ma che te lo spiego a fare? Tanto non capiresti.» 
Sunu la guardò sornione «Voi giovani, per il solo fatto di arrivare dopo siete convinti di essere avanti.» 
«Giovane?» protestò Teresa «Ho sessantacinque anni e dovrei già essere a godermi la pensione. Se solo ... » 
«Fossi in te non pontificherei di ponti cellulari, connettivi e elettrolisi» disse Sunu «Non con me.» 
Prese uno specchio e glielo porse. Teresa si guardò. Quella che vide non aveva più di trentacinque anni. 
«E per quanto riguarda il tuo cancro, il ponte cellulare è più che stabile. Perché, vedi cara, Dopo non significa necessariamente Avanti. » 
In quel momento si udì un trambusto. 
«Presto, nascondit!» disse Sunu. 
Lei scivolò sotto il tavolo appena in tempo. 
«Dottore, vedo che siamo a un punto morto.» 
Quella voce! 
Teresa si sporse e lo vide: Amerigo Vespucci. Stesso tono, stessa faccia di cazzo. 
Proprio vero: il tempo è un'opinione. Non avrebbero fatto Star Gate, altrimenti. 
«Abbiamo un contratto da rispettare, dottore. Capitali internazionali, lei capisce, vero?»
«Ci sto lavorando.» 
«Forse non abbastanza. Due giorni. Dopo di che saremo costretti a… lei m'intende.» 
«Certo.» 
Quando furono soli, Teresa lo guardò. «Non sei a un punto morto, vero?» 
Lui scosse la testa «Metti acqua, vivi. Togli acqua muori. In fondo non è difficile. Si tratta di pilotare gli equilibri osmotici. Le piante lo sanno da sempre.» 
«Quello è un cazzone, lo sai?» 
«Lo paga Cesare.» 
«Appunto. Che intendi fare?» 
«Direi che possiamo fermarci qui.»
Teresa lo guardò avvicinarsi alla torcia. Lo vide staccarla dal muro. Vide le fiamme divampare. Vide la sua mano nel fumo. 
«Teresa, vieni!» 
«Come sai il mio nome?»


La lucina verde ebbe un ultimo sobbalzo, poi corse dritta con il suo beeep. 

«L'abbiamo persa, dottore.» 
«Abbiamo qualche parente da avvisare?»
https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/gia ... /mens-rea/
https://www.facebook.com/profile.php?id=100063556664392
https://emanuelasommi.wixsite.com/manu

Re: [RNT1] Il Tempo è solo un'opinione

2
Ciao @aladicorvo
Che botta questo racconto. Hai scelto una strada originale e dolorosa per questo viaggio nel tempo. Il  [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]tumore al cervello è una delle mie personali paure più profonde e dunque, dopo aver letto la storia, ho avuto la necessità di lasciarla sedimentare un po’.[/font]
aladicorvo ha scritto: sab lug 10, 2021 10:07 pmL'unico dispiacere era dover rinunciare ai ventimila euro dell'intervento . Professor Amerigo Vespucci.
A parte la punteggiatura, avrei messo una virgola dopo intervento anziché il punto fermo, in questa frase sento tanta asprezza, quasi un odio sordo, come se la “faccenda” riguardasse qualcun altro. C’è disappunto, ma anche paura e un esame disincantato e cinico della società. Molto efficace. 
aladicorvo ha scritto: sab lug 10, 2021 10:07 pmLe era sempre stato sulle palle, soprattutto per quel vizietto di sbattersi le ragazze senza chiedere
permesso . Presto l'antipatia divenne reciproca.
Qui avrei continuato a utilizzare il trapassato. Presto l’antipatia era divenuta reciproca.
aladicorvo ha scritto: sab lug 10, 2021 10:07 pmDifficile andare in giro con un tronco di mezzo metro. Gli disse che era un inaspettato effetto collaterale. Non la prese bene .
Qui mi hai fatto sorridere. Un incidentino che ha messo un accento lieve nella situazione pesante.
aladicorvo ha scritto: sab lug 10, 2021 10:07 pmFu allora che Teresa lo sentì. Come il morso di una tigre inferocita L'uomo si avvicinò con un boccale di coccio.
«Bevi. Piccoli sorsi.»
Denso. Amaro. Teresa tentò di voltare la testa.
«Tutto» 
Il liquido scese giù a bruciarle la gola, lo stomaco. D'un tratto il fiume di lava si spense. Si mutò in acqua cristallina, penetrò ogni fibra del suo corpo e , a poco a poco , dissolse ogni dolore. 
Sono davvero ben delineate queste sensazioni. Hai una grande capacità di far immedesimare il lettore in ciò che descrivi. 
aladicorvo ha scritto: sab lug 10, 2021 10:07 pmEcco fatto» disse l'uomo. Versò in un bacile un liquido verdastro, vi immerse le mani e le asciugò con un panno di lino candido «Siamo al sicuro. Sei stata aggredita dai miliziani di Cesare. Hanno daghe infette, cosa che li rende più pericolosi del dovuto, anche se sono troppo cretini per rendersene conto.» 
Questa è una delle scene che ho preferito.  Ambientazione e sensazioni coerenti con la traccia. 
aladicorvo ha scritto: sab lug 10, 2021 10:07 pmSunu si irrigidì «Non esattamente.» 
«Invece sì. Perché sarebbe ben strano che il deposito di tutto quello che si sa, il più grande al mondo, restasse così, senza che nessuno si chieda cosa farne. Senza avere un laboratorio dove esplorarne i confini, dove sperimentarne le possibilità.» 
Ma che bello questo pensiero. Quante volte mi sono fatta domande su quanto tempo abbiamo dovuto impiegare per recuperare tutte le esperienze già fatte e descritte da altri. Perdere la biblioteca di Alessandria è stato come uscire da un coma e dover ricostruire la memoria delle cose operate o pensate. Il sedimentare delle esperienze e dei ricordi è fondamentale per poter procedere oltre nella storia dell’umanità.
aladicorvo ha scritto: sab lug 10, 2021 10:07 pmScesero una scalea di pietra che si inabissava nell'ombra. Scesero e scesero ancora finchè giunsero davanti a un portale di legno e ottone. Di lato, un pannello quadrato con nove tasselli. Sunu ne spinse alcuni. Si udì uno scatto secco e il portale si aprì lentamente. Percorsero un corridoio, una sala dietro l'altra. Scaffali ingombri di rotoli, tavoli con vasi di terracotta e fuochi su cui ribollivano ampolle di varia grandezza. 
Il laboratorio segreto della biblioteca di Alessandria. 
Molto bella anche questa ambientazione. 
aladicorvo ha scritto: sab lug 10, 2021 10:07 pmQuando furono soli, Teresa lo guardò. «Non sei a un punto morto, vero?» 
Lui scosse la testa «Metti acqua, vivi. Togli acqua muori. In fondo non è difficile. Si tratta di pilotare gli equilibri osmotici. Le piante lo sanno da sempre.» 
Altra ottima commistione tra aLuci azione e realtà.

Che dire @aladicorvo se non bravissima? 
Trovo che tu abbia fatto un eccellente lavoro. Ma che mi piace molto come scrivi non è una novità.

Re: [RNT1] Il Tempo è solo un'opinione

3
aladicorvo ha scritto: sab lug 10, 2021 10:07 pm E infatti aveva smesso. Ma per un altro motivo. Per quella palla da tennis che gli le si era abbarbicata al cervello, che ci aveva montato dentro una sala di proiezione e mandava vecchi film a vanvera. 
È Teresa che parla - quindi le.

Un ottimo racconto da un'ottima idea, @aladicorvo    (y)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [RNT1] Il Tempo è solo un'opinione

4
Ciao, @aladicorvo 
il viaggio nel tempo  di Teresa, nel tuo racconto, è più una allucinazione che un vero balzo.
Teresa ringiovanisce  e incontra il suo medico, che a quanto pare, viaggia anche lui nel tempo. Idea brillante, non cè che dire veramante fantasiosa!
Non mi importa se non è rientrata nel suo tempo o che ci sia arrivata soltanto dentro uno dei suoi film. Mi è piaciuto moltissimo come hai presentato la storia. Nei dialoghi mi sono un pò persa ma forse è colpa mia, tu ridagli un'occhiata per sicurezza. Il resto è veramente ok, mi piacerebbe che lei restasse viva e che sfugga all'incendio della biblioteca e magari, con qualche potere, riuscire ad aiutare persone in diffocolta nei vari secoli, Amerigo Vespucci potrebbe essere anche lui viaggiatore nel tempo e suo antagonista: un bel fantasy insomma!  

Re: [RNT1] Il Tempo è solo un'opinione

5
ciao @aladicorvo . Ho dovuto leggere e rileggere il tuo racconto per capire le trama. Il salto temporale è chiaro, pure piuttosto originale, non tanto per il viaggio che appare post mortem, ma piuttosto per come usi l'ambiente circostante, assieme anche al fraseggio di lei.

Io vorrei finire con te con lo stesso sistema: viaggio temporale, contesto storico, personaggio/trama.

Il primo già l'ho detto, mi è piaciuto anche se non vi è una motivazione di questo viaggio che si riflette sulla decisione di scrivere un'epoca e della stessa esperienza di vivere una settimana in quel contesto.

Sul contesto storico: credo di aver già fatto una certa critica. Appena abbozzato, poco incisivo sulla storia stessa. comunque va bene lo stesso.

Sul personaggio: credo che hai fatto un buon lavoro e hai messo in campo il tuo stile noir, che tanto ti contraddistingue. Di pari passo la trama, anche se molto incentrata su un filo conduttore alla dottor Frankestein. Ciao e a presto..
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [RNT1] Il Tempo è solo un'opinione

6
Ciao @aladicorvo, ti lascio un commento.
aladicorvo ha scritto: sab lug 10, 2021 10:07 pm«Presto, nascondit(i)!» disse Sunu. 
Un piccolo refuso, hai dimenticato una "i".

Direi che nell'insieme il racconto ha una sua coerenza. Hai scelto di restare sul terreno fantascientifico giocando molto su delle possibilità tecniche tra passato e presente. Hai dedicato dello spazio per preentarci la protagonista, il suo problema e il rapporto con il medico. Visto l'ambito dei nostri racconti la scelta del suo nome lascia l'illusione (?) di un altro personaggio uscito fuori da qualche passaggio temporale. Inoltre ho trovato improbabile, ma non impossibile, lo scherzo che gli fa Teresa. Lui è un medico che si fa prendere in giro sugli effetti collaterali di un preparato di lei: Improbabile, anche se essendo un chimico e presumibilmente brava potrebbe avere competenze che al medico sfuggono, anche se è difficile fino a quel punto. È la mia impressione leggendo, però poi il racconto prosegue su un dialogo che si regge su una linea delicata tra Teresa e l'egiziano. Lui sembra avere conoscenze che vanno oltre la sua epoca, almeno per quello che comunemente ci si aspetti. Ma anche qui è lecito immaginare delle conoscenze non arrivate a noi, magari custodite in qualche libro perduto. Sarebbe in linea con la strada intrapresa dal racconto. Ovviamente bisogna assicurarsi che in questo gioco non venga mai meno il "famoso" patto con il lettore; cioè che lui accetti di credere a quello che legge e ritenga plausibile la coerenza interna del racconto. Direi che ci siamo abbastanza, anche se quando lei parla di "chimica" lui dovrebbe pensare in termini di alchimia o magia, che all'epoca erano arti affini alla medicina. Forse alcune espressioni potevano essere migliorate.
Per il resto hai scelto un finale drammatico che dà ulteriore originalità al racconto, forse però poteva essere giocato in modo più enfatico, magari con qualche ultimo pensiero della protagonista.
Inoltre le allusioni iniziali a delle possibili allucinazioni di Teresa confondono il gioco del racconto, permettendo di insinuarsi il dubbio che sia tutto un sogno: un delirio di lei ormai alla fine della sua malattia.
Nell'insieme una lettura gradevole.

Re: [RNT1] Il Tempo è solo un'opinione

7
Ciao @aladicorvo 
Hai scelto un periodo che mi affascina.
  ha scritto:aladicorvo«Capra. Se è questo quello che ti riporti a casa, tanto vale che smetti di viaggiare.» 
Questo auto giudizio della protagonista è molto interessante. Forse Teresa era una donna superficiale, per lei viaggiare all’estero, vedere altri paesi equivaleva semplicemente a cambiare una sala da ballo: in qualunque parte del mondo vai tanto è la stessa cosa e tutti parlano inglese.
Ma smette di essere superficiale a causa della sua malattia. Questo sarebbe un elemento da approfondire.
“Simpatico” il professor Amerigo Vespucci, affetto da delirio di onnipotenza, fame di soldi e impunità.
(A proposito: ventimila euro mi sembrano pochi. Certi baroni ragionano da centomila in su)
Però non mi ha convinto che quel laureato in medicina e sicuramente specializzato in altre finezze  si faccia dare qualcosa per sollazzarsi da un chimico. Penso che poteva avere anche lui conoscenza e competenza per iniettarsi della roba.
L’irruzione nel tempo è un vero e proprio passaggio. Anche nel tuo racconto, come in altri, ho notato che la protagonista non fa una piega nel parlare direttamente con i personaggi che incontra. Cioè non si stupisce per niente di saper parlare e capire in una lingua in questo caso morta. Secondo me sarebbe una sensazione da analizzare, sia pure in due righe.
Sunu doveva parlare in egiziano oppure, se riconosceva Teresa come straniera, in greco.
Gli accenni al periodo storico sono rari. Ho trovato interessante e colorito il particolare delle daghe romane infette anche se credo che i legionari romani lo avrebbero saputo, era il loro attrezzo di “lavoro” principale, ed eventualmente lo avrebbero usato miratamente come arma batteriologica ante litteram.
Non riesco a inquadrare bene Sunu. Sa molte cose, non si stupisce della terminologia moderna, non fa una piega nel vedere il cellulare. Avresti potuto dare qualche accenno in più in merito al laboratorio segreto della biblioteca, alle motivazioni di quei corpi collegati con cannule a un misterioso liquido scuro… un liquido della vita?
(a proposito: mi hai ricordato qualcosa visto in rete di recente sulla scoperta sotto una piramide egiziana di una tomba dedicata al dio Anubi. Cosa strana perché Anubi è il dio della morte. Da questa tomba hanno scoperto trasudare una quantità abbondante di uno strano liquido nero bituminoso. Lo stanno analizzando… è più che strano. Naturalmente l’archeologia mediatica non ne parla).
Poi, esulando nella fantasia, ma spesso la fantasia assomiglia alla leggenda, io faccio fatica a figurarmi sotterranei illuminati da torce. Ci sarebbero volute molte torce accese a lungo e non si pensa che in uno spazio chiuso potevano saturare l’aria di fumo rendendola irrespirabile. I meravigliosi dipinti delle stanze interne e più profonde delle piramidi ci dicono che sono stati eseguiti al lume di torce e non c’è traccia di fumo sulle pareti.
Si potrebbe giostrare anche con la fantasia a questo proposito.
Tersesa ha 65 anni e ora Sunu le dice che ne dimostra 35. Comunque un’età rispettabile nell’antico Egitto. Io avrei messo 25.
Mi ha sorpreso vedere il dottor Amerigo Vespucci irrompere nel tempo, vedere che conosce Sunu e ricordargli questo "contratto". Capitali internazionali, forse multinazionali… andare indietro nel tempo e impestarlo duemila anni prima con i nostri principi… Pensi che gli sarebbe stato permesso farlo? Forse si in effetti.
Oppure è tutto un sogno di Teresa prima di lasciare per sempre questo mondo a causa della sua malattia. Speriamo ne trovi uno dove si sta meglio.
Il racconto offre numerose potenzialità, anche sfociando nel fantasy. Dovresti sfruttare di più la biblioteca di Alessandria, non ci sei rimasta tanto. Il mondo è rimasto indietro come civiltà di almeno 500 anni per la distruzione di quella biblioteca e altri 500 li abbiamo persi con la distruzione e occultamento del sapere dell’America precolombiana.
Si possono immaginare infiniti sviluppi, ma sapendo attendere forse saranno realtà fra non molto.
 
 
 
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)
Rispondi

Torna a “Racconti”