Agenzie letterarie - Schede di lettura da acquistare "obbligatoriamente" e avvento dell'AI
Posted: Mon Oct 27, 2025 6:49 pm
Come noto, molte agenzie letterarie, incluse quelle rinomate, impongono l'acquisto del servizio editoriale consistente nella fornitura della c.d. "scheda di lettura" dell'inedito, come prerequisito per la valutazione di una possibile rappresentanza autoriale.
In merito a questa prassi, in via generale, concordo con quanto evidenziato da molti utenti nel forum: se paghi per il servizio di lettura, l'agenzia ha già fatto il suo incasso... e se nel complesso, la vendita di servizi editoriali porta a incassi sicuri, perché mai un'agenzia dovrebbe essere incentivata a imbarcarsi nell'incerta prospettiva di guadagno legata alla rappresentanza di esordienti misconosciuti? Si rappresenteranno quindi solo gli autori segnalati dalla propria rete di contatti (dotati perciò del bollino "qualità") e agli altri esordienti si continuerà a offrire il sogno del tentativo dell'invio.
Detto ciò, almeno fino a qualche anno fa, pur conoscendo il meccanismo, si poteva in ogni caso nutrire la remota speranza che il testo - letto sì a pagamento - finisse per piacere agli agenti.
Infatti, intenti avidi o meno, l'impegno da parte dell'agenzia di consegnare una scheda di lettura comportava in ogni caso che una qualche persona - in qualche modo - correlata all'agenzia leggesse (o più correttamente, "leggiucchiasse", forse) l'inedito o, almeno, parte di esso.
Dell'utilità intrinseca di una tale scheda di lettura se ne potrebbe parlare per ore, ma, in fondo, per l'autore tale acquisto è sempre stato equiparabile al comprare un biglietto della lotteria: esisteva una virtuale speranza, seppur remota, di esser notati.
Ad oggi, con la diffusione capillare dei programmi di intelligenza artificiale, davvero possiamo sperare che i nostri testi siano letti da umani e le relative schede di lettura siano redatte con l'ausilio del solo olio di gomito?
Con un dubbio del genere (lasciatemi dire, più che legittimo) viene meno lo scopo per cui si continuino ad acquistare questi servizi imposti come "tassa all'accesso": esser letti dalle agenzie, e quindi valutati per la rappresentanza.
D'altra parte, non vedo possibili correttivi a questo dilemma ("Spiattelleranno il mio testo su Chatgpt o no?!"), poiché il rapporto di forza tra le parti è totalmente sbilanciato: se un autore si azzardasse a chiedere di mettere per iscritto l'impegno, da parte dell'agenzia, a non utilizzare l'AI nello svolgimento del proprio lavoro, sono quasi certa che la richiesta cadrebbe nel vuoto. Avanti un altro che paghi senza questionare, e fine della faccenda.
Se si riscontrasse invece un pesante calo di vendite di simili servizi, qualcosa potrebbe cambiare. Per questo ritengo importante la diffusione di una certa consapevolezza tra gli aspiranti autori, ed è anche a tale scopo che ho sollevato l'argomento.
Voi che ne pensate? Credete che le agenzie stiano utilizzando le AI per i propri servizi "un tanto al chilo"?
In merito a questa prassi, in via generale, concordo con quanto evidenziato da molti utenti nel forum: se paghi per il servizio di lettura, l'agenzia ha già fatto il suo incasso... e se nel complesso, la vendita di servizi editoriali porta a incassi sicuri, perché mai un'agenzia dovrebbe essere incentivata a imbarcarsi nell'incerta prospettiva di guadagno legata alla rappresentanza di esordienti misconosciuti? Si rappresenteranno quindi solo gli autori segnalati dalla propria rete di contatti (dotati perciò del bollino "qualità") e agli altri esordienti si continuerà a offrire il sogno del tentativo dell'invio.
Detto ciò, almeno fino a qualche anno fa, pur conoscendo il meccanismo, si poteva in ogni caso nutrire la remota speranza che il testo - letto sì a pagamento - finisse per piacere agli agenti.
Infatti, intenti avidi o meno, l'impegno da parte dell'agenzia di consegnare una scheda di lettura comportava in ogni caso che una qualche persona - in qualche modo - correlata all'agenzia leggesse (o più correttamente, "leggiucchiasse", forse) l'inedito o, almeno, parte di esso.
Dell'utilità intrinseca di una tale scheda di lettura se ne potrebbe parlare per ore, ma, in fondo, per l'autore tale acquisto è sempre stato equiparabile al comprare un biglietto della lotteria: esisteva una virtuale speranza, seppur remota, di esser notati.
Ad oggi, con la diffusione capillare dei programmi di intelligenza artificiale, davvero possiamo sperare che i nostri testi siano letti da umani e le relative schede di lettura siano redatte con l'ausilio del solo olio di gomito?
Con un dubbio del genere (lasciatemi dire, più che legittimo) viene meno lo scopo per cui si continuino ad acquistare questi servizi imposti come "tassa all'accesso": esser letti dalle agenzie, e quindi valutati per la rappresentanza.
D'altra parte, non vedo possibili correttivi a questo dilemma ("Spiattelleranno il mio testo su Chatgpt o no?!"), poiché il rapporto di forza tra le parti è totalmente sbilanciato: se un autore si azzardasse a chiedere di mettere per iscritto l'impegno, da parte dell'agenzia, a non utilizzare l'AI nello svolgimento del proprio lavoro, sono quasi certa che la richiesta cadrebbe nel vuoto. Avanti un altro che paghi senza questionare, e fine della faccenda.
Se si riscontrasse invece un pesante calo di vendite di simili servizi, qualcosa potrebbe cambiare. Per questo ritengo importante la diffusione di una certa consapevolezza tra gli aspiranti autori, ed è anche a tale scopo che ho sollevato l'argomento.
Voi che ne pensate? Credete che le agenzie stiano utilizzando le AI per i propri servizi "un tanto al chilo"?