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Nei ricordi di pietre aspre
ti vedo ancora come da bambino.
Seduta sulla riva del mare
accoglievi impudica le onde.
Si può invidiare il mare?
Volevo essere mare per accarezzarti
senza che tu lo sapessi.
Sapevo già che non sarebbe mai avvenuto.
I tuoi occhi ridevano in un altro modo
quando guardavano il cielo.
E più ti guardavo, più soffrivo.
Un giorno ti parlai.
Piccolo parlare di uomo
legato alla terra.
Ricordo mi stringesti le mani,
ancora sento il tuo calore,
un balsamo nella mia vita.
Mi guardasti decisa negli occhi
e con un dolce sorriso:
—Sono promessa a un altro.
—Ma da quando?— Io disperato.
—Da sempre— La tua voce dolce.
Ora sono vecchio.
Non devo passare nelle pietre aspre
della mia infanzia, devo accontentarmi
del lento autunno alla mia finestra.
Ma passo sempre in quelle pietre.
Volevo essere il mare per accarezzarti,
lo invidiavo.
Ma non posso invidiare Dio
che ti ha scelta come sposa.
E io… Io sono rimasto solo.