@Poeta Zaza @bestseller2020 @@Monica @Ippolita @Max91
Intanto vi ringrazio per i vostri commenti gentilissimi.
Mi scuso per la mia mancanza di competenze in materia, di poesie ne ho scritte più o meno sempre e ne ho lette non quante avrei voluto, per cui non sono ferratissima in metrica e figure retoriche. Scrivo sotto impulso e sono più un'istintiva che un architetto.
Questa poesia si riferisce a un episodio traumatico della mia giovinezza. Ho provato a mettere in versi quest'esperienza perché è uno dei più grossi conflitti che abbia mai vissuto. Mentre davo lezioni private a una ragazza, la madre si tagliò le vene. Chiamati i soccorsi, entrambe mi chiesero di non dire la verità perché le avrebbero separate e la madre, per nascondere il suo gesto, cominciò a camminare per casa agitando le braccia e schizzando ovunque, a consolidare una versione "incidente". C'è poco di poetico in tutto questo, ma... quello che riverbera dentro di me è quella disperata richiesta di non essere divise, che mi lacerò, oltre a lasciarmi per tutta la notte con gli occhi strabuzzati verso il soffitto pronta a cogliere ogni minimo rumore sospetto (perché per sicurezza decisi di pernottare con loro). Questo non è il contesto giusto per parlare di queste cose, ma è la vita e lascia il segno.
Due colonne senza architrave fanno crollare il tempio, per questo ho usato l'imperfetto: volevo ispirare nel lettore l'imminenza di un crollo. Ho poi parlato di entrambe riferendomi alla "figlia che non era" cioè la madre, e la "madre che non era" cioè la figlia, in quanto i ruoli erano dolorosamente invertiti come "senno" e senso di responsabilità.
Incendiava
con netto taglio
la ribalta
da cui decantare.
Incendiava di sangue "il palco/la scena" da cui si sarebbe purificata (per decantazione) del gesto folle inscenando un incidente.
In pochi minuti dovetti decidere il destino di due persone, soprattutto della ragazza, quasi maggiorenne. Pensai al suo futuro, a tutti i traumi possibili, a come minimizzare il danno. E scelsi di fare da architrave.
Il confronto con il rapporto tra me e mia madre verte solo sull'inversione dei ruoli, molto comune quando il figlio di un genitore solo, stanco e afflitto, vorrebbe risolvere tutti i suoi problemi ed essere fonte di sostegno e incoraggiamento.
Avrei dovuto lavorarci ancora sopra, ma è uscita così in due ore. Premeva per uscire. Forse non sono riuscita ad essere "esatta" come avrei voluto nella scelta dei termini e nella costruzione, ma è quanto sono riuscita a fare. Ancora grazie.