[LP16] Due

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Traccia 1 Conflitto
Due
Madre e figlia,
figlia e madre,
sorreggevano un tempio
senza architrave.

La figlia che non era
lanciava
trame di rubino
contro pareti
di riso e pianto
Incendiava
con netto taglio
la ribalta
da cui decantare.

La madre che non era
pioveva
in suppliche
e dolorosi pensieri
"Non dirlo,
non farlo.
Nessuna verità
o ci separerà".

Anch'io fui colonna
d'altro tempio
e con altra sorte.
Corda percossa
da un amore complesso
vibrai
dello stesso scoramento.
Che dire, che fare?
Dividere o ignorare?

Madre o figlia,
figlia o madre,
sorreggono un tempio
se vi è l'architrave.
"Fare o non fare, non c'è provare." Yoda - Star Wars

Re: [LP16] Due

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Ciao @ElmoInverso, lieta di trovarti anche qui!  :)

Come vorrei capire appieno quello che hai voluto dire con questi versi!
Io posso solo seguire il mio istinto.
Comincio col dirti subito che la tua poesia ha un ottimo ritmo, e le strofe si leggono che è un piacere.

Tu parli di un tempio senza architrave e alla fine con l'architrave. 
Parli di due colonne - madre e figlia - che hanno senso solo se esiste l'architrave. Perché le colonne sono fatte per sostenere qualcosa.
Quando non c'è, non ha senso il tempio, se la ribalta da cui decantare (celebrare i riti) viene incendiata tra riso e pianto.
ElmoInverso ha scritto: La madre che non era
pioveva
in suppliche
e dolorosi pensieri
"Non dirlo,
non farlo.
Nessuna verità
o ci separerà".
Molto bello il senso del virgolettato: la verità completa nessuno di noi può dirla senza ferire l'altro. Brava!
ElmoInverso ha scritto: Anch'io fui colonna
d'altro tempio
e con altra sorte.
Corda percossa
da un amore complesso
vibrai
dello stesso scoramento.
Che dire, che fare?
Dividere o ignorare?
La verità in amore è un dilemma più grande ancora. Può dividere gli amanti. E allora è meglio tacere?
ElmoInverso ha scritto: Madre o figlia,
figlia o madre,
sorreggono un tempio
se vi è l'architrave.
L'elemento portante di un tempio, in tutte le sue accezioni, è quello che sorregge la struttura sopra ripartendone il peso sotto, sulle colonne.
È essenziale per le colonne, e queste sono essenziali per l'architrave.
Non esistono colonne senza l'architrave sopra. Non esiste nessun tempio, così.
Anche il tempio dell'amore necessita di tutti gli elementi portanti.

Brava, @ElmoInverso  :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [LP16] Due

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ciao @ElmoInverso . Nel off topic hai detto che sei troppo criptica, quasi a essere incompresa. Come potrebbe essere il contrario? I tuoi versi sono chiari sull'idea di conflitto, ma sono vittima della libera interpretazione, su chi siano i protagonisti di questo conflitto. A me pare di cogliere solo la metafora del conflitto, che in genere, può essere attribuito a qualsiasi cosa o circostanza. A me basta così com'è, non mi interessa altro. ciao  :P
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [LP16] Due

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Ciao @ElmoInverso 
Questi versi hanno il pregio della freschezza e rendono molto bene il concetto di conflitto. Li ho trovati musicali (a tratti come una filastrocca). La poesia sgorga e scava in percorsi interiori che non sempre sono immediatamente fruibili, ma quello che passa dal poeta al lettore è il senso di un sentimento in cui ognuno può aver sperimentato. 
Mi è piaciuto molto leggerti. Brava.👍🌸

Re: [LP16] Due

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ElmoInverso ha scritto: Traccia 1 Conflitto
Due
Madre e figlia,
figlia e madre,
sorreggevano un tempio
senza architrave.

La figlia che non era
lanciava
trame di rubino
contro pareti
di riso e pianto
Incendiava
con netto taglio
la ribalta
da cui decantare.

La madre che non era
pioveva
in suppliche
e dolorosi pensieri
"Non dirlo,
non farlo.
Nessuna verità
o ci separerà".

Anch'io fui colonna
d'altro tempio
e con altra sorte.
Corda percossa
da un amore complesso
vibrai
dello stesso scoramento.
Che dire, che fare?
Dividere o ignorare?

Madre o figlia,
figlia o madre,
sorreggono un tempio
se vi è l'architrave.
La tua poesia mi pare alluda a un terribile segreto: forse un incesto. Ho inteso il tempio come la domus, e l'architrave come il pater familias. In mancanza dell'architrave, il tempio non sta in piedi. Fuor di metafora, se la figura maschile paterna viene meno al suo ruolo contravvenendo alla legge di natura, madre e figlia non possono (non devono!) continuare a sorreggere un tempio che è stato distrutto dalle fondamenta. 
Nella penultima strofe entra in scena l'io lirico, che allude a una sorte simile, ma forse meno perturbante. Si riprende quindi, nell'ultima, la prima strofe, che conclude il testo con tagliente lucidità.
Davvero molto interessante, @ElmoInverso. Grazie.
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Re: [LP16] Due

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Questa poesia mi è piaciuta tantissimo dal primo all'ultimo verso.
La matrice ermetico-simbolista della poesia rende davvero bene il tentativo di trovare la parola giusta per un sentimento così vitale e ancestrale come il conflitto, come il conflitto qui ritratto. E questo simbolismo annichilisce quasi quando entra in gioco l'incomunicabilità fra la madre e la figlia condannate dalla mancanza di quell'architrave nella prima strofa. I versi brevi e veloci (non ho contato versi più lunghi di rari settenari tronchi), in pennellate alle volte violente di immagini allucinate rendono davvero bene non solo la suddetta incomunicabilità, ma anche i silenzi che intercorrono fra una pennellata e l'altra - e in questo la poesia mi ha ricordato un po' il Caproni più tardo, quello del Dies Illa, ma qui c'è una dimensione familiare e intima.

Mi ha particolarmente colpito la strofa che sfora nella confessione, che comincia a parlare di sé stessi direttamente e si ammette di essere stati in una certa situazione, ma non ci si sbilancia né a dire di avere o non aver avuto quell'architrave. Quel vibrai poi messo da solo, fra versi più lunghi è davvero una bella coccola per gli occhi, rende davvero bene il momento di catarsi (o di tensione) in cui quel ricordo si ferma, prima di andare a fare domande, lasciando in sospeso la questione. L'ultima chiusa è ambigua: una nota di speranza o un desiderio che in entrambi i casi - il proprio e quello senza architrave - è impossibile avverare?

Bella bella, complimenti!
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http://maxbarberio.com/

Re: [LP16] Due

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@Poeta Zaza @bestseller2020 @@Monica @Ippolita @Max91 

Intanto vi ringrazio per i vostri commenti gentilissimi. 
Mi scuso per la mia mancanza di competenze in materia, di poesie ne ho scritte più o meno sempre e ne ho lette non quante avrei voluto, per cui non sono ferratissima in metrica e figure retoriche. Scrivo sotto impulso e sono più un'istintiva che un architetto.
Questa poesia si riferisce a un episodio traumatico della mia giovinezza. Ho provato  a mettere in versi quest'esperienza perché è uno dei più grossi conflitti che abbia mai vissuto. Mentre davo lezioni private a una ragazza, la madre si tagliò le vene. Chiamati i soccorsi, entrambe mi chiesero di non dire la verità perché le avrebbero separate e la madre, per nascondere il suo gesto, cominciò a camminare per casa agitando le braccia e schizzando ovunque, a consolidare una versione "incidente". C'è poco di poetico in tutto questo, ma... quello che riverbera dentro di me è quella disperata richiesta di non essere divise, che mi lacerò, oltre a lasciarmi per tutta la notte con gli occhi strabuzzati verso il soffitto pronta a cogliere ogni minimo rumore sospetto (perché per sicurezza decisi di pernottare con loro). Questo non è il contesto giusto per parlare di queste cose, ma è la vita e lascia il segno.
Due colonne senza architrave fanno crollare il tempio, per questo ho usato l'imperfetto: volevo ispirare nel lettore l'imminenza di un crollo. Ho poi parlato di entrambe riferendomi alla "figlia che non era" cioè la madre, e la "madre che non era" cioè la figlia, in quanto i ruoli erano dolorosamente invertiti come "senno" e senso di responsabilità.
Incendiava
con netto taglio
la ribalta
da cui decantare.
Incendiava di sangue "il palco/la scena" da cui si sarebbe purificata (per decantazione) del gesto folle inscenando un incidente.

In pochi minuti dovetti decidere il destino di due persone, soprattutto della ragazza, quasi maggiorenne. Pensai al suo futuro, a tutti i traumi possibili, a come minimizzare il danno. E scelsi di fare da architrave.
Il confronto con il rapporto tra me e mia madre verte solo sull'inversione dei ruoli, molto comune quando il figlio di un genitore solo, stanco e afflitto, vorrebbe risolvere tutti i suoi problemi ed essere fonte di sostegno e incoraggiamento.

Avrei dovuto lavorarci ancora sopra, ma è uscita così in due ore. Premeva per uscire. Forse non sono riuscita ad essere "esatta" come avrei voluto nella scelta dei termini e nella costruzione, ma è quanto sono riuscita a fare. Ancora grazie.
"Fare o non fare, non c'è provare." Yoda - Star Wars

Re: [LP16] Due

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@ElmoInverso  <3

Che bella persona che ti riveli! E ecco spiegato perché sentivo il bisogno di capirne di più dall'autrice. 
Poeta Zaza ha scritto: Come vorrei capire appieno quello che hai voluto dire con questi versi!
Dicono gli esperti che scrivere delle proprie esperienze difficili o traumatiche aiuti a metabolizzarle, a rielaborarle. A decantare il tutto.
Tu l'hai fatto, offrendoci un bel brano poetico, che deve averti fatto bene scrivere.  :)  
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [LP16] Due

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Ciao @ElmoInverso 
Ho letto il tuo commento dove racconti la storia dalla quale hai fatto scaturire la poesia… Capisco bene cosa puoi aver provato, anche a me successe un fatto di sangue tanto tempo fa, che segnò la mia vita…
A volte ci si sente investiti dagli eventi più grandi di noi e della nostra comprensione, si assumono dei ruoli che mai ci saremmo sognati fino al giorno prima.
Sicuramente può far parte della vita, per quanto non si amino queste incombenze ma si sente di non poterle evitare.
Per salvare una vita, una situazione, bisogna anche saper diventare colonne per sorreggere il dolore altrui.
Alla luce della tua spiegazione la poesia diventa di una chiarezza e di una drammaticità spiazzanti.
Facesti bene a diventare una colonna. Nel mio caso non fu possibile.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)
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