[LP16] Non sono mica Greta Thunberg

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Traccia2 - Valori

NON SONO MICA GRETA THUNBERG
 
 
 
 
È tutto relativo, anche 
il camion della spazzatura che 
sbaccana giù in strada, alle sei del mattino
Se oggi è domenica, ad esempio
il suono è festivo e gradito, tanto quanto
sarcastico è il canto stronzo degli uccelli
che sfringuellano sfottenti nei giorni di scuola
Ogni tanto ne trovo qualcuno sventrato
sul vialetto, e se volete spiegatelo a lui
quanto è carino il gattino del vicino
Come dicevo, è tutto relativo
 
Ma che parlo a fare con voi
che la mamma è sempre la mamma
fosse pure la tossica che vi ha abbandonato
in fasce davanti al convento di sadiche suore
(stronze) che tutt’ora incubate (nel senso degli incubi
che vi tormenterebbero ancora, nel caso)
e il papà è sempre il papà anche se
a parte la strada per il lavoro 
dice mamma, non sa neanche
trovarsi  il buco del culo
 
Ma il lavoro è importante, no?
Tanto quanto la salute, dicono gli esperti
e papino è stato davvero fortunato a trovarlo
alla sua età, dopo due anni di cassa integrazione
e non conta che ora sia caduto da un ponteggio
perché senz’altro poteva andargli peggio
e invece si è rotto soltanto una gamba, presto
tornerà come nuovo, o almeno vecchio
com’era prima
 
Povero vecchio 
nella famiglia in cui sognava
di avere un ruolo decisionale e la dignità
dell’uomo che nonna diceva sarebbe diventato
e invece eccolo qui, ultima ruota del carro
perché nell’ordine comanda mamma e poi io
(modestamente) e mamma di mamma
(nonno è morto, guarda caso) e pure Pupi
il bastardino fetente che tocca a papi
portare fuori a cagare, la sera

Povero papi
mica gliene faccio una colpa
se non gli frega un beato cazzo
della vita social mia e di mamma
che stiamo appese al telefono e al piccì
come prosciutti in cantina, nel buio
Mamma ride da sola col telefono, in cucina 
brucia la cena e poi scusa scusa scusa 
e gli dà il bacio di Giuda, perché 
non scopano da almeno dieci anni
credo, più o meno 
la mia età
 
Massì
chemmifrega 
è tutto relativo. E poi 
si muore lo stesso (Woody Allen)
e io non sono mica Greta Thunberg, cazzo
se lo salvassero un po’ da soli
‘sto mondo

Re: [LP16] Non sono mica Greta Thunberg

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@Bob66. Ciao Roberto, dopo tanto tempo ti rifai sentire con i tuoi versi sempre taglienti, freddi, estremi, ricchi di citazioni della nostra attualità, di problematiche familiari e sociali. Hai lavorato tanto per comporre lo schema, ma credo, che tale pezzo, lo avevi già in mente: sei stato velocissimo a postare. Io ci avrei messo una settimana a fare tale composizione. Come al solito, non ti sei limitato...nei versi e nelle parole. :D  ciao
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [LP16] Non sono mica Greta Thunberg

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Eccomi alla tua poesia colloquiale, Roberto. Ciao e bentrovato! @Bob66   :)

Poesia sulla relatività delle cose:

- l'uccellino che cinguetta sarcastico agli studenti nei giorni di scuola avrà trovato carino il gattino che l'ha sventrato?
- la mamma tossica che ha abbandonato suo figlio alle suore è sempre la mamma senza se e senza ma?
- il papà denigrato dalla mamma è sempre il papà, che ha la fortuna di un lavoro certo anche se sicuro non era quando è caduto da un ponteggio rompendosi solo una gamba, ma poteva andargli peggio, e tornerà (nuovo o vecchio è questione di punti di vista)  come prima.
- è relativamente giusto che al padre non freghi niente della moglie e della figlia, quando la prima gli brucia la cena e gli si nega da anni e la seconda, decenne,  vive attaccata alla prolunga del computer.
- e quest'ultima, la ragazzina, chiude lo sfogo con la sua relativa giustificazione: che può fare lei per salvare la sua famiglia e il suo mondo? Mica si chiama Greta! E poi, lo sa già anche lei: comunque fai, si è certi di morire comunque.
Alla fine, tutto è relativo... 

Sei il nostro caustico sarcastico poeta conclamato, Roberto. Non deludi in tal senso nemmeno oggi.   :)
P.S. Anche se, ti confesso, io sono una dei nostalgici di altre tue poesie dai contenuti e dallo stile più vicini al mio sentire e che nel trasloco dal WD al CdM devono essersi perse.  
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [LP16] Non sono mica Greta Thunberg

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Poeta Zaza ha scritto: P.S. Anche se, ti confesso, io sono una dei nostalgici di altre tue poesie dai contenuti e dallo stile più vicini al mio sentire e che nel trasloco dal WD al CdM devono essersi perse.  
Be', tra le cose abbozzate che avevo (sono incapace purtroppo di farmi venire un'idea a comando) ho scelto di scrivere questa perché mi pareva rispondesse bene alla traccia 2, ma va da sè che non ne farei mai una linea stilistica. La mia indole artistica credo tenda più al mesto, al crepuscolare, al dolce-amaro, però una sferzata di energia ci sta, penso. Un punto di vista diverso che ha comunque radici nel vissuto. La gerarchia di comando domestica, ad esempio, mi è stata raccontata da un mio collega di lavoro, e per il resto immagino possano esserci giovani scoraggiati dall'entità dei problemi che si trovano davanti. Prendiamola come un'eccezione, un divertissement. Scrivendola ho pensato a L'avvelenata di Guccini e Disperato erotico stomp di Dalla. Sicuramente eccessiva e fuori dalle righe, ma vabbè. Grazie per il passaggio, Zaza.La tua poesia mi è piaciuta molto e dopo passo a ribadirlo. Ciao. 

Re: [LP16] Non sono mica Greta Thunberg

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bestseller2020 ha scritto: Hai lavorato tanto per comporre lo schema, ma credo, che tale pezzo, lo avevi già in mente: sei stato velocissimo a postare. Io ci avrei messo una settimana a fare tale composizione.
Come dicevo sopra, ho scelto tra una serie di idee appena abbozzate, perché sono incapace di farmi venire un'idea a comando. Fortunatamente butto giù in bozza ogni verso, ogni idea ma anche ogni associazione di parole vagamente interessante che mi passa per la mente, e quindi qualcosa di adattabile c'è sempre. Inizialmente ho persino cliccato sulla schermata dei Lampi precedenti e mi sono rifatto a quelle tracce lì preparando qualcosa sul verso della Merini che c'era riportato. Poi giustamente mi è sembrato strano che la traccia fosse uscita in anticipo  :P e ho dovuto cambiare, ma era quasi pronta anche quella poesia lì. Vabbè pronta è una parola grossa... Diciamo che è tutto relativo, così rimango in tema. Grazie per il passaggio, ciao  :)

Re: [LP16] Non sono mica Greta Thunberg

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@Bob66

Felicissima di ritrovarti, Roberto. Devo dire che ci sei molto mancato.
Parto da ciò che mi ha lasciata perplessa. L'intero componimento è messo in bocca a una bambina di dieci anni: per quanto si possa essere smaliziati a quell'età, dieci anni mi paiono pochi per gran parte delle sue esternazioni. 
Essendo tutta la poesia giocata su una totale aderenza alla realtà, secondo me non è questione di poco conto, ma allo stesso tempo non mi pare risolvibile con una meditata sostituzione dell'io lirico: pur non essendo (sempre a mio parere) alcune considerazioni consone a una preadolescente, mi paiono invece attagliarsi perfettamente a quell'età la velocità di pensiero e i collegamenti repentini, nonché quell'aria di "so tutto io" che compare ben presto nei ragazzini. 
Ora ti lascio, perché mi sono accorta che è tardissimo, ma poi ritorno. Siamo pochi, si può fare.
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Re: [LP16] Non sono mica Greta Thunberg

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Ippolita ha scritto: @Bob66

Parto da ciò che mi ha lasciata perplessa. L'intero componimento è messo in bocca a una bambina di dieci anni: per quanto si possa essere smaliziati a quell'età, dieci anni mi paiono pochi per gran parte delle sue esternazioni. 
Ciao, Ippolita. Sì, rileggendola ci ho pensato anch'io. Nella fretta ho scelto il numero dieci perché tutti gli altri prima suonavano ancora più improbabili e tutti quelli dopo erano materialmente più lunghi, ma poi ho optato per il sedici (appena una lettera in più).  Credo che una ragazzina di sedici anni, dei nostri tempi, magari una che legge, un po' smaliziata e fuori dal comune, possa avere pensieri di questo tipo. Questo per dare un minimo di plausibilità, poi diciamo che ho smesso di preoccuparmi che la scrittura appaia come qualcosa di diverso da quello che è. Voglio dire che la scrittura non è mai realtà. Zygmunt Bauman dice che la realtà è irrappresentabile nella sua interezza e che la ragion d'essere di qualsiasi storia è quella di illuminare sempre e comunque soltanto una parte. Io non ambisco a illuminare nemmeno quella e mi piacerebbe che fosse chiaro, ogni volta, che non sono i miei occhi a scrivere ma quella parte del mio cervello che immagazzina le informazioni e poi le elabora a propria discrezione, anche giocando a volte.  :)

Re: [LP16] Non sono mica Greta Thunberg

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Bob66 ha scritto: Ciao, Ippolita. Sì, rileggendola ci ho pensato anch'io. Nella fretta ho scelto il numero dieci perché tutti gli altri prima suonavano ancora più improbabili e tutti quelli dopo erano materialmente più lunghi, ma poi ho optato per il sedici (appena una lettera in più).  Credo che una ragazzina di sedici anni, dei nostri tempi, magari una che legge, un po' smaliziata e fuori dal comune, possa avere pensieri di questo tipo.
Allora devo aver frainteso qualcosa, perdonami. Sedici anni vanno benissimo, certo (pure per conoscere Allen). Ho letto con attenzione varie volte, in momenti diversi, e l'accenno ai dieci anni mi era sembrato l'unico riferimento all'età. 
Ma quando scrivi che hai "optato per i sedici", ti riferisci al "più o meno"? Mi dispiace, ma non l'ho inteso. Forse si potrebbe aggiungere, dopo il verso "credo, più o meno la mia età", qualcosa come ad esempio "ora ne ho sedici", magari tra parentesi. Se la ragazza ha sedici anni, tutto torna perfettamente. 
Bob66 ha scritto: Voglio dire che la scrittura non è mai realtà.
Sono d'accordo fino a un certo punto.
Qui, come scrivevo sopra, ogni verso è immerso nella realtà: una realtà aspra, disincantata, di cui la poesia si fa latrice, denunciandola. Per questo è importante, secondo me, che la voce che la narra sia verosimile. Una voce sedicenne è ampiamente verosimile.
A presto! E grazie.
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Re: [LP16] Non sono mica Greta Thunberg

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Ippolita ha scritto: Allora devo aver frainteso qualcosa, perdonami. Sedici anni vanno benissimo
No, scusa scusa :sss: . Tu hai capito benissimo. Volevo dire che dopo averla riletta e postata ho modificato l'età.
Ippolita ha scritto: Sono d'accordo fino a un certo punto.
Qui, come scrivevo sopra, ogni verso è immerso nella realtà: una realtà aspra, disincantata, di cui la poesia si fa latrice, denunciandola. Per questo è importante, secondo me, che la voce che la narra sia verosimile. Una voce sedicenne è ampiamente verosimile.
Sì, una plausibilità è necessaria, in questo specifico componimento, ma la realtà di cui parlo è la mia interpretazione della realtà. Vabbè, è scontato, ma è giusto dirlo.  :)  

Re: [LP16] Non sono mica Greta Thunberg

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Ciao @Bob66 . I tuoi versi graffiano. Offrono la visione disincantata e cruda del nostro tempo. Ho letto i commenti precedenti e devo dirti che la faccenda dell’età della ragazza  non mi ha disturbata più di tanto. A livello di “suono” dieci funziona e in poesia tutto può essere. Considerato il panorama familiare che descrivi, sapere che questi pensieri sono espressi da una decenne dilata la sensazione di disagio che si prova nella lettura. 
Bob66 ha scritto: Ma il lavoro è importante, no?
Tanto quanto la salute, dicono gli esperti
e papino è stato davvero fortunato a trovarlo
alla sua età, dopo due anni di cassa integrazione
e non conta che ora sia caduto da un ponteggio
perché senz’altro poteva andargli peggio
e invece si è rotto soltanto una gamba, presto
tornerà come nuovo, o almeno vecchio
com’era prima
Questo passaggio suona terribilmente attuale.  

Inutile sottolineare la tua bravura. Complimenti 

Re: [LP16] Non sono mica Greta Thunberg

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Ciao @Bob66,
al primo approccio con la tua poesia sono rimasta colpita dalla forma delle strofe sulla pagina web, delle belle bolle centrali il cui contenuto è tutt'altro che leggero. Davvero un bel contrasto. Poi l'ho letta, svariate volte e ho aspettato a commentare perché volevo sentirla meglio. Ho letto anche le tue spiegazioni. Mi ha colpita la gestione dei versi, che suonano naturalissimi e credibili, a parte in un paio di punti che spero di non aver male inteso:
il camion della spazzatura che 
sbaccana giù in strada, alle sei del mattino
Se oggi è domenica, ad esempio
il suono è festivo e gradito,
dubito che qualsiasi sedicenne alle sei di domenica mattina trovi "festivo e gradito" questo suono. In genere i sedicenni la domenica mattina non sentono nemmeno le cannonate.
L'altro punto che mi ha distaccata dal testo è questo:
e il papà è sempre il papà anche se
a parte la strada per il lavoro 
dice mamma, non sa neanche
trovarsi  il buco del culo
tutto può essere, :P ma mi sembra poco realistico che una madre parlando con la figlia dica che il padre "non sa neanche

trovarsi  il buco del culo"... non so, mi sa più di chiaccherata tra maschi, non tra donne o donna e figlia. Certo, ripeto, potrei sbagliarmi ma spero di no. :facepalm: E non mi sembra coerente nemmeno con una donna che brucia la cena e poi ripete tre volte scusa.

L'inversione dei valori è assolutamente evidente. Il testo trasuda un disprezzo notevole verso la figura paterna, diciamo pure ciao al buon caro vecchio pater familiae e diamo il benvenuto alle ciniche donne di domani. Il testo è forte e scritto benissimo. Perdonami, non conosco altri tuoi scritti e sei sicuramente più esperto di me, ma faccio fatica a considerarla una poesia, forse più una prosa poetica o flusso, ma è solo colpa della mia limitata esperienza. :arrossire: Senz'altro è un testo che fa riflettere, è come sentirsi allertare "preparatevi, c'è anche questo".
Mi sono piaciute le immagini degli uccelli che sfringuellano sfottenti e tutta la quinta strofa, bellissima. Anche questo testo ha un ritmo incalzante, scorrevole (tranne in quei due punti che ti ho indicato).
È stato bello leggerti e ho imparato qualcosa di nuovo. Grazie. :)
"Fare o non fare, non c'è provare." Yoda - Star Wars

Re: [LP16] Non sono mica Greta Thunberg

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Bob66 ha scritto:
Bob66
 
 È tutto relativo, anche 
il camion della spazzatura che 
sbaccana giù in strada, alle sei del mattino
Se oggi è domenica, ad esempio
il suono è festivo e gradito, tanto quanto
sarcastico è il canto stronzo degli uccelli
che sfringuellano sfottenti nei giorni di scuola
Ogni tanto ne trovo qualcuno sventrato
sul vialetto, e se volete spiegatelo a lui
quanto è carino il gattino del vicino
Come dicevo, è tutto relativo
Immaginando, dunque, che a parlare sia una ragazza di sedici anni, tutto torna alla perfezione. Pare di vederla, nella sua stanza caotica e coloratissima, piena di peluches e poster di heavy metal. Forse ha cominciato a studiare filosofia, e nella sua testa girano domande nuove, che si mescolano al fastidio che sente per quasi tutto quello che la circonda, a parte le amiche. Nei versi "Se oggi è domenica, ad esempio il suono è festivo e gradito, tanto quanto...", per aiutare nella comprensione aggiungerei una virgola dopo "ad esempio" e la toglierei dopo "gradito".
Ma che parlo a fare con voi
che la mamma è sempre la mamma
fosse pure la tossica che vi ha abbandonato
in fasce davanti al convento di sadiche suore
(stronze) che tutt’ora incubate (nel senso degli incubi
che vi tormenterebbero ancora, nel caso)
e il papà è sempre il papà anche se
a parte la strada per il lavoro 
dice mamma, non sa neanche
trovarsi  il buco del culo
Qui sopra si rivolge a un generico "voi", ma pare quasi invece che tenti di convincere se stessa: vorrebbe riuscire, forse, a inserire anche i genitori nel mucchio delle cose relative e invece pare non ci riesca, almeno così mi sembra di leggere tra le righe. Leitmotiv adolescenziale il disprezzo per suore e preti.
 
Ma il lavoro è importante, no?
Tanto quanto la salute, dicono gli esperti
e papino è stato davvero fortunato a trovarlo
alla sua età, dopo due anni di cassa integrazione
e non conta che ora sia caduto da un ponteggio
perché senz’altro poteva andargli peggio
e invece si è rotto soltanto una gamba, presto
tornerà come nuovo, o almeno vecchio
com’era prima

 
Qui sopra la ragazza non riesce a celare un brivido di commozione, che naturalmente si appresta svelta a nascondere sottolineando che il padre è un "vecchio".
Povero vecchio 
nella famiglia in cui sognava
di avere un ruolo decisionale e la dignità
dell’uomo che nonna diceva sarebbe diventato
e invece eccolo qui, ultima ruota del carro
perché nell’ordine comanda mamma e poi io
(modestamente) e mamma di mamma
(nonno è morto, guarda caso) e pure Pupi
il bastardino fetente che tocca a papi
portare fuori a cagare, la sera

Forse sbaglio, ma nei versi in cui l'io lirico accenna al cane viene fuori l'affetto reciproco tra padre e figlia: lui porta Pupi fuori la sera perché non vuole che la sedicenne esca da sola di notte (anche se poi lei fa le tre, o anche le cinque, in discoteca) e, quindi, per quello che può, la protegge; lei lo porta fuori durante il giorno, perché a Pupi vuol bene, forse più del padre.


Povero papi
mica gliene faccio una colpa
se non gli frega un beato cazzo
della vita social mia e di mamma
che stiamo appese al telefono e al piccì
come prosciutti in cantina, nel buio
Mamma ride da sola col telefono, in cucina 
brucia la cena e poi scusa scusa scusa 
e gli dà il bacio di Giuda, perché 
non scopano da almeno dieci anni
credo, più o meno 
la mia età
Qui mi pare vengano fuori altre due caratteristica dell'adolescenza femminile: una certa gelosia nei confronti del padre, per cui il bacio della madre non è d'amore ma "di Giuda", e il desiderio inconfessato di genitori asessuati.
Massì
chemmifrega 
è tutto relativo. E poi 
si muore lo stesso (Woody Allen)
e io non sono mica Greta Thunberg, cazzo
se lo salvassero un po’ da soli
‘sto mondo
E invece la sensazione è che l'idea di morire cominci a metterle un po' di paura, e che il mondo le stia parecchio a cuore. 
Mi è piaciuta la tua poesia, Roberto, soprattutto perché dietro ogni parola mi è parso di leggere in controluce anche il significato opposto. 
Ciao e grazie, @Bob66.
https://www.amazon.it/rosa-spinoZa-gust ... B09HP1S45C

Re: [LP16] Non sono mica Greta Thunberg

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@Monica ha scritto: Ho letto i commenti precedenti e devo dirti che la faccenda dell’età della ragazza  non mi ha disturbata più di tanto. A livello di “suono” dieci funziona e in poesia tutto può essere. Considerato il panorama familiare che descrivi, sapere che questi pensieri sono espressi da una decenne dilata la sensazione di disagio che si prova nella lettura. 
Sì, in poesia tutto può essere, sono d'accordo, ma una ragazzina di dieci anni con pensieri simili rappresenterebbe senza dubbio un elemento eccezionale, fuori dal comune, e in quanto tale solleverebbe come minimo qualche dubbio inserito solo soletto in uno scritto che per il resto è disincantato e crudo,  come hai osservato giustamente anche tu, ordinario e realistico.  Tutto è possibile, è vero, ma tutto si rapporta al contesto che gli si crea attorno e reclama coerenza. L'effetto straniante che potrebbe generare una decenne con un atteggiamento di questo tipo, come hai detto tu, è un gran bello spunto, ma andrebbe sviluppato diversamente. Credo che darle sedici anni renda il tutto più plausibile e coerente.  Grazie del passaggio, Monica.

Re: [LP16] Non sono mica Greta Thunberg

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ElmoInverso ha scritto: dubito che qualsiasi sedicenne alle sei di domenica mattina trovi "festivo e gradito" questo suono. In genere i sedicenni la domenica mattina non sentono nemmeno le cannonate.
Be', la sensazione invertita del camion e degli uccelli si basa principalmente sul fatto che cambia il valore delle cose quando diversa è la disposizione di spirito con cui le osservi. Quindi ci sta che, irritati dalla routine dei giorni feriali si possa trovare irritanti gli uccelli che cantano al mattino (quando a noi tocca andare a lavorare e non abbiamo nessuna voglia di cantare) e nel riposo dei giorni festivi possa risultare gradevole il baccano degli spazzini, o operatori ecologici che dir si voglia (forse perché loro lavorano e noi no). Ovviamente è un mio pensiero e una mia sensazione, dopodiché si può discutere sul fatto che sia plausibile o meno trasferirlo addosso a una sedicenne. Ora, sono d'accordo con te che la tua descrizione si attagli a una buona parte di sedicenni, però non penso nemmeno che poi i sedicenni siano tutti uguali, non credi? E il mio scritto ne prende in considerazione una soltanto, che poi è sempre frutto della mia fantasia e mi serve per sviluppare tutto il resto.
ElmoInverso ha scritto: ma mi sembra poco realistico che una madre parlando con la figlia dica che il padre "non sa neanche

trovarsi  il buco del culo"...
In qualità di artigiano edile, e dopo più di trent'anni di lavoro, ho avuto modo di visitare diversi nuclei familiari di ogni tipo e classe, e credimi se ti dico  che ho sentito di molto peggio, anche tra madri e figlie\i .
ElmoInverso ha scritto: Certo, ripeto, potrei sbagliarmi ma spero di no. :facepalm: E non mi sembra coerente nemmeno con una donna che brucia la cena e poi ripete tre volte scusa.
Non vedo come possa esserci un problema di coerenza nel numero di volte che chiede scusa, però in ogni caso ho la netta sensazione che stiamo andando fuori tema. La questione dell'età della voce narrante che abbiamo sollevato nei commenti precedenti aveva senz'altro senso perché toccava, quella sì, un problema di coerenza stilistica, e ripeto stilistica, ma qui stiamo disquisendo di un'attinenza con la realtà che io, in qualità di autore, non sono tenuto a osservare. Non sono mica un reporter, eh, e questo scritto non è di certo un articolo d'attualità.:)
ElmoInverso ha scritto: L'inversione dei valori è assolutamente evidente.
   Bè, lo spero. E' la ragion d'essere di questo scritto, visto che mi sono agganciato alla traccia 2
ElmoInverso ha scritto: Il testo trasuda un disprezzo notevole verso la figura paterna,
Non sono d'accordo, ma ogni interpretazione è legittima. :)  Certo la figura paterna non riscuote dalla figlia il rispetto che vorrebbe (e come potrebbe, poveraccio?) ma non mi pare si percepisca odio, nè disprezzo. E' un adolescente, è normale che si senta superiore ai suoi genitori
ElmoInverso ha scritto: Perdonami, non conosco altri tuoi scritti e sei sicuramente più esperto di me, ma faccio fatica a considerarla una poesia, forse più una prosa poetica o flusso, ma è solo colpa della mia limitata esperienza. :arrossire:
Sono convinto anch'io che non lo sia, nel senso classico, anche se da quando ho cominciato a scrivere... non voglio dire "in versi", ma piuttosto di quelle che sono le mie sensazioni, le mie emozioni, ma anche le riflessioni, i pensieri di tutti i giorni - cioè di ciò che è dentro e di ciò che è fuori ma visto da dentro -  non sono ancora riuscito a trovare una definizione definitiva di quello che per me rappresenta questo modo di scrivere. Diciamo che la prosa è costruzione lenta, strutturata, razionalizzata mentre la poesia - o tutto ciò che non lo è ma si muove nella sua orbita - è ricerca emozionale, espressione creativa e libera. E in questi anni ho focalizzato sempre meglio la differenza, cioè la differenza che fa per me, e questo scrivere è diventato sempre più una necessità.
Grazie del passaggio. Ciao.  :)

Re: [LP16] Non sono mica Greta Thunberg

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Ciao @Bob66 
Molto interessante. Anche alla luce dei precedenti commenti e delle tue risposte per me ci sta tutto nella tua poesia. A cominciare da un veloce spaccato dei giorni nostri, della nostra vita. Mi verrebbe più da dire della vita degli “altri”, perché se io avessi vissuto in un ambiente del genere (e ci ho anche vissuto, purtroppo) con il senno di poi potrei dire che avrei fatto come quei vari  poveracci reduci di guerra americani che ritornano dal fronte: o mi sarei asserragliato in casa a sparare dal balcone o avrei chiesto di tornare al fronte…
Descrivi un mondo che è andato al diavolo e ti ammiro per come lo fai. Non importa se non ricalchi Omero o Dante, nemmeno io mi avvicino a qualcosa che si possa chiamare davvero poesia, forse appunti scritti su un taccuino con penna bic: oggi le circostanze sono diverse. So cosa vuol dire il cinguettare degli uccelli e lo sbaccanare dei camion dell’immondizia di domenica quando hai la morte nel cuore e vorresti solo che tutto il mondo finisse.
Qui siamo all’apoteosi di una giornata tipo che però è un’Odissea, parafrasando l’Ulisse di Joyce. Se mai ti venisse da riprendere questa poesia in prosa, potresti scriverci dei capitoli, farne un romanzo. Non mi ha tanto colpito l’età della ragazzina tanto, per come siamo conciati a livello di società non è che faccia molta differenza ormai. Solo dalla prima strofa ne ricavi una dozzina di capitoli, fidati.
Un tempo mi sarei turbato per l’allusione alla stronzaggine delle suore ma penso che di questi tempi di follia in tutte le strade e in tutti i sensi, e in particolare con la rovina demenziale della chiesa, questo sia ammissibile. Però salvando le mistiche che hanno buttato fuori dai conventi perché perdevano tempo a recitare troppi rosari.
Il padre che guarito dalla frattura porte il cane a fare i suoi bisogni, lasciando a casa il risultato della demenza odierna è fantastico. Gli darei un vago passato militare per giustificare la sua conoscenza delle armi, giusto per fare una strage nel quartiere…  Alla fine sarà anche tutto relativo ma amo sperare che non saranno creature come la svedese che nomini a salvare il mondo. La svedese ha osato dire ai cinesi di non usare le canne di bambù come bastoncini per mangiare, perché distruggevano le piante nel mondo, che sono ossigeno. I cinesi le hanno risposto che il bambù è un’erba e che lei e i suoi amici la finissero di usare la carta igienica per pulirsi il sedere, carta fatta dall’abbattimento di miliardi di miliardi di alberi.
Si potrebbe creare una nuova religione scrivendo epistole su questi episodi e sai che strade di Damasco si troverebbero…
Vabbè, a parte il mio commento da non citare negli annali, la mia ammirazione per il tuo testo, fonte di spunti, idee e riflessioni che io proporrei come traccia per un MI extra con racconti da perlomeno 16.000 caratteri minimo.
Potrebbe essere un’idea per lo staff: creare ogni tanto un MI prendendo come tema una poesia…
Ciao e a rileggerti di nuovo con piacere.
 
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [LP16] Non sono mica Greta Thunberg

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Ippolita ha scritto: Forse ha cominciato a studiare filosofia, e nella sua testa girano domande nuove, che si mescolano al fastidio che sente per quasi tutto quello che la circonda, 
Sì, potrebbe essere lei, però ora, anche sull'onda della riflessione inziata nel commento precedente in merito all'attinenza o meno alla realtà di questo scritto, mi viene da pensare che forse mi sono fatto un po' suggestionare anch'io da quella che all'apparenza sembra una storia di vita vissuta, allontanandomi da quella che invece ne è la vera natura. 
Mi viene in mente, a questo proposito, un'altra poesia e un altro contest. La poesia era "Spiegalo agli storni" e uno dei commenti, se non erro Alba360 (non so taggarla e poi forse ora è 359, mi pare), aveva identificato la figura dello storno a cui si rivolgeva la voce narrante, esattamente per quello che era, e cioè una figura retorica. Nella poesia non lo si nominava mai, ma lei vi aveva fatto riferimento usando la maiuscola - lo Storno - il che rendeva perfettamente l'idea, anche a me che l'avevo scritta istintivamente senza decantarne il vero significato. 
La figura retorica non è una entità reale ma, per come la vedo io, uno strumento letterario che serve a introdurre determinati argomenti e contenuti. Qui è la stessa cosa., a dispetto del tono colloquiale che forse trae in inganno, e ci porta a pensare l'intero scritto come una vicenda, concentrandoci sulla ragazza come un'entità reale con una vita sua, mentre in realtà potremmo tranquillamente chiamarla "l'Adolescente" e trarne la conclusione che essa è solo un'invenzione di comodo per introdurre determinati argomenti e concetti. 
Ecco cosa intendevo quando ho detto che la scrittura non è la realtà. La scrittura è scrittura. Magari un romanzo può anche ambire a mettere in scena una realtà parallela alla vera realtà, ma la poesia (e anche la proesia) no. Laddove la prosa è costruzione, invenzione, razionalizzazione, la poesia\proesia (ed ecco l'ennesimo tentativo di darle una definizione) è pensiero, emozione, inconscio, tutto espresso in modo diretto.
Vabbè, tanto è una questione infinita  :)  grazie del ri-passaggio.

Re: [LP16] Non sono mica Greta Thunberg

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Alberto Tosciri ha scritto: con il senno di poi potrei dire che avrei fatto come quei vari  poveracci reduci di guerra americani che ritornano dal fronte: o mi sarei asserragliato in casa a sparare dal balcone o avrei chiesto di tornare al fronte…
Ahahah, questo se dovessi scriverne un romanzo, sarebbe di sicuro uno dei capitoli  :)
Alberto Tosciri ha scritto:  Alla fine sarà anche tutto relativo ma amo sperare che non saranno creature come la svedese che nomini a salvare il mondo. La svedese ha osato dire ai cinesi di non usare le canne di bambù come bastoncini per mangiare, perché distruggevano le piante nel mondo, che sono ossigeno. I cinesi le hanno risposto che il bambù è un’erba e che lei e i suoi amici la finissero di usare la carta igienica per pulirsi il sedere, carta fatta dall’abbattimento di miliardi di miliardi di alberi.
Che la svedese, come la chiami tu, fosse un prodotto dei social mi è stato chiaro fin dall'inizio, e quando penso (sperando con tutto il cuore di essere smentito) che questo mondo non abbia all'attuale stato delle cose (e di quelle che si vedono all'orizzonte) la benchè minima speranza di salvarsi è proprio perché vedo persone che invece di mettere in discussione seriamente il proprio stile di vita e di allargare la propria visuale al di là del proprio cortiletto, si mettono a osannare la figura (virtuale) di una quindicenne come se fosse l'avvento del messia. Va bene così, aspettiamo il messia, tanto non cambia nulla... 
Alberto Tosciri ha scritto: Un tempo mi sarei turbato per l’allusione alla stronzaggine delle suore ma penso che di questi tempi di follia in tutte le strade e in tutti i sensi, e in particolare con la rovina demenziale della chiesa, questo sia ammissibile.
Dalle mie parti, l'avversione per la chiesa di parte della popolazione è un luogo comune, specie nel mio ambiente lavorativo dove la bestemmia è all'ordine non dico del giorno ma del minuto. Io lo prendo per quello che è. Ho ancora in mente il prete della mia parrocchia che bestemmiò di brutto mentre ci faceva catechismo perché qualcuno gli aveva graffiato il biliardo e che poi trasferirono per via delle solite porcherie. Tengo a dire, però, che mi piace pensare ci siano persone di fede coerenti e magari abbastanza consapevoli per fare della religione una questione personale e intima e non una missione di conversione. Trovo, per dire, i testimoni di Geova di un'arroganza spaventosa e me ne tengo alla larga, quando posso. E se non posso faccio in modo che si allarghino loro.
Grazie del bel commento, Alberto. Sempre interessante il tuo punto di vista. Ciao :)

Re: [LP16] Non sono mica Greta Thunberg

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Bob66 ha scritto: mi viene da pensare che forse mi sono fatto un po' suggestionare anch'io da quella che all'apparenza sembra una storia di vita vissuta, allontanandomi da quella che invece ne è la vera natura. 
A me sembra che nella tua poesia accada quello che deve accadere, cioè che attraverso una storia (verosimile, non vera) di vita vissuta prenda corpo quella che tu chiami "la vera natura". Qui il tuo io lirico è rappresentato da una sedicenne: pertanto la poesia verrà letta anche in funzione della verosimiglianza della voce che sei riuscito a darle. Attraverso di lei, la voce esprime te stesso, e questo è ovvio, ma sei stato comunque costretto a circoscrivere l'orizzonte, perché una sedicenne non è un uomo di cinquant'anni.
Bob66 ha scritto: La figura retorica non è una entità reale ma, per come la vedo io, uno strumento letterario che serve a introdurre determinati argomenti e contenuti
Bob66 ha scritto: Qui è la stessa cosa., a dispetto del tono colloquiale che forse trae in inganno, e ci porta a pensare l'intero scritto come una vicenda, concentrandoci sulla ragazza come un'entità reale con una vita sua, mentre in realtà potremmo tranquillamente chiamarla "l'Adolescente" e trarne la conclusione che essa è solo un'invenzione di comodo per introdurre determinati argomenti e concetti. 
Ma proprio perché l'ho considerata "l'Adolescente" per antonomasia ho potuto soffermarmi sulla sua figura tirandone fuori gli aspetti che l'accomunano a tutte le adolescenti: e ciò è accaduto perché l'hai delineata con verosimiglianza. Tramite i suoi borbottii vediamo in controluce tutte le desolazioni e i problemi che ti premeva uscissero fuori.
Bob66 ha scritto: Magari un romanzo può anche ambire a mettere in scena una realtà parallela alla vera realtà, ma la poesia (e anche la proesia) no. Laddove la prosa è costruzione, invenzione, razionalizzazione, la poesia\proesia (ed ecco l'ennesimo tentativo di darle una definizione) è pensiero, emozione, inconscio, tutto espresso in modo diretto.
Qui non sono d'accordo. Questo tuo testo mi pare strutturato in modo molto razionale e sintatticamente ordinato (e concatenato), ma non per questo rivela meno "emozioni" o "inconscio" di un pezzo in prosa. 
Ho ripreso il discorso perché temevo tu temessi che io avessi frainteso qualcosa, ma a me pare di aver capito bene le tue intenzioni. Se invece sbaglio, me lo farai sapere. Ciao, @Bob66.
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Re: [LP16] Non sono mica Greta Thunberg

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Ippolita ha scritto: ma sei stato comunque costretto a circoscrivere l'orizzonte, perché una sedicenne non è un uomo di cinquant'anni.
Be', certo, nel momento in cui faccio di lei il mio strumento per esprimere dei concetti - nello specifico inerenti alla soggettività di alcuni valori che attribuiamo a cose e persone - mi devo adattare alla sua funzionalità che è sempre circoscritta. Quello che volevo dire è che comunque non racconto una storia, ma esprimo un punto di vista, ovvero ciò che normalmente si fa con una poesia. E' la brevità del testo stesso che non permette in genere di fare altro. Dico in genere perché continuo a pensare che sia possibile anche raccontare in versi, e magari qualcuno l'ha fatto. Io annovero al momento tre tentativi: Chloe è tornata (postata sul wd ma che ho sostanzialmente rivisto), Matame (postata qui) e Sogni del primo corpo, l'adattamento di un racconto (I sogni di Ephrory postato agli albori della mia iscrizione al wd) che magari posto successivamente.
Ippolita ha scritto: Tramite i suoi borbottii vediamo in controluce tutte le desolazioni e i problemi che ti premeva uscissero fuori.
Vero.
Ippolita ha scritto: Questo tuo testo mi pare strutturato in modo molto razionale e sintatticamente ordinato (e concatenato), ma non per questo rivela meno "emozioni" o "inconscio" di un pezzo in prosa. 
Messa così, sembra quasi che la poesia penalizzi le emozioni o l'inconscio mentre io credo esattamente il contrario e cioé che la poesia si debba o si possa occupare principalmente di inconscio ed emozioni, laddove la prosa le riporta filtrate e diluite dal ragionamento, dalla razionalità e dalla costruzione di una trama.
Si fa per parlare. Credo che sostanzialmente la pensiamo allo stesso modo in merito alle questioni espressive.  :) 
Grazie della puntualizzazione @Ippolita. Ciao
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