[ MI 154] Speciale

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Traccia di mezzanotte - In cucina

 
Le mezze patate novelle disposte nella teglia creano un paesaggio collinare piuttosto invitante. Spezzo le loro gobbe marroncine con qualche rametto di rosmarino e completo con una nevicata di spezie. La gonna mi costringe mentre mi chino per infornare, ma è una bella sensazione sentire le natiche fasciate.
Accendo la ventola per distribuire bene il calore, l’arrosto non deve soffrire durante la cottura.
Mi giro soddisfatta verso l’insalata.
Rileggo il messaggio:” Amore, stasera avrei proprio voglia del tuo arrosto speciale!”
Sta tutto nella parola “speciale”.
Speciale vuol dire un buon vino rosso, la tavola apparecchiata con le candele, un pasto consumato con calma senza televisione parlando del più e del meno. Significa non parlare di bollette, dell’aumento dell’affitto, del capo stressante e dei figli che non arrivano. Significa anche sesso, passione e amore.
Il medico ci ripete da quattro anni che siamo sani entrambi, che siamo fertili e anche giovani. I nostri corpi sono a posto, è la mente che ci ostacola, la paura della responsabilità o forse lo stress, chi lo sa.
Mi liscio il grembiule immacolato e sento il pizzo della mutandina che si strofina leggermente. Cerco di non pensare al dopocena, di non avere troppe aspettative. Magari, rilassato dal vino, mi bacia in cucina, prima di mettere via le stoviglie, forse sbircia nella scollatura attratto dal nero che contrasta con la mia pelle chiara.
Affetto i pomodori, aggiungo dei pezzetti di pera, mischio con le foglie verdi del soncino, spolvero con la curcuma, rafforzo con il pepe, un pizzico di sale, calo un filo d’olio a disegnare una spirale, lascio cadere due gocce d’aceto e ci affondo le posate compiaciuta.
Mi sento una moglie anni cinquanta, così, tutta pettinata, truccata e profumata, pronta per il marito che rientra dal lavoro. Pregusto ogni istante, dal rumore della chiave nella serratura al momento in cui servo la cena.
Rileggo l’altro messaggio “Amore, per le 7 sono a casa.”
Farei in tempo a mettermi i sandali con i tacchi, quelli col laccetto alla caviglia che slanciano le gambe. Potrei proprio farlo, anche se poi la signora del piano di sotto si lamenta.
Faccio l’ipotesi che mi prenda sul bancone della cucina, in fondo con il pretesto di doverci rilassare e trovare il centro di noi stessi è da oltre sei mesi che non si avvicina. Con i tacchi sarebbe più comodo.
Alle sette e un quarto spengo il forno e mi siedo in cucina ad aspettare. Non ho più niente da fare, sono pronta per questa serata speciale, con l’arrosto speciale, ho messo addirittura il vino nel decanter, l’accendino è pronto di fianco alle candele, aspetto solo i passi nel giroscale e la chiave nella toppa.
Sono le sette e venti. Il tempo non passa. Guardo solo i messaggi.
Fisso l’arrosto nel forno che piano si sta seccando anche se ho abbassato la temperatura.
Mi perdo nei pensieri, mi perdo nel pomeriggio che ho passato con Annalisa qualche mese fa. La sua voce prepotente si fa strada nella mente:” Chiara, quante volte te l‘ho detto: non siete fatti l’uno per l’altra. Non è solo che non vi vengono i figli, è proprio che lui si approfitta di te quando gli fa comodo. Certo, sarà anche un mago a letto, ma da quanto niente magie? E poi dimmi tu, col pretesto che vi dovete rilassare e pensare ad altro, lui si ammazza di straordinari e quando torna tardi gli prepari pure la cena. Alla faccia del rilassamento. Nemmeno le ferie ha voluto fare. Ti ha obbligato ad andare da tuoi in montagna, e lui qui da solo. Ma scusa Chiara, da un anno niente uscite, nemmeno un pranzo e il fine settimana lo passa con gli amici al campetto di calcio. Ma dove siamo? Ma sei sicura che sia tutto a posto? Ma hai controllato una volta?”
No, non lo avevo controllato. L’unica volta che avevo trovato lo scontrino di un albergo, mi aveva fatto una scenata, che lo doveva allegare alle spese dell’ufficio, ma soprattutto cosa mi veniva in mente di frugare nelle sue cose. Così non avevo detto nemmeno niente quando Interflora aveva chiamato a casa comunicandomi che non avevano potuto consegnare i fiori ordinati. Nemmeno avevo fatto una piega ai regolari prelievi dal nostro conto, lui sicuramente sapeva cosa stava facendo.
Annalisa con la voce più bassa mi sibila:” Ma sei scema Chiara? Ti sta tradendo con i vostri risparmi, quelli per la casa! Ma cosa stai aspettando? Affrontalo e falla finita!”
Non potevo. L’avevo sposato per amore, affrontarlo significava rinunciare a lui, a tutti i nostri progetti, alle nostre mani rugose intrecciate, quando saremmo stati vecchi. Significava ammettere che mi ero sbagliata, che forse non ero abbastanza, che avrei potuto fare di più.
 
A furia di essere seduta composta mi si è addormentata una gamba. Ho paura di cadere dai tacchi, quando mi alzo per spegnere definitivamente forno. L’orologio della cucina segna le ventuno.
Riguardo i messaggi. È proprio lui che mi scrive della cena speciale, delle sette.
 
Ignoro tutti i messaggi seguenti. Quelli che mi ha scritto dopo avermi comunicato che si è innamorato di un’altra, che ha intenzione di separarsi, che sarebbe tornato solo per dormire e mangiare, che saremo stati separati in casa.
Li ignoro, perché io voglio ancora una cena speciale, con l’arrosto speciale, con il vino speciale, la biancheria speciale e il sesso speciale e rilassati per rimanere incinta.

Guardo il mio riflesso nella finestra della cucina, sono bella e arrabbiata.
Questa volta non la passerà liscia.
Sono le nove e mezza, decido di uscire.
Gli scrivo un biglietto, prendo la borsetta, spengo tutte le luci, apro il gas e mi chiudo la porta alle spalle.
 
 
 
 

Re: [ MI 154] Speciale

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Che bello che ci sei, @Almissima  :)

Con un racconto dei tuoi, delicato e forte insieme. Brava!
Con una donna paziente, che tollera e finge di non vedere le pecche del coniuge.
Fino alla sera dell'arrosto "speciale" che lui snobberà.
E  dei messaggi successivi, sul tradimento, sulla fine di un amore, fredde comunicazioni di una insensibilità inaudita.

Per cui, il finale:
Almissima ha scritto: Guardo il mio riflesso nella finestra della cucina, sono bella e arrabbiata.
Questa volta non la passerà liscia.
Sono le nove e mezza, decido di uscire.
Gli scrivo un biglietto, prendo la borsetta, spengo tutte le luci, apro il gas e mi chiudo la porta alle spalle. 
il finale parla di un'esasperazione provocata, portata fino alle estreme conseguenze.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [ MI 154] Speciale

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Ciao @Almissima 
Questo racconto mi ha messo tristezza per la cura meticolosa, la devozione con cui la donna prepara la cena e rabbia per l'uomo che non la merita come donna. (E nemmeno come cuoca).
Ce ne sono molti di uomini così, vanno per la maggiore di questi tempi, il mondo è loro. Finché dura.
Non sono tutti così.
Mi è piaciuta la fine. Non servono discorsi, recriminazioni o piagnistei. È il giusto epilogo.
Piacevole la scrittura. Posata, calma, precisa.
La determinazione della donna, le sue movenze mi hanno ricordato la lucida spietatezza della bellissima Jeanne Moreau nel film "La sposa in nero".
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [ MI 154] Speciale

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Ciao @Almissima  credo sia la prima volta che ti leggo, sono stata parecchio assente dal forum!
Nel tuo racconto la protagonista sembra una donna che ha per troppo tempo nascosto la testa sotto la sabbia, così  tanto da non vedere segnali sospetti, da ignorare anche i suggerimenti dell’amica. 
Questa donna così determinata nel rincorrere il suo desiderio vive un film tutto suo, in cui il compagno è una funzione delle proiezioni di lei più che un uomo in carne ed ossa.
Ci sono due appunti che mi vengono in mente:
perché questa dissonanza nelle comunicazioni di lui? Che motivo aveva di essere così galante, passionale fino a un certo punto per poi passare senza soluzione di continuità alla fredda comunicazione della volontà di lasciare la moglie?  Sembra quasi che abbia sbagliato l’invio dei messaggi. 
Secondo: perché quel finale? L’ho trovato un po’ come il coniglio tirato fuori dal cappello, non preparato nel racconto e soprattutto inutile. Era la casa di lui? O era la casa coniugale? O ancora: l’idea della donna è che il
fedifrago rientrando e accendendo una luce saltasse in aria? 
Ecco queste incongruenze un po’ mi hanno spiazzata, perché le ho trovate superflue nella descrizione delle aspettative deluse, dell’illusione che si trasforma in dolorosa presa di  coscienza, della rassegnazione piena di aggressività, che invece ho trovato ben delineate 
A rileggerti  

Re: [ MI 154] Speciale

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@Poeta Zaza @Alberto Tosciri @Cicciuzza 
Grazie per i vostri commenti di cui faccio tesoro.

Nella mia idea la donna nel momento in cui il marito le ha comunicato la sua intenzione di separarsi ha semplicemente smesso di prendere atto della realtà, non ha voluto accettare la scelta del marito ed é rimasta ancorata a tutto ciò che c'era prima. Questo fino a quella sera in cui decide di preparare la cena speciale riferendosi a vecchi messaggi e ignorando tutto quello che é avvenuto dopo. Nel momento in cui si rende conto che é davvero finita, che la cena é un'illusione, scoppia definitivamente ed esce lasciando acceso il gas per far saltare in aria il marito al suo rientro, completamente indifferente al fatto che sotto e attorno abitano altre persone.
Mi immagino che succeda così, che si sia talmente concentrati su se stessi che non sfiori nemmeno il pensiero che una nostra azione possa coinvolgere anche persone che non c'entrano niente.
Suppongo di essere stata troppo sintetica e compressa nel racconto e che questa donna, che ha perso il proprio equilibrio nel momento in cui il marito le ha comunicato la propria decisione inaccettabile, per quanto già avvisata dalla sua amica Annalisa, non sia arrivata al lettore come avrei voluto.

Re: [ MI 154] Speciale

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Ho apprezzato il personaggio, l'atmosfera, la descrizione di abito e cibi. Arriva però una cesura brusca  e la seconda parte non convince. Condivido dunque il commento di cicciuzza e anche la domanda:  decide di  far saltare casa e marito infedele?
" ...con mano ferma ma lenta sollevò la celata. L'elmo era vuoto." (Calvino)
Pagina autrice fb: virginialess/21 Blog "Noi nonne": https.//virginialess.wordpress.com

Re: [ MI 154] Speciale

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Delizioso, @Almissima
E sì, sei stata sintetica e compressa, non tanto per i famigerati 8000 caratteri, ma proprio perché è la struttura del racconto a richiederlo e perché, diciamocelo, anche il lettore dovrebbe fare la sua parte.
Il racconto funziona. Ti prende per mano, ti accompagna nel labirinto della verità e vorresti restarci ancora. A goderti quel gioco dell'autoinganno che hai saputo costruire con tanta grazia. Fino alla fine, prevedibile forse e per questo sanamente catartica, al punto che non avrebbe sofferto se avessi rinunciato allo svelamento.
Almissima ha scritto: Guardo il mio riflesso nella cucina. Sono bella e arrabbiata. 
Questa volta non la passerà liscia.
Sono le nove e mezza, decido di uscire.
Gli scrivo un biglietto, prendo la borsetta, spengo tutte le luci, apro il gas e mi chiudo la porta alle spalle.
Brava! 
https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/gia ... /mens-rea/
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Re: [ MI 154] Speciale

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Il racconto è riuscito a trasmettermi un'angoscia esistenziale come poche altre cose. Mi ha fatto vivere bene la dipendenza emotiva della protagonista da un'altra persona - o meglio, dall'idea che di quella persona si è fatta - e l'ho sentito abbastanza vicino da provare una stilettata al cuore. Questo passaggio:
Almissima ha scritto: L’avevo sposato per amore, affrontarlo significava rinunciare a lui, a tutti i nostri progetti, alle nostre mani rugose intrecciate, quando saremmo stati vecchi.
mi ha fatto quasi piangere. è così ingiusto che le cose non vadano come sogniamo, fa perdere fede nella realtà.
Molto, molto potente 

Re: [ MI 154] Speciale

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Ciao @Almissima,
che bella penna: solida, robusta e allo stesso tempo delicata come una piuma!
Sei stata davvero convincente nel descrivere questa donna: mi piacciono molto i particolari su cui ti sei soffermata nella prima parte ( la bella sensazione di sentire le natiche fasciate...) riescono in modo semplice e allo stesso tempo intenso a delineare questa donna, le sue fragilità, le sue aspettative che (scopriremo successivamente) sono infrante.
E' proprio vedere il castello di sogni che si sgretola di fronte ai nostri occhi che crea una forte empatia con la donna.
Il finale forse è un pò troppo forte: avrei preferito che lei se ne andasse e basta che, presa finalmente coscienza della reale situazione, prendesse la sua vita in mano, dirigendola nella giusta direzione, diventandone protagonista e non ancora vittima (in questo caso di una spettacolare vendetta).

Re: [ MI 154] Speciale

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Ciao @Almissima 

Come ho già detto, la qualità dei racconti presenti in questo contest è di un livello elevato, sono contento di non dover far parte della giuria votante, perché sarebbe stato un problema sceglierne uno senza far torto agli altri.

Questo racconto è deliziosamente divertente oltre che scritto ottimamente.
Il meccanismo narrativo è uno dei più classici impiegati nelle narrazioni,
La tua bravura è nel aver creato uno scenario “rassicurante”, che si concretizza attraverso la preparazione “ansiosa” e piena di aspettative della protagonista che prepara per il proprio coniuge (latitante) una cenetta intima “speciale”.

La narrazione consente: di esplorare e comprendere il mondo interno degli individui in quanto conosciamo noi stessi e ci riveliamo agli altri attraverso le storie che raccontiamo, ma ci consente anche di esplorare esperienze individuali e collettive, campi e corsi di azione, situazioni problematiche di difficile interpretazione, consentendo di comprenderne e decostruirne/ricostruirne il significato sociale. Inoltre, attraverso il dispositivo narrativo l’agire umano è collocato in uno specifico tempo e spazio, è dotato di intenzioni e motivazioni, è inscritto in rapporti di causa/effetto e/o di reciprocità con altre azioni ed eventi, infine, è connotato di un significato riconosciuto e riconoscibile. Anche per questo, i dispositivi narrativi assumono particolare rilevanza.

Secondo Jerome Seymour Bruner che è stato uno psicologo statunitense che ha contribuito allo sviluppo della psicologia cognitiva, alcuni degli gli elementi caratterizzanti il pensiero narrativo sono:

– struttura di tempo significativa. La sequenza degli eventi in un racconto non è determinata dallo scorrere lineare del tempo bensì dal susseguirsi di vicende significative in base alla trama. È il tempo degli uomini che danno significato agli eventi che accadono all’interno della cornice cronologica.

– Canonicità implicita. Ogni storia per essere raccontata deve apportare qualcosa di nuovo, interrompere il corso atteso (la canonicità) degli eventi. Il pensiero narrativo consente di creare un imprevisto che altera la trama e crea un effetto sorpresa, mantenendo viva l’attenzione di chi ascolta.

– Centralità della crisi. Le storie che vengono raccontate sono quelle che nascono da una situazione di “crisi”, vale a dire la rottura dell’equilibrio narrativo causato da un elemento che perturba la canonicità della trama.

La capacità di espansione storica della narrativa. Le molteplici storie che raccontano la vita si intrecciano continuamente; una concatenazione di eventi passati, resi coerenti fra loro, può assurgere a storia, funzionale a sostenere una verità di oggi. Vi sono degli elementi chiave, dei “punti di svolta”, che determinano il passaggio da qualcosa di “vecchio” a qualcosa di “nuovo”.

Nella narrazione la tonalità emotiva e spesso molto forte. Il materiale narrativo innesca numerose emozioni: da quelle più “mentali” – come la curiosità, l’interesse, il divertimento, la suspance – a quelle più “calde” – come la gioia, la tristezza, la paura – che nascono dal nostro coinvolgimento empatico con gli stati interiori e i punti di vista dei personaggi.

Nel meccanismo narrativo del tuo racconto troviamo, inolte, la tecnica che si chiama: “peripeteia”, ovvero il rovesciamento improvviso (in senso positivo o negativo) delle sorti del protagonista, come conseguenza naturale delle circostanze.
Nella letteratura classica un esempio di peripeteia si trova nella Orestea di Eschilo, quando Agamennone viene improvvisamente ucciso dalla moglie Clitemnestra.

Tali conclusioni del racconto vengono definiti “plot-twist” o “colpo di scena finale", dove i personaggi protagonistie vengono repentinamente messi in pericolo e talvolta  volte uccisi.
A esempio nella serie televisiva “Ai confini della realtà” degli anni sessante, si usava frequentemente questo meccanismo per realizzare finali a sorpresa: fra i più celebri si può citare l'episodio “Tempo di leggere”, in cui il protagonista, rimasto solo dopo una catastrofe nucleare e avendo di conseguenza finalmente la possibilità di dedicarsi alla lettura, sua passione, rompe inavvertitamente gli occhiali nella sequenza finale.

Direi che è davvero eccellente la suspense che riesci a creare nel percorso della storia, la frizzante leggerezza con cui la protagonista si affanna nei preparativi della cena, i pensieri e le grandi aspettative, il cullarsi in una rosea illusione di rapporto matrimoniale compreso nell’alveo della serena normalità, per poi lentamente passare alla disillusione, la presa di coscienza e la risoluzione finale del suo problema.

Complimenti. A presto rileggerti. :)
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