[MI 154] Quello era un cuoco...

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[MI 154] Quello era un cuoco...

Traccia di mezzanotte: In cucina.

La produzione del format culinario in poesia aveva affittato i locali di proprietà di Anna nel centro storico, che lei aveva liberi in quel periodo.
Cercavano proprio una cucina come la sua, che aveva un grande tavolo centrale davanti ai fornelli, con taglieri e piccoli elettrodomestici e, sospesi al  soffitto, comodi pensili con l’occorrente per la preparazione dei piatti.
Anna aveva visto la puntata-prova, fatta altrove, e apprezzato l’idea. Il cuoco protagonista, Luigi, era riuscito a  parlare in poesia senza perdere il filo degli ingredienti e la preparazione dei piatti.
Il suo esordio era stato con la preparazione dell’anatra all’arancia. Così illustrava, in rima baciata:
- Sono uno chef che vuole insegnare l’anatra all’arancia a cucinare anche a chi non sa fare che spaghetti e fa bruciare in pentola i bianchetti. Nelle orecchie di esperti e di sventati io dico: State pronti e motivati, ché illustro, a chi è attento e non distratto, ogni caratteristica del piatto!
Prendi un’anatra (fattela spennare): non sia a pezzetti, per incominciare. Scartate il grasso come le interiora; fatela cuocere per non più di un’ora, prima nel burro a rosolare un poco e un po’ di vino e d’acqua a medio fuoco. A striscioline un’arancia sbucciate e la sua parte bianca eliminate; le strisce tre minuti van scottate in po’ d’acqua bollente e ben scolate. Di due arance si fa la spremitura: con le strisce completan la cottura; poi con moderazione il tutto sala, aggiungi un bicchierino di marsala o il Grand Marnier o quello che volete, che vi è rimasto e che non vi bevete…
Servite con puré o con patate, le lodi sol se sono meritate! -
Certo, era solo la ricetta finale quella in poesia. Ed era un bel finale, simpatico.
Anna aveva parlato con la produttrice del format, Fatima, e le aveva illustrato la sua, di idea.
- Luigi ha una vena comica e comunicativa molto forte. Suggerisco di far intervenire un principiante in cucina, con cui lui si relazioni. Quando fa i piatti senza contorno di rime – Fatima aveva sorriso – si può fare qualche mini sketch tra lo chef e l’aiutante. Che so, questo gli passa lo zenzero invece della curcuma, o gli fa domande sciocche, o sbaglia a dividere l’albume dal tuorlo.
Io so scrivere versi, anche parafrasando canzoni famose. Nelle poesie, potrei dare qualche battuta al principiante. La ricetta finale, in versi, diventerebbe uno scambio di battute tra i due. Cosa ne pensa, signora? -
Fatima aveva riposto: - Si può fare una prova. Vediamo. -
Avevano provato più volte il “Teorema per una torta”, parafrasando Ferradini.
Cominciava lui:
- Prendi del burro, ammorbidito, sbattilo in una terrina sino a ridurlo in crema ed aggiungi
tre etti di zucchero a velo; con la scorza di mezzo limone
sino a  farne un liscio composto, e lì sbatti tre uova e tre tuorli spargendo farina senza pietà…
e sta sicura che ci riuscirai: il principiante ha fortuna, vedrai.
Quindi lei:
- No, signor cuoco, non sono convinta, parla e non pensa al diabete,
ai grassi cattivi, al colesterolo…Il troppo dolce fa male si sa. -
Lui si accalorava, gesticolando:
- Non esistono leggi in cucina se poi mangi tu quello che fai;
vai a aprire la porta del frigo, vedrai se lo yogurt scaduto non è.
E sta sicura che ci riuscirai: Il principiante ha fortuna lo sai.
E allora sì, vedrai, ti piacerà… chi amaro mangia è più triste, si sa…  -
Alla fine, la produzione aveva avuto un’altra idea. L’aiutante sarebbe stata lei, ma nei panni della padrona di casa. Avrebbe interpretato se stessa. 
E lei non era certo una maga ai fornelli.
- Dove tieni il lievito? - le poteva chiedere lo chef. 
Oppure:
- Cerca una terrina più grande.
- Questo non è lo zenzero.
Il nuovo format aveva avuto successo e così per una stagione ai testi della produzione si intervallavano quelli della padrona di casa. Che recitava con quel po’ di naturale imbarazzo che aiutava la resa del suo personaggio.
E poi c’era il carisma di Luigi, e il fatto che si intendevano bene in quella cucina.
Cinque giorni a settimana, lei e lo chef entravano e uscivano da quella cucina con la troupe.
Ma il fine settimana si incontravano lì da soli, e occasionalmente occupavano anche gli altri vani della casa.
Per metabolizzare il lavoro, allegramente e con gusto, facevano piatti elaborati senza logica, sperimentali, con accostamenti strani, o dolce-amaro, freddo-caldo.
- Anna è la mia panna – le diceva.
- La tua dieta te la vieta – rispondeva lei, scherzosa.
Cantavano spesso una canzone, la parafrasi di  “Per fare un uomo”, nella loro cucina-alcova:
- Per cucinare il tempo si trova: per far l’arrosto ci voglion due ore;
se per mangiarlo è un breve intervallo, sai, per bruciarlo è abbastanza un minuto…
sai, per bruciarlo è abbastanza un minuto…
Per cucinare ci vuole passione, e un po’ di tempo a disposizione;
mettere insieme il pranzo e la cena con qualche soldo  è talento di pochi…
con qualche soldo è talento di pochi… 
Ecco il tempo di fare esperienza: quello che mangi dà quello che sei
e  con la scorta di aromi e verdure, la tua cucina leggera sarà.
la tua cucina ti soddisferà. -



Luigi non aveva legami, come lei. Anna si era messa in stand-by con l’Università di lingue che frequentava, e si dedicava al format e al suo cuoco a tempo pieno. Questo per un anno, la durata di quell’esperienza con quella TV privata.
Si erano ancora frequentati per qualche mese, da amici. Per qualche motivo inafferrabile, la loro storia era accompagnata dalla preparazione e dal canto di un cibo. Non era durata, fuori dai fornelli. Si era spenta.

Anni dopo, a un karaoke in piazza, Anna chiese di cantare, sulla base di “Quelli eran giorni”, la sua canzone in memoria del suo chef.

Quello era un cuoco, sì,
quello era un grande chef,
a un pasto non puoi chiedere di più,
lui cucinava anche senza logica
ma il risultato era una bontà.

C’era una volta una cucina,
un buon profumo mi portò laggiù;
so che la memoria non m’inganna:
all’angolo cottura c’eri tu.

Eri tu il cuoco sì, eri quel grande chef,
a un pasto non puoi chiedere di più.
Noi seguivamo diete senza logica
ma bruciavamo tutti i chili in più.


Tentacolo di polpo con le alghe,
semi di papavero e gelato…
Erano  dosi sol per due persone,
consumavamo la felicità!

Eri tu il cuoco sì, eri quel grande chef,
a un pasto non puoi chiedere di più.
Noi seguivamo diete senza logica
ma bruciavamo tutti i chili in più.


Di quei sapori il tempo è ormai finito
ma il gusto nel ricordo è ancora qua;
di nuovi sapori l’appetito
non è più quello ch’è rimasto là.

Quello era un cuoco, sì,
quello era un grande chef,
a un pasto non puoi chiedere di più,
e ripensandoci mi viene un groppo qui
e se non mangio cosa vorrà dir?
Ultima modifica di Poeta Zaza il dom set 19, 2021 7:01 pm, modificato 4 volte in totale.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [MI 154] Quello era un cuoco...

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Poeta Zaza ha scritto:
La produzione del format culinario in poesia aveva affittato i locali di proprietà di Anna nel centro storico, che lei aveva liberi in quel periodo.
Come incipit è un po’ confuso si capisce il senso ma manca una virgola e l’ordine delle parole genera confusione, sembra quasi che paradossalmente lei avesse libero il centro storico non solo l’appartamento. 
Ho trovato carina e originale l’idea del format di cucina in rima, ti faccio un paio di appunti:
avrei evitato di inserire il fantomatico aiutante inesperto e avrei introdotto subito Anna come aiutante, meglio sempre andare dritti al punto.
La storia d’amore fra i due non è originalissima ma ciò che la rende godibile è il legame  con la cucina un po’ come se solo in quell’ambito potesse vivere. 
Sulle poesie non mi pronuncio ma il refrain delle canzoni mi è piaciuto. 
In sostanza avrei snellito un po’ ma nell’insieme è un racconto leggero e gradevole 

Re: [MI 154] Quello era un cuoco...

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Cicciuzza ha scritto:
Come incipit è un po’ confuso si capisce il senso ma manca una virgola e l’ordine delle parole genera confusione, sembra quasi che paradossalmente lei avesse libero il centro storico non solo l’appartamento. 
Ho trovato carina e originale l’idea del format di cucina in rima, ti faccio un paio di appunti:
avrei evitato di inserire il fantomatico aiutante inesperto e avrei introdotto subito Anna come aiutante, meglio sempre andare dritti al punto.
La storia d’amore fra i due non è originalissima ma ciò che la rende godibile è il legame  con la cucina un po’ come se solo in quell’ambito potesse vivere. 
Sulle poesie non mi pronuncio ma il refrain delle canzoni mi è piaciuto. 
In sostanza avrei snellito un po’ ma nell’insieme è un racconto leggero e gradevole 
Ti ringrazio tanto, @Cicciuzza   :)

In primis, per avermi fatto tirare un sospiro di sollievo (temevo la prima critica al mio testo infarcito di versi).
Poi, per le note positive che hai trovato nel mio brano e per i validi consigli che mi proponi per migliorarlo.
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o scorre o si lega alle dita.


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Re: [MI 154] Quello era un cuoco...

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Mina ha scritto: Una storia originale e molto interessante
Mi è piaciuto il legame che è venuto a formarsi tra i protagonisti e mi è piaciuto il fatto che non fosse destinato a durare; l'ho trovata una scelta azzeccata nel descrivere una situazione semplice e quotidiana in questo contesto bizzarro  (y)
Wow! Complimenti inaspettati di cui ti ringrazio, @Mina   :)
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Re: [MI 154] Quello era un cuoco...

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Poeta Zaza ha scritto: Anni dopo, a un karaoke in piazza, Anna chiese di cantare, sulla base di “Quelli eran giorni”, la sua canzone in memoria del suo chef.

Quello era un cuoco, sì,
quello era un grande chef,
a un pasto non puoi chiedere di più,
lui cucinava anche senza logica
ma il risultato era una bontà.

C’era una volta una cucina,
un buon profumo mi portò laggiù;
so che la memoria non m’inganna:
all’angolo cottura c’eri tu.

Eri tu il cuoco sì, eri quel grande chef,
a un pasto non puoi chiedere di più.
Noi seguivamo diete senza logica
ma bruciavamo tutti i chili in più.


Tentacolo di polpo con le alghe,
semi di papavero e gelato…
Erano  dosi sol per due persone,
consumavamo la felicità!

Eri tu il cuoco sì, eri quel grande chef,
a un pasto non puoi chiedere di più.
Noi seguivamo diete senza logica
ma bruciavamo tutti i chili in più.


Di quei sapori il tempo è ormai finito
ma il gusto nel ricordo è ancora qua;
di nuovi sapori l’appetito
non è più quello ch’è rimasto là.

Quello era un cuoco, sì,
quello era un grande chef,
a un pasto non puoi chiedere di più,
e ripensandoci mi viene un groppo qui
e se non mangio cosa vorrà dir?

Mi piacerebbe che si ascoltasse la musica per la cadenza dei miei versi rielaborati da lì.
Questa:

Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [MI 154] Quello era un cuoco...

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Almissima ha scritto: Buongiorno @Poeta Zaza 
Idea molto, molto originale. Ho apprezzato i versi, la storia d'amore e il tuo modo delicato di accennare e raccontare.
Anche se preferisco i happy end, ammetto che la fine ci sta: una storia d'amore, una parentesi indimenticabile nella vita di una studentessa.
Complimenti!
Comincio a pensare di avere fatto un discreto lavoro... Grazie anche a te, cara @Almissima   :)
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Re: [MI 154] Quello era un cuoco...

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In questo nuovo forum ho letto quasi nulla e di tuo credo solo una poesia.  Di versi  in verità non m'intendo e  l'alternanza mi riesce nuova, per cui fatico a commentarti. L'idea del format è simpatica, la relazione "leggera"  gradevole e la parte in prosa scorre bene. Alla prossima!
" ...con mano ferma ma lenta sollevò la celata. L'elmo era vuoto." (Calvino)
Pagina autrice fb: virginialess/21 Blog "Noi nonne": https.//virginialess.wordpress.com

Re: [MI 154] Quello era un cuoco...

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sefora ha scritto: In questo nuovo forum ho letto quasi nulla e di tuo credo solo una poesia.  Di versi  in verità non m'intendo e  l'alternanza mi riesce nuova, per cui fatico a commentarti. L'idea del format è simpatica, la relazione "leggera"  gradevole e la parte in prosa scorre bene. Alla prossima!
Grazie delle tue impressioni, @sefora   :)
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Re: [MI 154] Quello era un cuoco...

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Poeta Zaza ha scritto: Poeta ZazaLa produzione del format culinario in poesia aveva affittato i locali di proprietà di Anna nel centro storico, che lei aveva liberi in quel periodo.
L’incipit è un po’ faticoso da leggere. Penso sia dovuto a quel  “che lei aveva liberi in quel periodo”  ti suggerirei  ad esempio:
La produzione di “Cuochi in rima”, nuovissimo format culinario in poesia, aveva affittato i locali di proprietà di Anna nel centro storico, liberi in quel periodo.
Poeta Zaza ha scritto: Cercavano proprio una cucina come la sua
Cercavano è il verbo che si riferisce alla “produzione” . Allora nell’incipit potresti dire “I produttori del format…” si accorderebbe meglio. 
Poeta Zaza ha scritto: Anna aveva visto la puntata-prova, fatta altrove,
sostituirei “fatta” con “registrata”
Poeta Zaza ha scritto: Prendi un’anatra (fattela spennare): non sia a pezzetti, per incominciare. Scartate il grasso
Qui vedrei meglio “Prendete un’anatra (fatevela spennare) visto che poi prosegui con la seconda persona plurale 
Poeta Zaza ha scritto: tutto sala, aggiungi un bicchierino
lo stesso. Aggiungete
Poeta Zaza ha scritto: Certo, era solo la ricetta finale quella in poesia. Ed era un bel finale, simpatico.
questa frase la toglierei del tutto.
Poeta Zaza ha scritto: Anna aveva parlato con la produttrice del format, Fatima, e le aveva illustrato la sua, di idea
Qui la forma risulta faticosa. Meglio le aveva  illustrato la propria idea. 
Poeta Zaza ha scritto:
ciao @Poeta Zaza 

scusa le pulci. 

Ammiro la tua fantasia fervida e il coraggio di osare sempre. La passione per la scrittura è sempre tangibile nei tuoi scritti e le tue opere mi colpiscono per l’originalità . Il mashup tra prosa e versi, in questo racconto, è divertente. Si sente che lo hai scritto di getto e ti sei divertita a tua volta a inventare una storia che potrebbe diventare realtà. Leggerti è sempre una piacevole scoperta 🌼🌼

Re: [MI 154] Quello era un cuoco...

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@Monica ha scritto: Qui vedrei meglio “Prendete un’anatra (fatevela spennare) visto che poi prosegui con la seconda persona plurale 
Lo so che ho preso la licenza di alternare la seconda persona singolare con quella plurale. Ma c'è un motivo.
Nella prima poesia, i versi sono tutti endecasillabi a rima baciata, e "prendi" è di due sillabe e "prendete" di tre sillabe. Ho privilegiato la metrica.
@Monica ha scritto: lo stesso. Aggiungete
Aggiungi era più breve di una sillaba, e quello mi serviva per la metrica.

Le altre tre poesie, invece, sono rielaborazioni dei testi di celebri canzoni, come detto nel mio testo, e quindi bisognerebbe conoscerle
per vedere se ho seguito il ritmo giusto.

Grazie per tutte le altre note.  (y)
@Monica ha scritto: Ammiro la tua fantasia fervida e il coraggio di osare sempre. La passione per la scrittura è sempre tangibile nei tuoi scritti e le tue opere mi colpiscono per l’originalità . Il mashup tra prosa e versi, in questo racconto, è divertente. Si sente che lo hai scritto di getto e ti sei divertita a tua volta a inventare una storia che potrebbe diventare realtà. Leggerti è sempre una piacevole scoperta 🌼🌼
Lieta del tuo passaggio, @@Monica   :)
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Re: [MI 154] Quello era un cuoco...

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Ciao @Poeta Zaza,
sei sempre il solito, incontenibile, vulcano d'idee!
Il format in rima è un'idea originale e bizzarra al punto giusto per essere spettacolare (attenta che non ti rubino l'idea!).
Non m'intendo molto di poesia, ma ho letto in risposta ai commenti che hai scritto in endecasillabi: una sfida nella sfida, praticamente! Doppio applauso, quindi!
La maggior parte del testo è concentrato sull'esposizione delle poesie, il resto (storia d'amore compresa) rappresenta la cornice ideale per contenerle: una buona idea per proporre prosa e poesia insieme.
Sempre piacevole leggerti!

Re: [MI 154] Quello era un cuoco...

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caipiroska ha scritto: Ciao @Poeta Zaza,
sei sempre il solito, incontenibile, vulcano d'idee!
Il format in rima è un'idea originale e bizzarra al punto giusto per essere spettacolare (attenta che non ti rubino l'idea!).
Non m'intendo molto di poesia, ma ho letto in risposta ai commenti che hai scritto in endecasillabi: una sfida nella sfida, praticamente! Doppio applauso, quindi!
La maggior parte del testo è concentrato sull'esposizione delle poesie, il resto (storia d'amore compresa) rappresenta la cornice ideale per contenerle: una buona idea per proporre prosa e poesia insieme.
Sempre piacevole leggerti!
Grazie, cara @caipiroska  :) 

@Sarebbe stato bello ci fossi stata anche tu! Alla prossima, eh! :si: 
L'idea del Format culinario in versi l'ho registrata!
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Re: [MI 154] Quello era un cuoco...

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Ciao @Poeta Zaza 
Molto bella l’idea di questa gara di cucina dove il cuoco parla in rima. Avresti avuto bisogno di più spazio per svilupparla in maniera approfondita, strabordante di particolari “gustosi”, perché si presta a una moltitudine di descrizioni caratteriali e ambientali, in quanto si tratta di una situazione inusuale, quasi una nuova vena letteraria seppure mi pare che anche nel passato in alcuni romanzi si sia alternata prosa e poesia.
Mi interessa la storia d’amore tra Luigi e Anna, qui c’è da approfondire, considero il racconto come un’accurata bozza, certo scritta egregiamente ma si è portati a saperne di più, ulteriori situazioni, vista l’inusualità dell’ambientazione.
Intendo i particolari, è un po’ la mia fissa, la vita dei protagonisti anche al di fuori della cucina, in un ambito fuori dai parametri del contest, particolari che poi rientrerebbero sempre nella contestualizzazione comunque. Descrivere una sorta di piacevole “ossessione” della coppia sia per la cucina, anche oltre la gara, che per la rima che se protratta oltre potrebbe portare a innumerevoli gustosi episodi in un’Italia da strapaese di una volta…
Come in molti tuoi scritti sviluppi idee grandiose che secondo me stanno troppo “strette” nell’ambito degli ottomila caratteri e anche dei sedicimila. Ho lo stesso difetto anche io.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [MI 154] Quello era un cuoco...

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Alberto Tosciri ha scritto: Descrivere una sorta di piacevole “ossessione” della coppia sia per la cucina, anche oltre la gara, che per la rima che se protratta oltre potrebbe portare a innumerevoli gustosi episodi in un’Italia da strapaese di una volta…
Posso pensarci, ad approfondire l'idea in un racconto a più episodi, anche fuori dall'angolo cottura. 

Grazie del tuo apprezzamento, caro @Alberto Tosciri   :)
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Re: [MI 154] Quello era un cuoco...

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Inarrestabile @Poeta Zaza. Attiri i versi come una calamita, o sono loro ad attirare te. Mi hai ricordato una vecchia storia di Topolino in cui c'era una spia che si esprimeva soltanto in versi, e mi faceva molto ridere. Non riesco a definire questo tuo testo un racconto tout court: forse più un esercizio di stile, originale e frizzante.
Grazie!
https://www.amazon.it/rosa-spinoZa-gust ... B09HP1S45C

Re: [MI 154] Quello era un cuoco...

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Ippolita ha scritto: Inarrestabile @Poeta Zaza. Attiri i versi come una calamita, o sono loro ad attirare te. Mi hai ricordato una vecchia storia di Topolino in cui c'era una spia che si esprimeva soltanto in versi, e mi faceva molto ridere. Non riesco a definire questo tuo testo un racconto tout court: forse più un esercizio di stile, originale e frizzante.
Grazie!
Non solo versi... Anche frasi, periodi. Scrivere per me è diventato una dipendenza piacevole e non autolesionista. Mi fa bene, mi dà le endorfine di cui ho bisogno. E non costa nulla!  :)

Grazie del tuo passaggio, cara @Ippolita @
Di sabbia e catrame è la vita:
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