[MI153] Privi di sensi

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traccia di mezzogiorno: dopo la battaglia
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Privi di sensi

I morti, i morti, bisogna aver premura per i morti, seppellirli, far finta di averne riverenza, mentre i vivi? Io odio i morti, sempre lì a ricordarti ciò che vorresti dimenticare, pallidi, brutti, zitti, senza vita.
Capitan Pascià dice che io sono vivo per destino, che non cado, che Dio è con me, che mai una pallottola prenderà la traiettoria che porta al mio cuore. Lo apprezzo. Ma non sono mica un coglione, lo so che improvvisa. Ma lo apprezzo.
L’avambraccio di Alfredo è freddo. Fa impressione. Quando lo tocco per richiuderlo a croce sul petto mi trasmette un brivido. “Vivo per destino”, che puttanata colossale, la riconosco, questa morte che sale da Alfredo al mio corpo, e riconosco che fa parte di me, che è solo questione di tempo. Che puttanata, davvero.
Il nemico ha guadagnato terreno. Quello che aveva perso ieri l’altro. E domani lo riperderà. Nel frattempo: i morti.
Adesso, almeno, posso abbracciarlo, Alfredo. Questo bastardo che mi è morto a fianco. Prima no, mai sia, mai che due uomini maschi vivi possano esprimere fisicamente un sentimento. Figurarsi, due combattenti. Da morti, da morti sì, si può rimanere veri uomini anche a lasciarsi andare ai sentimentalismi. Bastardo figlio di puttana di un morto, ti dovevo ancora i soldi per il regalo a Valentino, e ora non mi vuoi manco più bene, ti sono indifferente, mentre ti piango addosso.
Capitan Pascià non abbraccia e non accarezza, ma ha sempre una parola e una premura per ciascuno. Io, ad esempio, sono quello che non morirà. Luca, ad esempio, è quello che sarà ricordato come un Che Guevara. Quante puttanate che dice. Ma lo amiamo tutti ed è il nostro eroe.
Il nemico è come i morti (sarà per questo che odio i morti?). Non ha cuore, non ha emozioni, non ha nemmeno pelle per toccare e sentire.
C’è un’ora, alla fine della battaglia, in cui il sole trova sollievo nel mare. Diventa rosso, poi rosa, poi sfrigola nell’acqua, si spegne e si addormenta. Il cielo prende tutti i colori dell’arcobaleno: allo zenit è già quasi blu notte, poi degrada in azzurro, poi verde, giallo, arancione, rosso, rosa, infine bianco lì dove cielo e mare si confondono. Allora, in quel preciso istante, non esiste nessuna guerra, e tutti siamo sereni e calmi. Quasi fossimo morti.
Ma poi la guerra ricomincia.
Il nemico avanza, col suo clangore di automa. Il nemico non muore mai, al massimo si guasta, e poi si ripara, a meno che non lo catturiamo e smembriamo. Credevamo che un esercito di robot avrebbe debellato ogni atrocità. Quanto ci sbagliavamo…
Abbiamo tollerato di mangiare i nostri Kinder Bueno, stanchi e stravaccati su divani, mentre nell’altro emisfero, o più banalmente in qualche sfigato paese dell’Europa periferica, dei bambini cucivano palloni griffati. Adesso siamo ammazzati dai robot. Non da Achille o dal Barone Rosso, ma da uno 01876tf del cazzo. Ce lo siamo davvero meritati.
Depongo Alfredo lì dove il bianco del mare si confonde col bianco del cielo. Arriveremo tutti: io, Capitan Pascià, Luca e tutti gli altri. Rimarranno i robot, senza pelle per sentire. La Terra continuerà ad avere una Storia, ma a nessuno verrà più in mente di raccontarla.
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI153] Privi di sensi

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Un distopico disturbante. Con questi robot inanimati. Questo capitan Pascià (nome curiosissimo subito capace di rendere interessante il personaggio) che passa in rassegna i cadaveri e le motivazioni della guerra quasi non ne avesse voglia nemmeno lui. Le riflessioni sulla morte sono bombe a mano. Quella sul sentimentalismo fra gli uomini, possibile solo al momento della morte, non è una riflessione. È un colpo di pistola. Poi i Kinder Bueno sul divano mentre i bambini cuciono i palloni. Hai usato il pretesto di una battaglia, per prendere la società a cazzotti in faccia e l'hai fatto bene. Perché non hai dato giudizi tout court, ma spunti di riflessione profonda. Perché la società con le sue storture cos'è se non una battaglia? 
Ottimo anche il pensiero sulla pausa fra due battaglie che altro non è che un'illusione, perché arriverà una nuova battaglia e nuova sofferenza. E la nostra società si evolve in modo così rapido e rocambolesco, che il paragone vien da sé. Non posso dare giudizi oggettivi sulla scrittura e la trama, perché niente è più soggettivo di uno stile e di un'idea narrativa. Ma qui di oggettivo c'è la potentissima capacità di colpire la società in pieno petto, pur mantenendo una narrazione coerente di base, senza mai perdersi in facili e banali moralismi. Ottima prova, a mio avviso <3

Re: [MI153] Privi di sensi

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ciao @Edu. Non mi piace assolutamente questo finale. Ti sei inventato una guerra tra umani e robot alla fine della storia: di punto in bianco.
Non so! io credo, anzi, sono certissimo, che noi esseri umani faremo prima a sterminarci tra di noi, senza bisogno dell'intervento dei robot.
Peccato, questo finale alla terminetor secondo me l'hai buttato giù frettolosamente. Invece la parte iniziale risulta attraente, quando parli dei morti. Per questo dico che potevi cercare un finale diverso. Poi mi sbaglierò io.. ciao cavapupazzi 
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI153] Privi di sensi

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bestseller2020 ha scritto: ciao @Edu. Non mi piace assolutamente questo finale. Ti sei inventato una guerra tra umani e robot alla fine della storia: di punto in bianco.
Non so! io credo, anzi, sono certissimo, che noi esseri umani faremo prima a sterminarci tra di noi, senza bisogno dell'intervento dei robot.
Peccato, questo finale alla terminetor secondo me l'hai buttato giù frettolosamente. Invece la parte iniziale risulta attraente, quando parli dei morti. Per questo dico che potevi cercare un finale diverso. Poi mi sbaglierò io.. ciao cavapupazzi 
E, vabbé, capisco e hai tutto il diritto di dire che non ti piace, tranquillo. Però è chiaro che ha un significato metaforico, è la questione del mito di Prometeo, di Frankenstein e dell'apprendista strwgone: la tecnologia che prende il sopravvento... non è buttato lì... ma ok, ci sta tutto che dissenti, e anche io non credo che accadrà mai nella realtà ;-)
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI153] Privi di sensi

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Edu ha scritto:

"che mai una pallottola prenderà la traiettoria che porta al mio cuore. Lo apprezzo. Ma non sono mica un coglione, lo so che improvvisa. Ma lo apprezzo."

Non capisco, in questo contesto, la tua scelta del verbo improvvisare. Io avrei scritto:... lo so che vuole essere beneaugurante.

Edu ha scritto:

"L’avambraccio di Alfredo è freddo."

Un po' di cacofonia...

Edu ha scritto:

“Vivo per destino”

Forse più chiaro il concetto con "Sopravvissuto per destino" (o per il caso).

Edu ha scritto:

"C’è un’ora, alla fine della battaglia, in cui il sole trova sollievo nel mare. Diventa rosso, poi rosa, poi sfrigola nell’acqua, si spegne e si addormenta. Il cielo prende tutti i colori dell’arcobaleno: allo zenit è già quasi blu notte, poi degrada in azzurro, poi verde, giallo, arancione, rosso, rosa, infine bianco lì dove cielo e mare si confondono. Allora, in quel preciso istante, non esiste nessuna guerra, e tutti siamo sereni e calmi."

Molto bello questo pezzo, dove c'è un prima dove i colori del mare e del cielo vanno per conto loro e un dopo dove i colori di entrambi si confondono e danno pace. Una riuscita metafora.

Edu ha scritto:

"Abbiamo tollerato di mangiare i nostri Kinder Bueno, stanchi e stravaccati su divani, mentre nell’altro emisfero, o più banalmente in qualche sfigato paese dell’Europa periferica, dei bambini cucivano palloni griffati. Adesso siamo ammazzati dai robot. Non da Achille o dal Barone Rosso, ma da uno 01876tf del cazzo. Ce lo siamo davvero meritati."

Questo pezzo sopra lo eliminerei totalmente: è superfluo. Di più, sembra un'aggiunta forzata, secondo me.
E non fa risaltare nel modo giusto il bel finale:

Edu ha scritto:

"Depongo Alfredo lì dove il bianco del mare si confonde col bianco del cielo. Arriveremo tutti: io, Capitan Pascià, Luca e tutti gli altri. Rimarranno i robot, senza pelle per sentire. La Terra continuerà ad avere una Storia, ma a nessuno verrà più in mente di raccontarla."

Un buon racconto, @Edu  :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI153] Privi di sensi

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C'è una bella storia, la storia di un rinnegato, non mi ricordo bene, credo sia un Ottomano: Sinan Capudan Pascià.
Anche De Andrè ci ha scritto una canzone in genovese. La trovi nell'album creuza de ma
Non so se c'è un'attinenza col tuo personaggio, forse il fatto che lui non muore? proprio non mi ritorna in mqnte quella storia, dopo me la vado a cercare in rete.
Il tuo racconto è molto bello, stiamo attenti che da Alexa alla fine che hai descritto non ci passa molto. Hai voglia a dire, ma la tecnologia ci sta snaturalizzando dal nostro bellissimo pianeta. Ecco l'ho detto adesso mi additerete come una complottista :P 
A me è piaciuto come ci hai portato in quel mondo, un pò come fa Fredric Brown nel racconto la sentinella.
Complimenti, sei sempre Bravissimo @Edu 

Re: [MI153] Privi di sensi

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Alba359 ha scritto: De Andrè ci ha scritto una canzone in genovese. La trovi nell'album creuza de ma
Finalmente su questo forum si nomina musica decente! Altro che @Ippolita   Certo, @Alba359 , Creuza de ma è uno dei dieci dischi che salverei dall'apocalisse ed è chiaro che il nome l'ho preso da lì! I Capitan Pascià erano gli ammiragli ottomani ;-)
Alba359 ha scritto: Ecco l'ho detto adesso mi additerete come una complottista
Ma no, ma no... la tecnologia di per sé è moralmente neutra e può essere (come è) un'ottima alleata dell'umanità (se campiamo cent'anni è grazie alla tecnologia). Solo che nasconde delle insidie, e il progresso tecnologico deve andare di pari passo con quello umanistico e filosofico, se no si combinano i patatrack. è un tema antichissimo (il mito di prometeo) e affascinante, ti consiglio, se ti interessa, di leggere cosa hanno scritto Jonas (tecnica, medicina ed etica) e Habermas (il futuro della natura umana) al riguardo, sul perché la scienza non può sfuggire al vaglio della morale né può avere la pretesa di comprendere tutto... 
Poeta Zaza ha scritto: Un buon racconto, @Edu  :)
Grazie carerrima. Rifletterò a freddo sui tuoi suggerimenti, che a primo acchitto, ti confesso, mi lasciano un po' perplesso. Ma i commenti, si sa, vanno gustati freddi per coglierne l'utilità ;-)
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI153] Privi di sensi

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ciao @Edu. Sai bene quanto ti apprezzo. la mia era solo una piccola critica, considerato l'inizio molto interessante... Confesso di non aver colto cosa volevi rappresentare. La questione è che hai lanciato solo dei segnali, senza entrare nello specifico, e sai, io sono come un diesel, mi devo scaldare per arrivare ai giri massimi... ciao  :P
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI153] Privi di sensi

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bestseller2020 ha scritto: ciao @Edu. Sai bene quanto ti apprezzo. la mia era solo una piccola critica, considerato l'inizio molto interessante... Confesso di non aver colto cosa volevi rappresentare. La questione è che hai lanciato solo dei segnali, senza entrare nello specifico, e sai, io sono come un diesel, mi devo scaldare per arrivare ai giri massimi... ciao  :P
Best, è importante ogni feedback, anche quello del lettore che magari è in un momento un po' distratto (a me capita, a voja) perché dà comunque indicazioni su quanto il messaggio arrivi forte e chiaro. Poi magari con un po' di sforzo tu o qualcun altro arriva, ma comunque anche la tua perplessità mi serve per rendermi conto di cose che da soli sfuggono, dunque non farti remore, anzi grazie. Sai che sono uno che usa spesso e volentieri la spada laser, di conseguenza non posso che accettare la reciprocità, in particolare in questo contesto di rispetto reciproco che non viene mai a mancare, al di là degli sfottò
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI153] Privi di sensi

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Ciao @Edu, il tuo racconto non è immediato. Cosa accade dopo l’ultima battaglia? Si attende la morte. La morte dell’umanità, per essere precisi. E, ancora prima che accada, i rapporti tra le persone sono già compromessi. Hai scelto un gruppo di personaggi che si vogliono bene, che non lo sanno o possono esprimere e che non si capiscono. Si dicono stronzate ma va bene così... si vogliono bene perché è l’umanità ad accomunarli. In tempo di guerra coi robot è la sola esistenza di carne viva accanto a te che dà un senso disperato all’attesa, fino all’ultimo, della morte. Quando non esiste altro, è il calore di un corpo a dare la forza.
L’ho trovato struggente. Non “appetibile” a una prima lettura, ma lascia una scia.
Bravo!
"Fare o non fare, non c'è provare." Yoda - Star Wars

Re: [MI153] Privi di sensi

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Ciao @Edu 
Più che dei robot io avrei paura dell’umanità disumanizzata che si prospetta in maniera vincente ai nostri giorni…
Mi è piaciuto il tuo testo di pausa nella battaglia; la prima parte si potrebbe definire come il rude cantico di un soldato, con notevoli interessanti diramazioni che si potrebbero approfondire, ma rischierei di andare davvero fuori del binario petitum per arrivare a sfiorare, forse coscientemente, con un senso di gioia,  il senso del patetico e del melodrammatico con punte barocche e dannunziane…
Vabbè, il mio sciabordio sproloquiale per dirti che ti sei avvicinato al target quando quel soldato che ama e maledice Capitan Pascià, rude comandante ma con il cuore tenero verso i suoi uomini, quando quel soldato è lugubremente felice di abbracciare il suo camerata Alfredo, almeno da morto visto che non ha osato prima… Ma come fanno i marinai… Oppure colpa di Alfredo, se si avesse il coraggio di cantare oggi questa canzone di Vasco... ma non ce l'hanno... colpa di Alfredo...
La sorpresa che il nemico è ferraglia tecnologica non mi ha disturbato più di tanto, anche perché non ho molta propensione per la robotica e molto più timore per la robotizzazione umana.
Strada sulla quale stiamo andando tutti con allegria, come in discoteca, a parte alcuni che si ostinano a voler restare ancora uomini però…
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [MI153] Privi di sensi

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Ciao @Edu.
Un racconto "strano" il tuo, difficile da classificare. La forma pur essendo brevissima dà diversi input, la morte (interessante l'uso ossessivo del termine i morti), il cameratismo maschile, la poesia del tramonto, i robot di un futuro distopico. Ci sono diversi elementi stranianti, i kinder bueno (non so perché ma questo dettaglio mi pare particolarmente straniante), l'elenco di colori della descrizione del tramonto, la fine che inquadra con poche frasi tutto un contesto sociale attuale e inserisce i robot.
Mi pare che tu stia sperimentando nuove strade e questo esperimento è senz'altro interessante. Un testo che richiede più letture per essere apprezzato. Molto particolare.
Ciao!

Re: [MI153] Privi di sensi

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Questo racconto è criptico, ma se si legge con attenzione e non con la fretta di arrivare alla fine, i significati dietro ogni parola e metafora scelta sono chiari e condivisibili. Ho apprezzato soprattutto il fatto che tu sia riuscito nell'ardua impresa di affrescare le relazioni tra i personaggi in maniera caratteristica in poche righe. Forse quello è il solo problema: il racconto è molto breve. Avevi spazio per introdurre meglio, lasciare indizi o ampliare nel finale la deviazione distopica della tua storia. Inizialmente mi sono immaginata un plotone in una guerra come quella del Vietnam. Quando hai parlato dei robot alla fine ho storto il naso, perché fino a quel momento si intuiva una guerra classica, anche un po' nostalgica dei racconti sulla prima guerra mondiale, e non si sposa bene con l'immagine della tecnologia che si rivolta contro l'uomo nel futuro. Tutto si può fare nella scrittura, quindi è certo che avresti potuto coniugare le due immagini, magari inserendo nel flusso di coscienza del protagonista qualche frase come "ammazzato da un mucchio di ferraglia"... Ok, questa è terribile e pure stereotipata, ma era per fare un'esempio, sono certa che ne avresti immaginato una migliore ahahah
In ogni caso, ciò che mi ha colpito maggiormente nel racconto è il sentimento che c'è alla radice di ciò che hai scritto. Mi è arrivato chiaramente, e questo è un bel risultato per uno scrittore, a mio parere. Bravo.

Re: [MI153] Privi di sensi

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Alberto Tosciri ha scritto:
Ciao @Edu 
Più che dei robot io avrei paura dell’umanità disumanizzata che si prospetta in maniera vincente ai nostri giorni…
Mi è piaciuto il tuo testo di pausa nella battaglia; la prima parte si potrebbe definire come il rude cantico di un soldato, con notevoli interessanti diramazioni che si potrebbero approfondire, ma rischierei di andare davvero fuori del binario petitum per arrivare a sfiorare, forse coscientemente, con un senso di gioia,  il senso del patetico e del melodrammatico con punte barocche e dannunziane…
Vabbè, il mio sciabordio sproloquiale per dirti che ti sei avvicinato al target quando quel soldato che ama e maledice Capitan Pascià, rude comandante ma con il cuore tenero verso i suoi uomini, quando quel soldato è lugubremente felice di abbracciare il suo camerata Alfredo, almeno da morto visto che non ha osato prima… Ma come fanno i marinai… Oppure colpa di Alfredo, se si avesse il coraggio di cantare oggi questa canzone di Vasco... ma non ce l'hanno... colpa di Alfredo...
La sorpresa che il nemico è ferraglia tecnologica non mi ha disturbato più di tanto, anche perché non ho molta propensione per la robotica e molto più timore per la robotizzazione umana.
Strada sulla quale stiamo andando tutti con allegria, come in discoteca, a parte alcuni che si ostinano a voler restare ancora uomini però…
Noto un @Alberto Tosciri  particolarmente ironico e in palla, me ne compiaccio! Grazie per il bel commento. Dai, non disperare, io spesso ho a che fare con ragazzi di vent'anni, e ti assicuro che la loro generazione è molto sensibile e umana, ci salverà ;-)
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI153] Privi di sensi

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ivalibri ha scritto: Ciao @Edu.
Un racconto "strano" il tuo, difficile da classificare. La forma pur essendo brevissima dà diversi input, la morte (interessante l'uso ossessivo del termine i morti), il cameratismo maschile, la poesia del tramonto, i robot di un futuro distopico. Ci sono diversi elementi stranianti, i kinder bueno (non so perché ma questo dettaglio mi pare particolarmente straniante), l'elenco di colori della descrizione del tramonto, la fine che inquadra con poche frasi tutto un contesto sociale attuale e inserisce i robot.
Mi pare che tu stia sperimentando nuove strade e questo esperimento è senz'altro interessante. Un testo che richiede più letture per essere apprezzato. Molto particolare.
Ciao!
Grazie cetti, "stano" è un complimento che mi piace assai!
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI153] Privi di sensi

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Effy Kaligaris ha scritto: Questo racconto è criptico, ma se si legge con attenzione e non con la fretta di arrivare alla fine, i significati dietro ogni parola e metafora scelta sono chiari e condivisibili. Ho apprezzato soprattutto il fatto che tu sia riuscito nell'ardua impresa di affrescare le relazioni tra i personaggi in maniera caratteristica in poche righe. Forse quello è il solo problema: il racconto è molto breve. Avevi spazio per introdurre meglio, lasciare indizi o ampliare nel finale la deviazione distopica della tua storia. Inizialmente mi sono immaginata un plotone in una guerra come quella del Vietnam. Quando hai parlato dei robot alla fine ho storto il naso, perché fino a quel momento si intuiva una guerra classica, anche un po' nostalgica dei racconti sulla prima guerra mondiale, e non si sposa bene con l'immagine della tecnologia che si rivolta contro l'uomo nel futuro. Tutto si può fare nella scrittura, quindi è certo che avresti potuto coniugare le due immagini, magari inserendo nel flusso di coscienza del protagonista qualche frase come "ammazzato da un mucchio di ferraglia"... Ok, questa è terribile e pure stereotipata, ma era per fare un'esempio, sono certa che ne avresti immaginato una migliore ahahah
In ogni caso, ciò che mi ha colpito maggiormente nel racconto è il sentimento che c'è alla radice di ciò che hai scritto. Mi è arrivato chiaramente, e questo è un bel risultato per uno scrittore, a mio parere. Bravo.
Ehi, ciao @Effy Kaligaris , credo sia la prima volta che ci incrociamo, ma già da questo breve commento (oltre dal fatto che hai avuto un esordio vincente allo scorso MI, mi sembra di capire) si intuisce che sei una persona interessante! Le tue considerazioni mi fanno molto riflettere... ci ripasserò su...
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI153] Privi di sensi

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È corto, tanto corto, come una foto piena di dettagli da continuare a guardare per capire meglio.
A me é venuto in mente Depero con "Ingranaggi di guerra" e mi sono goduta tutto il racconto.
Ho apprezzato il Capitan Pascià che improvvisa, il dispiacere del non poter mostrare sentimento da vivi ai vivi. Come cerchi in un lago dal personale, il tuo racconto si é ampliato verso il mondo, verso la situazione disperata in cui si trova il protagonista.
Mi é anche piaciuta l'idea della guerra come duro lavoro (smembrare i robot), non basta più una pallottola come con l'avversario umano.
Quindi il tuo racconto mi garba molto, ma avrei voluto sapere tanto di più.
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