[MI153] Primi passi

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Traccia di Mezzogiorno: Dopo la battaglia.
Primi passi
Fred russava come un vecchio motorino all’avvio, ogni tanto il flusso d’aria fuoriusciva dalla bocca con un brontolio più grave e basso, accompagnato da strizzate d’occhi e scatti improvvisi che non pregiudicavano la resa cacofonica del suo riposo.
Odino davanti alla finestra guardava preoccupato verso le strade piccolissime: delle persone camminavano.
«Siamo già a questo punto?»
Si voltò verso Fred che, indomito, continuava a dormire sulla poltrona, a ridosso della la porta. Da quando non c’era più elettricità le serrature elettroniche avevano smesso di funzionare e le porte erano diventate a ventola, come quelle dei saloon. All’inizio aveva usato un mobile per bloccare la sua, ma da quando avevano sfondato da Eva, al piano di sotto, e l'avevano aggredita nel sonno, il russamento di Fred gli era sembrato il deterrente migliore.
Odino fissò la pila di piatti sporchi nell’angolo cottura, i sacchi straripanti di rifiuti e i pensili vuoti. Depresso si annusò le ascelle e si sfilò la felpa lanciandola verso la porta aperta del bagno, direzione: pila di panni. Faceva fresco, ballonzolò fino all’armadio, prese l’ultima 6-XL pulita e la indossò.
«Freddy! Cazzo, svegliati! Dobbiamo andare.»
Fred aprì gli occhi, due mezze lune carnose, lo guardò per due secondi e poi ricadde col testone sconsolato sul bracciolo. I denti inferiori sporgevano in un sorriso tirato, si leccò il naso e sbadigliò seminando bava gocciolante dai lati della grande bocca. Bofonchiò ancora qualcosa mentre cercava di roteare le pliche di grasso in una posizione migliore. Le traversine accumulate in un angolo puzzavano nauseabonde. D’un tratto la poltrona fu strattonata via e il bulldog inglese rotolò per terra. Sollevò la testa verso Odino e guaì risentito, ma la contestazione durò poco.

La discesa fu lenta, a ogni pianerottolo entrambi dovevano fermarsi e riprendere fiato. Fred ansimava fragorosamente e sbavava. Odino si chiedeva dove tenesse nascosti tutti quei liquidi, ma nemmeno lui era messo meglio: sudava copiosamente, anche le mani erano diventate scivolose e quando si reggeva al corrimano doveva far attenzione a non appoggiarsi di peso.
Erano già scesi di 12 piani quando incontrarono Ercole che saliva per la tromba della scala antincendio.
«Odi’… cia’…» Ercole si fermò occupando tutto il pianerottolo e bloccando Odino e Fred sui due scalini superiori. Respirava con affanno, la fronte bagnata, sembrava distrutto. I vestiti erano madidi di sudore, doveva essere stata dura risalire le scale con quella stazza. Aspettarono cinque minuti prima di parlarsi, mentre Fred li guardava a turno, lamentandosi per l’attesa.
«Ercole, allora è vero. È tutto finito?» gli chiese Odino, con più fiato. «Pensavo che avessimo perso la guerra, ma… non ci hanno invaso. Abbiamo perso o no?» Fred si sedette come su un trono, lo sguardo assorto, ogni tanto una tirata d’aria a bocca aperta e qualche travaso di bava.
«Odino. Non vedi? Niente luce, niente ascensori, niente acqua, niente consegne. È finita, siamo finiti. Sono dovuto scendere, pure io!» riprese fiato guardandolo. «La gente cammina!» con gli occhi pieni di terrore prese i lembi della maglia di Odino e li strinse. «Ti rendi conto? È una rovina!» Ercole pianse.
Odino alzò la testa verso i piani superiori cominciando a capire che forse la faccenda era davvero grave. «Non ci credo» finì col dire mesto e con le guance paonazze.
«Questa è l’ultima volta che torno su, non voglio morire in queste cazzo di scale! Ho solo vent’anni!» Ercole sembrava non riuscire a riprendersi. «Ho ancora dieci anni di vita, cazzo! Me li voglio godere!»
Odino si piegò verso l’amico allungando un braccio che pareva un prosciutto e gli posò la mano su una spalla, cogliendo l’occasione per asciugarsela. «Hai ragione, è tutta la vita che ci dicono cosa fare, come e quando e ora che si sono annientati pretendono che facciamo da soli. Uno schifo.»
«Cazzo Odi’, avevamo tutto. Tutto. E ora… camminiamo!»
«Via, fammi andare, che è meglio. A questo punto, non credo che tornerò nemmeno io» sentì salirgli la rabbia.
Ercole annuì più volte «Lo so, ti capisco.»
Odino scese un paio di gradini e si strinse sul pianerottolo a Ercole come in un ultimo ballo, con piccoli passi invertirono le posizioni e solo Fred ebbe la meglio svicolando tra le loro gambe.
«Qui non si sa un cazzo, un cazzo di niente, ma che è? Ci tocca andare a guardare e poi? Non sapremo un cazzo lo stesso» a ogni parolaccia gli partivano degli sputi, ripresero la discesa e la perdita di liquidi.
«Odino! Occhio, non farti fottere. Sta’ attento. Ciao.»
«Ciao Ercole, tieni duro, cazzo!»

Dopo altri otto piani Odino si sentì disorientato, ebbe la sensazione che le ginocchia non lo sostenessero più. Aveva paura di rotolare giù senza riuscire a fermarsi, così si affacciò al piano del suo amico Chen per riposare. Aprì la porta e avanzò di qualche passo, preceduto da Fred. Due delinquenti, armati di estintore, avevano appena sfondato il suo appartamento e stavano cercando di entrare contemporaneamente, ma erano rimasti incastrati nella porta. Dall’interno Chen lanciava grida acutissime. Fred sfuggì alla presa di Odino e si lanciò verso gli aggressori, gli abbaiò e, ringhiando, li azzannò alle gambe cominciando a strattonarli e a lacerargli le carni. I due balordi gridarono di dolore cercando di divincolarsi dalla porta e sfuggire al cane. Dall’interno dell’appartamento, Chen strappò l’estintore di mano a uno dei due e lo attivò su entrambi gridando invasato.
«Hiaaaaaaaaa!»
Fred mollò un polpaccio e corse verso Odino che nel frattempo si era avvicinato. Chen, preso dal furore di vendetta, diresse l’estintore verso tutto ciò che vedeva muoversi, riempiendo il corridoio di polveri, così Odino fu costretto a scappare verso le scale, con moderata velocità, mentre i due aggressori si trascinavano per terra cercando scampo.
Odino e Fred si guardarono affannati. Il più alto cercò di chinarsi piano piano per liberare la bocca dell’altro dai brandelli di stoffa insanguinati.
«Bravo, ma non lo fare mai più! Noi siamo bastardi, ricordalo.» Con le mani gli agguantò le pliche del muso crema e beige e le maneggiò con affetto. Si asciugò la fronte con il dorso della mano e ricominciarono a scendere.

La strada era devastata, le persone camminavano e ogni tanto si accasciavano da qualche parte per riposare. Non un albero, niente verde. I magazzini saccheggiati erano diventati terra di nessuno.
Odino camminava lentamente tenendosi la milza. Uscire da casa era stato uno sforzo devastante per la sua età, così avanzata: 28 anni.
«Odino!» da dietro l’angolo un vecchio amico lo chiamò.
«Ulisse! Sei proprio tu?» Odino lo fissò stupito «sei ancora vivo? Ti credevo fottuto.»
«Eh, ci sono andato vicino! Da quando è saltato Skype, sono stato tra i primi a uscire» posò la schiena contro un muro per riposare.
«Merda! Che coraggio!» posò il sedere sul cofano di un’auto abbandonata.
«Non mi sono più fermato e ora… ho 31 anni!»
«Cazzo, non ci credo!»
«Eh, chissà se è collegata questa cosa», Ulisse guardò Fred: «ma dai! È tuo?»
«Sì, Freddie saluta! Su!» Fred col respiro grosso e scarsa voglia tirò su una zampa e la riabbassò, fissò poi Odino mettendosi a sedere «Cazzo! Non ho nemmeno un premietto. Che schifo. Che fai Ulisse, torni a casa? Sei sciupato.»
Ulisse sorrise con un bel colorito «No, a casa no. Adesso dormo all’aperto, con Ginger» si infilò due dita in bocca e fischiò. Da dietro l’angolo sbucò una cockerina nera. Fred si rialzò improvvisamente colpito da un forte interesse, Ginger iniziò a scodinzolare ricambiandolo. I due si avvicinarono e presero ad annusarsi i posteriori piacevolmente colpiti.
«Ma come fai? A me sembra di morire» Odino guardava Fred, non ricordando l’ultima volta che l’aveva visto così allegro.
«Ti dirò. Non posso escludere che sia così, ma forse non lo è, in fondo chi ce lo dice? Prendila come viene.»
«Infatti Ulisse, qui non si sa un cazzo, un cazzo di niente!»
«Fidati di me: la casa non è il posto migliore dove tornare, la casa siamo noi.»
"Fare o non fare, non c'è provare." Yoda - Star Wars

Re: [MI153] Primi passi

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Ciao @ElmoInverso 
Mi hai ricordato molto il film WALL•E. I terrestri ciccioni sempre seduti su sedie opoltrone mobili che girano e li portano ovunque.
 Ricominciare a fare da soli, anche in quella sceneggiatura veniva presentato come un scoglio difficile da superare. Non sapevano fare nulla senza robot copilota/timone AUTO.
I nomi epici mi piacciono, ma se hanno uno scopo preciso per il quale li hai scelti, questo mi sfugge.
ElmoInverso ha scritto: D’un tratto la poltrona fu strattonata via e il bulldog inglese rotolò per terra. Sollevò la testa verso Odino e guaì risentito, ma la contestazione durò poco.
Non si capisce, bene ma io ho immaginato che la poltrona viene strattonata via da Odino. Anche se improbabile che riuscisse a strattonarla, vista la sua mole, io avrei scritto che la poltrona vene ribaltata per far svegliare il cane,
ElmoInverso ha scritto: Erano già scesi di 12 piani quando incontrarono Ercole che saliva per la tromba della scala antincendio.
Ma Odino e Fred scendevano le scale anche loro? perchè specifichi che Ercole saliva per un'altra scala? come fanno ad incontrarsi?
Se tutti sono sulla stessa scala non serve specificare da quale viene salendo ercole.
ElmoInverso ha scritto: Pensavo che avessimo perso la guerra, ma… non ci hanno invaso.
Ecco questo è il punto dove accenni troppo vagamente a quello che è successo prima, io che leggo ho capito che un qualche sistema gestiva la vita di questi uomini e poi all'improvviso tutto sparisce. Che fine hanno fatto quelli che si occupavano di tutto? Chi sono quelli che hanno combattuto? di che tipo di battagli si trattava? tutto il resto è molto chiaro ma è come se mancasse un pezzo importante del racconto. Io ho visto WALL.E e ho immaginato il tuo racconto catapultato in quel film, in una situazione grosso modo già vista. Il tuo protagonista ha pile di rifiuti, panni, e piatti da lavare ma non chiarisci sufficentemente che prima ci pensava un qualche sistema, e che faceva per loro tutto, ma proprio tutto.
ElmoInverso ha scritto: È finita, siamo finiti. Sono dovuto scendere, pure io!» r
 Se la gente prima non camminava, a che servivano gli ascensori? le scale. Avevano delle poltrone mobili come quelle del film citato? Da quanto tempo hanno una simile tecnologia? e perche continuano a vivere in palazzi di venti piani?
ElmoInverso ha scritto: ora che si sono annientati pretendono che facciamo da soli.
Di sicuro tu sai chi sono, e come ripeto mi sarebbe piaciuto un accenno in più su questi che tenevano gli umani in balia della tecnologia. un dettaglio che avrebbe reso la lettura più avvincente.
ElmoInverso ha scritto: Aprì la porta e avanzò di qualche passo, preceduto da Fred. Due delinquenti, armati di estintore, avevano appena sfondato il suo appartamento e stavano cercando di entrare contemporaneamente, ma erano rimasti incastrati nella porta. Dall’interno Chen lanciava grida acutissime. Fred sfuggì alla presa di Odino e si lanciò verso gli aggressori, gli abbaiò e, ringhiando, li azzannò alle gambe cominciando a strattonarli e a lacerargli le carni. I due balordi gridarono di dolore cercando di divincolarsi dalla porta e sfuggire al cane. Dall’interno dell’appartamento, Chen strappò l’estintore di mano a uno dei due e lo attivò su entrambi gridando invasato.
«Hiaaaaaaaaa!»
Fred mollò un polpaccio e corse verso Odino che nel frattempo si era avvicinato. Chen, preso dal furore di vendetta, diresse l’estintore verso tutto ciò che vedeva muoversi, riempiendo il corridoio di polveri, così Odino fu costretto a scappare verso le scale, con moderata velocità, mentre i due aggressori si trascinavano per terra cercando scampo.
Odino e Fred si guardarono affannati. Il più alto cercò di chinarsi piano piano per liberare la bocca dell’altro dai brandelli di stoffa insanguinati.
«Bravo, ma non lo fare mai più! Noi siamo bastardi, ricordalo.» Con le mani gli agguantò le pliche del muso crema e beige e le maneggiò con affetto. Si asciugò la fronte con il dorso della mano e ricominciarono a scendere.
ElmoInverso ha scritto: Aprì la porta e avanzò di qualche passo, preceduto da Fred. Due delinquenti, armati di estintore, avevano appena sfondato il suo appartamento e stavano cercando di entrare contemporaneamente, ma erano rimasti incastrati nella porta. Dall’interno Chen lanciava grida acutissime. Fred sfuggì alla presa di Odino e si lanciò verso gli aggressori, gli abbaiò e, ringhiando, li azzannò alle gambe cominciando a strattonarli e a lacerargli le carni. I due balordi gridarono di dolore cercando di divincolarsi dalla porta e sfuggire al cane. Dall’interno dell’appartamento, Chen strappò l’estintore di mano a uno dei due e lo attivò su entrambi gridando invasato.
«Hiaaaaaaaaa!»
Fred mollò un polpaccio e corse verso Odino che nel frattempo si era avvicinato. Chen, preso dal furore di vendetta, diresse l’estintore verso tutto ciò che vedeva muoversi, riempiendo il corridoio di polveri, così Odino fu costretto a scappare verso le scale, con moderata velocità, mentre i due aggressori si trascinavano per terra cercando scampo.
Odino e Fred si guardarono affannati. Il più alto cercò di chinarsi piano piano per liberare la bocca dell’altro dai brandelli di stoffa insanguinati.
«Bravo, ma non lo fare mai più! Noi siamo bastardi, ricordalo.» Con le mani gli agguantò le pliche del muso crema e beige e le maneggiò con affetto. Si asciugò la fronte con il dorso della mano e ricominciarono a scendere.
Scena motlo bella e scritta benissimo, ma nell'economia del racconto è totalmente sacrificabile. avevi già accennato intorno alle aggressioni. Tornarci sopra con ulteriori dettagli non aggiunge nulla a quanto già sapevamo, avrei utilizzato questi caratteri per definre meglio lo stato delle cose.
ElmoInverso ha scritto: Eh, ci sono andato vicino! Da quando è saltato Skype, sono stato tra i primi a uscire»
Bello il riferimento a Skype, avrei messo in mezzo anche Alexa :D
ElmoInverso ha scritto: «Fidati di me: la casa non è il posto migliore dove tornare, la casa siamo noi.»
la morale finale, anche qui un accenno che però meritava una catarsi più elaborata.
Allora, ti ho detto parcchio e scusami se mi hai trovato eccessivamente critica, mi serve il commento approfondito. IL Racconto è bello e merita una stesura più accurata, io lo trovo buono, anche se quel film mi ha rovinato un pò il giudizio. Mannaggia!
 Ci si rilegge nei MI vari a presto

Re: [MI153] Primi passi

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Ciao @Alba359, ho immaginato il mondo in un futuro non troppo lontano, una società diventata molto sedentaria. Le scale servono perché non è un futuro lontanissimo (esiste ancora skype) e l'edilizia prevede ancora l'uso di scale.
Sempre nell'ottica di un futuro non lontanissimo ho esagerato l'uso di nomi improbabili perché ho pensato che sarebbe sparito ogni pudore nella scelta di nomi epici, hollywodiani, o di altro genere e in un mondo più smart sarebbe stato considerato normale. Volevo scrivere un racconto leggero in contrasto con il tema della traccia e i nomi "eccessivi" sono una scelta di questo tipo.
Riguardo alla poltrona Odino lo strattona, basta far leva con le gambe senza bisogno di ribaltarla, che sarebbe stato moltò più difficoltoso. Strattonare una poltrona con le cosce è fattibile e il cane, colto di sorpresa, è ruzzolato.
Per le scale hai ragione, ma non volevo che fossero confuse con le scale normali. Volevo far immaginare proprio quel tipo di scale.
Riguardo al prima non ho pensato che fosse necessario, la traccia chiedeva di partire dal dopo e di non soffermarsi sul come e perché. Se ho sbagliato me lo farà notare @ivalibri. Credo che dipenda da cosa uno vuole raccontare. Volevo lasciare una scìa estremizzando le abitudini delle persone. Spero di aver lasciato una scia di sporco, puzzo, bava, sudore e fatica con un tocco di speranza.
Le pile di rifiuti e roba sporca sono dovute all'assenza di acqua. Manca l'elettricità, volevo una società improvvisamente bloccata nei servizi fondamentali e non perché ci fossero dei robot a far tutto. La gente sta molto in casa, perché in casa può far tutto. Improvvisamente non può fare più niente. Le persone per un po' resistono ma poi devono uscire e non hanno gli ascensori funzionanti. Devono camminare. Non hanno mezzi funzionanti. Prima si spostavano in modo automatico. Se ora abbiamo il monopattino, chissà fra qualche tempo cosa non faremo per non camminare più. Volevo parlare della cura di sé e dello spavento per la perdita dei servizi dati per scontati. Quello era il centro del mio racconto. Il personaggio finale, Ulisse invita l'amico a non farne un dramma e a non sopravvalutare il concetto di casa.
La storiella di Chen mi serviva per accrescere la sensazione di pericolo e precarietà.
Mi dispiace che ti sia risultato "già visto". Di sicuro non ti sono rimasta indifferente e quindi va bene così. Grazie per il tuo tempo :)
"Fare o non fare, non c'è provare." Yoda - Star Wars

Re: [MI153] Primi passi

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Per prima cosa segnalo una cosa divertente, cioè che nelle primissime due frasi nella mia testa mi ero già autoconvinta che Fred fosse un uomo e Odino un cane, ma non per colpa tua, l'ho pensato in automatico. Forse nel mio cervello Odino è un nome da cane!  :facepalm: 
Scherzi a parte, ho trovato questo racconto piuttosto spassoso, trovo che tu sia molto brava a dare movimento e a intrattenere. Questo mondo post apocalittico è interessante, mi piace l'idea e i personaggi sono simpatici, avrei letto volentieri anche di più.
Forse sistemerei un pochino i dialoghi, nel senso che a me ha ricordato molto il modo di parlare delle mie zone (sono abruzzese), con i nomi tronchi accentati e i "cazzo" alla fine della frase... Non so bene come spiegarmi, ma hanno un suono molto regionale, il che può andare benissimo se ambienti il tuo racconto, per esempio, in una Roma post-apocalittica (ci starebbe bene con un personaggio di nome Ercole!), ma se non specifichi dove siamo, a mio parere sarebbe meglio mantenere dei dialoghi più 'neutri'. 
Comunque, il bulldog inglese è il mio preferito, troppo forte. Brava!

Re: [MI153] Primi passi

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@Effy Kaligaris grazie per il tuo commento. Il personaggio principale non è  abruzzese, volevo che fosse un po' grezzo intercalando spesso parolacce. I nomi li ho resi tronchi solo perché  non avevano fiato per parlare. Comunque non credo sia un aspetto tipico solo delle tue parti, io li sento troncare anche qui a Torino. Ho scelto di caratterizzarli così.
Mi fa comunque piacere che ti sia divertita a leggermi e ti ringrazio.  :love:
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Re: [MI153] Primi passi

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Ciao @ElmoInverso distopico, bavoso, puzzolente... se poi si tratta di un futuro non molto lontano la cosa mi preoccupa assai.
Anche io sono colpita dalla scelta dei nomi dei protagonisti e devo dirti che all’inizio ho pensato tu volessi scrivere una sorta di parodia della caduta degli dei. Niente di tutto ciò. Belle le descrizioni delle scene in movimento. Un racconto sgradevole al punto giusto. Complimenti.🌸

Re: [MI153] Primi passi

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A me questo genere piace molto, e mi é piaciuto molto anche il tuo racconto.
Ho trovato l'incipit molto azzeccato, mi ha incuiriosito il fatto che il russare di Freddie potesse essere un deterrente, e poi ho capito che era un cane. Questo svelarsi di Freddie mi ha tenuto incollata al racconto.
Ho apprezzato molto l'ambientazione, la situazione, il disorientamento dei personaggi, ma francamente avrei voluto leggere di piú: almeno altri 10 capitoli!

Re: [MI153] Primi passi

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ciao @ElmoInverso. Il tuo è un racconto rocambolesco.. :P fughe per le scale, estintori, malviventi: insomma, mi sa che la battaglia non era ancora finita.. :D Divertente pensare che con un cane del genere in casa avrà avuto una grossa scorta di crocchette e scatole di zuppa. Poi credo, che con la compagnia di Fred non si sia neanche annoiato e impaurito. Non si sente per niente la fine di una battaglia... è un racconto troppo comico.. :D ciao 
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI153] Primi passi

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ElmoInverso ha scritto: Odino davanti alla finestra guardava preoccupato verso le strade piccolissime: delle persone camminavano.
Hai scelto di non rivelare che si trova su un grattacielo. Va bene, ma io avrei scritto:
... guardava preoccupato verso le strade lontanissime: persone minuscole camminavano.
ElmoInverso ha scritto: Erano già scesi di 12 piani quando incontrarono Ercole che saliva per la tromba della scala antincendio.
perché? Non poteva essere una scala a doppio senso di marcia?
ElmoInverso ha scritto: «Questa è l’ultima volta che torno su, non voglio morire in queste cazzo di scale! Ho solo vent’anni!» Ercole sembrava non riuscire a riprendersi. «Ho ancora dieci anni di vita, cazzo! Me li voglio godere!»
Odino si piegò verso l’amico allungando un braccio che pareva un prosciutto e gli posò la mano su una spalla, cogliendo l’occasione per asciugarsela. «Hai ragione, è tutta la vita che ci dicono cosa fare, come e quando e ora che si sono annientati pretendono che facciamo da soli. Uno schifo.»
Strano questa fatica di Odino nello scendere. Capisco quella di Ercole che sale...
ElmoInverso ha scritto: Odino e Fred si guardarono affannati. Il più alto cercò di chinarsi piano piano per liberare la bocca dell’altro dai brandelli di stoffa insanguinati.
«Bravo, ma non lo fare mai più! Noi siamo bastardi, ricordalo.»
Volevi dire: Non siamo bastardi? Il contesto, il senso della frase, direbbe quello!

Ciao @ElmoInverso  :) 

L'ho trovato un buon lavoro, anche se spieghi poco sulla battaglia che ha preceduto questo scempio sul campo.
Qui c'è gente che era teleguidata da macchine e da più gruppi di potere che si sono annientati a vicenda. 
Restati soli, senza una direzione, non riescono a autogestirsi.
Da teledipendenti, internet-dipendenti e schiavi del bisogno energetico, si ritrovano senza nessuna tecnologia disponibile, con un carico di fatica fisica che non sanno più affrontare causa obesità da assoluta sedentarietà acquisita. L'aspettativa di vita si riduce a trent'anni, anche per la prospettiva di morire di fame, essendo incapaci di organizzarsi per sopravvivere, e si ruba e sopraffa il prossimo in un clima apocalittico.

Uno sguardo su un possibile futuro distopico le cui premesse dobbiamo stroncare sul nascere! Che sia solo fantascienza... Ci mancherebbe altro! Brava @ElmoInverso
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI153] Primi passi

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Grazie per il generoso passaggio a @@monica e a @Poeta Zaza, rispondo a qualche nota di Zaza: ho pensato che la scala normale fosse più ampia di quella antincendio e a me serviva che fosse scomoda e costringesse due personaggi al balletto sul pianerottolo per continuare i rispettivi percorsi. 
Odino fatica a scendere perché è il primo giorno che esce e già fare dodici piani in discesa per le ginocchia di un obeso non è una passeggiata. 
Riguardo al noi/non intendevo proprio quello che ho scritto, perché Odino si è reso conto del pericolo che hanno appena corso, Fred poteva finire male per quel suo slancio coraggioso così Odino cerca di insegnargli a essere più egoista, va da sé che Fred non lo può comprendere e Odino ovviamente lo sa.
Grazie @Almissima *——-* scriverei anche solo per te! :hug: Lo scherzetto dell’incipit mi è venuto bene, sono soddisfatta. 
@Effy Kaligaris forse Odino e Fred ti ricordavano Fred Flintstone e Dino (il dinosauro/cane).
@bestseller2020 effettivamente le battaglie non finiscono mai, c’è n’è sempre una nuova da combattere. Son contenta che ti abbia divertito, grazie.
Grazie a tutti  :sss:
"Fare o non fare, non c'è provare." Yoda - Star Wars

Re: [MI153] Primi passi

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Ciao, @ElmoInverso, e tantissimi auguri per il tuo matrimonio.

Ho trovato molto interessante l'idea base del racconto (il morire giovani e l'incapacità di camminare), ma piuttosto caotica la narrazione. A mio modesto avviso hai sostato troppo a lungo su particolari trascurabili e sorvolato su elementi importanti per la comprensione. Mi è inoltre sembrato eccessivo il turpiloquio, in quanto non del tutto funzionale. Sono stata comunque felicissima di leggerti, e ne ho tratto un insegnamento importante: camminare, e molto, finché siamo in grado di farlo. Grazie, cara, e un saluto.
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Re: [MI153] Primi passi

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Grazie mille @Ippolita per gli auguri e anche per il commento.
@Edu, dire che non hai capito tutto non mi è di grande aiuto. Non sono masochista, ma la prossima volta se potessi essere più specifico ti sarei grata, perché così non mi dai elementi per riflettere. L’unica cosa che ho capito è che non ti è piaciuto. Grazie e alla prossima.  :s
@Loscrittoreincolore grazie anche a te per aver apprezzato.
Ho cercato di far parlare i fatti e di rendere il narratore il più assente possibile, probabilmente avrei dovuto ampliare i dialoghi ma non volevo fare spiegoni. Volevo che si avvertisse anche il pericolo di rimanere arroccati in casa. Mi rendo comunque conto che ognuno ha percepito questo racconto in modo diverso. E anche questo mi fa sentire un po’ meglio. Grazie per i vostri contributi.
"Fare o non fare, non c'è provare." Yoda - Star Wars

Re: [MI153] Primi passi

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ElmoInverso ha scritto: @Edu, dire che non hai capito tutto non mi è di grande aiuto. Non sono masochista, ma la prossima volta se potessi essere più specifico ti sarei grata, perché così non mi dai elementi per riflettere. L’unica cosa che ho capito è che non ti è piaciuto. Grazie e alla prossima.  :s
Non è vero, ti ho persino votata! E non è vero che non ti arriva alcuna indicazione dal mio commento: ok l'originalità, ma hai sacrificato un po' troppo la chiarezza. Non si può costringere sempre il lettore a fare salti mortali per interpretare il testo, e questo è un difetto che ho anche io e lo dico spesso anche a me stesso. La prossima volta un po' più chiara ;-)
Scrittore maledetto due volte
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