[MI150] Eclissi

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Traccia di Mezzogiorno: "Padrone del Tempo"   Link al Commento
Eclissi
«Spiacente, tra 2 giorni, 14 ore, 23 minuti e 43 secondi termina la degenza di suo nonno in questa clinica. In caso di mancata comunicazione della nuova destinazione, sarà eiettato verso la Terra su capsula di trasporto economica.»
«No! Sulla Terra no! Non mi può fare questo! Devo organizzarmi!»
«Spiacente, a livello ospedaliero è stato fatto tutto il possibile. O lo porta a casa o a una Dimora. La invito nel frattempo a regolarizzare la retta.»
«A quanto ammonta?»
«1 bitcoin.»
«Cosa? Mi volete derubare? Pago a rate, in Terrerzi. Quante rate posso fare?»
«Due, Signor 6.459.825.360
Sei-ze’, come lo abbreviava il nonno, dopo un attimo di sbigottimento gonfiò il petto e fece piombare un pugno sulla pelata metallica del direttore Orbit-15, tanto che la base inferiore urtò per terra mandandolo in stand-by per qualche tempo.
Subito un altro della serie “direttori”, Orbit-9, di grado superiore, lo raggiunse vorticandogli intorno: «Ha danneggiato il mio sottoposto, questo le costerà il doppio. Concilia?»
«Mpfh!» Sei-ze’ si trattenne dall’esternare ancora.
«Dito, prego!» esortò il direttore con voce sintetica.
Sotto al display si illuminò una sorta di cavità per la lettura delle impronte. Sei-ze’ sollevò il medio e lo avvicinò alla fessura, ma l’Orbit-9 aggiornato col firmware “Insulti” lo redarguì: «Indice, prego.»

«Eccomi nonno!» Sei-ze’ si chinò sul vecchio. «Come ti senti oggi?» stirò un sorriso, tradito solo dall’arrossamento del volto.
«Che hai?» gli occhi del vecchio Un-nove emersero dal torpore riversandosi sul nipote con attenzione, mentre la bocca, ancora aperta per la domanda appena posta, appariva stretta per la pelle tirata e smagrita.
«No niente, sai… ho deciso di portarti via. In un posto più bello, che ne dici?» Sei-ze’ guardò il suo vecchio con affetto, surrogando le maledizioni che avrebbe voluto veicolare altrove.
«Uh-sssì!» disse Un-nove piegando la testa in avanti e strizzando gli occhi per la gioia. «Che bello», posò la testa sul cuscino, poi si girò verso Sei-ze’ e aggiunse: «Avrei una voglia.»
«Certo, dimmi, cosa vuoi?» sospirò un po’ più rilassato il nipote.
«Funghi!» gli occhi erano ancora fissi su di lui.
«Cosa?» si stupì Sei-ze’.
«Ho voglia di funghi» lo sguardo furbo lasciava poco spazio a malintesi.
«Ma sono sulla Terra, non ho tempo, ci dobbiamo preparare» dentro di sé, però, si stava interrogando “Come lo realizzo questo desiderio?”.
«Eh già» conveniva Un-nove con tono mesto, continuando a masticare aria.
«Adesso riposa, torno dopo» scivolò la mano sulla testa del nonno in una carezza di cui non si conosceva capace.

Le strade laser erano intasate, lo spazio non era più tale da ormai molto tempo. Sei-ze’ aveva preso una di quelle Lucicolari a Tema, organizzate con tappe fisse tra le stazioni orbitanti, in base alle necessità dell’utenza: era salito sulla Lucicolare Sanitaria - Linea D - Dimore. Le Dimore erano l’ultimo ricovero per gli anziani. Teneva abbassata la visiera sugli occhi, in quel tratto di spazio stava avendo luogo un’eclissi di sole e comunque non aveva voglia di scambiare sguardi con i passeggeri. Ognuno era perso nei propri meandri interiori. “Che linea triste” aveva pensato.
La prima Dimora orbitante che aveva visitato era "spaziale" anche come costi, sarebbe stato bello portare lì il nonno. Lo avrebbero accompagnato nel suo “ultimo viaggio” esaudendo ogni sua necessità. Sei-ze’ sapeva di non essere in grado di offrirgli quel tipo di assistenza sulla Terra. Lasciò a malincuore la piattaforma sentendosi un poveraccio inutile. Nella visiera scorreva inesorabile il tempo, promemoria inviatogli dalla clinica con il conto alla rovescia dell’eiezione.
La seconda Dimora, vista dalla lucicolare, sembrava ben tenuta. Attraccò e, non visto, si intrufolò per i corridoi saltando le presentazioni alla reception. Scoprì ben presto che l’ingresso era insonorizzato, perché addentrandosi verso gli alloggi rimase impietrito dalle grida disperate di alcuni ospiti. Forse era normale che qualcuno desse di matto e magari non erano trascurati, ma ne ebbe un’impressione così forte che non poté andare oltre, così non proseguì verso le cabine e tornò al veicolo.
Sei-ze’ cominciò a disperare. Era stanco, avrebbe voluto riportare il nonno con sé, a casa. Ma come avrebbe fatto ad assisterlo. Non aveva aiuti. Il tempo si riduceva sempre più. Doveva trovare la migliore soluzione possibile. L’eclissi era completa adesso, l’anello di luce conteneva il globo nero della Terra, casa sua. Era il suo pensiero quel globo nero, lo respirava, ne sentiva il peso. Le cifre davanti ai suoi occhi scorrevano nell’angolo in alto a destra. “Almeno non inciamperò nel tempo che sto perdendo” rifletté sentendo lievitare l’ansia.
Arrivò all’ultima Dimora, tra quelle che poteva permettersi. Entrò, ma non trovò nessuno da evitare. Si chiese com’era possibile accedere così liberamente in una struttura sanitaria. Era l’ora del pasto, ma non incontrò nessuno. Si addentrò fino a un’ampia sala comune su cui si affacciavano le cabine dei degenti. Vide anziani addormentati sulle poltrone galleggianti, ormeggiate qua e là. Giacevano scomposti, come colti da un sonno improvviso. Vecchi stracci abbandonati. Non c’era nessun drone di servizio nei paraggi, né direttori Orbit, né braccia meccaniche o altri automatismi che potessero consolare, curare o semplicemente alleviare un bisogno, una richiesta o anche solo vegliare, tutelare… magari proprio suo nonno.
Disperato Sei-ze’ riprese la lucicolare e scese ai turbo-ascensori della Luna. Fu sparato sulla Terra, in Italia. Non esistevano più le città, ma palazzi ovunque e coordinate per individuare le zone. Doveva essere estate, ma non esistevano più nemmeno le stagioni. Non esistevano più i negozi, né i centri commerciali. Ogni prodotto arrivava da un unico magazzino, centrale in ogni stato. Sei-ze’ dal suo loculo al 102° piano, latitudine 43°47'29"665 e longitudine 11°14'5"994, posò il dito sul lettore in ingresso e vocalizzò: «Funghi». Gli si palesò l’immagine luminescente di un prestigioso barattolo in vetro criogenizzato nell’anno 2087 e l’ordinò. Attese la consegna del drone a luce spenta, infilato nella sua cuccetta, un braccio sugli occhi, una mano pronta ad aprire l’abitacolo.

Sei-ze’ aspettò che il barattolo si aprisse, ma non accadde, lo agitò ma rimase chiuso. Cominciò a irritarsi. Il nonno allungò il braccio verso di lui. «Gira» facendo il verso con la mano e annuendo con energia.
Il nipote aprì il barattolo e infilzò due funghi con una forchetta a due rebbi, facendo colare lo strano liquido viscoso che li ricopriva. Imboccò Un-nove, che cominciò a biascicare con gusto, lo sguardo perso davanti a sé. Ogni tanto girava la testa verso Sei-Ze’ aprendo la bocca con fiducia.
«Ti piacciono? Mi dispiace, non ho trovato di meglio.»
«Sono buoni! Ne avevo una voglia!» sputacchiò Un-nove.
«Sai, non abbiamo più tempo» Sei-ze’ abbassò gli occhi sui funghi.
«Sei-ze’, non ce n’è mai. T’importa davvero?” con la lingua si leccò baffi inesistenti.
«Volevo portarti in un posto migliore, ma non l’ho trovato» la forchetta sconfitta ravanò nel liquido giallo.
«Come il tempo, ne’? Non si trova mai» era anziano ma sapeva ancora stoccare una palla buona.
«Ho visitato delle Dimore» Sei-ze’ attese una reazione.
«Ce li hanno i funghi?» domandò il nonno interessato.
«Non lo so, non credo» ne infilzò altri due.
«È un problema»
«Già» sospirò il nipote.

Orbit-15 apparve sulla soglia della cabina. «Signori, vi ringraziamo per aver scelto la nostra clinica e ci auguriamo che le prestazioni effettuate siano state soddisfacenti. Avete le coordinate della Dimora scelta?» la pelata era ancora ammaccata.
«No, non lo mando in una Dimora» Sei-ze’ strinse la mano del nonno prima che la capsula-letto si chiudesse del tutto.
«In tal caso l’eiezione avrà luogo tra 10 minuti.»
«Se le do le coordinate di casa, può farmelo recapitare lì? Ma… pago un extra… per favore, non lo eietti con l’economica.»
«Certamente Signor 6.459.825.360, per noi i clienti sono persone, non numeri. Dito, prego.»
"Fare o non fare, non c'è provare." Yoda - Star Wars

Re: [MI150] Eclissi

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È la prima volta che uso il "quote" con questo editor, quindi scusami se ho fatto degli errori tecnici qua e là.

Allora, è un racconto sicuramente godibile, la questione delle dimore per gli anziani è ben presente anche nella nostra, odierna, società, e anche se il tuo racconto è ambientato in un ipotetico futuro ci ho visto molto di quello che già ora succede qui. L'ultimo desiderio, quello dei funghi, è davvero un buon modo per catapultare il racconto in qualcosa di "vero", tangibile, come il bisogno di ritrovare un sapore che ho immaginato fosse caratteristico della vita del nonno prima di finire nella clinica. Il tuo modo di scrivere è un po' l'opposto del mio: se io quasi incosciamente ambiento i miei all'interno dei miei personaggi, il tuo invece è ricco di dialoghi, che mi sono sembrati naturali sia per quanto riguarda gli umani che i robot, ben fatto!

Un paio di cose che cambierei, in ordine:
ElmoInverso ha scritto: «Mpfh!» Sei-ze’ si trattenne dall’esternare ancora.
Esternare l'avrei reso riflessivo, altrimenti la frase sembra un pò spezzata, senza una fine.
ElmoInverso ha scritto: «1 bitcoin.»
Mi fa piacere che ci siano ancora i BTC nel tuo mondo! :P
ElmoInverso ha scritto: «Dito, prego!» esortò il direttore con voce sintetica.
Di nuovo, avrei magari messo "lo esortò".
ElmoInverso ha scritto: «Eh già» conveniva Un-nove con tono mesto, continuando a masticare aria.
Qui hai usato l'imperfetto, che invece mi pare tu non abbia usato durante tutto il racconto.
ElmoInverso ha scritto: Ma come avrebbe fatto ad assisterlo.
Qui ci starebbe meglio un punto di domanda.
ElmoInverso ha scritto: Ogni prodotto arrivava da un unico magazzino, centrale in ogni stato
Questa frase non mi convince molto, penso tu possa renderla diversamente e far capire la peculiarità di questi magazzini centrali.

Spero ti sia utile!

Re: [MI150] Eclissi

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Ciao! Un racconto ambientato in un futuro lontano, eppure con la vividezza del nostro presente. Concordo con i commenti precedenti e trovo che l'idea dei funghi dia quel tocco di umanità alla narrazione, accostandola al nostro mondo e togliendo quell'alone di apatica artificialità che si portano dietro robot e numeri. Il testo a mio avviso ha un ottimo world building e come tutti i testi di questo genere in questo tipo di contest con pochi caratteri a disposizione soffre molto. Te lo dico per esperienza, perché ho provato a infilare in ottomila caratteri cose che voi umani... :D Leggo nel commento che anche tu hai pensato bene di riprendere le parti che hanno bisogno di maggiore spazio in un testo più lungo e concordo, perché è pieno di buone idee. Spesso questo tipo di racconti punta sulla tragicità incondizionata, mentre tu hai saputo ben inserire elementi ironici e più "leggeri". Mi è piaciuto molto <3

Re: [MI150] Eclissi

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Ho letto l'ambientazione nel futuro come una metafora di come ci si sente quando davvero si va alla ricerca di un posticino per i nostri vecchi. E ci si sente proprio cosí, con i minuti contati, isolati dagli altri disperati e alla fine ci si rende conto che "casa" é ancora il posto migliore.
Mi sono immaginata questa terra piena di edifici e priva di punti di orientamento.
Bel racconto, molto toccante.

Re: [MI150] Eclissi

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ElmoInverso ha scritto: Ciao @Ólafr, grazie per il tuo commento e per le giuste segnalazioni. Sono contenta che i dialoghi ti siano sembrati naturali, ci ho prestato molta attenzione. 
Sono d'accordo anche sul discorso magazzino che rivedrò per conto mio, senza limiti di caratteri.  :P
Grazie ancora per il passaggio. :D
Nessun problema, mi ha fatto molto piacere leggere il tuo racconto. Come hai detto anche tu, quando c'è da fare un po' di worldbuilding il limitato numero di caratteri è un bel malus!

Re: [MI150] Eclissi

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Ciao @ElmoInverso Mi piace il genere che hai scelto e mi piace come lo hai rappresentato. Tutto é “visibile” e anche credibile. La scelta dei funghi è una vera genialata! E poi hai descritto così bene la scena che mi è parso di mangiarli.
Certo il futuro che ci proponi non è allettante... avremo fatto tanti progressi ma i problemi restano gli stessi di oggi. Ciò che conforta è che i sentimenti buoni resistono al tempo e anche la tecnologia più avanzata non potrà mai sostituire amore e compassione. Ciao 
ElmoInverso ha scritto: 6.459.825.360!!!
:vecchio: Grazie!

Re: [MI150] Eclissi

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@Loscrittoreincolore, @Almissima@@Monica grazie per il tempo che mi avete dedicato e per le belle parole. :love3:
I dilemmi umani sono sempre quelli, vestiamoli come ci pare ma sotto sotto l'essenza rimane quella. Ho poco fiducia nella nostra capacità di migliorare come genere umano. Forse miglioreremo in alcuni settori, ma non in altri. Sembra che il mio racconto termini con un happy ending, ma è davvero così? O_-
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Re: [MI150] Eclissi

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ElmoInverso ha scritto: Ma come avrebbe fatto ad assisterlo.
Punto interrogativo
ElmoInverso ha scritto: Disperato Sei-ze’ riprese la lucicolare e scese 
virgola dopo Disperato

Un bel racconto fantascientifico sull'argomento "il vecchietto dove lo metto" dove fai prevalere l'affetto del nipote che si porta a "Terra" con lui il nonno.
Originale e piaciuto. Brava, @ElmoInverso   :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI150] Eclissi

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@ivalibri grazie, sono contenta che ti sia piaciuto. :sss:
@Poeta Zaza  grazie, anche per le due "pulcette" che sei riuscita a scovare ^^ :sss:
@Edu a volte mi fermo a pensare su quante cose bisogna tenere sotto controllo e mi sembra di essere un cocchiere che guida cento cavalli imbizzarriti, sono praticamente certa che me ne scappi sempre qualcuno. :si:
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Re: [MI150] Eclissi

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@ElmoInverso hai trattato un elemento come quello dei nonni e delle case anziani con una mano delicata, ma al contempo uno stile leggero e divertente, che mi ha ricordato a tratti 'guida galattica per autostoppisti' e letture simili.
Apprezzo molto quando si riescono a sdrammatizzare momenti così seri: è un po' l'opposto delle storie di supereroi che mitizzano cose a volte leggere e banali, ma l'effetto d'evasione è lo stesso.
Bel racconto! :D 

Re: [MI150] Eclissi

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ElmoInverso ha scritto: Sotto al display si illuminò una sorta di cavità per la lettura delle impronte. Sei-ze’ sollevò il medio e lo avvicinò alla fessura, ma l’Orbit-9 aggiornato col firmware “Insulti” lo redarguì: «Indice, prego.»
:D !
ElmoInverso ha scritto: Sei-ze’ aspettò che il barattolo si aprisse, ma non accadde, lo agitò ma rimase chiuso. Cominciò a irritarsi. Il nonno allungò il braccio verso di lui. «Gira» facendo il verso con la mano e annuendo con energia.
Racconto carinissimo, fantasioso, e dai dialoghi brillanti. Questo nonnino me lo porterei a casa. Una bella idea sviluppata con cura e bravura. 
Grazie, @ElmoInverso
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Re: [MI150] Eclissi

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Ciao @ElmoInverso mi è venuta in mente un'altra riflessione che avevo dimenticato. Secondo me il dettaglio dei funghi potrebbe avere una valenza maggiore. Essendo un appassionato autodidatta di raccolta anche se poco esperto,  trovo meraviglioso perdersi tra i boschi con lo sguardo a terra.
Il nonno che ha questo ricordo, me lo immaginavo più specifico verso un particolare tipo di fungo, non so, porcino, galletto pioppino ecc. poichè credo che ci sia una grande differenza tra i vari tipi di funghi: c'è chi ne adora di una specie e chi non sopporta un'altra. E anche il modo di cucinarli. Parere personale, però se avesse avuto voglia di un porcino trifolato piuttosto che sottolio e glielo avessero riservato come lo desiderava si sarebbe potuto gustare maggiormente la raffinatezza di un ricordo specifico legato a un suo vissuto.
Alla prossima

Re: [MI150] Eclissi

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Hai ragione Kasy, volendo si può approfondire anche in quel senso. Ai fini del mio racconto il nipote manca di competenze specifiche e il nonno cerca sapori della sua vita passata. Il vasetto diventa il reperto archeologico di qualcosa che la terra non produce più. Già il fatto che siano funghi  è  una fortuna, anche se generici. 
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Re: [MI150] Eclissi

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ElmoInverso ha scritto: @Ippolita per curiosità  ho letto  "La festa degli Achei"... :lol: molto divertente, a me ha ricordato il Lockdown all'Olimpo di @Poeta Zaza
In realtà, a me la Festa degli Achei  ha suggerito la pausa di Dante e Virgilio tra un girone dell'Inferno e l'altro, in un altro racconto del MI (Non ti curar di lor, ma guarda e passa). Grazie, @bwv582   :sss:
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o scorre o si lega alle dita.


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Re: [MI150] Eclissi

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Poeta Zaza ha scritto: In realtà, a me la Festa degli Achei  ha suggerito la pausa di Dante e Virgilio tra un girone dell'Inferno e l'altro, in un altro racconto del MI (Non ti curar di lor, ma guarda e passa). Grazie, @bwv582   :sss:
Intanto grazie a voi, @ElmoInverso, @Poeta Zaza e @Ippolita; forse posso apparirvi sciocco, ma sono davvero commosso dalle vostre parole. Mi avete migliorato la giornata, grazie davvero. :love3:
Dico "intanto" perché, a questo punto... lascio un piccolo commento. :)
Nel dirti che mi piace sono un po' di parte perché questo genere e l'ironia, in generale, mi piacciono molto. Un racconto ambientato in un futuro lontano in cui le cliniche private e gli ospedali pubblici sono sostituite dalle strutture fantascientifiche e le "dimore" terrestri, un racconto, in generale, in cui lo status sociale e la ricchezza generano divari come quelli attuali... Tutto molto bello, una metafora triste, raccontata con ironia, che diventa essa stessa ironia e, in tal senso, la chiusa finale è un vero capolavoro. Anche il lavoro sul particolare, il protagonista che viene chiamato "sei-zè" per via del nome-numero (e lo stesso si intuisce del nonno), il dottore che non ha un cuore, essendo un robot ma che alla fine ripete il motto degli "uomini che non sono dei numeri" - fantastico sia perché nel racconto si legge tutt'altro, sia perché gli uomini hanno proprio numeri come nomi.

Un racconto in cui non c'è solo una pura ironia, ma anche riflessioni... tristi... :umh: 
Una frase, in particolare, mi è sembrata una piccola perla

ElmoInverso ha scritto: Le strade laser erano intasate, lo spazio non era più tale da ormai molto tempo.
è un'immagine davvero fantastica!
D'altra parte, ho solo un dubbio sul dettaglio dei funghi, mi ritrovo un po' in quello che ha detto @Kasimiro. Però ne faccio una questione, potrei dire, di identità del racconto.
Mi spiego meglio: il dettaglio dei funghi è sviluppato "sì e no", quindi potrei dire che è un po' breve se inteso come attimo di umanità, ma un po' lungo se il racconto, a parte la tematica di fondo, è puramente umoristico. Per me, da lettore, l'ironia c'è e permea il racconto, ma l'intento e il messaggio è più quello del racconto "in chiave futura" di problematiche attuali, come dicevo sopra.
Un'ultima cosa, ho cercato le coordinate che dai sul testo - 43° 47'... latitudine e 11° 14... longitudine - e ho trovato che corrispondono a una via di Firenze... è una cosa voluta? :metal:

Mi ha fatto piacere leggere questo racconto, @ElmoInverso, e auguro a te e agli altri un buon fine settimana.
https://www.facebook.com/curiosamate

Re: [MI150] Eclissi

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Grazie infinite @bwv582 per il tuo generoso commento al mio racconto. Mi sono davvero emozionata nel leggere quanti aspetti hai colto. Mi hai dedicato davvero molta attenzione e ne sono felicissima. :yupphi:
Ho riflettuto sulla questione dei funghi, già accennata da @Kasimiro, ma che non avevo ben colto. Hai dipanato le sue ragioni in un modo ancora più chiaro e ti ringrazio. Convengo che sì, è troppo breve. Il mio racconto non è infatti puramente umoristico.
Anche le coordinate sono corrette, corrispondono a una piazza di Firenze dove si trova un palazzo molto alto soprannominato il "grattacielo" (14 piani) ed è lì che ho immaginato che vivesse il protagonista nel futuro, al 102° piano però. Sono nata a Firenze ma vivo a Torino, le case là sono più basse non come nelle metropoli. Non c'è niente di casuale nel racconto, nemmeno il nome Sei-zero, Sei-ze'... perché si sente una nullità, il destino nel nome. Un-nove perché è onomatopeico.
Ti ringrazio ancora tantissimo per le belle parole e spero avremo occasione di leggerci ancora. Buona scrittura sempre ^^
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