[MI 150] Ulisse e la tartaruga

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Traccia di mezzogiorno: [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]"Padrone del tempo"[/font]
Ulisse e la tartaruga

È vicina. Achille vede il lucore bianco del riflesso del sole sul carapace. Il piè veloce contro la tartaruga: una storia implausibile, sembrerebbe inventata da dei burloni, e non da uomini profondissimi. Achille affretta la falcata; vincerà, non può non vincere. È talmente vicina che la potrebbe toccare, si dice. Eppure, a ogni passo, copre metà distanza, e poi metà della metà, metà di un quarto, metà di un ottavo, metà di un sedicesimo: spazi interminabili. Mentre li copre, muoiono le stagioni, passano le ere, cambia il modo di vestire e di parlare degli uomini. Questa mia mano scrive, e Achille è ancora lì, la tartaruga è vicinissima, ma non si può toccare.

È la mano che scrive, non la mente. La mente sa che non esiste neanche questo foglio elettronico che guardo, che nulla è, come diceva Gorgia, il quale, di conseguenza, per l’aver avuto ragione, non deve essere esistito. È la mano, nel disperato tentativo di sempre: scrivere una parola, una parola sola: Io. Due sole lettere, una distanza brevissima. Eppure, come Achille, questa mano, che sembra tanto spedita a muoversi sui tasti, non riesce mai ad arrivare dalla I alla O.

Puttana di una tartaruga. Essere sgraziato e menomato. Gli dà più filo da torcere di quanto non abbia fatto Ettore. Mentre la insegue, senza riuscire a superarla, accade di tutto: Attila guida gli Unni fino al cuore dell’Europa, Leonardo dipinge la Gioconda, Robespierre mozza la testa a mezza Francia, Castro riesce a deporre Batista, io mi innamoro per la prima volta, poi mi innamoro ancora.

La mente è consapevole di non essere che una scintilla, l’accendersi di una capocchia di fiammifero sullo sfondo vuoto e nero del cosmo. Si è morti per l’eternità, si è vivi, di conseguenza, in una misura approssimabile a zero. Eppure, la mano vuole scrivere. E che scrive? Sempre lo stesso, sempre quella I monca della O.

Achille sarà ancora lì ad affannarsi, e io sarò già morto. È l’eroe sbagliato, per questa sfida; Zenone, che notoriamente barava, doveva saperlo. Avesse scelto Ulisse il furbo, ad esempio, la storia sarebbe cambiata.

La mente sa che è vero sia ciò che è, sia il suo contrario; che l’esistere ha un’ombra che si chiama nulla: un giorno il tempo sarà fermo, e allora forse diverrà come un tutt’uno sovrapposto, Achille e la tartaruga, la mia vita di ora e quella che è stata, me stesso e gli altri. Quando sarà tracciata la O, per beffa del destino, non ci sarà più alcun Io.

Ulisse si sottrarrebbe: al gioco di Zenone non ci sta, e a Itaca non ci vuole ancora tornare. Sa che, se è vero che non si può percorrere una distanza che si dimezza all’infinito, allora deve esser vero che si vive in eterno, perché si dimezza all’infinito il tempo che separa dalla morte. Ma bisogna pur morire, per vivere. Ulisse questo lo sa. Fosse stato al posto di Achille, avrebbe fatto saltare il banco, sarebbe fuoriuscito dalla storiella. Sarebbe rimasto fermo, che di inseguire non vale la pena: avrebbe espugnato Troia e l’avrebbe data alle fiamme, avrebbe amato Calipso, poi, forse davvero avrebbe continuato oltre le colonne d’Ercole, e ancora e ancora. Avrebbe infine accettato di arrivare a toccare la tartaruga, creatura millenaria o meglio di esserne toccato -, come un accadimento inevitabile; a tempo debito, con un sorriso furbo e malinconico sulle labbra.
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI 150] Ulisse e la tartaruga

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@Edu  non ci racconti niente e ci dici tutto sull'impossibilitá di essere e di misurare il tempo. Perché si sa che il tempo é l'unico a non avere una sua unitá di misura, deve prenderla in prestito allo spazio, che invece si misura perfettamente con le  gambe.
Mi piace molto questa eterna gara, quasi un'immagine freezata, durante la quale succede tutta la vita, mentre su un altro piano la O nemmeno riesce a raggiungere la I per dare espressione scritta all'identitá. Assieme al tempo che sfugge pur non muovendosi, lasci al lettore il dubbio di non aver mai davvero toccato nessuno, che dopo aver dimezzato l'indimezzabile rimanga ancora uno spazio subatomico a seprarare, che siano solo gli elettroni a sfiorarsi, che nessuno abbia mai raggiunto alcuno e ognuno sia irrangiungibile a modo suo.
Il tuo divertissement tende un arco fra filosofia, storia, miti e leggende, ma soprattutto da l'impulso a una valanga di pensieri sulle qualitá del tempo e sulla contemporaneitá degli eventi.
È bello il ritmo con cui scrivi, e trovo anche molto azzecato il moto di rabbia impotente "puttana di una tartaruga", ben sapendo che non é la tartaruga la questione. È una questione che ci tocca talmente da vicino, che concerne talmente noi stessi e la nostra natura che nemmeno una metafora permette di avvicinarsi all'idea di questo moto immobile che dura un istante eterno.
Bella lettura, complimenti.

Re: [MI 150] Ulisse e la tartaruga

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Questo racconto mi ha riportato ad una delle primissime lezioni di filosofia del mio terzo anno di liceo, quando per la prima volta ho affrontato i pensatori greci e Achille e la tartaruga rimarrà per me sempre un classico di filosofia.
Il modo in cui hai utilizzato questo grande classico è per me molto fresco, come hanno detto già gli altri sopra di me è un racconto che ti fa pensare molto, e ti fa ragionare su quanto realmente sia grande l'io. Per noi, che lo viviamo dall'interno, l'io può essere immenso, la parte più importante del nostro universo, ma quanto lo è veramente? Rendersi conto di essere soltanto un granello di sabbia nell'immenso deserto del cosmo può essere spiazzante, d'altronde Achille sta correndo da ormai così tanto tempo che la vita di un singolo non è che un mero passo di questa grande corsa.

Re: [MI 150] Ulisse e la tartaruga

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Edu ha scritto: [font="Times New Roman", sans-serif]Si è morti [/font][font="Times New Roman", sans-serif]per [/font][font="Times New Roman", sans-serif]l’[/font][font="Times New Roman", sans-serif]eternità[/font][font="Times New Roman", sans-serif], si è vivi, di conseguenza, [/font][font="Times New Roman", sans-serif]in una misura approssimabile a zero.[/font]
@Edu  ... però! Grande racconto che racchiude un concentrato di Pensieri.  Viene voglia di sedersi sulla riva del fiume e fare OM
Che tutto sia una grossa illusione?  Un uroboro che dal nulla trae origine e al nulla ritorna. Allora cos’è tutto questo affannarsi?
Perché ci piace tanto questo questo “istante”? 
Edu ha scritto: [font="Times New Roman", sans-serif]Ma bisogna pur [/font][font="Times New Roman", sans-serif]morire, per vivere[/font][font="Times New Roman", sans-serif].[/font] [font="Times New Roman", sans-serif]Ulisse[/font] [font="Times New Roman", sans-serif]questo[/font] [font="Times New Roman", sans-serif]lo sa.[/font]
Interessante questa versione della storia. Zenone avrebbe dovuto scegliere il furbo Ulisse. 
Edu ha scritto: [font="Times New Roman", sans-serif]Avrebbe infine accettato[/font] [font="Times New Roman", sans-serif]di arrivare a toccare [/font][font="Times New Roman", sans-serif]la tartaruga, creatura millenaria[/font] [font="Times New Roman", sans-serif]–[/font] [font="Times New Roman", sans-serif]o meglio [/font][font="Times New Roman", sans-serif]di[/font] [font="Times New Roman", sans-serif]esserne toccato [/font][font="Times New Roman", sans-serif]-[/font][font="Times New Roman", sans-serif], come un accadimento inevitabile[/font][font="Times New Roman", sans-serif];[/font] [font="Times New Roman", sans-serif]a[/font] [font="Times New Roman", sans-serif]tempo debito[/font][font="Times New Roman", sans-serif],[/font] [font="Times New Roman", sans-serif]con un sorriso furbo [/font][font="Times New Roman", sans-serif]e malinconico [/font][font="Times New Roman", sans-serif]sulle labbra[/font][font="Times New Roman", sans-serif].[/font]
Un ottimo lavoro @Edu . Grazie per questa magnifica lettura.

Re: [MI 150] Ulisse e la tartaruga

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@Edu, devo togliermi un peso dallo stomaco
 il nuovo editor di testo (per me che ho le capacità informatiche di una foca) è l'ottava piaga d'Egitto. Non capisco uno stracavolo e ogni volta che devo selezionare un'opzione mi prende una leggera ansia.
Fatta questa scottante ammissione, passiamo a cose serie. Dal titolo, mi aspettavo uno dei tuoi racconti da ridere. Invece questo è uno dei tuoi racconti da pensare, anche se qui e là si sorride. Il sorriso riporta il lettore a se stesso e lo allontana per un attimo dalla vertigine su cui si sporge il racconto: è un sorriso di sollievo, si sente di nuovo la sedia sotto il sedere.
"Chi non ha testa ha gambe", si potrebbe ricordare. 
Oppure si dovrebbe aprire una lunga, pallosissima riflessione sull'ontologia parmenidea. Sulla volontà di potenza. E poi sul concetto di καιρός. Soprattutto sul concetto di καιρός.

Invece per fortuna ci sei tu che scrivi queste cose.
Qui ci dedichiamo alla ricerca della verità, non dei fatti. Se vi interessano i fatti, il dipartimento di storia è al terzo piano.
(semicit.)

Re: [MI 150] Ulisse e la tartaruga

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Edu ha scritto: La mente è consapevole di non essere che una scintilla, l’accendersi di una capocchia di fiammifero sullo sfondo vuoto e nero del cosmo. Si è morti per l’eternità, si è vivi, di conseguenza, in una misura approssimabile a zero. Eppure, la mano vuole scrivere. E che scrive? Sempre lo stesso, sempre quella I monca della O.
:cazzo: Stagliato così al centro del racconto...  bellissimo.
Un brano esistenziale, molto ispirato, potente e malinconico, l'io narrante sembra quasi rassegnato. Poi alla fine si ribella e reclama un altro eroe. "Fiiiiiiiiii ! Sostituzione: esce Achille entra Ulisse!" (inter nos: Ulisse avrebbe gettato una foglia di lattuga alla tartaruga per bloccarla lì).
Hai scritto un brano che sembra nato pronto, con la camicia. Sei una spanna sopra, bravissimo. <3 :si:
"Fare o non fare, non c'è provare." Yoda - Star Wars

Re: [MI 150] Ulisse e la tartaruga

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ElmoInverso ha scritto: :cazzo: Stagliato così al centro del racconto...  bellissimo.
Un brano esistenziale, molto ispirato, potente e malinconico, l'io narrante sembra quasi rassegnato. Poi alla fine si ribella e reclama un altro eroe. "Fiiiiiiiiii ! Sostituzione: esce Achille entra Ulisse!" (inter nos: Ulisse avrebbe gettato una foglia di lattuga alla tartaruga per bloccarla lì).
Hai scritto un brano che sembra nato pronto, con la camicia. Sei una spanna sopra, bravissimo. <3 :si:
Arrossisco  :arrossire:
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI 150] Ulisse e la tartaruga

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post_id=15362 ha scritto:
Carerrimo @Edu  :)

Scrivi come un grande!  (y)

Celebri il 150esimo MI con questo gioiellino di saggio sul tempo, agganciandoti al celebre "Paradosso di Achille (pié veloce) e della tartaruga".

Una delle descrizioni più famose del paradosso è dello scrittore argentino Jorge Luis Borges:

Achille, simbolo di rapidità, deve raggiungere la tartaruga, simbolo di lentezza. Achille corre dieci volte più svelto della tartaruga e le concede dieci metri di vantaggio. Achille corre quei dieci metri e la tartaruga percorre un metro; Achille percorre quel metro, la tartaruga percorre un decimetro; Achille percorre quel decimetro, la tartaruga percorre un centimetro; Achille percorre quel centimetro, la tartaruga percorre un millimetro; Achille percorre quel millimetro, la tartaruga percorre un decimo di millimetro, e così via all'infinito; di modo che Achille può correre per sempre senza raggiungerla.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI 150] Ulisse e la tartaruga

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ciao @Edu . Come migliore commento che ti possa fare è che ti concedo  il beneficio al tuo dubbio... :D
Seriamente parlando, hai capacità di scrivere un romanzo sulla vita di un foglio di scottex... :D
Quando si ha la padronanza del mezzo espressivo, tutto è possibile... :D
Pensando al tuo racconto mi sfiora il terrore se per caso tu avessi usato tutti gli 8.000..invece di aver speso con la metà, il tuo pezzo.
Sono certo che sarei uscito fuori di testa, con tutta questa filosofia del Kairos  :asd:
Ogni volta sei una sorpresa...
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI 150] Ulisse e la tartaruga

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@Edu
Oh Edu Edu perché sei tu Edu !?
Rinnega Achille, rifiuta Ulisse, o se non vuoi, giura che la tartaruga non l'hai bollita!
Solo il Tempo è nemico e non potrò più capire:
che vuol dire "arrivare dalla I alla O"?
Non è una mano, né un pie' veloce, né un braccio, né la mente, nulla di ciò che forma una tartaruga. Prendi un altro animale.
Che cos'è un carapace? 
Quella che chiamiamo "tartaruga" anche con un altro nome avrebbe la sua corazza.
Rinuncia alla preda, Edu, e per quel animale che non farai in brodo, prendi me
(se ci riesci!)

Bravo!


[font=Georgia, "Times New Roman", serif]Liberamente tratto da Romeo e Giulietta[/font]
  ha scritto:[font=Georgia, "Times New Roman", serif]Oh Romeo Romeo perché sei tu Romeo!?
Rinnega tuo padre, rifiuta il tuo nome, o se non vuoi, giura che mi ami e non sarò più una Capuleti.
Solo il tuo nome è mio nemico: tu sei tu.
Che vuol dire "Montecchi"?
Non è una mano, né un piede, né un braccio, né un viso, nulla di ciò che forma un corpo. Prendi un altro nome.
Che cos'è un nome? Quella che chiamiamo "rosa" anche con un altro nome avrebbe il suo profumo.
Rinuncia al tuo nome, Romeo, e per quel nome che non è parte di te, prendi me stessa.[/font]
 
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