Re: [MI 150] Tutto il tempo del mondo

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Oooooooohhhhhhhhhhhhhhhhhhhh! Il ritorno di @mercy al MI! Questa occasione per fare il mio commento con pulci non me la perdo!
Del resto con ste tracce non potevi mancare, e non avevo dubbi che avresti scelto la prima, anche se pure la seconda...
Vabbé, ti lascio immaginare cossa possa aver combinato io, visto che mi conosci...
Vado, scassapassi mode on.

mercy ha scritto: La cella misura circa sei metri quadrati, e il soffitto intonacato di bianco sfrutta una volta a botte per risultare il più alto possibile: la superficie calpestabile, così, sembra ancor più angusta. Ma l’uomo trova subito numerosi passatempi per non annoiarsi.
Stai per citare Pascal? "Tutta l'infelicità dell'uomo non deriva che da una sola cosa: non sapersene rimanere chiuso in una stanza"? Comunque aveva torto: parte dell'infelicità deriva da sto editor del cacchio che adesso ha deciso di farmi scrivere solo in corsivo.


mercy ha scritto: e il soffitto intonacato di bianco sfrutta una volta a botte per risultare il più alto possibile:
comunque questa non mi convince, la riscriverei perché suona un po0 arzigogolata. Il "bianco" può andar via, perché intonacato fa già pensare al bianco, anche se non è scontato. Ma soprattutto quel complemento di scopo riferito al soffitto stona proprio, anche se hai voluto farlo apposta


mercy ha scritto: Il passatempo numero uno è passeggiare avanti e indietro lungo il perimetro, per sfruttare tutto lo spazio disponibile:
due passi e mezzo sul lato con la porta,
un angolo di novanta gradi,
un passo, mezzo passo verso il centro per schivare il tavolo di metallo saldato alla parete, un passo e mezzo per superare tavolo e sedile (saldato anch’esso), mezzo passo verso la parete, un passo,
un angolo di novanta gradi,
due passi e mezzo sul lato con la finestra,
un angolo di novanta gradi,
mezzo passo, mezzo passo verso il centro per evitare la brandina, due passi, mezzo passo verso la parete, un passo.
E via così, ad libitum Questo ZacK!, però!
Bello, mi hai fatto venire la claustrofobia!

mercy ha scritto: scrostare la vernice che ricopre le pareti fino a un metro e ottanta dal pavimento.
potevi fare di più, aggiungendo all'altezza dell'uomo quella delle braccia. Può essere anche una scelta sua, di non spingersi oltre, ma se metti 1,80 m uno in automatico pensa all'altezza dell'uomo e i conti non tornano. è tornato però il non corsivo, bah!
mercy ha scritto: Risalendo per capillarità nella parete, l’umidità solleva lo strato di pittura in diversi punti, rendendola simile alla pelle di un vecchio malato: pieno di tagli, di macchie, di piaghe
bello!

Che palle, ora nn mi fa più citare.... Mado' che nervi.
Vabbé

[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]"i frammenti che piovono sul pavimento sono uno spettacolo sempre uovo."[/font]
Bello sto lapsus, mi hai fatto vedere il guscio cadere


mercy ha scritto: è isolato da uno spesso vetro macchiato di pioggia,
bellissimo particolare! Ha fatto persino tornare le citazioni!


mercy ha scritto: Il passatempo numero tre è tentare di calcolare le dimensioni della finestrella sul fondo della cella, tanto elevata che per guardarla occorre piegare indietro la testa. Non può congetturare sulla  temperatura esterna, perché il resto del mondo è isolato da uno spesso vetro macchiato di pioggia, ma la base del telaio di legno verniciato di bianco misura cinque spanne e qualche dito (cioè circa un metro) e i lati sono un poco più lunghi (cioè circa un metro e trenta), cosicché le tre stecche orizzontali e le tre stecche verticali del telaio dividono la finestra in nove rettangoli di cielo. Così l'uomo misura solo i lati dei tre rettangoli più bassi (poco meno di due spanne) e si diverte a congetturare dimensioni, perimetro e area del resto.
Bella pure sta parte. Troverei però un altro termine per evitare la ripetizione, anche perché pur non essendo un termine poi così inconsueto, non è nemmeno frequente


mercy ha scritto: Il passatempo numero otto è elencare gli oggetti presenti nella stanza. Operazione semplice solo in apparenza. Gli oggetti, pensa, si esauriscono subito: scrivania, sedile, brandina, porta. Ah, no! Dimenticavo la coperta, quindi sono cinque. Poi, un dubbio: dovrei contare anche la finestra? Gli oggetti diventerebbero sei. E la finestra si compone in realtà di due parti diverse, il telaio e il vetro, facendomi arrivare a sette. Sette, s’intende, a patto di stabilire che il telaio rappresenti un’unità – altrimenti bisognerebbe contare le assi da cui il telaio è formato. Offesa per non essere considerata nei suoi singoli pezzi, la brandina cigola e ogni bullone diventa un problema ontologico.
Molto bello questo passaggio! L'ultima frase però la toglierei, categoricamente, uno perché è fuori registro (fino ad ora non sei stata ironica, o lo sei stata in maniera diversa), due perché espliciti a che gioco stavi giocando, rovinando quanto precede


Molto molto bello, @mercy . Mi sei proprio mancata con queste tue suggestioni. Pensavo saresti andata più sul filosofico, ma in realtà sei più portata per lo psicologico, e questo tipo di racconti ti riescono benissimo. Claustrofobico, efficacissimo. Non posso aggiungere molto. Pollice molto in su. (y)
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI 150] Tutto il tempo del mondo

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Ciao @mercy 
Ah bene! Io ci vado a nozze con racconti su ambienti chiusi e su come passarci il tempo… 
Concordo con la citazione di Pascal fatta da  @Edu. Mi piacciono, sono plausibili le reazioni dell’uomo rinchiuso, le sue osservazioni per far passare il tempo che in certe circostanze sembra non passare mai e ti attanaglia come una morsa. Più che per non annoiarsi ci avrei messo per non dare di testa, ma questo può essere soggettivo. La numerazione dei suoi passatempi, delle cose che osserva mi da l’impressione che appesantisca il discorso, come se fosse un elenco. Metterei normalmente una di seguito all’altra le osservazioni dell’uomo, una forma più discorsiva. 
Contare con i passi le dimensioni della cella è la prima e più naturale cosa da fare. Sulla scrostatura della vernice sulla parete avrei approfondito. Tralasciamo scritte e conteggi di giorni che ci potevano anche essere, di precedenti detenuti. 
Che colore è la parete? E il colore sottostante? Le varie scrostature che la rendono simile alla pelle di un vecchio malato sono un paragone ancora più opprimente e deprimente della cella. Non è il miglior modo per darsi coraggio, per passare il tempo, ma anche questo è puramente soggettivo naturalmente. Io nelle scrostature potrei vederci la mappa di nuove terre, immaginarmi continenti, porti e mari da attraversare, catene di montagne… aiuta. 
Buona la visione della finestra e congetture sulle sue dimensioni, sia totali che per riquadri. Non si finisce di fare lunghi calcoli, come sui rivoli d’acqua che scivolano sul vetro, desiderio di stare sotto la pioggia. Sulla scrivania va bene tutto, meno il tentare davvero di scardinarla, al limite provarne la robustezza. Cosa ne otterrebbe scardinandola? Al limite studiare il tipo di attaccatura alla parete, una vaga idea di scavare, utilizzare le sbarre diagonali, ammesso di scardinarle, ma anche qui sono ipotesi di difficile adempimento, ma non per il pensiero. 
Anche per il sedile la reazione istintiva del tuo protagonista è più che giusta: di più non si può fare per il momento.
Bellissimo lo strisciare sul pavimento di cemento e la compagnia del rumore di sfregamento degli abiti. Su quel pavimento irregolare di solchi e avvallamenti ci puoi costruire un altro mondo. Lo so: è molto duro da immaginare, ma dobbiamo dare ragione a Pascal. Per la branda serve anche contare le assi delle bande metalliche e i vari bulloni. Numeri interessanti, vari per la mente. Analizzare la coperta di lana marrone. Oltre a soffermarsi sulle sue origini di lana di capra… con una coperta si possono creare forme variegate di animali vari, certo non perfette ma che ricordano animali come tartarughe, volatili, serpenti, giraffe, aquile con ali spiegate… Possono fare compagnia, ci puoi parlare, possono accompagnarti nei viaggi sulle terre della parete della vernice scrostata. Quante avventure! I cambiamenti della luce sul pavimento si possono delimitare con dei segni, colorando il cemento sfregandoci un pezzo di abito, la suola delle scarpe; vedere i diversi confini dell’avanzamento della luce a seconda dell’avanzamento delle stagioni… anche questo aiuta. 
Elencare oggetti può essere sempre una gara ad aggiungerne di nuovi, creare una statistica delle differenze. Aggiungiamo a capriccio anche le assi della scrivania, dello sgabello, della branda e del tavolo. Il passatempo numero nove, urlare, non mi piace tanto. Non perché ci sia da gioire, la situazione è davvero orribile, ma urlare non aiuta anzi, peggiora la condizione fisica e mentale dell’uomo. Non mordere la coperta, se non per sentirne un vago gusto animale. Usare la coperta per creare forme da usare al calare della sera come ombre cinesi sulla parete a fianco del letto. Accompagnare le ombre della coperta con le forme delle mani, proiettare il tutto sulla parete, inventare personaggi, dialoghi, situazioni, storie. Tengono impegnati per ore. Ti prenderanno per matto? E che ti fanno? Ti rinchiudono? Bisogna tenere mente e corpo occupati. È essenziale.
 Il tempo per piangere non è mai abbastanza nella vita. Questo può naturalmente starci. Ma pensare alle cose che ho elencato (ma sono poche, ti assicuro che possono assolutamente moltiplicarsi all’infinito) aiuta a passare la giornata. Senza contare l’ora d’aria. Altro mondo. Sperando che questa situazione possa finire presto, come dicono i turchi davanti alle avversità della vita. Pensare alle cose da fare il giorno dopo, variarle ma sempre purtroppo su una falsariga iniziale che funge da tragico o se vuoi grottesco paradigma. Ma il tuo racconto mi è piaciuto. Fa parte del mio chiamiamolo “istinto” di sopravvivenza naturale, da sempre, in circostanze avverse.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [MI 150] Tutto il tempo del mondo

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Ciao @mercy 
Concordo con i commenti di @Edu (una volta non farà giurisprudenza :lol: ) soprattutto sulla costruzione della frase del soffitto e di @Alberto Tosciri (magari non tutti tutti i suoi consigli di passatempi, a meno di non quintuplicare i caratteri :D) in particolare sull’evitare la numerazione e la cosa di forme e colori sotto la vernice: meraviglioso spunto, Alberto. 
Insomma, la cornice del racconto merita sicuramente d’essere ritoccata e levigata, ma l’idea, lo sviluppo e alcune immagini sono da brividi. Bello.
(Mi mancava leggere un tuo racconto, grazie) 
I intend to live forever, or die trying.
(Groucho Marx)

Re: [MI 150] Tutto il tempo del mondo

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mercy ha scritto: Così l'uomo misura solo i lati dei tre rettangoli più bassi (poco meno di due spanne) e si diverte anima a congetturare dimensioni, perimetro e area del resto.
Il verbo "divertirsi", nel contesto, non ce lo vedo: ti suggerirei "animarsi".

@mercy, complimenti! Bel lavoro!  :)

Nelle situazioni di costrizione, di prigionia, come in questo caso, dove il tempo di "dilata" in uno spazio angusto, è importante scandire i tempi - dividere in segmenti di occupazioni gli spazi del giorno. Darsi una routine che ci consenta di sopravvivere al deserto che ci circonda prima che il nulla ci imprigioni dentro.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI 150] Tutto il tempo del mondo

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Intanto grazie a tutti del passaggio. Un fiore ciascuno. :sss:   :sss:   :sss:   :sss:  :sss:  :sss:  :sss:

@Edu, quando mi dici di tagliare, c'hai ragione. E poi sai che se non lascio un refuso o una ripetizione da rifinitore in un racconto non posso pubblicarlo in officina, lo staff si accorgerebbe che è stato revisionato da qualcun altro.

@ioly78, in effetti non c'è molto di mio, qui. Grazie mille per i complimenti (che sento di non meritare), sono contenta che il racconto ti sia piaciuto

@Alberto Tosciri, grazie del bellissimo commento. Qui ho voluto concentrarmi solo su "passatempi" che implicano della fatica fisica, immaginando che il protagonista (appena rinchiuso) cerchi di stancarsi il più possibile per non pensare. Sempre in quest'ottica, ho immaginato che si desse dei "compiti" precisi, una specie di routine a cui attenersi per sopportare l'angoscia: di qui l'idea di descriverli sotto forma di elenco. Né ho preso in considerazione una carcerazione "realistica" (o, almeno, la detenzione del giorno d'oggi in Italia), con le ore d'aria, le telefonate, i compagni di cella eccetera. Del resto, sono sicura gli esseri umani si rinchiudono vicendevolmente da quando hanno inventato le serrature per i più svariati motivi.
Però io non ne so molto di prigionia, e ho dovuto immaginare. Quindi [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]trovo i tuoi suggerimenti utili e azzeccati. Ne terrò conto se dovessi revisionare il racconto.[/font]

@Bef , scommetto che ti mancavano l'ottimismo e la gioia di vivere che pervadono i miei racconti. :lol:  Anche se non si direbbe, sono felice di essere tornata. 

@Loscrittoreincolore, sappi che, quando hai commentato il primo racconto che ho postato a un MI, sei stato l'unico a non rimanere perplesso di fronte alla storia maldestra che avevo scritto. Hai colto al volo l'intenzione del racconto, regalandomi un grande sollievo. 
Beh, a distanza di quasi due anni hai ripetuto il miracolo. Sono piuttosto impressionata (oltre ad esserti grata).

@Almissima. Come dicevo sopra, non ho pensato a un racconto realistico: è solo il racconto di un'angoscia e del tentativo di soffocarla. Grazie per le tue parole gentili. 

@Zaza Grazie mille anche a te. L'intento di quel verbo, come di altri, era ironico. Forse però l'ironia non ci sta e dovrei correggerli tutti...
Qui ci dedichiamo alla ricerca della verità, non dei fatti. Se vi interessano i fatti, il dipartimento di storia è al terzo piano.
(semicit.)

Re: [MI 150] Tutto il tempo del mondo

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ciao @mercy . Più che racconto di un ergastolano ( non può essere diversamente per conciarsi così) mi pare un computo metrico da geometri. :P
A parte che avrebbe potuto trovare altri passatempi migliori, però, tu hai voluto estremizzare un personaggio, dotato di particolare predisposizione alle manie autolesioniste. A parte gli scherzi, che dirti?  finisci te il commento... con quello che vuoi.. ciao e salutami quel maledetto gatto che tieni in casa... :P
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI 150] Tutto il tempo del mondo

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Ciao @mercy. Un bell'esercizio di stile, che va a completare la 'raccolta immaginaria' di questo MI nella sua varietà.
Hai scandito molto bene il tempo in modo concreto, coi paragrafi e coi numeri, inoltre hai trovato molte immagini da mostrare in un buco disperato di stanza due per tre, mantenendo la scorrevolezza e la dinamicità, nonostante la mancanza di spazio.
Ho pensato che avrei messo la parte della 'misurazione' verso la fine, dato che spezza il ritmo, e può comunicare bene la noia del prigioniero alla fine della giornata tipo, ma mi sono reso conto che l'hai usata per aprire, presentando l'ambiente nella sua interezza.
A rileggerti! :D 

Re: [MI 150] Tutto il tempo del mondo

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Piacere di leggerti @mercy
Presenti una situazione  cupa, angosciante e senza speranza. L'uomo manifesta una lucidità nell'organizzare il suo tempo ma anche una disperazione che però non può durare in eterno. Me lo immagino come un non difinito approccio iniziale dove si ha ancora la forza per organizzare e per piangere. Non so, ma nel tempo mi immagino che scatti qualche altro meccanismo: o di completa inerzia per cui non si è più ricettivi verso nessuno stimolo. O di visioni. Trovare  un senso all'esistenza anche in quelle condizioni.
L'osservazione come hai fatto notare è una chiave che può aprire un universo anche in una stanza di sei metri. 
Mi è parso di sentire, e lo trovo verosimile, che alcuni carcerati hanno trovato una motivazione per "passare il tempo" nel prendersi cura di scarafaggi, ragni, topi come fossero propri figli. O nel caso più romantico di uccellini, come un noto esempio del passato, 
Interessante lettura. 

Re: [MI 150] Tutto il tempo del mondo

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Ciao @mercy,
anche questo è un bel racconto, impietoso. Il protagonista esiste solo in quanto un chiunque che occupa la cella. Forse è proprio la cella la protagonista, che assiste a un'umanità varia e ci elenca tutti i "passatempi" di cui è stata testimone. L'uomo, di per sé, è assente come vissuto e pensieri. L'uomo reagisce allo spazio istintivamente.
Questa scelta di presentare una realtà nuda e cruda impedisce l'empatìa e accentua la sensazione di claustrofobia. È un ottimo brano, ho avuto solo una fase di rifiuto durante la lettura del passatempo n°1, applicare l'immaginazione al conteggio dei passi mi ha richiesto una "frustata" mentale, ma tranquilla, è un problema mio! :rotol: Se avessi piazzato quel passaggio dopo, per me sarebbe stato molto peggio, ergo grazie.
Quelli che ho preferito sono il tre e il sette. Il finale ciclico è di una cattiveria... che solo una cella può avere! xD :S 
I miei complimenti e grazie per la bella lettura. :sss:

 
"Fare o non fare, non c'è provare." Yoda - Star Wars

Re: [MI 150] Tutto il tempo del mondo

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@Poeta Zaza, scusa per il lapsus. Nella mia testa tu sei Zaza, solo per brevità.  :scusa:


@@Monica, grazie per essere passata. Sono contenta che il racconto ti sia piaciuto. 


@bestseller2020, che il racconto non ti piaccia non è un problema, le critiche sono sempre benvenute. Però, anche se sono sicura che le tue intenzioni erano scherzose, non scrivermi cose come questa, per favore:
bestseller2020 ha scritto:  A parte gli scherzi, che dirti?  finisci te il commento... con quello che vuoi.. 
Ammetto che ci sono rimasta male.
Più che uno scherzo, sembra uno sfottò. Per di più non ha senso: io non posso commentarmi da sola, posso solo prendere nota dei commenti altrui. E commentare non è obbligatorio, se ti sembra che su un racconto non ci sia niente da dire "a parte gli scherzi", passa oltre.


@aladicorvo, giuro che non sono arrossita. Neanche un po'. 


@Shinobi, grazie del passaggio. A rileggerci sì.  :si:


@Kasimiro, ciao. Ho proprio cercato di immaginare il primo giorno, come saranno gli altri non so. "Interessante" mi sembra un grande complimento. Grazie.

@ElmoInverso, grazie a te. Sono contenta di averti reso la vita difficile con il primo passatempo.  :asd:
P.S.: Il mio preferito è l'ottavo. 
Qui ci dedichiamo alla ricerca della verità, non dei fatti. Se vi interessano i fatti, il dipartimento di storia è al terzo piano.
(semicit.)

Re: [MI 150] Tutto il tempo del mondo

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ciao @mercy. Ma perché vengo sempre frainteso? A volte sono stravagante nei commenti, ma non sono uno che scrive quello che non pensa. Mi spiace, la prossima volta sarò preciso e senza fare ironia. Già che ci siamo dico, che tutti i racconti hanno la stessa bontà del tuo, ne più ne in meno. Sarà per me, come al solito, decidere chi votare. Accetta le mie scuse... e dai un bacione al gatto.. :sss:
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI 150] Tutto il tempo del mondo

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I Padri del deserto ci hanno lasciato apoftegmi di rare profondità e bellezza sulla "necessità" di vivere in una cella. 
Non è il caso del tuo racconto, Mercy, ma è la prima cosa a cui ho pensato, prima ancora che alla letteratura che narra della vita dei prigionieri. 
il tuo è un brano "aperto", non solo perché il protagonista, come in un disegno modulare di Escher, ricomincerà la sequenza l'indomani, ma anche perché si presta a numerose letture, non ultima quella numerologica. 
La pacatezza della tua penna, che già in altre occasioni ho sottolineato, si accoppia qui in modo eccellente alla compulsività elencatoria: invece di smorzarla, la esalta.
Se prendiamo in considerazione la lettura del racconto come metafora della condizione umana, allora appare in primo piano il conforto nevrotico che scaturisce dal controllo sulle cose. Tramite esso, ci illudiamo di tenere a bada i mostri. 
Grazie per la bella lettura, @mercy
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