[MI150] Tick Tick il tempo passa

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Traccia di Mezzogiorno di @L'illusoillusore  "Padrone del tempo"
 
Tick aveva sprecato troppo Tempo.
Se lo ripeteva continuamente, mentre si accorgeva delle prime rughe allo specchio, i capelli bianchi che, da rari ospiti, avevano colonizzato la sua zazzera di capelli disordinati.
Anche la barba era ingrigita e, più la lasciava crescere, più si notava. Forse gli occhi, quelli sì, lasciavano ancora intravedere il ventenne pieno di speranze che era stato.
Quanto Tempo aveva perso, sperando che le cose si facessero da sole, pensando che la vita l’avrebbe rimesso sul binario giusto in qualche maniera.
Ogni partita persa a Black Jack, tutte le volte che aveva fatto una scelta dubbia, quando era stato con la donna sbagliata e quando si era fatto guidare dalla pigrizia e dal ‘beh, posso sempre farlo domani’; aveva dilapidato l’unica moneta di valore che esistesse, il tempo.
Ma adesso poteva rimediare.
Avrebbe rimesso tutto a posto, sarebbe tornato all’origine di tutti i guai. Avrebbe terminato l’università e avrebbe cominciato a scrivere quei libri che, per tutta la sua vita mediocre, si era limitato a leggere. Niente più serate a lavare i piatti come uno schiavo e lavoretti saltuari. Basta monolocali ammuffiti in affitto. Basta donne pagate in anticipo.
Si sarebbe comportato meglio anche con Susan, perché lei si meritava di più. L’avrebbe portata sulle coste della Nuova Zelanda, uno dei pochi posti risparmiati dai conflitti e dal progresso, per iniziare una nuova vita come lei sognava.
Questa volta sarebbe finita bene, ne era certo.
 
Che stranezza, quando erano riusciti a padroneggiare il modo di muoversi nel tempo, era saltato fuori che anche l’età del viaggiatore mutava allo stesso modo, in base alla direzione in cui ci si muoveva. Le applicazioni politiche e militari erano state scarse, se non nulle, dato che si andava a finire in una dimensione parallela, che non poteva influire minimamente su quella presente. Brutto colpo per i governi in conflitto: immagina la possibilità di una crono-guerra senza fine in cui investire.
Invece il Tempo era diventato una valuta alternativa, con un sottobosco di delinquenza associato. Strozzini e scommesse, che spettacolo inebriante.
Ovviamente nessuno era tornato indietro per raccontarlo, erano solo evidenze scientifiche, forse si scompariva semplicemente nel nulla; ma se non avevi più nulla da perdere, ti potevi fidare.
 
Tick si tirò fuori da tutte queste elucubrazioni fantasiose, toccava a lui.
Il grosso e grasso buttafuori stava imperturbabile a meno di un metro alla sua destra, le palpebre socchiuse, come nel bel mezzo di un sonnellino. Di tutt’altro avviso era il cerchio variegato di scommettitori tutto intorno, eccitati e irrequieti come una scolaresca in gita. Donne già avanti con gli anni, uomini d’affari ben vestiti, chi con espressioni febbrili, chi fumando una sigaretta, alcuni con la fronte imperlata di sudore, tutti appesi a un filo.
Avevano scommesso sul suo tempo, soldi veri, con cui potevi comprare di tutto in quel mondo allo scatafascio. Ma cinodollari, centesimi e spiccioli, valevano  più di giorni, ore e minuti? Lascio a voi questa ardua decisione.
Il tizio alla sua destra singhiozzava quasi silenziosamente, un lutto privato a bagnargli appena gli occhi. Indossava un vestito scuro sgualcito, che doveva essere stato bello, un tempo, come l’uomo, anche lui consumato e con radi capelli rimasti ad adornargli la testa. Aveva cercato di darsi un tono, non come Tick, che era venuto senza fronzoli, vestito di tutti i giorni. Aveva sballato – venticinque - ed era finita, finita davvero.
La donna a sinistra - Jackie, aveva detto di chiamarsi? – posò il sottile cigarillo sul bordo del posacenere chiamando: “Carta.”
Aveva un dieci, un cinque e un sorriso sicuro, lievemente alcolico. Era vestita in stile anni ’20, del ventiduesimo secolo ovviamente; forse era l’epoca in cui sarebbe tornata in caso di vittoria. Mi strizzò l’occhio, probabilmente per spezzare la tensione. Occhio che strabuzzò un attimo dopo alla vista del sette che aveva preso.
Un fischio e delle urla arrivarono da chi li accerchiava.
La faccia da bambina a cui hanno rubato il giocattolo preferito completò il quadro e tutto quello che restava da dire.
Restava solo Tick, che era fermo con un Jack e un re di quadri, mentre il banco stava con un asso e una carta coperta.
Non sapeva dove mettere le mani tremanti, mentre il tizio pasciuto in gilet di fronte a lui lo fissava a mettere peso sulla straziante attesa. Il padrone di casa distolse lo sguardo per controllare ancora una volta l’orologio a cipolla, suo compagno inseparabile.
Tossicchiò, prima di girare la carta dal dorso blu decorato.
Dieci. DIECI! Per un totale di ventuno.
Lo sapeva, Tick, che non poteva essere un gioco pulito, ma perché? Il banco vinceva comunque, cinodollari, mentre i perdenti venivano mandati nel futuro l’equivalente in anni di cui il vincente tornava nel passato. Era quell’unica regola a permettere al macchinario di funzionare, mantenere l’equilibrio.
“Perché!? Ci giochiamo la vita!”
Tick era già in piedi, puntando la pistola rubata dalla fondina del buttafuori verso mister Cipolla. La guardia, che aveva abbozzato una reazione, stava ora con le mani troppo piccole per la sua stazza a mezza altezza, l’espressione sonnolenta immutata. L’urlo eccitato della folla si era trasformato in un verso di sospensione.
“Niente di personale… Tick. Cerchiamo di mantenere la calma. Hai mai visto quei giochi a premi? Non vince mai nessuno, ed è questo che li rende eccitante, tutti vogliono essere il primo a farcela.”
“So solo che sarò il primo a spararti. Portami al macchinario.”
Seguì l’organizzatore della serata, mentre nessuno si sognava di fare qualcosa. Gli altri due giocatori sedevano congelati ai loro posti, mentre procedeva, la pistola puntata. Nemmeno sapeva se fosse carica.
Si ritrovò in una sala trasandata ma tecnologica, con due cabine cilindriche connesse da vari ammennicoli metallici, tra le due una sorta di pannello di controllo steampunk.
“Voglio tornare trent’anni indietro. Inserisci i dati. Muoviti!”
Mister cipolla si diede da fare in modo agitato, ma quando il giocatore controllò, i dati sul display sembravano corretti ed era partito un conto alla rovescia. Chiuse l’organizzatore nella capsula contrassegnata con ‘FWD>>’ e si accomodò in quella che recava la dicitura ‘<<RWD’.
Non ci furono fulmini e saette, né effetti spettacolari, solo una luce intensissima, che lo costrinse a chiudere gli occhi, poi il buio.
 
Quando recuperò la visione, si trovava sul molo di Safe Harbor, seduto su una panchina. Il mare mosso al tramonto e gli strilli dei gabbiani gli riportarono alla mente ricordi di gioventù.
Si sentiva benissimo, leggero.
Quante cose doveva ricostruire daccapo, ma in fondo, aveva tutta la vita davanti. Controllò l’orologio da taschino per l’ennesima volta, prima di alzarsi.
Il banco vince.

Re: [MI150] Traccia di Mezzogiorno di @L'illusoillusore "Padrone del tempo"

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Ciao, @Shinobi, benvenuto al MI.

Io non ho alcuna competenza specifica per criticare un racconto (sono solo una tizia che legge), ma che cercherò ti farti un po' di pulci perché forse questo commento mi servirà per postare a mia volta un racconto.
Delle osservazioni che ti farò, essendo osservazioni soggettive e strettamente personali, tieni solo quelle che ti sembreranno utili, e butta via le altre senza rimorsi.

Innanzitutto una considerazione generale: prenditi sempre tempo per una rilettura attenta prima di pubblicare (anche una seconda rilettura se serve). Eviterai così le imperfezioni "da prima stesura" che, anche se non influiscono sulla qualità generale del racconto, rendono meno piacevole la lettura. 
Esempi:
- passaggio dalla terza alla prima persona della voce narrante, qui:
Shinobi ha scritto:
La donna a sinistra - Jackie, aveva detto di chiamarsi? – posò il sottile cigarillo sul bordo del posacenere chiamando: “Carta.”
Aveva un dieci, un cinque e un sorriso sicuro, lievemente alcolico. Era vestita in stile anni ’20, del ventiduesimo secolo ovviamente; forse era l’epoca in cui sarebbe tornata in caso di vittoria. Mi strizzò l’occhio, probabilmente per spezzare la tensione. Occhio che strabuzzò un attimo dopo alla vista del sette che aveva preso.
- maiuscole dimenticate, qui:
Shinobi ha scritto:
Quanto Tempo aveva perso, sperando che le cose si facessero da sole, pensando che la vita l’avrebbe rimesso sul binario giusto in qualche maniera.
Ogni partita persa a Black Jack, tutte le volte che aveva fatto una scelta dubbia, quando era stato con la donna sbagliata e quando si era fatto guidare dalla pigrizia e dal ‘beh, posso sempre farlo domani’; aveva dilapidato l’unica moneta di valore che esistesse, il tempo.
e qui:
Shinobi ha scritto: Mister cipolla si diede da fare in modo agitato, ma quando il giocatore controllò, i dati sul display sembravano corretti ed era partito un conto alla rovescia. Chiuse l’organizzatore nella capsula contrassegnata con ‘FWD>>’ e si accomodò in quella che recava la dicitura ‘<<RWD’.
Per il resto, ti faccio i complimenti perché non ho trovato refusi: io nei racconti ne semino manciate e non riesco mai a rintracciarli per cancellarli.

Poi un'altra considerazione generale sui racconti di fantascienza (che, a differenza di quanto dicono i detrattori del genere, sono difficilissimi da scrivere): dare al lettore le coordinate per capire in quale ambientazione si muove la trama senza annoiarlo è in assoluto una delle cose più difficili da fare, soprattutto considerando il numero ridotto di caratteri a disposizione. 
Tu qui scegli di inserire un paragrafo esplicativo nel bel mezzo della narrazione, facendolo passare per una riflessione del protagonista qui:
Shinobi ha scritto:
Che stranezza, quando erano riusciti a padroneggiare il modo di muoversi nel tempo, era saltato fuori che anche l’età del viaggiatore mutava allo stesso modo, in base alla direzione in cui ci si muoveva. Le applicazioni politiche e militari erano state scarse, se non nulle, dato che si andava a finire in una dimensione parallela, che non poteva influire minimamente su quella presente. Brutto colpo per i governi in conflitto: immagina la possibilità di una crono-guerra senza fine in cui investire.
Invece il Tempo era diventato una valuta alternativa, con un sottobosco di delinquenza associato. Strozzini e scommesse, che spettacolo inebriante.
Ovviamente nessuno era tornato indietro per raccontarlo, erano solo evidenze scientifiche, forse si scompariva semplicemente nel nulla; ma se non avevi più nulla da perdere, ti potevi fidare.
Si tratta sicuramente di un metodo rapido e funzionale per chi scrive, ma poco elegante. Il lettore è costretto a staccarsi dalla narrazione e calarsi in un'esposizione, come passando da un romanzo a un manuale. Questo passaggio brusco spezza la sospensione dell'incredulità (il lettore si ritrova a chiedersi "cosa sto leggendo? ha senso questa cosa? e poi, che me ne faccio?") e rovina il ritmo del racconto. Questo senza contare che è poco credibile che un personaggio che vive in una realtà dove il Tempo è una valuta alternativa eccetera si metta a fare considerazioni storico/sociali mentre aspetta il suo turno per giocare. 
E la "credibilità" è secondo me la cosa più importante da salvaguardare in un racconto. Che si tratti di fantascienza o di qualunque altra cosa.
Potresti chiedermi, dopo che ti ho rotto così tanto le scatole su questa questione, come l'avrei risolta io. Certo non è facile, eliminare gli "spiegoni" dai racconti è una lotta continua. In generale ti suggerisco quello che è stato suggerito a me:
- chiediti quali delle "spiegazioni" che hai pensato nello scrivere il racconto siano strettamente necessarie perché il lettore comprenda la storia.
- elimina tutte le informazioni non strettamente necessarie.
- diluiscile lungo tutto il racconto, inserendo particolari che le "mostrino" (il primo esempio che mi viene in mente per spiegare la faccenda del Tempo come valuta alternativa, ma potrai trovare di meglio, è far incontrare brevemente al protagonista un suo conoscente che si è rovinato con uno strozzino)
- inseriscile ad arte nei dialoghi


Questo tipo di diluizione ti permetterebbe anche di accorciare l'incipit che, a mio gusto, è un po' pedante. Le considerazioni generali che Tick fa sulla sua vita servono a presentare il personaggio, ma basterebbe descriverlo mentre si specchia sul finestrino della sua auto (o sulla porta a verti della sala scommesse, o come vuoi tu) per dire quanti anni ha e mostralo deluso da come ha usato la sua vita con un'esclamazione di disappunto.

Bene. A parte queste osservazioni di carattere generale, ho trovato una prosa non solo generalmente corretta, ma spiritosa e frizzantina.  Il racconto mi sembra davvero piacevole. 
L'idea di tornare indietro nel tempo e far prendere una piega diversa alla propria vita (sarà che ho una certa età) mi ha incuriosita molto. Soprattutto ho trovato originale l'idea che qualcuno possa andare indietro nel tempo solo se un altro va avanti, in una sorta di equilibrio generale del tempo. Questo, e le conseguenze che ne scaturiscono, sono un'idea che secondo me può essere sfruttata anche per un racconto lungo o un breve romanzo. Io al tuo posto ci penserei.

Spero di aver scritto qualcosa che posa tornarti utile. Grazie per la lettura e in bocca al lupo per il contest. :) 
Qui ci dedichiamo alla ricerca della verità, non dei fatti. Se vi interessano i fatti, il dipartimento di storia è al terzo piano.
(semicit.)

Re: [MI150] Tick Tick il tempo passa

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Ciao @mercy, ti ringrazio per tutte le osservazioni. Penso tu abbia evidenziato un po' tutti i difetti che mi porto dietro da questi tre mesi in cui mi sono rimesso a scrivere qualcosa. Ho provato un capitolo in stile diario per una cosa che sto scrivendo e ho fatto davvero fatica a scrivere in prima al passato prossimo, ma sembra la cosa mi abbia portato ad uno sdoppiamento di personalità, dato che di solito scrivo tutto in terza senza questi sbalzi.  :D
Gli spiegoni sono un mio brutto callo, che si evidenzia in un racconto breve, soprattutto dato che pure io ho scoperto il funzionamento di questo particolare mondo solo verso il finale, mentre pensavo: 'sì, ma se è una scommessa, qualcosa si deve pur perdere.' :) 
Ho strizzato l'occhio un po' inconsapevolmente ai più grandicelli, in cui mi infilo, col sogno dello scrittore, me ne sono reso conto dopo.
Per quanto riguarda la tua competenza, penso tu abbia un occhio eccellente e che legga con attenzione, almeno rispetto a me. Posterei qua tutto il romanzo che ho scritto, giusto per consigli di questo tipo, ma non credo ci sia un modo di farlo  :lol:

Re: [MI150] Tick Tick il tempo passa

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Ciao @Shinobi!
Ho trovato il tuo racconto molto bello, come poi secondo me è tutta la narrazione che hai creato sulla tua ambientazione. Quello che mi piace davvero molto della tua scrittura è il dinamismo, quasi da film, di tutto ciò che scrivi. Leggendo questo racconto potevo facilmente vedere quello che stava succedendo, vedere le varie azioni, immaginarmi la situazione e chiaramente capire quello che sta succedendo. Una differenza tra quello che scrivo io e quello che scrivi tu è che i miei racconti sono molto "interni", mentre i tuoi danno spazio all'azione, ai movimenti, all'equilibrio proprio da regista tra le varie scene, quindi davvero complimenti!
Shinobi ha scritto: valevano  più di giorni,
Una piccolezzissima, c'è uno spazio in più qui.

Comunque, mi piacerebbe leggere altri racconti-lampo scritti da te perchè, come sai, mi incuriosisci molto!

Re: [MI150] Tick Tick il tempo passa

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Ólafr ha scritto: Ciao @Shinobi!
Ho trovato il tuo racconto molto bello, come poi secondo me è tutta la narrazione che hai creato sulla tua ambientazione. Quello che mi piace davvero molto della tua scrittura è il dinamismo, quasi da film, di tutto ciò che scrivi. Leggendo questo racconto potevo facilmente vedere quello che stava succedendo, vedere le varie azioni, immaginarmi la situazione e chiaramente capire quello che sta succedendo. Una differenza tra quello che scrivo io e quello che scrivi tu è che i miei racconti sono molto "interni", mentre i tuoi danno spazio all'azione, ai movimenti, all'equilibrio proprio da regista tra le varie scene, quindi davvero complimenti! Una piccolezzissima, c'è uno spazio in più qui.

Comunque, mi piacerebbe leggere altri racconti-lampo scritti da te perchè, come sai, mi incuriosisci molto!
Ti ringrazio molto per il giudizio positivo! E che occhio ^^
Spero avremo occasione di altri confronti stimolanti sulla piattaforma! 

Re: [MI150] Tick Tick il tempo passa

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Shinobi ha scritto: Ma cinodollari, centesimi e spiccioli, valevano  più di giorni, ore e minuti? Lascio a voi questa ardua decisione.
Qui strizzi l'occhio al lettore, ma secondo me è una faciloneria: non indulgerci, ti consiglio.
Shinobi ha scritto: era venuto senza fronzoli, vestito di tutti i giorni.
col vestito di tutti i giorni
oppure
vestito come tutti i giorni.
Shinobi ha scritto: mentre il tizio pasciuto in gilet di fronte a lui lo fissava a mettere peso sulla straziante attesa.
Immagine azzeccata quella dell'appesantire un'attesa già straziante con uno sguardo che ti fissa.
Shinobi ha scritto: Il banco vinceva comunque, cinodollari, mentre i perdenti venivano mandati nel futuro l’equivalente in anni di cui il vincente tornava nel passato. Era quell’unica regola a permettere al macchinario di funzionare, mantenere l’equilibrio.
Una bella pensata, bravo!
Shinobi ha scritto: Avevano scommesso sul suo loro tempo, soldi veri, con cui potevi comprare di tutto in quel mondo allo scatafascio
Volevi dire "loro", ho capito bene?

Un buon esordio, complimenti. Benvenuto al MI, Vito @Shinobi  :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI150] Tick Tick il tempo passa

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Ti ringrazio @Poeta Zaza, è un piacere essere qui!
Ammetto di aver avuto qualche attacco di labirintite con le persone verbali ieri, che mi è pure sfuggito in rilettura. :D 
Poeta Zaza ha scritto: era venuto senza fronzoli, vestito di tutti i giorni.
Questa voleva essere una metafora, ma probabilmente superflua.
Sulle facilonerie, purtroppo, ne sono ancora pieno, dato il mio modo un po' acerbo di scrivere, e spesso mi lascio andare, quindi ti ringrazio di avermelo fatto notare. :D

Grazie in generale per il giudizio, ci leggiamo in giro! :) 

Re: [MI150] Tick Tick il tempo passa

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Ciao @Shinobi, piacere di leggerti per la prima volta. Sono d'accordo sulla parte iniziale che si dilunga un po' troppo. Poi si entra nel vivo della storia attraverso una scrittura intrigante. Purtroppo non conoscevo le regole del Black Jack e di conseguenza mi era sfuggita parte della tensione che avevi descritto. Dopo un brevissimo consulto e la successiva rilettura mi è apparso tutto più chiaro. Forse il tema non è dei più originali ma lo hai raccontato con una scrittura densa e ricca di espressioni ottimamente riuscite.
Shinobi ha scritto: La faccia da bambina a cui hanno rubato il giocattolo preferito completò il quadro e tutto quello che restava da dire.
Questa è una delle tante che mi è piaciuta.
Ti faccio i complimenti per la scrittura che a mio modesto parere raggiunge delle punte elevate; in altri passaggi sono presenti forse alcune ingenuità, piccolezze che possono essere facilmente riviste.
A rileggerti

Re: [MI150] Tick Tick il tempo passa

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Ciao @Shinobi ho letto con interesse la storia. In questo MI il genere fanta è molto gettonato e la cosa mi piace assai.
Hai inserito una dose considerevole di informazioni a beneficio del lettore ma trovo che questa modalità penalizzi un filino la scorrevolezza. 
Nella parte iniziale ci sono periodi che potresti rimuovere per rendere il narrato più ficcante. Tipo questa:
Shinobi ha scritto: Quanto Tempo aveva perso, sperando che le cose si facessero da sole, pensando che la vita l’avrebbe rimesso sul binario giusto in qualche maniera.
Shinobi ha scritto:
strabuzzò un attimo dopo alla vista del sette che aveva preso.
Un fischio e delle urla arrivarono da chi li accerchiava.
La faccia da bambina a cui hanno rubato il giocattolo preferito completò il quadro e tutto quello che restava da dire.
Restava solo Tick, che era fermo con un Jack e un re di quadri, mentre il banco stava con un asso e una carta coperta.
Non sapeva dove mettere le mani tremanti, mentre il tizio pasciuto in gilet di fronte a lui lo fissava a mettere peso sulla straziante attesa. Il padrone di casa distolse lo sguardo per controllare ancora una volta l’orologio a cipolla, suo compagno inseparabile.
Il periodo che ho quotato qui sopra è molto bello. Hai una ottima capacità di descrivere.

Un racconto sul quale puoi lavorare ancora ma, in ogni caso, un buon testo. Complimenti 👍

Re: [MI150] Tick Tick il tempo passa

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Grazie mille @Kasimiro@Monica, sono contento che abbiate apprezzato e farò tesoro dei vostri consigli.
Ho un po' il difetto degli spiegoni, forse perchè arrivo da parecchia letteratura di fantascienza, soprattutto del secolo scorso, dove lo stile era lasciato un po' in secondo piano se l'idea era buona. Inoltre ho finito da poco un romanzo del genere e devo ammettere che la 'febbre' del voler dare informazioni a cascata c'è, solo che lì la puoi spalmare su più di 300 pagine e stona meno. :D
Cercherò di rubare qua e là l'arte del sottinteso dai racconti presenti sul sito, che vedo ottimi da questo punto di vista.
@Monica  Il tema del tempo era troppo ghiotto e utilizzabile in chiave filosofica o fantascientifica secondo me, ma ho apprezzato che praticamente tutti abbiano trovato una chiave di lettura originale, per me sarà difficile votare! :D

Re: [MI150] Tick Tick il tempo passa

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Ciao! Hai messo moltissimi elementi narrativi in questo testo e sei stato davvero bravo a fare in modo che non si sbilanciasse mai verso una o l'altra direzione, arrivando comunque a un finale ben calibrato. Leggo nei commenti che è una parte di qualcosa di più e lo si capisce già nella lettura. Ti dico allora di scriverlo quel qualcosa di più e dare spazio e ragione d'esistere a tutto il world building messo in atto qui! Si intravedono cose molto buone in questo "accenno". Complimenti! <3

Re: [MI150] Tick Tick il tempo passa

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Ciao @Shinobi,
leggerti è stato molto piacevole. Ho molto apprezzato come hai reso i cambiamenti di espressione dei personaggi, le "pennellate" con cui li hai tratteggiati. Ho apprezzato anche l'idea di far sfuggire la gestione del tempo ai fini bellici spostando l'utenza su realtà parallele.
Fa riflettere questo modo di affrontare i propri errori, fuggendo indietro. Una mancata crescita dell'essere umano perché tanto qualsiasi cosa faccia può sempre forzare le cose e ricominciare. Chissà come cambia la paura della morte. Aumenta? Diminuisce?
È una storia interessante e dinamica, per niente noiosa. Quando ti scappa uno spiegone prova a chiederti "Come lo renderei evidente in azioni?". Perché davvero sono solo quelli a disturbare in po'. Bella lettura, a rileggerti. :)
"Fare o non fare, non c'è provare." Yoda - Star Wars

Re: [MI150] Tick Tick il tempo passa

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Ciao @ElmoInverso, ti ringrazio per i complimenti, la disamina e soprattutto i consigli! Se dovessi sviluppare maggiormente il tema, prenderò di sicuro tra i principali quello della paura della morte e del poter sbagliare a cuor leggero, molto interessanti; avendo scritto di getto, non avevo preso in considerazione molti effetti collaterali, persino il do ut des temporale mi è venuto lì per lì, per dare senso alla scommessa :D 
Ci leggiamo in giro!

Re: [MI150] Tick Tick il tempo passa

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Quello che mi è piaciuto di più del tuo racconto è questa atmosfera fumosa da bisca clandestina, la disperazione dei giocatori, la ribellione del perdente e la punizione del "cattivo".
Ammetto che l'incipit mi ha confuso un poco, ma poi con il procedere della vicenda sono rimasta gradevolmente coinvolta. Anche in questo caso mi piacerebbe sapere di più, sapere cosa succede esattamente a questi viaggiatori del tempo.

Re: [MI150] Tick Tick il tempo passa

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@bestseller2020 grazie del benvenuto!
Diciamo che, essendo cresciuto narrativamente a pane, Dick, Matheson, Orwell e compagni, un racconto distopico non è buono se non finisce... male :D 
Detto ciò, mi sono messo a scrivere ed è stato un abbinamento piuttosto casuale, ma che mi sembrava funzionare, quello della scommessa. Che poi è un po' quello che facciamo ogni giorno, scommettere il tempo, forse in modo meno drammatico. :D 
@
@Almissima grazie anche a te; in realtà nel finale ho inserito l'orologio a cipollotto a suggerire che ci fosse stato lo scambio di persona, su cui Mister Cipolla aveva 'scommesso' invertendo le cabine. Il fatto che 'avesse tutto da ricostruire', intende che potrebbe non essere la prima volta in cui 'il banco' si salva in modo rocambolesco e si rimette in piedi. Senza certezze, la vita da croupier. E' che mi piace troppo tenere in piedi personaggi viscidi e cinici per usarli come motore di trama, che poi chissà, potrebbero combinare anche qualcosa di buono :D 
Per quanto riguarda un'ambientazione allargata, non posso che risponderti come fece Tolkien, quando, inviato l'inizio del signore degli anelli ad un amico si sentì chiedere: "Bello, ma dove vanno?"
"E io che ne so." :D 
Scherzi a parte, mi avete convinto. Appena concluderò un progetto un po' ingombrante in cui sono preso, proverò a sviluppare l'idea. Mi costerà qualche ripasso di fisica. :D 

Re: [MI150] Tick Tick il tempo passa

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Ciao @Shinobi , e benvenuto tra noi, più siamo meglio stiamo :-)
Quando racconti si vede che scrivi bene. Intendo nelle scene con personaggi è con dialoghi. Il problema è che per larga parte del racconto non hai raccontato, ma spiegato.
Ho letto il commento di @mercy  e sono totalmente d'accordo sulla questione dello spiegare al lettore l'ambientazione fantascientifica: in un racconto breve è difficilissimo, ma mettersi a spiegare purtroppo è una soluzione che uccide il racconto.
La prima parte è davvero un po' didascalica e moraleggiante, la eliminerei di sana pianta.
Questo ti sembrerà un commento negativo, ma ti assicuro che il bicchiere è mezzo pieno: non sottovalutare il "quando racconti scrivi bene". Questo è il posto giusto per migliorarsi, e ti assicuro che lavorandoci un po', se si ha una buona base di partenza come nel tuo caso, si arriva rapidamente a rendere tutto il testo buono come le parti migliori che ti sono venute. A rileggerti, eh, ci conto ;-)
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI150] Tick Tick il tempo passa

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@Shinobi 
Piacere di leggerti.
Ho trovato l'idea del tuo racconto interessante, sia per il "giocarsi il tempo" sia per il principio di bilanciamento. 
Mi trovo anche d'accordo con molte delle considerazioni fatte dagli altri. 
Non le ripeto, ma quel che mi è arrivato fortemente è la meticolosità della costruzione di plausibilità e ambiente versus la velocità del finale. Pare troppo facile fregare l'organizzatore. Mi spiego meglio: secondo me ridurre in otto righe il potenziale climax narrativo (come il protagonista se la cava) è un'occasione persa. Magari in una revisione potresti partire con lui che, spaventato, conduce l'organizzatore verso una macchina che ancora nn si sa cosa sia e al contempo si chiede (ricordandolo) com'è finito in quella situazione di m..da
Makes sense?

A rileggerti al più resto!

Re: [MI150] Tick Tick il tempo passa

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Grazie @Edu, sto apprezzando molto le considerazioni, soprattutto perché ho ripreso da pochi mesi a scrivere dopo tanti anni, 'grazie' al lockdown, quindi è un po' il mio primo test con veri lettori, che, essendo abituati anche a scrivere, vedono un po' più in là e in prospettiva del lettore, chiamiamolo 'più spensierato'. Quindi sono preziosi feedback, che vorrei usare per toccare un lavoro lungo di fantascienza che ha già visto la prima stesura, ma ha meccaniche e difetti simili, con momenti un po' estranianti, dato che svelare una civiltà ed un pianeta interi non è semplice :D 
Ci leggiamo in giro!
@L'illusoillusore grazie dei consigli; a mente fredda sarei potuto partire da quell'ultima mano, gettando schegge di ambientazione qua e là a ritroso in modo più efficace, magari aiutandomi maggiormente coi comprimari. Inizio a vederci più chiaro in tal senso.
Piccola nota a margine: il protagonista NON se la cava, le macchine sono invertite; è la scommessa/assicurazione in caso di imprevisti di Mister Cipolla, che può o meno fregare il giocatore. Pensavo si evincesse dalle ultime due frasi, l'ultima abbastanza esplicita. :D Effettivamente è comunque una giustificazione un po' debole e troppo comoda per la scarsa sorveglianza, ma in fin dei conti è una bisca clandestina in un racconto breve, se mi passi la battuta :D 
A rileggerci!
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