[MI148] Le nuvole nell'angolo sinistro della sua bocca

1
viewtopic.php?f=51&t=1558&p=12507#p12507

Traccia di mezzogiorno: La maledizione delle piccole cose


Resti a pensarci un po’ su, poi mi fai: «Vivitela più alla leggera. Sai cosa diceva Oscar Wild? Solo i superficiali sanno essere veramente profondi». Mi dai una pacca sulla spalla, come fanno gli amici più grandi.
Che hai ragione lo so. Non si può rimanere sempre con la testa negli abissi, ci si perde. Ma è un po’ come dire a uno che ha ottima vista: «Quelle nuvole all’orizzonte… non vederle».

«Ciao», aveva sussurrato Martina, qualche giorno prima, e mi aveva sorriso. Indossava un giubbottino nero di pelle molto fico, e i jeans attillati non lasciavano alcun dubbio: voleva che le guardassi il sedere.
Non c’ero più abituato. Il vitino magro con l’ombelico scoperto, le natiche sode e ben fatte. Non posavo gli occhi su un corpo ventenne da quindici anni almeno, non mi sembrava vero che di lì a poco avrei potuto poggiarvi le mani.
«Ciao», le avevo fatto, nel mio outfit da avvocato, e avevo disteso il braccio a indicarle la direzione del bar.
È successo in quell’attimo: l’angolo sinistro della bocca le ha ceduto. Poi è tornato a ricomporre una coppia di ali spiegate.

Non ti rimprovererò mai abbastanza per non aver mai letto L‘insostenibile leggerezza dell’essere. L’avessi fatto, adesso, spiegarmi sarebbe più semplice.
«Succede appena all’inizio del libro», ti dico, «quindi non ti rivelo nulla, o almeno non troppo. Tereza piomba, valige in mano, a casa di Tomáš. Fanno l’amore. Lei, durante il viaggio, ha preso freddo; di sera, le sale la febbre. Tomáš non se la sente di mandarla via, e contravviene a una propria regola personale: non lasciar mai che le sue amanti si trattengano a dormire da lui».
Mi guardi come fai a volte con tua figlia, quando storpia i nomi delle cose. «Ma se non conosci, non dico il colore dei suoi capezzoli, ma nemmeno quello del reggiseno!», dici.
Non c’entra nulla con quello che volevo dire.

Abbiamo imboccato il vicolo che dal centro porta verso il parchetto. Non ricordo cosa le ho detto, prima di raggiungere il tavolino all’aperto e sederci, ma sono sicuro di aver parlato, per evitarle quei venti metri di imbarazzo. Senz’altro parole in automatico, tipo: «Hai avuto difficoltà a raggiungere il posto? Ci sei mai stata prima?».
Nel frattempo ragionavo. Venti metri di cammino possono contenere centinaia di pensieri.

«Dall’appartamento di Tomáš, Tereza non esce più. Lui ha davanti agli occhi l’immagine di un bambino messo da qualcuno in una cesta, e affidato alla corrente del fiume...».
Inizi a capire, perché il tuo sguardo adesso è più serio.

Quando una bocca si contorce solo da un lato forma la “S” di: “Stavolta?”. È una lettera che fa a cazzotti con un giubbotto di pelle.
La immagino meno camuffata, in giacca di jeans e con lo sguardo impaurito: è così che deve essersi presentata, in passato, agli appuntamenti. Poi, tornando in macchina a casa dai genitori, quei genitori con cui non va d’accordo e che non l’abbracciano mai, avrà incurvato le spalle sul volante.
Mi ha seguito restando un passo indietro, perché le facessi da frangiflutti contro la realtà che avanza. Arrendevole allo schianto, nel caso mi fossi scostato.
Due caffè non sono che due caffè: non possono nuocere più di tanto, nemmeno a poggiarci su una sigaretta. Eppure, a sera, le avrà fatto male la faccia, a furia di tener su le guance.
Io stavo comodo e caldo, col mio giubbotto antivento blu elettrico e la sciarpa a quadri scozzesi attorno al collo.

«“Non si può certo lasciare che una cesta con dentro un bambino vada alla deriva sulle acque agitate di un fiume!”, si dice Tomáš. Questo è l’incipit. Il resto non te lo dico; leggilo, una buona volta».
Spegni la sigaretta sotto il getto del rubinetto, ti volti, guardi un po’ il soffitto e poi mi fai: «Ok, giochiamo a questo gioco. Avessi scritto io la storia, potrebbe proseguire in due modi. Anzi, in tre. Tomáš potrebbe spaventarsi e cacciar via Tereza, e sarebbe un romanzo di rimpianti. Oppure potrebbe tenerla con sé, ma senza rinunciare alle sue amanti, così da renderla infelice: sarebbe un romanzo sulla differenza tra l’attrazione erotica e il senso del dovere e di protezione. Oppure, ancora, agli occhi di Tomáš, imbattersi in un bambino in balia dei flutti potrebbe rappresentare un segno divino. Non a caso l’immagine è mitologica. Lui allora non potrebbe che arrendersi e farsi carico di quell’amore».
«Beh, con una delle tre ci hai preso. Più o meno», ti rispondo.
«Il punto è: tu mica ti chiami Tomáš!».

Abbiamo preso posto. Ho ordinato i nostri due caffè.
«Cosicché, eccoci qui», ho detto.
«Già», ha fatto Martina.
Le ho sorriso. Ci siamo guardati per la prima volta in faccia.
«…Ciao».
«…Ciao».
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI148] Le nuvole nell'angolo sinistro della sua bocca

2
Ciao @Edu .

Questo racconto è bello carico. Premetto che mi è piaciuto tanto tanto. Credo di avere una delle prime copie del libro di Kundera e ricordo che quando lo lessi mi impressionò un bel po’. Lo trovai un libro inadatto alla mia età o forse solo pericoloso perché mi metteva davanti a riflessioni scomode. Dovrei rileggerlo.

Se non ho frainteso ė un dialogo tra amici. Il “maturo” avvocato che si trova a dover entrare a patti con i propri principi. Ha paura di fare un passo falso, forse ha paura di innamorarsi. Vive male questa storia dell’appuntamento con una ragazza tanto più giovane di lui. E si racconta attraverso le parole di un libro che l’amico non conosce. Un po’ come dire a nuora perché suocera intenda (si dice così dalle mie parti)  

Scusa se ho travisato, bacchettami pure.
Graficamente avrei utilizzato il corsivo per I flashback. Mi avrebbe facilitato la lettura
Edu ha scritto: È successo in quell’attimo: l’angolo sinistro della bocca le ha ceduto. Poi è tornato a ricomporre una coppia di ali spiegate.
Questa frase vale tutto il racconto. È perfetta, per mio modo di vedere e rende onore alla traccia che hai scelto.
Edu ha scritto: imbattersi in un bambino in balia dei flutti potrebbe rappresentare un segno divino. Non a caso l’immagine è mitologica.
In questo caso avrei detto immagine “biblica”, perché ho pensato a Mosè.

Ti prego, dimmi con chi stai parlando. Non credo tu ti stia rivolgendo a Martina . Ma sono un po’ stordita... e mi rimane il dubbio.

Bella lettura, davvero. Grazie🌸

Re: [MI148] Le nuvole nell'angolo sinistro della sua bocca

3
Ciao, @Edu 

Per quanto mi riguarda il racconto ha solo una cosa, non lo definisco nemmeno difetto, che non va. Se ho capito bene sono due linee temporali, la conversazione con l'amico e l'incontro con Martina. Io ho fatto fatica a distinguerli durante la prima lettura, e non avere tutto chiaro da subito, almeno in casi come questo, fa perdere qualcosa. Il racconto è molto bello, intimo, con tre caratteri differenti resi in pochi caratteri :trollface: 
Scritto bene e piacevole da leggere, le citazioni mi sono sembrate azzeccate e non buttate a caso e la traccia è presa in pieno.
Barone sbracato che non chiede dazio né gabella.

Re: [MI148] Le nuvole nell'angolo sinistro della sua bocca

4
@Edu ciao. Questa volta sei andato sul difficile. Il senso del racconto, secondo me, è celato per via dell'insicurezza di lui. Mi pare un racconto troppo enigmatico per una interpretazione personale.  L'idea di cosa volevi dire la sai solo te. :asd: Io riscontro il tuo solito e  nostalgico modo di esprimerti. ciao
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI148] Le nuvole nell'angolo sinistro della sua bocca

5
@Edu 
indubbio che tu sappia scrivere bene. Resta il fatto che il racconto ha allo stesso tempo molta qualità e alcune, a mio modestissimo avviso, difettosità. Con due righe delinei perfettamente i personaggi e non ti perdi in fronzoli, il linguaggio è moderno e diretto. Però spezzi tutto in schegge impazzite, tasselli di puzzle che non si incastrano perché sembrano appartenere a scatole diverse e frasi oscure fuori contesto. Te ne piazzo un paio qui sotto:

[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Mi guardi come fai a volte con tua figlia, quando storpia i nomi delle cose. «Ma se non conosci, non dico il colore dei suoi capezzoli, ma nemmeno quello del reggiseno!», dici.[/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Non c’entra nulla con quello che volevo dire.[/font]


[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Quando una bocca si contorce solo da un lato forma la “S” di: “Stavolta?”. È una lettera che fa a cazzotti con un giubbotto di pelle.[/font][/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][/font]
Sono frasi che per me (mente semplice) sono totalmente scollegate con il testo che le precede o le segue.
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][/font]

Re: [MI148] Le nuvole nell'angolo sinistro della sua bocca

6
Ciao, oh intaggabile @Monica, e grazie.  Tranquilla, hai capito bene, il tu è per l'amico, mentre parlo di Martina in terza.
@Monica ha scritto: perché ho pensato a Mosè.
Sì, innanzitutto Mosè, ma ci sono diverse mitologie che raccontano vicende simili... Sai com'è, usavano copiarsi un po'
Plata ha scritto: [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]la conversazione con l'amico e l'incontro con Martina. Io ho fatto fatica a distinguerli durante la prima lettura, e non avere tutto chiaro da subito, almeno in casi come questo, fa perdere [/font]qualcosa
Ciao, @Plata . Grazie. Anche Monica è rimasta un po' confusa, significa che devo trovare qualche espediente che chiarisca meglio la cosa... In fin dei contri credo che basti poco, magati iniziare ogni paragrafetto con Oggi. e con Martedì., Ci penso su

Ciao, @bestseller2020 , maledetto tu, ho scritto cose ben più criptiche, questo uno come te se lo deve bere come un bicchier d'acqua :beer:  Grazie del passaggio, prova a seguire il ragionamento dell'amico che immagina come può proseguire il romanzo che non conosce, ti dà la chiave;-)

Ciao @Brutus, grazie del passaggio . Credo di comprendere la critica. Certo, è un linguaggio non immediato
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI148] Le nuvole nell'angolo sinistro della sua bocca

7
Ah, no, scusa, @Brutus , non avevo capito mica. Anche colpa dell'editor che con tutti quei segni grafici confonde. Beh, mi dai la controprova del fatto che dicevano anche altri, cioè che non è sempre ben chiaro che si passi da un piano temporale all'altro, dalla scena del dialogo con un amico alla scena, precedente, dell'incontro con martina, dunque sono effettivamente scene scollegate. Che tu non abbia colto che avvenga questo passaggio mi dà ulteriore prova che devo renderlo meglio
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI148] Le nuvole nell'angolo sinistro della sua bocca

8
@Edu 
Bel racconto con spiccata vena malinconia. Mi piace il tuo scrivere fluido e le immagini che costruisci, ad esempio:
Edu ha scritto: sono sicuro di aver parlato, per evitarle quei venti metri di imbarazzo
Altre cose sono meno nelle mie corde, "outfit" ad esempio, ma son bazzecole e gusti.

 Anch'io ho avuto difficoltà ad afferrare l'alternanza temporale

A rileggerti!

Re: [MI148] Le nuvole nell'angolo sinistro della sua bocca

10
@Edu  
Mi é piaciuto molto, é evocativo e da l'idea precisa di come siano i tre personaggi. Il tuo stile a me piace tantissimo, tanto che se anche la trama non mi é chiara, il racconto mi rimane nel cuore. Capisco l'avvocato attratto dalla ragazzina, capisco che non é la prima volta che la vede, capisco che é la volta buona che forse conclude.
Non capisco peró bene chi é Martina. È un'amante? Un'escort a tempo perso? Un'assistente di studio di cui lui, in preda alla classica crisi di mezzz'etá, si é innamorato davvero?
Ma forse non ha importanza, conta il tormento dell'avvocato.
(E sotto sotto penso: ben gli sta!)

Re: [MI148] Le nuvole nell'angolo sinistro della sua bocca

11
bestseller2020 ha scritto: però sei un rompipalle
:comedicitu: ...un cavapazzi, per l'esattezza


Ciao @Almissima, e grazie per il paassaggio e l'apprezzamento
Almissima ha scritto: Non capisco peró bene chi é Martina. È un'amante? Un'escort a tempo perso? Un'assistente di studio di cui lui, in preda alla classica crisi di mezzz'etá, si é innamorato davvero?
Ma forse non ha importanza
  no, credo proprio che non abbia importanza
Almissima ha scritto: E sotto sotto penso: ben gli sta!
Poveraccio, e perché? Solo perché si vede con una più giovane? è uno che si sta interrogando ;-)
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI148] Le nuvole nell'angolo sinistro della sua bocca

12
Vabbè, @Edu  
Ho letto Cent'anni di solitudine tre volte in diaci anni e ancora ci sono cose misteriose che mi sfuggono, non amo lasciare indizi irrisolti dietro di me.
Ti rileggerò ancora, e ancora fino a che non avrò messo a fuoco 'sta storia. Quindi ci sentiamo tra dieci anni. :D
A parte gli scherzi, stavolta, a me, è risulato un pò più astruso degli altri tuoi racconti. Ho delle perplessità, ma gia te ne hanno fatte notare, perciò non ripeto.   Buon contenst e alla prossima.

Re: [MI148] Le nuvole nell'angolo sinistro della sua bocca

14
La prima volta che ho letto il tuo racconto è stato dopo che ho postato il mio ed ero cotta bene. Stranamente avevo individuato subito le due linee temporali diverse (grazie all'alternanza dei tempi presente/passato) tuttavia quello che mi ha distratto dalla comprensione del testo è stato il riferimento al testo di Kundera che ho letto un trilione di anni fa, quando avevo sedici anni, e di cui non ricordo niente. Per tutto il brano mi sono chiesta perché di questo libro non mi è rimasto niente :arrossire:  e questo,insieme all'ora tarda, è andato a tuo discapito. Ho fatto sedimentare prima di rileggerti.
Il racconto è ben scritto e mi è piaciuto molto il tentativo del protagonista di lanciare ponti di subtesto verso di lei. Le parti del passato, con la loro semplicità, servono per stabilire che è successo qualcosa di importante, che dal momento in sui si trovano faccia a faccia e si dicono ciao, si chiude il brano, ma si apre la vita insieme. In fondo è così che accade, no? Si sta insieme, si parla e nel mentre arrivano dei flashback... Bello <3
"Fare o non fare, non c'è provare." Yoda - Star Wars

Re: [MI148] Le nuvole nell'angolo sinistro della sua bocca

15
ElmoInverso ha scritto: che dal momento in sui si trovano faccia a faccia e si dicono ciao, si chiude il brano, ma si apre la vita insieme.
oh, centrato!
Grazie per la pazienza di essere tornata a rileggere e capire, @ElmoInverso . La prossima volta proverò a evitarvi questa faticaccia  :sss:
Ultima modifica di Edu il mer apr 14, 2021 12:53 pm, modificato 1 volta in totale.
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI148] Le nuvole nell'angolo sinistro della sua bocca

16
Un racconto che si poggia tutto sulle riflessioni di un personaggio, che vive due scene separate fisicamente, ma unite nella sua testa. Anche io ho fatto fatica a dirimere gli eventi e i luoghi, ma il racconto trasmette tutto quello che c'è da trasmettere. Trovo anzi che perderebbe qualcosa in atmosfere, perché così ci perdiamo nelle pieghe della malinconia, del passato e delle sue riflessioni. Piaciuto molto! <3

Re: [MI148] Le nuvole nell'angolo sinistro della sua bocca

18
@Edu, non ho letto Kundera. Deve essere questo il motivo per il quale mi sfugge dove stia la maledizione delle piccole cose.
Racconto pieno di richiami dotti e interessanti,di idee e parole affascinanti e di descrizioni intriganti, ma non ho trovato il filo conduttore che possa legare il tutto in modo funzionale.
Anche questo dev'essere perché non ho letto Kundera, e ora è troppo tardi per leggerlo.
Se leggi bene questa riga non hai bisogno degli occhiali da vista

Re: [MI148] Le nuvole nell'angolo sinistro della sua bocca

19
Macleobond ha scritto: @Edu, non ho letto Kundera. Deve essere questo il motivo per il quale mi sfugge dove stia la maledizione delle piccole cose.
Racconto pieno di richiami dotti e interessanti,di idee e parole affascinanti e di descrizioni intriganti, ma non ho trovato il filo conduttore che possa legare il tutto in modo funzionale.
Anche questo dev'essere perché non ho letto Kundera, e ora è troppo tardi per leggerlo.
Ciao, @Macleobond , in genere accetto tutte le critiche senza controbattere, e vale anche per questo tuo commento. Ad eccezion fatta per questo:

[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]"non ho letto Kundera, e ora è troppo tardi per leggerlo"[/font]

[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]qui direi che ti sbagli di grosso  ;)[/font]

[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Grazie per il passaggio e per le belle cose comunque dette, senza rinunciare alla sacrosanta critica  :)  [/font]
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI148] Le nuvole nell'angolo sinistro della sua bocca

20
Ciao @Edu, non ho letto Kundera (non ancora), ma il tuo racconto sì. Quel tu mi ha fregata, perché nella mia interpretazione il protagonista si rivolgeva a una sua amante del passato, alla quale aveva consigliato il libro, come a volersi giustificare del nuovo incontro con Martina... non ci ho preso, mea culpa. 
Sto cercando di decostruire la mia confusione, “perché non hai capito?”:  
1. La seconda persona mi fa sempre pensare a un qualcosa di intimo, come a volersi rivolgere a un altro interiorizzato
2. Perché la struttura stessa del racconto, così frammentata, non sembra il discorso che si farebbe normalmente a un amico. Per carità, forse dopo un paio di spritz anche sì, ma qua si parla solo di caffè. 

Mi piacciono i racconti a stralci, con linee temporali intrecciate, mi piacciono pure i racconti in seconda persona; però questa commistione non mi ha convinta moltissimo, forse per la mancanza di elementi all’inizio, che allo stesso tempo fa la bellezza del testo. Quindi che si fa? Non lo so, ti esterno le mie perplessità e vado a recuperarmi Kundera. 

Re: [MI148] Le nuvole nell'angolo sinistro della sua bocca

22
Non è certo un racconto da leggere durante una pausa caffè, almeno per me. Sono tre giorni che ci provo: arrivavo alla decima riga e ripartivo da capo; arrivavo alla decima riga e ripartivo da capo, per un bel po' di volte. Poi arrivavo alla quindicesima e ripartivo di nuovo da capo. Ora sono arrivato alla fine...e dopo anche i commenti mi si svelato finalmente il nesso.
Molto apprezzabile l'intento e come sempre la sensibilità di scrittura.
Mi ha stonato solo la prima citazione di Oscar Wild che mi è sembrata troppo d'effetto.
Forte! @Edu

Re: [MI148] Le nuvole nell'angolo sinistro della sua bocca

25
Edu ha scritto: po’ come dire a uno che ha un'ottima vista: «
Edu ha scritto: Non posavo gli occhi su un corpo ventenne da quindici anni almeno, non mi sembrava vero che di lì a poco avrei potuto poggiarvi le mani.
Se questa narrazione e questo pensiero attraversa la mente del protagonista all'inizio,
al loro primo incontro, non può certo essere sicuro di toccare quel corpo di lì a poco.
Forse meglio esprimere il concetto così:
Non posavo gli occhi su un corpo ventenne da quindici anni almeno, e non mi sarebbe sembrato possibile pensare che di lì a poco avrei potuto poggiarvi le mani.
Edu ha scritto: La immagino meno camuffata, in giacca di jeans e con lo sguardo impaurito: è così che deve essersi presentata, in passato, agli appuntamenti. Poi, tornando in macchina a casa dai genitori, quei genitori con cui non va d’accordo e che non l’abbracciano mai, avrà incurvato le spalle sul volante.
Questa è un'immagine di quelle che sai proporre tu e che lasciano il segno nel lettore,
che pensa: Wow, che bravo questo a scrivere!
Edu ha scritto: Mi ha seguito restando un passo indietro, perché le facessi da frangiflutti contro la realtà che avanza. Arrendevole allo schianto, nel caso mi fossi scostato.
E questa è un'altra immagine di quelle!
Edu ha scritto: dom apr 11, 2021 11:36 pmAbbiamo preso posto. Ho ordinato i nostri due caffè.
«Cosicché, eccoci qui», ho detto.
«Già», ha fatto Martina.
Le ho sorriso. Ci siamo guardati per la prima volta in faccia.
«…Ciao».
«…Ciao».
Epperò no! 
Troppe insostenibili leggerezze in un epilogo così!  :blabla:
Edu ha scritto: dom apr 11, 2021 11:36 pm«…Ciao».
:ciaociao:  carerrimo @Edu   :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi
Rispondi

Torna a “Racconti”