[MI148] Al tappeto

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Traccia di Mezzogiorno:  La maledizione delle piccole cose

Al tappeto

Dino aprì la porta e notò che lo zerbino della dirimpettaia era appoggiato allo stipite, lo stesso per quello della vicina a fianco, abbassando lo sguardo non trovò il proprio e sporgendosi dall’ingresso lo vide arrotolato in verticale a ridosso degli scalini appena lavati. Perché era stato arrotolato solo il suo? Era un gesto di delicatezza o di fastidio? No, non di delicatezza. Il pianerottolo era ristretto e senz’altro i tre stuoini dovevano essere d’intralcio per le signore delle pulizie. I tappeti dei vicini erano piccoli, ma pesanti, in cocco. Il suo era sottile e più facile da piegare. Era mercoledì, sapeva che era il giorno delle pulizie. Avrebbe dovuto pensarci la sera prima e toglierlo in anticipo. Perché un pensiero così semplice non gli veniva mai? Le due donne dell’impresa iniziavano alle 07:00 partendo dall’ultimo piano a scendere, una spazzava, l’altra lavava. Dino avvertiva i loro passi frettolosi, i movimenti rapidi. Si scambiavano poche frasi spazientite che perdevano d’intensità digradando. Prima di uscire attendeva sempre che passassero al palazzo accanto per evitare qualche rimprovero, aveva la sensazione che se le avesse incontrate lo avrebbero guardato in quel modo insopportabile che vuol dire tutto, senza bisogno di parole, un tutto che non si sentiva in grado di prevedere e interpretare in modo corretto e allora avrebbe dovuto cercare di apparire gentile, grato per il loro duro lavoro, magari disinvolto e di certo avrebbe esitato, cercato le parole… Che errore fatale! Si sarebbero guardate, avrebbero riso di lui o, peggio ancora, lo avrebbero salutato con un lieve disprezzo che avrebbe registrato.
Attese che i gradini tornassero opachi, le zebrature di bagnato cominciarono a ridursi, non doveva lasciare un’orma sporca, taglia 44, su un pianerottolo di scarpe massimo 36. Dalla porta accanto avvertì i movimenti della Perfettina che, già pronta a dar battaglia, spostava cose e animava la casa come forse quella del suo corrispondente al piano di sotto, presto sarebbe uscita e l’avrebbe visto lì, fermo a dirimere pensieri. Lo avrebbe salutato richiamando l’attenzione della Pettegola di fronte, che di certo non si sarebbe affacciata, ma sarebbe rimasta dietro lo spioncino ad auscultare e interpretare significati nascosti da spargere alle diverse coordinate della rete fognaria femminile del comprensorio. No, doveva far presto.
Si allungò fino al punto più asciutto possibile e afferrò il rotolo, lo aprì e lo fece ricadere per terra davanti alla propria porta; ma il tappeto non si appiattì, rimase imbarcato e non ci fu verso di piegarlo al suo volere, nonostante lo avesse pestato più volte. Lo osservò, rendendosi conto che la questione avrebbe richiesto più tempo del previsto. Era sporco, polveroso, non proprio un piacere da toccare con le mani; su quelli di cocco la polvere finiva nascosta tra le fibre ma il suo, rasato, lasciava in bella vista ogni traccia d’impurità. Era chiaro che si rendeva necessario un intervento manuale per il ripristino della forma e ciò non si poteva realizzare a mani nude, non di questi tempi. Rientrò in casa, lasciando accostata la porta, si lavò le mani in bagno e cercò un paio di guanti in lattice che erano tanto di moda adesso. Se li infilò pensando che comunque si sarebbe rilavato le mani dopo, perché puzzavano troppo e non voleva attirare l’attenzione su di sé. Si diresse verso la porta quando vide la Perfettina dentro casa sua, oltre la soglia di ben un metro!
<<Oh!>> si sorprese la donna sibilando le sue scuse con occhi a falce e zigomi rigonfi dietro la mascherina, forse un sorriso o un’antipatia malcelata? <<Mi scusi tanto signor Luci, ho visto aperto, lo zerbino così strano, pensavo che ci fosse qualche p…>> notando in ritardo le mani in posa da chirurgo di Dino <<problema?>>. Le scuse virarono in modo innaturale in domanda con un acuto sull’ultima sillaba.
<<N-no, nessun problema,>> Dino si chiese perché quella donna fosse in casa sua, cosa poteva averle dato il diritto di entrare così a curiosare senza permesso. Le si avvicinò lentamente con le mani inguantate sempre alzate e senza mascherina, solo adesso si rendeva conto di averla dimenticata. Sperava che lo spazio vitale intorno a lui avesse una tale densità da respingerla fuori casa senza doverla toccare, mentre avanzava a passi lenti <<stavo per uscire>>.
<<Ah, bene, bene, meglio così. Mi scusi, eh!>> rispose la donna che non accennava a spostarsi.
Dino estrasse l’arma segreta, si lasciò sfuggire un primo colpo di tosse leggero e poi un secondo, rinforzato. Ottenne l’effetto desiderato e la Perfettina indietreggiò verso il pianerottolo <<Arrivederci>>. Dino allungò il passo sperando di richiudere la porta, per poi decidere con tutta calma come e quando ripulire lo zerbino e in quel mentre si ricordò: lo zerbino! E il fatto strano fu che per Dino parve proprio esser stata quella ritrovata consapevolezza a innescare l’inciampo della Perfettina sullo stuoino ribelle. La donna con un gridolino si ritrovò a terra, su un fianco, producendo un tonfo sordo. Dino fissò la scena al rallentatore nei suoi ricordi e la raggiunse sul pianerottolo.
Con occhi preoccupati la fissava dolorante a terra, le mani ora abbassate verso di lei, ma immobile perché si stava chiedendo se fosse il caso di toccarla per aiutarla. Quanto peserà? Lo avrebbe accettato? In fondo l’aveva quasi spinta lui da un certo punto di vista. Non poteva respirarle addosso, forse avrebbe dovuto mettersi prima la mascherina. Avrebbe dovuto scusarsi? Ma lui non voleva farla cadere, è vero ma lo zerbino era il suo. Si però lei era entrata senza permesso. Comunque non poteva lasciarla a terra così senza aiutarla. E se l’avesse spostata causandole altri danni? Sarà il caso di chiamare un’ambulanza? Magari non è niente. Era tanto che non aveva contatti fisici con una donna, già si sentiva a disagio solo ad averla vicina <<Sta bene signora?>> riuscì a dire ritenendo che fosse la domanda più appropriata da porre in quel frangente in attesa di decidere come muoversi.
<<No!>> rispose lei <<Ho dolore!>> continuando a lamentarsi e a piagnucolare.
<<Mascalzone! Assassino! Vergogna!>> Dino guardò verso la porta di fronte, la Pettegola da dietro il suo spioncino tuonava potente <<Ho visto tutto! Ti denuncio!>> ai suoi occhi quell’uomo incombente sulla donna a terra doveva aver fatto qualcosa di terribile, aveva pure i guanti. Allungò la mano sul telefono e chiamò la polizia.
Dino, preso dal panico, cercò di tirare su la vicina mentre all’altra donna nascosta ripeteva <<Aspetti non è come crede!>>, tuttavia la contusa nel sentirsi tirare gridò di dolore e ricadde giù pesante, forse si era fratturata qualcosa, pensò Dino. Poi ebbe una rivelazione: l’aveva toccata, forse qualcosa nella sua vita stava per cambiare e ne fu stravolto. Si guardò i guanti, assente.
<<Fate presto! La uccide! La sento gridare! Oh mamma mia!>> le grida della gòrgone attirarono l’attenzione in tutto il palazzo, c’era chi non osava affacciarsi per paura, chi scese per trovarsi di fronte alla scena di violenza tra vicini, il tutto incitato dalle grida provenienti da una porta chiusa. Presto si sentirono le sirene della polizia accedere nel comprensorio, il cortile interno si affollò. Dino fu bloccato e portato via, mentre gli agenti prestarono un primo soccorso alla donna per terra.
<<Cosa le ha fatto signora?>> le chiese un agente mentre un altro bussava di fronte.
<<Non so, mi veniva incontro… coi guanti, minaccioso, mi ha fatta cadere, tossiva senza la mascherina. Ho avuto paura e sono finita per terra>>.
Tutti chiedevano, qualcuno rispondeva, chi da una finestra, chi dall’ingresso. Presto fu chiaro quale vicino fosse impazzito.
<<Io lo sapevo! Quello era strano, era matto!>> spiegava la Pettegola dalla porta ora aperta <<Stava lì imbambolato, la fissava per terra, con la testa vuota! Che paura.>> l’agente prendeva nota sostando sullo zerbino ormai appiattito.
"Fare o non fare, non c'è provare." Yoda - Star Wars

Re: [MI148] Al tappeto

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Vedi tu cosa può combinare una piccolo dettaglio!  Mi é proprio piaciuta la descrizione di quei tappetini.  Ne possiedo uno identico e anch’io lo trovo arrotolato dalla signora delle pulizie scale e mi devo dannare ogni volta per farlo distendere di nuovo.
Corretto toccarlo con i guanti di lattice; di questi tempi meglio essere prudenti... 
Delizioso racconto umoristico  che fa della semplicità la propria forza.  Bravo @ElmoInverso 👍

Re: [MI148] Al tappeto

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Un racconto strutturato intorno a un'ottima idea molto semplice, che funziona alla grande e si fa leggere fino alla fine.
« e » al posto di << e >> possono dare un po' più di armonia al testo. Consiglio puramente stilistico, che però all'occhio del lettore dà una maggiore idea di cura. 
Rivedrei qualche frase qua e là specie nella parte centrale. Perché ci sono molte descrizioni di azioni turbolente e qualche volta non si capisce bene chi faccia cosa. Piccolezze ovviamente, perché l'idea funziona e c'è un'ottima verve comica in essa <3

Re: [MI148] Al tappeto

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ciao, @ElmoInverso 

Ti consiglio di sostituire << con altro per i discorsi diretti, le trovo davvero un pugno nell'occhio.
Ci alcune imprecisioni tecniche, su tutto una gestione imprecisa delle virgole in alcuni passaggi e quella del minuscolo a inizio frase in un paio di occasioni, mi pare. Forse sarebbe occorsa qualche altra rilettura prima di postare. Il racconto è gradevole. Il protagonista Luci Dino, nomen omen, un povero diavolo esasperato dalle sue manie che hanno subito una recrudescenza per la pandemia, immagino. Le vicine fanno ridere  :sorrisoidiota:
Ciao e alla prossima.
Barone sbracato che non chiede dazio né gabella.

Re: [MI148] Al tappeto

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Non male @ElmoInverso, mi è piaciuto. Situazioni ossessive assolutamente verosimili che hai descritto molto bene. Mi sono immedesimato benissimo nella situazione e credo di avere avuto a che fare con qualche signora simile alle tue. Nel contempo descrivi la tristezza e la solitudine e una sorta di diffidenza nel prossimo e Dino si ritrova sua malgrado invischiato. Se dovesse proseguire, mi immagino lui che scardina queste ossessioni per scuotere l'animo di queste timorose.
Alla prossima

Re: [MI148] Al tappeto

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ElmoInverso ha scritto: Attese che i gradini tornassero opachi, che le zebrature di bagnato cominciarono  cominciassero a ridursi, non volendo doveva lasciare un’orma sporca, taglia 44, su un pianerottolo di scarpe massimo 36. 
Ti consiglio le correzioni sopra in neretto.
ElmoInverso ha scritto: e ciò non si poteva realizzare a mani nude, non di questi quei tempi. 
Stai narrando al passato, non al presente.
ElmoInverso ha scritto: <<Fate presto! La uccide! La sento gridare! Oh mamma mia!>> le grida della gòrgone attirarono l’attenzione in tutto il palazzo, c’era chi non osava affacciarsi per paura, chi scese per trovarsi di fronte alla scena di violenza tra vicini, il tutto incitato dalle grida provenienti da una porta chiusa. Presto si sentirono le sirene della polizia
Una deriva isterica di gruppo ben congegnata!

Ben arrivata al MI, brava @ElmoInverso  :)

Hai declinato con sagace ironia la traccia sulle fobie compulsive che, al tempo del Covid e in un Condominio, possono verosimilmente degenerare così.
Anche il titolo, che rispecchia la caduta finale del protagonista e fa da  richiamo alla faccenda dello zerbino, è scelto con acume.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI148] Al tappeto

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@Almissima@ Plata grazie per gli apprezzamenti, dalla prossima volta cambierò i simboli per il dialogo e comunque ricontrollerò meglio dove ho posizionato le virgole. Credo alla fine di aver postato per disperazione perché era molto che non scrivevo e ho passato molte ore sul brano, alla fine per quanto lo riguardassi non vedevo più niente. Direi che ho costruito la semplicità con difficoltà. :lol:

Il mio grazie anche a @Kasimiro e @Brutus effettivamente il finale ha un po' sofferto del fatto che non volevo rinunciare ad altre parti per me significative ed ero già a ridosso degli 8.000, ho dovuto fare uno sforzo di sintesi e la lampadina delle idee si era fulminata.

@Poeta Zaza uuuuuhhhhh! Grazie mille per quelle preziosissime segnalazioni, io e la mia manìa di dar vita propria anche alle sedie :P
"Fare o non fare, non c'è provare." Yoda - Star Wars

Re: [MI148] Al tappeto

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@ElmoInverso passo velocemente per un commento.
Ho una domanda che non c'entra niente: i tappeti li fanno in cocco? Cioè in noce di cocco?
Inizio segnalando quelle che secondo me sono imperfezioni di forma. Non ho riscontrato errori, tranne questo.
ElmoInverso ha scritto: con le mani inguantate
suona meglio "guantate" secondo me.

Al livello contenutistico, la normalità che hai descritto è una cornice che scatena "disagio" nel protagonista dato dal contatto.
La vicina spiona mi ha fatto morire dalle risate, di un tipo di risate amare però perchè quello che descrivi potrebbe essere uno spaccato di normale quotidianità post covid.

Re: [MI148] Al tappeto

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Minchia, ma che è, il MI delle new entry arrembanti? Mi è piaciuto un sacco, @ElmoInverso ,  scrittura particolarissima e se vuoi sofisticata, ma riuscita e funzionale. Molto molto particolare, e molto personale (questo prendilo e portalo a casa come un complimento grosso). Il dettaglio dello zerbino regge l'intero racconto, che scivola via tutto di un fiato nonostante il tipo di scrittura paratattico e il muretto di testo. Bravo, sono quasi impressionato. L'unica cosa che mi ha stupito è che uno della tua perizia non sappia usare le virgolette a caporale, ma te l'hanno fatto già notare.
Pollice molto in su  (y)
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI148] Al tappeto

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Grazie @Edu, che belle parole, mi hai fatta sentire felice!   :comeconigli:   Le raccolgo e le metto da parte nel cassettino dei tempi duri.
Un tempo usavo i caporali, poi per molto tempo ho smesso di scrivere e ho iniziato a usare in modo asssiduo i simboli < e > per attività informatiche. Quindi, quando ho scritto il racconto, mi è venuto naturale usare quelli anziché andare a ricercare la combinazione di tasti. Adesso che TUTTI mi avete fatto notare l'importanza della cosa, sarò più accurata.
Grazie ancora per il rifornimento di benzina. :love3:
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Re: [MI148] Al tappeto

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Ciao @ElmoInverso 
Hai descritto una situazione che può ben capitare anche in normali tempi paranoici e non solo in questi tempi di paranoica pandemia.
Ho molto apprezzato la tranquilla, eccessiva attenzione di Dino Luci (è umbro per caso? Un cognome già sentito da quelle parti) e la pericolosa invadenza di tutte le donne del suo condominio, invadenza che può arrivare fino allo scatenarsi di una rivolta metropolitana se seguiamo lossessiva crescita consequenziale delle azioniAmo questi frangenti e il modo in cui li hai descritti.
Esistono davvero persone come le hai descritte, ci ho avuto a che fare tanti anni fa, quando purtroppo abitavo in città, in un condominio. Mi piacerebbe raccontare, ma sarebbe davvero un altro racconto, tragicomico.
È davvero molto facile per un equivoco ignorante finire in galera o nellequivalente politicamente corretto del manicomio. Stava per succedere anche a me un paio di vite fa, mi son salvato perché ero in uniforme da combattimento e armato e la forza pubblica di paciosi arroganti si guardò bene dal mettermi le mani addosso. (Scriverò qualcosa a tal proposito, il tuo scritto mi ha rievocato ricordi agrodolci).
Non insisto sui caporali che TUTTI ti hanno detto, anche quelli sono il mio cruccio. Poi ho scoperto che potevo sceglierne di bellissimi nei simboli di Word, sia caporali che linee per i dialoghi e collegarli a un semplice tasto sulla tastiera, in modo da richiamarli con comodo.
Il tuo racconto si fa leggere in maniera quasi fluida. Dico quasi perché talvolta mi è subentrato qualche dubbio su chi pronunciasse le frasi, specie nelle scene centrali, ma poi ci si arriva comunque intuendo il cambio di tonalità. Si potrebbe aggiustare qualcosina in fase di revisione.
Insisterei a perdermi nelle descrizioni e fantasie degli intrecci del tappeto di cocco, vaghe rimembranze coloniali che solo un eccessivo tranquillo fuori di testa potrebbe vedere e rievocare. Una storia metropolitana odierna con vaghe ombre di passati morti e sepolti. Un bel guazzabuglio su cui lavorare insomma.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [MI148] Al tappeto

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ciao @ElmoInverso . Il tuo personaggio assomiglia al tanto imbranato Mister Bean... nella sua estrosità riesce sempre a far ridere. Però il tuo Mister Bean è tanto sfigato, ritrovarsi in un condominio accerchiato da sole zitelle e donne di pulizia... credo che sia il solito figlio unico vittima di sua madre, tanto pulita sino ad essere maniaca: guarda tutta questa storia per pulire uno zerbino.. :D ciao a rileggerti
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI148] Al tappeto

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@Kore  perdonami, ti ho saltata senza rendermene conto, grazie per la segnalazione e anche se oramai avrai già trovato la risposta, sì, gli zerbini sono fatti anche con le fibre delle noci di cocco.
Grazie di cuore anche a @Garrula e ad@Alberto Tosciri, cercherò di sistemarlo meglio. In particolare, Alberto, spero di non averti fatto incupire richiamando certi ricordi, ma se scriverai qualcosa sull'argomento correrrò a leggerlo perché mi hai molto incuriosita.
@bestseller2020  e @Alba359  non avevo pensato a Mr Bean, ma se dovessi pensare a un fisique du role, credo che Dino si avvicinerebbe di più a un ragioniere spalla di un altro del nostro cinema italiano. Non vi dico chi, perché ognuno deve vederci chi vuole. Lieta che lo abbiate apprezzato ^_^
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Re: [MI148] Al tappeto

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Un ottimo racconto, @ElmoInverso, non c'è niente da dire.
I dialoghi - a parte la forma - sono un po' da rivedere anche nella sostanza, perché a mio avviso sono qualitativamente inferiori alla parte narrata. O forse, messa punto l'estetica, tutto andrà a posto? Lo vedremo nel prossimo racconto, che di sicuro sarà all'altezza di questo. Ancora brava!
Se leggi bene questa riga non hai bisogno degli occhiali da vista
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