[MI148] Nuvole

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Traccia di Mezzogiorno

Nuvole

Quando il sole mi colpisce le palpebre un attimo prima che la lancetta dell’orologio segni le sette e trenta, sono fiera che mia testa sia già in funzione, lavora e calcola e mi rimanda decine di informazioni utili: in un minuto ci sono sessanta secondi, in un’ora, sessanta minuti. 
L’orologio che ho nel cervello è in sincronia con le ore e i minuti: mi ci vogliono trenta respiri per decidere di girare la testa, mezzo secondo. Altri trenta respiri per contare i granelli di polvere che vorticano nell’aria sopra di me, colpiti dal sole che inizia a cambiare i tratti di questa stanza bianca. 
Nascondo la testa nel cuscino e lo mordo, nella speranza che l’ansia possa rimanere lì, impressa nel segno della chiostra. La pulsione di dover pulire, di dover usare ben dieci prodotti diversi, due scope ed un’aspirapolvere, mi vortica davanti. 
Altri trenta secondi e il cervello mi salva: mi balena in mente il ricordo dei sassolini piatti che mi divertivo a lanciare a pelo d’acqua, quando andavo al mare.
uno. 
Due.
Tre.
Ciaf!
Ed è quando sento quel ciaf che posso liberarmi della ragnatela di coperte, sollevandomi di slancio.
Sbatto energicamente le lenzuola, allontano la polvere che percepisco muoversi in direzione della finestra. E sono più calma. Ma…tutti quei rivoli di grinze senza senso, sul lenzuolo, senza geometria, mi disorientano, ci passo la mano sopra centoventi volte. Due minuti. Spariscono. Ricopro il lenzuolo rettangolare con il tessuto blu della sopraccoperta. Blu su bianco. Le nuvole ricoprono il mare, come quei giorni alla spiaggia in cui lanciavo i sassi per contarne i battiti sull’acqua.
Potrei non uscire mai da quella stanza ora che il letto è perfetto e raccoglie il mare e le nuvole nella sua perfezione senza pieghe. Ma Isabella ha bisogno di essere svegliata e di fare colazione. 
Devo farmi forza e attraversare le mattonelle quadrate del pavimento. Sono nere come le rondini, e potrebbero farmi volar via ad ogni passo. Appoggio la mano al muro e conto, uno a dritto, salta la riga, due a dritto, salta la riga, tre a dritto, salta la riga e così, fino ad arrivare a sessanta. Che segna la fine del minuto, dell’ora, del muro e devo voltarmi verso destra per arrivare in cucina.

Sui fornelli c’è una padella. L’ho lasciata lì la sera prima, con le uova accanto per non dimenticarmene il motivo.
Ne rompo tre con un movimento del polso. Il guscio si divide in due. Nessuna buccia a danneggiare quella perfetta triade gialla e trasparente.
Finalmente posso far scattare la fiamma del fornello in tre schicchi. 
Ora mi posso concentrare sull’albume che si gonfia in centinaia di bollicine, mi piace contarle e poi alzo gli occhi sul tuorlo, rimasto circolare e perfetto, come un sole della grandezza di mezzo palmo che darà energia mia piccola.
La colazione salata sarà una sorpresa, ma insieme al giallo e al bianco il suo colore preferito è anche il rosso, e quindi taglio una fragola in quattro spicchi, e poi in due parti uguali.

La sveglia suona all’ottava ripetizione dei campanelli, sento che tutto si quieta. 
Isabella si alzerà esattamente tra trenta respiri. Posso occuparmi di disporre le fragole sotto le uova perché i tuorli siano tre occhi di un alieno e le fragole il suo sorriso e due antenne.
“Mamma che bello!” il pigolio del suo urlo mi scalda il cuore, si stropiccia gli occhi sgranati dalla sorpresa. Ama l’alieno di fragole e uova.
Soffia via gli involti bianchi del calore che si sollevano dal piatto di coccio, per un tempo eccessivamente lungo per lei. Le ho spiegato che se non soffia attentamente, si scotterà la lingua e non potrà sentire i sapori. Poi mangia, a bocconi piccoli, avvolgendo tutta la mano attorno alla forchetta per afferrarla e infilzare le fragole. 
Il dolce prima del salato. Non avere le antenne consentirà all’alieno di non sentirla mentre si avventa sulle altre parti di lui.
La mia piccola scienziata intelligente se ne sta seduta soddisfatta sulla sedia verde, della sua misura, davanti al tavolo piccolo che ho comprato per lei, e del quale le consento di colorare gli angoli.
“Mamma, ieri Irene mi ha detto che è arrivato il circo in città. Possiamo andare al centro a vedere se è vero?” la sua domanda mi colpisce, facendomi sentire freddo. Non possiamo uscire, ci sono molte cose da fare in casa, i biscotti, l’amaca sul balcone
“Amore, non possiamo dobbiamo fare i biscotti”, le faccio notare, nascondendo il respiro corto. Non voglio uscire di casa, attraversare la strada guardando a destra e a sinistra due volte prima di attraversare, dovendo attraversare la strada passando solo sulle strisce bianche, e poi camminare sul marciapiede stando attente a rasentare i muri per non oscillare e perdere l’equilibrio. E cadere in strada.
“Mamma per favore, non voglio fare i biscotti. Voglio andare a controllare se c’è il circo. Se non c’è torniamo a casa, ma intanto, lungo la strada possiamo contare le nuvole in cielo. Ti aiuterò io a vedere le forme nascoste tra loro, se non ce la fai.” Mi promette con la voce piccola e sottile, ma risoluta. Una scienziata vera, che sa come zittire la mia testa e portami a spasso con il cuore. Ha vinto lei. Usciamo.
***
“Mamma, perché quel signore cammina così?” mi chiede Isabella additando con la piccola mano rosea un uomo che cammina avanti e indietro nella piazza. La sua voce mi riscuote di soprassalto come l’assolo di un violino che trilla al di sopra del mormorio degli ottoni roboanti che mi rimandano i suoni della città.
Il suo movimento unisce i rivoli d’acqua in una ragnatela che sembra argentata sul suo impermeabile giallo. Le gocce cadono a terra come serpenti. Ne avevo contate trenta. E ora devo ricominciare. 
Il respiro mi scappa affaticato dalle labbra, mi lascio trascinare, stringo la sua mano con forza: la sua spensieratezza allenta la morsa della paura che sento alla bocca dello stomaco, mi eviterà di sprofondare nella nera voragine che si nasconde sotto quella buca poco più avanti. Non succederà nulla. Mi ripeto. Non succederà nulla. Non succederà nulla. Non succederà nulla. Sentire tre volte quest’eco nella testa mi rassicura.
Senza Isabella non dovrei sovraccaricare la testa di mille pensieri che si riconcorrono come lucciole dentro di me, e mi illuminano le orecchie, gli occhi. Senza di lei non potrei neanche soffermarmi a vedere il rosa sintetico dello zucchero filato che resta in equilibrio sul bastoncino di legno sfidando la gravità e sbeffeggiando le nuvole in volute di rosa innaturale.
È l’unica cosa che non le pulisco mai dalla bocca, quando si sporca. Le dico sempre che ha le nuvole rosa intorno al sorriso.

Ora ci stiamo muovendo nella direzione del giocoliere: da lontano mi sembra una fiamma che guizza, ma al dodicesimo passo noto che si muove in circolo sul terreno, sembra voler stare attento a non pestare le linee della pavimentazione.
Questo mi distende, mi attrae e non trattengo più Isabella che corre avanti e rimane ferma sul limitare di un cerchio invisibile alla giusta distanza dall’uomo che sembra fatto della stessa sostanza della terra. 
Dentro di me, un grumo di soddisfazione si addensa ed esplode in decine di stelle. Sta apprendendo bene, vede la geometria degli spazi, ma non come la vedo io, con i suoi occhi piuttosto. Pieni di meraviglia.
L’uomo continua la sua danza passandosi sette palline blu tra le mani, sopra la testa, tra le gambe e nel frattempo esegue capriole, per spingersi sulle mani, sui gomiti, sulla testa, e rimane coi piedi in aria. Somiglia sempre di più ad una fiamma che vuole toccare le nuvole.
Io e Isabella restiamo a guardarla finché le nuvole si tingono d’oro e il sole si addormenta oltre le colline. 
Vorrei parlargli, ma a una fiamma che ha incendiato le nuvole per me e per il sorriso di mia figlia, non si può chiedere nulla di meglio.

Re: [MI148] Nuvole

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Ciao @Kore 

Un bel racconto, ma... ci sono i dettagli, però...
Appena finito di leggere mi ha lasciato una sensazione di tristezza. Non c’è una storia, ma è il racconto di una madre che ha evidenti nevrosi. Molto calzante tutta la prima parte di questo flusso di coscienza. Poi introduci la figlia, un dialogo (che a parere mio) spezza il ritmo della lettura e anche la tensione che avevi creato. La mi testa si è infilata in quella della bambina.
E da quel momento in poi è scattato il mio senso materno di protezione. La bimba assume il ruolo di “badante” della mamma e, in me, ha vinto la tenerezza.
Certo, sono convinta che sia una scelta precisa, che tu abbia cercato questo risvolto umano nella storia e ti rispetto. L’autore fa quello che vuole coi propri personaggi. Ne faccio una questione di gusto personale. O solo che la fastidiosa sensazione a fine lettura non mi appaga pienamente. Ma il tuo è comunque un ottimo lavoro che mi pare assolutamente centrato rispetto alla traccia che hai scelto. Sorry. 💖

Re: [MI148] Nuvole

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Kore ha scritto: Le dico sempre che ha le nuvole rosa intorno al sorriso
Bella immagine. Mi ha ricordato il titolo del racconto di @Edu.

Piacere di conoscerti, @Kore, e benvenuta.
La personalità ossessivo-compulsiva della protagonista viene fuori con drammaticità. 
I rituali le impediscono a tal punto di vivere una vita normale che ha dovuto includere in essi anche la piccola figlia: se non ho frainteso, difatti, la bambina pur di uscire si offre di aiutare la madre a cercare le forme nelle nuvole.
Il racconto è ben scritto e denota cura per il lessico e i particolari, ma a mio modesto avviso presenta una pecca: mi è parso eccessivamente attento alla descrizione minuziosa dei rituali, esposti in sequenza e in gran numero, quasi fosse una cartella clinica da riempire. Questo aspetto sottrae al brano, sempre a mio parere, quel "calore" che deriva dall'imperfezione e dal non detto.
Un saluto, e grazie per la lettura.
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Re: [MI148] Nuvole

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Ciao @Kore e benvenuta tra noi.

Bello! La cosa che mi ha interessato di più, nel racconto, è l'accudimento della figlia nonostante le mille distrazioni dei pensieri ossessivi. Tutto questo ribattere rende il senso dell'ossessione compulsione e fa si che la traccia (descrivi la giornata...) sia rispettata pedissequamente. Lo trovo ad ogni modo un po' disturbante, anche se so che doveva esserlo. Ma proprio il pedissequo rispetto della traccia è secondo me il limite del racconto, nel senso che provando a immaginarlo fuori da questo contesto, metti caso letto su una rivista, risulterebbe un po' ridondante. è chiaro che alla prima partecipazione a un MI magari che ti si inviti a discostarti un po' dalla traccia ti suona paradossale, ma credo che pian piano si prendano le misure: la traccia a mio avviso deve essere non tanto una gabbia quanto uno stimolo.
Questo non deve farti pensare che il racconto non mi sia piaciuto, al contrario, le descrizioni di vita quotidiana sono molto ben fatte, mi hai ricordato un po @Indaco McInd . Proverei a sottrarre un po' di ridondanza, forse il racconto ne trarrebbe respito.
Scrivi bene, e alcune immagini sono davvero ben concepite e ben rese.  Interessante new entry (che bello, quante new entry interessanti in questo MI), benvenuta davvero!
Pollice in su  (y)
Kore ha scritto: [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]La pulsione di dover pulire [...] mi vortica [/font]davanti
Piccolo suggerimento: non aver l'ansia di scrivere cose troppo elaborate, il rischio è che suonino un po' artificiose, come in questo caso. A volte è meglio una scrittura piana
Kore ha scritto: [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Devo farmi forza e attraversare le mattonelle quadrate del pavimento. Sono nere come le rondini, e potrebbero farmi volar via ad ogni [/font]passo
Questa invece è proprio bella!

Mi accorgo solo ora che @Ippolita  ti ha fatto le mie stesse osservazioni di fondo. Beh, allora forse non è casuale. Ma sono convinto che è anche per via dell'ansia di rispettare la traccia, prenderai le misure ;-)
Ippolita ha scritto: [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Mi ha ricordato il titolo del racconto di [/font][highlight defaultattr=]@[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Edu[/font][/highlight][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif].[/font]
Vero. UN puro caso, credo. Anche se noto che a volte degli elementi compaiono in più racconti. Ad esempio i ciottoli che rimbalzano messi in relazione all'ossessione/compulsione ci sono anche nel racconto di @Kiarka . Interessante davvero... chissà che ne direbbe Jung.
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI148] Nuvole

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@Kore Benvenuta al MI! Brava - complimenti! :) 
Kore ha scritto:
  ha scritto:far scattare la fiamma del fornello in tre schicchi. 
Forse volevi dire scatti o schiocchi?
Kore ha scritto: ci sono molte cose da fare in casa, i biscotti, l’amaca sul balcone
preferibili i due punti dopo "casa"
Kore ha scritto: Senza di lei non potrei neanche soffermarmi a vedere il rosa sintetico dello zucchero filato che resta in equilibrio sul bastoncino di legno sfidando la gravità e sbeffeggiando le nuvole in volute di rosa innaturale.
È l’unica cosa che non le pulisco mai dalla bocca, quando si sporca. Le dico sempre che ha le nuvole rosa intorno al sorriso.
Che bello il paragrafo qui sopra, brava!
La bambina che aiuta la madre ad uscire dalla sua compulsività.
Kore ha scritto: L’uomo continua la sua danza passandosi sette palline blu tra le mani, sopra la testa, tra le gambe e nel frattempo esegue capriole, per spingersi sulle mani, sui gomiti, sulla testa, e rimane coi piedi in aria. Somiglia sempre di più ad una fiamma che vuole toccare le nuvole.
Io e Isabella restiamo a guardarla finché le nuvole si tingono d’oro e il sole si addormenta oltre le colline. 
Anche questo in prossimità dell'epilogo: un brano soffuso di poesia.
Kore ha scritto: Vorrei parlargli, ma a una fiamma che ha incendiato le nuvole per me e per il sorriso di mia figlia, non si può chiedere nulla di meglio.
Vorrei parlargli ma, a una fiamma che ha incendiato le nuvole per me e per il sorriso di mia figlia, non si può chiedere di più.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI148] Nuvole

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Kore ha scritto: sono fiera che mia testa sia già in funzione, lavo
Kore ha scritto: Nascondo la testa nel cuscino e lo mordo, nella speranza che l’ansia possa rimanere lì, impressa nel segno della chiostra. La pulsione di dover pulire, di dover usare ben dieci prodotti diversi, due scope ed un’aspirapolvere, mi vortica davanti. 
Kore ha scritto: Non avere le antenne consentirà all’alieno di non sentirla mentre si avventa sulle altre parti di lui.
Non riesco a commentare tra le citazioni, lo faccio qui. Nella prima manca un articolo, la seconda e la terza sono belle, io non le cambierei. Pulsione poi rende benissimo l'idea, è un vocabolo preciso, è una spinta non un pensiero. Anche chiostra è un termine preciso, non ridete ma non lo conoscevo, l'ho dovuto cercare. :facepalm: Ecco, forse per la mia ignoranza e non conoscendone il significato, mi ha disturbato il suono nel testo; ma non è colpa dell'autrice.   :arrossire:

Mi piaciuto anche come è cambiato il registro emotivo del testo quando la bambina ha chiesto alla madre di uscire. Mi è venuto il panico per lei!  :lol:

Altre due chicche:
Kore ha scritto: Dentro di me, un grumo di soddisfazione si addensa ed esplode in decine di stelle. Sta apprendendo bene, vede la geometria degli spazi, ma non come la vedo io, con i suoi occhi piuttosto. Pieni di meraviglia.KoreÈ l’unica cosa che non le pulisco mai dalla bocca, quando si sporca. Le dico sempre che ha le nuvole rosa intorno al sorriso.
La prima è di impatto forte a mio avviso: la figlia riconosce le forme nel mondo, si avvicina al mondo di sua madre, ma con meraviglia anziché nevrosi. Ha appreso da lei la parte migliore, senza le sue sofferenze e per una madre, che in qualche modo si sente problematica per buona parte della giornata, è motivo di grande soddisfazione.
La seconda è un'immagine molto dolce.

La condivisione finale con il giocoliere è un altro sospiro di sollievo: madre e figlia assorte insieme davanti all'esibizione, finalmente la protagonista può farsi assorbire da qualcosa che è naturale guardare. Una boccata di normalità.

In merito al commento di @Ippolita penso che la mancanza di calore che avverte sia dovuta che al fatto che non c'è un narratore esterno, siamo dentro la testa della protagonista che è nevrotica, dettagliante e non lascia spazi vuoti.
I miei complimenti @Kore , ottimo lavoro. :sss:
@
"Fare o non fare, non c'è provare." Yoda - Star Wars

Re: [MI148] Nuvole

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Kore ha scritto: sono fiera che mia testa sia già in funzione
Manca l'articolo
Kore ha scritto: in tre schicchi
Che bella parola  :o
Kore ha scritto: l’amaca sul balcone
Manca il punto
Kore ha scritto: non possiamo dobbiamo fare i biscotti
Manca la virgola

Piccoli refusi a parte, passo per dirti che il racconto mi è piaciuto parecchio. Lo stile è ricco di immagini, metafore e similitudini bellissime. La storia è semplice, ma potente nella sua delicatezza grazie al tuo stile. Complimenti 

Re: [MI148] Nuvole

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ElmoInverso ha scritto: In merito al commento di @Ippolita penso che la mancanza di calore che avverte sia dovuta che al fatto che non c'è un narratore esterno, siamo dentro la testa della protagonista che è nevrotica, dettagliante e non lascia spazi vuoti.
No, @ElmoInverso, la mia sensazione non è affatto dovuta all'assenza di un narratore esterno. 
Ribadisco pertanto quanto scritto sopra: opinione, com'è ovvio e come ho più volte ribadito, del tutto personale.

Un saluto.
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Re: [MI148] Nuvole

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@Kore, ho apprezzato il tuo racconto senza riserve, lo trovo perfetto e non cambierei una virgola. Una splendida storia, la geometria degli spazi vista e vissuta im modo così differente da due persone le quali, nel finale, si trovano unite nella poesia del tramonto. Per questo mi ha ricordato i due fratelli, completamente diversi, del film Rain Man.
Se leggi bene questa riga non hai bisogno degli occhiali da vista

Re: [MI148] Nuvole

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ciao @Kore . Dopo aver letto tanti racconti ( me ne mancano ancora diversi :aka: ) tutti sulla traccia di mezzogiorno, sono sfinito! Quante nevrosi, manie, disturbi compulsivi; che dura la vita degli psicologi. :asd: Poi vedo l'apoteosi dei numeri, il tempo ridotto ancora a numeri; e poi ancora numeri e numeri.
meno male che in tutto questo freddo calcolo che la mente umana ci riserva, vi è anche un bel cielo di nuvole rosa... ciao  :sss:

P.S. Ecco perché non ho scelto questa traccia... per non finire in terapia ... ah ah ah 
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI148] Nuvole

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Ciao, @Kore
Il racconto scorre e fa il suo dovere, trovo la scrittura forse un pelo troppo ricercata, una sovrastruttura che non aggiunge niente alle fisime della protagonista. Anzi, il rischio in alcuni punti è di risultare ridondante senza volere, spostando il focus dalle emozioni della mamma sulle immagini che dipingi. Questo è ovviamente il mio parere che nulla vuole togliere al tuo lavoro. Il rapporto tra madre e figlia viene fuori alla grande e la deliziosa empatia tra le due arriva anche al lettore.
Ciao, alla prossima lettura. 
Barone sbracato che non chiede dazio né gabella.

Re: [MI148] Nuvole

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Salve, scusate se non l'ho fatto prima, passo per ringraziare tutti :) Vi ho letti tutti e mi avete scaldato il cuore, e dato una motivazione notevole.
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]@Monica[/font] grazie per i complimenti, apprezzo che tu me lo abbia fatto notare che questo testo non ha una vera trama e della tua sensazione dello spostamento "del focus". In effetti è un testo venuto fuori di getto mentre stavo cercando di scrivere qualcosa sull'altra traccia :lol:
@Loscrittoreincolore, grazie, starò più attenta a sviluppare una trama decente.
@Brutus, grazie dei complimenti :) come detto sopra è una cosa venuta fuori di getto :)
@Ippolita in realtà sono migrata qui da WD :) però grazie del benvenuto "in lizza".
Ippolita se non ho frainteso, difatti, la bambina pur di uscire si offre di aiutare la madre a cercare le forme nelle nuvole. ha scritto: Ippolita
 se non ho frainteso, difatti, la bambina pur di uscire si offre di aiutare la madre a cercare le forme nelle nuvole. Il racconto è ben scritto e denota cura per il lessico e i particolari, ma a mio modesto avviso presenta una pecca: mi è parso eccessivamente attento alla descrizione minuziosa dei rituali, esposti in sequenza e in gran numero, quasi fosse una cartella clinica da riempire. 
Sì, era quello che volevo trasmettere, però hai ragione, mi sono focalizzata troppo sui particolari, e mi son persa un po' l'insieme. Grazie per i tuoi complimenti e per le segnalazioni.

@Edu ciao, ti ringrazio per il commento dettagliato e per aver detto questo: non avevo mai ragionato sulla possibilità di far uscire i testi dagli MI (anche a te, grazie del benvenuto ma in realtà migro dai lidi di WD), è un complimentone per me, quello che hai detto.
Edu ha scritto:  - il pedissequo rispetto della traccia è secondo me il limite del racconto, nel senso che provando a immaginarlo fuori da questo contesto, metti caso letto su una rivista, risulterebbe un po' ridondante. è chiaro che alla prima partecipazione a un MI magari che ti si inviti a discostarti un po' dalla traccia ti suona paradossale, ma credo che pian piano si prendano le misure: la traccia a mio avviso deve essere non tanto una gabbia quanto uno stimolo.


- Piccolo suggerimento: non aver l'ansia di scrivere cose troppo elaborate, il rischio è che suonino un po' artificiose, come in questo caso. A volte è meglio una scrittura piana
Grazie per il suggerimento sulla scrittura, prendo una lima e comincio a lavorarci.

@Poeta Zaza grazie per le segnalazioni sui refusi, in effetti non li avevo notati (nel caso dell'articolo) e gli altri suggerimenti che hai fornito sono illuminanti, soprattutto sulle virgole dell'ultima frase. 

@Alba359 grazie, felice di vedere che sia stato così visibile (forse alla fine di questo testo faccio un salto in terapia.) :P

@Garrula, poche righe, poche parole e tanti complimenti, mi fai arrossire :) grazie

@Mina grazie per la segnalazione dei refusi (prendimi pure per matta ma ad un certo punto, il testo non riesco più a leggerlo perciò non vedo più errori, ne sento solo il suono nel complesso) e per i complimenti in generale.

@ElmoInverso ciao, grazie mille per tutti i complimenti segnalati in maniera attenta, mi ha fatto molto piacere leggerti (chiostra comunque l'ho imparato leggendo Canne al vento e Il nome della Rosa, ormai è un termine che mi parte in automatico, non volevo fare la precisina rompiscatole) :)

@Macleobond ricevere complimenti da te mi fa sentire leggera come una piuma. Guarderò il film che hai consigliato ;)

@Plata grazie per avermi lasciato un commento onesto, la prossima volta provo a sfrondare le ricercatezze :)
@Kasimiro mi dicono che in realtà ho un linguaggio barocco quindi grazie per aver spezzato una lancia in favore del linguaggio ricercato.
@bestseller2020 grazie per aver trovato il tempo di passare a commentare (io li ho letti tutti ma a un certo punto un paio li ho lasciati indietro purtroppo) e grazie per i complimenti
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