Re: Marketing, promozione e compagnia

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Ciao @Yaxara :D
Ho scritto un articolo piuttosto lungo e approfondito al riguardo, la scorsa estate. Provo a riassumere brevemente i punti cardine attorno cui ruota una buona strategia di marketing:
  • La presentazione, intesa nell'accezione di "come si presenta il prodotto libro", quindi qualità della grafica e della realizzazione materica o digitale del prodotto.
  • La distinzione del prodotto libro rispetto ad altri: bisogna fare leva sugli aspetti più originali e accattivanti, che distinguono il libro da un altro dello stesso genere e categoria.
  • Il bisogno, ossia creare attorno alla figura del libro specifico il bisogno di leggerlo.
  • Evidenziare i valori espliciti e impliciti che fanno leva sul pubblico.
  • Valutare il posizionamento del libro sul mercato, analizzando i principali competitors.
  • Sapere chi è il pubblico di riferimento per indirizzare pubblicità mirate (e non solo).
  • Far sì che il libro e tutto ciò che ruota attorno ad esso sia in immagine coordinata. In questo modo, qualsiasi artefatto connesso al libro sarà immediatamente identificabile come un qualcosa che riguarda proprio quel libro.
... e ora sotto con le domande :asd:
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Re: Marketing, promozione e compagnia

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Ciao @Miss Ribston,
i punti da te elencati sono sacrosanti. Problema: un autore esordiente, nel 99% dei casi viene pubblicato da piccole CE con scarsi mezzi che in genere non dispongono di uno staff adeguato e demandano la promozione (chiamarla marketing sarebbe inappropriato) all'autore medesimo. Poi ci sono i self-publishers, che dovrebbero affidare a qualcuno le azioni suddette, con costo da aggiungersi a quelli (editing, correzione di bozze, impaginazione, ecc.) sostenuti per autopubblicarsi. Come se ne esce, se non si dispone di una CE di peso e/o di buone risorse finanziarie?
Mario Izzi
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Re: Marketing, promozione e compagnia

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@Cheguevara se ne esce impegnandosi in prima persona, creando una comunità affezionata che segua te autore. Questo qualora si abbia un po' di tempo e voglia da spendere.
Questo è un punto molto complesso da trattare, nel manuale che stiamo scrivendo in Dedalo ci abbiamo dedicato una trentina di pagine :asd:
Esistono molte alternative gratuite e altrettante a pagamento per promuovere per bene il proprio prodotto (in questo caso libro).

Questo vale sia per chi pubblica con Casa Editrice sia per chi pubblica in self.
Domenico Russo - Editor
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Re: Marketing, promozione e compagnia

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Niko ha scritto: mer feb 03, 2021 12:35 pm @Cheguevara se ne esce impegnandosi in prima persona, creando una comunità affezionata che segua te autore. Questo qualora si abbia un po' di tempo e voglia da spendere.
Questo è un punto molto complesso da trattare, nel manuale che stiamo scrivendo in Dedalo ci abbiamo dedicato una trentina di pagine :asd:
Esistono molte alternative gratuite e altrettante a pagamento per promuovere per bene il proprio prodotto (in questo caso libro).

Questo vale sia per chi pubblica con Casa Editrice sia per chi pubblica in self.
D'accordo. L'integrale applicazione di un corretto marketing di quanto riuscirà a spostare l'asticella delle copie vendute per un autore esordiente o comunque poco noto? L'attuale media di 200 copie comprende anche i best-seller, per cui quella per esordiente non supera le 50 copie. Forse il nostro autore riuscirà, applicando alla grande gli accorgimenti suggeriti, a raggiungere le 500 copie. Calcolando un guadagno di 2 Euro per copia venduta (ma 1 Euro è più aderente al vero, senza contare le tasse) e tenendo conto del fatto che il tempo dedicato all'auto-promozione è sottratto alla scrittura, quanti libri dovrà pubblicare - con piccole CE o in self - ogni anno, per poter non dico sopravvivere, ma integrare significativamente altre risorse? Non sono un disfattista, ma un realista: è questo il nostro panorama editoriale, ed è giusto che chi vuole diventare scrittore ne abbia coscienza. Gavetta, impegno e tanti anni di lavoro (se non sei un VIP dalle comparsate televisive nei talk-show). Poi, forse, il tuo nome sulla copertina di un libro significherà qualcosa per qualcuno.
Mario Izzi
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Re: Marketing, promozione e compagnia

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A proposito di promozione: che strumenti validi abbiamo oggi, secondo voi, per promuovere un libro in modo efficace?
Considerando lo stato d'emergenza attuale, ovvero senza fiere, senza presentazioni in libreria, senza eventi etc.
Durante lo scorso anno ho seguito molte delle iniziative virtuali online e anche alcune presentazioni sui social ma ho avuto l'impressione che la partecipazione (salvo per grandi nomi, o grandi CE) fosse scarsa.
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Re: Marketing, promozione e compagnia

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@Cheguevara a mio parere però fai un errore non di poco conto: tu consideri che con ogni prodotto bisogni ripartire da zero!
Invece no, una volta creata una comunità affezionata a te come autore, ogni prodotto sarà seguito da quella comunità. Certo, sempre rispetto a quale sia il prodotto (in questo caso genere di libro, storia, ecc.), ma il grosso sarà fatto.
Il problema è cominciare! Vendi 200 copie il primo libro, 300 il secondo, 500 il terzo e così via (si spera). O magari no. Ma se non ci si prova nemmeno... e che non si dica che bisogna poi per forza spendere soldi. Certo, si potrebbe ed è consigliato, perché si avrebbe un vantaggio non da poco. Ma si può anche partire squattrinati!

@bore_ale Gli strumenti validi per promuovere sono sia online che fuori, anche se al giorno d'oggi meglio on line :asd: (mi riferisco al problema Covid).
Puoi usare i social senza alcuna spesa (seguendoli a dovere), puoi usare pubblicità a pagamento su Amazon, Google, Facebook, Instagram eccetera. Puoi lanciare una newsletter, veicolare tramite i suddetti i tuoi contenuti (articoli di blog, racconti, varie) e, se vuoi, la tua persona.
Dal vivo puoi organizzare presentazioni (non le solite pappardelle sul libro, però: quella è l'etichetta del cheppalle senza appello) e partecipare alle fiere. Instaurare contatti, creare rete...
Domenico Russo - Editor
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Re: Marketing, promozione e compagnia

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Ciao @Niko e @bore_ale,
non metto in dubbio che pubblicizzare con ogni mezzo a disposizione sia il prodotto libro, che il prodotto scrittore, sia opportuno e dovuto. Semplicemente, penso che sia un'incombenza dell'editore, tranne che per il self, in cui l'autore è editore di se stesso. Mi rendo anche conto che in questo particolare mercato, pieno zeppo sia di aspiranti scrittori, che di pseudo case editrici, la palla sia stata passata all'autore: io, editore con costi (grazie anche al print on demand ed all'assenza di un vero editing) tendenti a zero, so che guadagnerò sulle tue vendite a parenti e amici, mi basta soprattutto se, senza selezionare un tubo, pubblico in un anno qualche centinaio di titoli; se vuoi guadagnare qualcosa anche tu, datti da fare per autopromuoverti. E' una realtà in cui saper scrivere un libro che riesca ad interessare ed emozionare conta meno che riuscire a promuoverlo. E' una realtà in cui uno che, come me, non pratica i social ed ha scarse competenze informatiche, non ha possibilità di emergere, a meno che non si imbatta fortunosamente in un editore che voglia e sappia fare il suo mestiere fino in fondo. Ne sono cosciente.
Mario Izzi
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Re: Marketing, promozione e compagnia

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Quello che ha scritto @Cheguevara è molto interessante e sono d'accordo lui.
Giusto ieri mi sono sentito dire, da un'agenzia e poi da uno scrittore, che la figura dell'editore e dello scrittore ormai sono cambiate e che bisogna sbattersi tanto in fase di promozione sia pubblicando con una big che con una piccola CE.
Ricordo che anni fa un editore mi disse: "Noi non pubblichiamo esordienti, a meno che non abbiano almeno 5000 followers sui social".
Questo la dice lunga sul trend attuale, dove appunto riesce a pubblicare (e bene) solo chi ha più visibilità o una rete di contatti più estesa.
Allora il libro e i contenuti non contano più una cippa, saper scrivere non serve a nulla?
Ma ammettiamo di voler accettare questo sistema. Ok, io autore devo sbattermi almeno quanto l'editore (e anche di più) per vendere qualche copia in più, partecipando a fiere, presentazioni, eventi, e diventando una cosa sola col mio pc o cellulare. Ecco, questo richiede moltissimo tempo, per non parlare dei costi. Per farlo dovrei necessariamente sottrarre del tempo al mio lavoro. Pubblicando con una CE modesta con un po' di fortuna magari riesco a vendere qualche centinaio di copie, che però non mi ripagheranno affatto delle spese sostenute. E dovrei anche pagare inserzioni pubblicitarie, ufficio stampa e quant'altro?
E tutto questo mentre l'editore rientra comunque nelle spese grazie alle copie acquistate da parenti e amici dell'autore.
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Re: Marketing, promozione e compagnia

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@Cheguevara e @bore_ale
Avete detto tutte cose giuste. Sì, l'autore deve "sbattersi" e sì, deve farlo tanto quanto con la piccola CE, sia con quelle enormi. Vi assicuro che pubblicando con un grande editore cambia poco da quel punto di vista, a meno che non si sia il nuovo caso editoriale (più unico che raro).
Riguardo a questa frase:
Per farlo dovrei necessariamente sottrarre del tempo al mio lavoro.
Beh, sì, questo però va dato per scontato.
Scrivere e guadagnare dalla scrittura è un lavoro, non un hobby! Se ce l'hai come hobby, allora è inevitabile vendere 200 copie in croce, perdonami. Nel mondo e nel sistema editoriale attuale c'è bisogno di prendere la scrittura seriamente, per arrivare da qualche parte, altrimenti è impossibile emergere sulla miriade di scrittori (professionisti e non) che ci sono in giro.
Secondo me bisogna uscire dalla visione romantica dello scrittore che se ne sta a casa a scrivere nelle ore più improbabili e poi pretende di essere pubblicato, servito e riverito per quanto ha scritto. Non è più così (lo è mai stato? Mah... ho i miei dubbi), tanto più nella nostra epoca.
Domenico Russo - Editor
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Re: Marketing, promozione e compagnia

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Salve a tutti, scusate, ma non comprendo bene questo topic a chi sia rivolto... A secondo del destinatario, esistono strategie diverse.
Ad esempio, i punti indicati da @Miss Ribston si riferiscono prettamente a una casa editrice che, oltre a realizzare il prodotto libro ("come si presenta il libro"), detiene i diritti di sfruttamento commerciale dell'opera. Inoltre, la presentazione del libro ai potenziali lettori e la "spinta" delle vendite, se ne dovrebbe occupare l'ufficio stampa, sempre della suddetta casa editrice.
Questo mi sembra pacifico e fuori discussione, in quanto sono dati di fatto.
Con il "self publishing", invece, l'autore dovrà affidarsi a dei professionisti e anche in questo caso il "come si presenta il libro" verrà demandato a uno esperto in questo campo. Qualora si voglia fare davvero tutto in proprio, si dovrà per forza imparare il mestiere da qualcuno.
Editori, poi, che non vogliono pubblicare degli scrittori (dovrebbero loro valutare la commercialità del prodotto libro e decidere se investire in questo settore) ma ricercano dei "promoter" (propagandista di un prodotto commerciale), stanno chiedendo tipi di competenze alle persone sbagliate. I followers sui social, come alcune recensioni su Amazon, possono essere anche questi fasulli, per svariati motivi, sono invece molto importanti per chi vuole aprire un'attività commerciale, anche in questo caso, non mi sembra che ci si riferisca a chi scrive dei romanzi.
Se poi le CE non accettano più i testi di "scrittori sconosciuti", si dovrà iniziare a fare la "gavetta" in tutt'altro modo, meglio concentrarsi, quindi, sul "mestiere dello scrittore", sempre che sia questa la nostra passione.

Re: Marketing, promozione e compagnia

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Uanema ha scritto: gio feb 04, 2021 9:43 am Ad esempio, i punti indicati da @Miss Ribston si riferiscono prettamente a una casa editrice che, oltre a realizzare il prodotto libro ("come si presenta il libro"), detiene i diritti di sfruttamento commerciale dell'opera. Inoltre, la presentazione del libro ai potenziali lettori e la "spinta" delle vendite, se ne dovrebbe occupare l'ufficio stampa, sempre della suddetta casa editrice.
Anche per chi fa self vale lo stesso principio. La differenza, in questo caso, tra autore di autoedizione e casa editrice è che il primo deve affidarsi a professionisti da lui cercati per poter rientrare nel pacchetto complessivo; la seconda, invece, dovrebbe avere dei dipendenti (quindi dei professionisti interni) che se ne occupano.
Il concetto, però, vale per tutti. Ovviamente, prendendo come autoedizione quella svolta in maniera professionale e volta al professionismo (e in questo caso deve affidarsi a dei professionisti, bene inteso, nessuno è tuttologo e può fare tutto da sé; il self svolto in maniera professionale implica il trovarsi una squadra di collaboratori esterni), e la casa editrice altrettanto professionale e che investe davvero sulle pubblicazioni.
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Re: Marketing, promozione e compagnia

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Uanema ha scritto: gio feb 04, 2021 9:43 am Salve a tutti, scusate, ma non comprendo bene questo topic a chi sia rivolto... A secondo del destinatario, esistono strategie diverse.
Ad esempio, i punti indicati da @Miss Ribston si riferiscono prettamente a una casa editrice che, oltre a realizzare il prodotto libro ("come si presenta il libro"), detiene i diritti di sfruttamento commerciale dell'opera. Inoltre, la presentazione del libro ai potenziali lettori e la "spinta" delle vendite, se ne dovrebbe occupare l'ufficio stampa, sempre della suddetta casa editrice.
Questo mi sembra pacifico e fuori discussione, in quanto sono dati di fatto.
Con il "self publishing", invece, l'autore dovrà affidarsi a dei professionisti e anche in questo caso il "come si presenta il libro" verrà demandato a uno esperto in questo campo. Qualora si voglia fare davvero tutto in proprio, si dovrà per forza imparare il mestiere da qualcuno.
Editori, poi, che non vogliono pubblicare degli scrittori (dovrebbero loro valutare la commercialità del prodotto libro e decidere se investire in questo settore) ma ricercano dei "promoter" (propagandista di un prodotto commerciale), stanno chiedendo tipi di competenze alle persone sbagliate. I followers sui social, come alcune recensioni su Amazon, possono essere anche questi fasulli, per svariati motivi, sono invece molto importanti per chi vuole aprire un'attività commerciale, anche in questo caso, non mi sembra che ci si riferisca a chi scrive dei romanzi.
Se poi le CE non accettano più i testi di "scrittori sconosciuti", si dovrà iniziare a fare la "gavetta" in tutt'altro modo, meglio concentrarsi, quindi, sul "mestiere dello scrittore", sempre che sia questa la nostra passione.
Sono completamente d'accordo: le cose dovrebbero andare così. Dovrebbero, ma vanno diversamente. Perché in un mercato in cui i big dell'editoria preferiscono andare sul sicuro, pubblicando solo testi dei soliti noti da impilarsi all'ingresso e nelle vetrine delle librerie, al neo-autore non resta che scegliere tra il self-publishing e la piccola CE, quasi sempre priva dei mezzi, della volontà e delle capacità necessari a promuovere efficacemente l'opera pubblicata. Inoltre va considerato che in un Paese in cui pochi leggono e molti pensano di saper scrivere, intorno all'aspirante scrittore è fiorita un'industria che va da micro case editrici che sono soltanto stamperie, ad agenzie di rappresentanza il cui obiettivo non è rappresentare, ma vendere servizi editoriali, a editor free lance disposti ad incoraggiare chiunque, inclusa gente a digiuno sia della creatività, che delle elementari regole grammaticali e sintattiche, pur di incassare una parcella. Al centro di tutto ciò non c'è il lettore, come dovrebbe essere, ma l'aspirante scrittore, che va spremuto a prescindere dalla capacità scrittoria.
Non sto generalizzando: sia nelle piccole CE, che nelle agenzie, che tra i free lance esistono persone serie ed oneste che credono nel proprio lavoro e si sforzano di svolgerlo correttamente, ma temo che siano in netta minoranza. Così ad un aspirante scrittore che intenda costruire su tale attività il proprio futuro, non resta che trasformarsi in abile venditore di se stesso. Ammesso che ci riesca.
Mario Izzi
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Re: Marketing, promozione e compagnia

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@Miss Ribston Sì, il concetto vale per tutti, ma è rivolto a diversi professionisti.

"La presentazione, intesa nell'accezione di "come si presenta il prodotto libro", quindi qualità della grafica e della realizzazione materica o digitale del prodotto".
Questo messaggio si rivolge a chi di professione realizza la copertina di un libro e anche a una tipografia.

"La distinzione del prodotto libro rispetto ad altri: bisogna fare leva sugli aspetti più originali e accattivanti, che distinguono il libro da un altro dello stesso genere e categoria".
Questo è un lavoro che può essere svolto, all'interno di una CE, da un comitato di lettura.

"Il bisogno, ossia creare attorno alla figura del libro specifico il bisogno di leggerlo".
Qui entra in gioco l'ufficio marketing della casa editrice, ad esempio, nella casa editrice che ha pubblicato il mio libro se ne occupa il "responsabile marketing e promo".

"Evidenziare i valori espliciti e impliciti che fanno leva sul pubblico".
Se ne occupa insieme all'ufficio marketing anche l'ufficio stampa.

"Valutare il posizionamento del libro sul mercato, analizzando i principali competitors".
Questi dati vengono analizzati dall'editore in fase di bilancio.

"Sapere chi è il pubblico di riferimento per indirizzare pubblicità mirate (e non solo)".
Sempre ufficio marketing o ufficio stampa

"Far sì che il libro e tutto ciò che ruota attorno ad esso sia in immagine coordinata. In questo modo, qualsiasi artefatto connesso al libro sarà immediatamente identificabile come un qualcosa che riguarda proprio quel libro".
Qui facciamo riferimento a una linea editoriale decisa dall'editore.

Come si può notare sono tutte professioni che non rientrano nel mestiere dello scrittore, quindi, il messaggio è rivolto a "tutti" questi specialisti. Prendere la "scrittura seriamente" si fa riferimento, penso, sempre a tutto ciò che può riguardare delle tecniche narrative e ecc. Importante, quindi, stabilire i compiti di tutti i professionisti dell'editoria, non credo, ad esempio, che lo scrittore debba portare anche i caffè.

Re: Marketing, promozione e compagnia

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Apprezzo quanto scrive @Cheguevara che ha fatto un discorso serio e onesto.
Il punto riguardante le vendite tocca in minima parte lo scrittore, in quanto, i veri professionisti potrebbero continuare a scrivere, anche nel caso non dovessero vendere nessuna copia.
Basta ricordare un certo Guido Morselli che in vita non è riuscito a pubblicare mai nulla:
https://it.wikipedia.org/wiki/Guido_Morselli
Si scrive per esaudire un'esigenza interiore, non volendo per forza vivere di questo mestiere, anzi, molti professionisti fanno altre attività per sostenere questa passione.

"Così ad un aspirante scrittore che intenda costruire su tale attività il proprio futuro, non resta che trasformarsi in abile venditore di se stesso".
Questo non è vero e perché si continua a sostenere quest'idea?
Non si vendono le persone, ma i libri. Ripeto, poi ognuno deve svolgere al meglio il proprio mestiere.

Re: Marketing, promozione e compagnia

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Uanema ha scritto: Come si può notare sono tutte professioni che non rientrano nel mestiere dello scrittore, quindi, il messaggio è rivolto a "tutti" questi specialisti. Prendere la "scrittura seriamente" si fa riferimento, penso, sempre a tutto ciò che può riguardare delle tecniche narrative e ecc. Importante, quindi, stabilire i compiti di tutti i professionisti dell'editoria, non credo, ad esempio, che lo scrittore debba portare anche i caffè.
Certamente, sono d'accordo. Lo scrittore deve fare lo scrittore, chiaro. Nel momento in cui, però, lo scrittore diventa anche editore di se stesso, deve provvedere a far sì che tutte le condizioni che ho elencato siano eseguite sul proprio libro, trovando professionisti del settore. Se, invece, l'autore decide di pubblicare con una casa editrice, tutte le condizioni dovrebbero essere verificate dall'editore che si avvale di un team di professionisti.
Nel momento in cui l'editore non fa bene questo tipo di lavoro, ossia non verifica che tutte le condizioni siano a posto, purtroppo si genera una piccola falla nel sistema che può intaccare il ciclo di vita della pubblicazione. :)
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Re: Marketing, promozione e compagnia

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"Nel momento in cui l'editore non fa bene questo tipo di lavoro, ossia non verifica che tutte le condizioni siano a posto, purtroppo si genera una piccola falla nel sistema che può intaccare il ciclo di vita della pubblicazione".

E allora? :D
Questa "falla" dovrà essere coperta da un professionista (chi è pagato per svolgere questo mestiere), altrimenti, altro che "falla", la nave cola a picco.
Mi sembrava, invece, che tutti questi mansioni dovevano essere svolte dallo scrittore di turno, ma probabilmente avevo inteso male.
In condizioni di self publishing, l'autore dovrà affidarsi ad altri professionisti per pubblicare il proprio libro, si pensi anche solo a un sito come Amazon o una tipografia. Si palesava qui, invece, anche l'idea di uno "scrittore venditore" e questo non è possibile, basta immaginare un'orchestra, secondo voi, è possibile che una stessa persona suoni più strumenti e contemporaneamente canti pure? Ognuno, quindi, deve fare la sua parte.

Re: Marketing, promozione e compagnia

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Ciao @Uanema,
Sono completamente d'accordo. Quello dello scrittore venditore di se stesso non è né una mia idea, né un auspicio, tutt'altro: di ciò io aborro soltanto il pensiero. Purtroppo, in decine di discussioni sull'estinto WD, che ho praticato per qualche anno, sono emerse dichiarazioni da parte di tante CE, con alcune delle quali ho avuto pesanti scontri, che non solo auspicavano, ma pretendevano che lo scrittore si desse da fare per vendere più copie possibile. Oltretutto nessuno più di me, che sono stato venditore e formatore di venditori, è convinto del fatto che venditori non ci si possa improvvisare: si tratta di un mestiere difficile, tant'è che un professionista della vendita - uno di successo - è pagato molto bene, qualsiasi sia il genere di merce o servizio trattati. Del resto, anche in qualche post in questa stessa discussione, mi pare di aver letto l'opinione che lo scrittore che pensa solo a scrivere sia un romantico fuori dal tempo e dalla realtà attuali.
Un saluto.
Mario Izzi
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Re: Marketing, promozione e compagnia

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@Uanema purtroppo il più delle volte quando l'editore sbaglia, succede proprio quel che hai detto: la nave cola a picco. Ancora si può intervenire con un professionista a supporto nel post-pubblicazione, ma se l'editore, per esempio, fa uscire un libro con una copertina, un'impaginazione e una qualità dei materiali pessima c'è poco da fare ;(

Tutti i passaggi che ho elencato non devono essere affrontati dallo scrittore, ma è bene che lo scrittore sappia che esistono ;)
Se va ad autopubblicarsi, appunto, dovrà scegliere e saper scegliere i professionisti adeguati.
Se pubblica con editore, è meglio che si accerti che questi faccia il suo dovere e, qualora dovesse peccare in qualcosa, può provare a intervenire per salvaguardare le vendite, la visibilità e il "buon nome" del romanzo.

Esempio pratico dato da un'esperienza personale: sono stata contattata, circa un mese fa, da un autore che era scontento della conversione in eBook che il suo editore aveva fatto del romanzo. E ne aveva ben ragione, visto che questa fantomatica versione eBook non era altro che un probabile ricavo tramite OCR del testo dal pdf del libro, e la scansione era stata fatta pure malissimo, quindi il risultato era illeggibile. Proprio non si poteva leggere, quell'eBook. In questo caso si era optato per la soluzione più difficile, meno pratica e qualitativamente peggiore. Insomma, quell'editore aveva fatto tutto quello che non andrebbe fatto per una conversione eBook, e le vendite erano ferme.
In questo caso, contattata dall'autore, mi è stato chiesto di eseguire una conversione, così da avere un prodotto quantomeno usufruibile e leggibile. Completata la conversione eBook, il file è stato consegnato dall'autore all'editore perché fosse inserito in commercio.
Qui, è l'editore che ha sbagliato e l'autore è intervenuto chiamando un professionista esterno.
Sono la prima a dire che, con un editore alle spalle, non dovrebbe funzionare così: dovrebbe essere l'editore, incapace di convertire eBook nel caso trattato, che cerca un professionista per fornire un servizio decente e non raffazzonato ai propri autori. Però spesso la cosa non si verifica. Quando succede questo, è bene che l'autore sappia come muoversi per preservare la propria opera e immagine.
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Re: Marketing, promozione e compagnia

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@Cheguevara , sono felice che essendo tu del mestiere possa confermare quanto già avevo scritto. Grazie.
Un caro saluto.

@Miss Ribston , ti ringrazio per aver condiviso questa tua esperienza, naturalmente, meglio si conosce la filiera editoriale e più si raggiunge un maggiore consapevolezza su alcuni tipi di lavori. L'autore che si è rivolta a te per "una mancanza" dell'editore, permettimi di dire che si è mosso in maniera sbagliata.
Bisogna, in questo caso, rifarsi a all'art. 126 delle legge sul diritto d'autore, che così recita:
L'editore è obbligato: 1) a riprodurre e porre in vendita l'opera col nome dell'autore, ovvero anonima o pseudonima, se ciò è previsto nel contratto, in conformità dell'originale e secondo le buone norme della tecnica editoriale; 2) a pagare all'autore i compensi pattuiti.
Ora, riguardo alle "buone norme della tecnica editoriale", rimando alla sentenza del Tribunale di Torino n. 1926, 20 marzo 2013, qui riportata:
https://iusletter.com/archivio/violazio ... ditoriale/
Ci sono tuttavia dei criteri e dei limiti che devono essere sempre rispettati... Il giudice ha innanzitutto stabilito che «Lo standard di valutazione dell’(in)adempimento da parte dell’editore all’obbligo di riprodurre l’opera “secondo le buone norme della tecnica editoriale” deve essere parametrato […] sia sotto un profilo oggettivo (destinazione e carattere scientifico dell’opera; prestigio della collana di collocazione) sia sotto quello soggettivo (reputazione, anche accademica, rispettivamente dell’autore e della casa editrice)»
.

Se la pubblicazione, quindi, lede l'opera e l'immagine dell'autore, bisogna rivolgersi a un avvocato, non di certo a un altro professionista, che lavori magari a spese dell'autore e faccia poi quello che spetta alla casa editrice.

Re: Marketing, promozione e compagnia

21
Tutto giusto, @Uanema, non fosse che, in questo Paese, il ricorso all'apparato giudiziario è cosa da ricchi. Anticipo all'avvocato, versamento dei diritti di cancelleria per iscrivere la causa a ruolo e poi, anni di attesa per una sentenza di primo grado, salvo appello. Dopo un'eventuale conclusione favorevole al querelante, altri soldi per la procedura esecutiva, con la fondata prospettiva che la piccola CE, nove volte su dieci una srls con 1 Euro di capitale sociale, non abbia altro da perdere che il nome, che probabilmente già di suo non è granché. Inoltre, per il vincolo di solidarietà imposto dalla legge, se il perdente, eventualmente condannato al pagamento delle spese processuali, non lo fa, toccherà pagare al querelante vincitore, salvo rivalersi sul perdente che, come abbiamo stabilito, non ha niente da perdere. E' così che funzionano le cose, ed è bene saperlo prima di imbarcarsi in un'azione legale.
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
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Re: Marketing, promozione e compagnia

23
Mi pare si stia andando un po' off topic. Non si parla di marketing, qui? Non di cosa è giusto o è sbagliato che faccia o non faccia un editore, che pur è interessante, magari ne possiamo parlare altrove.
Io sono d'accordo con voi, sarebbe un mondo bellissimo quello in cui l'editore fa tutto da solo e l'autore deve solo focalizzarsi sullo scrivere, farlo bene e consegnare il malloppo quando pronto. Davvero.
Ma non è così e non lo sarà in futuro, mettiamoci una pietra sopra. E non vedo cosa c'entri questo con i consigli agli autori per vendere di più :o

Cerco di riprendere il filo.
La potenza di fuoco relativa al marketing (ufficio stampa e tutto quel che vi gira intorno, compreso marketing online) che possiede una micro casa editrice è pressoché nulla. Può essere forte nel suo territorio e poco più (salvo rare eccezioni).
La potenza di fuoco che invece hanno piccole, medie e grandi case editrici è più sostanziosa, se ci mettiamo non solo l'ufficio stampa più strutturato e professionale ma anche la presenza in libreria. Eppure, questa potenza di fuoco non viene utilizzata a tappeto sugli autori che cura la singola casa editrice, ma al 100% solo sugli autori o autrici di punta. Il resto si becca le briciole.
Se Mondadori (ma potevo dire Giunti, Feltrinelli, eccetera) in una settimana pubblica 10 esordienti e 1 libro di Dan Brown, per dire, su chi credete che punti? Sugli esordienti? :bash:
Purtroppo no...

Da qui viene il discorso di autore "imprenditore di sé stesso" che alcuni, come @Cheguevara , aborriscono. Ci sono però tanti modi per essere "imprenditore di sé stesso". Usiamo un altro modo di dire, usiamo "tanti modi per impegnarsi", se l'imprenditoria è qualcosa che psicologicamente vi dà fastidio.
Aprire un blog e scrivere di quello che si ama non dovrebbe essere qualcosa di terribile per uno scrittore (sta scrivendo, dopotutto!); scegliersi un social più congeniale e condividere la propria passione, pure. Instaurare un rapporto con i propri lettori (già, i libri vengono letti da persone, non da numeri) è così drammatico? Perché rabbrividite al sol pensiero?
Non la vedo questa enorme tragedia...
Domenico Russo - Editor
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Re: Marketing, promozione e compagnia

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Ciao @Niko,
chi ha parlato di tragedia? Le cose stanno come tu dici e mi pare di averne preso atto. Il fatto che a me non stiano bene conta meno di niente nel panorama globale, ho solo ribadito il concetto colloquiando con chi, fraintendendomi, pensava che io fossi d'accordo. Non si torna indietro, il futuro, almeno quello immediato, dipende dalla voglia e dalla capacità di ognuno di spendersi in un campo che conta più del saper scrivere. Mi sarà consentito, penso, manifestare la speranza che nel medio e lungo termine le cose possano cambiare, a beneficio non mio - non ci sarò - ma dei giovani che si affacciano e si affacceranno in questa realtà di cui, al momento, sono tutt'altro che entusiasta.
Mario Izzi
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Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Marketing, promozione e compagnia

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@Cheguevara certo, a me i messaggi precedenti parevano una lotta contro i mulini a vento, ma se invece è solo una manifestazione di frustrazione personale consapevole della realtà, ci sta tutta, figurati.
Per cambiare davvero, però, deve cambiare l'editoria, il meccanismo che ne sta alla base, che in Italia è un dinosauro pachidermico ancor più che altrove.
Quel tempo verrà, ma non penso andrà comunque a incontrare i tuoi gusti o la tua idea di editoria, purtroppo...
Domenico Russo - Editor
Gruppo Dedalo - Servizi editoriali
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