Scrivere non basta!

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- Buongiorno, signor Agente.
- Buongiorno a lei, Autore speranzoso.
- Ho scritto un romanzo e cerco un editore.
- Quanti followers ha?
- Non ho capito, scusi.
- Ma sì, quanta gente segue i suoi social? È un personaggio pubblico? Quanti acquirenti può raggiungere? Ha la possibilità di organizzare presentazioni variopinte con banchetto vendita annesso? L'indotto, il suo indotto quante copie può piazzarci?
- Piazzarci... Piazzista...
- Lo chiami come vuole.
- Ma ignoravo che, scritto il libro, me lo dovessi vendere da me.
- Oggi va così. Se non è nessuno, se non è famoso, scusi: perché dovrei rappresentarla e perché un editore dovrebbe scegliere lei? Fa prima a prendere un influencer o un testo da wattpad... Caro il mio ingenuotto, è la legge dei grandi numeri!
- Legge che cita a sproposito! Ma il rischio d'impresa? E gli editori che si riempiono la bocca con la parola cultura, di cui si sentono depositari? E l'agente che si picca di essere mediatore culturale e fa scouting?
- (risate sonore) 😛

Sipario

Re: Scrivere non basta!

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@carani È una situazione frequente (e descritta con un'ironia divertente) ma non è l'unica situazione possibile. Ti può capitare anche:

-Pubblicheremmo volentieri il suo libro, ma non sappiamo quando
-D'accordo, ma intanto potrei vedere almeno la bozza del contratto? Così, per farmi un'idea
[silenzio di mesi]
-Ma quindi il romanzo vi interessa o no? No, così, solo per sapere
-Mah, forse. Vediamo il calendario editoriale 
[silenzio di settimane]
-Guardi, avremmo un posticino l'anno prossimo. Ma decidiamo tutto noi: editing, cover, termini del contratto. O così o niente
-Eh, vabbè, a questo punto meglio di niente

oppure:
 
-Il tuo libro, primo volume di questa serie, è entusiasmante! Ecco il contratto
[qualche mese dopo l'uscita del libro]
- Ah, non ti ho ancora mandato il rendiconto delle vendite? Sono stata molto occupata, mi faccio i conti e provvedo
[diversi mesi dopo]
-Ecco il rendiconto da restituire firmato
[altri mesi ancora... ]
-Ah, non ti sono state ancora pagate le royalties? Controllo e in caso provvedo
[due mesi dopo]
-il secondo volume ha poche richieste, quindi la pubblicazione del cartaceo è complicata
[tempo dopo, sui social: libro X disponibile anche in cartaceo]
[tre settimane dopo (oggi) libro ancora non disponibile]

Seriamente, solo una volta mi è stato chiesto il numero di followers, e alla fine ho rifiutato io (già mi aveva urtata la richiesta, e la CE era micro e sconosciuta). Ma sono convinta che, in almeno un caso, il fatto di aver già pubblicato un libro piuttosto pubblicizzato abbia fatto la differenza. Purtroppo per lei, la CE in questione non ha capito quanto fossi negata nel promuovere da sola i miei libri, e il risultato non è dei migliori, per nessuno dei due.

Dire che saper scrivere non basta è quasi banale ormai, ma va messo in conto. Le prospettive di vendita sono più importanti. Se sei una famosa influencer (di qualsiasi cosa, dalla moda, al linguaggio, alla cucina) saranno gli editori a contattarti. In caso contrario devi diventare una sorta di esploratore di strade alternative, per riuscire anche solo a farti leggere e considerare
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Scrivere non basta!

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Silverwillow ha scritto: @carani È una situazione frequente (e descritta con un'ironia divertente) ma non è l'unica situazione possibile. Ti può capitare anche:

-Pubblicheremmo volentieri il suo libro, ma non sappiamo quando
-D'accordo, ma intanto potrei vedere almeno la bozza del contratto? Così, per farmi un'idea
[silenzio di mesi]
-Ma quindi il romanzo vi interessa o no? No, così, solo per sapere
-Mah, forse. Vediamo il calendario editoriale 
[silenzio di settimane]
-Guardi, avremmo un posticino l'anno prossimo. Ma decidiamo tutto noi: editing, cover, termini del contratto. O così o niente
-Eh, vabbè, a questo punto meglio di niente

oppure:
 
-Il tuo libro, primo volume di questa serie, è entusiasmante! Ecco il contratto
[qualche mese dopo l'uscita del libro]
- Ah, non ti ho ancora mandato il rendiconto delle vendite? Sono stata molto occupata, mi faccio i conti e provvedo
[diversi mesi dopo]
-Ecco il rendiconto da restituire firmato
[altri mesi ancora... ]
-Ah, non ti sono state ancora pagate le royalties? Controllo e in caso provvedo
[due mesi dopo]
-il secondo volume ha poche richieste, quindi la pubblicazione del cartaceo è complicata
[tempo dopo, sui social: libro X disponibile anche in cartaceo]
[tre settimane dopo (oggi) libro ancora non disponibile]

Seriamente, solo una volta mi è stato chiesto il numero di followers, e alla fine ho rifiutato io (già mi aveva urtata la richiesta, e la CE era micro e sconosciuta). Ma sono convinta che, in almeno un caso, il fatto di aver già pubblicato un libro piuttosto pubblicizzato abbia fatto la differenza. Purtroppo per lei, la CE in questione non ha capito quanto fossi negata nel promuovere da sola i miei libri, e il risultato non è dei migliori, per nessuno dei due.

Dire che saper scrivere non basta è quasi banale ormai, ma va messo in conto. Le prospettive di vendita sono più importanti. Se sei una famosa influencer (di qualsiasi cosa, dalla moda, al linguaggio, alla cucina) saranno gli editori a contattarti. In caso contrario devi diventare una sorta di esploratore di strade alternative, per riuscire anche solo a farti leggere e considerare
Situazione triste e frequente. Parere personale, se si deve pubblicare una saga, specialmente fantasy come la tua, meglio Kdp. Report giorno per giorno, royalties mensili, anche se devi avere un centesimo, la pubblicità te la scegli da solo e, soprattutto, non devi avere a che fare con nessuno. 
Al più, se proprio hai successo, ti chiama Amazon e ti chiede i diritti. Con certi generi altre strade in Italia sono impraticabili.

Re: Scrivere non basta!

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@Silverwillow  e @carani Così, tanto per allungare l'elenco delle argomentazioni fasulle di tante CE, aggiungo, per esperienza diretta, le frasi, intese a (de)motivare il novello autore: "bisogna essere disposti a mettersi in gioco" e "se l'autore non è disposto a investire su se stesso (acquistando decine o centinaia di copie e organizzando presentazioni a proprie spese) perché dovremmo farlo noi?". Meglio i venditori di aspirapolvere, che in cambio dei tuoi soldi ti consegnano un bene tangibile. 
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Scrivere non basta!

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Mi scuso per aver quotato tutto, la prossima volta mi ricorderò di tagliare, ora non posso più farlo.
Di storie ne ho sentite tante pure io, purtroppo la situazione attuale è triste. Io posso pure capire che un editore abbia difficoltà a far promozione, però non capisco nemmeno come faccia a pretendere soldi se l’autore deve scrivere, correggere, editare e fare promozione. A quel punto non serve praticamente a niente.

Re: Scrivere non basta!

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@Fabioloneilboia Non solo: col print on demand non anticipa neanche soldi per stampare un certo numero di copie. In pratica, è assimilabile a una tipografia che stampa dietro compenso anticipato. Aggiungasi che una larga parte di queste pseudo case editrici non paga agli autori le spettanze contrattuali sul venduto e al fisco le tasse: trattandosi spessissimo di Srls con 1 Euro di capitale, inutile sia per gli autori che per lo Stato tentare tentare il recupero. In pratica, il sistema consente queste truffe legalizzate.
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Scrivere non basta!

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Fabioloneilboia ha scritto: Situazione triste e frequente. Parere personale, se si deve pubblicare una saga, specialmente fantasy come la tua, meglio Kdp. Report giorno per giorno, royalties mensili, anche se devi avere un centesimo, la pubblicità te la scegli da solo e, soprattutto, non devi avere a che fare con nessuno. 
L'editore con cui sto pubblicando la saga fantasy aveva, in apparenza, tutte le intenzioni di comprendere diversi generi, ma la realtà è che fin dalla nascita ha puntato su un pubblico appassionato di romance. Va da sé che il fantasy epico (quindi per niente romance) ha più difficoltà a trovare lettori tramite i canali dell'editore, che pur si da da fare per promuovere tutti i suoi libri. La questione riguarda l'immagine del marchio editoriale, che una volta creata è difficile da modificare. Questo però non ha a che fare con le dimenticanze nei resoconti o nei pagamenti.
Quanto al self, è un'opzione che avevo scartato subito. Primo: non permette di avere un intermediario che lo legga e creda nel libro, quindi potresti pubblicare una schifezza senza saperlo. Secondo: sono negata sia per le pratiche burocratiche e grafiche (isbn, tasse, impaginazione, creazione di una copertina) sia per la promozione.
Cheguevara ha scritto: "se l'autore non è disposto a investire su se stesso (acquistando decine o centinaia di copie e organizzando presentazioni a proprie spese) perché dovremmo farlo noi?"
Questa per me è la frase peggiore, perché molto manipolativa: ti porta a dubitare se forse non sia l'autore che deve investire su se stesso, non gli altri. Come se gli altri fossero buoni samaritani e ti facessero un favore a pubblicare i tuoi sproloqui. È una frase che mina l'autostima (spesso già bassa) degli autori esordienti. La risposta giusta dovrebbe essere: "Dovete farlo voi perché è il vostro lavoro". Ma i rapporti di forza sono talmente sbilanciati che è molto difficile che un autore sconosciuto risponda così.
TaoMao ha scritto: allego il link di un divertentissimo (e crudelissimo) racconto scritto da Alberto Ravasio, che ovviamente non sono io ma un giovane autore di molto talento.
Io l'ho apprezzato. Un racconto molto cattivo ma realistico e ben scritto
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Scrivere non basta!

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Silverwillow ha scritto: La risposta giusta dovrebbe essere: "Dovete farlo voi perché è il vostro lavoro". Ma i rapporti di forza sono talmente sbilanciati che è molto difficile che un autore sconosciuto risponda così.
Io l'ho fatto. Era la mia prima pubblicazione; promozione zero e ripetuti solleciti ad  acquistare copie a prezzo scontato: di fronte al mio rifiuto, con invito a organizzare promozioni, la risposta è stata, appunto, che se io non ero disposto a investire su me stesso, perché avrebbero dovuto farlo loro. Costola di una CE di medie dimensioni. Distribuzione tramite Messaggerie, ma gli ordini finivano inevasi con la dicitura "non disponibile"; i soli acquisti possibili erano tramite Amazon. Malgrado tutto, vendute tra le 50 e 100 copie, mai visto un Euro. Riesco ad annullare il contratto per vizi di forma, anche se le raccomandate tornano indietro con la dicitura "sconosciuto all'indirizzo".
Li sputtano sul WD e, dopo aver minacciato querele per diffamazione, propendono per la cancellazione della discussione. Banditi tutt'ora operanti sul mercato sotto quella ed altre sigle. Pubblicazioni: oltre 300 titoli l'anno. Capitale sociale: 1 Euro, diviso in 4 quote da 25 centesimi cadauna. E questo è tutto.
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Scrivere non basta!

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Fabioloneilboia ha scritto: Io posso pure capire che un editore abbia difficoltà a far promozione, però non capisco nemmeno come faccia a pretendere soldi se l’autore deve scrivere, correggere, editare e fare promozione. A quel punto non serve praticamente a niente.
Infatti! Ma c'è una molla potentissima che spinge ancora la gente (noi esordienti siamo in tanti) a pubblicare con le micro (ma anche mini e midi) CE
che non fanno una mazza e non ti pagano neanche le royalty: l'orgoglio. Si vergognano di fronte ad amici e parenti ad autopubblicarsi. Meglio "Peracottaro Edizioni" in copertina, piuttosto che il proprio nome e basta. 
Misteri della vita! 
Già.

Re: Scrivere non basta!

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Ilaris ha scritto:
Infatti! Ma c'è una molla potentissima che spinge ancora la gente (noi esordienti siamo in tanti) a pubblicare con le micro (ma anche mini e midi) CE
che non fanno una mazza e non ti pagano neanche le royalty: l'orgoglio. Si vergognano di fronte ad amici e parenti ad autopubblicarsi. Meglio "Peracottaro Edizioni" in copertina, piuttosto che il proprio nome e basta. 
Io credo dipenda pure da ciò che si scrive. Ho il mio primo romanzo ancora in cerca di editore e sto scrivendo il prequel e, per tante ragioni, preferisco un editore.
Poi ho scritto un libro illustrato per bambini e l’ho pubblicato in self, poter controllare tutto e fare quello che si vuole è un vantaggio enorme.
Adesso, tra una cosa e l’altra, sto tirando fuori un giallo a episodi, con disegni e cultura gastronomica. So che è un prodotto spendibile con le case editrici, ma so anche che su Amazon lo leggerebbero. Considerando che fare soldi coi libri, al giorno d’oggi, è un’utopia, almeno voglio farlo leggere a quante più persone è possibile e il paradosso è che è un obiettivo più semplice da raggiungere col self.
Dovrei stare anni a cercare e aspettare una casa editrice che mi faccia il cartaceo, l’ebook e che lo inserisse in unlimited. Da solo faccio tutto in qualche giorno.

Re: Scrivere non basta!

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Ilaris ha scritto: Ma c'è una molla potentissima che spinge ancora la gente (noi esordienti siamo in tanti) a pubblicare con le micro (ma anche mini e midi) CE
che non fanno una mazza e non ti pagano neanche le royalty: l'orgoglio. Si vergognano di fronte ad amici e parenti ad autopubblicarsi. Meglio "Peracottaro Edizioni" in copertina, piuttosto che il proprio nome e basta. 
Sto riscontrando, lato professionale, una forte controtendenza al riguardo. C'è sempre più gente che valuta l'auto-edizione, fatta con criterio e professionalità, rinunciando a priori alla micro CE (quella "puzzona"): la qualità finale del prodotto libro e le possibilità di guadagno non sono neanche paragonabili, quando entrano in gioco professionisti seri. Poter scegliere un editor, un designer e, se del caso, un illustratore qualificato è tutt'altra storia rispetto ciò che mette a disposizione la micro CE standard puzzona. Inoltre, le royalties con Amazon sono in rapporto minimo 4 a 1 rispetto quelle offerte da qualsiasi CE: laddove con 100 copie vendute con una CE si ha un ritorno di circa €100 se va bene, con Amazon sono almeno €400, a parità di prezzo di copertina. Non è raro che un autore self con un buon prodotto (e piccoli investimenti di €5 al mese per le Ads di Meta) sfondi le €1.000 di royalties in un anno.
Certo, con il self fatto in questa maniera il saper scrivere non basta: è necessario avere anche un buon spirito imprenditoriale. Per come la penso, però, il mondo dell'auto-edizione è l'unico per cui dovrebbe valere il "saper scrivere non basta", con un editore dovrebbe bastare eccome... ma purtroppo non è così.
Beatrice Spada, Graphic & Visual Designer
AIAP | Socia Professionista Junior
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Re: Scrivere non basta!

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Fabioloneilboia ha scritto: Io credo dipenda pure da ciò che si scrive. Ho il mio primo romanzo ancora in cerca di editore e sto scrivendo il prequel e, per tante ragioni, preferisco un editore.
Tu cerchi un vero editore, non ti faresti mai prendere in giro da pseudo CE al limite della delinquenza. 
Miss Ribston ha scritto: Sto riscontrando, lato professionale, una forte controtendenza al riguardo. C'è sempre più gente che valuta l'auto-edizione, fatta con criterio e professionalità, rinunciando a priori alla micro CE (quella "puzzona"): 
Certo. Il mistero, per me, è che tra quelli che continuano a far prosperare le puzzone ce ne siano tanti consapevoli di dover fare tutto da soli, e senza guadagnare un centesimo.
Già.

Re: Scrivere non basta!

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Sottoscrivo quanto scritto da @Miss Ribston parola per parola, aggiungo solo che la fissa per il marchio dell’editore la hanno perlopiù gli autori, i lettori non sanno neanche di cosa si sta parlando riguardo al self publishing e nessuno va a verificare chi ha pubblicato cosa.
Però, bisogna dire, che alcuni generi vanno bene in libreria e online sono poco acquistati. Insomma bisogna avere buonsenso per non restare delusi.
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