Editore che richiede il pagamento di una scheda di valutazione per leggere i manoscritti inviati

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Ormai ho una certa esperienza in case editrici, e ne ho viste un po' di tutti i colori, ma ieri ho scoperto un sistema del tutto nuovo. Ho contattato una CE appena nata, che inizierà le pubblicazioni solo l'anno prossimo.
Al di là del fatto che le CE nuove accettano e valutano più facilmente manoscritti, mi aveva colpita l'investimento promozionale, con idee anche originali, ancora prima di aprire. In più accettava manoscritti di qualsiasi genere e si proclamava free, quindi ho provato.
La risposta mi è arrivata il giorno dopo, e l'ho aperta speranzosa (che abbiano già letto qualche pagina e siano interessati?). La mail però era molto lunga, e ben presto ho capito perché: mi si spiegava che il loro sistema di valutazione prevede una scheda di lettura a pagamento, dal costo variabile in base al numero di cartelle. Se poi l'esito della scheda è positivo, la pubblicazione è gratuita (e ci mancherebbe).
Ho risposto in modo (forse fin troppo) diplomatico, tipo "per ora non posso, magari più avanti", così oggi mi è arrivato un preventivo che non avevo nemmeno chiesto e che è una cifra folle.
Al di là della delusione (a cui ormai dovrei aver fatto il callo) mi ha lasciata spiazzata questa formula: quanti autori pensano di trovare facendo pagare addirittura la valutazione? Senza poi, ovviamente, alcuna certezza di essere presi.
Finora questo tipo di sistema l'avevo visto solo da parte di agenzie. A me sembra una nuova forma di pubblicazione a pagamento, ancora più subdola, che segue la scia di una resa generale dell'editoria, per cui si parte già dalla convinzione che dai libri non si guadagnerà, quindi bisogna guadagnarci prima. Mi piacerebbe sapere se qualcun altro ha mai ricevuto proposte del genere.
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
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Re: Editore che richiede il pagamento di una scheda di valutazione per leggere i manoscritti inviati

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Silverwillow ha scritto: A me sembra una nuova forma di pubblicazione a pagamento,
Sembra?
Più spudorato di così...
Ma proprio non c'entra nulla con il mestiere di editore... Hai le valutazioni aperte a chiunque? Sì? Quindi intendi pubblicare, ergo io ti mando il mio manoscritto. Ora ce l'hai in mano: puoi leggerlo da cima a fondo, solo le prime cinque pagine o anche farci gli aeroplanini di carta, nel caso tu mi abbia chiesto l'invio cartaceo. Poi però decidi tu se ti interessa pubblicarlo: io non ho diritto di domandarti nulla, puoi anche non rispondermi. Però nemmeno tu hai diritto di chiedermi dei soldi: non sei un'agenzia che fornisce un servizio, sei un editore  che stabilisce se pubblicarmi a suo insindacabile giudizio. E se però mi chiedi dei soldi sei un EAP.
Punto e basta. 
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Re: Editore che richiede il pagamento di una scheda di valutazione per leggere i manoscritti inviati

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Marcello ha scritto: Però nemmeno tu hai diritto a chiedermi dei soldi: non sei un'agenzia che fornisce un servizio, sei un editore  che stabilisce se pubblicarmi a suo insindacabile giudizio.
Da quanto ho capito la titolare ha lavorato per delle agenzie, quindi ha pensato bene di unire le due cose: servizi editoriali e casa editrice. Però non ho mai visto richiedere servizi editoriali obbligatori solo per la valutazione. Io ho provato per curiosità, visto che su questa CE non si sa quasi niente, perché deve ancora iniziare a pubblicare.
Avevo già avuto un brutto presentimento, comunque, quando l'ho contattata sui social per essere sicura che accettassero e che tipo di file preferissero, e ho avuto risposta solo sulla prima parte della domanda. Ho pensato "forse ha risposto di fretta..." invece c'era un motivo, e cioè che non legge niente finché non paghi. Se me l'avesse detto subito mi sarei risparmiata almeno il tempo di scrivere la mail.
Ho lasciato perdere senza grossi patemi d'animo, ma mi auguro che non sia una tendenza che può prendere piede anche tra altri editori
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Re: Editore che richiede il pagamento di una scheda di valutazione per leggere i manoscritti inviati

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Silverwillow ha scritto: Ho lasciato perdere senza grossi patemi d'animo, ma mi auguro che non sia una tendenza che può prendere piede anche tra altri editori
Che brutta cosa...
Diciamo che se prende piede è perché la gente lo fa, la speranza è che non ci siano persone così disperate ed egocentriche da far funzionare un'idea del genere. Spero vivamente muoia sul nascere perché già è pieno di persone che cercano di spillare soldi puntando sull'ego degli autori ci mancava solo questa...
La neve che copriva il sottobosco vorticava mossa dal vento.
Incrociai lo sguardo del cerbiatto che annusava l’aria. Imbracciai il fucile e respirai. Caricai il proiettile nella canna senza fare rumore. Feci un paio di passi cercando di restare silenzioso.
Puntai al cuore. La mano sul grilletto pronta a fare fuoco.
Ma i nostri sguardi si incrociarono. Gli occhi non erano dilatati dalla paura, ma curiosi. Si avvicinò. Nel momento in cui il naso toccò il fucile non fui più in grado di sparare.

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Re: Editore che richiede il pagamento di una scheda di valutazione per leggere i manoscritti inviati

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Silverwillow ha scritto: ma mi auguro che non sia una tendenza che può prendere piede anche tra altri editori
Non credo proprio, è facile che il suo catalogo rimanga intonso.
Chiamala agenzia editrice, se vuoi, ma la sostanza non cambia. Se tu pubblichi, a te compete di valutare ciò che intendi pubblicare. Non mi devi una scheda di valutazione, io non la voglio; mi devi soltanto dire se vuoi pubblicare il mio manoscritto. E me lo devi gratis, ovviamente: non puoi chiedermi di pagarti il lavoro che devi fare tu. Se no sei un semplicissimo editore a pagamento.
Agenzia editoriale e casa editrice non sono professioni che possono essere svolte dallo stesso soggetto: c'è un conflitto d'interessi, se vogliamo chiamarlo così, grande come il Pirellone.
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Re: Editore che richiede il pagamento di una scheda di valutazione per leggere i manoscritti inviati

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Marcello ha scritto: mi devi soltanto dire se vuoi pubblicare il mio manoscritto. E me lo devi gratis, ovviamente: non puoi chiedermi di pagarti il lavoro che devi fare tu.
@Marcello  In realtà dovrebbe pagarti con un anticipo sui diritti d'autore, anche piccolo, in particolare se non sei più un esordiente.
Ogni volta che pubblicate gratis, ricordatevi che è come se l'editore fosse comunque in debito con voi, perché l'editoria seria dovrebbe prevedere l'anticipo; la sua assenza è stata normalizzata a causa del fatto che al giorno d'oggi, grazie a internet, sono nate migliaia di micro realtà che si mettono sul mercato con cifre ridicole che in passato non sarebbero state sufficienti nemmeno per iniziare.
Social Media Manager per editori e scrittori.
Ho lavorato per un editore e 30 autori (dato aggiornato a marzo 2023).

- Curriculum su LinkedIn.
- Articolo in cui spiego cosa faccio.
- Profilo Instagram.

Re: Editore che richiede il pagamento di una scheda di valutazione per leggere i manoscritti inviati

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Francesco Avella ha scritto: dovrebbe pagarti con un anticipo sui diritti d'autore
L'anticipo sui diritti non è un dovere dell'editore, benché sia una buona prassi dell'editoria (media, grande e della piccola di qualità).
L'anticipo è ciò che dice la parola stessa: l'editore compie un atto di fiducia nei confronti dell'autore e della sua opera, non solo investendo su stampa e promozione (come la L.d.A. normalmente prevede... e in tal senso questi sì che sono dei doveri), ma stima che possa vendere almeno un determinato numero di copie (pari all'anticipo, appunto) e versa all'autore le royalties prima del tempo.
È un obbligo, invece, non da tutti rispettato, il pagamento delle regolari royalties a seguito del rendiconto annuale. 
E se versare un anticipo è da un lato una buona prassi come già detto, dall'altro, purtroppo, a volte si trasforma in una sorta di forfait o di "una tantum" per alcuni editori, che si "dimenticano" di comunicare all'autore il rendiconto impedendogli di capire se e quando ha superato le vendite che coprono l'anticipo (per cui dovrebbe ricevere anche la restante parte dei diritti).
"Amnesia" da cui alcuni editori sono affetti anche quando non concedono anticipi (e le normali royalties spetterebbero all'autore anche per una singola copia venduta).
Purtroppo il mondo dell'editoria contiene diverse insidie, ormai ne siamo consapevoli, quella della valutazione a pagamento è una novità che credo nasca dalle richieste di alcuni autori di veder motivato il rifiuto del manoscritto in maniera dettagliata. A questo punto, solo dinanzi a una richiesta esplicita dell'autore che ha inviato il manoscritto avrebbe senso il pagamento della scheda. L'editore non è tenuto a dare consigli agli autori, così come non è un diritto dell'autore riceverne a prescindere. Se l'autore richiedesse in modo esplicito una valutazione, l'editore avrebbe motivo di chiedere un pagamento (perché quello del valutatore è un lavoro di consulenza e come tale va retribuito), ma se l'autore non è interessato a conoscere i motivi del rifiuto e con essi le proprie aree di miglioramento, non è normale che gli venga chiesto di pagare una scheda di valutazione.
Dovrebbe essere facoltativo a fronte dell'eventuale rifiuto, non una condizione finalizzata alla pubblicazione.

Re: Editore che richiede il pagamento di una scheda di valutazione per leggere i manoscritti inviati

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uhm, in realtà non è proprio un'idea nuovissima e speriamo che non si converta in una moda.
Qualcun altro ci aveva già pensato, se non vi ricordate vi rinfresco la memoria:
viewtopic.php?f=63&t=1183

Detto ciò, cara @Silverwillow, secondo me un po' te la sei andata a cercare. 
È chiaro che con una CE sconosciuta, appena nata o che deve ancora nascere, il rischio è altissimo perché hanno ancora tutto da dimostrare.
Però capisco anche il fatto che si voglia provare qualcosa di nuovo, perché il panorama editoriale attuale continua a peggiorare.
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Re: Editore che richiede il pagamento di una scheda di valutazione per leggere i manoscritti inviati

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bore_ale ha scritto: uhm, in realtà non è proprio un'idea nuovissima e speriamo che non si converta in una moda.
Qualcun altro ci aveva già pensato, se non vi ricordate vi rinfresco la memoria:
viewtopic.php?f=63&t=1183

Detto ciò, cara @Silverwillow, secondo me un po' te la sei andata a cercare. 
È chiaro che con una CE sconosciuta, appena nata o che deve ancora nascere, il rischio è altissimo perché hanno ancora tutto da dimostrare.
Però capisco anche il fatto che si voglia provare qualcosa di nuovo, perché il panorama editoriale attuale continua a peggiorare.
Ho rispolverato la discussione, cui anch'io ho partecipato, che riguardava la CE "Les Flaneurs". Sistema abominevole, sul quale è stato detto tutto il possibile negli interventi che precedono. Non vedo, però, perché @Silverwillow se la sarebbe andata a cercare: credo che sia normale, avendo notizia dell'esistenza di una nuova CE ancora "vergine", testarla, avendo qualcosa da pubblicare. Il rischio esiste solo per chi non dispone di esperienza e, magari, non è un campione di perspicacia, mentre tutti gli altri declineranno, se sono bene educati, o manderanno la CE a quel paese, se meno. Invece chiederei a Silverwillow di fare il nome di questa geniale editrice: credo che sia consentito dal regolamento e non penso che possa comportare rischi di sorta.
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Editore che richiede il pagamento di una scheda di valutazione per leggere i manoscritti inviati

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bore_ale ha scritto: uhm, in realtà non è proprio un'idea nuovissima e speriamo che non si converta in una moda.
Qualcun altro ci aveva già pensato, se non vi ricordate vi rinfresco la memoria:
viewtopic.php?f=63&t=1183
Questa discussione non la ricordavo. Ti dico solo che in questo caso, trattandosi non di una tassa ma di una scheda di lettura, la cifra è molto superiore. Il costo è di 1,60 euro a cartella.
L'unico editore che chiede una tassa di lettura che conosco io, arriva sui 30-40 euro (senza schede, solo per leggere, e infatti non gli ho mai mandato niente) e l'ho sempre considerato un'eccezione, fino a ora.
bore_ale ha scritto: Detto ciò, cara @Silverwillow, secondo me un po' te la sei andata a cercare. 
È chiaro che con una CE sconosciuta, appena nata o che deve ancora nascere, il rischio è altissimo perché hanno ancora tutto da dimostrare.
Però capisco anche il fatto che si voglia provare qualcosa di nuovo, perché il panorama editoriale attuale continua a peggiorare.
Certo. Infatti io provo, senza aspettative particolari. In un caso mi è andata bene, trovando una CE appena nata che si è dimostrata buona sotto molti aspetti (credo che tu sappia già quale). Ma se non si prova non si può sapere. Se mi avessero dato risposta positiva, avrei chiesto una bozza del contratto, il distributore con cui hanno preso contatti e in che modo avrebbero promosso il romanzo. Invece mi è arrivata questa risposta qui :facepalm: e ho pensato fosse utile parlarne, anche per mettere in guardia altri autori alle prime armi. Ormai molti (specie chi frequenta il forum) sanno che bisogna evitare gli editori a pagamento, ma trovandosi davanti una formula diversa potrebbero esitare a capire che è in fondo la stessa cosa.
Cheguevara ha scritto: Invece chiederei a Silverwillow di fare il nome di questa geniale editrice: credo che sia consentito dal regolamento e non penso che possa comportare rischi di sorta.
Io non ho messo il nome perché non ero sicura, ma se è consentito va bene: Il nome è Be strong edizioni. Per ora ha solo una pagina facebook (il sito è in costruzione) ma si sta già promuovendo molto (ha partecipato al Salone del libro, pur non avendo pubblicazioni da esporre)
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
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Re: Editore che richiede il pagamento di una scheda di valutazione per leggere i manoscritti inviati

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In generale, visto i tempi che corrono, non mi azzarderei a provare nuove realtà editoriali, a meno di conoscenze dirette. Ho un amico che sta aspettando da due anni l'uscita del libro e ne ho lette di peggiori.
Se proprio si ama lanciarsi in nuove realtà tanto vale buttarsi sul self, almeno si è imprenditori di se stessi e ci si può insultare davanti allo specchio.

Re: Editore che richiede il pagamento di una scheda di valutazione per leggere i manoscritti inviati

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Probabilmente l'imprenditrice ha provato a vedere se la nuova formula funziona, e se dovesse funzionare in effetti è molto probabile che altri seguano il suo esempio. Io sono pessimista ma temo che la formula funzionerà, sia per la legge dei grandi numeri (e se ci pensate c'era gente che dava migliaia di euro a Vanna Marchi, e di personaggi così in giro ce n'è ancora), sia perché se tanti autori sono disposti a pagare per schede di valutazione da parte di agenzie letterarie, perché non dovrebbero essere disposti a pagare una CE? In fondo si eviterebbe un passaggio intermedio, dato che un agente non sempre trova editori interessati. 
Immagino possa far desistere il fatto che si tratti di una CE micro e priva di nome, però se lo facesse una casa più grandicella secondo me ci farebbe un sacco di soldi... certo ne perderebbe di immagine, ma se la cosa diventasse prassi comune non perderebbe più nemmeno quella.
Se invece la formula non dovesse funzionare, cambieranno strategia senza averci perso nulla, tanto che hanno da perdere se il loro capitale sociale è più o meno pari al costo di un biglietto del bus?

Re: Editore che richiede il pagamento di una scheda di valutazione per leggere i manoscritti inviati

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@Raven Alla base di quello che è diventato un sistema organizzato per lo sfruttamento (che io chiamo a volte tosatura, mungitura, spremitura, eccetera) dell'aspirante autore c'è un fatto indiscutibile: questo Paese è strapieno di gente che ambisce ad essere annoverata tra gli scrittori. Eppure è un Paese in cui chi legge almeno un libro l'anno appartiene a una minoranza, quindi molti degli aspiranti scrittori nella loro vita hanno letto poco o niente e, grazie al degrado che da anni imperversa nella pubblica istruzione, spesso mancano delle elementari basi e non sono in grado di esprimersi correttamente usando grammatica, sintassi e consecutio temporum, ma pensano che per diventare scrittori sia sufficiente avere delle idee. Si rivolgono, così, alle agenzie di servizi editoriali, frequentano corsi e scuole di scrittura, che grazie a loro proliferano e incassano. Grazie a loro proliferano anche le case editrici, che ormai sono migliaia, con capitali irrisori e sedi legali nello scantinato della casa dell'editore, unico componente, magari affiancato dal coniuge o da qualche pseudo-editor pagato 50 centesimi a cartella (quando viene pagato). Importante è pubblicare: tanto, anche se quello che viene fuori è una porcata, l'autore una ventina di copie tra parenti, amici e conoscenti le piazza sempre e per chi pubblica a costo vicino a zero col sistema del print on demand, ricavo = guadagno, specialmente se poi non si versano le royalties e non si pagano tasse. Perché i tanti editori di questo tipo (sto parlando di case editrici free) durano due, tre, quattro anni e poi spariscono, magari per riaprire sotto altro marchio, e si tratta sempre di società a responsabilità limitata semplificata, che risponde ai creditori, compresa l'Agenzia delle Entrate, col capitale sociale di 1 Euro. A consentire questo stato di cose è il mancato rispetto di una legge sull'editoria che ormai risale agli anni quaranta del secolo scorso, unitamente alla voglia irrefrenabile di una valanga di gente di vedere il proprio nome sulla copertina di un libro, costi quello che costi.
Mario Izzi
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