Libri... alla moda

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È una notizia recente che sulla passerella della nuova sfilata di Etro sono comparsi i libri della casa editrice Adelphi.
Il libro, da strumento di conoscenza e cultura, sta diventando ormai un semplice accessorio di moda o (in alcuni casi) complemento d'arredo?
Vi riporto l'articolo integrale a firma di Alessandra Rotondo per il "Giornale della libreria":

Se la Piccola Biblioteca Adelphi sfila sulla passerella di Etro

È così che la casa di moda ha annunciato la sfilata uomo inverno 2022-23, che si è svolta ieri negli spazi dell’Università Bocconi di Milano.
A mo’ di invito, gli ospiti si sono visti recapitare un libro della Piccola Biblioteca Adelphi, uno diverso per ciascuno. Gli stessi titoli che hanno poi sfilato in passerella assieme ai capi, in tasche e taschini, nelle mani dei modelli, a impreziosire una collezione che la stampa di settore ha definito «eclettica», «pop e colta», «pettinata e ribelle».
Un atto di devozione nei confronti della casa editrice fondata da Roberto Calasso? Una sorniona allusione all’utilizzo come complemento d’arredo che dei suoi libri si fa in certi «salotti buoni»? I libri, rivela Kean Etro, invitano a un viaggio di sapere, emozioni, conoscenza. Un viaggio che inizia in «un luogo di sapere» [il riferimento è all’università che ha ospitato lo show] dove chi si forma parte verso destinazioni insondate e inesplorate, lontane ma raggiungibili.
Anche in passerella, insomma, il libro è una finestra per guardare lontano. Una traccia, un sentiero di quel camminare ingarbugliato che è spesso la vita. D’altronde, chiosa Etro «anche la moda è come la vita, è fatta di strade che si intrecciano».


Voi cosa ne pensate?

Re: Libri... alla moda

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@ElleryQ Tutto quello che può servire a diffondere i libri e l'invito a leggerli va bene. Individuare nel libro un accessorio a ornamento di una sfilata di moda mi sembra eccessivo e depistante. Spero soltanto che non tutti i convenuti siano tra quelli che pongono il vestirsi "firmati" tra le attività fondamentali del vivere.  
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Libri... alla moda

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Cheguevara ha scritto: Spero soltanto che non tutti i convenuti siano tra quelli che pongono il vestirsi "firmati" tra le attività fondamentali del vivere.  
Considerando chi di solito è seduto sotto le passerelle, temo che in pochi antepongano la cultura al vestire firmati.
Immagino che per molti sia meglio avere un cappotto costoso nell'armadio, che un libro in libreria.
Probabilmente sono anche quelle stesse persone che s'indignano se un libro costa 18, 20 euro o poco più e rifiutano di comprarlo, ma non esitano a pagarne 1000 e passa per un capo di abbigliamento alla moda.

Re: Libri... alla moda

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ElleryQ ha scritto: Considerando chi di solito è seduto sotto le passerelle, temo che in pochi antepongano la cultura al vestire firmati.
Immagino che per molti sia meglio avere un cappotto costoso nell'armadio, che un libro in libreria.
Probabilmente sono anche quelle stesse persone che s'indignano se un libro costa 18, 20 euro o poco più e rifiutano di comprarlo, ma non esitano a pagarne 1000 e passa per un capo di abbigliamento alla moda.
Temo proprio che tu abbia ragione. Apparire è meglio che essere e viviamo in tempi in cui la metà del mondo non è in grado di vaccinarsi contro la pandemia, mentre i super-Paperoni hanno più che raddoppiato il loro patrimonio, grazie alla pandemia stessa. E il peggio è che sembra che a nessuno freghi granché.
Mario Izzi
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Re: Libri... alla moda

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Se avessero regalato a tutti l'ultimo libro di Vespa mi sarei indignato; così invece non mi dispiace, tutto sommato.
Adelphi non è certo un editore che pubblica libri per piaggeria; è un editore elegante, che pubblica anche titoli "difficili", per cui l'accostamento può starci, per quanto sembri stridere a prima vista. Immagino che l'editore avrà contribuito alla sfilata, per cui si può considerare come una forma di pubblicità che sfrutta un veicolo inusuale.
In ogni caso è un modo per dare visibilità a libri di qualità, quindi non posso certo dispiacermene.
https://www.facebook.com/nucciarelli.ma ... scrittore/
https://www.instagram.com/marcellonucciarelli/
https://www.linkedin.com/in/marcello-nu ... -bbb4805b/

Re: Libri... alla moda

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ElleryQ ha scritto: Probabilmente sono anche quelle stesse persone che s'indignano se un libro costa 18, 20 euro o poco più e rifiutano di comprarlo, ma non esitano a pagarne 1000 e passa per un capo di abbigliamento alla moda.
No, chi può spendere 1000 euro per un capo di abbigliamento non guarda al prezzo dei libri... 

Neanch'io mi sento di criticare l'accostamento sfilata elegante (i capi sono belli) e libri di qualità che comunque, per quanto limitato al fatto di starsene in una tasca o portati a spasso, veicolano un messaggio. Sarà anche perché ho lavorato in un'azienda di abbigliamento dove si organizzavano sfilate e so quanto lavoro c'e dietro, ben vengano le collaborazioni con altre realtà. 
Già.

Re: Libri... alla moda

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A me l'idea sembra carina e creativa. Non ci vedo una svalutazione dei libri, anzi. Di solito il libro è considerato una sorta di cosa noiosa, per tipi solitari un po' nerd e rompiscatole. Inserendoli in una sfilata di moda si proietta un'aura di prodotto chic (specie se sono libri ricercati come quelli di Adelphi). Mi pare si sia già fatto in passato qualcosa del genere, associando alla moda la musica, i quadri o le sculture. Un'associazione di forme creative diverse che se fatta bene le valorizza entrambe.
Non ho visto la sfilata, ma immagino che il vantaggio sia reciproco: il libro ne esce più chic e la collezione di moda più colta (forse).
Magari a nessuno dei presenti interessavano granché, ma è qualcosa che ha attirato l'attenzione, e sicuramente ha fatto pubblicità all'editore.
ElleryQ ha scritto: Probabilmente sono anche quelle stesse persone che s'indignano se un libro costa 18, 20 euro o poco più e rifiutano di comprarlo, ma non esitano a pagarne 1000 e passa per un capo di abbigliamento alla moda.
Bisogna pensare positivo. Le persone che compreranno il completo grigio firmato da 1000 euro vorranno assolutamente comprare anche il libro abbinato, perché ci stava proprio un bijoux...   :lol: 
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
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Re: Libri... alla moda

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Ilaris ha scritto: Sarà anche perché ho lavorato in un'azienda di abbigliamento dove si organizzavano sfilate e so quanto lavoro c'e dietro, ben vengano le collaborazioni con altre realtà. 
Ovviamente, nulla da eccepire sulla professionalità di chi organizza tale tipo di eventi. Non metto in dubbio che dietro vi sia grande impegno e lavoro e posso anche capire l'accostamento tra capi di qualità e narrativa di qualità. 
Tuttavia non riesco ad accettare l'iniziativa proprio di buon grado.
Ilaris ha scritto: libri di qualità che comunque, per quanto limitato al fatto di starsene in una tasca o portati a spasso, veicolano un messaggio.
Non saprei. Sinceramente, guardando la cosa dal punto di vista dell'autore, preferirei che il mio libro venisse letto piuttosto che messo in un taschino o portato a spasso come una borsetta. Il messaggio veicolato dovrebbe essere al suo interno, non solo sulla copertina. Certo, se realmente venisse colto come suggerimento di lettura, l'esporlo avrebbe senso. Diciamo, però, che a questo punto apprezzo più l'idea di aver usato il libro come invito per partecipare alla sfilata, rispetto al suo utilizzo come accessorio in passerella.

Silverwillow ha scritto: Le persone che compreranno il completo grigio firmato da 1000 euro vorranno assolutamente comprare anche il libro abbinato, perché ci stava proprio un bijoux...   :lol: 
Sorrido al gioco di parole, ma non nego che il libro acquistato come accessorio di moda non lo trovo granché diverso da quello acquistato perché la copertina è del giusto colore per la libreria del soggiorno.  :D

Re: Libri... alla moda

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ElleryQ ha scritto: Sorrido al gioco di parole, ma non nego che il libro acquistato come accessorio di moda non lo trovo granché diverso da quello acquistato perché la copertina è del giusto colore per la libreria del soggiorno.  :D
C'è anche di peggio del libro scelto per colore. Hai presente quelle sagome di cartone a forma di blocco di libri, che dietro sono cave? Anche quelle si comprano in base al colore dell'arredo, ma non sono nemmeno veri libri. Ancora non ne ho capito la funzione. Insomma, se non hai neanche un libro da metterci perché comprare una libreria?    :umh: 
ElleryQ ha scritto: Diciamo, però, che a questo punto apprezzo più l'idea di aver usato il libro come invito per partecipare alla sfilata, rispetto al suo utilizzo come accessorio in passerella.
Posso capire perché ad alcuni non piaccia l'idea. Ma personalmente preferisco veder usati i libri come oggetti artistici piuttosto che come statistiche di vendita. Il libro è una merce per tutta la filiera editoriale, dall'agenzia, all'editore, al distributore, al venditore (togliendo i pochi veri librai sopravvissuti). A nessuno interessa cosa c'è dentro, e spesso neanche l'aspetto esterno, solo che i conti tornino.
Gli unici a cui interessa il contenuto sono gli autori e i lettori, ma anche questi ultimi spesso seguono una moda (periodicamente vedo accendersi l'entusiasmo per libri usciti anni fa, che nessuno aveva degnato di un'occhiata quando non erano popolari). Quindi perché non usarli in una sfilata? Per non svalutare il contenuto? A chi davvero interessa il contenuto non cambia niente. A tutti gli altri, già che ce l'hanno infilato nella giacca del completo firmato, prima o poi, durante un party particolarmente noioso, potrebbe anche venir voglia di leggerli... :P
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Re: Libri... alla moda

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Silverwillow ha scritto: C'è anche di peggio del libro scelto per colore. Hai presente quelle sagome di cartone a forma di blocco di libri, che dietro sono cave? Anche quelle si comprano in base al colore dell'arredo, ma non sono nemmeno veri libri. Ancora non ne ho capito la funzione. Insomma, se non hai neanche un libro da metterci perché comprare una libreria?    :umh: 
Suppongo, per far credere di essere persone colte e interessanti. Nell'era dell'apparire, anche una libreria è una specie di status symbol.  :D
Silverwillow ha scritto: A nessuno interessa cosa c'è dentro, e spesso neanche l'aspetto esterno, solo che i conti tornino.
Concordo del tutto sul fatto che per molti dei soggetti che indichi il libro sia una merce. O meglio un prodotto.
Un po' meno sul fatto che il contenuto non interessi a nessuno se non all'autore e al lettore. All'agente il contenuto interessa, diversamente come potrebbe sapere se il libro intercetta i gusti e le tendenze del mercato, in un determinato periodo, per proporlo a un editore? Interessa anche al librario, perché proprio in base al contenuto sa se lo venderà o meno (sempre in relazione alle tendenze del momento) e quindi se gli conviene ordinarlo al distributore e quante copie.
Interessa all'editore, perché è in base al contenuto che deciderà se pubblicare quel libro o un altro, se avrà possibilità di venderlo o meno. Certo, i grossi editori, molte volte (e anche quelli medi, in taluni casi), pubblicano in base al nome dell'autore (personaggio), ma gli editori piccoli di qualità, e gli indipendenti, possono ancora permettersi di scommettere sul contenuto. Sempre premettendo che lo considerano un prodotto a tutti gli effetti.
Del resto, un imprenditore agricolo non coltiva i suoi ortaggi per puro gusto estetico o per quello di mangiarli, lo fa per venderli; come quello edile non costruisce case perché gli ricordano i mattoncini Lego di quando era bambino, non vedo quindi perché da un editore non ci si debba attendere che il libro sia un prodotto e quindi un guadagno. A prescindere dalla passione per il proprio, che ci può essere in ognuno (come non esserci) con qualsiasi lavoro.
Forse l'unico al quale davvero interessa meno è proprio il distributore.
E anche l'aspetto esterno conta per l'editore, perché sa che la copertina, il progetto grafico, la stampa, la qualità dei materiali, condizioneranno il lettore e quindi la vendita. 

Re: Libri... alla moda

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Silverwillow ha scritto: Magari a nessuno dei presenti interessavano granché, ma è qualcosa che ha attirato l'attenzione, e sicuramente ha fatto pubblicità all'editore.
Mah, secondo me la buon anima di Roberto Calasso si rivolta nella tomba.
Adelphi non è (o almeno non era) certo un editore bisognoso di simile "pubblicità".

Per il resto, ridurre il libro a una forma di ostentazione estetica mi sembra roba da "libro e moschetto fascista perfetto". 

Re: Libri... alla moda

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Io continuo a non vederla così tragica  :)
Le persone che amano i libri si vestono come tutti, chi può con capi costosi e chi non può con capi che costano poco. A volte li vedi passeggiare con un libro in mano o magari se lo mettono in tasca. Lo possono leggere o lasciare sulla libreria a prendere polvere. Gli Adelphi portati a spasso durante la sfilata verranno letti da qualcuno? Forse sì, visto che, nonostante il contesto "frivolo", restano libri e come tali attraggono i lettori, che siano fighetti ben vestiti o meno... :) 
Già.

Re: Libri... alla moda

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Al di là della questione moda, passerella, libri – su cui personalmente non vedo nulla di male, anzi – vorrei ricordare che i coffe table book sono nati proprio come libri da ostentazione estetica. I libri non veicolano solo un contenuto testuale, ma in certi casi anche (solo) artistico, (solo) grafico, (solo) estetico. Dire che l'estetica valga meno delle parole, o che non siano veri libri, beh, grandi librerie, grandi case editrici, e grandissimi artisti dissentirebbero. 
Appassionato del mondo digital e di libri, mi lascio sorprendere da un mare in tempesta come da un nuovo prodotto Hi-Tech.

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Re: Libri... alla moda

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espedientieditoriali ha scritto: Al di là della questione moda, passerella, libri – su cui personalmente non vedo nulla di male, anzi – vorrei ricordare che i coffe table book sono nati proprio come libri da ostentazione estetica. 
Quella tipologia di prodotti editoriali (di cui peraltro sono un collezionista) assolvono a una funzione diversa, per l'appunto, e hanno caratteristiche peculiari: grande formato, illustrazioni in pagine patinate, peso e prezzo non indifferenti, a volte autografi e numeri di serie. Essendo dei libri illustrati, la loro forma estetica è inseparabile dallo stesso contenuto (pensiamo ad esempio a un libro d'arte, o di fotografia, che già in copertina ha una delle illustrazioni).

All'opposto, i tascabili Adelphi hanno una veste esteriore il più possibile economica e minimale, il meno possibile materica, con delle copertine standardizzate, per far risaltare soltanto il contenuto, dato che si tratta di grandi classici del pensiero (ad esempio, le opere di Nietzsche).

Quindi secondo me non si possono mettere le due cose sullo stesso piano, anzi siamo proprio agli antipodi. 

Re: Libri... alla moda

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Wanderer ha scritto: All'opposto, i tascabili Adelphi hanno una veste esteriore il più possibile economica e minimale, il meno possibile materica, con delle copertine standardizzate, per far risaltare soltanto il contenuto, dato che si tratta di grandi classici del pensiero (ad esempio, le opere di Nietzsche).
Ma è qui che secondo me sta la creatività di questa trovata. Non libri belli di per sé (in quel caso, cosa ci vuole a metterli in mostra?), ma libri validi per contenuto. Il contenuto, ovviamente, non è subito visibile, ma proprio per questo incuriosisce di più, ed è più insolito il suo abbinamento a qualcosa che invece è il trionfo dell'esteriorità, come la moda. È qualcosa che rompe gli schemi predefiniti, la divisione interiore-esteriore, arte-consumo, apparenza-sostanza, ecc.  È anche per questo che a me l'iniziativa piace, qualunque sia stato il risultato finale (che purtroppo immagino modesto, perché non tutti ne capiranno il senso).
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Libri... alla moda

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@Wanderer
Infatti la premessa era importante. "Al di là della questione moda". Non volevo aggiungere nulla sulla questione in sé, ma puntualizzare che i libri possono essere puramente un oggetto estetico, ma questo non significa che non siano "meno libri".

Per quanto riguarda la collana Adelphi non sono totalmente d'accordo. Lo stile grafico della casa editrice Adelphi è stato creato sulla base di una scelta (in realtà scelte). Ora, sono d'accordo sul minimale, ma oggi, proprio quel minimale, ti fa riconoscere, prima del contenuto, che si tratta di un libro Adelphi. Non c'è stato un distacco dall'estetica o dalla grafica, ma una scelta consapevole di "assenza" di stile che ha portato a uno stile riconoscibile. Anche i libri Adelphi sono un oggetto estetico. 
Appassionato del mondo digital e di libri, mi lascio sorprendere da un mare in tempesta come da un nuovo prodotto Hi-Tech.

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Re: Libri... alla moda

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espedientieditoriali ha scritto: Non c'è stato un distacco dall'estetica o dalla grafica, ma una scelta consapevole di "assenza" di stile che ha portato a uno stile riconoscibile. Anche i libri Adelphi sono un oggetto estetico. 
Sì, è vero. Ma su cosa si fonda la "riconoscibilità" estetica di un libro dell'Adelphi? Proprio sul fatto che la veste grafica è funzionale a fare risaltare il più possibile il contenuto... e qui si potrebbe aprire una lunga diatriba filosofica su quale sia l'essenza dell'esperienza estetica. Dai tempi dei greci al moderno funzionalismo, c'è una corrente di pensiero secondo cui la bellezza di qualcosa (da un oggetto di uso comune a un edificio) non è data dalla struttura e dalle proporzioni, né dalla materia più meno pregiata, ma dalla funzionalità ("l' "aptum"), ovvero dall'appropriatezza di qualcosa alla sua funzione, alla sua naturale destinazione d'uso. La funzione di un libro, primariamente, è di veicolare un contenuto. Ed è per questo che esibire la veste grafica di un libro Adelphi - separandola dalla sua funzione - è una stonatura, perché è una cattiva interpretazione della stessa "bellezza estetica" di un tascabile. Poi ovviamente c'è anche un discorso di brand... ma non si può trattare un marchio come Adelphi alla stessa stregua di un brand di prodotti per la bellezza del corpo. 

Re: Libri... alla moda

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Secondo me, in un paese come l'Italia in cui i libri e il loro pubblico sembrano per lo più essere considerati una cosa di nicchia, anche un po' retrò e destinata all'estinzione, dove di libri si parla solo in piccoli spazi ben definiti e stagni, ogni esempio in cui i libri si mescolano, escono dal loro ghetto e fanno quel che dovrebbero fare, far parte del quotidiano, della vita, della società, è ben trovato. Okay, una sfilata non è esattamente il quotidiano, ma il principio è quello: togliere il libro dallo scompartimento a tenuta stagna in cui lo si è relegato in Italia. Si può amare la moda e i libri, si può fare shopping di libri, si può tenere in tasca un libro, oltre al telefono...
Non voglio fare demagogia, ma secondo me rimettere i libri nell'ambito della cultura in senso più lato, re-immetterlo nella società globale e non solo in quella dei "veri lettori" è un passo nella direzione giusta.
Ma io aborro le distinzioni tra lettori giusti e sbagliati, letture serie e letture frivole, usi corretti dei libri e usi disdicevoli. I libri vanno usati, punto. Quindi, sono di parte ;)
I intend to live forever, or die trying.
(Groucho Marx)

Re: Libri... alla moda

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Buonasera, è da tempo che non ritornavo e prima  di congedarmi per qualche altra settimana, volevo anch'io partecipare a questa discussione molto interessante. Leggendo un po' ciò che è stato scritto, secondo me è inutile tenere conto delle polarizzazioni, libro unicamente come unità estetica e libro unicamente come contenuto. Sì, il libro è materia fisica, ha una sua estetica che può essere gradevole o meno e tale componente esercita un ascendente su chi compra. Tutti siamo stati attirati dalla grafica di un libro, molti comprano in base a ciò che vedono, ma un libro è sempre è un libro, ha delle pagine, ha della parole, contiene delle idee e una copertina non basta ad annullare ciò. Non credo che accostare un qualsiasi romanzo a una sfilata renda il romanzo (o saggio, ecc.) meno romanzo, la sua essenza è ancora intatta. Poi, tenendo conto che le sfilate di moda, per quanto possano sembrare eventi frivoli, spesso si basano su ideologie, pensieri e filosofia, non ci vedo nulla di male. La componente visiva-artistica non deve per forza sminuire la potenza utilitaria di un oggetto, spesso addirittura può invitare all'uso stesso. Se la sfilata poggia sulla diffusione del concetto di cultura, ecc. perché vederci solo del marcio? Non mi esprimo sui libri finti, quello è semplice cartone rivestito fine a se stesso. Apparenza e nessun contenuto.

Detto questo, su Instagram stanno avendo luogo moltissimi movimenti estetici conosciuti come "dark/light/ academia" e co. Si tratta, essendo nati sui social, di movimenti tendenti al romanticismo/decadentismo che sì, poggiano su basi abbastanza superficiali, ma che in un qualche modo si stanno diffondendo tramite pellicole, eventi culturali e romanzi. Molti giovani sono attratti dalla componente visuale dei movimenti e, nonostante alcuni non riescano ad andare oltre, la maggior parte di questi nuovi "adepti" si sta interessando anche alla lettura e alla cultura propagata. Da tempo non fanno che girare romanzi di Oscar Wilde, opere teatrali di Shakespeare, l'Epica di Omero e Virgilio ecc. E perché non parlare di Donna Tart e Madeleine Miller? Hanno invaso i blog da mesi, grazie a questi movimenti. Non tutta l'estetica viene per nuocere! 
a b c d f... u
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