Re: Visibilità limitata = vanity press?

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Cheguevara ha scritto: ma dovrebbe essere gente disposta a lavorare a tempo quasi pieno in un progetto che, se andrà bene, potrà remunerarli fra anni.
Chi scrive già lo fa al di là di un altro impiego (salvo rari casi). E spesso fa cose come partecipare a riviste, blog o altro a titolo gratuito. Una o due ore al giorno si possono ritagliare, non è un grosso sacrificio, specie se c'è uno scopo. Ma il punto, di nuovo, non è la remunerazione (che di rado c'è) quanto farsi conoscere, e cercare di cambiare le cose. 
ElleryQ ha scritto: per avere un reale impatto pubblico e un'attenzione mediatica, dovrebbe contare al suo interno almeno 3 o 4 autori già piuttosto noti (
Avere autori noti sarebbe un di più, ma ne conosco molti che hanno pubblicato con big e spesso non ne sono stati entusiasti. Non sono famosi, ma qualcuno li ha letti, quindi ci sarebbe una base da cui partire, e una garanzia di qualità (se volessero partecipare). È un progetto che potrei iniziare io da sola, se avessi le capacità informatiche per creare un sito, un logo e una promozione decente. Anche per questo sarebbe necessario un collettivo, per le capacità condivise, il sostegno, la motivazione, ecc.
Mid ha scritto: l problema di questo approccio è che comunque non garantisce la qualità,
La può benissimo garantire, se solo una o due persone si fanno carico di leggere chi vuole entrare. È in pratica una CE, solo che non vende i libri ma li regala dietro precise regole, suggerimenti e incentivi alla donazione. Quello che è illeggibile non passa. Quello che ha bisogno solo di una sistematina nella forma passa (dietro correzione di bozze). Distribuire un libro gratis con dietro un controllo e una forte motivazione è molto più incisivo che farlo da autore sconosciuto. Siamo centinaia su questo forum, di sicuro si possono trovare tutte le competenze richieste. Non è un'utopia, è una cosa fattibile.
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Visibilità limitata = vanity press?

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Silverwillow ha scritto: La può benissimo garantire, se solo una o due persone si fanno carico di leggere chi vuole entrare. È in pratica una CE, solo che non vende i libri ma li regala dietro precise regole, suggerimenti e incentivi alla donazione. Quello che è illeggibile non passa. Quello che ha bisogno solo di una sistematina nella forma passa (dietro correzione di bozze). Distribuire un libro gratis con dietro un controllo e una forte motivazione è molto più incisivo che farlo da autore sconosciuto. Siamo centinaia su questo forum, di sicuro si possono trovare tutte le competenze richieste.
Non è un'utopia, ma non è nemmeno così semplice. Io vedo 2 problemi principali.
  • Trovare tutte le competenze necessarie. Tutti possono fare correzione di bozze, un po' meno possono fare editing, pochi sanno (o vorranno) fare grafica. Le competenze più scarse faranno da collo di bottiglia. E siccome non sarà un'azienda, non si potrà cercare quelle competenze sul mercato del lavoro.
  • Non ci sarà modo di obbligare nessuno a lavorare per bene, perché non sarà un'azienda. Se gli editor decidono di sparire e scompaiono con tutte le loro annotazioni, non si potranno costringere a tornare o a restituire il testo annotato. Se il grafico se ne va, non è che lo si può minacciare col licenziamento per evitare di bloccare tutte le pubblicazioni.
Il "comitato" sarà piccolo, specie all'inizio. Un intoppo come quelli che ho scritto sopra, e tutto si blocca. Non si avranno i mezzi né la visibilità di altri progetti volontari di questo tipo (es. Wikipedia), quindi rimpiazzi o competenze particolari saranno difficili da trovare.

Re: Visibilità limitata = vanity press?

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Silverwillow ha scritto:  È un progetto che potrei iniziare io da sola, se avessi le capacità informatiche per creare un sito, un logo e una promozione decente. Anche per questo sarebbe necessario un collettivo, per le capacità condivise, il sostegno, la motivazione, ecc.
In realtà questo forum, quando è stato ricostituito con il nuovo nome, era nato proprio con un intento simile. I progetti editoriali in cantiere erano tanti, compresa la possibilità di coinvolgere editori seri e fidati, per fare loro da vetrina di scelta, selezionando autori interessa(n)ti tra i nostri iscritti. Poi i progetti sono naufragati per vari motivi, proprio perché la maggior parte delle persone impegnate nello Staff hanno un altro impiego, come lavoro principale, e talvolta non c'è la possibilità di investire una o due intere ore giornaliere in attività volontarie, che richiedono anche un livello di professionalità almeno medio.

Re: Visibilità limitata = vanity press?

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Mid ha scritto: [li]Trovare tutte le competenze necessarie. Tutti possono fare correzione di bozze, un po' meno possono fare editing, pochi sanno (o vorranno) fare grafica. Le competenze più scarse faranno da collo di bottiglia. E siccome non sarà un'azienda, non si potrà cercare quelle competenze sul mercato del lavoro.[/li]
[li]Non ci sarà modo di obbligare nessuno a lavorare per bene, perché non sarà un'azienda. Se gli editor decidono di sparire e scompaiono con tutte le loro annotazioni, non si potranno costringere a tornare o a restituire il testo annotato. Se il grafico se ne va, non è che lo si può minacciare col licenziamento per evitare di bloccare tutte le pubblicazioni.[/li]
Io faccio l'editor e correttrice di bozze, gratis, per una rivista e una piccola Ce (fondate da una ragazza che ho conosciuto sul forum). Non mi è mai venuto in mente di dirle: "Sai cosa? questo mese ho seri problemi in famiglia" o "ho poco tempo". È chiaro che la cosa può funzionare solo con persone che credono in uno scopo comune, o perlomeno si sostengono. Altrimenti non vale la pena neanche pensarci.
ElleryQ ha scritto: Poi i progetti sono naufragati per vari motivi, proprio perché la maggior parte delle persone impegnate nello Staff hanno un altro impiego, come lavoro principale, e talvolta non c'è la possibilità di investire una o due intere ore giornaliere in attività volontarie, che richiedono anche un livello di professionalità almeno medio.
Per me i progetti naufragano perché (in generale, non dico dello staff) alle persone non importa mai abbastanza di niente.
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Visibilità limitata = vanity press?

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Silverwillow ha scritto: Per me i progetti naufragano perché (in generale, non dico dello staff) alle persone non importa mai abbastanza di niente.
E' il primo impedimento che ho indicato: le persone in generale, e gli scrittori in particolare, sono individualiste, quindi poco inclini a far parte di un collettivo, e per gestire un collettivo del genere, qualora si riuscisse a formarlo, sarebbe necessaria non solo grande esperienza, ma dedizione a tempo pieno, che presuppone la possibilità di vivere senza bisogno di lavorare.
Poi, un esperimento si può sempre fare e, nel caso andasse in porto, sarei perfino disponibile, nonostante il mio scetticismo, a dare una mano. Così, tanto per vedere come va a finire.
Mario Izzi
Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni (trilogia)
Dea
Non solo racconti
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Visibilità limitata = vanity press?

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Cheguevara ha scritto: E' il primo impedimento che ho indicato: le persone in generale, e gli scrittori in particolare, sono individualiste, quindi poco inclini a far parte di un collettivo,
Silverwillow ha scritto: Per me i progetti naufragano perché (in generale, non dico dello staff) alle persone non importa mai abbastanza di niente.
Personalmente non amo generalizzare, anzi, al contrario, ho avuto la fortuna di incontrare parecchie persone per nulla individualiste, anche nel mondo della scrittura. I motivi per cui un progetto non va in porto sono molteplici, e lo sono a maggior ragione quando le persone sono una pluralità, né è possibile valutare, o tantomeno giudicare, le ragioni di ciascuno.
Di contro penso che ognuno di noi dovrebbe valutare i motivi inconsci per cui un proprio obiettivo non viene raggiunto. Ma questo è un argomento differente e qui finiremmo abbondantemente OT.

Re: Visibilità limitata = vanity press?

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Silverwillow ha scritto: Io faccio l'editor e correttrice di bozze, gratis, per una rivista e una piccola Ce (fondate da una ragazza che ho conosciuto sul forum). Non mi è mai venuto in mente di dirle: "Sai cosa? questo mese ho seri problemi in famiglia" o "ho poco tempo". È chiaro che la cosa può funzionare solo con persone che credono in uno scopo comune, o perlomeno si sostengono. Altrimenti non vale la pena neanche pensarci.
Sei una persona più affidabile di me. :)
A me in un paio di occasioni è capitato di abbandonare un progetto volontario, perché richiedeva più tempo di quanto ne avessi messo in conto, oppure perché gli obiettivi e la serietà del gruppo erano cambiati (o ero io a non averli chiari al principio).
E ho visto altri fare lo stesso.

Io non mi ritengo una cattiva persona per questo, però può capitare che uno si metta a disposizione per gentilezza senza sapere se potrà davvero reggere il ritmo, o se effettivamente si sta imbarcando in un progetto in cui non crede al 100% o con compagni con cui non si trova bene. Se le nostre scelte fossero sempre perfette nessuno commetterebbe mai errori. Ma quando si parte con un progetto come questo si devono tenere in conto anche eventuali intoppi.

Re: Visibilità limitata = vanity press?

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Per un progetto del genere servirebbe una piattaforma di raccolta fondi, almeno per cominciare. Tuttavia l'iniziativa mi pare simile a Wattpad, un clone oltretutto con meno visibilità e con più costi. Per evitarli copertine, editing e impaginazione si dovrebbero affidare a emergenti che vogliono farsi le ossa per poi poter fare di quello la loro professione, chiaramente ne risentirebbe la qualità, ma vale lo stesso per gli autori.

Re: Visibilità limitata = vanity press?

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Brutus ha scritto: Tuttavia l'iniziativa mi pare simile a Wattpad, un clone oltretutto con meno visibilità e con più costi.
 Non esattamente. Wattpad è più un social che una piattaforma di controllo editoriale: tutti possono pubblicare, e la qualità ne risente parecchio. Tra l'altro, anche se non esplicitamente mirata a loro, il pubblico adolescente e giovane, specie femminile, la fa da padrone (almeno da quanto vidi un po' di tempo fa).

Ci sono certamente somiglianze, ma come dice @Silverwillow il "comitato" sarebbe più simile a una CE di volontari che pubblica libri gratuiti: meno visibilità potenziale, ma più qualità.

Re: Visibilità limitata = vanity press?

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Mid ha scritto: Il "comitato" sarebbe più simile a una CE di volontari che pubblica libri gratuiti: meno visibilità potenziale, ma più qualità.
A grandi linee lo spirito iniziale con cui era nata La Nave di Teseo: autori al servizio di autori, contro le lobbies dell'editoria. Non a scopo completamente gratuito, ma con una finalità di sostegno, sia collettivo degli autori già noti coinvolti, sia di esordienti e nuovi talenti.
Poi si sa, quando entri nel meccanismo le cose vanno diversamente e anche le più luminose intenzioni vengono ridimensionate, se si vuole mandare avanti qualcosa che, in fin dei conti, è pur sempre un'azienda.  :hm:

Re: Visibilità limitata = vanity press?

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Dal punto di vista economico è chiaro che l'opzione migliore in assoluto è l'autopubblicazione.

Es. su Amazon vendi 200 copie di un libro a 20 euro con le royalty al 60% = 2400 euro. Pure se hai investito di tasca tua 2000 euro tra editing, copertina, promozione ecc... alla fine guadagni lo stesso di più rispetto alla miseria di 300 euro che ti danno [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]per le stesse copie vendute[/font] le case editrici, piccole o grandi che siano.

In uno degli ultimi video di Livio Gambarini su YT, infatti, dice due cose: A) oggi sono molti di più gli scrittori self italiani che si mantengono coi propri libri, rispetto a quelli che pubblicano con l'editoria tradizionale (pure con le big); B) cita il caso di un autore self di successo, da migliaia di copie vendute, a cui è stato proposto di pubblicare con una casa editrice big: avrebbe guadagnato quattro (!) volte meno, e quindi ovviamente ha rifiutato.
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