L'inizio della caduta

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Titolo: L’inizio della Caduta
Autore: Mirco Tondi
Data di pubblicazione: 11 maggio 2019
Genere: thriller paranormale
Editore: autopubblicato con Streetlib
Prezzo: 2.99 E
ISBN: 9788834108215
ASIN: B07RQFR1G8
Formato: e-book
Pagine: 265

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Quarta di copertina.


Terra. Era dell’Economia.
Il denaro domina incontrastato, incontrollato. Gli uomini sono considerati oggetti da usare, da sfruttare. Sempre più diritti sono persi, sacrificati in nome del guadagno, della produttività. I ricchi diventano sempre più ricchi. Imprenditori e politici hanno sempre più potere. Lavoratori e gente comune sono sempre più schiacciati.
Una storia che si ripete giorno dopo giorno.
Rassegnazione e costernazione sono i sentimenti che dominano il cuore delle persone; stati d’animo che sono divenuti regola, ritenuti inevitabili ma che non hanno più nulla di normale, perché quello che sta facendo l’economia è troppo distorto per poter appartenere solo all’uomo: è qualcosa che sa di soprannaturale, dove il denaro è diventato un dio. O qualcosa di molto peggio.
In un clima di morti bianche, perdita di lavoro, scioperi, lotte per mantenere diritti e dignità, iniziano i tempi della Caduta dell’uomo. Ma inizia anche la resistenza di chi vuole salvare l’umanità dalla follia e dalla sua distruzione.

Dedicato alle vittime sul lavoro, a chi subisce soprusi, a chi non si piega al volere dei soldi, a chi si sente sconfitto dagli eventi e dalla vita.


Se si vuole, si può leggere l'anteprima: https://www.lestradedeimondi.com/download/9277/
Esistono molti mondi: reali, immaginari. Non importa la loro natura: da ognuno di essi si può apprendere qualcosa.
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Re: L'inizio della caduta

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Di L'inizio della Caduta occorre fare una precisazione: si tratta del terzo volume in ordine di pubblicazione della serie I Tempi della Caduta, ma non lo è in ordine cronologico, come dovrebbe far intuire il titolo. I fatti narrati mostrano che cosa ha dato il via ai Tempi di cui ho narrato in L’Ultimo Potere e L’Ultimo Demone; quindi, niente scenari apocalittici, niente mondo futuro, ma quello presente. Non per questo il quadro è più roseo: la realtà spesso non lo è. Anche in L’inizio della Caduta si parlerà di sopravvivenza, ma in maniera differente: non sarà solo quella del corpo, ma anche quella della dignità. Una cosa per niente strana nell’Era dell’Economia, dato che si sacrifica tutto per il denaro.
Di quest’opera ne parlo da tempo nel mio sito, ma è uscita da poco: come mai?
Perché c’era qualcosa che non mi rendeva soddisfatto di quanto narrato, e non per lo stile, ma perché c’erano elementi cui non avevo pensato. L’Ultimo Potere e L’Ultimo Demone mi avevano permesso di capire perché la prima stesura realizzata nel 2008 non mi aveva soddisfatto del tutto; l’anno scorso invece, riflettendo se potevo ampliare il lavoro svolto, mi ha permesso di sviluppare parti della storia che rendono il quadro più approfondito e che meglio fa da introduzione alle vicende future già narrate. Quindi non solo sono andato più in profondità nei personaggi già presenti nelle altre stesure realizzate, ma ho avuto modo di farne comparire degli altri (a parte Masha, tutti gli altri sono già stati incontrati nelle opere che hanno preceduto L’inizio della Caduta).
Il quadro della serie I Tempi della Caduta è dunque concluso?
Ho ancora una storia da raccontare, ma questa è una faccenda che andrà affrontata in altre occasioni.
Invece ora vorrei fare una riflessione su cosa è il male.
Male che è «una presenza inoppugnabile» nella vita dell’uomo. «I libri di storia sono il desolante catalogo di quanto la nostra esistenza in questo mondo sia stata un’avventura spesso fallimentare. C’è un male misterioso, che sicuramente non è opera di Dio, ma che penetra silenzioso tra le pieghe della storia. In qualche momento pare prendere il sopravvento: in certi giorni la sua presenza sembra perfino più nitida di quella della misericordia di Dio».
Questo è parte del discorso fatto da Papa Francesco sulla preghiera Padre Nostro, soffermandosi soprattutto sul passo Liberaci dal male. La domanda che subito viene da porsi è che cosa sia il male.
Si può dire, in un certo qual modo, che il male è come la creatura in It di Stephen King. Riprendo un articolo che avevo scritto tempo fa su questo romanzo.
It è un mostro che uccide adulti e bambini, che compare nelle varie epoche periodicamente con le sembianze di un clown. Chi ben conosce la figura del clown sa che non è l’individuo divertente, comico, che fa ridere: il clown è qualcosa d’inquietante, che incarna la follia, l’irrazionalità, tutto ciò che non ha senso e gli istinti più primordiali.
It non è solo un mostro sotto le sembianze di clown, è un mostro particolare: è un mutaforma, capace di assumere le sembianze di ciò che fa più paura alla persona che ha davanti. Per alcuni può essere una mummia, un licantropo, un vampiro, il mostro di Frankenstein, un lebbroso; per altri può essere addirittura una persona cara che però li terrorizza.
Fermarsi a questo sarebbe riduttivo, perché It è ancora più di questo: è un’entità aliena giunta sulla Terra quando il mondo era giovane, quando ancora non c’era l’uomo. Un’entità antichissima come la Tartaruga, la sua nemesi; solo chi ha creato entrambe è più antico. Essendo giunto sulla Terra, It ha assunto una forma fisica (e pertanto deve sottostare alle leggi del mondo in cui abita, avendo in questo modo un punto debole e potendo così essere sconfitto), ma la verità è che forse il vero io di It non ha una forma, ma è una luce che non fa luce, è una luce che oscura, capace di distruggere la mente di chi ha la sfortuna di vederla nella sua vera essenza.
King è stato molto bravo nel dare molti volti a It, nel rendere sfaccettata questa creatura, e non si è fermato a questi aspetti: con It è riuscito a incarnare una realtà della vita ormai molto diffusa e che ben viene descritta dal seguente brano.


Derry è IT. Mi capite?…Dovunque andiamo…quando IT ci assalirà, la gente non vedrà, non sentirà, non saprà. Vi rendete conto che è così? (1)

King mostra come la cittadina di Derry sia un’estensione di It, come si sia talmente radicato in essa da condizionare le persone e farle divenire alleate, complici. It ha trovato terreno fertile in quegli individui dove la cattiveria, lo scarso equilibrio mentale, la malvagità erano fiorenti e le ha usate come strumenti portatori di violenza e morte. In Derry ci sono state vere e proprie stragi, delitti efferati, ma sono passati come se niente fosse, nell’indifferenza più totale, dove la gente ha chiuso gli occhi o si è voltata dall’altra parte per non vedere. Da parte di molti cittadini c’è stata una condiscendenza non da poco, per la quale sono stati anche ripagati, avendo avuto fortuna nei propri affari e una certa ricchezza: è stato un po’ come vendere la propria anima al diavolo.
Se ci si pensa, King sta dicendo ai lettori che It è sempre esistito perché It in realtà non è il mostro venuto da lontano, dallo spazio profondo, ma è una mentalità umana, è quella che se ne frega delle conseguenze di certe azioni, quella che l’importante è poter vivere tranquilli, che finché capita agli altri va tutto bene. È il menefreghismo delle persone che per non avere guai passano oltre a chi è in difficoltà. È l’egoismo che permette che il male dilaghi, che fa pensare solo ai propri interessi, a guardare solo al proprio giardino, disinteressandosi di tutto il resto, anche se questo può portare alla rovina dell’intero paese.
Se si osserva, questa è una parte della realtà che viviamo, nel piccolo come nel grande. La gente passa oltre a chi è in difficoltà perché non vuole guai, non vuole pensieri. Le multinazionali, i governi, pensano solo al loro interesse, poco importa se questo porterà a disastri che rovineranno l’ambiente, se faranno sorgere conflitti.
IT esiste ed è sempre esistito. E continuerà a esistere finché persisterà una certa mentalità umana.

Un male che è sempre esistito. Una mentalità che può colpire chiunque, dove… anche le persone di buon cuore possono indurirsi e smarrirsi… Anche un animo gentile può divenire arido come un deserto, dimenticando cosa significa essere umano…Specie se si fa sopraffare dalla paura (2).
Un male che spesso si associa a Satana, demoni e spiriti maligni. I più, li reputano soltanto personaggi dei miti o simboli da usare in psicologia, ma sono più reali di quanto si possa credere e, anche se non si riescono a vedere, gli effetti del loro modo di agire sono sotto gli occhi di tutti. I demoni sono creazioni nate da mentalità e modi di vivere traviati dell’uomo. (2)
Un male che è come un’ombra, un pezzo delle tenebre del mondo, un frammento d’oscurità che ha preso forma e si muove sulla terra (2). Tanti si scandalizzano quando accadono eventi violenti, ma non ci si deve meravigliare, dato che è qualcosa che si verifica da tempo. Così tanto che ci si è fatta l’abitudine. E questo è un male, perché non è normale accettare la violenza, la sopraffazione, il vivere senza dignità. Ormai questa è la regola in cui vivono le società. Ma un giorno, se l’uomo lo vorrà, tutto questo cambierà e ci sarà giustizia. (2)

1.IT. Stephen King. Sperling&Kupfer Economica 2009. Pag.1085
2. L’inizio della Caduta.
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Re: L'inizio della caduta

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Il denaro è tutto nella nostra società e tutto viene messo dopo di esso, è risaputo, eppure in tanti oggi si scandalizzano per i fatti di Mottarone dove quattordici persone sono morte per la scelta di bypassare i sistemi di sicurezza per ovviare ai problemi della funivia. In tanti dicono che non è possibile morire per denaro, ma invece di fare tanti proclami e usare frasi di circostanza, dovrebbero invece accettare che siamo nell’Era dell’Economia e che è la normalità mettere il profitto prima di tutto, anche della vita umana. Occorre prendere atto che l’essere umano ormai è solo un mezzo per fare soldi, l’unica cosa che conta: uomini, donne, ormai non sono che oggetti da usare finché sono utili e basta. Tutto il resto (dignità, rispetto, sogni) non vale assolutamente nulla: è importante solo il Dio-Denaro. Anzi, il Demone-Denaro, perché Mammon non è mai stato un dio, ma soltanto un demonio.
Non ci si deve scandalizzare di questo, visto che le varie classi dirigenti di un paese con le pezze al culo come il nostro non hanno fatto altro che parlare di lavoro, di come farlo andare avanti non importa a quale costo, e mai hanno parlato dei lavoratori, della qualità delle condizioni in cui dovrebbero operare. Troppo spesso si è sorvolato sulla questione sicurezza e i fatti hanno dimostrato quanto tragica è stata tale scelta: è così nel presente con il caso Mottarone, è stato così nel passato recente con il ponte Morandi, preferendo risparmiare i soldi della manutenzione. Una scelta fatta consapevolmente, il che rende il quadro più chiaro della realtà in cui si vive e che è stata creata: si deve prendere atto di tutto ciò e smettere d’indignarsi, di fingersi sbigottiti. Occorre smettere di essere ipocriti e accettare che questa ormai è la nostra quotidianità e che si è responsabili di quanto sta accadendo, perché troppo spesso si è lasciato andare, troppo spesso ce ne si è fregati. Ogni giorno ci sono morti sul lavoro perché si sono voluti fare tagli sulla manutenzione, si è voluto sorvolare sulla sicurezza perché fa perdere tempo e così si perde guadagno: una piaga che va avanti da decenni, ma che dal 2000 in poi non ha fatto che peggiorare anno dopo anno. Mottarone, ponte Morandi, sono solo due tanti casi di morti per aver ignorato di mettere la sicurezza delle persone prima di tutto. E la cosa, se non ci si metterà un freno, non farà che peggiorare.
Ne ho parlato in L’inizio della Caduta, dove ho denunciato questo modo di fare.

Si muore per il lavoro. Un fatto inconcepibile per un paese la cui forza è fondata su questo principio. Una realtà a cui si è giunti perché i diritti conquistati sono stati perduti e calpestati. Anni di sacrifici buttati al vento: grazie a questa scelleratezza è peggiorata la condizione lavorativa, come dimostra l’aumento delle morti bianche.
In meno di un quadrimestre esse hanno superato le mille unità, un dato drammatico di cui governo e industriali avrebbero dovuto farsi carico e creare un provvedimento che tuteli maggiormente i lavoratori. Invece, nemmeno dopo le tragedie si è voluto prendere atto del problema e affrontarlo. Le tutele strappate alla classe dirigente grazie agli scioperi, alla luce dei fatti di quest’ultimo periodo, sono state vittorie di Pirro. Per ogni incidente sul lavoro si sono sprecate lacrime, ma, a ben vedere, le istituzioni hanno guardato altrove. Peggio: hanno cancellato il reato d’omicidio colposo a seguito d’infortunio sul lavoro.
Il comportamento della classe dirigente è sconcertante, impegnata solo a difendersi e allontanare ogni responsabilità per le tragedie avvenute, puntualizzando che in nessun caso c’è stata violazione degli standard di sicurezza; non sa fare altro che emettere comunicati scritti con mano burocratica, dove non esistono autocritica su quanto accaduto e parole d’umanità nei confronti dei morti e delle loro famiglie.
Di chi è la colpa di tutto ciò?
Del mercato privo di soggettività e del guadagno esasperato che non si cura della condizione dei lavoratori perché manutenzione e sicurezza costano, facendo abbassare i profitti. Ci sono persone che la mattina si alzano e vanno a rischiare la vita per salari bassissimi, lavorando “in nero”, senza condizioni di sicurezza; muoiono per uno stipendio che non fa arrivare alla fine del mese, costretti ad accettare turni e straordinari massacranti, a sopportare i rischi di un lavoro pericoloso perché è difficile trovarne un altro.
Giornali, televisione e social riportano ogni giorno notizie tragiche di lavoratori feriti gravemente o deceduti sul posto di lavoro, ma ce ne sono altri che non vengono neanche nominati, che muoiono silenziosamente. Tutto ciò reclama giustizia, ed è compito nostro, muovendoci secondo le regole democratiche, dar voce a chi non può più parlare.
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Re: L'inizio della caduta

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Erano i primi mesi del 2009 quando ho finito la prima versione di L’inizio della Caduta. Allora l’opera aveva un altro titolo, lo stile era diverso e anche alcune parti lo erano, tuttavia lo spirito che aveva dato il via a tutto è sempre stato lo stesso: la denuncia delle morti bianche e del sistema economico che non guarda in faccia a nulla per poter continuare ad avanzare.
Il romanzo non è mai stato preso in considerazione da nessuna casa editrice e la colpa non può essere data allo stile o allo sviluppo della trama, dato che non è stata letta: l’opera non è arrivata alla valutazione di lettura perché, dalle risposte avute, l’idea non era d’interesse.
Si sa che il mondo dell’editoria è una giungla e che le case editrici, non essendo onlus, devono puntare su quei prodotti che il mercato ricerca perché, per poter sopravvivere, devono guadagnare e avere utili, quindi non ci si sorprende e non ce la si prende se si ottiene un rifiuto.
Ci si sorprende e ce la si prende quando invece sono altri a cui non interessano i morti del lavoro, e ci si riferisce non solo alle istituzioni e alla politica, ma anche alla maggioranza delle persone. Fino a quando non si viene toccati da vicino, che qualcuno muoia sul posto di lavoro non interessa a nessuno. Ci si accalora, si fanno dibatti, si litiga, ci s’imbrutisce se un calciatore cambia squadra, se una influencer dice una cosa oppure se una vip posta una determinata foto sui social, mentre invece non si fa una piega se una persona, facendo il suo lavoro per cercare di sopravvivere, perde la vita.
Persone che spesso lavorano per stipendi che non gli bastano nemmeno per arrivare alla fine del mese, che non si stanno certo divertendo a fare qualcosa che se potessero non farebbero, ma che, per non avere la sicurezza sul posto di lavoro, si trovano praticamente costrette a morire.
La realtà brutale è questa: per scelte appartenenti ad altri, in tanti si trovano a dover morire. Una morte che sarebbe evitabile, ma che non si vuole evitare perché non si vogliono spendere soldi per tutelare la vita altrui. In fondo, se una persona muore sul posto del lavoro, ce la si cava con qualche noia burocratica, con qualche ispezione, ma poi si va avanti come sempre, perché ci sarà chi prenderà il posto del morto (visto l’alto numero di disoccupati) e la macchina produttiva continuerà il suo cammino.
Politica, governo, sindacati: tutti a fare proclami, tutti a indignarsi, a pretendere nuovi provvedimenti. Ma è solo ipocrisia, è solo una facciata per i media. Perché dal 2009 le morti sul lavoro ci sono state ogni anno e anzi sono andate aumentando, ma nessuno ha fatto niente, nessuno ha voluto fare niente. Anzi, occorre dire che la questione risale a molto prima del 2009 e questo significa soltanto una cosa: per il sistema attuale, la vita umana non ha nessun valore.
Mentre invece un valore spropositato viene dato al guadagno, al costrutto economico a cui ormai tutto è asservito. Quante volte si è sentito dire che bisogna preservare il lavoro, non importa cosa viene sacrificato? Prima sono stati tolti diritti e tutele, poi si è chiesto alle persone di fare ancora più sacrifici per poter lavorare. Ora si sta chiedendo il sangue alle persone. Il tutto nel disinteresse più totale dei più.
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Re: L'inizio della caduta

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@M.T. Tutto ciò che dici è pienamente condivisibile, almeno da chi la pensa come me. E' il Dio denaro, lo sterco del Diavolo, che ormai condiziona, in questa epoca di globalizzazione più che in tutte le precedenti, la vita dell'intera umanità. E' la sete di profitti ad ogni costo anche la causa prima del mutamento climatico, a lungo negato dai potenti, anche con il mazzettato supporto di scienziati compiacenti. Ho pubblicato anch'io qualcosa in proposito: come fantascienza distopica, ipotizzando una crisi finanziaria globale che genera una quasi estinzione del genere umano, e come legal-thriller, narrando una storia vera in cui la giustizia è assoggettata a giochi di potere, oltre che alle solite mazzette.
Purtroppo, né tu, né io riusciremo non dico a invertire, ma neanche a cambiare una virgola dell'andazzo corrente, perché tutti, o quasi, sono troppo occupati a guardare il dito per riuscire a vedere la luna.
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni
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[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: L'inizio della caduta

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Quello che mi dà da pensare è che, con tutti i morti che continuano a esserci giorno dopo giorno, si va avanti lo stesso come se niente fosse. Si parla, si fanno proclami e non si fa niente. Una delle cause è la perdita di diritti dei lavoratori, che ha portato a una minor applicazione delle norme sulla sicurezza. Questo peggioramento si è acuito con l'immissione della legge Biagi, che ha davvero fatto peggiorare il mondo del lavoro: tanti hanno acclamato la flessibilità del lavoro, ma l'immissione della precarietà (perché è questo che sono tutti quei contratti divenuti alternativa ai contratti a tempo indeterminato) è stato un cancro che ha minato il sistema lavoro. I lavoratori a termine (o delle società interinali) sono considerati lavoratori di serie b, con meno diritti e tutele, e soprattutto hanno poche prospettive. Questo ha portato a un abbassamento dell'attenzione sulle norme di sicurezza e visto che non si correvano grandi rischi, si è pensato che si potesse risparmiare e quindi si sono fatti tagli su manutenzione e sistemi di controllo.
La cosa poi si è allargata con l'abolizione dell'articolo 18, che toglie ulteriori tutele ai lavoratori, con la politica che sempre più si è schierata con l'imprenditoria (ci si ricorda ancora di quei membri della politica che non facevano che ripetere "tutti gli imprenditori sono eroi", nonostante tanti avessero le mani sporche di sangue per essersi arricchiti sulle spalle altrui).
Dinanzi a tutto questo, tanti lavoratori sono rimasti fermi come vittime sacrificali, non facendo nulla perché si ha bisogno del posto di lavoro, non importa quali rischi si corrano. Già è diventato brutto vivere per lavorare, perché il lavoro non è più un semplice mezzo per vivere ma diventa proprietario delle vite delle persone e ne dispone come un padrone, ma ancora peggio è morire per lavorare.
Come dici tu, non si riesce a invertire questa macchina mostruosa, ma non perché non c'è modo, ma perché non si vuole. Se dopo ogni morte bianca s'intervenisse davvero, le cose cambierebbero. Se dove muore una persona perchè si è manomesso volontariamente un macchinario s'intervenisse e si chiudesse la fabbrica, togliendola al proprietario e dandola a chi rispetta le regole e soprattutto la vita umana, allora il cambiamento comincerebbe a esserci. Invece, la fabbrica dove qualcuno è morto rimane aperta perché si deve continuare a fatturare e a far girare l'economia.
Ancora non si è capito che l'uomo può vivere senza economia, mentre l'ecnomia è niente senza l'uomo, a dimostrazione di quanto è centrale e più importante l'uomo. Purtroppo, per una mentalità distorta, si reputa più importante l'economia.
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Re: L'inizio della caduta

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Tutto vero, @M.T., ma pare che non freghi niente a nessuno, a parte i tanti bla bla che lasciano il tempo che trovano. Per esempio, tutti parlano della necessità di redistribuire almeno in parte la ricchezza, visto l'incremento continuo del divario tra ricchi e poveri, ma guai a parlare di imposta patrimoniale: se a uno che ha un patrimonio di cinque milioni gli togli mille Euro, poverino, ci rimane male. Eppure, in questo Paese in cui gli evasori, che sono tanti, non vengono quasi mai perseguiti, in cui lavoratori dipendenti e pensionati sostengono oltre l'80% del gettito fiscale, prendere i soldi per mandare avanti la baracca lì dove realmente stanno sarebbe l'unico modo per ridurre gradualmente il livello del debito pubblico. Non si può: è una cosa da comunisti (ma esiste in tutti i Paesi europei, tranne il nostro).  
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
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Re: L'inizio della caduta

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Purtroppo, quasi tutto è sulle spalle di lavoratori e pensionati, che tirano sempre la carretta e a cui si chedono sempre sacrifici, oltre a essere sempre quelli cui si attingono risorse, ma è logico, dato che sono quelli più monitorati. A quelli ricchi invece viene data ampia libertà e anzi, gli vengono date molto agevolazioni; nonostante tutti questi vantaggi, agiscono spesso in maniera disonesta, basta vedere tutti gli scandali e le inchieste in cui sono coinvolti. Che non si sa a cosa servono, dato che se la cavano poi sempre con poco o niente.
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@M.T. Chissà come mai. Saranno le leggi sbagliate? Saranno grandi e strapagati principi del Foro? Saranno le farraginosità idiote di una burocrazia inefficiente? Sarà che non tutti i giudici sono onesti, imparziali e competenti? Al comune cittadino (suddito?) non è dato sapere.
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
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Re: L'inizio della caduta

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Era il 1995 e gli The Smashing Pumpkins cantavano Bullet with Butterfly Wings e fin dalle prime strofe fa capire quale sia lo stampo di questa canzone: il mondo è un vampiro e il commercio è desideroso di oscuri guadagni. Poche parole per mostrare discorsi molto più ampi: il mondo, inteso come sistema, non come pianeta, è un vampiro, ovvero un essere superiore, un padrone che dispone delle vite delle persone e se ne alimenta, ne succhia la linfa vitale, le energie, facendone suoi sudditi. Il commercio, sia suo alleato, sia sua estensione, è qui sinonimo di capitalismo, di consumismo, visto come qualcosa di oscuro che invece di aiutare le persone a vivere meglio, le hanno soggiogate e fatte divenire sue serve.
Il messaggio non è certo una novità: negli anni in tanti hanno giudicato sbagliato il sistema economico attuale, pieno di errori e storture, e la pandemia del Covid in poco tempo ha mostrato tutte le sue criticità e vulnerabilità. In altrettanti si sono scagliati contro quelli che hanno demonizzato il denaro, vedendo il denaro come fonte di libertà, altri come segno che la persona ricca era benedetta dalla volontà divina (uno degli elementi su cui si basava il Calvinismo).
La verità, come sempre, sta nel mezzo: il denaro in sé non è né buono né cattivo, tutto dipende da come viene usato ma soprattutto come viene vissuto. Nel Vangelo il denaro, la ricchezza, vengono indicate con il termine Mammona, assegnandone un’interpretazione negativa, dato che Mammona è uno dei demoni (e proprio per questo Gesù dice: “Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire a Dio e a mammona.”) (1); ma il giudizio di Gesù non è dato sul denaro, che è soltanto un oggetto, un mezzo, ma all’attaccamento al denaro e ai comportamenti sbagliati che esso fa avere, quali il tradimento della giustizia, della libertà, della vita, perché si è visto nella storia dell’uomo, nell’esistenza di ogni giorno, cosa si arriva a fare per avere denaro.
Sia la figura del demone, sia quella del vampiro, ben rappresentano un modo di fare sbagliato, anche se forse nei nostri tempi quella del non morto ha una presa maggiore, forse grazie a tanta letteratura e cinema che parlano di lui. Oppure perché il vampiro è qualcosa di molto più antico radicato a fondo nell’inconscio umano.
«È divertente sentir tirare in ballo Dio quando non si è creduto che nel denaro.» Il sorriso scomparve com’era apparso. «Gli imprenditori come tuo padre si sono ritenuti Dio. Soltanto perché avevano soldi, si sono arrogati il diritto di decidere per la vita degli altri e di giocare con la loro dignità. In ogni modo hanno cercato di far credere di essere superiori agli altri esseri umani, di essere sopra qualsiasi legge. Quello che non capiscono è che non sono intoccabili, che niente gli è dovuto. Anche loro sono umani, non degli dei con potere di vita e di morte sui loro simili.» Mark si alzò in piedi, appoggiando il libro sul tavolo. «O forse sarebbe meglio dire che un tempo lo erano. Ora sono solo un mezzo che sfrutta gli altri e risucchia ogni energia, che affama le famiglie e le fa vivere negli stenti e nelle umiliazioni; non hanno canini appuntiti, ma sono veri e propri vampiri. E proprio come i vampiri spadroneggiano in ogni luogo in cui vanno, cercando di piegare ogni cosa con il loro potere, inquinando la mente delle persone e l’ambiente in cui vivono; sono appestatori di vita, dei virus che fanno marcire il mondo, eppure si reputano dei creatori di magnifici sistemi. Non si accontentano mai, vogliono succhiare tutto il midollo della vita, senza lasciare nulla agli altri: un cancro dilagante che lascia miseria e aridità. Proprio come i vampiri» tornò a sottolineare Mark. «Si crede che essi siano mostri inventati dalla fantasia di uno scrittore geniale o da qualche storia folcloristica, ma sono un archetipo vecchio come l’umanità, un’icona che le civiltà antiche hanno voluto trasmettere per mettere in guardia dal pericolo comportato dagli eccessi. Rappresentano la fame smodata di dominio, potere e brama per le cose materiali; rappresentano la strumentalizzazione e la manipolazione. Tutti gli uomini hanno quest’indole nell’animo; i più grandi filosofi e pensatori sanno che persino la persona più saggia e meritevole nasconde tali zone d’ombra. Il problema insorge quando tutto è ombra. Allora accade che per l’ombra di alcuni, tutto cada nella tenebra e nella rovina. Ed è quello che hanno fatto gli imprenditori come tuo padre, creando uno squarcio nella barriera che separa i due Mondi, permettendo il ritorno di Mammon e rafforzandolo a ogni loro azione scellerata.» (2)

1 – Luca 16,13
2 – L’inizio della Caduta.
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