Un monologo teatrale

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(Tratto dal WD, https://www.writersdream.org/forum/foru ... ent-868128)



Se vostro marito vi dice io vado giù al tabacchino a comprare le sigarette, voi che fate? Soprattutto se c’è una tabaccaia nuova, giovane e bella; e ancor più soprattutto, se lui non fuma! Non ha mai fumato, mai fino a pochi giorni prima almeno…
Se vi capita ogni pomeriggio, allora prendetelo per il colletto, sbattetelo a muro e tirate forte la cravatta. (Con voce soffocata) Torno subito, fa lui.

(L’attrice reclina la testa all’indietro mimando una cravatta tirata verso l’alto, con gli occhi strabuzzati)
Cinque minuti e torno.

Sì, cinque minuti, ma chi vuoi prendere in giro? Va’, va’!
(L’attrice lo manda a quel paese con un gesto della mano)

Ma capita che non ci fate caso e lui esce. Mio marito? Qualche volta mi urlava vado dal tabacchino, da lontano, e scappava. Poi, alla sera, non aveva il coraggio di tornare da me, tra le mie grinfie. (Ride digrignando i denti con malvagità e fa segni con le dita come a dire “se lo prendo…!”) In fondo non sono così cattiva come mi dipingono. Lui mi chiamava arpia e vecchia strega. Be’, se devo essere sincera, non lo faceva solo lui. Certe volte mi chiamava addirittura carabiniera… e tutti ridevano.

Che faceva allora l’impavido? Andava da zia Ernestina, andava. Tutti voi avrete una zia Ernestina, immagino. Quella che sa vita morte e miracoli di tutti, quella che ci mette sempre una buona parola, quella che vi sale le torte fatte da lei, anche se vivete al centesimo piano e ha paura dell’ascensore…

Poi seguiva un estremo, miserabile, disperato tentativo. Avete presente quando Fantozzi faceva la telefonata anonima al capo, e si metteva una molletta sul naso?… poi una patata in bocca?… poi un imbuto sulla patata?… poi un asciugamano a stringere l’imbuto?… poi la testa in una pentola di rame?… e Filini gli diceva facci l’accento svedese, così Fantozzi diceva buondì, e dall’altra parte Fantozzi, è lei? Ecco, solo che lui in Svezia non ci ha mai messo piede: nemmeno un alluce! Allora mi faceva Papa Francesco. Salve! Sono il Papa, mi diceva. E io lo capivo subito che era una baggianata, perché ormai i papi parlano in romanesco. Se mi diceva ahò, so’ er papa e me chiameno Francesco, magari gli credevo… Mi ricordava Totti, ma vabbe’… Mio marito non era romano e io (solleva il mento e stende il collo con fierezza teatrale) fimmina sicula sono.
Però un giorno l’ho lasciato; quando, per non tornare da me, mi disse per telefono che lo tenevano prigioniero nella repubblica, sentite che s’è inventato!, di Cabardino-Balcaria. Che la voce che sentivo era dei rapitori. Ma io l’avevo capito subito: quella era la voce della tabaccaia nuova che diceva, con accento russo maccheronico, adjesso buasta, puosa cuornjeta. In italiano? Nella cosa di Cabardino? Posa la cornetta? Chissà che caspiterina di lingua parlano là! Forse il russo, forse… ma di sicuro non l’italiano. (L’attrice piega il pollice sulle altre dita tese e agita il polso mentre ammicca e sorride)

Poi partivano dei colpi a raffica e lui gridava questi sono spari di mitra, aaah! E fingeva di morire. Sì, proprio! Era tanto morto che l’indomani sera è tornato a casa sulle sue gambe. Non ci credete? Vero dico. Ma poi, quando mai l’ha conosciuta, ‘sta repubblica di Cabardino?! Se gli chiedevo sai il più grande lago d’Italia?, lui per poco non mi rispondeva il mio lavandino… Quand’è otturato, certo! Più di quello non conosceva. Quella cosa gliel’ha messa in testa quella… mmm… (L’attrice si mette la mano sulla bocca) Quella… gentile e generosa, generosissima signorina… signorina solo all’anagrafe; quella che vende sigarette sotto casa, volevo dire. Tanto generosa che… mmm… meglio che mi sto zitta.
Un’altra volta, sentite questa!, lo avevano arruolato nell’esercito della… com’era?… Ah, sì, nel TRA, Ti-Erre-A, esercito rivoluzionario della Transnistria. (L’attrice straluna gli occhi) Transnistria? Niè, certo che ‘sta tabaccaia ne ha di fantasia! Chapeau!
Oggi lui vuole tornare con me. Mi fa sei l’unica donna della mia vita. Si sarà dimenticato del signor Cabardino e della signorina Transnistria, penso io. Perché non ci resta? Magari, impara le lingue. Ne ha ora di lingue da praticare: lunghe, carnose e intanfate di tabacco. Auguri!
Io intanto corro da Ugo, non lo voglio fare aspettare troppo.
(L’attrice si gira altezzosamente ed esce).
Il Sommo Misantropo

Re: Un monologo teatrale

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All'inizio il tono è quasi comico, poi diventa amaro. Se ho ben capito l'intento del monologo è mostrare le varie fasi emotive della moglie. Spingerei forse un po' di più la fase del disgusto quando parla delle bugie.
Per le note sulla gestualità le lascerei molto indicative perché di solito i monologhi vengono interpretati in modo diverso dai vari attori. Con lo stesso spirito certo, ma gestualità diversa perché penso sia personale (a meno che il personaggio non abbia un atteggiamento preciso e definito).

Re: Un monologo teatrale

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Ciao @ValentinaQ, ti chiedo scusa per l'enorme ritardo con cui ti rispondo. Grazie per avermi letto e per le tue considerazioni, che certamente prendo in considerazione.


ValentinaQ ha scritto: dom gen 17, 2021 10:26 pm di solito i monologhi vengono interpretati in modo diverso dai vari attori.

Hai ragione, ma spesso nei testi teatrali vengono indicate anche le inflessioni vocali, perciò ho ritento giusto metterle. C'è il lato dell'interpretazione, certo, che però va "fuori copione". Io stesso, in grandi teatri in giro per l'Italia, ho ricoperto ruoli femminili laddove il copione originale prevedeva personaggi maschili. Salivo sul palco persino con le scarpe con i tacchi. Lì mi sono chiesto… ma come diamine fate voi donne? :o Io dovevo esercitarmi un mese di fila solo per fare quattro passi in scena :) Risate! :D
Il Sommo Misantropo
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